Arriva Pucci, si ride al Teatro Creberg

Andrea_PucciIl grande pubblico l’ha conosciuto nel 1993 quando ha sbaragliato la concorrenza dei barzellettieri più bravi d’Italia, vincendo la trasmissione “La sai l’ultima”. E da quel momento in poi la sua carriera non si è più fermata: ospite fisso per anni a “Quelli che il calcio”, protagonista ormai da dieci edizioni del programma televisivo “Colorado” e poi tanto teatro, che lo ha visto debuttare nel 2008 come protagonista assoluto all’interno del laboratorio Progetto Derby, il prestigioso “contenitore” comico del Teatro Derby curato da Teo Teocoli e Mario Lavezzi.

Oggi Andrea Baccan, in arte Pucci, è uno dei cabarettisti ed intrattenitori più irriverenti e simpatici dello spettacolo, che piace a tutti, “dai giovani ai nonni”, come lui stesso ama sottolineare, perché la sua comicità è leggera, incalzante e invita al sorriso.

In scena al Teatro Creberg il 21 marzo, presenterà lo spettacolo “C’è solo da ridere”, che è la raccolta delle sue migliori battute,questa volta rielaborate per l’esibizione teatrale.

Lo show è un esilarante monologo che ha come argomento centrale la quotidianità della vita: concettualmente diviso in tre parti, “La società in cui viviamo, voi e io”, promette battute a raffica con un costante occhio di riguardo al pubblico, che è convinto “abbia sperimentato e conosce benissimo le vicende che racconto”.

E cosi Pucci, attento osservatore degli sviluppi sociali e della realtà che lo circonda, rievoca situazioni grottesche, racconta storie vere al limite della presa in giro e coinvolge gli spettatori con uno spensierato report di ordinaria quotidianità che, in chiave satirica, va dal legame con la mamma all’adolescenza, dagli esordi della sua carriera fino alle relazioni amorose, passando anche per la famigerata vita di coppia, dove racconta le emozioni e i sospiri dell’inizio di una storia e il travagliato percorso dopo 20 anni di matrimonio. E ogni gag è sempre sottolineata dal suo tormentone “è cambiato tutto!

Lo spettacolo rappresenta un’ora e mezza di puro divertimento senza pensieri, per una serata “leggera”, ricca di satira di costume (l’artista non ama quella a sfondo politico”) dove si ride davanti ai continui salti indietro nel passato e ai ritorni al presente, anche grazie ad un ritmo incalzante e ad un linguaggio irriverente, simpatico e a tratti sfacciato, ma mai offensivo, che continua a divertire e a far sorridere sulle cose della vita. E per il suo “C’è solo da ridere” l’artista ha un consiglio per il pubblico bergamasco “venite a vedermi in compagnia, con i vostri amici o con chi amate…vi divertirete ancora di più”.

 

 

 




Ascom e FederModa, al via a Milano il corso sul Tax Free

Grazie all’accordo tra Federazione Moda Italia e Global Blue, la più importante società per il tax free, Ascom Bergamo, in collaborazione con FederModa, ha organizzato – anche in vista di EXPO 2015 – il corso “Academy” sul tax free shopping, la procedura vigente che consente ai turisti stranieri, non residenti in Italia,  di recuperare  l’IVA pagata sugli acquisti effettuati nei nostri negozi. Il corso è in programma il 19 marzo alle ore 9,30 presso la sede della  Confcommercio Milano, in  Corso Venezia 47, “Sala Turismo”. L’incontro è rivolto ai titolari e collaboratori di Aziende del settore moda con l’obiettivo di incrementare le conoscenze ed avere suggerimenti pratici, in particolare sulla legge che regola il tax free, sulle possibili azioni di Up Selling & Cross Selling con il Tax Free Shopping, sulla compilazione della fattura Tax Free e sui rapporti di emissione e di rimborso. Inoltre il corso illustra gli sconti reali di cui possono godere i turisti sulle nostre tasse e tutti i passaggi che i clienti devono conoscere per ottenere il rimborso. La partecipazione è completamente gratuita.

