Week-end di festa anche nei negozi e nei locali

Venerdì 24  l’Accademia Carrara di Belle arti, istituzione un tempo unita alla Pinacoteca, ne celebra la riapertura con l’evento “99 cubi bianchi. Atti creativi in giardino”. Il progetto, a cura di Salvatore Falci, Eva Marisaldi, Liliana Moro e gli studenti dell’Accademia, prenderà vita nel giardino che unisce e divide la Carrara dall’Accademia di belle arti e accompagnerà il primo giorno di vita della nuova Carrara dalle 10 alle 17. 99 cubi bianchi è un’esperienza di uso creativo del giardino: novantanove cubi bianchi saranno installati nello spazio seguendo varie configurazioni che serviranno da supporto a opere temporanee e performance, mentre altri interventi contempleranno installazioni.  Un altro importante momento di festa è previsto per il giorno successivo, sabato 25 aprile, con il secondo appuntamento del “Fuori Accademia”. La serata prevede la chiusura di Borgo Santa Caterina a partire dalle 19, l’apertura straordinaria degli esercizi commerciali e l’inaugurazione di attività dedicate da parte dei locali della via, che per l’occasione si sposteranno anche in strada, accompagnati da gruppi musicali tra cui i brianzoli “Starliters”.

 




Ghisalberti: “La riapertura della Carrara una festa per tutta la città”

Accademia Carrara bDopo sette anni di attesa, l’intera città si specchia nell’arte.  Con lo slogan “Vediamoci in Carrara” e ben sei video che invitano a rivedere se stessi in alcune delle opere più rappresentative della pinacoteca- dall’autoritratto del Piccio alla bambina di casa Redetti del Moroni, dal giovane pittore di Frà Galgario alla fanciulla col ventaglio di Pitocchetto-,  il museo avvicina a sé la città, a partire dalla comunicazione.  La riapertura dell’Accademia Carrara, in programma per il prossimo giovedì 23 aprile, non rappresenta solo un appuntamento culturale di interesse nazionale ed internazionale, ma anche un’occasione di festeggiare per tutta la città di Bergamo, che si riappropria della sua istituzione culturale più prestigiosa. I giorni di inaugurazione del museo sono stati pensati come ad un grande festa cittadina, come tiene a ricordare l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti: «E’ un momento atteso da tutta la città e credo non ci sia modo migliore per salutare l’evento che una grande festa. Non ci saranno inviti da esibire come si usa ai vernissage, ma aspettiamo tutti i bergamaschi per il taglio del nastro. Sarà l’intera città a raccogliersi attorno alla sua Pinacoteca e a riappropriarsene. Un grande spettacolo del Teatro Tascabile di Bergamo celebrerà l’arte con una successione di quadri e immagini costruiti sul principio del libero montaggio delle attrazioni. E, visto che ci aspettiamo un po’ di caos, chi non riuscirà a visitare le sale rinnovate del Museo, avrà a disposizione tre giorni di apertura straordinaria, dalle 10 alle 24, con ingresso gratuito». Con Piazza Carrara festeggerà tutta Via San Tomaso: «La via sarà chiusa al traffico sin dalle 19 e,  grazie all’adesione di bar e ristoranti, non mancheranno soste golose tra street-food e assaggi». Sarà un week-end unico per l’intera città, anche per la concomitanza di altri eventi importanti: «Bergamo ospita, in Città Alta,  dal 23 al 26 aprile il Meeting internazionale Ietm sullo spettacolo e sulle arti performative, che da dieci anni non veniva organizzato in una città italiana- continua l’assessore-. Il 24 l’Accademia di Belle Arti celebrerà la riapertura della Pinacoteca con l’evento “99 cubi bianchi. Atti creativi in giardino”. Le cerimonie per il 25 aprile, data la ricorrenza particolare dei 70 anni della Liberazione, saranno poi quest’anno particolarmente solenni e partecipate. E in centro ci sarà anche la Fiera del Libro». La nuova Carrara sarà un museo pronto ad inorgoglire ulteriormente Bergamo, grazie anche all’apporto dei privati. La Fondazione ormai è pronta ad essere costituita formalmente: «Grazie anche alla Fondazione Creberg che ha avuto un ruolo fondamentale nel coinvolgere e sensibilizzare aziende e istituzioni (da Sacbo alla Mia, dalla Fondazione Italcementi a  Tito Lombardini, dalla Fondazione della Comunità Bergamasca  ad aziende come Innowatio, Framar,  Rulli Rulmeca), sembra ormai chiaro il quadro dei soggetti privati fondatori, tanto che contiamo di costituire la Fondazione Carrara dal notaio nelle prossime settimane. Il Comune affida alla Fondazione la nuova Carrara fresca di restauro e conferma un contributo annuo di 650 mila euro. Una volta terminato l’iter burocratico,  il cda potrà insediarsi e procedere con la nomina del nuovo direttore della Carrara, che contiamo di vedere eletto dopo l’estate, a settembre». Il Museo potrà ospitare- in linea con quanto già collaudato nel mondo anglosassone- eventi privati e feste: «L’atrio ben si presta ad ospitare feste e meeting aziendali. Sarà un Museo più vivo e vivace e più vicino al territorio».

