In Città Alta serata con i piatti kosher

falafel_israele_4501Prende il via il ciclo “A tavola con le religioni”, messo a punto da Ada Grilli. Quattro serate di conversazione con cena dedicate alle tradizioni gastronomiche di altre culture religiose: ebraismo, cristianesimo, buddismo/induismo e islam. Le quattro serate sono proposte a ritmo serrato nell’arco temporale di un mese (26 marzo, 9, 21 e 29 aprile) per anticipare l’Expo con un evento utile a conoscere le tradizioni gastronomiche di altre culture religiose. La prima serata conviviale sarà dedicata all’Ebraismo e si terrà al ristorante del Caffè della Funicolare in Città Alta, ma i piatti kosher, verranno preparati a Milano dal Ristorante ebraico Re Salomone.

Costo delle singole serate (cena + libro): 30 euro.




Al Creberg Teatro arriva il mentalista più bravo d’Italia

Francesco TeseiIllusione o realtà? Magia o psicologia? Condizionamento o libera scelta? E’ tra questi opposti che si sviluppa “Mind Juggler”, lo spettacolo di Francesco Tesei, il mentalista più bravo e conosciuto d’Italia, in scena al Teatro Creberg il 13 marzo alle ore 21.

Non è un mago, non è un indovino e neppure un veggente, ma si considera un illusionista moderno o meglio un “giocoliere della mente” che, in un perfetto connubio tra tecniche psicologiche e trucchi stupefacenti, dimostra alle tantissime persone che accorrono ai suoi show come ciò che si definisce “realtà”, sia solo il frutto del processo interpretativo della nostra mente. E così attraverso un linguaggio affascinante e suggestivo l’artista rende accessibili a tutti le abilità della mente umana in uno spettacolo che è contemporaneamente provocazione e ispirazione e che, muovendosi tra arte e psicologia, con richiami alla Programmazione Neuro Linguistica e alle tecniche di comunicazione non verbali e paraverbali, dimostra la sua grandissima capacità di condizionare in maniera subliminale i pensieri e le scelte del proprio interlocutore.

E’ questo il mentalismo di Tesei, un’arte che esplora le potenzialità della mente in maniera artistica, che ha lo scopo di creare incanto e stupore nei confronti dell’impossibile e che è simulazione dei fenomeni paranormali, dando l’impressione di poter esercitare la telepatia, la chiaroveggenza, la divinazione, la precognizione, la psicocinesi, la medianità, il controllo mentale, l’ipnosi, una memoria prodigiosa e il rapido calcolo mentale. E invece è solo una meravigliosa forma d’arte, che richiede la capacità di abbinare la libertà della fantasia con il rigore della professionalità e della competenza.

E’ lo stesso Tesei che prendendo spunto da un’affermazione dello psicoterapeuta e ipnoterapeuta Milton Erickson – “Ognuno di noi è molto più di ciò che pensa di essere e sa molto più di ciò che pensa di sapere” – ha dichiarato più volte l’obiettivo dei suoi spettacoli, ovvero far provare agli spettatori un’esperienza di “meravigliosa consapevolezza”, accompagnandoli per mano all’interno di un percorso per giocare con i pensieri e le idee, per poi confondere sensi e percezioni, rivelando informazioni inaccessibili, svelando verità e bugie e creando una serie di incredibili colpi di scena, che innescano nello spettatore la solita ed inequivocabile domanda “ma come faceva a sapere questa cosa?”

E da anni il pubblico risponde con entusiasmo alle sue provocazioni e non solo perché è co-protagonista dello show e non semplice spettatore, ma perché non può che rimanere turbato dai misteri e dalle suggestioni dell’inconscio e stupito dai mondi in continua evoluzione della mente e della comunicazione, in grado di regalare stupore e sorprese a non finire.




