Il coraggio dei manager che scelgono la “libertà”

project-managerScoprire che il tuo capo guadagna il doppio o anche il quadruplo di te è un’esperienza demoralizzante. Ma quando il divario tra te e l’amministratore delegato ammonta a 440 volte lo stipendio medio di un impiegato, non c’è morale che tenga. Lo scorso anno 10 capi di altrettante società quotate alla borsa londinese si sono spartiti 120 milioni, con una media netta di 12 milioni di sterline a testa, solo in un anno. Chi lavora con loro e per loro si porge una domanda legittima: se li meritano davvero? E se la risposta è affermativa, per quale motivo se li meritano? Se lo chiedono in molti, migliaia di impiegati di queste grandi aziende. Se lo chiede anche chi lavora in proprio o gestisce un business da piccola-media impresa, chi lavora 16 ore al giorno e mette i risparmi personali nella propria azienda, chi non viene portato in giro dall’autista, chi viaggia sui voli low cost e non sugli aerei privati.

Si tratta infatti di aziende quotate in borsa, che devono rendere conto del proprio operato, e dei compensi, agli investitori che – specialmente alla luce di una degli scandali finanziari degli ultimi anni – mettono in discussione i mega bonus dei capi e dei membri del consiglio di amministrazione. Un breve saggio appena pubblicato da David Bolchover (http://www.davidbolchover.com/) autore rispettato di libri economici, smaschera alcune verità. Il saggio si chiama “Fatto su misura. Come le opinioni (sulle performance dei dirigenti) diventano fatti”. Il breve report discute quale sia l’impatto reale e misurabile di un amministratore delegato sulla propria azienda, e si domanda quanto siano rari i capi di successo. Quanto emerge ce lo aspettavamo: non c’è scarsità di dirigenti di alto livello, e sono tutti molto più sostituibili di quanto si pensi e la cima della piramide difficilmente influenza quanto accade alla base.

Purtroppo, in Inghilterra come altrove, il sistema è perpetuato da chi ne fa parte. Chiamala casta, chiamalo old school network, il risultato non cambia: i consigli di amministrazione sono popolati da persone molto simili tra loro, che probabilmente hanno frequentato le stesse università o gli stessi licei, pronti a difendere i propri diritti – e privilegi – corporativi, a spada tratta. Protetti da consulenti esterni e advisor, scelgono chi conoscono e di cui si fidano, inclusi propri successori, selezionati tra chi porterà avanti i loro progetti. Mentre fanno ciò, si assicurano che i loro compensi rimangano intoccati o volgano al rialzo. Con scontento degli investitori, che non hanno molti scrupoli davanti agli alti compensi dei dirigenti quando le cose vanno bene, ma sono molto meno comprensivi quando i titoli scendono.

Come giustificano i propri compensi i diretti interessati? Loro si difendono spiegando i loro compensi sono direttamente proporzionali alla misura dell’azienda che guidano. Quello che però non dicono è che le grandi aziende si avvalgono dei migliori consulenti offerti dal mercato, dai revisori di conti, agli avvocati, agli addetti alla comunicazione, fino alle agenzie di pubblicità. L’unico vero rischio che corrono è quello di essere licenziati, o dimettersi, con una buona uscita che garantisce una pensione per le prossime tre generazioni. Nel caso di un piccolo imprenditore o per chi fonda una start up, il rischio è spaventoso, si chiama fallimento e non garantisce un vitalizio.

C’è anche una terza via, composta da chi decide di scendere dagli aerei privati e cambiare rotta, portando la propria esperienza altrove, mettendosi in proprio o a servizio di start up, con un compenso da minimo sindacale. Ne abbiamo visti molti che – dal 2009 in avanti – hanno lasciato i consigli di amministrazione e l’autista per mettersi  in gioco, a volte anche rischiando. Sono i manager che preferiscono la libertà e l’indipendenza, e la flessibilità di costruire un business senza il vessillo degli investitori. Chi ha fatto questa scelta si è guadagnato il rispetto della società e dell’opinione pubblica.  Non lo stesso trattamento (anche di opinione) riservato a chi siede sulle sedie dei grandi consigli di amministrazione.