Nadia Ghisalberti
Nadia Ghisalberti

Il museo, l’unico in Italia nato esclusivamente dal mecenatismo di collezionisti privati, è pronto a stupire visitatori e turisti: «La Carrara è davvero al massimo del suo splendore. Tutte le opere sono rientrate dall’estero e da importanti mostre nazionali e la ristrutturazione consente di ammirare anche più di 12o quadri che fino ad oggi non avevano potuto essere esposti. – spiega Nadia Ghisalberti-. L’allestimento accompagna i visitatori a scoprire l’evoluzione di ogni stile pittorico, in ordine cronologico. Non manca una sala dedicata ai collezionisti che hanno regalato alla città una delle pinacoteche più importanti d’Italia. Le luci, progettate con la consulenza del Politecnico, fanno scoprire una nuova profondità delle opere, valorizzandole. Insomma, è un museo che con le sue 600 opere esposte invita a tornare. Difficile fare stime, ora, ma ci aspettiamo 60 mila visitatori l’anno». La Carrara si rifà il look con un occhio al marketing e una nuova anima hi-tech: «Il book-shop, affidato a Silvana Editore, affiancherà alla vendita di libri e guide, gadget e merchandising. Il visitatore avrà a disposizione una guida breve, venduta ad 8 euro, il volume – fresco di stampa- dedicato ai cento capolavori della Carrara, una guida per bambini e un’audio-guida per tablet. Inoltre la linea wi-fi, fresca di installazione, renderà più confortevole la visita ai turisti. E finalmente la pinacoteca potrà offrire ai visitatori il servizio di guardaroba». Niente da fare, per ora, per il coffee-shop del Museo: «I lavori di ristrutturazione non hanno purtroppo interessato la barchessa di destra, per ora destinata a laboratorio di restauro. Se ci fossero le risorse un domani potrebbe ospitare un piccolo locale o un bar». La Carrara in questi anni di grandi ristrutturazioni e restauri ha fatto parlare di sé all’estero: la mostra sul Moroni alla Royal Academy di Londra è stata un successo, l’esposizione di alcuni capolavori del nostro museo al Puskin di Mosca tra i “Maestri del Rinascimento” ha permesso di tessere importanti rapporti anche con la Russia. I lavori per far risplendere la pinacoteca hanno ispirato addirittura un film: il regista Davide Ferrario ha seguito tutte le opere d’arte dal caveau agli spazi del nuovo museo, per tornare a brillare alle pareti con il nuovo allestimento. Il film punta al Festival di Venezia, raccontando la storia di un museo nel suo rapporto unico con la città. Ma l’assessore è cauto, anche solo per scaramanzia: «Speriamo che possa arrivare al Festival. In ogni caso il film è un progetto interessante che non può che contribuire a valorizzare il nostro museo. E a portarlo lontano».

 




E’ tempo di tempo indeterminato?

Lavoro Jobs ActQuali effetti sta producendo sul mercato del lavoro il combinato disposto degli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità – in vigore dal primo gennaio 2015 – e della nuova disciplina dei licenziamenti introdotta dal decreto attuativo del Jobs Act operativo dal 7 marzo 2015?

Nonostante importanti decreti non abbiano ancora visto la luce, politiche attive in primis, l’impatto occupazionale di quanto già disposto dall’esecutivo è costantemente al centro dell’osservazione di istituzioni e organi di stampa. Vi si rivolge un’attenzione particolare da quando, circa un mese fa, il neo Presidente dell’Inps Tito Boeri ha reso noto agli organi di informazione il dato relativo al numero di imprese che avevano fatto richiesta di poter accedere alla decontribuzione. Si trattava di 76mila aziende, numero che era stato subito assunto come indice del rilancio delle assunzioni. Il dato era però indicativo solo dell’interesse suscitato dagli incentivi economici. Non vi si poteva leggere né il numero esatto di assunzioni, auspicabilmente più di una per impresa, né l’influenza delle novità normative, trattandosi di richieste raccolte prima dell’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti. Mettendo in guardia rispetto alla qualità dei numeri forniti, Boeri aveva infatti rimandato la pubblicazione dei dati completi a fine maggio.

