Figli contesi e adozioni. A Bergamo un convegno sui diritti dei bambini

immagine minori in primo pianoSi parlerà di figli contesi, bambini allontanati dalla famiglia, giovanissime vittime di violenze e di pedofilia e anche di diritti nelle adozioni da parte di coppie omosessuali, venerdì 27 marzo prossimo a Bergamo. A partire dalle ore 14 all’Auditorium del Liceo Mascheroni in via Alberico da Rosciate 2/1, si terrà il convegno “L’evolversi della tutela dei minori tra resistenze e innovazione” promosso dalla onlus ‘Minori in primo piano’ di Bergamo e dalla associazione nazionale Adiantum. Il convegno sarà un momento di incontro e scambio tra avvocati, psicologi, scrittori e genitori; l’occasione per conoscere meglio questi drammi, per fare il punto sul diritto della famiglia e, soprattutto, per ribadire con forza la necessità sempre più stringente di una maggiore tutela per i diritti dei bambini.
La giornata sarà presentata da Francesco D’Auria, presidente associazione ‘Minori in primo piano onlus’ e Giacomo Rotondi, presidente associazione Adiantum.
Interverranno, in tavola rotonda, Marino Maglietta, docente universitario dell’università di Firenze e presidente dell’associazione nazionale ‘Crescere insieme’, l’avvocato Marcello Adriano Mazzola, esperto in diritto civile e minorile, la dottoressa Simonetta Bellaviti, sostituto procuratore del Tribunale dei Minori di Brescia, il dottor Olindo Canali, giudice della sezione famiglia del Tribunale di Milano.
Alle ore 15.15 Fabio Nestola, presidente della Federazione Nazionale Bigenitorialità parlerà di ‘Affidamento condiviso: strategie di deroga. Bilancio a nove anni dal varo della riforma’.
Alle ore 15.45 Carlo Piazza, del gruppo legislativo di Adiantum, approfondirà ‘La deportazione giudiziale dei minori: cause ed effetti. Prassi della delocalizzazione dei minori nelle separazioni e la recente giurisprudenza in materia’.
Alle ore 16.15 sarà la volta dell’investigatore Dante Davalli che parlerà dei ‘Comuni modus operandi di pedofili e stalker’.
Alle 17.15 la psicologa giuridica e criminologa Sara Pezzuolo interverrà su ‘Diritti dei minori verso diritti dei grandi. Diritti di chi nelle adozioni da parte di coppie omosessuali?’. Alle 17.45 la psicologa psicanalista e ricercatrice Barbara Camilli affronterà il tema ‘Quale forma di ascolto per il minore?’. Di seguito, intorno alle 18.15, l’autrice Roberta Rocco presenterà il libro ‘Manuale di sopravvivenza per papà separati’; e alle 18.45 Antonella Dellapina presenterà ‘Nidi violati. Allontanamenti facili dai genitori, pensavi fosse impossibile?’. La partecipazione ė libera. Il convegno è accreditato dall’Ordine degli avvocato di Bergamo per quattro crediti formativi.
L’Associazione Minori in primo piano onlus ė nata a Bergamo circa un anno fa e offre sostegno morale, assistenza legale e supporto psicologico alle famiglie che si trovano in condizioni di disagio a causa di provvedimenti ristrettivi che hanno determinato situazioni di distacco dai figli, per eventi di fatto o per la difficoltà degli stessi di occuparsi dei figli dopo la separazione.
Adiantum è la più grande associazione italiana di tutela dei diritti civili di figli e genitori. Per informazioni sul convegno: francescoelia.dauria@libero.it.

 




Romano, negozi contro le strisce blu in piazza Fiume

Pietro Giussani, macelleria, via Tadini 60, aperta da trent’anni

Pietro Giussani - Romano di Lombardia rid
 Lei è il presidente dell’associazione dei negozi, qual è la situazione a Romano?

«Purtroppo la grande distribuzione sopperisce alle necessità della clientela. Noi ci perdiamo, ma a pagare lo scotto sono anche le generazioni future. Chi è quel giovane che oggi apre un’attività con tutti i costi che comporta? Magari all’inizio c’è l’entusiasmo, ma poi appena si alza la saracinesca sono spese su spese».

Quali sono i settori che, invece, funzionano?

