Buoni pasto, Fipe: “Ribassi inaccettabili, serve nuova disciplina”

Buoni pasto”Chiediamo al Governo e al Parlamento di mantenere e migliorare, nell’approvazione della legge delega sugli appalti, la legislazione sulle gare dei buoni pasto per frenare i ribassi insostenibili che si vedono continuamente”. E’ Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe, a lanciare la richiesta circa la proposta presentata oggi al Senato, per regolare diversamente le gare d’appalto per i buoni pasto, a tutela di esercenti e lavoratori. ”Le società emettitrici più aggressive offrono al committente sconti altissimi a fronte di commissioni nominalmente basse agli esercenti e si ritrovano a vincere la gara con offerte in perdita, anche di svariati milioni di euro”, insiste la Fipe che, a tutela della salvaguardia del valore facciale del buono pasto. ”Negli ultimi anni abbiamo contestato di fronte alle autorità giudiziarie e non diverse gare, purtroppo senza i risultati sperati”, ha precisato la Fipe nell’intento di favorire una disciplina normativa del settore più equa e sostenibile per tutta la filiera.




Bergamo, confronto aperto sulla Voluntary Disclosure

convegno voluntary2La stretta intorno ai paradisi fiscali, gli accordi incassati con Svizzera e Liechtenstein e il trattato, più recente, con il Principato di Monaco. Scrivi “cooperazione amministrativa tra Paesi”, leggi “contrasto all’evasione fiscale transazionale”. Su tutto questo hanno fatto il punto l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo e Ubi Banca, nel corso del convegno tenutosi il 23 marzo presso il Centro Congressi Giovanni XXII, a Bergamo.

Un incontro nato dal bisogno di approfondire tutti i contorni della Voluntary Disclosure, la legge di “pacificazione fiscale”, che permette ai contribuenti italiani di regolarizzare la propria posizione fiscale per le annualità pregresse sia con riguardo alle attività detenute all’estero che in Italia. Questione con la quale già numerosi commercialisti di Bergamo stanno avendo a che fare.

«Sottolineo il ruolo centrale che nella procedura di voluntary disclosure assume il commercialista in quanto trattasi, di fatto, di un accertamento fiscale la cui realizzazione è stata delegata al consulente. È un accertamento basato su dati autodichiarati e su cui poi l’amministrazione finanziaria effettuerà le opportune verifiche. Pertanto, è di fondamentale importanza che vi sia grande accuratezza nel ricostruire un quadro fedele e completo del comportamento complessivo del contribuente negli anni rilevanti ai fini della disclosure (e prudenzialmente ritengo sia sempre opportuno indagare oltre il quinquennio nel presupposto di un raddoppio dei termini). Molti clienti arrivano al primo colloquio informativo dichiarando che la propria posizione è assolutamente semplice. Nel corso del colloquio emergono invece sovente fatti che, se sottaciuti, potrebbero addirittura portare alla nullità della disclosure con effetti devastanti per il contribuente sia dal punto di vista penale che da quello sanzionatorio» – spiega il Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Bergamo.

La Voluntary, infatti, si presenta come un provvedimento realmente rivoluzionario: profondamente diverso dai precedenti condoni e scudi fiscali in quanto trova la sua genesi in un mutato contesto internazionale, segnato di fatto dal crollo del segreto bancario.

convengo voluntarySono intervenuti al convegno importanti relatori tra i quali l’on. Giovanni Sanga, componente della VI commissione Finanze e relatore della legge 186/2014, Renzo Parisotto, consulente del gruppo Ubi Banca e pubblicista e Paola Flora responsabile del servizio consulenza e compliance fiscale di Ubi Banca, Antonio Martino responsabile dell’Ufficio Centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali dell’Agenzia delle Entrate ma anche professionisti come Stefano Massarotto, Luca Rossi e Federico Pezzani.

Il convegno ha affrontato gli aspetti operativi nonché le criticità della norma, ivi compresi i riflessi in tema di antiriciclaggio, autoriciclaggio e penali, con particolare riferimento alle norme e ai contenuti della prima Circolare, numero 10\E, dell’Agenzia delle Entrate che con oltre 60 pagine ha contribuito a sciogliere alcuni dei tanti dubbi interpretativi. Con l’emanazione della circolare suddetta è entrata nel vivo la procedura di emersione e numerosi commercialisti bergamaschi stanno incontrando i propri clienti per effettuare le necessarie valutazioni.

