“Passeggiar Gustando” fa tappa a Treviglio

Passeggiar Gustando, la festa del commercio di vicinato che porta in piazza i sapori tipici e la professionalità dei dettaglianti alimentari, si trasferisce a Treviglio. Dopo otto edizioni sul Sentierone di Bergamo, Ascom e Aspan portano l’evento nella capitale della Bassa domenica 5 ottobre, dalle 10 alle 18 lungo via Matteotti (nella piazzetta che interseca via XXV aprile).
Le finalità della manifestazione restano immutate ossia la promozione dei negozi tradizionali, del loro ruolo di servizio all’interno dei centri urbani, della professionalità e dell’esperienza dei commercianti e della loro capacità di valorizzare i prodotti del territorio, con in più il supporto ad un’iniziativa benefica.
Durante la giornata, oltre cinquanta tra dettaglianti alimentari dell’Ascom (gastronomi e salumieri, macellai, fruttivendoli), Pia Unione San Lucio aderente all’Ascom e panificatori dell’Aspan saranno impegnati nel preparare assaggi e degustazioni per il pubblico. Basterà dotarsi all’inizio del percorso degli appositi gettoni (il contributo minimo è di 5 euro per tre degustazioni con acqua e pane offerti) per “acquistare” le proposte che piacciono di più. Il ricavato andrà quest’anno al Comitato “Due Ambulanze per la Croce rossa”, promotore di una raccolta fondi per rimpiazzare due mezzi arrivati a fine carriera del Comitato di Treviglio e Geradadda.
Il ristorante en plein air si snoderà attraverso stand tematici, curati dalle diverse categorie in divisa ufficiale. Gastronomi e salumieri offriranno primi e secondi piatti caldi, oltre a salumi e formaggi, i macellai cucineranno la carne alla griglia, mentre i fruttivendoli si occuperanno di verdura e frutta. Per il pane ed i prodotti da forno lo stand di riferimento sarà quello dei panificatori Aspan, per acqua e vino del territorio, proposti grazie alla collaborazione con il Consorzio Tutela Valcalepio, la distribuzione sarà gestita dalla Pia Unione San Lucio. Non poteva mancare l’omaggio ad una specialità locale come la Turta de Treì, che avrà uno stand proprio.
«Con l’approdo a Treviglio – afferma il presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti – abbiamo voluto condividere la bella e consolidata esperienza di Passeggiar Gustando con il territorio. La manifestazione si mette a disposizione di un progetto benefico della zona e attinge alla competenza dei commercianti locali evidenziando e rafforzando il legame tra i piccoli negozi e la vita della città. In campo ci sono infatti gli alimentaristi, dagli imprenditori dei settori più tradizionali della spesa quotidiana, custodi di un prezioso patrimonio di relazioni che vogliamo valorizzare».
Per rimarcare il carattere della festa la degustazione sarà accompagnata da numerosi spettacoli per tutta la famiglia. Attraverso il distretto Urbano del Commercio si propone inoltre la partecipazione dei commercianti locali e l’apertura domenicale dei negozi del centro cittadino.




Badanti e baby sitter condivise, così il condomino ritrova la serenità

«Negli anni Cinquanta si andava all’assemblea di condominio con il vestito delle grandi occasioni e si esponeva il tricolore. Oggi invece ci si va controvoglia e in alcuni casi si arriva anche alle mani. Una volta se piangeva un bambino la notte tutti si preoccupavano all’indomani di chiedere ai genitori se tutto andava bene. Ora ci si lamenta e ci si scrive mail infuocate», sottolinea Alberto Zanni, presidente di Confabitare, l’associazione per la proprietà immobiliare, che da due anni sta promuovendo formule innovative per riportare buone relazioni tra vicini di casa, pronte ad essere prese a modello in tutta Italia. Esperienze riportate nel corso della nuova manifestazione organizzata dalla Promoberg in Fiera, Condomino Expo, in un workshop dal titolo che suona quasi come una missione “Vivere e sopravvivere in condominio”.
Se il condominio è per molti il paradigma dell’intolleranza diffusa, la crisi lancia la sfida, se non la necessità, di riscoprire la buona convivenza. Da contenitore di malumori inespressi e agglomerato di solitudini, la “palazzina” sta diventando un laboratorio sociale, un luogo in cui sperimentare piccole comunità modello. «Si può creare coesione in modo semplice tra vicini che non si salutano nemmeno sul pianerottolo – spiega Zanni -. La prima iniziativa che abbiamo promosso è stata quella del Gruppo di Acquisto Solidale condominiale: è bastato condividere la spesa alimentare per creare buone relazioni, oltre al vantaggio di un risparmio fino al 50%. Ogni settimana, a turni, ogni condomino si fa carico di ritirare gli ordini e fare la spesa e il risultato è che sul pianerottolo ci si scambiano ricette e si organizzano anche feste condominiali». Il secondo passo è stata l’introduzione, in via sperimentale a Bologna, della badante e dell’infermiere di condominio: «La badante condivisa non costa più di 400 euro a nucleo familiare e i costi indiretti, come i contributi previdenziali, vengono spalmati sulla base delle ore di attività. Ognuno paga per le ore di servizio necessarie, ma ha al contempo la certezza di avere nello stesso condominio una persona a cui rivolgersi in caso di bisogno. L’infermiere di condominio garantisce tariffe agevolate al bisogno, oltre a servizi importanti come il prelievo del sangue a casa, che risparmia soprattutto agli anziani viaggi per cliniche e ospedali a digiuno». Il successo della figura professionale condivisa riguarda anche la tata: «La baby sitter bada ai bambini del palazzo che, riuniti in gruppo, fanno amicizia e giocano in cortile, coinvolgendo magari anche quelli del palazzo vicino. Se un tempo darsi appuntamento sotto casa era scontato, oggi tra tv e computer anche i bimbi tendono a starsene tra quattro mura». Convivenza e relazioni si costruiscono e “ristrutturano” mattone dopo mattone: «Bastano piccole e grandi idee, dalla spesa alla badante in comune, per rivoluzionare il nostro modo di porsi agli altri. Non manca infine una nuova concezione degli spazi tesa a stimolare la socializzazione: se fino a poco tempo fa le aree comuni erano ridotte all’osso, ora tornano sale condominiali per riunioni e feste e, nelle costruzioni più attente, sale giochi, biblioteche e lavanderie».