 




Il tour dei Nomadi fa tappa al Creberg Teatro

concerto nomadiPer il “popolo nomade” che segue sempre con partecipazione la band è un appuntamento da segnare in agenda. Lunedì 20 aprile alle ore 21, i Nomadi saranno in concerto al Creberg Teatro di Bergamo come evento conclusivo della sesta edizione di “Sorella Terra 2015”, manifestazione organizzata da CEA – Centro Etica Ambientale, che nella stessa giornata dedicherà un incontro di approfondimento sui temi del dialogo tra etica, bellezza e territorio presso il Seminario Vescovile di Bergamo.

In tour nei più prestigiosi teatri italiani, lo storico gruppo guidato da Beppe Carletti propone uno spettacolo di rivisitazione delle più grandi canzoni, scelte tra il vastissimo repertorio e la produzione più grintosa degli ultimi due anni. Il 2013 è stato l’anno in cui la band ha compiuto 50 anni di musica e il 15 aprile 2014 è uscito il loro ultimo lavoro dal titolo Nomadi 50+1. Denominazione scelta non a caso: il 2014, infatti, rappresenta il 51° anno di vita della band, formatasi nel lontano 1963. La raccolta comprende in tutto 34 brani: dai classici indimenticabili come Io vagabondo, Noi non ci saremo, Un pugno di sabbia, Ho difeso il mio amore, a quelli nati in tempi più recenti come La vita che seduce, Io voglio vivere, Sangue al cuore.

Canzoni che hanno segnato la storia della musica italiana e sono diventate la colonna sonora di diverse generazioni. L’album propone anche due inediti dal titolo Come va la vita e Nulla di nuovo, due brani che testimoniano come a 50 anni dal loro debutto i Nomadi siano rimasti coerenti, raccontando il presente più difficile, i temi dell’attualità, le crisi, le difficoltà, ma anche la voglia di vivere e di esserci lanciando messaggi di speranza.

Ma Nomadi 50+1 rappresenta anche un punto di svolta, infatti per la prima volta Cristiano Turato, nuova voce dal 2012, ha cantato brani storici arrangiati con nuove sonorità.

I biglietti sono disponibili alla biglietteria del Creberg Teatro di Bergamo, nei punti vendita del circuito Ticketone e online su www.ticketone.it.

1° settore 30 euro – 2° settore 25 euro -3° settore 20 euro, compresi i diritti di prevendita.

Informazioni Creberg Teatro: 035.343434




Sentieri Creativi, l’arte sale in quota

sentieri creativi 3Tornano anche nel 2015 i “Sentieri Creativi”, l’iniziativa pensata per giovani artisti in cui arti figurative e montagna si fondono ad alta quota in un linguaggio originale e inedito. Il concorso, ideato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, in collaborazione con il Club Alpino Italiano – Sezione di Bergamo e con l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, giunge quest’anno alla sua quinta edizione e punta ancora una volta a coniugare la passione per le nostre montagne con la freschezza di linguaggio, l’originalità, la creatività tipica dei giovani.

L’obiettivo è ambizioso, ovvero realizzare un connubio tra giovani artisti e montagna con progetti artistici realizzati direttamente in quota, lungo i sentieri e all’interno dei rifugi delle Orobie bergamasche.