«Bar e pizzerie da asporto. Lo Stato ha liberalizzato all’eccesso e oggi si vedono tabaccherie che accanto a sigarette e valori bollati offrono anche caffè e cappuccini. Un’assurdità, a mio parere, perché non ci si improvvisa barman».

Il sindaco vorrebbe installare le telecamere intelligenti, ovvero che leggono la targa, cosa ne pensa?

«È un modo per tutelare la zona a traffico limitato dall’entrata di chi non è autorizzato. Ma è un’iniziativa che mi lascia perplesso. Credo che sia un ostacolo ulteriore per chi lavora e magari aspetta la merce dai fornitori».

 

Valerio Pagani, bar La Chicheria, via Tadini 40

Valerio Pagani - Romano di Lombardiab ridQual è la priorità per incentivare le attività a Romano?

«Io punterei a sistemare la situazione dei parcheggi in piazza Fiume: introdurrei quelli a disco orario, fino a due ore, e lascerei solo un quarto a pagamento. Le strisce blu vanno bene per chi deve fare una commissione veloce in centro, non per chi ci lavora o vuole passare un pomeriggio a fare shopping. Sono penalizzanti».

Oggi dove parcheggiano i clienti?

«Piazza Fiume è sempre vuota, proprio perché cara: 80 centesimi all’ora. In compenso, il parcheggio dell’ospedale, che è gratuito, è sempre strapieno. Ma crea un disagio alla gente che ha bisogno di fermarsi per fare esami o andare a far visita a parenti ricoverati».

Mariano Costardi, “Pavone Rosso”, negozio di scarpe e pelletteria, avviato trent’anni fa in via Rubini 9

Mariano Costardi - Romano di Lombardia ridCome si fronteggia la crisi degli acquisti?

«Anche i giganti al giorno d’oggi faticano. Le regole del mercato valgono per tutti. Molti nostri colleghi restringono l’offerta scegliendo di vendere solo articoli da donna oppure puntano a risparmiare sulle spese per il personale con una gestione familiare».

La vostra strategia qual è?

«Noi, al contrario, crediamo che sia importante proporre una vasta gamma di prodotti e di qualità».

Dunque, non pesa la concorrenza dei centri commerciali che sono a pochi chilometri da Romano?

«Non possiamo lamentarci. Anzi, direi che ci hanno aiutato a fare una selezione».

In che senso?

«Chi è andato là, e magari ha acquistato, poi è tornato da noi».

Pinuccia Bedoschi, Elisabeth abbigliamento uomo e donna e bigiotteria, via Tadini 6

Pinuccia Bedoschi - Romano di Lombardia ridQual è la priorità dei commercianti in questo momento?

«Chiediamo all’amministrazione che i parcheggi di piazza Fiume non siano a pagamento. Noi che gestiamo attività ne risentiamo molto. Ogni ora dobbiamo chiudere e correre a cambiare il tagliandino, altrimenti il vigile è già pronto a fare la multa».

Qual è la situazione delle vendite?

«Il negozio è appena nato, avviato lo scorso novembre. La passione è tanta, per ora si sopravvive».

Cosa, invece, funziona?

«L’associazione dei commercianti ci tutela molto e bene. La quota di adesione è bassa rispetto alle attività proposte: eventi, luminarie, vetrine a tema. Anche grazie al loro contributo nel rendere vivo il paese, la situazione è migliore di altri centri vicini e più grandi, come Treviglio».

Silvana Russi, “Casa del bambino”, abbigliamento, via Tadini 11

la casa del bambino - Romano di LombardiaQual è la situazione del commercio?

«Pessima».

Se avesse la bacchetta magica cosa farebbe?

«Trasformerei tutte le strisce blu dei parcheggi in bianche».

Perché?

«Non mi sembra giusto che chi lavora qui otto ore al giorno debba pagare per parcheggiare la propria auto. In secondo luogo, ci sono troppi ambulanti senza permessi e questuanti che infastidiscono i passanti. Per noi scatta subito il verbale per la minima svista. Loro sono liberi di muoversi, importunare e vendere».

Il negozio è stato avviato oltre mezzo secolo fa. Quali sono stati gli anni più difficili?

