Attirare il cliente. In otto ore l’Ascom insegna come

Il segreto del successo di un negozio non è solo nel proporre prodotti di qualità, ma anche nel farli conoscere e nel presentarli bene. Le stime dicono che il 52% dei clienti acquista di più se i prodotti sono ben presentati. La vetrina racconta il negozio, le sue scelte, la sua mission, i suoi obiettivi; è il biglietto da visita per eccellenza della propria realtà commerciale.
Lunedì 27 ottobre, a Osio Sotto, Ascom Formazione propone una giornata dedicata al Visual Merchandising, una tecnica di successo che insegna a ottimizzare gli spazi espositivi e a disporre i prodotti nel posto giusto, nella giusta quantità, con messaggi rilevanti e suggestivi in modo da creare un’immagine di identità forte e impattante per il consumatore.
In 8 ore (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18), con l'aiuto di un esperto, si impara come valorizzare al meglio i propri prodotti e allestire una vetrina che induca il potenziale cliente a fermarsi e ad entrare in negozio. Durante la giornata si parlerà delle regole base e degli errori da evitare, di aggregazioni merceologiche, dell’uso strategico della luce e dei colori  e delle attrezzature più adatte. Il corso è rivolto alle attività no food.
Per maggiori informazioni e per iscriversi si può contattare Ascom Formazione ai numeri: 035/4185706 o 707 o 715 o scrivere a info@ascomformazione.it.



Ambulanti, le procedure per il rilascio della Carta d’esercizio

Scade il prossimo 31 dicembre il rinnovo dell’attestazione per il commercio su aree pubbliche. L’attestazione dovrà essere compilata ed inviata esclusivamente per via telematica.  La Federazione Italiana Venditori su Aree Pubbliche – Fiva aderente all'Ascom presta il servizio di assistenza per il rinnovo. Il mancato assolvimento degli adempimenti in merito al rinnovo e all’aggiornamento della Carta di esercizio ad ogni modifica della stessa comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie da 500 a 3000 euro e la revoca della licenza. Alle imprese associate il servizio (previo appuntamento, contattando la Segreteria provinciale allo 035-4120300) è gratuito, eccezion fatta per il costo della Visura Camerale (8 euro) necessaria per la pratica dell’Attestazione per chi ne fosse sprovvisto. Le imprese che non usufruiscono dei servizi di contabilità Ascom devono presentarsi con la documentazione necessaria. Per l’aggiornamento della carta di esercizio è altresì necessario presentarsi con tutta la documentazione inerente alla variazione intervenuta. Per i non associati il costo del servizio è di 60 euro, Iva inclusa, cui va aggiunto l’eventuale costo della visura.
La documentazione per l'Attestazione – Per provvedere al rinnovo annuale dell’Attestazione si può rivolgere alla Fiva-Ascom, muniti della ricevuta dell’invio telematico dell’ultimo modello Unico, dell’iscrizione all’ Inps (oppure un versamento effettuato nel 2014), del modello di iscrizione  Inail per i collaboratori familiari e per i dipendenti, nonché per i soci in caso di necessità. Per altre forme di collaborazione – prestatori occasionali, associazione in partecipazione ed altre tipologie – sono necessari i documenti comprovanti la regolarità contributiva Inps e Inail. E’ necessaria la fototessera e il documento di identità dei nuovi collaboratori che operano nell’attività. Per attestare l’iscrizione alla Camera di Commercio è necessario presentare visura camerale, che potrà essere effettuata a richiesta direttamente dall’associazione.
Carta d’esercizio – Per l’operatore che inizia l’attività, il rilascio della Carta di esercizio va richiesto entro novanta giorni. Nel documento, oltre ai dati dell’impresa, devono essere indicate le titolarità delle autorizzazioni di tipo A (con concessioni di posteggio nei mercati) e di tipo B (itinerante) e le concessioni nelle Fiere a carattere decennale.
Vanno inoltre indicate le generalità dei soggetti che operano nell’impresa a vario titolo (titolare, soci, coadiuvanti, dipendenti) per i quali è necessario apporre sul documento la/le foto tessera. Per la carta d’esercizio già in possesso all’impresa si procede con l’aggiornamento solo ogni qual volta interviene una variazione nella situazione in essa descritta. La modifica dei luoghi di lavoro (posteggi di mercato e/o fiere-variazione nei titoli autorizzatori) e dei soggetti che vi operano (soci, coadiuvanti, dipendenti) comporta l’obbligo di un suo aggiornamento entro novanta giorni da quando la variazione si è verificata.
I documenti possono essere inviati via mail (fiva@ascombg.it). Per il pagamento del servizio è possibile procedere con il bonifico bancario intestato a Bergamo Terziaria Srl. IBAN: IT 35 C 05428 11111 000000002778 Banca Popolare di Bergamo Filiale della Clementina. 




Bergamo Sviluppo / anche il mondo delle acconciature diventa “green”  

Nuovi orizzonti con i “Progetti territoriali”

Oltre 70 le aziende che quest’anno si sono rimesse in gioco. Carrara: «Una strada per accrescere la competitività e affrontare meglio i cambiamenti imposti dal mercato»

L’attività di consulenza personalizzata alle imprese è il cuore dei Progetti Territoriali. Le consulenze mirano infatti a rafforzare e sviluppare le capacità gestionali/organizzative di coloro che operano all’interno dell’impresa, in primis degli stessi imprenditori, grazie all’affiancamento/coaching di professionisti esperti e qualificati. «L’obiettivo finale del progetto – afferma Angelo Carrara, presidente di Bergamo Sviluppo – è accrescere la capacità competitiva delle imprese e aiutarle ad affrontare i cambiamenti imposti dal mercato e dalla crisi in corso, attraverso il trasferimento “sul campo” di indicazioni e strumenti utili».
Sono 71 le imprese partecipanti quest’anno ai Progetti Territoriali e l’alto interesse per l’iniziativa è un segno che le imprese bergamasche avvertono la necessità di mettersi in gioco per “ripensarsi” e aprirsi a nuovi orizzonti. Molto eterogeneo il campione coinvolto: le imprese sono ben distribuite sui 4 territori toccati dal progetto (24 aziende nella Pianura bergamasca, 18 in Valle Brembana, 14 in Valle Imagna e 15 in Valle Seriana) e operano in 14 settori diversi, in particolare nel settore dei servizi (20% del totale), del commercio (18%) e della meccanica (15%). Dopo aver individuato i fabbisogni specifici, l’ambito e l’obiettivo della consulenza, attraverso un check-up svolto in ciascuna impresa da consulenti senior, «le aziende – precisa Cristiano Arrigoni, direttore dell’Azienda Speciale – stanno ora beneficiando dei percorsi di consulenza: complessivamente verranno erogate 1.620 ore di consulenza gratuita (mediamente 23 ore per ciascuna impresa), che potranno servire per approfondire diversi ambiti. Tra i 15 rilevati, il marketing e la comunicazione rappresentano l’area di maggiore interesse (30%), seguono l’ambito commerciale (13%) e il web-marketing (10%)». All’interno dei Progetti Territoriali vengono inoltre realizzate molte attività formative e seminariali svolte direttamente sui territori coinvolti, con l’obiettivo di fornire alle imprese spunti e indicazioni per spronarle a investire sulle proprie competenze e capacità.