Solidarietà, la sfida vinta di due ex commercianti 

Nella foto: la consegna delle chiavi delle due nuove ambulanze al presidente della Cri di Treviglio e Gerradadda Massimo Gatti

«È l’anima del commerciante, concreta e abituata a darsi da fare, che ci ha fatto vincere una sfida più grande di noi». Ne sono convinti Giovanni Enrico Bresciani e Lino Ronchi, negozianti trevigliesi in pensione che poco più di un anno fa si sono lanciati nell’impresa di regalare due nuove ambulanze alla Croce Rossa di Treviglio e Geradadda, indispensabili per garantire la continuità dei servizi, visto che i vecchi mezzi in dotazione, alla scadenza della revisione, non sarebbero più stati idonei.
L’obiettivo – 73mila euro, da raccogliere partendo da zero e per di più in fretta – era tosto, di quelli che intimoriscono, ma la convinzione del piccolo comitato creato dai due per portare avanti il progetto ha avuto la meglio e oggi il traguardo è lì, a portata di mano. All’appello mancano infatti circa 12mila euro e in soccorso si è mossa anche l’Ascom di Bergamo che domenica 5 ottobre porterà nel cuore di Treviglio Passeggiar Gustando, l’ormai classico appuntamento d’autunno che coniuga il lavoro dei commercianti con i sapori tipici e la solidarietà. 
Nel frattempo entrambe le ambulanze sono già state consegnate ai volontari (la prima a febbraio, la seconda a fine luglio) e operative. A firmare l’ordine di acquisto sono stati infatti gli stessi Bresciani e Ronchi, pronti a versare di tasca propria quanto eventualmente le donazioni non arriveranno a coprire, pur di vedere realizzato il loro sogno solidale. Un lungo impegno nelle associazioni di categoria e a favore del territorio li ha, del resto, allenati a mettersi in gioco. Bresciani, 84 anni portati con una vitalità da fare invidia alle nuove generazioni, ha fatto il macellaio nel centro storico per 54 anni ed ha partecipato attivamente alla vita dell’Ascom di Bergamo, di cui il padre è stato uno dei fondatori. Prima vice e poi presidente del gruppo Macellai, ha rappresentato la categoria per 13 anni, fino al 2000, partecipando anche come consigliere alle attività della Federazione nazionale. È stato inoltre un componente del Consiglio direttivo dell’Ascom e, sempre sul versante commerciale, all’inizio degli anni Ottanta ha dato vita a Treviglio alla Cooperativa Botteghe del Centro, da cui discende l’attuale Associazione. Ne è stato presidente per 15 anni, dando il via, tra l’altro, alla tradizione delle luminarie natalizie. Per più di un decennio è stato invece alla guida della Pro Loco, di cui oggi è presidente onorario. In questo ambito ha promosso manifestazioni che oggi fanno stabilmente parte del calendario cittadino, a cominciare da “Miracol si grida”, la rievocazione del miracolo della Madonna delle Lacrime che il 28 febbraio 1522 salvò la città dalle truppe francesi: «Il fatto storico era lì da quasi 500 anni e nessuno aveva pensato di costruirci attorno un evento che facesse da richiamo per Treviglio», annota en passant Bresciani. E poi ancora la Sagra di Sant’Anna e la festa di San Silvestro al Palafacchetti.
A più di vent’anni di distanza, l’instancabile commerciante ricorda con dovizia di particolari (67 signore in gara, un milione di lire in palio) anche il concorso con il quale le Botteghe hanno donato a Treviglio un suo dolce tipico, la Turta de Treì, entrata stabilmente nel novero delle specialità orobiche. «Proprio la festa annuale che dedichiamo alla torta ha fatto scattare, nel giugno del 2013, la molla della raccolta fondi per le ambulanze – sottolinea -. L’evento ha un fine benefico e nell’occasione si era scelto devolvere il ricavato alla Croce Rossa di Treviglio. È così che sono venuto a conoscenza dell’urgenza di sostituire i mezzi. Lì per lì mi era parsa un’impresa fuori portata, ma dopo qualche giorno mi sono detto “perché non provarci?”».
