Olimpiadi 50 & Più, i commercianti bergamaschi bravi anche nello sport 

nella foto, da sinistra: Roberto Gilardi, Lidia Bonacorsi, Franco Meloncelli, Giuseppe Capurro, Ave Gilardi,  Annamaria Persico, Giuseppe Minuscoli, Alessandra Morosini, Franco Pulcini

Anche quest’anno la delegazione bergamasca ha tenuto alti i colori della città in occasione della XXI edizione delle Olimpiadi 50&Più, svoltasi a San Vincenzo, in provincia di Livorno, nel Villaggio Garden Club Valtur. È stata una settimana intensa, che ha avuto il suo apice con la consegna del Trofeo e delle medaglie nel corso di una cerimonia di chiusura molto emozionante e calorosa grazie da un grande tifo di squadra. La partecipazione è stata particolarmente numerosa e attiva, con circa mille sportivi, dai 50 ai 90 anni e più, accomunati dalla passione per lo sport e dalla voglia di mettersi in gioco. Divisi per categoria, secondo le fasce di età, gli atleti provenienti da tutta Italia si sono cimentati in dieci discipline: dalla maratona alla marcia, dal nuoto al tiro con l’arco. A tutti i partecipanti sono andati i complimenti del presidente nazionale 50&Più Renato Borghi: «Le Olimpiadi di 50&Più sono nate nel 1994. Da allora molte cose sono cambiate, il mondo è diverso, ma quello che è rimasto intatto è il vostro entusiasmo, la vostra energia. È grazie a voi che questo evento va avanti con successo».
Gli atleti bergamaschi si sono cimentati nella marcia, nel tiro con l’arco, nel calcio, nelle bocce, nel tennis, nel tennis da tavolo e nel burraco. «È stata un’occasione di rafforzare lo spirito di gruppo attraverso lo sport e gli eventi conviviali organizzati – spiega Giuseppe Capurro, presidente provinciale 50& Più -. La speranza è di allargare la squadra bergamasca nelle prossime edizioni».
Le Olimpiadi di 50&Più dimostrano anno dopo anno che lo sport non ha età. Un premio speciale quindi è stato assegnato agli “atleti” più longevi di questa edizione: Anna Bruzzone, 92 anni, di Genova, e Livio Chiarot, 89 anni, di Venezia. La squadra della provincia di Lecce si è aggiudicata per il secondo anno consecutivo il Trofeo delle Olimpiadi 50&Più, oltre all’oro vinto da Alessandra Coluccia negli assoluti donne. Parallelamente alle Olimpiadi, si è tenuta la quinta dizione del Torneo Nazionale 50&Più di burraco, vinto dalla coppia composta da Adele Bonetta e Anna Araclio, entrambe di Lecce. Il III Trofeo Nazionale 50&Più di ciclismo ha chiuso la manifestazione con la partecipazione di 45 corridori, impegnati in un percorso di 2.200 metri. La gara a cronometro, bici da corsa e mountain bike, è stata vinta dalla squadra di Vicenza, guidata dal presidente Fiorenzo Marcato. 




Assemblea Confindustria Bergamo / Galizzi: «Fiducia e investimenti per far ripartire il Paese»

“In un mercato senza più frontiere è decisiva la capacità di mettere in atto il cambiamento richiesto dal mercato globale, che impone gradi di complessità e di velocità incredibili”. Ha esordito così il presidente di Confindustria Bergamo, Ercole Galizzi, aprendo lunedì scorso i lavori dell’assemblea dei soci, non a caso denominata “Scegliere di cambiare”. All’ex Comital di Nembro, stabilimento acquisito e in fase di rilancio grazie alla Persico, Galizzi, rivolgendosi anche al premier Renzi, seduto in platea, ha rimarcato che “agli imprenditori bergamaschi le sfide non fanno paura”. “Le nostre imprese hanno da tempo scelto di cambiare. Tanto da essere già all’avanguardia per la capacità di combinare sapienza meccanica ed elettronica e da vantare successi ell’automazione dei processi e nell’industrializzare nuovi prodotti ad alto contenuto di informazione”.
Per il presidente, tuttavia, va affrontato il nodo della stagnazione italiana. “La vera svolta – spiega – potrà avvenire solo con la ripartenza del circolo virtuoso degli investimenti che creano occupazione e ampliano il mercato. Ma gli investimenti, come gli imprenditori e i cittadini – ha aggiunto Galizzi -, devono poter trovare condizioni favorevoli, cioè avere fiducia. Considerato il basso costo del denaro, potrebbero essere sufficienti modesti incentivi e recuperare strumenti di sostegno all’acquisto di macchinari e impianti che, nel passato, si sono rivelati efficaci”.

â–  L’attrattività di Bergamo
Bergamo ha grandi potenzialità, ha detto Galizzi. E la tenacia e la determinazione hanno portato la dotazione delle infrastrutture per la mobilità a livelli adeguati. “Da qualche anno – precisa il presidente – possiamo vantare anche eccellenze nel campo della formazione. Nel frattempo, con il rovescio finanziario del 2008, tutto il mondo ha finalmente appreso che la manifattura è il fondamento della generazione del valore. Purtroppo non lo hanno capito ancora molti italiani che hanno dimenticato l’origine del loro benessere. Alcune ombre vanno ancora dissolte. E chiedo al Governo di aiutarci in questo".
"È difficile – sottolinea – traguardare lo sviluppo quando un’impresa di proprietà del ministero delle Finanze, le Ferrovie, minaccia ripetutamente di chiudere lo scalo merci. Contestualmente un Comune si oppone alla sua ricollocazione nell’area di pertinenza di una stazione, nonostante sia inserita nelle previsioni del Piano Territoriale. E’ ancor più problematico attrarre investimenti quando sia a Roma che a Milano, e poi nella grande maggioranza dei Comuni, si vuole rendere costosissimo l’uso del suolo greenfield. Intendiamoci bene, proteggere le aree non urbanizzate è una scelta di sostenibilità assolutamente condivisibile in un’area densa come la nostra, ma allora si incentivi il riuso delle aree dismesse”. E poi la stoccata: “La necessità di finanziare la spesa pubblica – ha attaccato Galizzi – ha generato una fiscalità creativa, direi perversa”

â–  Il Modello Bergamo
“Al nostro interno – ha spiegato Galizzi – abbiamo aperto un ampio dibattito, molto partecipato, da cui sono emerse proposte originali su come governare un territorio in cui l’Ente storico di Governo, quale la Provincia, viene svuotato. E’ realistico pensare che la soluzione possa consistere nell’ampliamento del nostro Modello Bergamo, che nasce come progetto Valle Seriana, magari supportando le rappresentanze istituzionali, sindacali e professionali di un budget che consenta anche di operare direttamente e non di limitarsi a fornire linee di indirizzo. Comunque abbiamo chiesto all’Ocse di fare una proposta su questo tema e di presentare esempi virtuosi di cui sono a conoscenza in Europa, con i quali vorremmo confrontarci. In questo disegno, che richiede progettualità e anche un po’ di creatività, si innesta il rinnovo dei vertici della Camera di Commercio che, tra l’altro, partecipa nel Modello Bergamo ed ha finanziato molte iniziative che hanno saputo accrescere la competitività e la coesione del territorio”.
“Dobbiamo tutti augurarci che vi sia una convergenza su di un programma di attività di alta qualità e, quindi, su persone capaci di affrontare e governare le molte sfide dalle quali dipende il futuro. Confindustria Bergamo darà il suo miglior contributo per rafforzare la Camera di Commercio, ma mi sento in dovere di precisare che, qualora il nuovo Presidente non presentasse un programma adeguato, troverà in noi dei severi critici”.