Anche quest’anno è confermata l’apertura al bando a tutti i giovani artisti (singoli o gruppi) residenti in Lombardia, con un’età compresa tra i 18 e 30 anni, cioè nati tra il 1985 e il 1997 (per i gruppi si calcola l’età media). Il concorso è aperto a due diverse tipologie di proposte artistiche: installazioni site-specific e mostre, opere d’arte figurativa. Per entrambe le sezioni il tema è libero, ma nella presentazione dei progetti i giovani artisti dovranno esplicitare il legame, anche simbolico, tra l’opera/mostra proposta e temi e peculiarità dell’ambiente montano. L’esposizione di opere e installazioni durerà per circa due mesi nel periodo compreso tra luglio e settembre.
Per ogni artista selezionato è previsto un premio di 800 euro, previo accertamento della regolare installazione dell’opera. Qualora l’esposizione raggruppi più artisti, l’importo verrà diviso tra gli stessi. È prevista per l’autunno 2015 la realizzazione di una mostra collettiva delle opere selezionate presso lo Spazio Polaresco. La stessa sarà corredata da un apposito catalogo.

sentieri creativi 2La candidatura dovrà pervenire entro il giorno 10 aprile 2015 alle ore 12.30 all’Ufficio Protocollo e Spedizioni (piazza Matteotti 3 – 24122 Bergamo) aperto dal lunedì al venerdì ore 08.30-12.30, pomeriggio 14.30-16.30, oppure per posta all’indirizzo “Comune di Bergamo Servizio Giovani, piazza Matteotti 3 – 24122 Bergamo, all’attenzione di Maddalena Bianchetti”.

La documentazione dovrà essere inserita in una busta chiusa non trasparente recante la dicitura “SENTIERI CREATIVI” e il nome del candidato.
Il bando è pubblicato sul sito www.giovani.bg.it

 




Anap, sabato l’assemblea dei pensionati artigiani

Il presidente dell'Anap Cecilio Testa
Il presidente dell’Anap Cecilio Testa

Si terrà sabato 21 marzo la 39esima Assemblea annuale dell’Anap Bergamo, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati aderente a Confartigianato, che quest’anno si svolgerà al ristorante “La Vecchia Filanda” di Brusaporto.

Dopo la messa celebrata alle ore 9.30 inizieranno i lavori assembleari con la relazione del presidente Anap Cecilio Testa e l’intervento del presidente di Confartigianato Bergamo e referente nazionale al welfare di Confartigianato Angelo Carrara e del presidente del consorzio fidi Confiab Angelo Ondei.

Seguirà il pranzo. Per maggiori informazioni contattare la sede Anap di via Torretta (tel. 035.274.240).

 




Le Botteghe di Albino: «Dopo la ztl dura ricostruire la clientela»

Emanuela Poli«In giro c’è poca gente, i soldi scarseggiano, qualche zona si sente un po’ trascurata e mancano i parcheggi». A dirlo è Emanuela Poli, la presidente uscente dell’associazione “Le Botteghe di Albino”. In questi due anni di mandato è diventata il punto di riferimento di ogni negoziante, che accorre da lei ogniqualvolta si affacci un problema. Titolare della Caffetteria Mazzini, situata nel centro storico di Albino, quando porta cappuccini, brioche e toast ai tavoli dei suoi clienti, ha sempre il volto disteso e sorridente. Persino nelle ore di punta, quando il ritmo si fa più frenetico, trova il tempo di ascoltare i problemi e le preoccupazioni di chi le chiede un consiglio: «Sono diventata la valvola di sfogo di tutti – spiega divertita –, mi faccio portavoce dei disagi dei cittadini e, per fortuna, ho sempre trovato ascolto nell’amministrazione comunale che non mi ha mai messo i bastoni fra le ruote».

Fino a qualche tempo fa la chiusura del centro storico alle auto aveva penalizzato i commercianti. Con la nuova amministrazione le cose sono cambiate?

«La vecchia amministrazione aveva reso pedonale la via centrale di Albino nelle ore pomeridiane. Anziché agevolare il passaggio dei cittadini, questa iniziativa ci aveva penalizzato perché quasi nessuno parcheggiava l’automobile in periferia per venire a piedi a far la spesa nelle botteghe del centro. La gente preferiva riversarsi nelle grandi catene di distribuzione e così il paese si stava svuotando. Per non parlare delle multe che sono state comminate in quel periodo agli automobilisti distratti che non sapevano della chiusura. Oggi tutti vogliono la comodità e noi, per lavorare, abbiamo bisogno del passaggio di auto. Per fortuna, la nuova amministrazione comunale ha tolto la pedonalizzazione e piano piano stiamo ricostruendo la nostra clientela. Ma è dura».