All’Osteria dei Camelì il “Premio in memoria di Francesco Arrigoni”

Cameli-060Nell’ambito dell’inaugurazione della nona Fiera del Libro dell’Isola Bergamasca, a Calusco d’Adda, in programma sabato 7 marzo, è prevista anche la consegna del Premio in Memoria di Francesco Arrigoni, giunto alla sua IV edizione e promosso da PromoIsola in collaborazione con Ascom e Camera Commercio di Bergamo. Il premio, nato per rendere omaggio a Francesco Arrigoni, noto giornalista bergamasco scomparso nel 2011, va a Camillo Rota e Loredana Vescovi dell’Antica Osteria dei Camelì di Ambivere, ristorante che si fregia di una stella Michelin e che va considerato una eccellenza del territorio dell’Isola bergamasca. (Foto tratta dal sito www.altissimoceto.it)




Stazione di Bergamo, il piazzale non spiazza più

totem stazione BergamoCittà alta e lì davanti ed è insieme biglietto da visita e punto di riferimento. Molto più difficile, per chi per la prima volta arriva nell’area della stazione di Bergamo capire in che direzione muoversi per raggiungere la propria meta, che sia il borgo storico o un quartiere, l’aeroporto, l’ufficio di informazioni turistiche o uno dei paesi della provincia. A dare una mano ci saranno tra qualche mese cinque totem con le indicazioni per orientarsi, collocati sul piazzale, alla stazione delle autolinee e nei pressi della stazione Teb. Tre di questi (due sulla piazza e quello alle autolinee) saranno anche dotati di monitor e metteranno a disposizione informazioni ulteriori, in primis quelle relative alla mobilità (orari, tariffe, condizioni del traffico, agevolazioni, tempi di attesa, taxi, servizi di noleggio di auto e biciclette), ma con la possibilità di ampliare il campo, anche grazie al fatto  che si sviluppano sull’ecosistema digitale E015, nato per favorire la condivisione e ottimizzare le informazioni in chiave Expo.

La presentazione del progetto. Da sinistra, Alessandro Redondi, Stefano Zenoni, Gianni Scarfone
La presentazione del progetto. Da sinistra, Alessandro Redondi, Stefano Zenoni, Gianni Scarfone

L’intervento è stato licenziato dalla Giunta comunale e sarà realizzato da Atb Mobilità. «Il progetto – ha ricordato il direttore generale dell’Atb Gianni Scarfone – nasce da uno studio più ampio commissionato alla società internazionale di consulenza in tema di trasporti Steer Davies Gleave ed è un contributo alla soluzione di un nodo per l’area, quello della razionalizzazione dei flussi di passaggio». Il capitolato di spesa è di 140mila euro e la prossima settimana si aprirà la gara tra le imprese per la realizzazione dei totem. «L’iter della procedura pubblica di assegnazione è di circa due mesi – ha ricordato Scarone -, dopo di che l’installazione non dovrebbe richiedere tempi lunghi, trattandosi di interventi senza particolari criticità. Non saremo pronti per l’apertura di Expo a maggio, ma di certo poco dopo». Di un altro passo avanti per Atb Mobilità, che sta anche realizzando il sistema di informazione per indirizzare verso i parcheggi con posti liberi, ha parlato il presidente Atb Alessandro Redondi, sottolineando come i totem non siano funzionali solo ad Expo «ma in prospettiva dei flussi turistici che interesseranno Bergamo anche dopo e naturalmente utili a migliorare l’informazione agli stessi cittadini. Con la possibilità ulteriore di interfacciarsi con l’aeroporto, il bike e il car sharing realizzando un’informazione ancor più integrata».

«Cinque totem con segnaletica e informazioni sulla mobilità indirizzeranno i flussi pedonali. Un progetto di Atb del valore di 140mila euro Con i totem – ha invece affermato l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni – in piazzale Marconi si attua davvero quel polo intermodale che era nei piani ma non si era ancora realizzato del tutto. Insieme ai lavori di riallestimento architettonico secondo il progetto dell’architetto Ines Lobo, le segnaletiche di indirizzamento dei flussi pedonali daranno vita a quella grande stazione a cielo aperto che è nella nostra visione, dove confluiscono ferrovia, autobus di città, Teb, servizi extraurbani e taxi».