â–  Lavoro e giovani
“Da anni gli industriali bergamaschi – continua Galizzi – propongono alla politica di adottare il metodo della sperimentazione e propongono Bergamo come luogo non solo per sperimentare, ma per prototipare nuovi sistemi di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Credo che non si possa immaginare una funzionalità che non veda la partecipazione anche delle imprese private. Il nostro Protocollo siglato a marzo scorso con i Sindacati costituisce un importante riferimento, in particolare sui giovani e del sostegno al reddito. Ai ragazzi dico: il futuro è vostro, ma bisogna conquistarlo. L’obiettivo di Confindustria Bergamo è semplice: favorire l’occupabilità dei giovani e implementare la competitività delle imprese, con l’inserimento di competenze nuove, innovative, innovatrici. Lo strumento è l’alternanza scuola/lavoro. Lo scorso anno oltre 7mila ragazzi sono stati impegnati con stage o con una vera e propria  alternanza scuola/lavoro. È un risultato significativo, ma intendiamo raggiungere, con il coinvolgimento delle scuole, tutti i 24mila ragazzi delle superiori della provincia. Per dare piena applicazione a questo progetto dovremo coinvolgere altri soggetti economici per portare all’alternanza anche i 10mila liceali; coinvolgere le loro scuole e anche le loro famiglie, la parte più difficile. Per questo siamo impegnati a favorire la collaborazione tra le Istituzioni scolastiche e tutte le imprese, grandi e piccole; a contribuire alla specializzazione e all’aggiornamento dei docenti; a costruire occasioni di confronto internazionale tra le scuole che prevedano, tra l’altro, la mobilità internazionale degli studenti e, soprattutto, a valorizzare la capacità formativa delle imprese, attraverso il coinvolgimento di imprenditori e manager nelle attività didattiche. Guardate che i ragazzi che escono dagli Itis e dagli ITS sono già assunti tutti nel giro di pochi mesi! Non è un caso – ha proseguito il presidente – che molte aziende del nostro territorio sviluppino progetti di sistema sempre più simili a vere e proprie Academy aziendali, di settore o di filiera. Questi sistemi vanno però sostenuti. Dal punto di vista degli investimenti, la spesa rivolta al settore della formazione continua è quella più cospicua, ma ha un effetto leva, attraendo oltre il doppio in termini di risorse pubbliche. Ma soprattutto va sostenuta in termini di idee: progetti di cluster di imprese che individuano le competenze strategiche e collaborano con gli enti formativi per costruire insieme percorsi di sviluppo e sperimentando insieme nuovi traguardi, con l’obiettivo di creare nuove opportunità per tutti. Bergamo – ha concluso Galizzi – vuole, su questo, puntare all’eccellenza, per garantire la continuità”.




Imprese & Territorio punta a qualificare la rappresentanza in Camera di Commercio 

Dopo una serie di incontri, i presidenti delle associazioni riunite in Imprese & Territori, hanno licenziato, presso la sede di Confcooperative Bergamo, un documento programmatico articolato, attorno al quale si è raggiunta un’intesa qualificata ed un altissimo livello di coesione che ha consentito anche di scioglierei le riserve ed individuare il candidato che Imprese & Territorio proporrà per la presidenza della camera di Commercio di Bergamo.
Il progetto, elaborato da presidenti e direttori delle associazioni, ha individuato le priorità tematiche su cui lavorare, sia come I&T sia per richiamare costantemente il sistema Camerale nel suo complesso, su queste priorità si è impegnato il candidato alla presidenza, Paolo Malvestiti, che sottolinea l’alto valore dei contenuti progettuali elaborati nel documento di lavoro e che Imprese & Territorio intende perseguire investendo nel prossimo governo della Camera di Commercio l’autorevolezza e le competenze del proprio sistema di rappresentanza imprenditoriale. Contenuti, obbiettivi, qualità della squadra sono gli elementi centrali della ricandidatura di Malvestiti.
Nel documento le priorità individuate saranno; proiezione sui mercati internazionali sia in uscita sia incrementando la capacità attrattiva del territorio; riqualificazione del manifatturiero; investire sulle iniziative che sostengano lo sviluppo del potenziale economico e imprenditoriale che può derivare dal settore turistico; sostenere le potenzialità che possono arrivare dallo sviluppo dell’attrattività commerciale del territorio, valorizzando ulteriormente le esperienze dei distretti del commercio; investire per migliorare il potenziale e l’attrattività complessiva del territorio; forte integrazione con il sistema istruzione e formazione per una crescita effettiva di un’ “economia della conoscenza”; sviluppo complessivo che sappia valorizzare la diversità delle forme di impresa e la complementarietà dei sistemi produttivi per incrementare complessivamente la competitività del territorio; promozione di una maggiore cultura dell’aggregazione e potenziamento delle reti di impresa; sostegno all’agricoltura di qualità e all’integrazione tra settori dell’economia e dell’impresa in un quadro di sostegno allo sviluppo locale; innovazione e sviluppo di nuova imprenditoria con particolare attenzione alle fasce giovanili.
“Imprese & Territorio – afferma il presidente Guerini – si impegna a ricercare con il massimo della volontà un’ intesa di tutto il sistema imprenditoriale bergamasco. Dobbiamo dimostrare di essere davvero capaci di farci interpreti di una stagione di straordinario cambiamento cercando di individuare prima di tutto e davanti a tutto l’interesse degli imprenditori bergamaschi. Quello che certamente non serve alle nostre imprese è una classe dirigente litigiosa o un sistema di rappresentanza diviso e frammentato”. Prosegue inoltre Guerini: “La responsabilità di rappresentare dieci Associazioni di categoria (Associazione Artigiani, Ascom, Apindustria, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confesercenti, Cna, Fai e Lia) in cui si riconoscono di circa 80mila imprese del territorio e trovano occupazione circa 310mila addetti carica di significato e di attese questa progettualità”.
Per questo Imprese & Territorio si fa promotrice di una proposta di innovazione della “governance”, determinata dalla volontà di dare una forte caratterizzazione imprenditoriale della prossima giunta, un innovazione nei metodi e nella composizione della squadra, dentro la quale la candidatura alla presidenza di Malvestiti, si pone come elemento di garanzia della continuità, ma con una piena disponibilità ad agire su quattro priorità di metodo: semplificazione; riduzione delle sovrastrutture; velocità dei processi di decisione; orientamento alla progettualità e ai contenuti. La priorità deve essere il mantenimento dell’Ente camerale con una referenza territoriale di primo piano a Bergamo; che sappia diventare una vera e propria “Agenzia di sviluppo locale” –  un vero e proprio organo di governo delle politiche economiche e di sviluppo del territorio, ma anche un centro di elaborazione e di servizi per le Imprese.
Il gruppo dirigente che affronterà queste sfide con una Camera che si modifica nei suoi assetti dovrà  appunto essere selezionato mettendo in primo piano competenze, visioni, talenti, rappresentatività. Una Giunta di garanzia che sappia interpretare le diverse anime del tessuto imprenditoriale locale con priorità assoluta ad esprimere nella sua composizione figure di imprenditori fortemente rappresentativi. Siamo convinti che – così come per Imprese & Territorio questi elementi di contenuto e di metodo sono stati decisivi per consolidare il consenso e l’unitarietà del comitato – questi stessi elementi possano fornire la base sostanziale su cui perseguire e raggiungere un intesa forte e qualificante con tutto il sistema imprenditoriale bergamasco,  a cominciare da Confindustria Bergamo e da Cdo Bergamo.




