Zogno si “aggrappa” all’ Expo e alle Terme di San Pellegrino

Dalle panetterie del centro fuoriesce un profumo vanigliato di pasta frolla e la verdura esposta dal fruttivendolo ha l’aria talmente salubre da sembrare appena colta. Anche il salumiere di fiducia si affanna ancora per cercare il taglio di prosciutto migliore da offrire ai suoi clienti e fuori dai bar c’è un via vai di ragazzine che, col cellulare sempre a portata di mano, si danno appuntamento con le amiche per una cioccolata. Zogno, insomma, è una rarità nel panorama commerciale bergamasco. Paese più popoloso della Valle Brembana, con i suoi 9.143 abitanti, vanta infatti un’ampia gamma di attività che ne fanno un supermercato a cielo aperto dove la tradizione regna ancora sovrana. Certo, l’aria di crisi si respira ancora. Eppure il pessimismo che aleggiava fino a qualche anno fa, oggi sembra aver lasciato spazio a una ritrovata fiducia. A rendere speciale il paese c’è infatti il calore umano dei commercianti, sempre attenti a sorprendere e a soddisfare i propri clienti con prodotti genuini. Già perché i negozianti hanno capito che per non soccombere è necessario rimboccarsi le maniche e dar libero sfogo al rinnovamento. È il caso del ristorante albergo Da Gianni. Per promuovere l’attività, i gestori hanno infatti scelto la via telematica, con un sito internet completo (www.albergodagianni.com) e una pagina Facebook costantemente aggiornata con foto e ricette dei piatti serviti nel locale. Stanno inoltre provvedendo al restyling degli spazi per rendere l’ambiente ancora più confortevole e all’insegna del relax, con saune e servizi degni di una Spa di lusso.

Sergio Madaschi – ortofrutta

SERGIO MADASCHISergio Madaschi, che insieme al fratello Gianbattista, gestisce un negozietto di frutta e verdura in via Cavour, ha deciso di puntare sulla qualità per vincere la concorrenza: «Io personalmente lavoro bene, anche se noto una certa difficoltà economica nella gente. Ovviamente non siamo più ai livelli di prima della crisi e pensare di far concorrenza ai prezzi dei supermercati è inutile. Per sopravvivere bisogna puntare sulla qualità. I piccoli negozi sono più in difficoltà perché hanno alte spese di gestione e non ce la fanno a ritagliarsi uno stipendio adeguato. Poi è anche vero che i giovani d’oggi non sono più così propensi al sacrificio, vogliono un guadagno immediato e se non trovano riscontro chiudono i battenti. Io e mio fratello ci alziamo alle 4.30 del mattino, lavoriamo sodo fino alle 20.30 e guadagniamo poco più di un operaio».

Lidia Sonzogni – Cartoleria Leggi e scrivi

LIDIA SONZOGNIQualità è la parola d’ordine anche per Lidia Sondogni, titolare della Cartoleria Leggi e scrivi: «La crisi c’è, si sente ancora, ma si cerca di andare avanti nonostante tutto. Per fidelizzare la clientela conta riscuotere simpatia tra la gente. Cerco di essere sempre disponibile, col sorriso e offrire un buon servizio. Alla lunga paga. E devo dire che non sento nemmeno più la concorrenza dei centri commerciali. È vero che molti acquistano nelle grandi catene di distribuzione ma quando magari si rendono conto di non aver trovato la stessa qualità, tornano ad acquistare i prodotti nella cartoleria di fiducia che offre più garanzia». Tuttavia, Lidia lamenta un filo di pessimismo per la mancanza di coesione tra i negozianti, nonché tanta nostalgia per i tempi passati: «Siamo aperti da 28 anni, siamo un negozio storico e ne abbiamo visti di cambiamenti in questi anni. In paese cresce il numero di saracinesche abbassate e non è una bella immagine. Una volta eravamo un bellissimo centro commerciale all’aperto, oggi vedi tutto spento, chiuso, tenuto male: è triste. L’associazione Punto amico cerca di tener vivo il centro organizzando iniziative culturali, spettacoli, concerti. Si impegnano tanto ma secondo me non è sufficiente. Non vedo una grande coesione tra i commercianti, forse perché sono io la prima a non crederci molto, infatti non aderisco al Punto amico».