L’appoggio di un altro commerciante con il pallino delle attività sociali e socializzanti ha fatto il resto. Classe 1945, Lino Ronchi ha anche lui passato la vita in negozio, portando avanti con i due fratelli la salumeria del padre e insieme l’impegno associativo nel gruppo Gastronomi e Salumieri dell’Ascom (di cui è ancora oggi colonna per la logistica delle manifestazioni), oltre che in 50 & Più Fenacom e nella Caritas trevigliese. Deciso a conservare la memoria del commercio della sua città, travolto, come in tutti i centri storici, dall’avanzare delle nuove forme di distribuzione, ha cominciato una monumentale raccolta di fotografie e testimonianze delle vecchie botteghe, che presto dovrebbe diventare un libro. «Ho conosciuto Bresciani nel corso di queste mie ricerche – afferma – e ci ho messo poco a decidere di affiancarlo in questa nuova sfida». Laura Crippa, volontaria della Cri nonché nipote di Bresciani, e il giornalista Roberto Fabbrucci completano l’organico dello snello comitato “Due ambulanze per la Croce Rossa”, caratterizzato da un approccio operativo pratico e diretto. «Non abbiano preparato lettere, belle presentazioni o discorsi formali – raccontano Bresciani e Ronchi –, siamo invece andati ad incontrare personalmente tutti quanti pensavamo potessero avere a cuore il problema e darci una mano. I 23 sindaci dei Comuni interessati dal servizio della Cri li abbiamo contattati tutti. Qualcuno ha contribuito, altri no, qualcun altro non ci ha ricevuto, ma abbiamo voluto sempre metterci la faccia per primi». «È stato impegnativo, di tempo e fatica ne sono serviti – rileva Bresciani -, ma non è stato difficile perché conosciamo un po’ tutti. La lunga esperienza tra eventi ed iniziative mi ha insegnato che se si mettono in campo progetti corposi e ci si crede veramente il successo arriva, ma è fondamentale saper trovare le risorse, perché altrimenti anche le idee più straordinarie sono destinate a rimanere sulla carta». «Come commercianti – aggiunge a questo proposito Ronchi – siamo sempre stati abituati ad essere intraprendenti perché lo “stipendio” andava guadagnato ogni mese e credo che questo atteggiamento ci sia stato di grande aiuto in questa raccolta fondi».
In effetti i due non si sono lasciati scappare occasione per centrare il loro obiettivo, dal coinvolgimento di banche, istituzioni e aziende alle manifestazioni, come la degustazione organizzata a dicembre per l’addio all’attività del macellaio Silvio Rozzoni (che ha fruttato più di 2mila euro, ma anche una bella bronchite) o il raduno a marzo dei Cavalieri d’Italia, di cui fa parte anche Bresciani. «Abbiano raccolto contributi grandi e piccoli – sottolineano -, anche di singoli cittadini che non hanno voluto far mancare il proprio aiuto secondo le proprie possibilità: tanti gesti di solidarietà che ci hanno fatto grande piacere e che vorremmo ricordare uno ad uno». Soddisfazione che si aggiunge a quella di vedere in opera le due nuove ambulanze, «di ultima generazione – dicono orgogliosi e ormai esperti del settore visto che hanno valutato e visto personalmente i vari modelli -. Sono attrezzate non solo per il trasporto ma anche per il primo intervento, spesso fondamentale per salvare una vita». Il Comitato Cri di Treviglio e Geradadda, presieduto da Massimo Gatti, assicura il servizio di soccorso su un’area di circa 150mila abitanti con otto unità operative e 450 volontari.