Campionaria più facile da visitare con l’ampliamento degli orari

Considerata la “Fiera delle fiere” del ricco cartellone firmato Promoberg, dal 25 ottobre al 2 novembre prossimi torna alla Fiera di Bergamo la nuova edizione della Campionaria. Si tratta del 36esimo appuntamento per l’evento fieristico con il più alto numero di settori merceologici rappresentati, ma che non smette di rinnovarsi perché, pur forte di una tradizione espositiva consolidatasi nel tempo, vuole soddisfare in maniera ottimale le nuove tendenze commerciali. Per sostenere le imprese e agevolare le famiglie ancora alle prese con la crisi, gli organizzatori hanno confermato il tradizionale ingresso gratuito, ribadendo la volontà di essere in linea con i tempi e di realizzare una manifestazione in grado di soddisfare un pubblico estremamente variegato e con mille interessi diversi, proveniente anche dalle province limitrofe.
Se la filosofia della rassegna, che punta sulla diversificazione e la qualità degli espositori, è inalterata, ad evolversi sono i layout espositivi, valorizzati anche dalla struttura innovativa e hi tech della Fiera di Bergamo, e naturalmente le proposte del mercato. Ogni edizione rappresenta infatti per le aziende l’occasione per esporre le proprie novità, facendo della Campionaria il luogo in cui prende forma una visione complessiva capace di anticipare alcuni trend del business e della società. Per quanto riguarda l’organizzazione, tra le principali novità di quest’anno si segnalano l’ampliamento degli orari d’apertura nelle giornate del sabato, anticipati alle ore 10 rispetto alle 16.30 dell’anno scorso, per soddisfare al meglio le diverse esigenze anche di tempo dei visitatori. E due chicche in tema di cucina. Il pubblico della Campionaria troverà infatti, oltre alle tradizionali aree ristorazione, due nuovi ristoranti dedicati rispettivamente alla cucina della Valtellina e della Maremma.
Per completare nel migliore dei modi la variegata e ricercata parte espositiva, come sempre alla Campionaria un coinvolgente calendario di eventi collaterali, che danno alla manifestazione anche un tocco di spettacolarità molto apprezzato dal pubblico.
Per aiutare il pubblico nella visita, è stata confermata la dislocazione degli espositori in base ai settori merceologici. Il Padiglione A è dedicato a beni e servizi, al comparto terziario, ai servizi all’impresa e alla persona, banche e associazioni, artigianato edile, energie rinnovabili, sistemi fotovoltaici e di sorveglianza, condizionamento e riscaldamento, ristrutturazione e via discorrendo. Nel Padiglione B, solo per fare qualche esempio, si trovano il comparto tessile per la casa, l’abbigliamento e gli accessori di moda, le location per cerimonie. Per gli amanti della buona tavola, tappa obbligata al Padiglione C, un’area dove trionfano le specialità tipiche agroalimentari, in particolare quelle regionali e locali Docg e Dop.
Info: www.campionaria-bergamo.it




“Settimana per l’Energia” sempre più internazionale

Debutta domenica 19 ottobre, al teatro Sociale di Bergamo, la sesta edizione della Settimana per l’Energia, promossa da Confartigianato Bergamo in collaborazione con Confindustria Bergamo e la partnership di Bergamo Sviluppo, Università di Bergamo, Ordini degli architetti e degli ingegneri, Ufficio scolastico territoriale e BergamoScienza.
Sotto il titolo “La sfida dello sviluppo sostenibile: valorizzazione delle risorse per il futuro dell’energia”, il ricco calendario della manifestazione si snoderà, fino a domenica 26 ottobre, tra varie location di città e provincia con 15 seminari e convegni, visite guidate a centri di eccellenza (tra cui gli impianti di recupero della Montello spa), eventi ed iniziative per imprenditori, professionisti, studenti e famiglie incentrati sulla green economy e lo sviluppo sostenibile.
Quest’anno i temi della sostenibilità saranno approfonditi lanciando anche uno sguardo all’imminente Expo di Milano, anche alla luce delle tematiche internazionali che caratterizzano il 2014, anno europeo della green economy e contro lo spreco alimentare. «La Settimana per l’Energia – sottolinea il presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara – si presenta stavolta con un respiro sempre più internazionale. Ne è prova la presenza di due distinte delegazioni di operatori cinesi, appartenenti ai settori dell’ambiente e delle energie rinnovabili, che parteciperanno ad alcuni eventi per informarsi sulle buone prassi che stiamo mettendo in campo attorno a queste tematiche: un primo gruppo sarà a Bergamo per una missione “incoming”, aperta agli associati, con l’obiettivo di effettuare incontri d’affari con alcune imprese, mentre il secondo gruppo intende avviare con Confartigianato e le sue aziende una serie di collaborazioni. Tutto questo fa seguito all’accordo che lo scorso 2 aprile abbiamo sottoscritto con la Camera di Commercio nazionale di Pechino per promuovere il made in Italy in alcuni settori. E, sicuramente, le energie rinnovabili e l’economia “green” possono rappresentare per le nostre imprese preziose occasioni da cogliere per essere più competitive anche oltre confine».
A dare il via alla Settimana per l’Energia 2014 sarà, come lo scorso anno, il passaggio di testimone da parte di Bergamo Scienza, grazie all’organizzazione del convegno comune “Energia: ricerca, innovazione e sostenibilità” (il 19 ottobre, alle 16.30, al teatro Sociale).
Una particolare attenzione sarà poi data alle giovani generazioni, che verranno coinvolte in una serie di iniziative formative e culturali con l’obiettivo di far nascere in loro una nuova consapevolezza circa l’utilizzo delle risorse ambientali: tra queste, un seminario di orientamento sulle “professioni di domani” dedicato ai ragazzi delle scuole superiori, la visita guidata alla centrale idroelettrica Enel d i Zogno e uno spettacolo teatrale per gli alunni delle scuole elementari e medie sul tema della “Smart Energy”.
Per le famiglie, il cuore pulsante della Settimana per l’Energia sarà piazza Vittorio Veneto, in centro città, che sarà animata grazie ad alcune installazioni. Tra queste, un road show sull’efficienza energetica e la riproduzione di una casa “eco-sostenibile” che mostrerà le differenze di materiali e tecnologie presenti in due differenti classi energetiche.
«La volontà – conclude Carrara – è che questa Settimana per l’Energia, grazie ai documenti che produrrà, tracci delle linee guida che rimangano a disposizione degli attori economici, sociali e istituzionali del territorio, affinché si possano sviluppare progetti e iniziative in grado di rendere più sostenibile e competitiva l’imprenditorialità bergamasca».




Immobiliaristi, piace il “Rent to buy”

Il decreto “Sblocca Italia” disciplina, all’articolo 23, nuove formule contrattuali finalizzate ad incentivare l’acquisto di immobili. Entra così nel nostro ordinamento il “Rent to buy”, una particolare tipologia di contratto finora non disciplinata, nonostante la sua crescente diffusione data la difficoltà di accedere a mutui e finanziamenti. Si rinviano in futuro gli effetti finali che ogni compravendita porta con sé, il potenziale acquirente dispone immediatamente dell’immobile e recupera parte di quanto versato come affitto al rogito, mentre chi vende mette subito a reddito l’immobile e fissa al riparo da oscillazioni di mercato il prezzo di vendita. Immobiliaristi e proprietari immobiliari  salutano con favore il “rent to buy”, ma non mancano di sollevare perplessità e criticità che il contratto così formulato porta con sé.