«Con la crisi ormai ci conviviamo. Mia suocera, Maria Teresa Martinelli, che è la titolare, sostiene che il 2014 sia stato l’anno più nero. I clienti vogliono risparmiare e si rivolgono agli shopping center. Chi vuole il capo bello, viene ancora qui. Per fortuna»”.

Alessandro Bonetti, “Civico 54”, negozio di abbigliamento, via Tadini 54 e via Stadio 12/14

Alessandro Bonetti - Romano di Lombardia ridCome vanno gli affari?

«È un disastro, in tutti i sensi. Non arriva gente, i negozi sono deserti».

Quale potrebbe essere l’aiuto dal Comune?

«Va tolta la riga blu, almeno a metà parcheggi che sono al servizio del centro storico. Dà fastidio a tutti, a noi commercianti che lavoriamo, ma anche a chi deve fare acquisti o commissioni».

Ci sono altre pecche?

«Manca la vigilanza. Ci sono ambulanti che fermano con insistenza le persone e offrono di tutto, dai fiori a scarpe e borse. Il giovedì mattina, quando c’è il mercato, la situazione è fuori controllo. Così non va bene».




Prima Guerra mondiale, gli errori e gli equivoci

Trincea_alpina“Nel contesto delle celebrazioni per il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915, i calendari delle manifestazioni, così come gli scaffali delle librerie, si stanno riempiendo di date e di titoli: si tratta, indubbiamente, di una grande occasione di studio e di riflessione sul primo conflitto mondiale, ma, purtroppo, si tratta anche di una formidabile ribalta per storici dell’ultima ora ed avventizi assortiti, che cercano di appendere il proprio cappello al chiodo della ricorrenza storica. Questo, oltre ad ingenerare un certo fastidio negli addetti ai lavori, rischia di creare negli appassionati e nel pubblico una specie di assuefazione, il cui portato peggiore sarebbe la tendenza a considerare sullo stesso piano tutti gli interventi e tutti i contributi. Manca, per dire in breve, un’organizzazione degli studi: è assente o latitante un’analisi sistematica e settoriale della prima guerra mondiale. Per questo motivo, l’associazione Alle Radici della Comunità ha deciso di affrontare questo intenso quadriennio con un approccio diverso: analitico ed ordinato cronologicamente. In questo quadro si colloca l’incontro con Giuseppe Parlato e Marco Cimmino, incentrato sulle dinamiche, gli equivoci, gli errori e le forzature che condussero un’Italia fondamentalmente neutralista ed ancora in larga parte triplicista nei suoi vertici politici a quella specie di colpo di stato in minore che fu il patto di Londra, anticamera del nostro ingresso nel conflitto al fianco dell’Intesa. L’appuntamento – intitolato “Subito prima del Diluvio: Gli errori, gli equivoci, i pregiudizi che portarono allo scoppio della Grande Guerra” – è fissato per il 27 marzo, alle 20,45, nella sede dell’Associazione Torquato Tasso, in via Tasso 7, a Bergamo. Le relazioni dei due storici, , partendo dal groviglio intricatissimo della cosiddetta “crisi di luglio”, che precipitò il mondo in guerra, ruoteranno intorno alla neutralità italiana, alla questione dell’interventismo e del neutralismo e ai molteplici inganni ed equivoci che maturarono in quei giorni concitati. Temi fondamentali, ma, forse per la loro stessa complessità, spesso trascurati tanto dalla manualistica quanto dalla divulgazione storica”.




I profili più ricercati all’Expo, c’è anche il cliente misterioso

gateexpo.jpgExpo 2015 sarà una vetrina che le aziende non si lasceranno scappare e, nei prossimi mesi, Milano sarà teatro di centinaia di eventi commerciali e di iniziative di marketing che richiederanno figure qualificate da impiegare sul campo. Multi Time, società milanese che si occupa di marketing operativo da quasi vent’anni e che gestisce un database di 28mila risorse, ha lanciato una campagna di recruitment per 500 persone da impiegare da maggio a ottobre. «Hostess, steward, venditori e promoter – spiega l’amministratore di Multi Time Luca Binetti– sono le classiche figure inserite per fiere, eventi, stand e temporary store. Poi ci sono merchandiser, caricatori, allestitori e montatori. Chi organizza eventi più insoliti e strutturati cerca anche street operator per azioni di guerrilla marketing e artisti». C’è anche una grandissima richiesta di formatori che possano seguire e inserire le risorse reclutate e, naturalmente, sono ricercati traduttori e interpreti, per l’inglese ma anche per cinese, russo e arabo.