 

Era stato poi direttamente il Ministro Poletti a rendere noti i dati sulle comunicazioni obbligatorie, anticipando la consueta pubblicazione trimestrale, ossia senza attendere i dati consolidati. Tra gennaio e febbraio del 2015 erano stati attivati 79 mila contratti a tempo indeterminato, il 38,4% in più rispetto agli stessi mesi del 2014. A seguito dell’interesse suscitato dall’annuncio il Ministero aveva poi scelto di diffondere tabelle più dettagliate, dove si leggeva che il saldo tra attivazione e cessazioni di contratti a tempo indeterminato nel periodo dava come risultato 45.703. I dati su Occupati e disoccupati pubblicati dall’Istat il giorni dopo hanno poi condotto il dibattito verso la confusione. Il report dell’istituto riportava rispetto a febbraio 2014 una diminuzione degli occupati dello 0,2% su base mensile e una disoccupazione in aumento dello 0,7% (+23 mila). Il dato che aveva destato più preoccupazione era però quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni che mostrava un lieve incremento (+0,1%) rivelando quindi un sostanziale stallo rispetto ai due mesi precedenti.

 

I dati Istat, quelli del Ministero e dell’Inps erano non erano in realtà paragonabili tra loro trattandosi di rilevazioni statistiche i primi e di attivazioni e cessazioni direttamente conteggiare i secondi. Nonostante ciò la pubblicazione di ulteriori dati provenienti dall’Inps sui rapporto di lavoro attivati a Gennaio e Febbraio negli ultimi tre anni, ha condotto a forti critiche rivolte all’entusiasmo del Governo. Da quel set di dati risultava infatti una differenza tra nuovi contratti 2015 e 2014 di sole 13 unità. Per spiegare l’apparente contradditorietà dei dati, da quel momento si è cominciata a sottolineare a più riprese l’importanza qualitativa piuttosto che quantitativa dei dati di attivazioni e cessazioni; in particolare da quando l’Osservatorio Lavoro Veneto ha fornito i primi dati comprendenti gli andamenti di marzo. Sino a quel momento si trattava infatti ancora di valori che escludevano il primo periodo di vigenza delle tutele crescenti. I dati del Veneto confermavano la forte crescita del tempo indeterminato con un aumento delle assunzioni del 18% a gennaio, +46% a febbraio e del +71% a marzo. Si poteva però già osservare la prevalenza dell’effetto sostitutivo piuttosto che aggiuntivo. Come ha segnalato Francesco Riccardi su Avvenire, secondo i dati veneti Il 12% degli assunti a tempo indeterminato non risultava aver avuto precedenti esperienze di lavoro. In altre parole si poteva desumere che i nuovi contratti a tempo indeterminato fossero frutto di sostituzione di altri contratti nell’88% dei casi.

 

Stessa analisi possibile con i dati provenienti dalla provincia di Milano, dove nel mese di marzo i contratti a tempo indeterminato sono aumentati del 50%, ma dove al contempo la curva di tendenza delle imprese attive sul mercato del lavoro con almeno un avviamento nel mese risulta ferma, “mentre in una condizione di sviluppo economico, vista la base produttiva composta da imprese di piccole dimensioni, dovrebbe crescere parallelamente alla crescita degli avviati”. Conclusione: “Le misure poste in essere dal governo hanno dunque effettivamente avuto un impatto sulla scelta della tipologia contrattuale, a vantaggio del contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti, ma non hanno creato nuova occupazione attraverso l’incremento di nuove opportunità di lavoro”.

Pochi giorni fa, durante un intervento all’Università Luiss di Roma, il ministro Poletti ha anche definito un nuovo obbiettivo per le stabilizzazioni: «Il governo riterrà di aver centrato l’obiettivo – ha detto Poletti – se alla fine di quest’anno grazie al Jobs act ci sarà il 10% in più di contratti a tempo indeterminato». L’efficacia degli incentivi economici conduce i più a ritenere necessaria una loro stabilizzazione anche per le assunzioni relative al 2016. A riguardo Poletti alla Luiss ha affermato che «il contratto a tutele crescenti deve diventare […] un contratto che costa strutturalmente meno». Secondo il Viceministro dell’Economia Enrico Morando il governo starebbe inoltre ragionando su come replicare lo sgravio contributivo rendendolo «selettivo e meno intenso».