Caironi: «Formula interessante per gli immobili commerciali»
“Il rent to buy rappresenta senz’altro un modo diverso di approcciare la vendita, anche se distoglie e rinvia l’obiettivo nel tempo – sottolinea Oscar Caironi, vicepresidente Fimaa Bergamo -. Può comunque contribuire a vivacizzare il mercato e a garantire, a chi al momento non ha la possibilità di acquistare subito casa, di rinviare il pagamento nel tempo. I plus di questa nuova formula contrattuale sono rappresentati dalla possibilità per il venditore di fissare oggi il prezzo e di avere quindi un ruolo negoziale e non passivo nella compravendita, in un periodo come questo in cui le trattative si chiudono a cifre decisamente inferiori a quelle fissate in partenza. Dall’altra parte l’acquirente che opta per il rent to buy può dimostrare la sua solvibilità e godere quindi di maggior fiducia in futuro presso gli istituti di credito”. Mancano ancora diversi aspetti da definire e valutare: “Ad oggi il rent to buy prevede il versamento di una caparra del valore dal 6 al 10% alla sottoscrizione dell’atto dal notaio; dopo 36 mesi le parti decidono se confermare il preliminare d’acquisto di 3 anni prima o se rinunciare alla compravendita. Ecco, c’è molta incertezza sullo scenario che si può presentare dopo 36 mesi: con le condizioni attuali la cifra residua da versare è pari all’85% del valore dell’immobile, percentuale che difficilmente gli istituti di credito si prestano a finanziare. E’ chiaro che comunque questa formula rappresenta un “pre-esame di vendita”: i clienti con un buon rating procedono all’acquisto riuscendo magari a finanziare solo il 50-60% del valore. La questione si complica per giovani coppie o per chi non dispone di una liquidità maggiore, pari ad almeno un 20 per cento della quota residua da versare per diventare a tutti gli effetti proprietario di casa”. Le incognite, insomma, non mancano: “Il rent to buy ha molto successo nel mondo anglosassone, dove però il Governo fa da garante fino al 20% del mutuo per le giovani coppie. Il contratto senza dubbio è interessante anche per l’Italia, ma non mancano perplessità sull’applicazione delle percentuali iniziali, che lasciano un pagamento a saldo ancora troppo elevato”. L’idea va comunque promossa come ogni nuovo provvedimento teso a movimentare il mercato: “Ci aspettavamo ben altro dal Governo per uscire dall’impasse, ma senza dubbio il rent to buy rappresenta uno strumento in più per soddisfare il bisogno e la voglia di casa anche di chi  non ne ha le immediate possibilità. Il rent to buy appare interessante per il comparto commerciale”.

Baretti: «Così si può agevolare anche il cambio della casa»
“Il Rent to buy può senza dubbio aiutare il mercato immobiliare, anche se questa tipologia contrattuale non è applicabile in tutti i casi in cui i proprietari hanno urgenza di realizzare la vendita – commenta Carlo Baretti, consigliere Fimaa Bergamo -. La grande incognita è rappresentata dalle imposizioni fiscali e dal regime cui il contratto sarà soggetto.  Va in ogni caso ad agevolare l’acquisto  con un preliminare lungo tre anni, periodo che consente di accantonare parte della cifra da garantire a saldo. E’ vero che la cifra residua da pagare- se le percentuali di caparra iniziale si aggirano attorno al 6-9%- è elevata, ma è altrettanto vero che in quest’arco di tempo l’acquirente interessato può aver avuto modo di risparmiare una cifra maggiore”. E’ una delle altre formule adottate per raggiungere un accordo in un tempo relativamente lungo: “ In questi anni abbiamo applicato il comodato d’uso per tre anni, sottoposto alla realizzazione trascorsa questa fase di transizione. Il rent to buy ha il vantaggio di stabilire modalità di acconto e accrediti costanti in parte come affitto e in parte come deposito, oltre a fissare una data limite per la validità del preliminare. Le riserve da sciogliere sono quelle dell’imposizione fiscale". La nuova forma contrattuale può agevolare anche tutte le operazioni di cambio della casa: “Le compravendite sono un domino: la coppia dal bilocale cerca il trilocale, chi ha tre locali ne vuole quattro, chi ha il quadrilocale punta alla villa… In questi momenti in cui vendere significa  scendere al di sotto delle proprie aspettative di realizzazione,  il rent to buy può intrecciare vari interessi e chi acquista con questo contratto può applicarlo a sua volta nella vendita”.

Pizzigalli: «Un incentivo utile in tempi di crisi»
“La crisi sta facendo scoprire nuove formule di compravendita e rispolvera vecchie consuetudini che non si discostano molto dai tempi in cui si comprava casa a cambiali, dilazionando il pagamento per anni- spiega . Enzo Pizzigalli, consigliere Fimaa Bergamo-. Il periodo indicato dal “Rent to buy” è interessante perché garantisce di arrivare a versare nel giro di tre anni almeno il 20% del valore stabilito alla sottoscrizione dell’atto. Chi  è intenzionato ad acquistare casa accetta di buon grado qualsiasi forma di dilazione, anche magari solo per il box auto. Mancava solo la formalizzazione di un contratto che di fatto si è applicato – magari con formule diverse- anche in precedenza. L’approvazione del rent to buy nel nostro ordinamento va a colmare un vuoto legislativo e a recepire prassi sempre più affermate”. Il contratto va a dare respiro alle imprese edili che hanno  molto invenduto ed hanno obblighi con le banche cui far fronte: “In questi casi il solo fatto di rientrare del 20 per cento del valore immobiliare in tre anni garantisce una boccata d’ossigeno alle imprese in difficoltà. Il contratto è molto interessante anche per chi acquista la prima casa: non avendo il 20-25 per cento da anticipare subito, può guadagnarsi mese dopo mese la fiducia indispensabile per accedere a un finanziamento, con una rata di mutuo che non si discosta molto da quella di affitto e accantonamento. Fortunatamente la voglia di casa non manca, solo che molti potenziali acquirenti che pur sono solvibili si vedono sbattere la porta in faccia dalle banche”.