«Le indicazioni della circolare sono state certamente utili per iniziare a lavorare su alcune domande di disclosure anche se rimangono da definire molti altri aspetti e vi è la necessità che in tempi brevi per non dire brevissimi venga dato seguito a questa prima circolare dell’Agenzia. La stabilità legislativa ed interpretativa sono infatti essenziali per poter fare un lavoro accurato e il successo di tale provvedimento dipenderà molto più da questi fattori che non dalla minaccia che la disclosure rappresenti l’ultima spiaggia per chi in anni passati non ha dichiarato. I tempi stanno diventando troppo stretti per poter rispettare la scadenza del 30 settembre: o in tempi brevissimi arrivano le modifiche legislative e gli ulteriori chiarimenti interpretativi dell’Agenzia oppure la scadenza dovrà essere prorogata” ha concluso Carrara, ribadendo che -“sono convinto che i commercialisti bergamaschi siano ben preparati e attrezzati per assolvere alle funzioni richieste e che l’obbligo di riservatezza, derivante dal segreto professionale, possa tutelare adeguatamente gli interessi dei contribuenti bergamaschi che potranno affidarsi ai propri professionisti di riferimento con fiducia, senza che pensare di recarsi in altre città per maggiormente tutelare le informazioni che li riguardano».

 

 




I consumatori, “attenti agli aumenti di Telecom”

telecomA tutti i clienti Telecom stanno arrivando bollette con allegate “ comunicazioni importanti”, con le quali si informa che dal maggio 2015 , in concomitanza con il superamento dei marchi di linea fissa e mobile, Telecom Italia e Tim confluiranno in un solo brand e Tim diverrà l’unico marchio, per tutti i servizi di telefonia fissa, mobile e internet. Di fatto, cambierà unilateralmente il portafoglio di offerta dedicato alla linea di casa. Molti si vedranno cambiare il loro contratto e, a seconda dei casi, ci potrebbero essere vantaggi o svantaggi economici.

“Quello che ci preoccupa in particolare – avverte Eddy Locati, presidente di Adiconsum Bergamo – è ciò che potrebbe accadere alle fasce più deboli dei clienti, gli anziani, che usano il telefono quasi solo per ricevere e pochissimo per telefonare”.

Oggi questi clienti, segnalano dall’associazione consumatori della CISL orobica, pagano non più di 38 € al bimestre, ma se non telefonano al 187, da Maggio si ritroveranno a pagarne 58 con un aumento di circa il 53%.

Ogni interessato dovrà chiamare per usufruire della nuova offerta “Voce” che costa 19 euro al mese (38 bimestrali), perché Telecom sembra orientata a passare automaticamente a questo tipo di contratto solo coloro che non hanno avuto traffico fonia verso fissi o mobili nazionali nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2014. “In pratica, basta aver fatto una telefonata e non aver chiamato il 187 che, dal 1° Maggio, scatterà il forte aumento sopra descritto”.

Ovviamente, come sempre succede in questi casi, il cliente “è libero” di recedere dall’attuale contratto, dandone comunicazione scritta entro il 31 Maggio 2015.

“Ma il problema vero è che le persone anziane difficilmente leggeranno le “comunicazioni importanti” – continua Locati – e si ritroveranno a pagare molto di più a fronte di “chiamate illimitate verso tutti i fissi e cellulari nazionali” che mai faranno…….Chiediamo perciò a Telecom e all’Autorità Garante di rivedere questa posizione, passando tutti gli interessati automaticamente alla offerta “VOCE” : saranno i clienti a decidere autonomamente se vorranno cambiare il tipo di contratto”.

La comunicazione a Telecom va fatta scrivendo all’indirizzo “Telecom Italia Servizio Clienti Residenziali, casella postale n.211 – 14100 Asti o via fax al numero gratuito 800000187.

 

 




Mercato immobiliare: per Nomisma, Bergamo è in leggera ripresa

urban apartment buildingIl mercato immobiliare orobico si conferma debole, ma si colgono timidi segnali di recupero nella componente residenziale e immobili d’impresa. È quanto emerge dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare (marzo 2015) curato da Nomisma, società di studi economici di Bologna, presentato questa mattina a Milano, presso Assolombarda. I segnali di miglioramento non permettono però di parlare di un’inversione di tendenza, anche se la componente domanda ha comunque iniziato a reagire. Nomisma evidenzia una più contenuta flessione dei prezzi rispetto al 2013: -2,7% per le abitazioni usate, -2,1% per uffici e negozi. Per il 2015 Nomisma stima una parziale ripresa per il segmento residenziale, mentre per i comparti commerciale e direzionale la situazione dovrebbe rimanere poco dinamica.