Ranica
Acconciature, “Creare” diventa green

Tagli di capelli e acconciature si innovano abitualmente sulla base di mode e tendenze. Ma c’è chi, svolgendo la professione di parrucchiera da 35 anni, avendo iniziato giovanissima, ha deciso di andare oltre. Tiziana Teani, titolare insieme a Marisa Bugada del negozio Creare con sede a Ranica, ha partecipato (con entusiasmo, lei sottolinea) ai seminari di Bergamo Sviluppo rivolti al territorio della Valle Seriana, con l’intento di riqualificare l’attività, pur bene avviata, e cambiare strategia per essere maggiormente competitivi in un settore che vede presenti tanti attori. La sua idea è quella di trasformare il salone facendolo diventare “green”. «Vogliamo prestare attenzione all’ambiente, facendo uso di prodotti non a base di petrolio, riciclando i barattoli di shampoo inserendo piante che purificano l’area – esordisce Tiziana Teani per illustrare modi e motivi del cambiamento -. A tagliare i capelli siamo tutti bravi o quasi. La riqualificazione di un’attività come quella di parrucchiera deve basarsi sul look, ma non solo. Ecco dunque la voglia di dare un’impronta diversa, che possa coinvolgere e far sentire partecipe la clientela, in prevalenza femminile, ma con la prospettiva di allargare all’unisex».
Un percorso di innovazione portato avanti con il supporto di consulenza nella comunicazione integrata che ha permesso di rivedere l’intera “brand identity” in ottica green e destinato a completarsi nel giro di un anno mezzo. Una svolta culturale secondo Tiziana Teani, che è anche presidente di Acear, associazione commercianti e artigiani di Ranica, nel cui negozio durante il tempo di attesa si sfogliano periodici come Focus, Natural Style, Bella Italia invece che riviste di gossip.
«Vorrei che chi entra nel nostro salone sappia che "si prende cura di sé". La cura dei capelli diventa un messaggio di benessere. Il 3 novembre, un lunedì, regalerò alle mie clienti una serata con una personal trainer. Un modo per approcciare diversamente il nostro rapporto. Chi si rivolge a noi troverà accoglienza e confidenza, ma non pettegolezzo. E in futuro la vocazione green viaggerà attraverso i social network e le mailing list».

Trescore
“Bertulessi”, un ponte per le aziende tedesche

Sprechen sie deutsch? Giuseppe Bertulessi e Birgit Eger, coniugi e soci della Bertulessi Rappresentanze di Trescore Balneario, non lasciano dubbi sulla perfetta conoscenza di lingua e mentalità imprenditoriale tedesche. Bertulessi rappresenta in Italia una serie di aziende tedesche di piccola e media dimensione che operano nel settore della meccanica industriale.
«Siamo entrati in contatto con Bergamo Sviluppo perché volevamo cambiare la tipologia della nostra attività, ovvero con l’intenzione di dedicarci anche alle aziende italiane interessate a entrare nel mercato tedesco – dichiara Giuseppe Bertulessi -. Un supporto specifico e mirato per affrontare i Paesi di lingua teutonica, Germania, Austria e Svizzera tedesca. Quando c’è da vendere un componente tecnico in questi Paesi, ci poniamo come partner intermediatori specializzati. Lavoro da 25 anni con il mercato tedesco. I primi dieci anni sono stati dedicati a promuovere l’export delle aziende lombarde, da 15 anni a questa parte opero esclusivamente per le aziende tedesche che posizionano i loro prodotti in Italia».
Un bagaglio di esperienza complesso e articolato, la capacità di coniugare la conoscenza tecnica con il contesto linguistico, il modo di pensare e concepire. Un mix decisivo per lavorare bene e avere successo.
La scintilla innovativa è scattata durante il Focus Group organizzato nell’ambito dei Progetti Territoriali, a Treviglio, quando a Giuseppe Ber-tulessi e Birgit Eger è stata data la possibilità di aderire al progetto e ottenere poi consulenze mirate. Tappa successiva il colloquio con i consulenti messi a disposizione da Bergamo Sviluppo, con i quali sono state definite le strategie di intervento.
«Il consulente esterno ci è stato assegnato a giugno, con un mese di anticipo sulla data prevista – racconta soddisfatto Bertulessi – Un pacchetto di 20 ore che abbiamo utilizzato per l’analisi e l’ottimizzazione dell’attività. In particolare si siamo concentrati sulla comunicazione, lavorando sui contenuti  del sito web (www.4ec.it), realizzando una brochure informativa e creando una pagina pubblicitaria destinata a riviste di settore».

Almé
“Elettr”,  l’impiantistica ha la vetrina sul web

Il ramo dell’impiantistica elettrica ha subito nel tempo rapide evoluzioni legate alla progressiva introduzione sul mercato di componenti elettronici sempre più avanzati. Ne sa qualcosa la famiglia Zambelli che ad Almè si occupa di impianti e vendita di materiale elettrico. Alain, 28enne perito elettrotecnico, ha rilevato da gennaio di quest’anno, modificando la ragione sociale, l’attività avviata dal padre quarant’anni or sono. Come dire dalle valvole e transistor ai microcircuiti integrati odierni. Il negozio, situato in un punto di passaggio lungo la strada provinciale e dunque in posizione privilegiata, contribuisce a “tenere su” il fatturato. Ma l’attività prevalente è la realizzazione di impianti elettrici civili e industriali. La Elettr di Zambelli Alain, con due dipendenti, ha avvertito la necessità di operare un cambio di passo nel periodo attuale certamente non facile per le committenze. I consigli ottenuti tramite le consulenze ottenute dal progetto di Bergamo Sviluppo, attraverso i primi contatti avviati a marzo scorso e un’analisi a 360 gradi dell’attività mirata a individuare le possibili innovazioni, si sono indirizzati sulla revisione e sull’accrescimento della visibilità sul web, punto debole da trasformare in elemento strategico.
«Stavamo per prendere in considerazione come riposizionarci sul web – racconta Alain Zambelli – poi i consulenti di Bergamo Sviluppo ci hanno convinto pienamente che questa fosse la strada da seguire. Avendo un’attività avviata, ha aiutato molto il passaparola. Ora però siamo in procinto di mettere in rete una revisione del nostro sito (www.elettricazambelli.it), che è nelle ultime fasi di sviluppo. Il progetto è stato sviluppato per presentare e promuovere l’attività in modo completo, anche attraverso la documentazione fotografica dei lavori svolti». Impianti di videosorveglianza e antintrusione, fotovoltaici e automazione, reti Ethernet, impianti ricezione tv, quadri elettrici e vendita materiale elettrico: questa l’offerta di Elettr che si completa con l’attività di riparazione e la nuova presenza sul web può essere un modo per dare maggiore slancio all’attività.