Mazzoleni (Appe): «Esistono altre formule contrattuali che non prevedono la locazione»
L’avvocato Francesca Mazzoleni, consigliere Appe- Associazione Provinciale della Proprietà Edilizia, saluta con favore l’introduzione dei contratti di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili, ma non manca di sollevare dubbi su alcuni aspetti del rent to buy. “E’ lodevole il tentativo del Governo di dare forma giuridica ad una prassi, come quella dell’affitto a riscatto, che si stava sempre più affermando negli ultimi tempi. Come ogni altro contratto non resta che attendere la sua applicazione, ma allo stato attuale credo che questa nuova formula vada adottata con cautela. Il rent to buy, come il contratto atipico dell’affitto a riscatto , prevede la commistione di due contratti. L’affitto a riscatto affianca alla locazione l’opzione d’acquisto, mentre il rent to buy affianca all’affitto un preliminare da trascrivere con validità non oltre i dieci anni”. Due contratti non raddoppiano i problemi, ma nemmeno semplificano le cose: “ Le criticità e gli aspetti da chiarire non mancano nell’ipotesi di risoluzione del contratto, in caso di fallimento di una delle parti e, infine, molti sono gli interrogativi sull’imposizione fiscale”.  I problemi sono in capo sia al potenziale acquirente che  all’aspirante venditore:  “E’ poco chiaro se e come vengano restituiti caparra e accantonamenti se il contratto si risolve. In caso di inadempimento del conduttore si possono incontrare altre difficoltà”.  Esistono altri contratti da adottare:  “Se l’obiettivo è la vendita esistono formule contrattuali tipiche consacrate dal nostro ordinamento che sono svincolate dalla locazione e pertanto dal regime vincolistico che la contraddistingue. In quanto contratti tipici sono regolati dal Codice Civile le cui norme si applicano con ogni conseguenza. Si tratta in particolare della vendita con riserva di proprietà e la vendita con clausola risolutiva espressa per inadempimento del conduttore, contratti che rappresentano delle valide alternative al rent to buy già esistenti. Con questi due contratti al di là delle differenze giuridiche su cui non è opportuno soffermarsi, il compratore può entrare immediatamente in possesso del bene che gli viene consegnato pagando ratealmente senza che per questo vengano meno le garanzie a tutela della proprietà. A queste formule contrattuali si affianca la vendita con riserva di usufrutto a tempo, che consiste nella cessione della nuda proprietà ad un prezzo inferiore a quello di mercato (il prezzo può essere pari al 50-70% del valore dell’immobile), ma con possibilità di mantenere il godimento del bene per periodo fissato nella stipula.  “Il contratto è interessante per tutti coloro che intendano fare un investimento da una parte e per chi intenda  sgravarsi di tutte le spese straordinarie che un immobile comporta”.  I problemi più grandi li porta con sé il contratto più diffuso, il  preliminare di compravendita con contestuale presa di possesso da parte del compratore: “E’ ancora molto adottato e sembra essere la formula preferita soprattutto per chi si affida al “fai da te”. Accade troppo spesso che la proprietà resti in capo a chi vende e sia difficile riuscire a cederla”.




Orio, all’aeroporto decolla anche il commercio 

Il conto alla rovescia verso Expo 2015 è partito anche all'Aeroporto di Orio al Serio per quanto attiene al completamento delle opere infrastrutturali in fase di realizzazione. Si tratta di importanti interventi di adeguamento per usufruire di nuovi spazi all’interno dell’aerostazione, indispensabili per migliorare la gestione dei flussi di passeggeri.
Dopo l’apertura del nuovo accesso all’area arrivi, avvenuta il 4 agosto scorso, agli inizi di aprile 2015 sarà pronto il blocco ovest al primo piano del terminal partenze, che comprende l’area ristrutturata (fino a dicembre 2012 occupata dagli uffici Sacbo), associata a quella di nuova realizzazione, davanti alla quale entreranno in funzione due nuovi pontili di imbarco. Sacbo ha investito 160 milioni di euro nel quinquennio 2010-2015 per il potenziamento di infrastrutture e servizi. Un piano che riguarda anche la riqualificazione degli spazi interni dedicati al Food e Retail. L'area Food è stata sviluppata per offrire una variegata scelta e corredata da idonee aree di sosta. L'offerta Retail è connotata da un mix merceologico  in grado di soddisfare le diverse propensioni di spesa e andare incontro alle necessità dell'utenza. Le attività svolte nell'ambito dei servizi ed esercizi commerciali aeroportuali di Orio al Serio generano un fatturato annuo di 50 milioni e occupano attualmente circa 400 addetti, l'80 per cento dei quali nei settori retail e food. La nuova area in fase di realizzazione nel terminal partenze prevede un'ulteriore galleria commerciale con implementazione dell'offerta Food e uno spazio dedicato al Luxury, con presenza di marchi di grande richiamo e prestigio. Le indagini di mercato indicano che gli acquisti lusso rientrano sempre più nelle tendenze e abitudini di coloro i quali viaggiano con i vettori low cost. L’obiettivo dichiarato da Sacbo è crescere in termini di qualità e offerta di servizi. Nella primavera 2015 i punti vendita del terminal di Orio al Serio passeranno da 38 a 51 con incremento del 50% delle attività commerciali Retail.

Operazioni restyling in aerostazione
Lo stop all’attività operativa nel maggio scorso ha permesso di mettere in atto una serie di interventi di
ristrutturazione e manutenzione all’interno dell’aerostazione, che hanno riguardato anche gli affidatari, con ampliamento delle superfici di alcuni negozi. Nel corridoio di ingresso al primo piano del terminal partenze, Timberland ha provveduto al rifacimento degli arredi, raddoppiando gli spazi a disposizione. Sull’altro fronte Boggi ha aggiunto metratura e creato una nuova vetrina. In entrambi i casi sono stati creati nuovi spazi per arricchire l’esposizione della merce. Nuovo look anche per Conte of Florence che ha ristrutturato i propri interni. Nell’area arrivi landside Hertz, con i colori bianco e giallo del nuovo brand, si è collocata negli ex locali che ospitavano la Banca Popolare di Bergamo, la cui filiale è stata trasferita da tempo al piano superiore dell'area check-in.
In precedenza,  nell'autunno 2012, era stato già realizzato l'intervento di ristrutturazione che ha consentito di ridisegnare gli spazi di fronte all'ingresso dei controlli di sicurezza, dove trovano posto i negozi di moda Italian Style e Milano Outlet, il Punto Ottico e il brand Algida, che ha puntato sull'Aeroporto di Orio al Serio dopo il successo con gli store presenti nelle principali stazioni ferroviarie.

Vicook, menù da tre stelle
Inaugurato a novembre 2013, il Vicook Bristot firmato dal tristellato Chicco Cerea, al piano ammezzato nell’area pubblica, aperto dalle 11 alle 23, sette giorni su sette, figura già nella classifica dei migliori 10 ristoranti al mondo presenti all’interno dei terminal aeroportuali. Per chi accede con l’auto all’aeroporto nella zona adibita a sosta breve e spende almeno dodici euro al Bistrot, il parcheggio è gratuito, fino a un massimo di tre ore. A proposito di prezzi, al Vicook Bristot si paga sedici euro per un piatto unico che è già un pasto completo, compresi dolce, acqua e caffè; scegliendo dalla carta più portate si può arrivare al doppio, non di più.

La farmacia aperta a tutti
Inaugurata a giugno 2010, la Farmacia Comunale dell’Aeroporto, gestita dal Comune di Orio al Serio e da Essere Benessere Sspa, risponde alle esigenze di migliaia di viaggiatori. L’orario esteso (dalle 7 alle 21) permette di coprire gran parte dei transiti dell’aeroporto e offrire un servizio esteso alla comunità del territorio intorno allo scalo. Non ci si limita a dispensare farmaci, ma anche consigli su quali rimedi e prodotti orientarsi, come utilizzarli e trasportarli. Oltre alla disponibilità dei farmaci con ricetta medica e a una vasta gamma di prodotti da banco, la farmacia offre anche le principali linee di dermocosmesi e garantisce il servizio di misurazione della pressione.

I prodotti del territorio
Non appena si salgono le scale mobili di accesso al terminal partenze, s’incontra il marchio “Fontana di Sant’Agata”, emanazione dell’omonima enoteca situata in Città Alta in un sito di interesse archeologico.
In aeroporto è stato ricreato un ambiente che richiama i dettagli del cuore storico di Bergamo: si cammina su un pavimento in ciottolato e sulle pareti sono presenti scorci monumentali e paesaggistici. Non solo il meglio dell’enogastronomia del territorio, ma anche il contatto con la tradizione artigianale, per indurre il passeggero a intrattenere e conservare un rapporto emotivo con il territorio.
Da Erbusco arriva l’arte del maestro pasticciere Giovanni Cavalleri, fondatore con Giovanni Gavazzeni della maison che nulla ha da invidiare alla celebre Ladurée parigina. Gli originali  “macarons”, deliziosi dolcetti francesi dai tenui color pastelli e dall’anima di mandorla che fanno bella mostra e catturano l’attenzione dei passeggeri in un angolo del terminal partenze. Sul banco e nella vetrina della boutique pasticciera non manca la biscotteria fine, che rimanda ai sapori del cioccolato, della vaniglia, dei cereali.

