Lavori a Porta Sant’Agostino, mercoledì disagi in vista

Porta_Sant'Agostino,_BergamoIn fase conclusiva i lavori di restauro alla Porta Sant’Agostino a Bergamo Alta: lunedì 27 aprile sarà rimosso il ponteggio che tutt’ora ricopre la facciata di uno dei monumenti più rappresentativi della città di Bergamo. Tempi rispettati per il cantiere, che restituisce in tempo per EXPO la principale porta d’accesso al centro storico.

È stato necessario realizzare la parte più delicata sul restauro al termine della parte più fredda dell’inverno: non solo l’arenaria della facciata è stata messa in sicurezza, ma anche restaurata, così come sono stati portati a termine lavori di adeguamento e sistemazione del tetto, per un importo netto del contratto pari a 51.337,22 euro.

“La Porta Sant’Agostino si trovava in condizioni precarie prima dell’intervento da parte del Comune – spiega l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Bergamo, Marco Brembilla – per questo motivo si è scelto di ridurre al minimo l’uso degli attrezzi meccanici, lavorando principalmente manualmente. Un intervento delicato, ma che ha dato i suoi frutti, restituendo alla città uno dei suoi gioielli. Un lavoro tanto più importante se lo leggiamo nell’ottica di valorizzazione del patrimonio delle Mura Veneziane, in vista della candidatura a patrimonio dell’umanità Unesco del prossimo anno.”

Nella giornata di lunedì comincerà la fase di rimozione del ponteggio che ha “impacchettato” la porta negli ultimi mesi. Previsto qualche disagio nella mattinata di mercoledì: dalle 6 alle 7 del mattino la porta sarà chiusa al traffico per permettere lo smantellamento della parte di ponteggio sovrastante la strada.

“Abbiamo cercato di ridurre il più possibile i disagi – conclude Brembilla – scegliendo di smantellare il ponteggio alle 6 del mattino e nel minor tempo possibile: sfortunatamente le previsioni meteorologiche sconsigliano di svolgere la delicata conclusione dell’intervento nella giornata di domenica.”




730 precompliato, a Bergamo richiesti oltre 22mila pin

Sono oltre 22mila i Pin rilasciati in Bergamasca dall’inizio dell’anno per accedere ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate, una vera e propria impennata – comunica la Direzione regionale dell’Agenzia – per la quale ha giocato un ruolo di primo piano il 730 precompilato, disponibile in rete dal 15 aprile. Per accedere alla precompilata tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate sono infatti necessari il codice  Pin e la password rilasciati dall’Agenzia (da richiedere in un qualsiasi ufficio dell’Agenzia, attraverso il sito web, per telefono tramite il call center o con la Carta Nazionale dei Servizi). È inoltre possibile accedere alla precompilata tramite il portale dell’Inps, inserendo il Pin dispositivo rilasciato dall’ente di previdenza.

«Grazie all’intensa campagna informativa effettuata presso tutti gli uffici delle Entrate della Lombardia, il numero dei contribuenti che nei primi mesi del 2015 ha richiesto le credenziali per accedere al proprio 730 precompilato ha raggiunto la soglia dei 250mila – evidenzia la Direzione della Lombardia -. I contribuenti hanno espresso una spiccata preferenza per l’utilizzo del canale informatico: quasi 220mila, infatti, si sono collegati al sito dell’Agenzia, più di 30mila contribuenti lo hanno chiesto negli uffici dell’Agenzia e circa 1,600 hanno utilizzato il call center. Il picco di richieste di rilascio del codice Pin si è registrato a marzo 2015 con oltre 137mila (con l’avvicinarsi del giorno della disponibilità del precompilato online). Più di 57mila richieste sono arrivate nei primi 12 giorni di aprile».