Serina
Da Paganì protagonisti gli antichi sapori

La laboriosità della Valle Serina sposa la creatività per cercare nuovi spazi di mercato alle attività tradizionali. I Progetti Territoriali di Bergamo Sviluppo hanno rappresentato il supporto ideale per gli obiettivi di Daniele Cavagna, 31enne che con papà Gianmario gestisce a Serina l’azienda di famiglia, Paganì Antichi Sapori, fondata nel 2002 ma che parte dal nonno.
«Paganì è il soprannome di famiglia – spiega Daniele -. Siamo selezionatori e commercianti di prodotti tipici, in particolare formaggi e salumi della zona, che cerchiamo di valorizzare organizzando vari eventi, come degustazioni, visite nelle cantine bergamasche, cene a tema in collaborazione con ristoranti delle Valli Brembana e Serina. Vorremmo estendere il raggio di azione, avendo la possibilità di proporre formaggi di lavorazione artigianale, introvabili altrove, prodotti in quantità limitata ma dalle qualità organolettiche garantite. Una proposta che villeggianti e turisti apprezzano particolarmente allorquando ne scoprono la prelibatezza».
L’azienda possiede già un sito di vendita online (www.autoridavino.eu/shop). Difficile posizionarlo in rete, motivo per cui è stato chiesto aiuto a Bergamo Sviluppo con l’obiettivo di migliorarne la comunicazione.
La partecipazione ai Progetti Territoriali ha prodotto una nuova idea: riuscire a rendere appetibile l’offerta dei prodotti tipici e nel contempo comunicare in maniera chiara e accattivante i servizi che possono associarsi alla scoperta del territorio della Valle Serina.
«Stiamo cercando di mettere in rete le aziende familiari del nostro territorio per creare pacchetti completi di soggiorno e servizi, a partire da mia moglie che gestisce un bed&breakfast, mio cognato e mio fratello gestori di un’azienda agricola che produce latte d’asina e lo fornisce per una serie di derivati, come cioccolatini, biscotti, creme per la pelle – dice Daniele -. Possiamo inoltre organizzare escursioni a dorso d’asino o passeggiate e attività sportive in montagna con il supporto di mio fratello Mattia, che è guida alpina».




La Fimaa: «Il governo tagli le tasse sul mattone o si chiude»

“Il mondo cambia a ritmi frenetici: per stare al passo il comparto immobiliare necessita meno tasse sul mattone, maggiori agevolazioni sull’acquisto delle prime case e un fisco equo che non disorienti i cittadini invogliandoli ad evadere. Il Governo deve ascoltare il nostro grido, che è il grido di migliaia di operatori del settore o la stagnazione continuerà a far chiudere centinaia di agenzie immobiliari in tutto il Paese”: è l’allarme lanciato da Valerio Angeletti, presidente nazionale Fimaa-Confcommercio. “Negli ultimi 18 anni – continua Angeletti – il Pil mondiale è sempre cresciuto e il Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, anche se ha tagliato le stime di crescita del commercio globale 2014 dal +4,6% al +3,1%, conferma segnali positivi anche per il 2015. Mentre in Italia, in quasi vent’anni, il Pil è diminuito del 25% circa, con la conseguenza che il mercato immobiliare e la concessione del credito sono ormai al palo. Le motivazioni di tale disastro le conosciamo tutti: politiche economiche sbagliate, credit crunch, burocrazia, giustizia incerta e pressione fiscale alle stelle. Il risultato sono paura nell’investimento, fuga di capitali all’estero, delocalizzazione, fallimento delle imprese con centinaia di agenzie immobiliari che chiudono e la stagnazione che impera”. “Ma il mondo, a partire proprio da questi dati – continua Angeletti nella sua riflessione – non sembra essere in crisi, bensì appare ricolmo di energie e possibilità che altri Paesi usano. Pertanto occorre attrarre in Italia tali energie positive, dando senso al presente attraverso la costruzione del futuro. Il mondo è cambiato e anche noi dobbiamo adeguarci al cambiamento. Esso è il nostro futuro, è la parte che genera profitto. Cambiare significa anche comprendere che oggi vendere un immobile vuol dire vendere l’idea stessa di abitare. Un’idea dell’abitare che va oltre il vecchio modo di fare mediazione e che va nella direzione di offrire al potenziale acquirente una proposta che punta sulle sue necessità, una proposta che offra servizi e soluzioni sempre più a sua misura. E per far ciò è di sicuro necessario fare rete in modo da diffondere tra gli operatori conoscenza, esigenze del cliente e know how, ma soprattutto occorrono politiche di diminuzione della pressione fiscale che diano ossigeno alle imprese. Servono tasse eque e certe per dar slancio al settore immobiliare o qui si chiude”.