Le possibilità, specialmente se si conoscono le lingue, non mancano, dai 18 ai 65 anni: ecco le figure che animeranno i mesi di Expo.

Cominciamo con una delle più classiche. Hostess e steward prestano servizio presso fiere ed eventi, hanno dai 18 ai 35 anni e si occupano di assistenza di sala, distribuzione di materiale informativo, gestione dei partecipanti, eccetera. Un fattore di successo è la conoscenza delle lingue: inglese, francese, russo, cinese, arabo. I promoter possono avere dai 18 ai 60 anni e promuovono (ma non vendono) i prodotti o i servizi di un’azienda dopo aver ricevuto una formazione specifica. «Meglio se hanno una passione per l’area merceologica della promozione –spiega Luca Binetti– e se hanno particolari doti relazionali e di coinvolgimento possono diventare “super promoter”, creando dei veri e propri mini eventi all’interno dei punti vendita».

Ci sono poi tutte le figure legate alle vendite, con qualifiche e responsabilità differenti a seconda della richiesta. «Tutti hanno mansioni di cassa e relative indennità –continua Binetti–. Per progetti complessi cerchiamo “sales consultant expo” e “addetti alle vendite expo”, figure con esperienza, pr attività, dialettica e capacità di gestione e organizzazione di uno showroom. Anche qui le lingue sono fondamentali: l’inglese è la base, ma cerchiamo anche profili madrelingua russi e cinesi».

Allestitori, montatori, caricatori e merchandiser possono avere ogni età e lavorano dietro le quinte, in orari di chiusura al pubblico. Spiega sempre Binetti: «I primi si occupano di allestire strutture di vario genere, anche con collegamento elettrico. I caricatori sono coloro che dispongono i prodotti su scaffali, isole, corner e vetrine secondo le indicazioni del committente. I merchandiser sono itineranti: visitano i retailer a loro assegnati, curano i rapporti con loro e verificano che tutto si svolga correttamente nelle aree espositive». Di questa famiglia fa parte anche una figura poco conosciuta: il mistery client, il cliente misterioso che sotto mentite spoglie valuta servizi, prodotti e comportamento della forza vendita. «Per questa mansione possono essere richieste competenze particolari a seconda dello specifico prodotto o servizio che devono valutare» precisa Binetti.

Expo 2015 porterà occasioni anche a diversi artisti, come i caricaturisti molto richiesti per animare e intrattenere, e allo staff che si occuperà delle azioni di guerrilla marketing. «Qui la creatività di chi organizza eventi non ha confini e i nostri street operator dovranno essere pronti a coinvolgere, attrarre e trasformarsi talvolta in veri performer» conclude Binetti.

 

 




Basta con questo Paese che sfiora sempre il ridicolo!