Servirebbero più parcheggi?

«Certo. Molti lasciano l’auto in divieto per pochi minuti per ritirare i panni alla lavasecco, altri invece la parcheggiano in doppia fila per mezz’ora per andare a bere il caffè. Questo è un problema fastidioso. La nuova amministrazione, per mancanza di fondi, ha rinviato il restyling della via ma in primavera dovrebbero iniziare i lavori di riqualificazione con l’introduzione di nuovi posti auto».

Albino aderisce alle aperture domenicali?

«Solo quattro o cinque commercianti aprono abitualmente la domenica. Io sono contraria, abbiamo vissuto bene per anni senza le aperture domenicali. Serve un giorno di riposo, sia per i negozianti che per le famiglie. Anziché rinchiudersi nei centri commerciali sarebbe più salutare passeggiare all’aria aperta, in mezzo alla natura, e riscoprire le bellezze del nostro territorio».

C’è coesione tra i commercianti?

«I commercianti associati alla Botteghe di Albino sono 75, però quando organizziamo qualche evento partecipano in un centinaio. Ogni negoziante, nel suo piccolo, deve fare del suo meglio, deve mettersi in gioco, proporre iniziative, creare eventi. Il problema di Albino è che ha un territorio molto vasto attorno a cui ruotano altre frazioni: Albino Alta, Desenzano, Comenduno e l’Oltreserio. In centro cerchiamo di rimanere tutti uniti per far riscoprire ai cittadini la bellezza del luogo in cui vivono. Ma abbattere la concorrenza dei centri commerciali non è facile: hanno un’offerta troppo vasta per poter competere».

Il problema, secondo lei, è che la gente è ancora troppo attirata dalle grandi catene di distribuzione?

«Quando fa caldo si va nei centri commerciali perché c’è l’aria condizionata, quando fa freddo o è brutto tempo si va ancora lì perché all’aria aperta non si può stare e questo si ripercuote in maniera negativa sulle botteghe storiche. Qui intorno abbiamo l’Esselunga, il Gigante, il Carrefour, il discount. Comunque in generale noto che alla gente piace ritrovarsi ancora nel cuore di Albino e riscoprire le proprie tradizioni. Però i clienti vengono se hanno un motivo: una manifestazione, un evento che crei attrattiva. Per questo non dobbiamo mai smettere di rendere bello il luogo in cui viviamo e lavoriamo».

Progetti futuri?

«“Albino un fiore di città”, una mostra dedicata a piante e fiori che a fine aprile ravviva il centro storico; “Albino on the beach” a metà luglio e “Albino Christmas village” da fine novembre a fine dicembre. Altro non riusciamo a organizzare, purtroppo, per carenza di fondi».




Settanta alunni “mettono alle strette” il presidente della Provincia

Matteo RossiDomani, alle 14, settanta alunni di quinta elementare – per l’esattezza le tre classi della scuola primaria Capitanio di Bergamo – andranno in vista alla Provincia e incontreranno il presidente Matteo Rossi. L’obiettivo degli scolari, che stanno studiando l’ordinamento della Repubblica italiana, è quello di “vederci chiaro” su cosa fa la Provincia e come è stato eletto il Presidente, quali sono i suoi compiti e i suoi progetti. Ebbene, guardate le domande che hanno spedito e che il presidente  ha postato sul proprio profilo facebook!!! Rossi si è detto già in ansia. A leggere le domande precise e incalzanti c’è da credergli.

 

Su cosa si basa il suo lavoro?

A cosa serve?

E’ facile coordinare la regione e i comuni?

Il suo lavoro è impegnativo e pieno di responsabilità?

Qual è il suo incarico più importante/la funzione più importante del suo lavoro? Quale quello più complicato?

Qual è il compito più piacevole della sua carica?