Alessandro Barcella – macelleria

Alessandro Barcella - Punto Amico ZognoAlessandro Barcella, titolare della macelleria Barcella sente il peso della crisi, soprattutto nel settore alimentare: «La piccola distribuzione è in calo e chi regge sono i discount. Se hai un posto fisso puoi permetterti di spendere, altrimenti è dura. Qui in valle tanti hanno perso il lavoro e quindi tutti cercano di risparmiare. Vengono organizzati parecchi eventi per tenere vivo il paese come le notti bianche, gli spettacoli in centro, la festa del cioccolato, il Carnevale. Ma non basta. Ci vuole più partecipazione da parte dei commercianti altrimenti è inutile – evidenzia come presidente dell’associazione Punto Amico -. Siamo in 150 negozianti ma solo una trentina partecipa attivamente. L’amministrazione comunale sta facendo il possibile per contribuire nonostante la mancanza di fondi».

Romina Sonzogni – azienda agricola Gioan di Pice

silvano e Romina Sonzogni - azienda agr Gioan di PiceLavora bene Romina Sonzogni dell’azienda agricola Gioan di Pice, un allevamento di suini situato sul monte di Zogno, in località Camissinone: «Dal punto di vista economico questa stalla ci ha dato un’opportunità importante in tempi di crisi – racconta -. In montagna è difficile far grosse cose. Tuttavia la nostra azienda è motivo di orgoglio perché siamo contattati e ricercati dai clienti. Chi dedica più tempo è mio fratello Silvano, il titolare, anche se non si mantiene solo con questa attività agricola, ha un altro lavoro, fa i turni in una piccola fabbrica. L’investimento per mettere a norma il laboratorio e i lavori di adeguamento alla stalla hanno richiesto un forte sforzo economico difficile da ammortizzare. In generale in Valle Brembana la crisi è ancora pesante e sono state chiuse parecchie aziende, soprattutto quelle manifatturiere. Speriamo che l’Expo e le terme di San Pellegrino portino una ventata di aria fresca».




L’Ascom: «Presto per capire se le terme porteranno vantaggi ai paesi vicini»

nadia sonzogni Ascom ZognoAbbigliamento, edicole e immobiliare. Sono questi i settori che al momento sentono di più il peso della crisi in Valle Brembana. A confermarlo è Nadia Sonzogni della delegazione Ascom di Zogno: «La gente acquista pochi vestiti, spende meno per i giornali perché li consulta in Internet e anche l’immobiliare è fermo. Da poco sono state riaperte le terme di San Pellegrino, ma è ancora presto per stilare un bilancio e capire se questo potrà creare un indotto nelle attività limitrofe». Con l’aumento di disoccupati e cassaintegrati, insomma, è sceso anche il potere d’acquisto delle famiglie che oggi evitano gli sprechi e accorciano i loro periodi di vacanza. E a soffrire di più sono le piccole botteghe.

C’è sfiducia tra i commercianti?

«Oltre alla crisi che ha messo ko i commercianti, si riscontra un altro fenomeno negli ultimi anni: manca il passaggio generazionale. Gli utili delle imprese sono andati via via diminuendo, i figli studiano di più rispetto ai loro padri o ai loro nonni e non vogliono rimanere in Valle a gestire l’azienda di famiglia. Preferiscono le città dove si trovano maggiori sbocchi lavorativi. Quindi i gestori di attività lavorano fino alla pensione e poi chiudono i battenti proprio perché non riescono a tramandare la loro azienda ai figli».

C’è anche il problema del caro affitti…

«Certo, le botteghe storiche hanno ormai immobili di proprietà quindi resistono. Le nuove imprese, invece, oltre alle spese di gestione hanno quelle dell’affitto».

Ci sono parecchi giovani che si rivolgono all’Ascom per chiedere consigli su come aprire un’attività?

«I servizi che offriamo sono vari come il corso sostitutivo dei libretti sanitari, le richieste di finanziamento Fogalco, gli sconti sulle tariffe la Siae, servizi di contabilità… Ultimamente arrivano allo sportello molte persone sui 40-50 anni che hanno perso il lavoro e, non avendo altre opportunità, decidono di mettersi in proprio. Quasi nessuno, però, ha un’ottica imprenditoriale. Se si apre un bar o un ristorante non si ha più uno stipendio mensile fisso come quando si lavorava in fabbrica, per questo tanti non hanno costanza e chiudono nel giro di poco».