Due fratelli lanciano la ristorazione itinerante

nella foto: Andrea e Matteo Gavazzeni

I Progetti Territoriali aiutano anche a fare riaffiorare antiche tradizioni di famiglia. E’ accaduto ad Andrea Angelo Gavazzeni, trentenne perito informatico di Chiuduno che, dopo aver lavorato come dipendente di una società del settore edile fino ad agosto, ha deciso di aprire un’attività nel settore alimentare e della ristorazione. Un progetto condiviso con il fratello Matteo, perito elettronico, che studia ingegneria edile, e maturato durante il corso di otto ore tenutosi a Sant’Omobono Terme.
“Si è trattato di un corso molto completo, sia per quanto concerne le informazioni legate alla tipologia di società sia alla redazione del business plan. Di seguito abbiamo potuto fruire di ore di assistenza da parte di un consulente messoci a disposizione da Bergamo Sviluppo, che ci ha seguiti per mettere a fuoco l’analisi e la fattibilità della nostra idea di impresa. Grazie a queste ore abbiamo scelto di operare nel settore della ristorazione itinerante attraverso una snc. Inseguiamo l’idea dello “Street Food”. La nostra famiglia possedeva una vecchia osteria. Viste le difficoltà nel settore edile e la perdurante congiuntura economica negativa, abbiamo deciso di tornare alle origini”.
I fratelli Gavazzeni puntano sui prodotti tipici, dop e doc, e sullo slow food da portare in giro per l’Italia e l’Europa. Non vendita, ma arte della somministrazione. Non potranno avere a disposizione una dispensa come quella di un ristorante, ma intendono proporre prodotti italiani di alta qualità. La gastronomia viaggiante porterà con sé anche formaggi bergamaschi tipici come Caprino, Agrì, Branzi, e salumi come il Cà del Botto.
“Proporremo prodotti certificati e a marchio slow food. Gli abbinamenti sono innumerevoli e tali da stuzzicare ogni palato. Impegnativo lo studio della ricerca dei prodotti, così come il mezzo di lavoro viaggiante, ovvero l’autonegozio, che verrà studiato in modo particolare. Non il solito camioncino in stile mercato, ma una soluzione originale che abbiamo scoperto all’estero e intendiamo adottare. Questo ci aiuterà a distinguerci. La denominazione? Ci stiamo lavorando”.
L’intenzione è avere una programmazione mensile, puntando a creare una fidelizzazione della clientela. Un posizionamento geografico strategico, che prende in considerazione anche eventi come sagre e manifestazioni di settore. A partire dai primi mesi del 2015, i fratelli Gavazzeni si sposteranno nelle aree del nord Italia per poi salire verso le regioni frontaliere, in Austria, Francia e Baviera.
“Grazie a esperti validi e risposte puntuali ottenute tramite Bergamo Sviluppo, stiamo a poco a poco definendo la nostra idea. Questi servizi, offerti gratuitamente dall’ente camerale, sono davvero fondamentali per chiunque voglia avviare un’impresa”- chiosa Andrea Angelo.  




Tiatiò Onlus, cena solidale per supportare la “Paolo Belli” 

Appuntamento il 20 settembre all'oratorio di Borgo Santa Caterina. In carta piatti d'altri tempi come rognone, cervella fritte, nervetti alla cipolla e stinco al barolo

Sta diventando un'abitudine, per la Parrocchia di Santa Caterina, borgo più vivace della città, la cena solidale organizzata da Tiatiò, Onlus fondata in memoria di Gianluca Scarpellini. L'evento, in programma negli spazi dell’oratorio il prossimo 20 settembre, a partire dalle 19.45 (la cucina chiuderà alle 23) ha nobili finalità, dal momento che il ricavato sarà destinato alla ricerca contro il cancro che la Associazione Paolo Belli conduce da anni nella nostra città.
La differenza tra questa e altre sagre – sottolineano gli organizzatori  – è nella sostanza, perché l'obbiettivo non è proporre piatti poveri per pochi soldi, intento nobilissimo intendiamoci, ma recuperare piatti dispersi della tradizione bergamasca e proporli rinnovati a un prezzo ragionevole.
Il presupposto è quindi la materia prima della massima qualità disponibile sul mercato, offerta ad un prezzo accettabile così da provocare una spesa quale irrinunciabile pretesto per condividere i nobili fini di Tiatiò Onlus, godendo assieme dei piaceri della gola. Ed allora si potranno gustare, per citare alcune proposte, il rognone che già l'anno scorso ha deliziato i palati andando esaurito in brevissimo tempo, così come le frittelle di cervella, entrambi rivisitati in nuova veste, preparati con materie prime della Macelleria Cazzamali.
Niente trippa quest'anno, ma nervetti proposti con una nuance mai proposta prima, e che non sarà possibile provare successivamente, perché il cuciniere cucina jazz, come suo dire, non ripete i propri piatti.
Ci saranno anche pietanze che sono punto fermo nel ricordo dell'infanzia, ovvero i cannelloni soffici come burro, che non mangiate magari da decenni, ed un rivoluzionario stinco.
E siccome la boca l'è mia straca se la sa mia de aca, l'orologio dei formaggi di capra e vacca vi incanterà la gola, prima che un caffè dell'Art vi avvicini ad una grappa come mai l'avete bevuta.
E mentre berrete un vino fresco e leggero senza troppe pretese, o sceglierete un bicchiere del migliore Piemonte, potrete seguire la lectio magistralis di Franco Cazzamali, il quale vi sedurrà con le tartare di quinto quarto, ventricolo, cuore, fegato, eseguite avanti a voi.
Nel contempo, potrete informarvi sulle nuove specie di caffè raccolte, importate e torrefatte dai ricercatori di Art Caffè. Un ricordo della serata, se lo vorrete, potrete averlo a giusto prezzo, per quando proverete a rifare i piatti assaggiati, riuscendo certamente a superarli con la vostra abilità, per il plauso della brigata di cucina più volenterosa che ci sia.