“Scegliere di cambiare”, gli imprenditori fanno il punto con Renzi

L’assemblea generale di Confindustria Bergamo, dal titolo “Scegliere di cambiare”, sarà come sempre un’occasione importante per fare il punto sullo stato di salute delle industrie bergamasche, alle prese con una crisi di portata storica, che hanno tuttavia scelto in buona parte di percorrere la via dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, elementi riconosciuti centrali per mantenere e guadagnare competitività. Non a caso l’evento, in programma il 13 ottobre nello stabilimento della Persico di via Marconi a Nembro, nel recuperato stabilimento ex Comital, in continuità con le assemblee “fuori sede” degli ultimi anni che hanno visto gli imprenditori riuniti nell’aeroporto di Orio al Serio, alla Tenaris a Dalmine e al PalaFacchetti di Treviglio, sarà aperto dalla premiazione del concorso Odysseus, dedicato alle piccole e medie imprese, pensato a cadenza biennale per mettere in luce l’eccellenza bergamasca di chi fatica di più a destinare risorse specifiche e personali all’innovazione e allo sviluppo, ma ha tuttavia colto l’importanza della ricerca di nuovi traguardi nei diversi ambiti aziendali.
Fulcro dell’assemblea, che comincerà alle 14,30 e verrà movimentata anche dalla presenza di circa 400 giovani studenti degli ultimi anni delle scuole superiori bergamasche, sarà però inevitabilmente l’intervento del presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, che ha inserito l’evento nella sua agenda e dovrebbe essere presente, salvo impegni istituzionali dell’ultima ora, per tenere acceso il dibattito su temi caldissimi per il mondo dell’impresa, dall’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori in vigore per le aziende oltre la soglia dei 15 dipendenti che sancisce il reintegro del lavoratore licenziato “senza giusta causa”, allo smobilizzo del trattamento di fine rapporto, poco gradito alle imprese, e più in generale sulle misure per risollevare un’economia sempre stagnante, nonostante i vincoli di bilancio e gli sguardi fissi dell’Europa preoccupata dai nostri brutti conti.
Un quadro certamente difficile dove però, come ha sottolineato il presidente di Confindustria Bergamo Ercole Galizzi, che terrà la sua relazione verso le 16, non manca qualche elemento positivo, per esempio gli ultimi dati bergamaschi su produzione e sull’export che fanno pensare a uno scenario favorevole per chi è collegato ai mercati internazionali, anche se resta la ridotta visibilità degli ordini sul futuro, continuano a stentare le assunzioni e preoccupa il dato della disoccupazione giovanile, molto alta anche nei nostri territori. Nel secondo trimestre dell’anno le esportazioni sono infatti cresciute del 4,6% rispetto ai primi tre mesi del 2014, evidenziando buoni risultati in Europa, in Africa e nelle Americhe, contribuendo a mantenere positiva la bilancia commerciale del primo semestre.
Luci di speranza vengono anche dalle aziende messe in luce grazie al concorso Odysseus, appuntamento biennale dedicato all’innovazione in tutti i diversi ambiti aziendali, che ha visto in gara 63 progetti, di cui 23 finalisti, fra i quali saranno scelti 6 vincitori nelle categorie innovazione di processo, innovazione di prodotto, innovazione nella funzione d’uso, responsabilità e risorse umane, crescita d’impresa e internazionalizzazione, comunicazione d’impresa.
I lavori proseguiranno poi con la tavola rotonda, prevista alle 17, alla quale parteciperanno il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, presenza ormai consolidata agli appuntamenti assembleari bergamaschi, il vice-presidente di Confindustria per la ricerca e l’innovazione, nonché presidente di Expo 2015 spa, Diana Bracco, il rettore dell’Università di Bergamo e presidente CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Stefano Paleari. Modererà il dibattito il presidente di BergamoScienza Mario Salvi. Partecipazioni che confermano la centralità della riflessione sui temi dell’innovazione, della ricerca, dell’università e della formazione, quali principali motori propulsivi per il territorio e le sue imprese.




Optika, dopo lo sbarco in Cina mette radici anche negli USA

nella foto: Pietro Oliveri

Optika è un'azienda leader nel mondo nella produzione e distribuzione di microscopi ottici e strumentazione scientifica per laboratori di chimica, fisica e biologia nelle scuole, oltre che nell'industria, nell'ambito della ricerca e negli ospedali. La società, fondata da Gregorio Oliveri nel 1971, è oggi amministrata dal figlio Pietro insieme alla moglie Simona Grossi. Il boom è avvenuto nei primi Anni Novanta con lo sviluppo della miscroscopica. La produzione e distribuzione avviene a Ponteranica, dove sono impiegati un centinaio di dipendenti.
Sue succursali europee per distribuzione e assistenza tecnica si trovano a Mataro, in Spagna, e a Budapest, in Ungheria, ciascuna con 10 dipendenti. A Long Island, negli Stati Uniti, ha appena aperto una sede commerciale con una dozzina di addetti, centro che si aggiunge a quello già attivo a Shanghai, in Cina. Il fatturato si aggira sui 15 milioni di euro (solo la centrale italiana), a cui si aggiungono i 5 prodotti dalle quattro succursali.
Oliveri, la sua impresa è l'ennesima conferma dell'importanza dei mercati esteri…
“La globalizzazione è una grande opportunità per tutti. Permette di sopravvivere e crescere, espandendo i propri mercati. Oggi ce la fa chi si dà da fare nell'export. Il lato negativo è la conseguente invasione dei prodotti cinesi che hanno stracciato i prezzi”.
Nel caso di Optika, che peso hanno le esportazioni?
“Coprono il 90 per cento del fatturato attuale. All'inizio ci rivolgevamo al solo mercato italiano. Il microscopio allora era un prodotto di nicchia, oggi è un oggetto di consumo dal prezzo molto più basso rispetto al passato. Fino agli Anni Novanta il mercato interno era buono, c'erano ingenti investimenti del governo nei settori della ricerca, della scienza e negli ospedali. Poi, dopo l'inchiesta Mani pulite, c'è stato il blocco dei finanziamenti. Si salvano alcune regioni del Sud, come Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, che hanno ricevuto ingenti fondi comunitari. Il premier Matteo Renzi ha promesso che entro dicembre destinerà 900 milioni di euro per modernizzare le scuole in tutta Italia. Vedremo”.
Dunque, si intravede uno spiraglio.
“Me lo auguro. Da quarant'anni abbiamo a che fare con il mondo scolastico. In Germania, Francia, Svezia e Inghilterra, per citare alcuni esempi, si punta molto sulla formazione che permette di far progredire un Paese. Da noi, al contrario, c'è troppo immobilismo. A mio parere, nella scuola andrebbe limitata l'influenza dei sindacati e dei genitori, eliminati i concorsi e introdotte sponsorizzazioni private. I presidi devono avere libertà di assumere e licenziare e il loro operato deve essere valutato da commissioni ministeriali. Mia cognata, 40 anni, biologa, è precaria al Gaslini di Genova. Il suo stipendio è pagato da Telethon. Un'elemosina raccolta in tv. Questo dimostra quanto poco conti la salute dei nostri figli”.   
Qual è la situazione dei pagamenti?
“Gli enti pubblici, come gli ospedali, faticano a pagare. Altro che  60 giorni, la norma è un anno e mezzo ed è capitato anche quasi il doppio”.
Anche se la crisi economica non ha toccato il suo comparto, come vede il mercato in generale?
“Il settore scientifico e della microscopica è in crescita. Un dato positivo per le pochissime aziende produttrici in Europa. I Paesi con maggiori disponibilità e che richiedono nuove tecnologie? Sono quelli mediorientali.
E l'Italia?
"Anche se l'Istat segnala un miglioramento nel nostro Paese, per me non va bene e peggiorerà perché non esistono risorse, manca il mercato”.
E come lo si può sviluppare?
“I consumi ripartono solo se la gente ha soldi da spendere, dunque se ha un lavoro e magari ben retribuito. Il lavoro, ciò che porta benessere, lo creano le aziende che devono essere considerate un bene da preservare, come accade in Germania, Giappone e Stati Uniti. Non come un limone da spremere, come in Italia, per mantenere le forme parassitarie dello Stato e del parastato”.
Come si possono evitare gli sprechi?
“Nel modo più semplice: evitandoli come fa una normale famiglia.
Eppoi, sprechi è una parola troppo buona. Io dico evitare di rubare, è più chiaro. Nell'apparato statale quando c'è una spesa superflua, è sempre per il tornaconto di qualcuno. Non è uno spreco, è furto di denaro pubblico”.
Un buon manager, quale dote deve possedere?
“La capacità di scegliere validi collaboratori. Se non si delega non si cresce”.
L'imprenditoria resta un mestiere prettamente maschile. Come può far carriera una donna?
“Il nostro caso è in controtendenza. Io e mia moglie, Simona Grossi, siamo soci, con pari poteri e obblighi. O meglio, a me tocca la parte commerciale, a lei la gestione finanziaria. Un po' come succede nelle case”.
Imprenditore di successo si nasce o si diventa?
“Non si impara a scuola a gestire un'azienda, anche se alcune lauree possono affinare le capacità. E' indispensabile avere lungimiranza e capacità di valutare i rischi. E poi tanto buon senso".