Montecitorio1Ogni volta che succede, ogni maledettissima volta che capita, torno a domandarmi chi sia l’idiota. Se l’idiota sono io, sono loro o sono gli altri. Guardo di rado la televisione e, di solito, solo sci e tennis: insomma, non posso certo definirmi un esperto di informazione televisiva e neppure un sagace critico tivù. Ieri, però, data la circostanza drammatica dell’attacco dei terroristi in Tunisia, mi sono sentito in dovere di darci un’occhiata: non l’avessi mai fatto! Sorvolo sulle banalità, le sciocchezze, le topiche da galleria degli orrori, inanellate dai vari mezzi busti televisivi, quasi tutti, peraltro, in odor di senescenza: qui si tratta proprio di incompetenza a trecentossessanta gradi. Siamo nel bel mezzo di una catastrofe planetaria, con gli Usa che springano per trovare qualche altro stato canaglia cui fare la guerra, con l’Islam wahabita che ruggisce, quello salafita che finanzia, quello sunnita che se la beve e quello sciita messo a coppella, con un’Europa che, anziché minare le spiagge, fa i dispettucci alla Russia, e questi mammalucchi, con l’aria di chi è appena sceso da un pisolino in mansarda, ci vengono a dire: e chi se lo aspettava? Chi se lo aspettava? Te lo dovevi aspettare tu, o scemo: tu, che sei pagato un sacco di soldi per informarti e, quindi, informare. E te lo dovevi aspettare tu, generale dei miei stivali, che vai in televisione a raccontare alla gente che un fucile spara più lontano di una pistola e che i carri armati consumano carburante. E tu, diplomatico blasé, che non sai nemmeno spiegare alla gente in due parole cosa succede, e tu che ci fai, in mezzo al casino. E noi siamo nelle mani di questi? Di questo esasperante esercito di incompetenti, scaldasedie, parolai, costruttori di ellissi retoriche. Ragazzi, finché tutto va bene, e madama la Marchesa ha il solo problema di rifarsi il trucco, le mezze calzette possono pure bastare: ma vengono tempi grami, e, per i tempi grami, ci vogliono le aquile e i lupi, non le civette e le bertucce. Non possiamo davvero pensare di andare alla guerra (metaforicamente parlando, ma fino ad un certo punto), con un ministro della difesa che confonde i missili con i cacciabombardieri o con un ministro degli esteri che sproloquia dicendo, su di una crisi internazionale serissima, l’esatto contrario di quel che dicono tutti i suoi colleghi europei, salvo essere smentito e fare clamorosa retromarcia. Non si può affrontare un prossimo futuro che si preannuncia difficilissimo con questi dilettanti allo sbaraglio, buoni, al più, a raccattare mazzette o a piazzare figli, fratelli e cugini, tra le Poste e le multinazionali. Questi babbioni imbalsamati, con il loro vocabolario bizantino, a metà tra correttezza politica e grammelot politichese, che, mentre siamo invasi da una marea di disperati, inframmezzati a qualche migliaio di potenziali tagliagole, stanno a discutere se si debba dire ‘presidente’ o ‘presidenta’: non ci servono governanti psichiatrici, ci servono governanti che governino il Paese. Perché il Paese ha un disperato bisogno di essere governato. Ed è tempo che qualcuno lo dica, che le figlie di questo e di quello, le ex fidanzate di quell’altro, i cuginetti in carriera, i raccomandati ed i semplici fregnoni in libera uscita hanno fatto il loro tempo: ora non si scherza più. Basta coi comici che si improvvisano comizianti: facciamola finita con scienziati senza scienza, con militari riformati alla leva, con esperti di nulla esperienza, con Italiani che vanno sempre e solo contro all’Italia! Siamo una Nazione in ginocchio: abbiamo dei giovani che fuggono semplicemente per lavorare, le nostre città brulicano di poveracci che girano con le mani in tasca, a pochi chilometri da noi si sta preparando l’inferno e noi che si fa? Si usano le navi da guerra per andare a prendere gli immigrati fin sulle coste libiche. Si prendono denari in cambio di favori, come e peggio di prima. Si chiudono le aziende e si aprono i centri commerciali, dove si vende roba straniera, perché di roba noi non ne produciamo più da un pezzo. E, insomma, basta con questo Paese ridicolo! Facciamo governare direttamente la mafia: almeno, loro sono dei professionisti, tanto nel trovare lavoro ai disoccupati quanto nel far emergere il sommerso. O, meglio, nel far sommergere l’emerso: ma, in fondo, che differenza fa? Immaginatevi un po’ i terroristi islamici che sbarcassero nella Locride per impiantarci un califfato: non durerebbero cinque minuti. Siamo ridotti talmente male che, come scriveva Carlin Porta duecento anni fa, non possiamo nemmeno essere indifferenti sul boia che ci scanna! E, in questo straziante tramonto della nostra civiltà, Bruno Vespa fa i plastici e Matteo Renzi fa il barzellettiere: però, al Borussia, porcogiuda, gliele abbiamo suonate. Evvai!




Rondò delle Valli, quell’incubo quotidiano dimenticato dalla politica

rondò valliSpettabile redazione

ho letto qualche settimana fa, sulla stampa locale, che politici e amministratori pubblici bergamaschi stanno discutendo della possibilità di realizzare o meno un’autostrada o superstrada per collegare Bergamo a Treviglio. Orbene, io abito ad Alzano Lombardo, in Val Seriana, e ogni mattina, vi assicuro, mi devo sorbire di quelle code al Rondò delle valli che non vi dico. Qualcuno dirà: ancora con questa solfa del rondò! Bè, come potete constatare dalla foto scattata giovedì scorso (e che vi allego), poco o nulla è cambiato in questi ultimi anni.