Bergamo, la Camera di Commercio è la seconda più virtuosa d’Italia

Camera di Commercio E’ tempo di numeri per la Camera di Commercio di Bergamo che si appresta a chiudere il mandato 2010- 2015. Il bilancio dell’Ente porta Bergamo al vertice della classifica nazionale, in linea perfetta con tutti i parametri dell’efficienza amministrativa:«La nostra è la seconda Camera più virtuosa in Italia nel rapporto fra spese e entrate- commenta il presidente Paolo Malvestiti-. Un risultato raggiunto anche grazie anche agli investimenti in formazione delle risorse umane, alla informatizzazione delle procedure e alla loro semplificazione, all’interno di un sistema di qualità certificato dal 1997». Il bilancio di mandato è l’occasione per ripercorrere il passato con un occhio al futuro e agli obiettivi da raggiungere: «Nonostante il deprecato disegno di ridimensionare ruolo, funzioni e compiti delle Camere di Commercio, che già dal 2015 hanno dovuto fare i conti con una drastica riduzione delle proprie entrate, lo sforzo maggiore dell’Ente è stato quello di non limitarsi a “giocare in difesa” ma di rilanciare e sostenere iniziative di formazione, innovazione e internazionalizzazione a sostegno, in modo particolare, delle piccole e medie imprese- continua Malvestiti. Senza Camere di Commercio non si sostengono la ripresa economica e la competitività delle imprese. Nonostante l’indirizzo del Governo, sono comunque certo che l’impegno del nuovo Consiglio confermerà il ruolo vitale degli enti camerali per le economie dei territori». Durante il mandato si è proseguito l’impegno, peraltro già avviato dalle precedenti amministrazioni, nel trasformare la Camera di commercio da mero organismo di tipo amministrativo a strumento in grado di erogare servizi di qualità.«La crisi economica di questi anni, forse la peggiore del dopoguerra, ha falcidiato imprese e posti di lavoro. Questo processo ha portato alla definizione di priorità strategiche e linee d’intervento, sempre ampiamente condivise dall’ intero Consiglio camerale, che l’ente ha promosso insieme alla propria azienda speciale. Non siamo mai venuti meno alla missione di orientare e supportare il nascere e il consolidarsi di nuove imprese, specialmente da parte di giovani imprenditori». L’Azienda Speciale Bergamo Sviluppo e del Polo tecnologico di Dalmine hanno avuto un ruolo di primo piano nell’innovazione e nel sostegno alle imprese del territorio.

«Bergamo Sviluppo da oltre vent’anni, dal 1994, in stretto rapporto con la Camera di Commercio, opera a servizio di 90 mila  imprese con interventi mirati e funzionali- ha tenuto a precisare il presidente Angelo Carrara-. Il Polo tecnologico di Dalmine continua ad affermarsi ben oltre i confini provinciali quale struttura di eccellenza con grandi ricadute positive  sul territorio». Nel dettaglio, come indicato dal direttore Cristiano Arrigoni, l’azienda speciale Bergamo Sviluppo ha fornito nel corso di questo mandato, in collaborazione con le associazioni di categoria,  52 mila ore di consulenza a 1550 imprese. Il Punto Nuova Impresa ha accompagnato in fase di start-up 2200 imprese l’anno;  più di 2200 imprese rosa hanno avuto il supporto del Comitato per l’Imprenditoria femminile. L’ incubatore d’impresa ha fatto nascere e crescere in questi anni i84 imprese ancora operanti sul mercato che impiegano solo a livello di personale 300 persone. Con la nascita dell’incubatore manifatturiero si sono varcati i confini del territorio attraverso la partecipazione al Cluster fabbrica intelligente.