Cooperative agricole, annata difficile. Gusmini: «Expo occasione da sfruttare»

nella foto: Ernestino Gusmini

Tra crisi e maltempo, la stagione non è stata certo delle migliori. Il coordinatore di Fedagri Bergamo: «Chiesta un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari»

È un 2014 di luci e ombre per le cooperative agricole bergamasche: se da un lato l’avvicinarsi di Expo 2015 e le misure della nuova Pac (Politica agricola europea) aprono nuovi scenari di sviluppo e rilancio del settore, in questi ultimi mesi la crisi tra Russia e Ucraina e il maltempo estivo hanno frenato l’entusiasmo tra gli operatori del settore. «La crisi della frutta estiva, che già soffre di quotazioni all’origine ai minimi storici, da qualche settimana deve fare i conti con l’embargo della Russia, importante mercato di sbocco dove il blocco delle importazioni di prodotti ortofrutticoli colpisce anche altri prodotti agroalimentari – ha sottolineato il coordinatore di Fedagri Bergamo, Ernestino Gusmini -. La Commissione europea deve far sentire la sua voce tenendo conto anche delle ripercussioni che la crisi comporta. La situazione è diventata talmente pesante da mettere a rischio la vita delle imprese e cooperative agricole, centinaia di migliaia di posti di lavoro e la coesione sociale di molte regioni».
In quest’ottica, le risorse messe a disposizione dalla Commissione per il settore ortofrutticolo, circa 125 milioni di euro, costituiscono uno stanziamento insufficiente per far fronte alle difficoltà del settore che vede esclusi dalle misure prodotti quali meloni, angurie, cipolle e agrumi. Ma non solo: «Anche le modalità sono sbagliate – continua Gusmini – perché sono tali da causare una vera e propria corsa al sostegno (i primi produttori a fare domanda ricevono il contributo), con il rischio poi di lasciare senza risorse produzioni autunnali e invernali per cui la crisi è già ora prevedibile, quali mele, pere e kiwi, che sono tra l’altro le prime voci in volumi dell’export ortofrutticolo verso la Russia».
A questo si aggiungo gli effetti della crisi che si fanno sempre più evidenti e a luglio i produttori ortofrutticoli delle aziende e cooperative delle organizzazioni che fanno capo ad Agrinsieme sono scesi in piazza per far sentire la loro voce e ribadire le qualità del prodotto «made in Italy» e l’importanza del settore ortofrutticolo, che con oltre 12 miliardi di euro incide per circa un quarto sul valore complessivo realizzato dal settore primario, rappresentando la prima voce dell’export agroalimentare con una quota pari al 22%. «A peggiore la situazione ci è mancato pure il il maltempo con le abbondanti piogge che hanno compromesso i raccolti e le strutture delle imprese agricole – spiega Gusmini -. Ad eccezione del mais e del foraggero, infatti, tutto il comparto ortofrutticolo è in ginocchio e quelle colture, come il melone, a pieno campo e sensibili allÂ’umidità e agli sbalzi di temperatura hanno subito danni enormi».
Dall’Expo alla Pac – Un’occasione importante per rilanciare l’agroalimentare bergamasco è rappresentata dall’Expo il cui slogan «Nutrire il pianeta» strizza l’occhio al mondo agricolo: «Il 60% della produzione agroalimentare regionale arriva dal mondo cooperativo che deve cogliere questa occasione per far conoscere la produzione locale e promuovere la tipicità agroalimentare nel segno della qualità e della trasparenza – afferma Gusmini, che ha anche un occhio di riguardo sulla Pac 2014-2020 -. Oltre al budget delle risorse a disposizione siamo preoccupati sulla loro modalità di distribuzione – afferma -.  Come Fedagri abbiamo chiesto un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari perché allo stato attuale c’è troppa incertezza: centinaia di aziende agricole attendono che siano risolte delle questioni fondamentali, come la definizione degli effettivi beneficiari degli aiuti e le modalità di erogazione dei contributi. Chiediamo una Pac in cui gli aiuti vadano agli agricoltori orientati al mercato, che producono ricchezza, salvaguardano il paesaggio e il territorio e che riservano attenzione ai giovani».
E proprio le nuove generazioni rappresentano quella marcia in più per le aziende agricole, tanto che lo stesso ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina ha annunciato che il ministero metterà in campo un pacchetto di dieci azioni a favore dei giovani e del ricambio generazionale. Ricambio che non sembra però preoccupare i cooperatori: «I giovani stanno manifestando sempre più interesse per l’agricoltura e la conferma arriva dalle richieste di stage nelle imprese cooperative da parte degli studenti degli istituti tecnici agrari del territorio, soprattutto da Treviglio – conferma Gusmini -. Il legame scuola/lavoro consente infatti agli studenti di applicare sul campo gli studi scolastici e di avvicinarsi alle aziende e a noi imprenditori dà la certezza di poter contare, un domani, su personale qualificato e giovane».