C’è coesione tra i commercianti della Valle?

«Dipende. Alcuni commercianti non hanno tanta voglia di fare gruppo. Forse perché ci hanno provato in passato ma senza trovare i riscontri sperati».

In generale il settore turistico in Valle Brembana come procede?

«I fattori che influenzano il turismo spesso vanno al di là delle capacità imprenditoriali. Dipende dalle zone e dalla stagione. Per esempio a Natale non è nevicato e questo ha creato un rallentamento del turismo in Valle».

 

 




Con la tessera Punto Amico più sprint allo shopping

logo (punto amicoMetti una carta magnetica, gratuita e senza scadenza, che permette di accumulare sconti in proporzione alla spesa fatta. Aggiungi l’opportunità di spendere questi crediti in una qualsiasi attività commerciale di Zogno che aderisce al progetto e il gioco è fatto. È con questa iniziativa che l’associazione Punto Amico sta cercando di far ripartire l’economia nel paese. Un esperimento nato nel boom della crisi, nel 2009, e che ancora oggi rappresenta uno stimolo in più per ritornare a fare acquisti nelle botteghe del centro. «Quando è stata lanciata era un’iniziativa unica nel suo genere – spiega Alessandro Barcella, presidente dell’associazione Punto Amico –. Unica perché ad aderire sono tanti piccoli negozi come se fossero un grande centro commerciale all’aperto. L’esperimento era riuscito solo nelle grandi catene di distribuzione, ma dopo un’attenta analisi della situazione commerciale territoriale, lo abbiamo portato anche a Zogno, ricevendo i complimenti delle associazioni di categoria. I risvolti sono positivi, sia in termini di potere d’acquisto per i clienti, sia in termini di incentivo e sviluppo di tutto il settore del commercio del nostro territorio». Soddisfatto anche il sindaco Giuliano Ghisalberti: «Dal 2009 questa  tessera sta creando una fidelizzazione della clientela in modo concreto e tangibile. I commercianti non danno omaggi o premi che lasciano il tempo che trovano, bensì sconti per acquistare i prodotti che il cliente ritiene più utili. In collaborazione con l’amministrazione, Punto Amico organizza anche numerosi eventi per rendere più vivo il paese e creare sinergia tra clientela e consumatore. Se Zogno offre qualità e servizi, il cittadino è invogliato a passare di qui per fare la spesa».




Il pasticciere che ha dichiarato guerra al glutine

andrea bonatiLa tradizione non gli bastava. Andrea Bonati, 33 anni, erede dell’arte pasticciera di papà Tiziano in quel di Paladina, ha accettato la sfida di realizzare dolci senza glutine e adatti alle sempre più frequenti intolleranze alimentari, così da offrire anche a chi ha problemi di salute il piacere di entrare in una pasticceria e scegliere tra diverse bontà. Ha aperto un ramo tutto nuovo dell’attività, con tanto di marchio autonomo – “Pasticceria Bonati gluten free” – e spazi (spogliatoi, laboratorio, magazzini e punto vendita) completamente separati dalla pasticceria tradizionale, che escludono in partenza ogni rischio di contaminazione.

La specializzazione nel senza glutine non l’ha cercata, se l’è trovata davanti nel desiderio di rispondere alle crescenti richieste di prodotti adatti a questa o quella intolleranza. «Non accettavo l’idea che alla sua festa di compleanno un bambino al quale era stata scoperta da poco la celiachia non potesse mangiare la stessa torta dei suoi amici – ricorda -, così mi sono preso l’impegno di realizzare un torta che fosse buona per tutti. E ce l’ho fatta. La pasticceria è un piacere ed è diventato una sorta di dovere etico per me fare in modo che possa goderne anche chi ha particolari esigenze o problemi di salute».

Si è preso a cuore una fetta di mercato «che nessuno vuole» e vi ha dato una risposta personale, che non usa miscele già pronte, «dove spesso le alternative al glutine sono chimiche o hanno controindicazioni di altro tipo», ma combinazioni messe a punto in proprio, ricorrendo ad amidi, farine e addensanti naturali. «La base è in mix di otto ingredienti – spiega – che va ribilanciato per ogni ricetta. È il frutto di mesi di sperimentazione che ora intendo tutelare come segreto aziendale». La produzione “in casa” delle miscele permette anche di contenere i prezzi finali dei prodotti, «che sono solo leggermente più alti della pasticceria tradizionale – rileva – soprattutto perché le lavorazioni sono più complesse, ma che avrebbero costi ben più alti se utilizzassimo mix preconfezionati».