Analizzando il comparto abitativo, i prezzi delle abitazioni nuove hanno subito un calo del -1,5% mentre quello delle usate del -2,7%. Al contempo, il divario tra prezzi richiesti ed effettivi si è confermato al 17,5% per le abitazioni usate e al 14,5% per le nuove. All’interno del mercato locativo si riscontra un lieve incremento dei rendimenti lordi annui, ora mediamente del 5,2%. La quota di domanda rivolta all’acquisto resta significativa (46%), nettamente superiore alla media delle 13 città intermedie monitorate da Nomisma. Il 64% delle compravendite viene finanziato tramite mutuo, che va a coprire oltre il 73% del valore totale dell’abitazione.

Passando al mercato dei box e garage si evidenzia una diminuzione dei prezzi superiore rispetto alle abitazioni (-4,2% in media). Il calo si presenta meno accentuato per i canoni (-1,4%) e i rendimenti potenziali lordi annui da locazione arrivano a toccare il 5,3%. I tempi di vendita sono mediamente di 8 mesi e lo sconto applicato del 13%, livelli record per la città di Bergamo.

Sul fronte degli uffici Bergamo presenta segnali di attenuazione della crisi; in particolare la conferma viene dal trend decrescente dei prezzi (-2,1% di media), dato da una stabilizzazione dell’offerta unita a un rallentamento della caduta della domanda. Sostanzialmente inalterati dal 2010 i rendimenti potenziali lordi annui (4,6%).

Rispetto al mercato dei negozi – come sul fronte direzionale – si coglie una debole stabilizzazione dell’offerta e un rallentamento del calo della domanda. I prezzi presentano un calo del -2,1% e i canoni del -1,5%, con un rendimento medio lordo da locazione stabile al 6,9%.

I capannoni industriali presentano un rallentamento dell’estensione dell’offerta, forse dovuta all’uscita dal mercato di molti immobili. I prezzi presentano un calo del -1,9% per i capannoni nuovi e del -2,3% per quelli usati, mentre il divario tra prezzo richiesto e prezzo effettivo resta molto elevato (24%).




L’analisi / Su Montichiari, i veneti spiazzati dagli asset di Sacbo

Aeroporto_di_Brescia-MontichiariCos’è il know-how è qualcosa che ogni imprenditore e manager che si rispetti dovrebbe sapere. Così come quanto possa valere, e pesare, nella valutazione di un asset. La lunga trattativa per arrivare a un accordo sulla gestione dell’aeroporto di Montichiari, avviata dopo che l’a.d. veneziano Enrico Marchi ha preso praticamente il controllo della Catullo, sembrava aver messo al cospetto di SACBO un interlocutore concreto e determinato. Miro Radici ha creduto, e crede, che ci siano le condizioni per una joint-venture paritetica (mai e per nessuna ragione al di sotto del 50%), ma soprattutto conosce bene le regole del mercato. Il punto di forza di SACBO è rappresentato proprio da quel polo della logistica delle merci courier che da 40 anni è attestato sullo scalo bergamasco. Un attore di primo piano come DHL Express Italy, che ha sempre riconosciuto l’importanza della base a Orio al Serio e con il contratto in scadenza a dicembre 2016, non poteva starsene alla finestra in attesa che qualcuno a est sciogliesse il nodo al fazzoletto e ha ottenuto da SACBO le certezze per pianificare le proprie strategie operative, prolungando di due anni l’accordo contrattuale senza cambiare di una virgola le condizioni in essere.

Un atto formale, consumato tre settimane dopo la scadenza di una lettera d’intenti che impegnava gli interlocutori, Save e Catullo da una parte e SACBO dall’altra, fino al 28 febbraio scorso. Enrico Marchi è sembrato spostarsi dalla pista del Marco Polo al vicino velodromo di Portoguaro per un surplace prolungato che nulla di buono lasciava presagire. In gioco c’era la continuità dell’accordo tra SACBO e DHL Express Italy e i bergamaschi, in un mare di sirene pronte ad abbordare gli aerei a tinte gialle e rosse del vettore courier, hanno fatto ciò che aziendalmente era dovuto. E aggiungendo a chiare lettere di aver voluto salvaguardare il know-how e avvalersi delle condizioni ottimali per proseguire il percorso intrapreso con altri interlocutori. Che hanno reagito adducendo scorrettezza ma in realtà utilizzando il passaggio come pretesto per nascondere le proprie difficoltà a realizzare un piano comune con SACBO, forte del peso di un asset fondamentale.