Con la chiusura del mandato camerale, inizia il count-down per Expo 2015: «Expo ha visto Bergamo fare quadrato attorno alla Camera di Commercio, dall’avvio del tavolo Expo a settembre alla firma di un protocollo d’ intesa per valorizzare il nostro territorio- ha sottolineato Matteo Zanetti, vicepresidente della Camera di Commercio di Bergamo-.  L’Ente si appresta con Comune, Università e Provincia a realizzare un ufficio di rappresentanza del sistema Bergamo all’interno del Padiglione Italia, dove saremo presenti una settimana dal 25 settembre al 1° 0ttobre. Ha già raccolto molte adesioni il Catalogo Imprese per Expo attraverso il sito camerale dedicato, mentre l’Ente ha destinato 2,5 milioni di euro a Bergamo Experience, un progetto nato per incentivare le visite alla nostra città attraverso arte e cultura, musica e teatro, enogastronomia, turismo religioso e percorsi naturalistici. Inoltre la Camera può vantare la paternità sui progetti: “Bergamo capitale europea dei formaggi”,  con l’eccezionale concentrazione di 9 D.o.p.  nel territorio, e sulla “Filiera dei gelati” che trova una grande rappresentanza di imprese nel territorio». Non è mancata una nota di Zanetti su questi cinque anni di lavoro: «Questo mandato è stato segnato da una svolta epocale, da una presidenza lunga 18 anni ed espressione del mondo industriale a una gestione condivisa. All’inizio non è stato semplice e ci si è un po’ tirati le casacche, ma alla fine è prevalsa la volontà di lavorare per il bene comune e di affrontare grandi cambiamenti a partire dal nuovo ruolo di due partner storici come Comune e Provincia che, alle prese con la spending review, hanno dovuto rivedere il loro ruolo di sostegno».

A Emanuele Prati,  segretario generale  della Camera di Commercio, è stato affidato il compito di snocciolare i principali dati di bilancio dall’esercizio 2010 al 2014. La voce più consistente è quella del sostegno alle imprese, con uno stanziamento di oltre 50 milioni di euro. Innovazione, Ricerca e Sviluppo rappresentano il capitolo di spesa più forte, con 21 milioni di euro destinati tra bandi (oltre 5 milioni solo quelli per innovazione e prodotto), il Punto Nuova Impresa, il Comitato per l’ imprenditoria femminile e altre iniziative di sostegno. Per dare una misura della capacità innovativa del territorio, basti pensare che si sono raccolte in quattro anni ben 3364 richieste di marchi e brevetti. All’ internazionalizzazione sono stati assegnati più di 7 milioni di euro. Si sono registrati 250 mila certificati per l’estero ( con una crescita del 39 per cento in 4 anni ) e sono state promosse 32 missioni commerciali all’ estero per 340 imprese. Alle iniziative per favorire l’accesso al credito sono stati destinati oltre 7 milioni di euro, dall’erogazione di contributi a supporto del fondo rischi dei Consorzi Fidi (3 milioni euro) a iniziative per contrastare i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione ad una consulenza finanziaria su misura di ogni impresa. La Camera ha inoltre promosso la cosiddetta Giustizia alternativa con il servizio di conciliazione e arbitrato (1790 conciliazioni con 68 giorni medi a pratica di risoluzione e 177 arbitrati), ha intensificato i controlli di conformità e sicurezza dei prodotti sul mercato e ha promosso l’e-governement con il programma di gestione degli sportelli unici e la promozione di reti di dematerializzazione. A livello di marketing territoriale e sviluppo della cultura del territorio, la Camera ha garantito supporto a manifestazioni e  fiere di rilievo e interesse,  ai distretti del commercio e  ha promosso marchi di qualità, tra cui l’ultimo “Sono sostenibile”. Imprescindibile continua ad essere il ruolo dell’Ente nella diffusione di economie e statistiche che restituiscono una fotografia fedele del tessuto imprenditoriale del territorio, unitamente al Bollettino delle opere edili e al progetto portato avanti con le associazioni consumatori del monitoraggio di prezzi e servizi.

 




Sfilata di Mezza Quaresima, al rogo il vecchio gasometro

il tavolo dei relatori DucatoQuesta’anno il Ducato di Piazza Pontida manderà al rogo al il vecchio gasometro di Bergamo, l’area ormai abbandonata da tempo situata dietro la stazione ferroviaria. Il tema del Rasgamènt de la Egia è stato illustrato contestualmente alla presentazione della sfilata di Mezza Quaresima, presenti il Duca Mario Morotti “Smiciatöt”, il Duca emerito Bruno Agazzi “Liber Prim” e Gianluigi Morosini, direttore del Giopì. La manifestazione quest’anno abbraccerà l’intero fine settimana. Gli spettacoli folcloristici in cartellone – in Piazza Vecchia e al Quadriportico del Sentierone – e il tradizionale Rogo della Vecchia che avrà luogo in Piazza Pontida saranno anticipati alla giornata di sabato 14 marzo, che culminerà con l’elezione della Égia piö bèla.