Come gestisce il suo lavoro?

Quali priorità dà ai suoi compiti?

A cosa sta pensando per migliorare la Provincia?

Che cosa c’è già in progetto?

Se sbaglia qualcosa, quali sono le conseguenze?

Come si svolge la sua giornata tipo?

Passa molte ore in ufficio?

Quante ore lavora al giorno per la Provincia? Da che ora a che ora?

Lavora tutto l’anno?

Incontra tante persone?

Le persone le fanno diverse richieste?

Chi sono i suoi collaboratori e quanti sono?

Come ha fatto a scegliere la giunta provinciale?

Può modificare le leggi regionali? Se si, lo fa spesso?

È stato lei il primo Presidente della Provincia a essere eletto dai sindaci?

Ha dei progetti per il futuro della Provincia? Quali?

A fine mandato si può ricandidare?

Quanti sono i comuni della provincia di Bergamo?

Quante valli ha la provincia di Bergamo?

Quanti abitanti ha la provincia di Bergamo?

Qual è il significato del simbolo della Provincia?

Quante stanze ha il palazzo della Provincia?

Da quanto tempo è Presidente?

Le piace il suo lavoro?

Si è sorpreso quanto le è stato affidato l’incarico?

Prima è stato Sindaco? È necessario essere Sindaco prima di diventare Presidente della Provincia?

Il suo lavoro è noioso o divertente?

È contento del suo ruolo nella politica?

Prima di essere un politico, che lavoro faceva?

Perché ha deciso di candidarsi alle elezioni? Perché proprio in Provincia e non in qualche altro ente?

Perché ha deciso di fare questo lavoro? Da piccolo voleva fare questo lavoro o voleva fare altro?

Secondo lei sta facendo bene il suo lavoro? È soddisfatto di ciò che sta facendo?

Il suo obiettivo è quello di accedere ad altre cariche Statali? Ha mai pensato di diventare presidente della Repubblica?

Ha mai incontrato il Presidente della Repubblica?

È simpatico il sindaco di Bergamo? Ci ha mai discusso?

Quanto guadagna al mese? Guadagna di più di Gori?

Nel suo tempo libero le capita di essere fermato dalle persone per sottoporle dei problemi?

Che studi ha fatto per diventare ciò che è ora?

Si sente importante?

Da piccolo si intendeva di politica?




Rosa Camuna, la Lega candida Massari

iginio massariIginio Massari candidato al premio Rosa Camuna 2015. La domanda per assegnare il riconoscimento regionale al pasticciere bresciano considerato l’esponente più illustre del settore in Italia e nel mondo è stata presentata oggi dal vice capogruppo della Lega Nord al Pirellone, Fabio Rolfi. «Ritengo sia una candidatura di indiscusso spessore – spiega Rolfi – per un lombardo che già ha ricevuto attestati di prestigio a livello mondiale e, con il suo talento di maestro pasticciere, ha certamente portato lustro e notorietà alla nostra Regione, oltre che alla provincia di Brescia. A ciò va sommato che siamo nell’anno di Expo, e quindi della buona alimentazione, per tanto con questo riconoscimento non si premia soltanto la persona in sé, ma anche a ciò che rappresenta, ovvero l’artigianato di altissimo livello nel settore dolciario».

Il premio Rosa Camuna è stato istituito nel 1996 e assegnato per la prima volta nel marzo 1997 come riconoscimento del ruolo e dell’operosità delle donne nei settori dell’educazione, del lavoro, della cultura, dell’impegno civile e sociale, della creatività, e a favore della condizione femminile e delle pari opportunità. Dal 2014 ha esteso il proprio raggio e viene assegnato a tutti coloro che si distinguono nel contribuire allo sviluppo economico, sociale, culturale e sportivo della Lombardia e che sono riconosciuti pubblicamente per l’impegno, l’operosità, la creatività.