Sicurezza sul lavoro, corsi obbligatori a misura d’impresa

Si riapre la stagione formativa dell’Ascom con i corsi in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, obbligatori per tutti i settori di attività sia privati che pubblici, per tutte le tipologie di rischio e per tutti i lavoratori, con o senza retribuzione, subordinati e autonomi, nonché ai soggetti ad essi equiparati (soci lavoratori di cooperativa o di società, anche di fatto, che prestano la loro attività per conto della società e dell’ente stesso; associati in partecipazione; lavoratori a progetto; collaboratori coordinati e continuativi; lavoratori a domicilio; lavoratori a distanza – telelavoro -, e via di seguito).
Sono in calendario, dalla fine di settembre a dicembre, i corsi e relativi aggiornamenti per “Responsabile del servizio prevenzione e protezione (Rspp)” rivolto ai datori di lavoro, per “Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls)”. Sul fronte antincendio e primo soccorso, partiranno i corsi dedicati di addetto antincendio basso rischio, addetto antincendio medio rischio, addetto al primo soccorso e aggiornamento addetto al primo soccorso.
L’accordo Stato Regioni (siglato il 21 dicembre 2011) ha imposto l’obbligo di aggiornamento della formazione di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione anche per i datori di lavoro esonerati dalla frequenza dei corsi (ai sensi dell’art. 95 del D. Lgs. 626/94). L’obbligo di aggiornamento interessa anche i datori di lavoro che hanno frequentato i corsi conformi al D.M. 16/01/1997, che dovranno adeguarsi entro gennaio 2017. La validità del corso di aggiornamento – articolato in sei ore (basso rischio) – è quinquennale e va pertanto rinnovata secondo questo termine.
Rispondendo alle recenti normative in materia di sicurezza sul lavoro (D. Lgs 81/08 art. 37, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’11 gennaio 2012) che impongono la formazione sia generica che specifica dei lavoratori – esclusi preposti e dirigenti -, Ascom organizza corsi di Formazione Generale (della durata di 4 ore, con acquisizione di credito formativo permanente) e di Formazione Specifica (la normativa prevede dalle 4 alle 12 ore di aula a seconda del Codice Ateco 2007 di appartenenza e dal rischio legato alla mansione svolta) rivolti ai lavoratori a basso rischio, per cui sono previste 4 ore di lezione. La normativa prevede un aggiornamento quinquennale di 6 ore.
In calendario anche il corso per addetti all’utilizzo dei carrelli elevatori semoventi (mulettisti) per tutti i lavoratori, compreso il datore di lavoro, che conducono tali mezzi, che prevede 12 ore di formazione, suddivise tra teoria (8 ore) e pratica (4 ore). L’abilitazione deve essere rinnovata entro cinque anni dalla data di rilascio dell’attestato previa verifica della partecipazione a corso di aggiornamento, con durata minima di 4 ore di cui almeno 3 relative agli argomenti dei moduli pratici.
I corsi si terranno principalmente nella sede dell’Ascom a Bergamo, in via Borgo Palazzo 154 (ex Una Hotel).
Per le aziende iscritte all’Ente Bilaterale del Commercio e Turismo è previsto un contributo fino ad esaurimento fondi ad esclusione dei corsi di formazione generale e specifica e mulettisti. Per usufruire dei sussidi, la partecipazione al corso non deve essere soggetta ad altre forme di finanziamento.
Per maggiori informazioni e per iscrizioni contattare la segreteria organizzativa dell’area Sistemi gestionali dell’Ascom (035 4120181- 035 4120129, info@ascomqsa.it). Per l’elenco completo dei corsi si può visitare la sezione dedicata al sito internet www.ascomqsa.it

TITOLO CORSO

Tot. ORE

ORARIO

CALENDARIO

(RSPP) Datore di lavoro Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

(basso rischio)

dalle 14 alle 18

Ascom Bergamo

(RLS) Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza

dalle 9 alle 13

e dalle 14 alle 18

Ascom Bergamo

25,27 novembre

2,4 dicembre

(RLS) Aggiornamento 8 ore*

8

dalle 9 alle 13

e dalle 14 alle 18

Bergamo

11 novembre

(RLS) Aggiornamento 4 ore*

4

dalle 14 alle 18

Bergamo

10 dicembre

Addetto antincendio basso rischio

4

4

dalle 14 alle 18

dalle 14 alle 18

Bergamo

5 novembre

12 dicembre

Addetto antincendio medio rischio

8

dalle 14 alle 18

Bergamo

12,13 novembre

Addetto primo soccorso

12

12

dalle 14 alle 18

dalle 14 alle 18

Bergamo

Bergamo

14,15,16 ottobre

16,17,18 dicembre

Addetto primo soccorso

Aggiornamento

4

4

4

dalle 14 alle 18

dalle 14 alle 18

dalle 14 alle 18

Ascom

Bergamo

29 settembre

29 ottobre

19 novembre

Formazione generale

4

4

4

dalle 9 alle 13

dalle 14 alle 18

dalle 9 alle 13

Ascom

Bergamo

Formazione specifica

(basso rischio)