di Flyng




L’assalto a Curnis e il resto del mondo “dimenticato”

CurnisScusate la domanda diretta: una spaccata alla gioielleria del centro di Bergamo vale di più di quella messa a segno in un quartiere di periferia o in un paese della provincia? Merita più attenzione, richiede analisi preoccupate, necessita di risposte energiche che in tutti gli altri casi nemmeno vengono scomodate? Certo che no, dovrebbe essere la scontata risposta. Eppure, a giudicare da quel che si è visto, letto e sentito nei giorni scorsi anche le vittime di un furto non sono tutte uguali. Perché se un fatto succede nel cuore di Bergamo ha un altro valore, un altro significato. Manco il Sentierone fosse un pezzo di Paradiso in terra, in quelle poche decine di metri quadrati della città non è possibile che succeda nulla di men che commendevole. Un esempio? Chiudono negozi e esercizi pubblici ovunque nell’indifferenza generale, ma se putacaso succede negli spazi del Quadriportico, apriti cielo. Subito si alza un polverone di polemiche, riflessioni, richieste di intervento. Le regole che valgono per tutti, quelle banalissime e stringenti del mercato, non dovrebbero essere applicate al centro. Qui, i titolari degli immobili sono titolati a chiedere locazioni stellari a prescindere dalla crisi e i gestori dei locali, poiché operano nel cuore della città, dovrebbero per ciò stesso fare guadagni a gogò. Tertium non datur. Questo status di extraterritorialità deve naturalmente valere anche per le scorribande della criminalità. Che può agire dovunque , ma non sia mai che arrivi fin dentro il salotto… Allora i benpensanti, i superficiali, i professionisti della dichiarazione pret à porter si scatenano, con il supporto di articoli giornalistici di imbarazzante demagogia. Il furto alla gioielleria del Quadriportico, non si sa bene perché, ha un peso maggiore dei tanti altri che ogni giorno ingrossano le statistiche della criminalità in Bergamasca. I tanti che si son fatti prendere la mano dall’emotività – e che sono insorti contro l’oltraggio al centro – hanno implicitamente sentenziato che lavorare in periferia o in provincia comporta meno diritti, meno protezione, meno assistenza. Il furto alla tabaccheria di Vigolo o alla farmacia di Valtesse è una quisquilia, cose che capitano. Ma vuoi mettere la spaccata in centro? E no, lì non può succedere. Lì vige la regola (non scritta) dell’intoccabilità. Questione di griffe, di censo o che altro? Non è dato sapere. Forse, più semplicemente, ma non è scusabile comunque, è un solare esempio di superficialità. Di incapacità di sottrarsi ai luoghi comuni per andare al cuore vero del problema sicurezza. Prima di preoccuparci del salotto, dovremmo garantirci il diritto di poter dormire tranquilli nel proprio letto.




Il cibo “del futuro” sbarca a Milano

seed&chipsVa bene la tradizione, ma al cibo occorre guardare anche con un’ottica rivolta al futuro. Non a caso a Milano, dal 26 al 29 marzo, debutta Seeds&Chips, il primo salone internazionale dedicato alle aziende e startup digitali che stanno innovando nella filiera agroalimentare ed enogastronomica, di scena al MiCo Centro congressi, con il patrocinio di Expo Milano 2015.

Una area espositiva e un calendario di conferenze per presentare, raccontare e discutere sui temi, sui modelli e sulle innovazioni che stanno cambiando il modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito, consumato e raccontato. I primi due giorni sono riservati agli addetti ai lavori (operatori del settore, media, investitori, organizzazioni), per poi aprire le porte (il 28 e il 29) a tutto il pubblico. Ad un mese dall’apertura di Expo Milano 2015, il salone rappresenta una anticipazione ed una focalizzazione sulle soluzioni tecnologiche che stanno rivoluzionando interi processi e settori ma che, soprattutto, sono lo strumento necessario per affrontare i temi della sostenibilità, della lotta agli sprechi, della tracciabilità e sicurezza alimentare così come il mezzo per la sopravvivenza e lo sviluppo di microimprese locali di produzione, vendita e somministrazione. Dall’agricoltura di precisione alle innovazioni ed evoluzioni nel mondo dell’idroponica che arriveranno nelle nostre case, condomini e negozi; dalle stampanti 3d per il cibo ai sensori molecolari portatili che ci indicano il contenuto di un alimento; dai nuovi modelli e piattaforme di e-commerce nel food ai nuovi sistemi di comunicazione, promozione, valorizzazione di prodotti, territori o filiere; dalle etichette intelligenti per la tracciabilità dei prodotti o l’indicazione del loro contenuto alle applicazioni per ridurre gli sprechi in ogni passaggio della filiera; dai sistemi di cognitive cooking alle smart kitchen che renderanno più facile, sicuro e spesso anche più sostenibile il nostro rapporto con i prodotti alimentari che abbiamo in casa.