Visti gli esempi precedenti di fallimento di incentivi dedicati a fasce giovani o svataggiate (vedi l’esperienza di quelli predisposti dal pacchetto Letta nel 2013) ci si chiede in che modo il Governo abbia intenzione di introdurre una condizionalità efficace. Si tratta di una questione importante. Non pare al momento delinearsi all’orizzonte un decisa spinta alle assunzioni di giovani che possa intaccare quella disoccupazione giovanile oltre il 42%. L’effetto delle misure adottate sta comportando infatti un importante miglioramento qualitativo dei rapporti di lavoro che, trattandosi di sostituzioni di contratti già esistenti, interessa in prevalenza lavoratori già dotati di esperienza.

Fatto che desta qualche preoccupazione se si pensa che le misure dedicate ai giovani non godono di particolare fortuna. L’ormai nota difficoltà di funzionamento del programma Garanzia Giovani fa il paio con l’arretramento dell’apprendistato, unico contratto di lavoro caratterizzato da una componente formativa e riservato agli under 29. Solo per stare ai dati provenienti dalla lombardia il boom del 113% delle assunzioni a tempo indeterminato tra gennaio e febbraio era accompagnato da calo conseguente dell’apprendistato del 29,4%, fatto che si può spiegare con la maggiore convenienza economica e la maggior flessibilità normativa del contratto a tutele crescenti.

Francesco Nespoli (ricercatore Adapt)




Slow Food Day, a Bergamo mercato agricolo e taglieri

slow food-day quadratoSabato 18 aprile si tiene in tutta Italia la quinta edizione dello Slow Food Day, giornata in cui le Condotte si mettono a disposizione per dare informazioni su Slow Food e sui principali progetti associativi, per far conoscere i Presidi, i prodotti delle Comunità del cibo e quelli dell’€™Arca del territorio, per offrire momenti didattici e divulgativi insieme agli agricoltori locali che producono in modo sostenibile. Le manifestazioni di quest’anno sono dedicate al cibo quotidiano “Buono, Pulito e Giusto”.

In città l’appuntamento è in piazza Pacati, nel quartiere di Monterosso, dalle 9 alle 14. La Condotta Slow Food Bergamo sarà presente al “Mercato Agricolo e Non Solo” insieme con la Cooperativa Sociale Aretè, Comunità del Cibo – Terra Madre – Slow Food, che per l’occasione presenterà il libro “Progetto Aretè – Costruzione di un modello di impresa agricola con finalità sociali”. Organizzerà anche un incontro di educazione alimentare per la prima classe della scuola media Camozzi di Monterosso presso l’ostello e preparerà il “Tagliere slow” composto dai prodotti del Mercato, accompagnati dal pane di filiera bergamasca del progetto Aspan e dai vini del Consorzio Valcalepio.  Contatti: enrico.radicchi@tiscali.it 348 2896002; Stefano Golino fiduciario@slowfoodbergamo.it 334 1181594

La Condotta della Bassa bergamasca sarà invece in campo domenica 26 alla Cascina Pelesa (via Canonica 148 – Treviglio – frazione Geromina), ospiti della Cooperativa agricola Castel Cerreto, per una giornata che avrà come protagonisti gli asparagi biologici, con possibilità di raccolta fai da te e tante altre iniziative.Contatti: Chicco Crippa 335 8127207 – slowdood.treviglio@gmail.com

 




Grandi etichette all’enoteca “Sapori di Vini”

vinoMercoledì 6 maggio, dalle 20, all’Enoteca “Sapori di Vini” di Orio al Serio (in viale Papa Giovanni XXIII 17) si terrà una serata dove grandi piatti incontreranno grandi vini. Si partirà con il Foie Gras abbinato al Gewurztraminer cru Golrbert 1989 per proseguire con Paccheri e code di gamberi con Pouligny – Montrachet 1988, filetto di maialino e pistacchi di Bronte con Hermitage 1989, selezione di formaggi con il Barbaresco di Glicine 1978 e, per finire, scaglie di cioccolato nero con Marc de Bourgogne di Trapet.