Per ragioni organizzative  è necessario confermare la presenza a info@ascombg.it o a mezzo fax al numero 035.249848.




Sosta vietata davanti alla Carrara. “Salvi” i posteggi per i clienti dei negozi

accademia-carraraE’ scattato da ieri il divieto di sosta in piazza Carrara: nella giornata di mercoledì i tecnici di ATB Mobilità e del Comune di Bergamo hanno installato la segnaletica verticale definitiva che sancisce una nuova stagione per la mobilità dell’area antistante la Gamec e l’Accademia Carrara.

Le migliaia di persone che nei prossimi mesi si spera affolleranno la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea per la grande mostra di Palma il Vecchio, nonché l’Accademia Carrara in riapertura a fine aprile, potranno così vedere una piazza liberata dalle auto. L’Amministrazione prevede per il prossimo anno di intervenire ad una riqualificazione completa della piazza, dalla pavimentazione al verde.

Da un punto di vista della sosta i cambiamenti degli ultimi mesi generano un’operazione a saldo positivo, con un innalzamento dei posti auto disponibili in zona.

I 20 posti auto regolari per i residenti che esistevano fino a ieri in piazza Carrara sono stati recuperati sul piazzale antistante il PalaNorda, rendendo appannaggio dei residenti circa 35 stalli di sosta fino a ieri a pagamento. La riduzione di questi posti blu, usati prevalentemente dai clienti dei negozi e degli esercizi della zona di Santa Caterina, è ampiamente compensata dal nuovo parcheggio convenzionato di circa 100 posti su Via Pitentino, aperto a dicembre 2014, a cui si aggiungono i 208 posti in struttura esistenti all’interno dello “storico” PredaParking, sito nella stessa via. Sempre in Via Pitentino sono comunque rimasti una ventina di posti a rotazione a lato della strada.




Il notaio Tucci: «Formula recepita in ritardo rispetto all’andamento dei mutui»

Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, ma quando se lo trovano davanti decidono che, in fin dei conti, non fa al caso loro. Il rent to buy, sempre più richiesto e ricercato, stenta a farsi strada nel nostro mercato immobiliare, vuoi per la commistione tra due contratti, l’affitto e la vendita, che complica le cose, vuoi per la tassazione elevata. La nuova formula di origine anglosassone, entrata nel nostro ordinamento con il decreto “Sblocca Italia”, si scontra anche con una cultura come quella italiana fondata sulla proprietà immobiliare: «L’Italia è il primo Paese al mondo per proprietà privata e l’obiettivo per ogni italiano continua ad essere l’acquisto immobiliare, che all’ estero viene invece vissuto come un vincolo- commenta l’avvocato e notaio Marco Tucci, a margine del convegno organizzato da Fimaa Ascom-. Purtroppo il recepimento di questa formula contrattuale è avvenuto con un certo ritardo, visto che il rent to buy arriva in un momento in cui gli istituti di credito stanno tornando a concedere mutui». I dati dell’Abi evidenziano infatti un vero e proprio boom di mutui, anche attraverso al Fondo di Garanzia per la Casa che, nel suo primo mese di operatività, ha portato a febbraio 27,7 milioni di euro di nuovi mutui. Il Fondo- la nuova soluzione a vantaggio delle famiglie che ancora scontano gli effetti della crisi ma aspirano ad acquistare l’abitazione principale- rappresenta un’ulteriore spinta allo sviluppo del mercato dei mutui che già registra una fase di grande rilancio, con un’impennata relativa a tutto il 2014 del 32,5% rispetto al 2013 e un ammontare complessivo di circa 25,3 miliardi di euro. «La possibilità di detrarre gli interessi passivi del mutuo rappresenta inoltre un indubbio vantaggio sul rent to buy dove i canoni sono versati a fondo perduto e l’atto stesso comporta una più elevata tassazione di contratto che non si recupera, dall’atto iniziale a quello finale , alla doppia natura contrattuale stessa della nuova formula. La vendita immediata fa inoltre maturare in vista di un eventuale cambio di casa un credito d’imposta che si perde completamente nel rent to buy se ci si ferma all’affitto e non si arriva al riscatto». L’innamoramento per la nuova formula si rivela un’infatuazione passeggera: «In Italia ci si innamora spesso di formule anglosassoni, ma alla formalizzazione nero su bianco l’amore sfuma in fretta. Fino ad oggi le trattative partite con convinzione con il rent to buy sono naufragate con questa formula contrattuale, cui sono state preferite altre soluzioni già previste nel nostro ordinamento, come ad esempio il preliminare notarile trascritto per tre anni o la vendita con riserva di proprietà che ad oggi si presentano come le soluzioni giuridicamente e fiscalmente più vantaggiose». Ovviamente se si è interessati ad acquistare e vendere, perché altrimenti il rent to buy può rappresentare un’alternativa: E’ la formula perfetta per gli indecisi cronici, l’unica a garantire la possibilità di rinviare fino a dieci anni l’acquisto o di scegliere liberamente di limitarsi all’affitto senza riscattare l’immobile. Il venditore rischia di vincolarsi per dieci anni, un lungo periodo di tempo in cui può ricevere offerte di acquisto». Se, tra le formule mutuate dall’estero, il rent to buy e il trust godono di scarsa fortuna a queste latitudini, il leasing continua a confermare il suo successo: «La locazione finanziaria, una sorta di corrispettivo business del rent to buy, si è ormai affermata come formula contrattuale. Il conduttore ha la possibilità di detrarre i canoni di leasing e di riscattare rata dopo rata, in 12 anni, il costo dell’immobile. Molti acquisti di capannoni ed uffici avvengono ormai così, con tempi ridotti per la detrazione fiscale dell’acquisto, visto che si parla di 12 anni contro una media di 33 anni per poter scaricare l’acquisto dell’immobile. La formula può interessare oggi anche i liberi professionisti». Nella veste di notaio Marco Tucci non manca di ricordare l’importanza del ruolo nella trascrizione degli atti:«Il contenzioso sugli immobili gestiti dai notai è pari allo 0,0029 %, quindi nullo. Il sistema notarile garantisce le transazioni, mentre all’estero tutto è speculativo. Meglio di così è difficile fare. Per questo trovo assurda l’ipotesi ventilata dal disegno legge sulla concorrenza che sancirebbe la fine dell’obbligo dell’atto notarile per le operazioni immobiliari oltre che per la costituzione di alcune tipologie di società. In Italia la durata dei processi ci colloca al terz’ultimo posto in Europa (davanti solo a Cipro e Malta) e, secondo la classifica “Doing Business 2013” della Banca Mondiale al 160esimo posto su 185 Paesi analizzati. Con 5 milioni di cause pendenti che portano a sanzioni impressionanti europee per il ritardo di giudizio credo che sia bene iniziare a preoccuparsi dei costi che una soluzione come questa possa portare con sé».




Patelli: «Il rent to buy? Una soluzione per gli immobili da ristrutturare»

Abitazioni_di_Ridolfi_(Roma_2010)Il mercato immobiliare sembra aver riservato un’accoglienza tiepida alla nuova formula contrattuale dell’affitto a riscatto. «Il rent to buy è una formula di vendita che stenta a prendere piede- commenta Luciano Patelli, presidente provinciale Fimaa, la Federazione Italiana Mediatori e Agenti d’Affari che ha promosso il convegno dedicato all’affitto a riscatto-. I principali ostacoli sono rappresentati dalla tassazione molto elevata e dalle incognite sull’acquisto futuro, unitamente alla preoccupazione, specialmente per immobili nuovi, per eventuali danni che potrebbero essere arrecati all’abitazione. Insomma, come formula contrattuale nata per dare slancio al mercato, lascia più che una perplessità». Diverso il caso di immobili che hanno bisogno di ristrutturazione: «Il rent to buy può essere una formula da adottare per tutti quegli immobili che necessitano di restyling o per cui il proprietario non avverte l’urgenza di vendere. In questo caso il vantaggio principale per chi vende è rappresentato dalla possibilità di fissare oggi il prezzo dell’immobile  per un futuro potenziale acquisto e di avere così un ruolo negoziale e non passivo nella compravendita. Il potenziale acquirente può dimostrare negli anni la propria solvibilità e godere di maggior fiducia in prospettiva presso gli istituti di credito, oltre che valutare con ponderazione la scelta di abitazione compiuta».