Importante è la presenza, insieme alle grandi aziende e multinazionali, associazioni di categoria e organizzazioni nazionali e internazionali, delle startup. È da queste nuove realtà e iniziative che sta arrivando la maggior parte dell’innovazione e rivoluzione, in quello che molti definiscono un Rinascimento Digitale nel cibo o New Food Economy. Per questo all’interno di Seeds&Chips ci saranno le Seeding Box, degli spazi dove giovani innovatori e startup potranno incontrare le grandi aziende e potenziali investitori per presentare le proprie offerte e soluzioni con due programmi: “Seeds call Chips” quando è la startup a cercare l’incontro e “Chips call Seeds” quando sono le grandi aziende e investitori che cercano innovazioni che possono efficientare o rivoluzionare determinati modelli di business.

www.seedsandchips.com 




Berlucchi nel progetto VIVA del ministero dell’Ambiente

Ziliani, Degani, La CameraSottoscritto al Vinitaly l’accordo volontario tra il Ministero dell’Ambiente e l’azienda franciacortina Guido Berlucchi per la sostenibilità attraverso il protocollo V.I.V.A. che misura l’impatto della produzione vitivinicola, a fini migliorativi, basandosi su quattro parametri fondamentali: aria, acqua, territorio, vigneto.

Presenti allo stand Berlucchi per la firma il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Barbara Degani, il DG per lo Sviluppo Sostenibile, Francesco La Camera, l’AD ed enologo dell’azienda, Arturo Ziliani, e i referenti delle importanti aziende già aderenti al protocollo. “Oggi firmiamo un accordo volontario che rappresenta una vetrina per i nostri vini, soprattutto all’estero. Biodiversità e sostenibilità sono due concetti foLa Camera, Degani, Zilianindamentali, e come Ministero li stiamo portando avanti con convinzione”, ha detto il Sottosegretario Degani. “V.I.V.A. rappresenta una nicchia virtuosa di produttori, ma una nicchia in crescita”, ha dichiarato il DG Francesco La Camera. “Il nostro impegno per la sostenibilità va avanti e si rafforza allargando il progetto a nuove aziende”. La Guido Berlucchi è la prima azienda franciacortina ad aderire al progetto V.I.V.A., e per il suo Ad Ziliani questo “rappresenta un importante passo verso la sostenibilità totale, tema particolarmente sentito in Berlucchi, dove stiamo peraltro completando il triennio di conversione all’agricoltura biologica”.




Visita alle radici del Taleggio Dop

taleggio casarrigonii“Dalla pianura alla montagna: la filiera produttiva del Taleggio Dop” è il titolo del primo incontro promosso dalla delegazione Onaf di Bergamo e CasaArrigoni nell’ambito dell’edizione primaverile di “Alle radici del formaggio”. L’appuntamento è sabato 28 marzo al Caseificio Zuvadelli Michele e Flavio di Quintano (provincia di Cremona, via Crema-Vailate) con ritrovo alle 7.30. Seguirà, alle 9, la visita alla stalla dell’Azienda Agricola Sangiovanni di Palazzo Pignano e la degustazione di Taleggio Dop in varie fasi di stagionatura, del formaggio Roccolo Valtaleggio e altre specialità. Obiettivo dell’iniziativa è apprendere la tecnologia produttiva dei formaggi a pasta molle e conoscere piccole realtà produttive della pianura, ossia i minicaseifici da azienda agricola.