Nel punto vendita sfilano così golosità dolci e salate rigorosamente senza glutine. Dai pani, anche con farine alternative come quelle di grano saraceno, ceci o quinoa, ai grissini, ai cracker, alle pizze, alle focacce, alle torte salate. Sul versante dolce: biscotteria, torte da banco, muffin, pasticceria mignon e mousse. E siccome le intolleranze non sembrano mai finite, di alcuni prodotti gluten free ci sono anche le varianti senza zucchero e senza latte e, a richiesta, senza uova («l’ingrediente per il quale è più difficile trovare un sostituto all’altezza», ammette). «Ma non manca chi ha ulteriori richieste – svela –. Il lavoro artigianale mi permette di non dire di no a priori, ma di tentare, nei limiti del possibile, di soddisfare esigenze specifiche. Per rispetto del cliente, non propongo però prodotti che non rispondono ai requisiti di qualità che mi sono posto. La sfoglia, ad esempio, non la faccio perché dovrei usare la margarina e la chimica. Finché non avrò trovato alternative naturali, quindi, niente cannoncini senza glutine». L’approccio al “mondo del senza” rivoluziona l’intera visione del lavoro, «costringe a “deglutinarsi” – dice con un temine coniato da sé -, a non ragionare più nei termini consueti del pasticciere». Sua autentica passione è poi quella per i lievitati (sta anche lavorando ad un lievito madre senza glutine).

Per Pasqua è, quindi, assicurata la produzione di colombe senza glutine, ma anche senza zucchero e latte.

 




I residenti scrivono a Gori e a Zenoni: «Via le auto da Piazzetta Santo Spirito»

Filippo Cavalli
Filippo Cavalli

Filippo Cavalli, referente dei residenti di Via Tasso-  oltre che promotore di diverse campagne e battaglie per la via, a partire dalla petizione per lo stop notturno alla ztl che raccolse ben 400 firme, all’emergenza sicurezza in Passaggio Canonici Lateranensi documentata da foto di siringhe ed altre situazioni di degrado- anche ieri, 31 marzo, si è messo alla tastiera ed ha inviato una mail al sindaco Giorgio Gori e a Stefano Zenoni, assessore alla Pianificazione Territoriale e alla Mobilità. Questo il contenuto della lettera: «Siamo ormai vicini all’appuntamento dell’Expo e sebbene sia evidente che delle migliorie siano state fatte sulla nostra zona di piazzetta Santo Spirito, è altresì innegabile che siamo ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi comuni che ci eravamo fissati». Ad immortalare i problemi, due foto che ritraggono auto e Suv posteggiati selvaggiamente in Piazzetta Santo Spirito, allegate alla mail. «La piazza continua ad essere un parcheggio a cielo aperto e da quello che ci è stato riferito pare che la Sovraintendenza blocchi qualsiasi progetto di abbellimento. Piacerebbe capire il perché e cercare di risolvere la questione». Un altro problema è rappresentato dalla ztl e dai permessi: «E’ inaccettabile dover seguire una trafila lunghissima per arrivare sotto casa, ad esempio, con l’auto sostitutiva perchè il proprio veicolo è in riparazione- spiega Filippo Cavalli-. Serve la dichiarazione del meccanico che sottoscrive che l’auto necessita di tot giorni per essere rimessa in pista; bisogna portare la dichiarazione negli uffici della Polizia Locale al Lazzaretto, dove ritirano il  permesso  residenti e  ne riconcedono uno temporaneo. E quando l’auto è riparata, tocca tornare in Piazzale Goisis a consegnare il permesso a tempo e a riprendersi quello permanente. Insomma, un’odissea. E’ fondamentale anche poter segnalare alcune targhe per esigenze particolari e occasionali. Una maggiore flessibilità di ingresso auto nelle ore serali e notturne è un grande deterrente alla sensazione di insicurezza che arriva al calar della sera». Una priorità, segnalata dalla lettera:« Anche dal punto di vista della smaterializzazione dei permessi e delle facilitazioni per i residenti siamo al palo, nonostante sappiamo che l’amministrazione sta mettendocela tutta per portare avanti le cose e noi confidiamo in questo. Ma adesso siamo arrivati al punto nel quale dobbiamo dare effettivamente una svolta e risolvere i problemi e non limitarsi ad interventi di cosmesi».