patelliLa nuova formula contrattuale dell’affitto a riscatto arriva però in un momento in cui, con valori ribassati di mercato, compravendite e mutui sono in ripresa: «La domanda di prima casa nonostante la crisi è sempre rimasta elevata, ma le difficoltà di accedere ai mutui erano davvero consistenti. Oggi, con valori ribassati fino al 30-35 per cento rispetto anche solo a sette anni fa, quasi tutti possono tornare a considerare con favore l’ipotesi dell’investimento immobiliare, avendo accesso senza troppi problemi a mutui.

Il riequilibrio dei prezzi è basato sul reale potere d’acquisto. In questo senso, il rent to buy arriva con un certo ritardo: nei momenti di forte stretta al credito poteva supportare la vendita, dopo un primo importante test di fiducia, con canoni onorati in modo puntuale». L’applicazione del rent to buy è interessante in ambito commerciale: «I danni che un capannone può subire non sono certo paragonabili a quelli di un’abitazione. Si può valutare questa nuova opzione contrattuale per immobili a destinazione produttiva e commerciale che magari sono da tempo sul mercato». L’interesse per l’affitto a riscatto resta comunque elevato: «La formula attira, ma a differenza del mondo anglosassone dove è collaudata da tempo, in Italia la tassazione elevata frena l’entusiasmo iniziale. Il nostro ordinamento prevede altre formule contrattuali che dal punto di vista fiscale e giuridico risultano ad un’attenta valutazione più vantaggiose. E, alla fine continuano ad essere preferite al rent to buy».




«Tra auto in sosta e sottopasso, la stazione resta un caos»

sottopasso stazione bergamoBuongiorno direttore

sono un pendolare, uno dei tanti che ogni mattina approda alla stazione di Bergamo per andare al lavoro. I problemi dello scalo cittadino li conosciamo un po’ tutti, quasi annoiano. Ora, però, all’ennesima puntata sull’arredo della piazza mi sono chiesto: ma chi ci amministra i problemi li vede? Vengo al dunque. Ogni volta che piove e che la mia compagna viene a prendermi in auto alla stazione è un caos. Come è possibile avere quattro parcheggi in croce nell’area kiss and ride a fronte di un’affluenza così elevata di viaggiatori in orari cruciali? È evidente che non può funzionare. Va un po’ meglio quando si accompagna l’amico o il parente, molto meno quando lo si va a prendere, specie se piove o ci sono ritardi dei treni. Basta fare un giro in stazione, la sera, all’arrivo delle corse più affollate per vedere quante auto sono alla disperata ricerca di un punto di sosta. Era meglio prima. Forse il piazzale era più brutto, ma era sicuramente più funzionale.

L’altro problema è il sottopasso. Hanno costruito gli ascensori al centro del tunnel restringendo gli spazi di circolazione. Ebbene, la mattina è una bolgia e se si ha la valigia è davvero dura. Il problema è che il tunnel va ai binari ma va anche al sottopasso che sbuca in via Gavazzeni, quindi pendolari e studenti si accalcano nello stesso spazio. Domanda: è così difficile immaginare un ingresso separato per gli studenti che vanno al polo scolastico? Grazie per l’attenzione.