Relatori dell’incontro sarà Alvaro Ravasio di CasArrigoni, maestro assaggiatore Onaf delegazione di Bergamo

La quota di partecipazione è di 10 euro. Per prenotazioni bergamo@onaf.it o sms al cell. 339 23 34 029

Da definire ancora la date della seconda parte di “Alle radici del Formaggio”, che si terrà a CasArrigon, Frazione Peghera 575 a Taleggio. Nell’occasione ci si soffermerà su come avviene il processo di maturazione del Taleggio Dop, come selezionare, stagionare, affinare i formaggi a pasta molle.

 




Montichiari, tra Sacbo e Save-Catullo volano gli stracci

Aeroporto_di_Brescia-MontichiariInterrotta ogni trattativa. Catullo e Save fanno calare la mannaia sui negoziati avviati con Sacbo per la cogestione dell’aeroporto di Montichiari, nel Bresciano. Il motivo: il mancato rispetto degli accordi finora assunti. La doccia gelata per i bergamaschi è arrivata con un comunicato firmato dal Gruppo Save (l’ente che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso) e dalla Catullo (la società di gestione degli scali di Verona e Brescia). “Con riferimento alla notizia riportata in questi giorni da alcuni quotidiani relativa ad un accordo tra Sacbo e un operatore leader nel settore della logistica e delle spedizioni – è scritto nel testo – Catullo e Save si dichiarano profondamente sorprese e amareggiate per il comportamento della Società di gestione dell’aeroporto di Bergamo in contrasto con tutto quanto finora discusso». “Infatti, dopo la costituzione del polo aeroportuale del Nord Est, lo scorso mese di novembre – continua la nota – Catullo con Save avevano avviato un tavolo tecnico finalizzato ad individuare le condizioni per la gestione congiunta dell’aeroporto di Brescia, con l ’obiettivo di sviluppare lo scalo e il territorio monteclarense. Attraverso la costituzione del tavolo tecnico si creavano le condizioni per superare le querelle legali che hanno impedito per decenni lo sviluppo di Montichiari. Abbiamo invece appreso con sorpresa dell’accordo tra Sacbo e l’operatore della logistica, parallelo al tavolo tecnico , di cui Sacbo ha tenuto all’oscuro Catullo e Save, nonostante una lettera d’intenti condivisa tra le parti finalizzata alla costituzione di una joint venture per la gestione congiunta dell’aeroporto di Brescia. L’ultimo incontro negoziale tra le società aeroportuali si era tenuto lunedì 16 marzo, vale a dire solo due giorni prima della notizia dell’accordo tra l’aeroporto di Bergamo e l’operatore della logistica e delle spedizioni. È pertanto evidente come i tempi relativi alla trattativa tra Sacbo e l’operatore si siano sovrapposti a quelli degli accordi preliminari in corso con Catullo e Save. Per tale motivo – conclude la nota – Catullo e Save, che da parte loro hanno intessuto le relazioni con Sacbo sulla base di un comportamento sempre leale e trasparente, ritengono il comportamento di Sacbo del tutto censurabile e al di fuori di ogni regola etica, imponendo l’interruzione di qualsiasi ulteriore trattativa con un interlocutore che si è dimostrato inaffidabile, nonostante gli intenti di apertura di Catullo e Save, riservandosi quindi ogni iniziativa in proposito». Sacbo ha replicato manifestando tutta la sua sorpresa per la presa di posizione di Save e Catullo e “fermamente ne respinge il contenuto”. “È vero, piuttosto – afferma Sacbo – che abbiamo rinnovato il contratto in essere con Dhl Express Italy agli stessi termini e condizioni e che per concordare un simile rinnovo non è stato necessario dar corso ad alcuna trattativa. È altrettanto vero che Dhl Express Italy era disponibile a rinnovare il contratto già alla fine del 2014 e che ogni contatto – continua Sacbo – è stato correttamente interrotto, da parte di nostra, fino alla scadenza dei termini previsti dalla lettera di intenti con Save e Catullo, fissati al 28 febbraio 2015”. “È, infine vero – continua la società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio – che il rinnovo con Dhl, a fronte dell’aggressione commerciale che veniva da più fronti proprio sui clienti del settore cargo, è un elemento di rafforzamento, che sarebbe stato utile alla creazione della joint venture che, piuttosto, Save ha reso difficoltosa già in sede di trattativa e, poi, interrotto strumentalizzando in modo inaccettabile il rinnovo del contratto Dhl Express Italy”. Sacbo ribadisce di aver operato con assoluta correttezza e nel pieno rispetto di tutti gli elementi contenuti nella lettera di intenti a suo tempo sottoscritta con Save e Catullo.