Questi i numeri delle richieste ricevute dalle Direzioni provinciali della Lombardia dal primo gennaio (dato aggiornato al 13 aprile 2015)

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pin agenzia entrate gennaio - aprile 2015

Come funziona il 730 precompilato

Dal 1° maggio al 7 luglio sarà possibile accettare, integrare o modificare il modello e trasmetterlo all’Agenzia direttamente dal proprio computer o delegando il proprio sostituto d’imposta, un Caf o un professionista abilitato. Già da ora, però, l’Agenzia mette a disposizione dei contribuenti coinvolti la dichiarazione precompilata, proprio per consentire loro di consultare i dati presenti e di verificarne l’esattezza e la completezza.

I contribuenti che non hanno ancora chiesto la password e il Pin personali di accesso a Fisconline possono farlo collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.gov.it, telefonando al n. 848.800.444 oppure recandosi presso un qualsiasi ufficio delle Entrate (anche tramite delegato). Se la richiesta è effettuata allo sportello dal diretto interessato, vengono subito rilasciati la prima parte del codice Pin e la password di primo accesso. La seconda parte del Pin sarà in questo caso immediatamente fornita al contribuente via internet. Se la richiesta è invece effettuata online, per telefono, o tramite un soggetto delegato, la prima parte del codice viene rilasciata immediatamente, mentre la seconda parte e la password di primo accesso saranno inviate, a garanzia del contribuente, per posta al domicilio registrato in Anagrafe tributaria.




Per chi vuole farsi mantenere ora i conti non tornano

corte-di-cassazioneAnche senza sconfinare nel “mestiere più antico del mondo”, le relazioni di coppia sono spesso un business. Anzi, il business. E non è questione di genere. C’è chi “attacca il cappello” e chi si fa mantenere. Un buon matrimonio, per il “genero alimentare”, vale più di una laurea, nella logica che sposarsi (bene) in fondo è sempre meglio che lavorare. Con cinismo, spogliandolo di tutti i contenuti emotivi, già ora, del resto, per il codice civile, il matrimonio è prima di tutto un contratto, trattato alla pari di quello per la costituzione di una società a fini di lucro.

Come in Borsa ci sono cassettisti e speculatori alla mordi e fuggi, ci sono i “cacciatori d’eredità” che punta al colpo grosso e chi si accontenta di meno, ma in tempi più certi, con divorzi, adesso anche “brevi”, che valgono comunque una vincita al “turista per sempre”. I furbi/e che vedono nel matrimonio, e soprattutto nella sua conclusione, una scorciatoia per una vita agiata non mancheranno mai.

Come in tutte le attività però ci sono dei rischi d’impresa da assumersi: tra questi, anche un cambiamento della normativa che non fa più tornare i conti. Nel caso specifico è la recente sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce la decadenza del diritto all’assegno di mantenimento nel caso che l’ex coniuge non solo si risposi, ma anche più semplicemente costituisca una nuova “famiglia, ancorché di fatto”.

La Cassazione precisa che la famiglia di fatto non consiste “soltanto nel convivere come coniugi, ma indica prima di tutto una “famiglia” portatrice di valori di stretta solidarietà, di arricchimento e sviluppo della personalità di ogni componente, e di educazione e istruzione dei figli”. In pratica, se i conviventi elaborano un “progetto e un modello di vita in comune”, magari con la nascita di altri figli, in pratica una nuova società di fatto, per mediare i termini con il diritto commerciale, per la Cassazione non c’è ragione che questa venga “finanziata” dal vecchio socio della società nel frattempo liquidata.

Questa sentenza – che riguarda, va precisato, l’assegno divorzile e non quello per il mantenimento dei figli – rischia di far perdere il gruzzolo anche ad un’altra serie di persone che hanno visto il matrimonio come una forma di vitalizio, a volte anche con il beneficio supplementare di un cambio di nazionalità. Gli enti pensionistici hanno iniziato a valutare se anche l’assegno di reversibilità (di regola, il 60% della pensione originaria, che può scendere al 30% se il reddito del vedovo o della vedova supera di cinque volte il trattamento minimo) può essere revocato nel caso di una costituzione di famiglia di fatto, come già avviene in caso di nuovo matrimonio. Si complica la vita di pensionati conviventi che non si sposavano per non dover rinunciare, magari entrambi, all’assegno, ma rischia di svanire anche la fortuna di giovani badanti ricompensate per un breve matrimonio con un o un’ultraottantenne da una rendita perenne pagata dalla collettività.