Il locale è guidato da Roberto e Flaviano Battaglia, già a La Plaza di Colognola. Info e prenotazioni: 035 321089




Al M1.lle si cena tra jazz e poesie

il-salmoneMercoledì 22 aprile, alle 20.15, al M1.lle Storie & Sapori di Bergamo ( viale Papa Giovanni XXIII, 18 ) si terrà un nuovo appuntamento di CibArs – Cena in jazz con lettura di poesie e racconti inediti sul cibo firmati da alcuni tra i maggiori scrittori italiani. Al leggio ci sarà Federica Cavalli, ai saxofoni e clarinetti Guido Bombardieri, al contrabbasso Marco Gamba. La direzione artistica è nelle mani di Alessandro Bottelli. Il menù prevede calamari spadellati con crema di piselli, involtino di salmone con pancetta e crema di patate affumicate, paccheri con pomodoro e basilico, selezione di formaggi e meringa alle fragole. Bevande e vino sono compresi. Cena e spettacolo costano 50 euro a persona.

Prenotazione obbligatoria: comeunfiordiloto@gmail.com – 340 7280347




Parte dal Sociale la carica dei Giovani

Il valore delle relazioni e la voglia di mettersi a disposizione della comunità da parte dei giovani imprenditori bergamaschi sono salite sul palco e si sono raccontate la sera del 16 aprile al teatro Sociale di Città alta. L’evento-spettacolo, dal titolo “Gli otto valori che fanno volare”, è stato organizzato dal Coordinamento Giovani – che dal 2013 unisce le organizzazioni provinciali degli imprenditori under 40 di Ance, Ascom, Confartigianato e Confindustria – con la collaborazione di Bergamo Incontra.

I quattro presidenti – Francesco Fiumi di Ance, Luca Bonicelli di Ascom, Daniele Lo Sasso di Confartigianato e Marco Manzoni di Confindustria – hanno portato in prima persona le proprie esperienze e motivazioni, cosa li sostiene e rende uniti nel loro fare impresa. Nella seconda parte il life coach Paolo Manocchi, attraverso un format multidisciplinare, ha portato alla luce alcuni valori fondamentali, utili a crescere non solo dal punto di vista imprenditoriale.

È stata questa la prima iniziativa rivolta al pubblico del Coordinamento che, dopo aver promosso la collaborazione e le sinergie associative sui temi legati alla vita e allo sviluppo d’impresa, sono ora pronti e farsi conoscere sul territorio attraverso una serie di proposte che si svilupperanno lungo tutto l’anno. La volontà è quella di coltivare una “Rete di Valore Imprenditoriale” a favore del territorio, «che trova terreno fertile in persone, prima che imprenditori, appassionate, curiose e desiderose di apprendere, conoscere e innovare».

servizio fotografico Roberto Magli




Bando Innovacultura. A Bergamo contributi per 226mila euro

innovacultura-cercabandoÈ di 226.500 euro il fondo assegnato dal Bando Innovacultura alle imprese bergamasche. I contributi andranno a quattro realtà di Bergamo: Fondazione Donizetti (26.000 euro), Bergamo Film Meeting Onlus (22.608), HG80 società cooperativa (59.761) e Congregazione della Misericordia Maggiore (18.088); e in provincia, ai Comuni di Camerata Cornello (40.000) e Brignano Gera D’Adda che ottiene il contributo più alto di 60.000 euro. Niente da fare per gli altri 22 enti che avevano presentato la domanda e che non ottengono i contributi, tra cui compaiono grandi esclusi come il Teatro Prova,  l’Associazione Narrativa Bergamo, l’Associazione Clusone Jazz e, in provincia, il Comune di Seriate e l’Associazione Domenico Oprandi di Lovere organizzatrice di Cortolovere.
I risultati sono stati pubblicati il 13 aprile scorso. Il Bando, lo ricordiamo, era finalizzato a sostenere l’innovazione dell’offerta culturale lombarda con contributi a fondo perduto alle istituzioni culturali, per l’acquisto di prodotti e servizi ad hoc forniti da una o più imprese culturali e creative.

– la graduatoria




Aeroporti, Orio al Serio nella top ten mondiale

Anche gli aeroporti hanno la propria classifica “stellata” e Orio al Serio è l’unico scalo italiano riuscito ad inserirsi in una top ten. Quella per la categoria low cost, dove si è posizionato al nono posto della graduatoria che ha visto vincitore il terminal 2 del Kansai di Osaka, seguito da Londra Stansted e Brussels Charleoi.
Le classifiche sono stilate da SkyTrax, organizzazione britannica indipendente specializzata nel settore dell’aviazione che assegna gli ambiti World Airport Awards a partire di un’indagine sui passeggeri. Per l’edizione 2015 del premio ha potuto contare su oltre 13 milioni di questionari compilati da clienti delle linee aeree di 112 diverse nazionalità, nel periodo maggio 2014-gennaio 2015. L’indagine ha coperto 555 aeroporti di tutto il mondo, chiedendo valutazioni su diversi indicatori e servizi: check in, arrivi, transfer, shopping, sicurezza, pulizia, servizi leisure.