4

4

4

dalle 9 alle 13

dalle 14 alle 18

dalle 14 alle 18

Bergamo

17 novembre

20 novembre

9 dicembre

8

dalle 14 alle 18

Bergamo

30 settembre

e 1 ottobre

4

4

dalle 14 alle 18

dalle 14 alle 18

Lallio

Lallio

7 ottobre

8 ottobre




Sicurezza, l’Ascom rinnova due convenzioni per gli associati 

nella foto: Paolo Malvestiti

I reati predatori allarmano le imprese e rendono necessarie misure atte a rafforzare il livello di protezione degli operatori del commercio, del turismo e dei servizi. Ascom, in linea con il protocollo d’Intesa firmato recentemente dal Ministero dell’Interno con le associazioni di categoria, ha siglato due importanti convenzioni per garantire una maggiore protezione ai propri associati. L’Associazione Commercianti ha rinnovato il Progetto Scudo, portato avanti con Securshop, l’azienda di Treviglio leader nella protezione dei negozi, per garantire ad ogni negozio e attività la possibilità di collegare con un piccolo prezzo – al costo di 29 euro al mese – qualsiasi tipo di sistema di videosorveglianza esistente alle forze dell’ordine. La seconda convenzione, firmata con l’azienda Alba Electronic, società di Pedrengo che opera nel settore della sicurezza anticrimine ed antintrusione dal 1979, garantisce una consulenza gratuita per l’installazione di dissuasori automatici o manuali, proposti a prezzi agevolati. L’accordo assicura ai soci Ascom di proteggere – con un notevole risparmio e la garanzia di uno sconto del 40% su eventuali ricambi – le proprie vetrine dalle sempre più frequenti spaccate con auto-ariete; è inclusa nella convenzione l’assistenza tecnica notturna e nei festivi, con reperibilità 24 ore su 24.  “La sicurezza è il pre-requisito fondamentale per ogni attività imprenditoriale e il presupposto per un contesto ambientale ed economico favorevole. La criminalità limita la competitività delle imprese e dell’economia, oltre a rappresentare un costo vivo per le aziende – sostiene a gran voce il presidente di Ascom, Paolo Malvestiti -. Se Bergamo continua ad essere nel contesto nazionale una provincia sicura, bisogna prendere atto dell’allarmante escalation di reati predatori a danno di negozi e piccole imprese. La Lombardia vanta purtroppo il primato di spaccate e furti  che ormai non risparmiano alcuna impresa, andando ben oltre le attività tradizionalmente a rischio. Per refurtive di poche centinaia di euro, i danni sono spesso davvero ingenti, in grado di mettere davvero in ginocchio le piccole imprese. Lo stato d’animo degli imprenditori oscilla tra una sensazione di maggiore insicurezza, percepita anche a seguito dei crescenti furti diurni e nel cuore dei centri abitati, e la paura per la sopravvivenza stessa dell’azienda, nella consapevolezza che un furto può essere letale in questi tempi di crisi”. La Cooperativa di Garanzia Fogalco è pronta a supportare eventuali richieste di finanziamento degli associati interessati alla realizzazione di sistemi di protezione antisfondamento. “Come associazione – sottolinea il vicedirettore Ascom, Oscar Fusini – non possiamo che rinnovare la richiesta alle amministrazioni comunali di consentire e agevolare l’iter burocratico legato all’installazione di pilomat e dissuasori manuali per tutelare le imprese”. 




Cartolerie, «spiazzati dai tagli alla Dote scuola»