Allattare al seno, anche l’Ascom promuove i Baby Pit Stop

nella foto: Claudia Marrone, prima a sinistra, alla presentazione del progetto 

La sala per l’allattamento pronta a fare da modello cittadino è stata inaugurata dall’Asl nella sede di via Galliccioli, arredata grazie al contributo dell’azienda bergamasca Foppapedretti e resa più accogliente e rilassante da colori pastello alle pareti, una comoda poltrona e un morbido cuscino a ciambella per l’allattamento.
Bastano piccoli accorgimenti per accogliere mamme e bambini ed entrare a far parte del circuito Baby Pit Stop. Piccole aree ed ambienti a misura di bimbo possono essere creati oltre che all’interno di strutture materno infantili (ospedali, consultori, nidi) anche in spazi pubblici commerciali e non (bar, ristoranti, negozi, farmacie, supermercati e via dicendo), che per la loro distribuzione territoriale possono costituire un’importante rete di sostegno alla donna che allatta e che si trova fuori casa col proprio figlio. «L’allattamento al seno richiede una “catena calda” di sostegno, entrando a far parte, oltre che nella nostra cultura e società, nelle nostre attività – spiega Claudia Marrone, presidente del Gruppo Terziario Donna dell’Ascom -. Per creare un Baby Pit Stop basta poco: una comoda sedia o poltroncina e un fasciatoio o un tavolo o altra superficie per il cambio del bambino, che non richiedono grandi spazi o investimenti. Chi può contare su ambienti più grandi può dedicare anche un’area al gioco dei più piccoli, andando a caratterizzare ulteriormente la propria attività rendendola davvero a prova di bambino. In ogni Baby Pit Stop saranno presenti anche opuscoli informativi dell’Unicef e materiale utile ad ogni mamma. Ci aspettiamo un buon numero di adesioni ed un’attenzione particolare da parte delle mamme imprenditrici».
Per entrare a far parte del circuito Baby Pit Stop le imprese associate all’Ascom devono fare pervenire la loro adesione compilando l’apposita scheda di iscrizione (scaricabile anche dal sito associativo www.ascombg.it) ed inviandola entro il 31 ottobre via mail o fax (soci@ascombg.it; fax 035 249848). Per maggiori informazioni, tel. 035 4120304.

Allattare un bambino è un gesto semplice e naturale che le mamme dovrebbero poter fare ovunque, anche se a volte in città risulta difficile. Non esistono orari, né un numero definito di poppate nell’arco della giornata ed è impossibile per ogni donna prevedere dove e quando il bambino chiederà di nutrirsi. Il progetto Baby Pit Stop (BPS), che prende il nome dal cambio gomme e pieno di benzina che viene effettuato in tempi rapidissimi durante le gare automobilistiche di Formula Uno, consente alle mamme sempre di corsa di contare su punti di appoggio e luoghi pensati per “fare il pieno di latte e il cambio di pannolino”.
Il progetto vede impegnata in prima fila l’Asl di Bergamo con l’inaugurazione nella sua sede di via Galliccioli di una sala “a prova di neonato” in occasione della settimana mondiale dell’allattamento materno, evento celebrato con la mostra fotografica ospitata nell’atrio “Noi allattiamo!”, che immortala in scatti commoventi un fondamentale momento di contatto tra madre e figlio. Tutte le mamme di Bergamo o di passaggio, oltre ovviamente alle dipendenti dell’azienda sanitaria, possono perciò da oggi contare su uno spazio attrezzato con sedia, fascia allattamento, fasciatoio, mastosuttore e frigorifero per garantire l’estrazione del latte con il massimo comfort a chi deve conciliare poppate e orari di ufficio. La sala è l’archetipo degli altri spazi che nasceranno in città, che vede Bergamo aderire al progetto Unicef “Comunità amica dei bambini” e al Workplace Health Promotion – Whp, promosso dalla Regione. Grazie all’impegno del Gruppo Terziario Donna dell’Ascom saranno messi a disposizione nuovi angoli e ambienti accoglienti – oltre che riservati – con cui negozi e imprese daranno il benvenuto ad ogni madre che allatta il suo bambino.
«Non potevamo non fare noi come Asl un primo passo concreto per incentivare un fondamentale gesto di salute in una provincia che ha particolare bisogno di essere sensibilizzata su questo tema, dato che Bergamo è il territorio in cui si allatta meno in Lombardia – ha spiegato Mara Azzi, direttrice dell’Asl di Bergamo -. L’allattamento è una forma di prevenzione fondamentale per la salute fisica e psichica e non può essere interrotta dal ritorno al lavoro, tra i principali motivi che portano ad abbandonare un gesto che, come raccomandano Unicef e Organizzazione Mondiale della Sanità, andrebbe prolungato ben oltre i primi mesi di vita dei bambini».
L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bergamo Maria Carolina Marchesi ha sottolineato l’importanza del progetto: «Le immagini della mostra celebrano la gioia dell’allattamento, regalando attraverso immagini scattate nei consultori presenti nel territorio la grande emozione e serenità di questo insostituibile momento che lega madre e figlio – ha affermato -. L’obiettivo ambizioso è quello di dare vita ad una Comunità Amica dei bambini, come dal progetto Unicef, mostrando una particolare attenzione e cura al rapporto madre e figlio e ad uno dei momenti più particolari che ogni donna vive». Per creare ambienti adatti non servono grandi spazi né investimenti: «Bastano una sedia, un tavolo o un fasciatoio – ha ribadito Anna Pagnini, presidente del Comitato provinciale Bergamo dell’Unicef – per concedere alle mamme il comfort e la privacy necessari per nutrire i loro figli. Ci impegneremo personalmente a visitare i Baby Pit Stop, oltre che a continuare a incentivare l’allattamento. Se esistesse un farmaco facilmente trasportabile e sempre disponibile faremmo tutti la coda in farmacia: il latte materno è questo e molto di più e va promosso».
Vedere una donna allattare in pubblico è ancora un tabù, come del resto riportano spesso i media, con casi in cui le madri vengono allontanate dai luoghi in cui stavano allattando i propri bambini. «L’allattamento deve essere accolto nella comunità come pratica naturale oltre che salutare – ha evidenziato Maria Enrica Bettinelli, responsabile Pediatri di famiglia e progetti per la salute materno infantile dell’Asl di Milano, oltre che responsabile dell’iniziativa Comunità Amica dei Bambini per l’allattamento materno di Unicef Italia -. Purtroppo nella nostra società il seno viene rappresentato dalla pubblicità per il suo richiamo erotico e non come prima risorsa di salute per le sue generazioni. Il percorso che porta a diventare Comunità amica dei bambini ci avvicina alle realtà più evolute del Nord Europa e contribuisce ad accogliere nella quotidianità il gesto più naturale del mondo». L’assessore regionale all’Ambiente Claudia Maria Terzi, portando i saluti dell’assessore alla Salute Mario Mantovani, ha invocato una moltiplicazione dei Baby Pit Stop in Bergamasca: «La scelta di allattare o meno è per molti versi obbligata dalla difficoltà di conciliare i tempi di lavoro, oltre che dall’assenza di spazi idonei. I Baby Pit Stop sono fondamentali luoghi di supporto alle mamme e, perché no, anche per i papà, oltre che un ulteriore sostegno che si affianca a quello portato avanti dai consultori nel territorio». Allattare è una pratica sostenibile e che tutela l’ambiente, come ha ricordato il coordinatore ostetrico ginecologico dei consultori Asl Fiorenza Cartellà: «Oltre che dare ai neonati più garanzie di salute e benessere, allattare al seno fa risparmiare carta, vetro ed energia. Bisogna creare e diffondere una maggiore cultura dell’allattamento a partire dagli ospedali, dalla prima poppata che accompagna i primi momenti di vita di ogni neonato».