L’altra mattina, una delle tante, dall’inizio della coda, appena superata la via Martinella, all’immissione nel rondò ho impiegato 16 minuti. Senza contare l’immancabile bis, il secondo “tappo” al rondò di Campagnola, con la colonna d’auto ferma a partire dalla caserma dei carabinieri di Via delle Valli.

La durata delle code va a giornate. E’ comunque imprevedibile e pertanto devo mettere in conto, ogni mattina, una partenza anticipata per non arrivare tardi al lavoro. Speravo che il Tram delle Valli (opera davvero meritoria) e soprattutto la superstrada Seriate- Nembro- Cene e il nuovo sottopasso in direzione Val Brembana potessero dare un po’ di ossigeno agli intasamenti. Così non è stato. So che non se la passano altrettanto bene quelli che arrivano da Gorle, costretti anche loro a estenuanti code quotidiane prima di potersi immettere nel Rondò delle Valli.rondovalli 1

Ecco, alla luce di tutto ciò, mi chiedo: ma prima di mettere mano a nuove infrastrutture, che magari non servono (la Brebemi insegna), non sarebbe il caso di gettare un occhio a quel che non va sulla viabilità “storica”. Come si può far finta che questi problemi non esistano più? Qualche anno fa, se ben ricordo, la Giunta comunale di Bergamo decise di rinviare la realizzazione del sovrappasso perché non se la sentiva di affrontare l’ investimento sul rondò.

Non sarebbe allora opportuno dirottare eventuali contributi regionali, che mi pare siano previsti per la nuova arteria Bergamo-Treviglio, su interventi utili a risolvere ingorghi cronici piuttosto che spendere risorse in nuove opere che impatteranno pesantemente sul territorio con tanti dubbi sulla loro effettiva utilità?

lettera firmata




Con l’Accademia un corso per cucinare a costi quasi zero

A Bergamo mercoledì 18 marzo arriva un minicorso che insegna a risparmiare in cucina senza rinunciare alla qualità.
Si intitola “La cucina a costo ‘quasi’ zero” e l’ha pensato Ascom Formazione.
Si tratta di un laboratorio di ricette e consigli che permette di apprendere le tecniche di recupero e di lavorazione di ciò che normalmente, in cucina, viene considerato “scarto”: bucce di verdure, bucce di frutta, lische di pesce, croste di formaggio: per una cucina che nobilita gli avanzi. Nel corso della serata si parlerà di cucina sostenibile e di tecniche di lavorazione dei prodotti, e, ovviamente, verranno illustrate le preparazioni delle ricette. Al termine ci sarà una degustazione. Il corso si terrà dalle ore 20 alle 23, all’Accademia del Gusto di Osio Sotto (piazzetta Gandossi 1), con la docenza dello chef Fabio Potenzano.
Informazioni e prenotazioni a: Ascom Formazione, tel. 035 41.85.706/707/725/712 o info@ascomformazione.it.




Addio ad Arzano, una vita tra jazz e giornalismo sportivo

Arzano - CopiaA 87 anni, compiuti da pochi mesi, si è spento Paolo Arzano, una carriera divisa tra la carta stampata e la musica, il jazz in particolare. Nato ad Alba (Cuneo) il 5 novembre del 1927, Arzano ha legato a filo doppio il suo nome e la sua professione alla città di Bergamo, dove il padre, ufficiale dell’esercito, aveva deciso di mettere radici dopo un lungo peregrinare per l’Italia. Un baricentro di vita, il capoluogo orobico, ma anche di professione. “Meglio essere il numero uno a Bergamo che uno dei tanti a Milano” soleva ripetere ai colleghi, ai quali spesso parlava anche dei maestri che l’avevano ispirato: Ugo Cuesta, ex direttore del Tempo di Milano e della Gazzetta di Parma e direttore al Giornale del Popolo; Alessandro Minardi, subentrato al grande Giovannino Guareschi alla direzione di Candido e che sostituì Cuesta al Giornale del Popolo, e, infine, monsignor Andrea Spada, storico direttore dell’Eco di Bergamo. Giornale, quest’ultimo, dove Arzano, giornalista prettamente sportivo, muove i primi passi come collaboratore. Un impegno che affianca a quello di corrispondente di Stadio. Arzano diventa praticante con l’assunzione al Giornale del Popolo. Professionista dal 1956, oltre al lavoro nei quotidiani (dal 1964 passa a L’Eco di Bergamo dove resta per 15 anni, 12 dei quali da caposervizio dello sport) dirige anche diverse testate locali, come il quindicinale Boxe Match (1954), il mensile Bergamo Motori (1957) e il quindicinale Lombardia Nove (1968). Tra le sue creature anche un’agenzia di stampa – l’Alin (Agenzia lombarda informazioni) – pubblicata settimanalmente a mezzo ciclostile. Un’idea mutuata dalle agenzie nazionali di Roma, in pratica un foglio ciclostilato con le notizie più significative della settimana inviato a tutti i cittadini bergamaschi.