Food&Beverage
Da un decennio il Bar La Ma rianna delizia le persone in transito nell’aerostazione e quanti lavorano nello scalo di Orio al Serio. L’arte del dolce, con il proverbiale gelato alla stracciatella e la raffinata pasticce ria, prodotti nel laboratorio di Colle Aperto insieme all’accurata prepa razione del salato, si rivolge a tutte le lingue del mondo. La colazione a base di caffè e cappuccino ha accom pagnato lo sviluppo dello scalo e mi lioni di passeggeri hanno assaggiato le prelibatezze tipicamente “made in Bergamo”. Sul fronte bar e ristorazione rilevante la presenza di Autogrill, con tre punti di somministrazione nel terminal partenze (Segafredo, Tentazioni e Puro Gusto) e uno nell’area pubblica (il classico bar Motta), e del gruppo MyChef, che gestisce il McDonalds nell’area denominata “piazzetta Ilario Testa”, e due bar in area pubblica: Caffè Illy nell’area check-in e il nuovo format Briciole al centro dell’aerostazione, subentrato a Espressamente Illy aperto nel luglio 2008. L’offerta food&beverage in area pubblica è completata dai bar a marchio Gnam.
Nelle adiacenze dei gate d’imbarco al primo piano, il Wine Bar Santa Cristina offre un’ampia selezione di piatti gourmet, dallo snack al piatto composto, insieme a un’ampia scelta di prodotti di caffetteria e dolci, bevande analcoliche e  vini offerti anche in calice. L’alternativa è la ristorazione veloce e di qualità del marchio milanese “Panino Giusto”.

Travel store di successo
I marchi retail legati alla moda riscuotono successo tra i passeggeri dello scalo bergamasco. Boggi, brand internazionale presente con i suoi city stores nel mon do occidentale e asiatico, ha puntato sugli aeroporti italiani e l’iniziativa avviata a Orio al Serio, con apertura del punto vendita nel dicembre 2009 all’interno del terminal partenze, si sta rivelando una delle operazio ni meglio riuscite. Tra gli operatori commerciali dell’aeroporto c’è il negozio Timberland, che vanta uno stretto legame di fedeltà e continuità essendo stato aperto nel 2000 e risultando la prima multinazionale giunta nello scalo. Ottimi risultati vantano tutti gli altri brand presenti nel terminal partenze: Armani Jeans, espressione l’idea di Giorgio Armani di uno stile giovane e moderno per uomo e donna griffato da Giorgio Armani, che propone una collezione ricca di tecnologie all’avanguardia ed ecologica, è una sorta di apripista dei marchi delle grandi firme della moda attesi nel prossimo futuro; Aeronautica Militare, con la ricca collezione di capi e accessori ispirati alla linea e tradizione dell’Arma Azzurra e dei piloti della Pattuglia Acrobatica; Saldarini 1882 con le sue collezioni di abbigliamento, accessori e pelletteria; Tosca Blu, leader nel settore della pelletteria e degli accessori; Camomilla con la sua ricercata linea di moda; Carpisa con il catalogo di valigeria e borse; Legami, che propone cancelleria, agende e notebook, zaini, borse e idee regalo per adulti e bambini; Watch Studio, al cui interno si trova una variegata scelta di orologi.

Duty free e dintorni
E’ tradizione, per chi è in attesa di imbarcarsi, fare un giro all'interno del duty free shop dell'aeroporto, che continua a offrire prodotti a prezzi vantaggiosi. Per gli stranieri in modo particolare, la “Bottega dei Sapori”, in area imbarchi, rappresenta un’opportunità per portare con sé il meglio della gastronomia italiana, compresa quella tipica locale. Le due edicole aeroportuali si sono attrezzate per fornire, insieme a giornali, libri e tabacchi, un bazar di cose utili e souvenir di Bergamo.




Start up, «il vero ostacolo è la paura di non farcela»

La formula della finale potrebbe essere quella di un talent show: tre minuti secchi per incuriosire il potenziale investitore incontrato in ascensore, raccontandogli la propria idea imprenditoriale (il cosiddetto “elevator pitch”, dove “pitch” è il lancio del baseball). Che non sia un gioco o un esercizio accademico lo dimostra il fatto che, ad esempio, il progetto vincitore della scorsa edizione di Start Cup Bergamo – impostosi poi anche ai livelli regionale e nazionale del concorso – si è presto trasformato in un’opportunità per le ideatrici. La loro stampante 3D che permette ai bambini di progettare e realizzare da sé il proprio giocattolo ha infatti raccolto l’interesse di una multinazionale italiana, con la quale la collaborazione continua.
Start Cup Bergamo è una business plan competition che nasce all’interno dell’Università, in particolare nel centro di Ateneo Cyfe – Center for Young and Family Entrerprise, allargandosi agli altri soggetti del territorio interessati alla creazione e allo sviluppo d’impresa (Bergamo Sviluppo, Gruppo Giovani di Confindustria Bergamo, Bergamo Scienza, Ubi Banca Popolare di Bergamo, Talent Garden Bergamo, Jacobacci & partners, Unogas). Coinvolge gli studenti universitari (la facoltà di Ingegneria dedica un corso specifico, in inglese, all’Entrepreneurship and Venture Creation, tenuto dal professor Tommaso Minola) ma anche tutti i bergamaschi che vogliono provare a mettersi in proprio con una nuova idea, opzione sempre più attuale, viste le difficoltà del lavoro dipendente. Il percorso comincia a giugno, con momenti di formazione su come analizzare il mercato e scrivere il business plan, per poi mettere in sfida le proposte e presentarle al pubblico. Anche la finale della quinta edizione (che ha visto in gara ben 17 progetti) è andata in scena nell’ambito di Bergamo Scienza, appuntamento al quale seguirà un camp su come far decollare il business.