Passeggiar Gustando, il gran cuore di Treviglio

Oltre 3.500 assaggi serviti e 6.100 euro raccolti a favore del “Comitato Due Ambulanze per la Croce Rossa”. Sono questi i numeri della nona edizione di Passeggiar Gustando, la manifestazione promossa a Treviglio dai dettaglianti alimentari dell’Ascom – gastronomi, salumieri, macellai e fruttivendoli -, dalla Pia Unione San Lucio e dai panificatori dell’Aspan, con la collaborazione della Scuola di Panetteria e Pasticceria Abf Treviglio. Ad inaugurare i 27 stand, all’opera per offrire ai bergamaschi i prodotti tipici del territorio, il presidente dell’Ascom (e della Camera di Commercio) Paolo Malvestiti, il vicedirettore Oscar Fusini, il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni, il presidente della Croce Rossa Massimo Gatti, il presidente della Coldiretti Alberto Brivio, il direttore dell’Abf Silvano Baretti e Roberto Ghidotti, presidente del Distretto del Commercio di Treviglio. Al taglio del nastro, alle 11.30 dopo i discorsi di rito, sono state consegnate alla cittadinanza due ambulanze di ultima generazione con tanto di suono della sirena, acquistate grazie all’impegno del presidente Giovanni Enrico Bresciani, affiancato da Lino Ronchi, Laura Crippa e Roberto Fabrucci. La manifestazione è stata salutata anche dalla visita del vicario episcopale monsignor Francesco Carnevali e di monsignor Giovanni Buga decano di Treviglio.
I presidenti e i rappresentanti di categoria Mauro Rocchi (gastronomi e salumieri), Ettore Coffetti (macellai), Livio Bresciani (fruttivendoli), Massimo Ferrandi (Aspan) e Pierantonio Chiari (Pia Unione San Lucio) hanno unito le forze per servire con una squadra di insostituibili collaboratori risotto e farro alla loanghina e taleggio, orzotto, polenta taragna, formaggi, salumi, salamelle, tagliata di manzo, uva e frutta, frittelle di mele (grazie all’impegno di Rosita e Tina Mazzadi), pane Garibalda, torta di Sant’Alessandro e Turta de Treì (offerta dal Caffè Milano) ed altri prodotti da forno artigianali preparati dai ragazzi dell’Abf di Treviglio. Ad accompagnare i piatti i vini Valcalepio Doc (rosso e bianco) e acqua e bevande Fonti Bracca.
Consistente la lista della spesa per servire gli assaggi: 30 chili tra riso e orzo, 20 chili di farina per la polenta taragna, 2.000 panini, 60 chili di salamelle e 10 di tagliata, 450 chili di frutta (300 solo di uva), 200 pizzette e focaccine, 300 pasticcini, 20 filoni di Garibalda, 4 teglie di Torta di Sant’Alessandro e quasi 500 porzioni di Turta de Treì, andata letteralmente a ruba.
Musica e spettacoli hanno accompagnato il lavoro degli alimentaristi: dalle 11 alle 13,30 si sono esibiti i Ka Da Bra, mentre dalle 15 alle 18 un duetto di pop italiano e jazz ha intrattenuto i passanti nel centro. 




Negozi e Internet, «rivoluzione inarrestabile»

Un’ampia maggioranza di consumatori (76%) e di imprenditori (66%) ritiene che i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente, trasformando, a differenza dell’online, in un’esperienza di acquisto quel comportamento che fino a ieri era considerato soltanto un semplice gesto. È il dato che emerge dall’indagine realizzata dalla Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche per presentare la nuova guida della collana Le Bussole dedicata a “I negozi nell’era di Internet”. Un tema cruciale secondo la federazione per orientare «i tanti commercianti che ogni giorno alzano la saracinesca in un contesto sempre più competitivo e i giovani che vogliono cimentarsi in questa professione». La strada è tracciata. «Si andrà più verso Internet, e-commerce, mobile, social, e non meno, anche in Italia – afferma la guida -. Internet è una rivoluzione inarrestabile. Restare fuori non è più un’opzione possibile per nessun tipo di attività commerciale, men che meno per un piccolo negozio. Questo non significa necessariamente vendere online, almeno non subito, ma significa essere presenti e giocare la propria partita anche sul web, seguendo regole e consuetudini proprie del nuovo mezzo». Internet e il digitale – se correttamente utilizzati – rappresentano, dunque, strumenti di vantaggio competitivo (e anche di riduzione dei costi) in grado di “arricchire” il negozio fisico, rafforzandone gli elementi chiave e rendendolo più visibile, efficiente, competitivo. I negozi fisici, del resto, hanno alcune caratteristiche distintive che nessun player online potrà mai copiare: il fatto di essere lì, sulla strada, gestiti da persone in carne ed ossa che vivono nella stessa comunità, sullo stesso territorio del cliente. Ecco intanto la fotografia scattata dalla ricerca.

Prezzi e possibilità
di confronto premiano l’on line

Il 55,6% dei consumatori dichiara di aver fatto almeno una volta un’esperienza di acquisto on line. Di questi, oltre la metà (il 51,2%) ha acquistato su siti di e-commerce specializzati, il 21,4% su siti dove si possono comprare o vendere un bene/servizio sia nuovo che usato, il 18,3% su siti di grandi catene commerciali che hanno anche negozi fisici tradizionali, il 9,1% su siti dedicati ai gruppi d’acquisto che consentono, tramite i coupon, di acquistare beni e servizi a prezzi scontati.
Le ragioni dell’acquisto on line sono legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete (65,8%), alla possibilità di confrontare i prezzi (50,5%), all’ampia scelta dei prodotti (47,8%). Altri fattori importanti, ma considerati secondari rispetto ai primi, sono la possibilità di acquistare quando e da dove si vuole. Prima di acquistare on line ci si informa soprattutto visitando il sito ufficiale del produttore o leggendo recensioni sui siti specializzati.