Domenica pomeriggio, tre colpi di cannone sparati dagli spalti delle Mura daranno il via alla parata, che si aprirà con il passaggio in carrozza del Duca di Piazza Pontida, seguito da carri, gruppi danzanti e tamburini.

Dalla provincia di Bergamo, dal Bresciano, dal Lecchese, dalla provincia di Cremona e da quella di Venezia, dal Carnevale di Erba e da quello di Bellano arriveranno in città quasi un’ottantina di carri e più di 4.000 figuranti, di cui 400 solo da Tagliuno e 200 da Almenno San Salvatore. Per la prima volta prenderanno parte alla manifestazione gruppi di Ardesio, Dossena e Vall’Alta, che porteranno le loro tradizioni: la “Scasada del zenerù”, la “Mascherada de Dossena”, e Vall’Alta Medievale. Per la gioia dei più piccoli, durante la manifestazione verranno distribuiti migliaia di zuccherini.




Creattiva, in fiera è tempo di bricolage

E’ il quattordicesimo appuntamento alla Fiera di Bergamo, e, come sempre, rappresenta un’autentica e appassionata festa per tante donne innamorate delle arti manuali. Stiamo parlando di Bergamo Creattiva, la kermesse di Ente Fiera Promoberg dedicata alle arti manuali, all’hobbistica e al bricolage, capace in pochi anni di trasformarsi in un’adunata imperdibile per tante migliaia di appassionate pronte a raggiungere Bergamo con ogni mezzo e da ogni parte dell’Italia. E proprio pensando alle tante ammiratrici (il 95% del pubblico è di sesso femminile), l’appuntamento primaverile di Creattiva nella Città dei Mille va in scena fino all’8 marzo, concludendosi nella giornata dedicata alla Festa delle donne.




Letto per voi / Buoni pasto, tornano i nuvoloni neri

buoni_pasto 5“Basta! Meglio metterli in busta paga”, sostengono ipermercati e supermercati. “Con queste commissioni non si può continuare”, rivendicano gli esercenti. “Questa carne è di scarsa qualità”, sussurrano gli avventori/colletti bianchi che sciamano in bar e trattorie nella mezz’ora di pausa pranzo. “Fortunati quelli che hanno la mensa aziendale”, confidano molti mal celando l’invidia nei confronti dell’amico che gli racconta cibi luculliani.

Benvenuti nella guerra dei buoni pasto prima silenziosa, ora deflagrata a colpi di comunicati, ricorsi al Tar, pagamenti a 120 giorni, società dai bilanci poco chiari. Subito chi è finito sul banco degli accusati: lo Stato-formica. Variante inattesa del gemello cicala, che dispensa consulenze, prebende, emolumenti.

Stavolta lo Stato vuole risparmiare e – per interposta Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione) – potrebbe accettare uno sconto del 20% su un bando da un miliardo di euro scegliendo l’offerta economicamente più vantaggiosa (con il criterio dei servizi accessori) che suscita più di qualche mal di pancia. Calcolatrice alla mano: 200 milioni.

Il bando è la gara 7 (in corso) per la fornitura dei buoni pasto agli oltre 2 milioni di dipendenti di ministeri, ospedali, enti pubblici, locali. L’esito del bando (diviso in più lotti a copertura delle varie regioni) determinerà i nuovi rapporti di forza in un settore che vale 2,7 miliardi di euro, interessa 80mila aziende e 150mila esercizi convenzionati, impiega oltre 190mila persone.

D’altronde non c’è bisogno di un contabile per capire che chi si aggiudicherà l’appalto avrà per le mani quasi il 50% del mercato, un peso negoziale enorme nei confronti di bar e trattorie a valle della filiera. Proponendosi a Consip con uno sconto di quella entità – denuncia la Fipe, la federazione degli esercenti – il rischio è l’imposizione da parte della società aggiudicatrice (ed emittitrice dei buoni) di commissioni salatissime nei confronti degli esercizi che a loro volta potrebbero rivalersi sulla clientela offrendo un cibo di scarsa/scarsissima qualità per non chiudere.