Piazzetta Santo Spirito
Piazzetta Santo Spirito

Molto si può fare per migliorare l’appeal dell’area: «La via è senz’altro migliorata, grazie anche alla risposta pronta dell’amministrazione Gori, con cui abbiamo un confronto costante, a partire dall’eliminazione degli orrendi paletti che punteggiavano la via e dell’introduzione di fioriere- continua Filippo Cavalli-. Lo stop al traffico notturno resta un problema che sembra interessare solo la nostra ztl. A Firenze dove vige una delle aree più estese di ztl dopo le 19 si circola ovunque e lo stesso accade a Milano nell’Area C. Di notte la città non deve essere deserta, ma viva». E’ una questione di sicurezza: « Per molti anziani e ragazzi la vita di relazione dipende dall’accompagnamento da parte di parenti e amici sotto casa, ma sembra impossibile poter segnalare le targhe delle auto degli accompagnatori. Si tratta solo di transito e non di sosta, per cui valgono sempre i divieti: il passaggio anche di poche auto contribuisce al controllo notturno della via». E invece accade il contrario: chi parcheggia non riceve multe e chi transita si vede recapitare cartelle a casa. «Non ho mai visto un carro attrezzi liberare Piazzetta Santo Spirito, perennemente invasa dalle auto e ho condotto in passato una vera e propria battaglia per liberare il sagrato della Chiesa dal parcheggio selvaggio- continua Cavalli-. E invece molti commercianti sono stati sanzionati più volte, semplicemente per non aver rispettato alla virgola gli orari». Il problema parcheggi va risolto: «Oltre a sensibilizzare la società che gestisce il parcheggio di Via Camozzi ad estendere gli orari di apertura, occorre trovare altri spazi da destinare ai residenti. In Via Pignolo esiste in un cortile interno uno spazio di proprietà del Comune che potrebbe essere utilizzato per questo scopo. Inoltre, visto che il progetto Montelungo è stato recuperato dall’amministrazione, sarebbe bello vedervi realizzato anche un parcheggio, di vitale importanza per l’area e per tutto il centro». Nella via, oltre alle vetrine abbandonate negli ultimi mesi, non mancano veri e propri buchi neri: «Gran parte del palazzo dell’Ex Telecom è desolatamente vuota e lasciata a se stessa da anni. L’Hotel Commercio è in una situazione di impasse. L’amministrazione precedente non è riuscita a fare nulla per concedere l’autorizzazione alberghiera all’immobile, nonostante ci fossero alcuni imprenditori interessati a creare una struttura ricettiva. La speranza è che il progetto non venga abbandonato: il turismo non potrebbe che portare animazione e ottimismo nella via».

 




Trent’anni di Lega, più promesse che risultati

Daniele Belotti
Daniele Belotti

Formidabili quegli anni. Trenta tondi tondi, dalle riunioni semiclandestine nei sottoscala del 1985 alle adunate “oceaniche” nelle piazze salviniane. Ma davvero, al di là della pur legittima autocelebrazione andata in scena nei giorni scorsi alla Fiera, la Lega di Bergamo può andar orgogliosa di questa sua ormai non più breve storia?

L’anniversario può essere utile occasione per provare a tracciare un bilancio dell’operato di un movimento che in tre decenni ha lasciato un solco profondo nella terra bergamasca. E non sempre in bene. Ma addentriamoci nell’analisi e proviamo a partire dagli aspetti positivi, limitandoci naturalmente al contesto locale. Il primo, innegabile, è la ventata di aria fresca che la Lega ha portato nella politica bergamasca. Nelle amministrazioni locali soprattutto, dopo decenni di sostanziale autocooptazione tra i soliti noti per via dell’egemonia democristiana, sono comparse figure nuove, spesso un po’ naif ma con il pregio di odorare di bucato. Hanno rotto i vecchi equilibri, tagliato le unghie agli amici degli amici, innovato nell’approccio con i cittadini. Questo in generale, naturalmente, perché accanto ad amministratori stimati ed apprezzati sono anche spuntati personaggi che hanno fatto prevalere il folklore, con trovate legate a simboli e bandiere fini a se stesse.