Paolo Pressiani è il coordinatore di Start Cup Bergamo.
Una buona idea imprenditoriale è quella che si può raccontare in tre minuti?
«Una buona idea deve essere innovativa, avere un mercato molto molto buono ed essere scalabile, essere cioè in grado di generare clienti e fatturato non solo per reggersi in piedi ma anche continuare crescere. Certo, la capacità di presentarla in modo attraente ha il proprio peso e su questo lavoriamo attentamente nell’ambito di Start Cup, ma al fondo deve sempre esserci un progetto valido. La sfida dei tre minuti può però essere un test: se non si riesce a condensare il proprio progetto, forse le idee non sono così chiare o non si è riusciti ad enucleare gli aspetti salienti».
Come nasce un’idea vincente?
«Dalla voglia di fare e di mettersi in gioco, essenzialmente dalla passione, che fa in modo che ci si dedichi pienamente al proprio progetto. Ma anche dalla capacità di apprendere dai propri errori. Sbagliare è infatti ammesso e “utile”, le stesse storie degli imprenditori di successo mostrano che non è quasi mai la prima iniziativa quella che va a segno. Altro fattore oggi fondamentale è la volontà di creare sinergie, di fare network».
Ci sono sistemi per mettere a punto al meglio il proprio progetto?
«Gli studi permettono di costruirsi un set di strumenti per inquadrare l’idea, ma poi è essenziale confrontarsi direttamente con il mercato, va analizzato sul campo con interviste, dati. Occorre capire se la proposta piacerà ai clienti o cosa chiedono davvero».
In quali settori è più promettente “lanciarsi” oggi?
«Una ricetta non c’è. Creare un’app può essere più facile che avviare un’impresa manifatturiera, non fosse altro per i costi, ma l’industria può essere più duratura di un’applicazione informatica. I macrotemi strategici sono due: o si apre un campo del tutto nuovo proponendo ciò che prima non c’era, penso ai Google glass, o si trasforma un settore tradizionale, come è avvenuto per l’informazione on line. Imprenditore, del resto, è chi coglie un’opportunità nei luoghi più impensati».
Ma imprenditore si nasce o si può diventarlo?
«C’è un intero filone di ricerca su questo argomento… Dal canto nostro, con Start Cup, diamo a tutti la possibilità di mettersi alla prova ed offriamo ai partecipanti gli strumenti per valutare autonomamente il proprio progetto considerandone i diversi aspetti».
Un problema denunciato dagli aspiranti imprenditori è la difficoltà a trovare finanziamenti…  
«Quello delle risorse non è mai il problema principale, se l’idea ha le basi per andare avanti e crescere gli investitori si trovano. L’ostacolo vero è semmai la paura di non farcela o quali confini si hanno. Può darsi infatti che un progetto non vada bene per il mercato italiano, ma in qualche paese estero sì. Le barriere sono molto spesso personali».
Certo che l’Italia non sembra agevolare la voglia di fare impresa, le complicazioni sono sempre dietro l’angolo…
«In effetti l’apparato normativo e burocratico è complesso, ma le soluzioni per l’operatività poi si trovano. Direi che non è mai il caso di generalizzare, anche in Italia ci sono esempi di piccole realtà, di ragazzi che hanno avuto un’idea capace di stare sul mercato e sono riusciti a metterla in atto con successo».
Com’è la voglia di fare impresa a Bergamo?
«Dal nostro osservatorio sicuramente in crescita, siamo passati da sette progetti approdati in finale alla prima Start Cup ai 17 di questa quinta edizione».
Bergamo è un terreno fertile per far crescere le nuove idee?
«È un ecosistema frizzante. Ci sono l’Università con i suoi programmi, i progetti della Camera di Commercio con Bergamo Sviluppo, anche Confindustria ci crede molto, tanto che attraverso il Gruppo Giovani ha messo a disposizione di Start Cup, credo per la prima volta in Italia, alcuni imprenditori associati a fare da tutor dei progetti in gara. Un aspirante imprenditore a Bergamo può trovare percorsi di formazione, tutor accademici e industriali e occasioni per incontrare investitori».

WAW – Wellness at Work
La ginnastica dolce arriva sul posto di lavoro
e previene le assenze per malattia

Con WAW, Wellness at Work non ci sono più alibi per non dedicare un po’ di tempo alla cura della proprio benessere fisico. È un progetto di ginnastica dolce, correttiva e posturale che arriva direttamente sul posto di lavoro, senza la necessità di cambiare tenuta, di spazi ampi o di macchinari. L’idea è di Mauro Ciarciagliani, 26enne, personal trainer, motricista per bambini con corsi in lingua inglese e cinese, nonché campione internazionale di Wushu Kung Fu (per intendersi l’arte marziale che ha lanciato l’attore Giorgio Pasotti). Alla ricerca di un ulteriore sbocco per le sue competenze, il trainer ha messo a fuoco, partecipando alla Start Cup, una proposta mirata per le aziende, con un fine che va ben oltre lo svago per i dipendenti. «I disturbi dell’apparato muscoloscheletrico – spiega – sono un problema crescente e rappresentano il 38% delle cause di assenza dal lavoro. Sono dovuti principalmente a stress mentale e fisico, movimenti ripetitivi, posture errate o eccessive stimolazioni meccaniche. Oltre che sulla salute dei lavoratori hanno ripercussioni sulle economie aziendali e sociali, con perdite che sono state quantificate in milioni di euro». «WAW si propone di fronteggiare questi disturbi con una serie di ginnastiche già esistenti ma poco conosciute – afferma – che ben si adattano ad un ambiente come quello di lavoro. La proposta non affatica, è praticata in piccoli gruppi per circa mezz’ora, due volte a settimana negli orari meno produttivi, come la prima mattina, la pausa pranzo o il tardo pomeriggio. L’intervento permetterà all’azienda di aumentare qualitativamente la produttività, ridurre le assenze per malattia e gli infortuni sul lavoro e aumentare la soddisfazione dei dipendenti».
Una proposta che ha già incontrato il favore delle aziende. «C’è un accordo con la Bellini di Zanica – evidenzia Ciarciaglini – ed ora l’idea andrà valutata con i dipendenti. Anche con lo spazio di co-working tra professionisti Talent Garden è interessato. L’incontro con Marco Bellini, presidente dei Giovani di Confindustria Bergamo, mi ha anche permesso di conoscere il progetto WHP Workplace health promotion per la promozione della salute nei luoghi di lavoro e la possibilità di benefici fiscali per le aziende che adottano buone prassi».

Bambouland 2.0
Lo studente di Agraria
si costruisce un futuro col bambù

Studente della facoltà di Agraria alla Statale di Milano, Mattia Malanchini, 22 anni di Stezzano, è un esempio di come sta cambiando l’approccio al lavoro. Prima ancora di terminare gli studi (e magari entrare nel vortice di curriculum e colloqui) si è voluto costruire da sé un’opportunità, «anche solo per avere una carta in più da giocare». L’idea – diventata business plan partecipando alla Start Cup – è “Bambouland 2.0” ovvero la creazione di una coltivazione di bambù. «È una pianta pochissimo coltivata in Italia – spiega – ma in molti paesi del mondo è una risorsa economica non indifferente, perché ha un’ampia gamma di impieghi. I culmi legnosi possono infatti essere utilizzati nell’edilizia, nell’arredamento, nell’oggettistica, nel tessile, mentre i germogli si prestano ad un uso alimentare. Mi è sembrata una buona idea per dare vita a qualcosa che mi offrisse un’opportunità di reddito e mi appagasse professionalmente».
Il progetto se l’è costruito, in pratica, dal nulla visto che in Italia c’è una sola esperienza già avviata simile a quella che vorrebbe realizzare. Ha letto e cercato in rete e fatto visite sul campo, optando per la varietà di bambù gigante. «In realtà sarei già pronto per partire – annuncia Malanchini -, ma sto avendo difficoltà nel trovare un terreno in affitto. Ho cominciato a cercarlo da circa sei mesi, servirebbero tre ettari o poco meno perché l’attività sia sostenibile, ma pare che i proprietari siano più interessati a vendere che ad affittare ed io non mi potrei permettere un investimento iniziale così impegnativo».
Malanchini ha anche ragionato su come togliere lo zero dalla casella del fatturato nei tre anni che servono perché la pianta di bambù completi l’accrescimento diametrale. «Come business “spalla” – evidenzia – ho pensato alla possibilità di creare nel bambuseto un’area relax e per svolgere attività fisiche come lo yoga. Ma può anche ospitare visite di studenti, dalle università in giù, e diventare un punto di riferimento per l’informazione e la promozione del bambù, magari anche con la collaborazione di designer e architetti».
«Rispetto ad altre iscritte alla Start Cup, la mia non è probabilmente l’idea più innovativa, in fondo ho preso spunto da esperienze già avviate nel mondo – dice con sincerità -. Ci tenevo però a realizzare qualcosa di mio e a mostrare che ci sono ragazzi che hanno voglia di fare e di mettersi in gioco. Comunque andranno le cose, il percorso mi è servito moltissimo. Non avevo idea di cosa significasse scrivere un business plan ed ho imparato anche a dimensionare il progetto nelle diverse fasi. In più mi sono potuto confrontare gli altri partecipanti ed è stato molto costruttivo».