I “contro”? Non poter provare il prodotto
né interagire con il venditore

Tra i consumatori che non hanno mai acquistato on line (44,4%), tre su cinque motivano questa scelta in prevalenza con l’impossibilità di provare il prodotto desiderato o la scarsa fiducia nei siti on line. Altre ragioni importanti riguardano l’impossibilità di interagire con una persona fisica (venditore, commesso); l’assenza di una connessione ad Internet; l’impossibilità, una volta effettuato l’acquisto, di portare subito via il prodotto; il timore di lasciare i dati della propria carta di credito; il timore che il prodotto arrivi danneggiato o comunque non conforme alla descrizione presente sul sito, l’idea che possa risultare complicato restituire il prodotto in caso di insoddisfazione.

Forte il ruolo della rete come
guida agli acquisti

In ogni caso il web ha oggi un impatto largo, profondo ed esteso sui comportamenti dei consumatori. Infatti, anche per chi non acquista su Internet, la rete ha assunto un fondamentale ruolo di “guida degli acquisti” che si intendono compiere. Il 54,9% dei consumatori dichiara di aver cercato un prodotto su internet prima dell’acquisto in un negozio tradizionale.
Per quanto riguarda le tipologie di consumatori, l’acquirente tradizionale è soprattutto donna, di età superiore ai 45 anni, coniugata o convivente, residente in comuni superiori ai 40mila abitanti; l’heavy e-shopper è principalmente uomo, sotto i 45 anni, non coniugato e residente in famiglia, residente in comuni con meno di 40mila abitanti.
Le motivazioni per comprare in un negozio fisico cambiano molto tra acquirenti tradizionali (che non hanno mai comprato online, per i quali la fiducia nel venditore e la fedeltà nei confronti di un negozio sono ancora valori importanti, insieme alla verifica dell’oggetto da acquistare e alla relazione con una persona fisica) e gli heavy e-shoppers (coloro che hanno comprato 5 o più beni online negli ultimi 12 mesi, che danno molto valore alla verifica dell’oggetto da acquistare e alla possibilità di averlo subito).

Imprese commerciali,
ancora scarso l’uso dei social network

Passando ad analizzare il rapporto tra commercianti e Internet, il 40,6% delle imprese dichiara di avere un sito web, percentuale che è molto più elevata per le imprese con oltre i cinque addetti (75%). Il 73,7% delle imprese che hanno un sito web dichiara di utilizzarlo esclusivamente come vetrina, mentre il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico, collegato per altro all’attività di vendita del negozio fisico.
Soltanto il 19,3% delle imprese utilizzano i social network per la propria attività aziendale. Tale percentuale sale al 33,3% per le imprese con oltre cinque addetti.
Bassa anche la percentuale delle imprese che partecipano ad iniziative di vendita tramite siti di e-commerce specializzati (15,6%), aggregatori (13%), couponing (5,5%). 




Sci, la rivincita delle piccole stazioni

In un mercato sciistico saturo come quello alpino la concorrenza aumenta e le piccole stazioni si trovano a competere con i grandi comprensori che moltiplicano i servizi per attrarre nuovi clienti. Le piccole località, grazie al web e alla comunicazione, possono però inventarsi nuove stagioni e valorizzare la loro dimensione più autentica. Sulle Alpi, dalla Francia a Livigno fino ai nostri Piani di Bobbio-Valtorta (che molti davano per morti dieci anni fa), non mancano esempi virtuosi. E, per una volta, Svizzera e Trentino non sono da prendere a modello, come mostrano alcuni casi presentati in occasione del Forum Alpinum di Darfo Boario Terme, in occasione del workshop “Piccoli comprensori sciistici: come essere competitivi in un mercato maturo”, moderato dal professore Andrea Macchiavelli, direttore del CeSTIT (Centro Studi per il Turismo e l’Interpretazione del Territorio) dell’Università di Bergamo.

Valtorta – Piani di Bobbio
Bus dal centro di Milano e ski-pass on line, così si conquistano i turisti di giornata
Il comprensorio diffuso dei Piani di Bobbio-Valtorta è la terza stazione sciistica lombarda nonostante la sua capacità ricettiva rasenti lo zero. «Non abbiamo neanche un posto letto, non raggiungiamo alte quote eppure grazie al turismo di giornata e di prossimità registriamo record di presenze, soprattutto nel fine settimana – spiega Massimo Fossati, ad di Itb (Imprese Turistiche Barzesi) Valsassina e presidente Anef Lombardia -. La nostra posizione ci consente di rivolgerci ad un bacino enorme di visitatori come quello lombardo: 10 milioni di persone che possono raggiungere le nostre montagne in poco tempo». In questi anni il comprensorio diffuso Piani di Bobbio- Valtorta ha lanciato un servizio navetta da Piazza Castello nei fine settimana con lo slogan “La neve più vicina a Milano siamo noi!”: «Abbiamo portato sulle nostre piste con pacchetti vantaggiosi e orari comodi, come il rientro a Milano alle 17, oltre 3mila persone lo scorso anno – continua Fossati -. Lavoriamo molto sulla comunicazione in tempo reale del meteo e delle condizioni delle piste, fattori fondamentali per il turista di passaggio. Nonostante le Prealpi siano sempre a rischio per lo stato della neve, in quattro giorni grazie all’investimento in impianti di innevamento siamo in grado di imbiancare la maggior parte del comprensorio. Grazie a Facebook e ai social network siamo in costante contatto con i nostri clienti». Oltre alle rassicurazioni su meteo e neve, il fattore tempo per chi si muove in giornata è fondamentale: «Diamo la possibilità di acquistare ski-pass on-line e di ricaricare le tessere già in possesso, così si evitano code in biglietteria».
Il comprensorio diffuso è a misura di famiglia, cliente-target dei Piani di Bobbio-Valtorta, le cui esigenze hanno ridisegnato impianti e piste: «Tutti si lamentano della scarsità di piste nere, ma in realtà la maggior parte opta per le rosse. Il nostro obiettivo è quello di fare sciare famiglie e bambini senza rischi. Ai Piani di Artavaggio abbiamo sostituito skilift con tappeti che garantiscono anche a chi non abbia mai preso gli impianti di raggiungere la quota. Grazie a questa scelta il sabato e la domenica contiamo su una media di 1.200 presenze. L’area dei Piani di Ernia, vicina al Lago di Lecco, è stata convertita per la sua posizione in un paradiso per gli amanti delle ciaspole. L’integrazione con il lago può rappresentare un atout vincente anche in futuro». Il record di presenze giornaliere rende il comprensorio particolarmente appetibile per le aziende che ruotano attorno allo sci, dall’abbigliamento alle attrezzature: «Realizziamo moltissimi eventi e iniziative promozionali con le più importanti aziende di sci attratte dal forte passaggio che registriamo ogni week-end». E con le loro piste adatte anche ai neofiti i Piani di Bobbio sono diventati il comprensorio di riferimento degli sciatori cinesi, provenienti in gran parte da Milano. «Le presenze a stagione si aggirano attorno alle 5mila unità, con punte di 400 sciatori cinesi a giornata. La nostra stazione ha conquistato anche questa particolare clientela poco avvezza alla neve e con scarsa dimestichezza con sci e scarponi, che si affida ad agenzie cinesi per l’organizzazione delle trasferte. Il cinese è un ottimo cliente: noleggia attrezzature da capo a piedi e non si fa mancare nulla, dal pranzo al ristorante all’assistenza del maestro di sci».