Lettera firmata

 

stefano zenoni assessore bergamoConsapevole di entrambi i disagi segnalati dal nostro lettore, l’assessore alla Mobilità di Bergamo Stefano Zenoni può dare rassicurazioni sul primo «Sull’area kiss and ride – dice – c’è già l’impegno a mettere mano. È uno snodo che probabilmente è stato sottovalutato in passato. Si incrociano le auto di chi carica e scarica i passeggeri della stazione ferroviaria, i taxi, gli autobus urbani ed è anche l’accesso alla stazione dei servizi extraurbani. È indubbio che serve una nuova organizzazione, ma non sarà un intervento così immediato. Stiamo ragionando infatti con l’Atb su una sistemazione sostanziosa (nell’ambito della quale rientra anche il progetto di totem segnaletici e monitor al servizio di cittadini e turisti presentato nei giorni scorsi, occasione nella quale l’assessore ha risposto a questi quesiti ndr.) e non ci è sembrato il caso di far partire il cantiere in estate». «Tra le soluzioni – ricorda – c’è anche quella di prevedere la sosta gratuita per i primi 15 minuti nel parcheggio che sarà realizzato da Metropark tra la stazione della Teb e i binari della ferrovia». «Ciò che cercheremo di fare nel frattempo – annuncia – è spostare almeno una delle interferenze, per esempio trovando una diversa via d’accesso per gli autobus della Sab».

Sul problema dell’affollamento del sottopasso invece il Comune non può intervenire. «L’area fa capo a Centostazioni – ricorda Zenoni – , che ha progettato e realizzato la ristrutturazione. In effetti, con la collocazione degli ascensori per l’accesso ai binari lo spazio si è ristretto ed è aumentato il rischio di intasamento. Diciamo che il progetto è stato “parsimonioso”, ma grandi soluzioni con questa struttura non ne vedo. La vera alternativa sarebbe realizzare un secondo sottopasso verso via Gavazzeni al di fuori della stazione, per chi non arriva o sale sul treno ma deve semplicemente attraversare l’area». 

 




Confcommercio, Sangalli confermato presidente

Sangalli 1L’assemblea di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in rappresentanza delle oltre 700 mila imprese associate del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, ha confermato, per acclamazione, Carlo Sangalli alla guida della Confederazione per il quinquennio 2015-2020. Nella sua relazione all’assemblea, Sangalli ha evidenziato, tra le azioni più significative della consiliatura appena conclusa, l’avvio di un importante processo di riorganizzazione, riqualificazione e rinnovamento della Confederazione, anche grazie all’adozione del nuovo statuto e del bilancio sociale, con l’obiettivo di rendere il sistema associativo più moderno, più agile e più efficace a tutti i livelli. “Un processo – ha proseguito Sangalli – la cui completa realizzazione rappresenta uno degli obiettivi centrali della Confederazione nei prossimi anni insieme al rafforzamento del proprio ruolo di rappresentanza nei confronti delle istituzioni e della politica – soprattutto sulle questioni legate al fisco, al lavoro, al credito, alla legalità – all’impegno per restituire al turismo la centralità che merita nelle politiche economiche del Paese, alla valorizzazione delle imprese del terziario di mercato”. Nel corso dell’assemblea sono stati anche rinnovati i componenti del Consiglio Generale, del Collegio Sindacale e del Collegio dei Probiviri.




Littizzetto a Bergamo parla di affido

littizzettoDopo due anni di lavoro, si è concluso nel mese di febbraio 2015 il progetto “Mi accolgo, ti accolgo” che il Comune di Bergamo – in partnership con l’Ambito territoriale 1, l’Asl di Bergamo, il Consorzio Sol.Co Città aperta, l’Istituto Palazzolo – ha realizzato grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo di Milano.

Martedì 31 marzo l’Auditorium di piazza della Libertà sarà scenario dell’evento di chiusura del progetto: madrina della giornata sarà la celebre Luciana Littizzetto che, intervistata da Max Pavan, narrerà la sua esperienza d’affido. Sarà il culmine del lavoro di sensibilizzazione all’affido e all’accoglienza che il Comune di Bergamo ha avviato in modo integrato negli ultimi due anni proprio grazie al progetto Mi accolgo, ti accolgo.