EasyExtra
Lavoro occasionale, il portale
che fa incontrare domanda e offerta

Le idee di business spesso nascono per dare risposta ad una necessità sperimentata in prima persona. È quanto accaduto a Davide Indriolo, studente del corso di laurea magistrale in Ingegneria gestionale all’Università di Bergamo che da dieci anni si guadagna l’argent de poche facendo il cameriere con la formula dei voucher. «Mi è capitato di passare lunghi periodi senza ricevere richieste – racconta – e poi magari di essere contattato per due o tre servizi nello stesso giorno o in un periodo in cui ero impegnato con lo studio. Così ho cominciato a pensare che quelle opportunità potevano essere girate ad altri ragazzi». L’utilità di un sistema che facesse dialogare domanda e offerta di manodopera per lavori occasionali si è fatta ancora più marcata quando da Verbania si è trasferito a Milano ed ha dovuto ricostruire da zero i contatti con i potenziali datori di lavoro.
È da queste premesse che nasce EasyExtra, portale web e mobile messo a punto con i compagni Christian Paltenghi, laureando come lui, e Carlo Emanuele Leggio, già laureato e al lavoro all’Osservatorio sull’innovazione digitale del Politecnico di Milano. «Fa riferimento al lavoro occasionale retribuito con voucher – spiega Indriolo – che è la forma più snella e flessibile messa a disposizione dalle norme e la più tipica per gli studenti». La piattaforma raccoglie le richieste dei datori di lavoro ed i profili dei candidati e li fa incontrare. I ragazzi che si iscrivono scelgono il settore (si è deciso di partire con tutto il mondo dell’ospitalità, dall’alberghiero al bar, alla ristorazione, che registra la più alta percentuale di voucher venduti, e con l’area dei promoter, in espansione), indicano le proprie competenze e l’area entro la quale sono disposti a muoversi e ricevono una notifica nel caso si presenti un’occasione per loro. «A questo punto possono inoltrare la propria proposta – prosegue –. La particolarità che è si chiede indicare anche il compenso richiesto, così che l’esercente possa anche risparmiare scegliendo il profilo adatto per ogni tipo di evento». «Non si tratta di un gioco al ribasso – precisa Indriolo -, ma del tentativo di dare una scala di valori alle diverse esperienze. In questo, il sistema aiuta anche prevedendo un doppio feedback, da parte del committente e del prestatore d’opera, che crea una classifica delle performance di entrambi, dalla quale risulta perciò ancor più facile scegliere». Insomma, un progetto che consente agli imprenditori alle prese con picchi inaspettati di lavoro o sostituzioni dell’ultima ora di risparmiare tempo e magari anche denaro e ai ragazzi di ampliare il campo delle opportunità. Il tutto in una forma che è anche social, empatica ed in continuo aggiornamento. «Il programmatore per lo sviluppo del sito lo abbiamo trovato – dice Indriolo -, ora servono i finanziamenti che non sono poca cosa. Noi però ci crediamo molto, anche perché oggi non c’è in pratica nulla di paragonabile a questa proposta».




“Obiettivo Balcani”, Industriali a confronto

"Obiettivo Balcani: l’Italia al centro della Nuova Europa": è questo il tema dell'incontro in programma il 15 ottobre nella sede di Confindustria Monza e Brianza, in viale Francesco Petrarca, 10, a Monza. Il via ai lavori è previsto alle 16 con i saluti istituzionali dei vertici confindustriali, mentre un quarto d'ora più tardi Luigi Salvadori, presidente Confindustria Balcani, parlerà di "Balcani: numeri, opportunità e criticità dell’area".
Seguirà l' intervento di Matteo Ferrazzi, direttore Strategy and Business Communication UniCredit Bank Austria, in particolare sullo "Scenario macroeconomico e finanziario dell’area". Al termine, la tavola rotonda con le esperienze degli imprenditori. Parleranno Maria Luisa Meroni di MBM Metalwork (Bulgaria); Marco Marchetti di Zucchetti (Romania) e Paolo Bazzoli di Velocar (Serbia). Moderatore sarà Salvatore D’Erasmo, presidente di Confindustria Bosnia Erzegovina.




La recensione / “Confini e Conflitti”, il riscatto identitario degli italiani che non si arresero

Confini e conflitti. Uomini, imperi e sovranità nazionale, di Marco Valle, edito da Eclettica è un libro che merita di essere letto. Questo, innanzitutto, perché l’autore, giornalista e saggista di valore, ha una storia che viene da lontano, da Trieste, figlio di un esule istriano di professione armatore e di una signora di Anversa, e approda a Milano, sua città d’adozione. Valle è, quindi, un uomo dell’alto Adriatico che ha ben presente l’idea del mare e del viaggio ad esso connesso. Ed egli proprio un viaggio offre al lettore per identificare, in primis, alcuni passaggi centrali del nostro passato prossimo. Non a caso, sono analizzate le ragioni della fragilità strutturale della Nazione italiana caratterizzata da un’identità debole e da un continuo oscillare fra velleità generose e subalternità imbarazzanti, fra spinte modernizzatrici e resistenze al cambiamento ancorate al passato. Rispetto a situazioni che evocano una tendenza italiana alla sovranità limitata, Marco Valle propone alcuni esempi di italiani di minoranza, in grado di esprimere forme di riscatto identitario, spesso, in assoluta controtendenza se rapportate ai comportamenti della maggior parte dei connazionali. Fra questi meritano di essere identificati il Verdi politico, del quale pochi sono informati, e gli esploratori italiani dell’Ottocento, considerati oltre la vulgata anticolonialista, fra i quali spicca il nobile friulano Pietro Brazzà, il conquistatore gentile che entrò nel cuore degli indigeni congolesi e dà il nome alla capitale Brazzaville. “Fra gli italiani che non si arresero, quei prigionieri nei campi di concentramento inglese che riuscirono a fuggire”, l’autore presenta Felice Benuzzi, l’alpinista che riuscì a sottrarsi alla prigionia inglese e conquistò la vetta più alta del Kenya dove issò il tricolore ricevendo l’onore delle armi. Marco Valle si dedica, quindi, alla valutazione, senza alcuna retorica, della memoria della Cortina di ferro, passando in analisi gli errori del comunismo reale, quello vero, quello che l’autore ha avuto occasione di conoscere, fin da bambino, nella sua Trieste a cinque chilometri dal confine con la Jugoslavia. Altro importante tema trattato da Valle è quello della decolonizzazione, ritenuta una fase fondamentale che l’Occidente non ha saputo governare e che, a suo parere, è all’origine dell’attuale disastro umanitario nel Mediterraneo. Il volume, a conferma di questo, propone l’analisi di tre casi che hanno un notevole valore paradigmatico: quello dell’Inghilterra con l’India e della Francia con l’Indocina e l’Algeria. La parte conclusiva di questo libro consiste in una bellissima galleria di ritratti fra i quali a chi scrive piace ricordare quello di Ottavio Missoni, lo stilista dalmata morto a 92 anni, nella sua casa di Sumirago, con negli occhi azzurri l’immagine del figlio disperso in mare. Torna, sempre, il mare nella narrazione del nostro autore: forse, perché anche Marco Valle guarda il mondo attraverso i suoi occhi azzurri.