France Montagnes
Valorizzate autenticità e proposte di nicchia
Non esistono solo Chamonix e Courchevel: «Le piccole stazioni sciistiche hanno un ruolo fondamentale perché è proprio qui che si impara a sciare e ci si appassiona o si abbandona presto questo sport, che in Francia si pratica più che in tutto il resto d’Europa, con 53,5 milioni di sciatori siamo secondi solo agli Stati Uniti. La montagna crea economia: 150mila posti di lavoro non delocalizzabili», spiega Jean Marc Silva, direttore di France Montagnes, associazione nata quattro anni fa che raccoglie 350 stazioni sciistiche francesi dall’arco alpino alla Corsica. Fare sistema crea vantaggi per tutti: «La necessità di una promozione turistica forte si fece sentire alla fine del 1989: quell’anno non c’era neve e i comprensori decisero di creare l’agenzia di promozione Pam. Nel 2001 i comprensori fecero un ulteriore passo avanti, siglando un “patto assicurativo”: le stazioni sciistiche che avevano neve in abbondanza aiutano quelle alle prese con cattive condizioni metereologiche». Le piccole località francesi mostrano grandi strategie di marketing, grazie soprattutto al web: «Internet consente a tutti, anche alle località piccole, di esistere e di creare emozioni, eventi, specializzarsi in sport di nicchia, oltre che valorizzare le proprie bellezze paesaggistiche e la loro dimensione più autentica. Non bisogna più comunicare i chilometri di piste, ma la qualità della neve». Con lo slogan “Sainte Foy, J’y crois” e una forte campagna di promozione il piccolo comune della Savoia resiste alla concorrenza delle vicine e più famose Tignes e Val d’Isere: «Ha scelto di restare piccola e di innalzare la qualità del comprensorio sciistico, creando ad esempio molti fuori pista sicuri. Ha fatto della sua dimensione autentica e immersa nella natura una destinazione per una clientela d’alta gamma e prevalentemente straniera, con oltre il 60% di villeggianti dal Regno Unito». Autrans, tra le prime stazioni francesi per gli appassionati di sci di fondo è riuscita ad attrarre un maggior numero di visitatori grazie alla scelta del comprensorio diffuso, esteso all’Altopiano Vercors, alla creazione di eventi e a percorsi per altre attività nordiche. Sainte Pierre de Chartreuse ha invece puntato sulla corsa in montagna, tanto da diventare la prima in Europa per il trail e tra le prime 15 nel mondo.

Mottolino (Livigno)
Divertimento e adrenalina riportano i giovani in quota
Livigno, nel cuore delle Alpi, lontano da grandi centri e autostrade, resta una delle località più apprezzate, in grado di contare un milione di presenze in media ad ogni stagione invernale. In quest’area, dal versante opposto ai grandi alberghi e alle vetrine del centro, il comprensorio di Mottolino è riuscito a diventare, grazie ad un’abile operazione di marketing, una delle destinazioni irrinunciabili per i giovani e gli appassionati di free-style provenienti da ogni angolo del mondo. «Abbiamo creato uno dei principali snow park d’Europa che d’estate si trasforma in un’area per i biker più spericolati – spiega Marco Rocca, amministratore delegato di Mottolino Spa Livigno, mentre scorrono le immagini adrenaliniche del grande castello costruito per essere sfidato da free-styler con acrobazie ed evoluzioni in quota -. Dal 1999 ospitiamo eventi internazionali e non mancano manifestazioni culturali, come l’Ice Party con grandi concerti in quota. Ogni anno nel nostro comprensorio lo Sporting Spirit Ski Team promuove l’attività sciistica con attrezzature speciali per disabili e persone con problemi motori che possono conquistare la neve sugli sci». L’obiettivo di riportare i giovani in montagna con lo slogan Mottolino Fun Mountain si può dire più che mai riuscito: «Dal 1999 ad oggi abbiamo visto crescere le presenze del 20%, con un incremento del 75% degli stranieri, e, nonostante la crisi, negli ultimi quattro anni registriamo un + 10% sulle nostre piste. Il turismo estivo, specialmente legato alle mountain bike, ma anche alle famiglie con il Larix Park, un parco avventura in legno, inizia a farsi avanti. Le presenze fino agli anni scorsi erano davvero risibili, ma grazie alla comunicazione e al marketing siamo riusciti ad inventare una nuova estate per il Mottolino».

Svizzera non sempre felix
«In Ticino un futuro ancora tutto da scrivere»
La Svizzera – per quanto riguarda il cantone italiano del Ticino – non è per una volta da prendere ad esempio nella gestione delle micro-stazioni sciistiche. L’unico modello da seguire in quest’area è Monte Tamaro: «Ha smantellato gli impianti invernali ed è diventata una meta estiva in grado di intercettare molti turisti, attratti anche dalla Chiesa Santa Maria degli Angeli progettata da Mario Botta, oltre che da eventi, percorsi e parchi», spiega Charles Barras, vice direttore Ticino Turismo. Per le altre stazioni, in costante perdita, il futuro è invece tutto da scrivere: «È da diversi anni che si stanno facendo analisi e che Governo e Parlamento discutono progetti. Due studi economici sono giunti alla stessa conclusione: le stazioni lavorano in perdita e i “buchi” pesano sull’intera regione. È difficile pensare ad uno sviluppo delle stazioni: sono in concorrenza tra loro, fanno fatica data la bassa altitudine ad avere neve anche a Natale e hanno un’offerta per il turista davvero limitata». Risanare la situazione richiede un investimento di 56 milioni di franchi, smantellare gli impianti ne costa 11,5 milioni e concentrare gli interventi solo su una stazione 44,5 milioni. «Si è optato per salvare una stazione, ma in questi anni il Parlamento ha allargato ad altre località l’intervento, mentre il Governo invitava a concentrare risorse. In questo continuo braccio di ferro si è arrivati persino a pensare di obbligare le scuole a trascorrere le settimane bianche in Ticino… Il risultato è che non si è deciso nulla e le stazioni continuano a perdere denaro».