Quando hanno fatto prevalere l’ideologia sul pragmatismo, infatti, i leghisti bergamaschi hanno fatto flop. Emblematiche le due esperienze alla guida della Provincia. Prima Giovanni Cappelluzzo con il suo progetto della “Provincia autonoma”, poi Ettore Pirovano con la sua furia iconoclasta contro qualsiasi cosa provenisse dalle Giunte che l’avevano preceduto. Risultato? Tante energie e risorse buttate via senza portare a casa nulla, alla faccia del rinomato pragmatismo della ditta padana. Due occasioni sprecate, nella migliore delle ipotesi, per mostrare innovative capacità di governo così come decantate nella propaganda elettorale.

E nemmeno sul piano dell’esperienza romana si può dire che la rappresentanza bergamasca abbia lasciato segni tangibili. I tanti che si sono alternati in Parlamento si sono consegnati, senza colpo ferire, al ruolo ininfluente e frustrante dei peones, utili solo a pigiar bottoni, sia che si trattasse di sostenere governi sia di opporsi. Al pari in questo dei colleghi degli altri partiti, va riconosciuto, i leghisti hanno fallito nell’opera di lobbysti del territorio. Sono scivolati via senza portare a casa alcunchè di significativo. D’altra parte, chi ha avuto l’onore di entrare nella stanza dei bottoni, Roberto Calderoli, passerà alla storia come il padre di una indecente legge elettorale, oltre che come instancabile produttore di battute di dubbio gusto. Anni e anni di sostegno ai governi Berlusconi non hanno portato in Bergamasca nemmeno le briciole. Bisognerà avere il coraggio di fare un’analisi seria del lavoro svolto e tracciare un bilancio che non sia autoassolutorio.

lega fiera

Certo, tanto più oggi che Matteo Salvini pare aver individuato una nuova forza di penetrazione nell’elettorato non solo nordista, celebrare il raggiungimento del trentesimo compleanno è doveroso. Non è stato facile essere leghisti in certi anni lontani e nemmeno in quelli più recenti (traversìe di Bossi e delle varie trote in circolazione). Portare avanti con coerenza un credo, qualunque esso sia, è di per sé meritevole. Ma perché tutto non si riduca ad una allegra rimpatriata, ancorché colorata da una raffica di vaffa nei confronti di Matteo Renzi, sarebbe utile che chi oggi guida la Lega bergamasca, quel Daniele Belotti che forse non casualmente è tornato quasi alla casella di partenza in mancanza di alternative valide, avesse la lungimiranza di promuovere un momento di confronto senza rete e senza sconti, per ragionare sui punti di forza ma anche sui limiti di un’esperienza politica che ad oggi, lo riconoscono anche i sostenitori leghisti più fedeli, ha sicuramente promesso più di quanto abbia raccolto.




Ryanair, tre nuove rotte e voli extra. «Cresciamo del 14% a Bergamo»

Con le tre nuove rotte – per Bucarest, Colonia e Copenaghen – lanciate oggi e relative alla programmazione invernale 2015,  salgono a 51 i collegamenti attivati da Ryanair dallo scalo di Orio al Serio. La compagnia aerea low cost ha programmato inoltre voli extra  sulle rotte per/da Berlino (2 al giorno), Marrakech (5 a settimana) e Palermo (3 al giorno). Il potenziamento, ha sottolineato John Alborante, Sales & Marketing Manager Ryanair per l’Italia, «permetterà di trasportare oltre 8,3 milioni di clienti all’anno e sosterrà 8.300 posti di lavoro locali (la ricerca ACI afferma che ogni milione di passeggeri sostiene 1.000 posti di lavoro “in loco” presso gli aeroporti internazionali ndr.), a seguito di una crescita del 14% presso l’Aeroporto di Milano Bergamo». «Ryanair continuerà a collegare Milano Bergamo con i centri chiave del business in Europa – ha aggiunto -, con sempre più voli e con programmazioni migliorate da e per le principali città, tra cui Dublino, Londra e Madrid, facendo di Ryanair la scelta ideale per chi viaggia per affari».

La programmazione invernale 2015 di Ryanair conterà quindi 470 voli settimanali sullo scalo bergamasco.