Il progetto si è occupato dell’istituto giuridico dell’affido familiare in modo originale ed innovativo, promuovendone la conoscenza e la diffusione e stimolando la riflessione sulle possibilità e sulle potenzialità di accoglienza che le famiglie e le comunità possiedono. Grazie al progetto, il Comune di Bergamo ha potuto inoltre raccogliere la disponibilità all’accoglienza leggera di 37 nuove famiglie, essere contattato per informazioni da 58 famiglie e coinvolgere 43 nuove famiglie in percorsi di carattere informativo, costituire due gruppi di famiglie affidatarie che si sono incontrate regolarmente – 10 incontri all’anno per ciascun gruppo – durante tutta la durata del progetto e avviare un Servizio Affidi e Accoglienze Familiari di Ambito comprendendo oltre al Comune di Bergamo, i comuni di Orio al Serio, Ponteranica, Torre Boldone, Sorisole, Gorle. Questi obiettivi sono stati raggiunti grazie al lavoro di rete tra le diverse realtà coinvolte, pubbliche e del privato sociale. La collaborazione e la sinergia tra i diversi attori, la sensibilizzazione ai territori, il sostegno alla genitorialità, la formazione degli operatori, il sostegno dato all’emergere delle risorse di cui le famiglie sono portatrici, sono stati i fattori che hanno garantito i positivi esiti del progetto.




Expo, scintille tra la Regione e il Consorzio Valcalepio

gianni-fava-nuova-1“Quando Emanuele Medolago Albani critica la Regione sulla scelta di valorizzare il Padiglione Lombardia, come richiesto dal sistema agroalimentare territoriale, parla a titolo personale, per conto del Consorzio di tutela dei vini della Valcalepio o di quali altri Consorzi vinicoli?”. Se lo chiede l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Gianni Fava che al presidente del Consorzio bergamasco, Medolago Albani, spiega la posizione di Palazzo Lombardia in tema di Expo. Medolago Albani, sulle colonne dell’Eco, aveva lamentato la scelta della Regione di concentrare i vini lombardi – e dunque anche il Valcalepio – nel Padiglione Lombardia e non nel Padiglione Vino Italia, con il conseguente rischio di rimanere penalizzati in termini di visibilità. “Chi è interessato al vino – ha polemizzato Medolago Albani – andrà direttamente al Padiglione tematico e lì non troverà i vini della regione che ospita l’Expo”

“Regione Lombardia – ha ribattuto Fava – ha ricevuto dalle aziende lombarde la richiesta di rimanere all’interno del Padiglione Lombardia per tre motivi: innanzitutto perché siamo l’unica Regione che ha un padiglione autonomo, che di per sé è motivo di grande visibilità in una manifestazione come Expo. In secondo luogo, perché i produttori di vino volevano partecipare dell’offerta complessiva dell’agroalimentare regionale; in terzo luogo, perché avrebbero potuto contare su spazi gratuiti”. L’assessore Fava precisa: “La nostra scelta non è assolutamente contro il Padiglione del Vino, contro il ministero delle Politiche agricole o contro Vinitaly, che ne sono i responsabili organizzativi. Se i Consorzi lombardi ritengono di aderire al Padiglione del Vino sono più che liberi di farlo, ma Emanuele Medolago Albani mi dovrà spiegare per quale motivo Regione Lombardia dovrebbe pagare per degli spazi che, unica Regione, già ha”.