Ecco perché i più lesti a fiutare il pericolo sono state le associazioni dei consumatori, preoccupati che a rimetterci sia proprio l’utente finale, mentre colpisce il silenzio dei sindacati su questa parte accessoria della retribuzione. Il valore facciale del buono cartaceo è 5,90 euro, soglia esentasse ferma da più di 15 anni nonostante la crescita dell’inflazione.

Il legislatore  recentemente avrebbe anche fatto un passo in avanti consapevole che il servizio-mensa (sotto forma di voucher) è l’asse portante di qualunque welfare aziendale ed è capace anche di generare un importante gettito erariale. Nella legge di Stabilità ha alzato la soglia de-fiscalizzata a 7 euro a partire dal 1° luglio 2015 soltanto per i buoni pasto elettronici in grado di tracciare meglio i pagamenti.

Bene, potremmo dire. Se non che le card rappresentano finora una quota di mercato residuale, circa il 15%, anche se il dato crescerà velocemente in virtù dell’incentivo. A condizione che i principali operatori del mercato, da Edenred a Sodexo a Qui Group, trovino un accordo per realizzare un lettore di pagamento unico sotto il quale passare il codice a barre del ticket.

di Fabio Savelli

(Dal Corriere della Sera del primo marzo 2015)




Ecco come le donne “trattano” il telefonino

chiamare-una-donna-messaggioPiù di una donna su quattro (26%) usa due numeri di cellulari diversi e nel 90,4% dei casi le esponenti del gentil sesso scelgono schede ricaricabili. È falso lo stereotipo che le dipinge come responsabili di spese telefoniche altissime e, ancora, continuano ad amare i telefoni tradizionali senza essere troppo affascinate dagli smartphone. Questi sono alcuni dei risultati emersi dall’indagine condotta dall’Istituto di ricerca Demoskopea per Facile.it, sito specializzato anche nella comparazione di tariffe telefoniche. Scorrendo i dati dell’indagine si scopre che il 53% dei conti telefonici femminili non supera i 10 euro al mese. Il profilo delle donne al cellulare tracciato da Demoskopea e Facile.it grazie alle interviste condotte su un campione rappresentativo della popolazione italiana, evidenzia come esse non siano assolutamente tecnomaniache e se, a livello nazionale, il 20% degli utenti di telefonia usa ancora un cellulare tradizionale, quando si centra l’analisi sul solo universo femminile, continua a preferire la tastiera il 24,2% del campione. Escludendo WhatsApp, usata dal 58,1% delle donne al telefono rispetto al 57,8% del totale nazionale, le donne sembrano essere meno amanti delle tecnologie legate al mondo degli smartphone: il 63,5% naviga in Internet dal cellulare (contro il 67,8% del campione totale); usa la posta elettronica da telefono il 55% delle intervistate (60,8% il campione totale); si collega ai social network dal cellulare il 45,4% (vs 49%); utilizza Skype su mobile appena il 17,7% (vs 20,4%). È soprattutto nell’uso delle app che si allarga il divario fra l’universo totale e quello femminile: se a livello nazionale scarica applicazioni sul telefono il 55,2% degli intervistati, la percentuale scende al 48,1% fra le donne e risale al 62,9% fra gli uomini. Da evidenziare, invece, come le signore continuino ad amare sms ed mms (92,3% contro l’87,9% dei maschi). Insomma, le donne come responsabili di grandi costi telefonici è un’idea sbagliata e, anzi, la loro attenzione alle spese del cellulare è dimostrata anche dal fatto che, nei 12 mesi precedenti alla rilevazione, oltre il 94% delle intervistate abbia valutato di sottoscrivere un piano telefonico diverso o migrare verso un altro operatore. Nel 77% dei casi, fra l’altro, a spingere al cambiamento è stata proprio la volontà di risparmiare. Risparmio che, sempre secondo l’indagine, è stato effettivamente conseguito dal 90,4% di chi ha cambiato.