Miglior aeroporto al mondo è stato giudicato il Changi di Singapore. In classifica hanno dominato scali orientali ed europei con Monaco al terzo posto, Zurigo al sesto, Londra all’ottavo e Amsterdam Schiphol al nono.

La classifica mondiale dei terminal low cost

orio

  1. Kansai – KIX
  2. London Stansted – STN
  3. Brussels Charleroi – CRL
  4. Berlin Schönefeld – SXF
  5. Kuala Lumpur – LCCT KUL
  6. Luton – LTN
  7. Frankfurt-Hahn – HHN
  8. East Midlands – EMA
  9. Milan Bergamo – BGY
  10. Lubeck – LBC



Cari risparmiatori, è arrivato il momento di osare di più

Piazza AffariI “Bot people” già in via d’estinzione stanno per finire definitivamente nell’archivio del risparmio. Con il collocamento dei Bot annuali a un rendimento lordo dello 0,013% si sarebbe ormai a un rendimento reale negativo per l’investitore se un provvidenziale decreto di gennaio non avesse stabilito che le commissioni chieste dall’intermediario devono ridursi in modo tale da non farlo andare sotto zero. In ogni caso, anche se l’inflazione è minima (il tasso di marzo è allo 0,1%), il rendimento reale non basta nemmeno a difendere il potere d’acquisto.

A dire il vero c’è ancora chi invidia i tempi di quando i Bot assicuravano tassi a due cifre, anche se l’inflazione ancora maggiore erodeva in maniera invisibile l’investimento. Si perdevano soldi, ma almeno c’era l’illusione. Adesso nemmeno quella: si perde meno, ma i rendimenti sono insignificanti a prima vista. Almeno fino a quando i tassi resteranno intorno allo zero è difficile pensare che qualcuno possa guardarli come investimento. Potranno servire come parcheggio di liquidità, considerato che danno ancora qualche centesimo in più rispetto ai conti correnti, o per evitare le tasse di successione, ma di certo non possono interessare più chi dai titoli di Stato si aspetta un reddito aggiuntivo.

Eppure secondo un’analisi di Prometeia, nel 2014 quasi il 45% della ricchezza finanziaria degli italiani (non si considerano gli immobili), poco più di 4 mila miliardi (una stima leggermente più alta di quella elaborata da Bankitalia) , era parcheggiata in liquidità o obbligazioni, che ormai assicurano rendimenti minimi. Le previsioni sono di un ulteriore calo del peso dei bond, che scenderanno nel 2017 al 10,4% dal totale, rispetto al 21,2% di dieci anni prima. Cresceranno invece strumenti gestiti e azioni, che passeranno dal 56,6% al 67,2%. Questo farà perdere un po’ la specificità italiana, avvicinando il portafoglio degli investimenti delle famiglie alla media europea, ma richiederà un cambiamento di mentalità: per avere un minimo di rendimento sarà necessario assumere qualche rischio in più. E i risparmiatori non sono pronti a questo nuovo scenario, perché la stessa Prometeia stima che tra tre anni sarà comunque ancora al 40% la quota di ricchezza delle famiglie allocata in investimenti a rischio minimo (e pari rendimento), tra liquidità e obbligazioni.

Con il costo del denaro ai minimi storici, non solo in Europa, e un’inflazione zero si sono adeguati al ribasso anche i titoli di Stato e le obbligazioni societarie. In una situazione internazionale che vede sempre maggiore liquidità in circolazione, si è aggiunto l’inizio del quantitative easing che comporta 60 miliardi di euro ogni mese in cerca di allocazione e allo stesso tempo una riduzione degli spread che riduce l’appetibilità dell’investimento obbligazionario.

In prospettiva il denaro si sta dirigendo verso Piazza Affari: questo ha portato ad un rialzo delle quotazioni e un ritorno d’interesse per nuovi collocamenti e per le prossime privatizzazioni (Poste Italiane nel secondo semestre, quindi Ferrovie dello Stato e Enav). C’è però un rischio: quello di una bolla speculativa.