Per festeggiare il lancio, la compagnia ha messo disposizione 100.000 posti su tutto il suo network europeo a prezzi che partono da €19,99 per viaggiare ad aprile e maggio. Questi posti a tariffe basse sono disponibili per la prenotazione entro la mezzanotte di giovedì 2 aprile.

 




Negozi, in via Tasso è emergenza chiusure. «Colpa della Ztl»

In via Tasso negli ultimi mesi hanno chiuso diverse attività e purtroppo ce ne sono di nuove pronte ad abbassare la saracinesca. Nell’area dove vige la ztl e l’occhio elettronico non perdona il minimo sgarro a suon di multe – di cui molte addebitate agli stessi commercianti senza la minima, piccola deroga – diverse attività si vedono costrette a gettare la spugna, tra canoni d’affitto rimasti alle quotazioni di tempi d’oro di cui non si avverte ahimè un ritorno nell’era plumbea dei consumi e lo scarso passaggio nella via, che pure resta tra le più belle della città.

Basta fare un solo passo oltre il varco elettronico per imbattersi in vetrine desolatamente vuote. Il laboratorio di oreficeria Giampaolo Giardina, al civico 91,  ha scelto di lasciare il negozio dove invitava con ben due vetrine a scoprire le proprie creazioni per tornare a dedicarsi esclusivamente all’attività artigianale nel suo atelier orafo, ma a Ibiza. Da qualche settimana il negozio di abbigliamento di Luana Gargantini, al civico 95, che esponeva in ben cinque vetrine abiti griffati, ha deciso di abbandonare la via e trasferire altrove la propria attività. Ha chiuso anche dall’altra parte della strada  il negozio di elettronica IStore Pineapple, al 46, specializzato nella vendita, assistenza e riparazione di dispositivi hi-tech, la classica attività di cui si ha sempre bisogno quando tablet e smartphone fanno le bizze.

Resiste ma solo per pochi mesi, fino all’estate,  come confermato dalla titolare del negozio franchising, il primo negozio monomarca del marchio Save The Queen aperto al 115 di via Tasso,  alla fine del 2014: «Ho finito oggi di dare disdette ad affitto e utenze – allarga le braccia la titolare, senza perdere però il sorriso e lo spirito positivo latino che le sue origini peruviane impongono, come tiene a ricordare -. Purtroppo manca il passaggio e la via sta morendo, come mostrano le continue ed eccellenti chiusure. E nonostante la situazione sia difficile e complicata, gli affitti sono alle stelle. Terrò aperto ancora qualche mese, credo fino ad agosto e poi, a malincuore, mi vedrò costretta a lasciare questo lavoro che amo ed un marchio che dovrebbe solo inorgoglire il made in Italy, che per noi stranieri resta un mito. Perché nessun artigiano al mondo sa disegnare e fare scarpe come quelli italiani».

Anche in Contrada Tre Passi, dove ha chiuso da poco un negozio specializzato nell’abbigliamento baby, è  amaro il bilancio tra negozi sfitti o in vendita, attività di cui si annuncia la cessione come la Piadineria e il negozio d’abbigliamento Nice &Chic che purtroppo comunica l’imminente chiusura: «I canoni d’affitto sono impossibili- spiega Laura Cerretti, che ha lavorato anni per griffe d’alta moda a Milano -. La via è bella ma sembra che si stia facendo di tutto per farla morire. Per di più le auto parcheggiano davanti alle vetrine e basta che posteggi un Suv qui davanti per annullare la mia presenza ai passanti, tanto che molti stanno scoprendo solo ora, dopo un anno e mezzo,  la mia esistenza».

Per porre sotto i riflettori l’emergenza chiusure nella via due commercianti si sono fatte carico della questione e hanno informato ieri sera, 31 marzo, il sindaco Giorgio Gori. «Non c’è passaggio nella via e alle 18 sembra scatti il coprifuoco – spiega Silvana Caglioni della storica Pasticceria Salvi -. La ztl è stata attivata senza pensare al posteggio: purtroppo gli orari del parcheggio del Pam in via Camozzi sono insufficienti. La domenica e la sera infatti è chiuso e per le nostre attività è un vero disastro.  È assurdo istituire una ztl in un piccolo tratto di strada, in attesa che si realizzi il progetto di una pedonalizzazione da piazza Pontida a piazza Santo Spirito, anche se l’amministrazione Gori si è subito attivata per rimuovere i paletti che rendevano claustrofobica la via e per migliorarla con fioriere. Non c’è però alcuna tolleranza per le operazioni di carico e scarico nemmeno per noi commercianti: purtroppo riceviamo multe non appena si sgarra l’orario, nonostante il furgone riporti l’insegna del negozio, rendendo evidente a prima vista che si tratta di un veicolo autorizzato».