Nato a Brescia il 29 agosto 1942, Iginio Massari è un maestro riconosciuto, vincitore, dal 1964 ad oggi, di oltre 300 concorsi e premi nazionali e internazionali. Docente, autore di libri e noto al grande pubblico anche per la partecipazione a trasmissioni tv , è titolare della prima realtà italiana entrata a far parte dell’esclusiva catena Relais Desserts International: la Pasticceria Veneto di Brescia, aperta nel 1971. È stato allenatore e presidente della squadra italiana che ha vinto la Coppa del Mondo di Pasticceria a Lione nel 1997 e ha allenato Davide Comaschi, primo italiano a vincere il World Chocolate Masters a Parigi nel 2013. Fondatore dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani e co-fondatore di Cast Alimenti di Brescia è stato proclamato pasticcere dell’anno “1999-2000”.




Commercio cinese, «è vero che c’è il boom ma la crisi colpisce anche noi»

Non conosce sosta l’espansione del commercio cinese in Bergamasca, che non solo vede aumentare il numero di imprese, ma anche modificarsi settore di attività, dimensioni e organizzazione aziendale. E pensare che 15 anni fa (un tempo in fondo non così lontano) le insegne si contavano sulle dita di una mano. Secondo i dati elaborati dall’Ascom, erano infatti cinque le iscrizioni di imprese con titolare cinese attive nel registro della Camera di Commercio, mentre a fine 2014 il saldo è arrivato a quota 288, con un incremento di 84 unità rispetto al 2013, pari ad un sostanzioso 41,2%. Il balzo più ampio è stato per i negozi non alimentari, passati nel giro di un anno da 67 a 119 (+77,6%), seguiti dai ristoranti (da 27 a 39, +44,4%). Meno ampio in percentuale l’incremento dei bar (da 103 a 121, +17,5%), mentre non si è mosso il livello dei negozi alimentari (5). Ancora marginale il peso dell’imprenditoria con gli occhi a mandorla nei tabaccai, che però sta salendo: nell’ultimo anno le gestioni sono raddoppiate, passando da 2 a 4. Nella sola Bergamo è ancor più accentuata la dinamica dei negozi non alimentari, quasi raddoppiati in un anno (da 15 a 29, +93,3%), mentre il dato complessivo che riguarda bar e ristoranti registra 7 attività in più (da 25 a 32, +28%).

Attività in calo nelle Valli

I segni della crisi dei consumi si possono semmai cogliere nella distribuzione geografica. Le uniche due aree in cui c’è stato un calo di imprese nel 2014 sono la Valle Brembana (-22%, con attività scese da 9 a 7) e la Val Seriana (-10%, il totale è passato da 20 a 18), zone in cui le difficoltà del manifatturiero si sono fatte sentire con più intensità. Sono cresciute invece tutte le altre, con un autentico exploit della Bassa (40 imprese in più che portano il totale a 86, +87%) e, pur se su valori assoluti più bassi, della Valle Cavallina (da 10 a 18 imprese in un anno pari all’80% in più). Seguono la Val Calepio (+50%), la città (+46,7%), l’Isola (+35%) e l’hinterland (+16,3%).

Cambiano settori e dimensioni aziendali

Un’analisi a più ampio raggio e di tipo qualitativo, evidenzia anche come il commercio cinese abbia man mano cambiato pelle. «In provincia di Bergamo ha conosciuto tre fasi – sintetizza il vicedirettore dell’Ascom Oscar Fusini -. Fino al 2000 era presente solo nella ristorazione, con offerta esclusiva di cucina cinese. C’è stata poi un’espansione nei mercati ambulanti nel settore non alimentare seguita, tra il 2005 e il 2010, dalla crescita dei negozi, in particolare di abbigliamento, accessori e articoli per la casa. La fase attuale vede uno sviluppo esponenziale dei negozi e una crescita regolare di bar ristoranti e sale gioco». Settore quest’ultimo che è andato al di là della proposta etnica, che pure rimane. «Si tratta di gestori ben integrati – rileva -, con una buona conoscenza dell’italiano. La vocazione prevalente è per il servizio di vicinato e la ristorazione tradizionale o etnica, meno evidente la propensione per i locali serali o la ristorazione creativa. In genere i nuovi ingressi tendono a mantenere le caratteristiche e l’impostazione dei locali che rilevano e non mancano società miste, formate da imprenditori cinesi e italiani».