Palma il Vecchio, una prima mondiale

Lo sguardo della bellezza si posa su nobili dame, commoventi Madonne, ma anche sul fascino ambiguo di soggetti iconografici ricorrenti d’ispirazione biblica come quello di Giuditta che tiene stretta a sè la testa di Oloferne e dell’Adultera additata da Cristo. Si è inaugurata ufficialmente alla GAMeC l’attesa mostra di Palma il Vecchio, aperta al pubblico e ai turisti di Expo dal 13 marzo al 21 giugno. E’ una prima mondiale, resa possibile dalla collaborazione dei più grandi musei d’Europa per restituire a Bergamo uno dei più grandi artisti cui abbia dato i natali, e fortemente voluta e promossa dalla Fondazione Creberg, dall’Università di Bergamo e dal Comune e sponsorizzata da Sacbo. Per la prima volta la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea riunisce in una grande retrospettiva più di trenta capolavori di Palma il Vecchio provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private italiane e internazionali: dalla National Gallery di Londra alla Gemaldegalerie di Dresda e di Berlino, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna all’Ermitage di San Pietroburgo al Louvre di Parigi. E ancora, dagli Uffizi di Firenze alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, da Galleria Borghese a Roma al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, fino alle collezioni inglesi della Regina Elisabetta. Per la prima volta il famoso Polittico di Santa Barbara lascia la sua sede naturale di Santa Maria in Formosa a Venezia e le sei tavole centrali della Presentazione della Vergine della Parrocchia Prepositurale Santa Maria Annunciata di Serina, paese natale dell’artista bergamasco, si uniscono ai capolavori con soggetti sacri, sullo sfondo di paesaggi di grande bellezza e grazia agreste come nell’Incontro di Giacobbe e Rachele, in prestito da Dresda.

IMG_0051L’artista, amatissimo dalla committenza privata, restituisce con le sue opere ritratti femminili pronti ad incarnare gli ideali del Rinascimento maturo: con la Dama in blu di Vienna e la Bella del Thyssen-Bornemisza di Madrid – un tempo opera della collezione di Ippolito d’Este- si fissano i canoni di bellezza cinquecenteschi, con donne dalle forme morbide, vesti ricche dalle ampie gonne pronte a dettare, assieme alle prime camicie plissettate, la moda italiana nelle corti europee. Non a caso ad accogliere i visitatori vi sono due grandi abiti ispirati alle dame del Palma e tessuti di grande pregio, restituiti in tutti i riflessi e le complesse trame dal pennello dell’artista. Oltre ai giochi di sguardi, sorprendenti ne il Cristo e l’Adultera concesso in prestito dall’Ermitage e ancora nell’Incontro di Giobbe e Rachele, la ricerca dei colori e della tridimensionalità rappresentano le cifre distintive dell’arte di Jacopo Negretti, consacrato alla storia come Palma il Vecchio. Il visitatore ha una vera e propria ricostruzione della tecnica pittorica del Palma, ripercorsa in una sala in tutti i suoi passaggi dalla tela, trattata dall’artista a più mani con colla di coniglio, al disegno preparatorio, dalle piramidi di colori estratti dalla natura e ridotti in polvere con arte da alchimista, ad un’illustrazione di alcune fasi del restauro di grandi opere riportate all’antico splendore. Nelle montagne e nelle distese verdi coronate di romite chiesette, si può rivedere una nostalgica e autentica ricostruzione dell’artista, consacrato a Venezia, delle vallate bergamasche e di alcuni angoli della sua terra d’origine.

palma 2La mostra che celebra Expo 2015 a suon di cultura – e vanta il patrocinio del Mibact e del Ministero delle Politiche Agricole- riporta il territorio al centro di un percorso virtuoso e, grazie alla Fondazione Creberg, restituisce splendore ad opere di grande valore come le tavole del Polittico di Serina e la tela dell’Adorazione dei pastori di Zogno. La retrospettiva di Palma rappresenta l’occasione per tutte le realtà del territorio: i Maestri del Paesaggio colorano e punteggiano di fiori e piante lo spazio esterno della GAMeC, le iniziative collaterali raggiungono il visitatore in ogni dove, dai negozi ai ristoranti, celebrando l’artista,  da sempre annoverato tra i grandi della pittura veneta, con grande orgoglio bergamasco.
La mostra, ospitata nelle sale della GAMeC in Via San Tomaso, 53 a Bergamo, è aperta dal lunedì alla domenica con i seguenti orari: lunedì-giovedì: 9.00-19.00; venerdì, sabato, domenica e festivi: 9.00-20.00. La biglietteria chiude un’ora prima.

035.0930166

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