Non basta una legge per rilanciare l’occupazione

sicurezza_lavoro_1A dicembre le persone occupate in Italia sono cresciute di 93 mila unità. In tutto questo il Jobs Act, provvedimento che solo dalla scorsa settimana è diventato praticabile, ovviamente non c’entra. E sarà difficile dire quanto c’entrerà anche nelle centinaia di migliaia di assunzioni che verranno fatte quest’anno, come sono state fatte l’anno scorso o prima ancora con lo Statuto dei lavoratori versione originale. Si è assunto e si assumerà non perché c’è una particolare legge piuttosto che un’altra, ma perché c’é necessità. Gli stessi incentivi possono essere un aiuto in più, ma difficilmente porteranno assunzioni che all’azienda non servono. Dato che in questi ultimi anni di bisogno di assunzioni ce n’è stato ben poco, ma c’è stata piuttosto la necessità di gestire personale in eccedenza, una crescita dell’occupazione, unito ad altri indicatori, diventa un segnale particolare positivo.

Il fatto che a dicembre ci sia stata una crescita dell’occupazione senza rinvii delle assunzioni in attesa del Jobs Act conferma che non è la libertà di licenziare liberamente il primo interesse degli imprenditori. Nella generalità (o quasi) dei casi non è così e lo si è visto in concreto, anche in questa crisi che ora sembra verso la fine. A posteriori, almeno nella Bergamasca, si può vedere che non ci sono stati gli sfracelli occupazionali che si potevano temere. Se le aziende non vedevano l’ora di licenziare, lo avrebbero già potuto fare quando oggettivamente c’erano tutte le condizioni per procedere ai tagli e anche la necessità. Invece, anche nelle industrie che hanno dimezzato l’attività produttiva e non per un solo anno, gli organici non si sono ridimensionati in maniera proporzionale, ma ci si è arrabattati per trovare formule per non perdere i lavoratori. In questo caso, si è visto che l’affermazione “le risorse umane sono la ricchezza dell’azienda” non è solo uno slogan.

In questa lettura, che non convince tutti, la filosofia del Jobs act è rivolta a dare all’imprenditore la possibilità di licenziare non quando vuole, ma quando ne ha la necessità. La differenza non è sottile e si basa sulla considerazione – alla base anche dei concordati – che la sopravvivenza dell’azienda passa in certi casi prima di altri interessi come quelli dei creditori o di chi vi lavora. Situazione che non si esclude – molti ne sono certi – potrà dare adito ad abusi, ma sulla quale bisogna dare almeno l’attenuante che, in ogni caso, prima di licenziare con il Jobs act si deve anche assumere con il Job act. In prospettiva questo scomparirà di fronte a una popolazione lavorativa che sarà progressivamente sempre più di “jobsactati” fino ad arrivare, con l’uscita dell’ultimo assunto con la vecchia normativa, alla totalità. A quel punto saranno tutti lavoratori a tempo indeterminato, con minori tutele rispetto a quello che fino a prima del Jobs Act si considerava lavoro fisso. Ma avranno più tutele rispetto a quelle che hanno adesso i precari, ricordando in ogni caso che chi ha meno tutele di tutti sono quelli che il lavoro neanche ce l’hanno.

Porterà il Jobs Act più occupazione? I politici dicono di sì, gli imprenditori sono più dubbiosi, nella convinzione che è solo la maggior richiesta di lavoro, ovvero una ripresa, che può aiutare l’occupazione. Il Jobs act stabilizza sotto questo punto di vista la flessibilità: di fronte all’arrivo di un nuovo ordine si può calcolare in precedenza quanto può essere il costo della necessità di licenziare nel caso che concluso l’ordine, senza averne trovato un altro sostitutivo, l’azienda si trovi in eccesso di capacità produttiva. Può essere, viene ammesso, che di fronte a maggiori certezze sulla possibilità di avere un organico congruo alla situazione un’azienda sia maggiormente disposta ad assumere, e anche che, caduto il vincolo dei 15 dipendenti a fare da discrimine sulle maggiori o minori tutele nei licenziamenti, qualche imprenditore possa decidere di fare un passo in più verso la crescita delle dimensioni. Ci vorrà comunque tempo per questo e anche per vedere il primo inevitabile licenziamento da Jobs act. Nel frattempo se ci sarà una ripartenza dell’economia ci sarà anche un aumento dell’occupazione, nella consapevolezza però che solo la ripresa segnerà il successo del ricorso alle assunzioni, fatte incidentalmente con il Jobs act come legge attualmente in vigore, e non sarà il Jobs act in sé a portare la ripresa.