Tra le varie esperienze, anche la collaborazione con la Regione Lombardia presieduta da Piero Bassetti (1970-’74). Arzano contribuisce a creare Nuova Lombardia, una sorta di antesignano dei vari ViviMilano e TuttoMilano e la dirige fino al 1975, anno in cui approda a Bergamo Radio (la prima emittente bergamasca) di cui è direttore fino al 1978. Nel 1984 arriva la nomina a condirettore di Bergamo Oggi, mentre qualche anno dopo, dal 1990 al 1995, diventa addetto stampa del Comune di Bergamo, sindaco Giampietro Galizzi. Terminata l’esperienza a Palazzo Frizzoni, dal 1997 al 1999 riveste il ruolo di direttore editoriale del Nuovo Giornale di Bergamo.

Grande appassionato di jazz, Arzano è stato direttore artistico di Bergamo Jazz e ha scritto anche diversi libri, tra i quali “Una storia dell’Atalanta” (con Elio Corbani), “Bergamo da scoprire” (con Pietro Sparaco), “Jazz live in Bergamo”, “Papa Giovanni, missione nei Balcani” (con Maurizio Minardi).




Vino, tutti i consorzi lombardi in esposizione permanente a Expo

Uno stand di 8.500 metri quadrati, che ospiterà circa 200 aziende vitivinicole.  Questo il padiglione Lombardia al prossimo Vinitaly, in programma dal 22 al 25 marzo alla Fiera di Verona. La struttura è stata realizzata grazie ad un accordo di programma con il sistema camerale e le imprese e dopo le ottime performace registrate nell’edizione dell’anno passato (86mila visitatori su un totale di 155mila presenze alla manifestazione) punta ad essere ancora tra i più visitati. «L’obiettivo di aumentare ancora il numero dei visitatori, si intreccia con l’altro grande appuntamento del 2015: Expo – ha evidenziato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel corso della presentazione del salone veronese – . Per l’esposizione universale nl nostro padiglione, avremo un’esposizione permanente dei vini di tutti i consorzi della regione, che per sei mesi potranno essere conosciuti e soprattutto degustati da tutti i visitatori. Abbiamo fatto un grande sforzo e un investimento rilevante per mostrare al mondo tutte le eccellenze della Lombardia».

Tra le novità della presenza a Vinitaly la volontà di dare maggiore identità al padiglione, con una diversa modalità comunicativa. «Per la prima volta lo dedicheremo a Luigi Veronelli – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava -, un grande lombardo, un grande conoscitore del vino, con una serie di  iniziative».  Quanto al settore, «la salute è buona, dal punto di vista quantitativo – ha aggiunto Fava -: a fronte di un aumento di un punto e mezzo percentuale su base nazionale, noi abbiamo aumentato del 3,6% l’export. Un dato positivo, ma che ci spinge a lavorare sul
valore: il prezzo non è in linea. Siamo grandi esportatori ma il totale delle nostre esportazioni, che supera di poco quello francese, è la metà in termini di valore. Ciò significache il nostro prodotto viene pagato meno, dobbiamo perciò lavorare per aumentare il prezzo di riferimento in giro per il mondo».