Per quanto riguarda i negozi, «la maggioranza riguarda l’abbigliamento – spiega Fusini -. Sono in crescita i punti vendita di casalinghi e le aperture di bazar ed empori dove è possibile trovare di tutto, le cosiddette cineserie. Limitata è invece la presenza nella pelletteria e scarpe, mentre il settore emergente è quello dei tabaccai, con numeri per ora contenuti, ma in crescita». Tra gli aspetti più degni di nota, il fenomeno abbigliamento, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale, dove prevalgono le chiusure sulle aperture, e il fatto che ora la stessa impresa dà vita a più punti vendita. «L’incremento di negozi cinesi – ricorda Fuisini – è sempre stato legato all’apertura di piccole attività indipendenti o di punti vendita di grandi dimensioni, ora invece alcune imprese cinesi stanno aprendo in più sedi». A caratterizzare tutte le attività «c’è l’attestarsi su prezzi contenuti, che rappresenta per molte persone una risposta alla crisi, ma anche l’ampiezza dell’apertura, 7 giorni su7 e con orari estesi e un percepito spirito di servizio da parte della clientela».

Le testimonianze

Luigi - bar 24 rid   Anica Chirilla - cliente bar 24 rid

Risponde al compito del servizio di vicinato il bar “24”, al numero 24, appunto, di via Mazzini, in città. Ambiente luminoso, tocchi di design e dietro al bancone Luigi, il nome che il titolare Haijie, 25 anni, si è scelto, in assonanza, per facilitare la vita ai clienti. Che sono prevalentemente abituali e scambiano sempre qualche battuta, mentre lui, dal canto suo, cerca di prendere nota delle preferenze di ognuno per non far mancare ogni mattina la brioche preferita o preparare “il solito”. In Italia dal 2008, proveniente da Wen Zhou, da due anni gestisce l’esercizio dopo aver affiancato la cugina a Ponteranica. «La crisi dei consumi si è fatta sentire anche nelle nostre attività – precisa -. In genere, comunque, nei paesi della provincia il lavoro va meglio mentre in città è più difficile. C’è più concorrenza e c’è sempre qualcuno che davanti ad una conduzione cinese cambia strada e cerca un’alternativa. Anche a me capita: persone che aprono la porta e appena vedono che sono cinese fanno marcia indietro. Lo accetto. Ciò che cerco di fare quando entra qualche nuovo cliente è chiedere come si è trovato, se va tutto bene e prendere nota dei suggerimenti». Un aspetto apprezzato da Anica Chirilla, cliente fissa. «Vengo da Solza – dice -. Accompagno mio marito che lavora alla clinica San Francesco e vengo qui apposta perché è un locale tranquillo, c’è una bella atmosfera e Luigi ti mette a proprio agio. Non è invadente ma al tempo stesso attento, i prodotti sono di qualità ed i prezzi concorrenziali». Ciò nonostante Luigi vuole vendere: «Il fatto è che sono solo ed è perciò difficile ampliare la proposta». Ad esempio introducendo gli aperitivi per vivacizzare anche l’offerta serale, come vorrebbe un’altra cliente.




Turismo Bergamo, Trigona: “I licenziamenti sono l’estrema ratio”

Bergamo TurismoSituazione critica per Turismo Bergamo. L’ente di promozione, partecipato da Camera di Commercio e Provincia, entrambe al 45%, Comune di Bergamo al 9% e altri soci, tra Consorzi di area e Diocesi, è in difficoltà a causa della Provincia che, nel 2014, ha fatto arrivare nelle casse di Turismo Bergamo solo 75 mila euro dei 375 mila euro previsti dalla quota consortile.