L’incontro con il sindaco «ha rassicurato sull’istituzione dell’isola pedonale da Piazza Pontida a Piazza Santo Spirito, ma purtroppo non a breve- continua Stefania Caglioni-. Si parla di almeno un anno e mezzo d’attesa per il completamento della pedonalizzazione: in quest’arco di tempo rischiamo di vedere morire altri negozi. Purtroppo togliere la ztl non è possibile, ma intendiamo batterci per vedere migliorare le cose. Per ora il sindaco ci ha assicurato che sui display della ztl partirà a breve un’applicazione per indicare il parcheggio più vicino. Nel prossimo incontro invieremo una relazione al Comune su alcuni eventi che intendiamo realizzare per animare la via che, senza commercio, è bene che tutti ne abbiano la consapevolezza, rischia di morire davvero».

I commercianti della via si stanno attivando per incentivare il passeggio e lo shopping nella via: «La situazione è difficile e il rischio degrado è dietro l’angolo, tanto che ogni sera ci troviamo a ripulire fioriere e sporcizia- commentano dal Ristoro Pugliese di Via Tasso- . La via potrebbe essere davvero più bella e vissuta, ma sembra che per prendere ogni iniziativa si debbano smuovere montagne. Ogni giorno è inzuppato di burocrazia. Ad esempio, abbiamo fatto richiesta di mettere qualche tavolino sulla via per invogliare la gente ad entrare al ristorante, ma sembrava impossibile ottenere il permesso. Fortunatamente il sindaco ha mostrato disponibilità e ha invitato la via a presentare un progetto, che studieremo con il distretto del commercio». Un grande problema da affrontare è quello del parcheggio: «Per noi ristoranti è un incubo- continuano dal Ristoro Pugliese-. La sera il parcheggio di Via Camozzi chiude alle 21 e la domenica è chiuso tutto il giorno. Così per chi viene da fuori l’idea di cenare in Via Tasso diventa già complicata per la caccia ad un posteggio. Speriamo si trovi una soluzione con il gestore».




Alimentaristi sul Garda domenica 19 aprile

La Pia Unione San Lucio, lo storico sodalizio tra i commercianti alimentari che fa capo all’Ascom e che promuove momenti di incontro, confronto, svago e solidarietà, propone l’annuale gita di primavera.

L’appuntamento è per domenica 19 aprile e offre l’occasione di conoscere da vicino la produzione del Grana Padano e delle bontà gastronomiche locali e di trascorrere una giornata in compagnia sul Lago di Garda.

Il ritrovo è fissato alle 7,30 alla vecchia sede Ascom Bergamo. L’escursione prevede la visita al “Caseificio Gervasina” della Zanetti Spa in San Gervasio (Bs), pranzo all’Agriturismo Pratello in Padenghe sul Garda (BS), la visita al castello di Padenghe e una passeggiata in riva al Garda.

L’invito è rivolto ai dettaglianti alimentari, alle loro famiglie, ai collaboratori, ai soci 50& Più, e a tutti gli operatori del territorio come occasione di incontro e condivisione tra le categorie in un’atmosfera informale. Il costo di partecipazione è di 40 euro.

Le prenotazioni chiudono lunedì 13 aprile, per partecipare telefonare allo 035 4120200.




Confimi Apindustria fa il punto sul Jobs Act

Lavoro Jobs Act“Il lavoro dopo il Jobs Act” è il tema del convegno in programma il 10 aprile al Centro Congressi Giovanni XXIII, a Bergamo, a partire dalle 10. L’incontro, promosso da Confimi Apindustria, si profila come un momento di confronto sui recenti cambiamenti normativi in tema di mercato del lavoro, per riflettere sulle prospettive del nostro sistema di welfare e sulle sue direttrici di cambiamento. Previsti gli interventi di Edoardo Ranzini, Silvia Davolie Stefano Bosio, rispettivamente direttore, responsabile sindacale e consulente sindacale di Confimi Apindustria Bergamo e di Emmanuele Massagli, Presidente Adapt.