Domenica la Giornata europea del gelato, ecco dove costa un euro

locandina giornata europea gelato - 2015Per festeggiare l’arrivo della primavera (meteo permettendo ma anche no) non c’è niente di meglio di un bel gelato. Se poi il gelato ha un gusto e un costo speciale è ancor meglio. L’occasione è la Giornata Europea del Gelato artigianale che a Bergamo si celebra domenica 22 marzo, con coni e coppette proposte ad 1 euro per il gusto scelto per questa edizione dall’assemblea di Artglace – la Confederazione che promuove l’evento e riunisce le associazioni nazionali di gelatieri dell’Ue: il Cioccolato d’Austria, ossia cioccolato variegato con marmellata di albicocca, a ricordare gli ingredienti della Sacher torte.

Le gelaterie che hanno aderito sono 38, di cui 5 in città

Cherubino, via Colleoni 40; Gelateria del Viale, v.le G. Cesare 14/g; Safarà Soft, via Gombito 34/c; Frigidarium, via S. Alessandro 28/b; Tassino Eventi, Largo Rezzara 4/6. Le altre in provincia: Gelateria Franca – Albino; Fior di Panna – Almenno San Salvatore; Petite Fleur – Almenno San Salvatore; Gelateria Rosa – Arcene; Artigel – Azzano San Paolo; La Meloneria – Calvenzano; Bar Aurora – Capizzone; La Gabbia – Capriate San Gervasio; Caffè del Cioccolato – Chiuduno; Da Giò – Chiuduno; Da Claudio – Clusone; Selz Cafe – Clusone; Gelateria Brina – Cologno al Serio; Gelateria Bar Vanilla – Cologno al Serio; Baciamicocco – Chiari; Sweet Anastasia – Curno; Gelatissimo – Darfo Boario Terme; Gelateria Oasi – Fara Gera d’Adda; Agriall – Grassobbio; Gelateria Franca – Leffe; Gelateria Bar Commercio – Osio Sotto; Gelatteria – Pedrengo; Temptations Gelateria Menoquattordici – Ranica; Il Borgo Antico – Romano di Lombardia; La Gelateria – San Pellegrino Terme; La Gatteria – Sarnico; Paradiso del Gelato – Seriate; Latte e Zucchero – Terno d’Isola; Rubis – Torre Boldone; Gelatiamo – Treviolo; L’Oasi – Villongo; Il Gioppino – Zanica; La Voglia Matta – Zanica.

Lunedì 23 i gelatieri bergamaschi e gli allievi delle scuole alberghiere sono invece chiamati a cimentarsi nel 3° Concorso di Gelateria Artigianale promosso dal Comitato Gelatieri di Bergamo all’Istituto alberghiero di San Pellegrino Terme.

Il tema del concorso è l’interpretazione del Mielgot (gelato di latte, miele e biscotto di mais spinato di Gandino) nella combinazione con i prodotti d’eccellenza del territorio: latte, miele, formaggi, vini, frutta, vegetali, cereali; ma anche reinterpretazioni di ricette di pasticceria e gastronomia del territorio bergamasco.

Le gelaterie che vi partecipano sono 20: Petit Fleure – Almenno San Salvatore; Gelateria Rosa – Arcene; Artigel – Azzano San Paolo; Frigidarium – Bergamo; Cherubino – Bergamo Alta; Fantasie – Castelli Calepio, Cividino; Da Claudio – Clusone; Selz Cafè – Clusone; Sweet Anastasia – Curno; Gelatissimo – Darfo Boario Terme; Oasi – Fara Gera d’Adda; Agriall – Grassobbio; Bar Commercio – Osio Sotto; Gelatteria – Pedrengo; La Gelateria – San Pellegrino Terme; Gelatiamo – Treviolo; La Crem – Vertova; L’Oasi – Villongo; La Voglia Matta – Zanica; Il Gioppino – Zanica.

In lizza anche l’Ipssar di San Pellegrino Terme (con Marco Scalabrino, Edison Gropaj, Andrea Oliveri, Federico Maestroni, Fabio Fabbris, Davide Brambilla, Nicole Perico, Alessia Ancora, Jacopo Zenoni) e l’Istituto Serafino Riva di Sarnico (con Sara Dosselli, El Yousfi Lemghari Hajar, Deborah Finazzi, Martina Milesi, Giulia Pezzoli, Valentina Rapis, Elena Rivadossi, Sara Vavassori, Claudia Venezia).