Ciò ha indotto l’Assemblea di soci a chiedere un sacrificio ai lavoratori. Tra le ipotesi ventilate, la riduzione dello stipendio tra il 10% e il 20%. Un’ipotesi che però non ha convinto tutti i dipendenti, che hanno chiesto l’intervento dei sindacati. Il primo incontri si è svolto martedì pomeriggio nella sede dell’ Ascom e vi hanno preso parte il management di Turismo Bergamo e i rappresentanti di Cisl Fisascat. «Dopo l’incontro, stiamo valutando la possibilità della cassa integrazione – spiega Luigi Trigona, presidente di Turismo Bergamo -. E’ importante che l’Ente continui a lavorare ora che siamo alle soglie di Expo. Le decisioni definitive verranno prese dopo l’Esposizione Universale». «I conti devono tornare, perché c’è di mezzo la sopravvivenza dell’ente – conclude il presidente -. Abbiamo delle ipotesi di risparmi che non riguarderanno solo il personale ma che toccheranno anche altri fronti. I licenziamenti saranno la soluzione finale, l’estrema ratio».




Nozze civili, la nuova frontiera dei fioristi

b-polsoIl tempo dei matrimoni è ormai alle porte. Anche quest’anno la moda lancia nuovi spunti e provocazioni per il giorno del sì. Per illustrare le nuove tendenze in fatto di bouquet e decorazioni per le spose il Gruppo Fioristi Ascom propone due incontri di aggiornamento gratuiti.

Lunedì 30 marzo dalle 20 alle 23 si terrà “La sposa 1° parte” e, due settimane dopo, lunedì 13 aprile, sempre dalle 20 alle 23, seguirà “La sposa 2° parte”.

Al centro delle serate ci saranno ovviamente i bouquet, ma verranno eseguiti anche centri tavola, idee per l’acconciatura della sposa e alcune idee originali ed eleganti per il bouquet da polso, indossati come braccialetti, la moda lanciata dal nuovo anno molto amata dalle più giovani, risposta femminile ai gemelli di sposi e testimoni.

Un’attenzione particolare verrà data alle proposte per le cerimonie civili, che negli ultimi anni sono cresciute in modo esponenziale tanto da attestarsi attorno al 65% delle cerimonie complessive.

“Oggi sono sempre più frequenti le richieste, da parte delle future spose, di realizzare un bouquet originale e personalizzato per il proprio matrimonio – dice il presidente del Gruppo Fioristi Adriano Vacchelligli incontri proporranno strutture e tecniche di realizzazione particolari, per realizzare proposte nuove e originali, che ciascun fiorista potrà fare sue o reinterpretare a sua volta. Vogliamo dare spunti ma anche provocazioni, gli incontri vogliono essere anche un momento di confronto e di scambio”.

In tema di bouquet da sposa tra le tendenze del 2015 ci sono il ‘monofiore’ (rosmelia), un bouquet composto da un solo fiore molto grande sorretto da un lungo gambo, e l’originale e moderno ‘bouquet a borsetta’, realizzabile sia solo con i fiori che aggiungendo altri accessori ricercati e magici come le perle e i cristalli.

Per quanto riguarda i colori, “le tonalità chiare rimangono garanzia di eleganza” assicura Vacchelli. Scemata la passione per i lilla che ha imperversato gli anni passati, per le cerimonie del 2015 la faranno da padrona il bianco, in tutte le sue declinazioni, il cipria e il salmone, seguiti dai sempreverdi ecrù e giallo.

Le serate saranno dimostrative ma i partecipanti, se lo desiderano, potranno lavorare componendo a tema e portando il materiale necessario per la realizzazione da casa.

I seminari si svolgeranno alla sala riunioni della Scuola formazione Ascom-Accademia del Gusto di Osio Sotto, Piazzetta Don Gandossi 1, angolo via Levate.

Per informazioni e iscrizioni: Emiliano Amadei tel. 035 530112  oppure Sabrina Ferri – segreteria Gruppo Fioristi Ascom tel. 0363.382995.