«Un fulmine a ciel sereno» lo definisce il presidente dei Librai e Cartolai dell’Ascom Cristian Botti. Per il nuovo anno scolastico la Regione ha abolito i voucher con i quali le famiglie, aventi diritto in base al reddito, potevano acquistare astucci, quaderni, cancelleria e altro materiale didattico per l’istruzione dei propri figli. Il sostegno al reddito, previsto tra le misure della “Dote scuola”, è infatti diventato un contributo per il solo acquisto di libri di testo e dotazioni tecnologiche «privando non solo le famiglie di un aiuto per l’acquisto del materiale necessario per la scuola – rileva Botti -, ma anche le cartolerie di un’opportunità per dare ossigeno ai propri bilanci. Sono infatti ben note le difficoltà dei piccoli negozi a resistere di fronte al calo dei consumi e alla sempre maggiore attenzione alla spesa (che hanno portato ad una costante riduzione di margini e fatturati) e il buono rappresentava senz’altro un’occasione per attrarre clientela e fare apprezzare il valore del servizio di vicinato».
Se da un lato, quindi, la Regione è impegnata con una serie di iniziative e stanziamenti alla rivitalizzazione del piccolo commercio, dall’altro, con questa mossa, cancella uno strumento riconosciuto come valido dagli stessi negozianti. Il contributo andava, a seconda della fascia di reddito della famiglia, da 60 euro a 110 euro per i ragazzi delle elementari, da 90 a 190 euro per le scuole medie e i percorsi professionali, da 140 a 290 per le superiori. Il nuovo finanziamento per libri di testo e apparecchiature tecnologiche investe invece solo gli studenti delle scuole medie e del biennio degli istituti professionali (con un contributo da 90 a 120 euro) e il biennio delle superiori (da 130 a 240 euro).
La Regione ha motivato la modifica, oltre che con la necessità di operare tagli, con il fatto che i voucher venivano utilizzati anche per l’acquisto di beni diversi dal materiale scolastico. «È capitato di certo – replica Botti -, ma era del tutto legittimo dato che non erano previsti paletti specifici alla spesa. Se la ragione per cui i buoni sono stati aboliti è questa non può che farci sorridere, si poteva infatti semplicemente rivedere il regolamento introducendo vincoli più stringenti sui prodotti e servizi ammessi al contributo anziché eliminare del tutto lo strumento, penalizzando prima di tutto le famiglie, lo ribadisco, e poi i rivenditori».
I librai e cartolai bergamaschi non sono disposti ad accettare l’abolizione di punto in bianco dei voucher e affronteranno la questione nel consiglio direttivo del gruppo di giovedì 18 settembre. «Innanzitutto chiederemo alla Regione le reali motivazioni – evidenzia il presidente -, non c’è infatti stato nessun confronto con la categoria prima del provvedimento e la novità ci è piombata addosso solo ora, nel momento cruciale degli acquisti per il nuovo anno scolastico. Cercheremo poi di capire se c’è la possibilità che venga riattivato, con modalità diverse che indirizzino meglio la spesa». Sul fatto che, di fronte all’avanzare delle nuove tecnologie, quaderni, penne, matite, album da disegno e libri continuino ad avere un peso fondamentale negli zaini degli studenti, Botti non ha dubbi, «almeno fino alle medie, il discorso cambia un po’ per le superiori». «L’evoluzione tecnologica – allarga il discorso ad altre spinte in atto sul settore – non mi sembra un buon motivo per tagliare fuori i negozi tradizionali, che se si dà loro la possibilità di organizzarsi possono prendere parte all’innovazione. Lo abbiamo del resto dimostrato con la piattaforma informatica per la distribuzione dei testi delle elementari per il Comune di Bergamo, un sistema messo a punto dalla categoria che ha avuto un buon riscontro al debutto lo scorso anno e quest’anno ancora di più».
Sul versante dei corredi scolastici, invece, Botti preferisce al momento non pensare che l’avvio fiacco delle vendite registrato dalle cartolerie sia in stretta relazione con l’abolizione dei contributi regionali. «Negli scorsi anni, l’inizio di settembre ha sempre visto un boom di richieste – rileva -. Quest’anno non è così, ma teniamo accesa la speranza pensando che, visto il cattivo tempo che ha flagellato l’estate, qualcuno stia recuperando le vacanze in questo periodo e sia ancora fuori città». 




Ascom, attivo lo Sportello Expo

Per rispondere alle esigenze informative delle imprese locali sulle opportunità legate a Expo, nella sede dell’ Ascom è operativo ogni lunedì, dal 15 settembre al 15 dicembre, dalle 14.30 alle 17, lo sportello dedicato con l’esperta Stefania Pendezza pronta ad accompagnare gli imprenditori a cogliere le opportunità offerte dall’esposizione universale. Lo sportello – finanziato dalla Camera di Commercio attraverso Bergamo Sviluppo – garantisce ad ogni impresa fino a quattro ore di consulenza su misura gratuita. Al servizio possono accedere almeno 130 imprese, considerato che le ore di consulenza complessive messe a disposizione sino a fine anno sono 520. Oltre a fornire informazioni sul significato e sulle ricadute di Expo, lo sportello indica come aderire ai vari cataloghi fornitori, ai “club di prodotto”, ad eventuali bandi di gara per la fornitura di beni e servizi. La consulenza consente di individuare le azioni da intraprendere, dalla traduzione dei menù alle informazioni per raggiungere l’area espositiva, oltre che valutare la possibilità di sviluppare progettualità specifiche insieme ad altri imprenditori e operatori del settore, da realizzare in vista della manifestazione. La consulenza è mirata e studiata per massimizzare le risorse destinate alla promozione per l’Esposizione Universale: «Per molte imprese lavorare in rete può rendere più efficace l’intervento e gettare le basi di un’intesa duratura anche per altre manifestazioni – spiega Stefania Pendezza, esperta Expo per l’Ascom -. È fondamentale diversificare le attività e rendere concrete le operazioni, elaborando progetti che coinvolgano sui temi dell’Esposizione le imprese della ricettività, dell’enogastronomia, della distribuzione e della filiera corta». L’obiettivo è quello di rafforzare l’informazione e la sensibilizzazione delle imprese sui temi di Expo 2015: “La ricerca che abbiamo condotto a giugno ha evidenziato che la maggior parte delle imprese ha chiari i temi dell’Esposizione – sottolinea il vicedirettore dell’Ascom, Oscar Fusini -. Lo sportello aiuta a concretizzare e cogliere le potenzialità che l’evento porta con sé”.
Per contattare lo sportello Expo in Ascom è possibile chiamare il numero 035 4120124 o scrivere all’indirizzo e-mail expo2015@ascombg.it. Lo sportello si trova al quarto piano della sede provvisoria dell’Associazione (Via Borgo Palazzo, 154, Ex Una Hotel) nell’ufficio 409.