Le casse previdenziali potrebbero recuperare in questo modo le risorse – un’altra possibilità, magari aggiuntiva, che non risulta però in nessuno testo, potrebbe essere quella di prevedere pensioni di reversibilità proporzionali agli anni di matrimonio – per destinare alle pensioni di reversibilità che saranno introdotte con le unioni civili. Anche in questo caso, per eliminare le becere polemiche, i commenti codini e le battaglie da Controriforma, basterebbe forse evitare gli orpelli e tornare a considerare le unioni civili per quello che sono: dei contratti. In un Paese civile non ci dovrebbe neanche essere discussione per riconoscere diritti di natura più privata che pubblica ai conviventi, etero od omosessuali che siano, come il subentro nel contratto d’affitto, l’assistenza in ospedale, o la possibilità di regolare i rapporti patrimoniali di fronte a un notaio. E per quanto riguarda la pensione di reversibilità, considerato il costo della collettività, basterebbe prevedere come avviene nella previdenza integrativa importi diversi di erogazione in caso che questa sia riferita a una sola persona o anche ad eventuali superstiti, con diversa modulazione a seconda dell’età. Ma si sa, che quando entrano di mezzo le ideologie e i pregiudizi (e anche qualche commentatore ottuso di suo a fare da cassa di risonanza), anche le soluzioni più semplici si complicano.




Expo, Ascom organizza una riunione strategica per gli albergatori

Lunedì 27 aprile Ascom Bergamo organizza una riunione per  gli albergatori. Nel corso dell’incontro verranno illustrati i temi dell’Expo,  i collegamenti da Bergamo, i biglietti di ingresso e tutto quanto può essere utile come informazione anche per clienti ospiti nella nostra città in occasione della grande kermesse milanese. L’incontro si svolgerà a partire dalle ore 15,30 nella sala corsi dell’Associazione commercianti in via Borgo Palazzo 154 (Ex Una hotel) e si propone di massimizzare le ricadute positive di Expo per le imprese della ricezione bergamasca.
All’incontro interverranno il presidente di Turismo Bergamo Luigi Trigona, i funzionari di Trenord per spiegare i collegamenti con Rho Expo, il vicedirettore Ascom Oscar Fusini per la convenzione acquisto biglietti e Stefania Pendezza esperta Expo e consulente Ascom per le iniziative dell’Associazione nell’ambito della manifestazione. Saranno disponibili per il ritiro gratuito le pocket map dei collegamenti ferroviari con Expo. Per partecipare è necessario confermare la propria presenza. Per informazioni: segreteria del Gruppo Albergatori, area Accoglienza tel. 035-4120304.




Osio Sotto, “Risorse limitate, ma cerchiamo di dare risposte al commercio”

Osio Sotto Munic - CopiaLe risorse finanziarie sono limitate e vincolate, ma il comune di Osio Sotto cerca lo stesso di promuovere iniziative che facciano da volano per rendere più vivo il paese. “Tentiamo di rendere il centro più attrattivo attraverso manifestazioni gestite da noi oppure in collaborazione con l’Acea (l’Associazione commercianti, esercenti e artigiani) e il Distretto del commercio come “Promotion expo” e “Gusti e buon gusto” dedicato ai sapori del territorio, ma il calendario prosegue tutto l’anno, anche se non è affatto semplice”, spiega il sindaco di Osio Sotto, Edoardo Musitelli.

L’insediamento della sua giunta è avvenuto nel maggio dello scorso anno, è quindi ancora presto per tirare le somme. “Ma un primo segnale di cambiamento l’abbiamo dato, i cittadini lo percepiscono”, dice. Una prova che l’amministrazione abbia stretto la cinghia la si è avuta a Natale con la spesa per le luminarie a carico dei commercianti, a eccezione di quelle in piazza Papa Giovanni, al parco e per i tre alberi addobbati. “Purtroppo ci impongono la politica del risparmio, abbiamo le mani legate e ci tocca fare delle scelte mirate e di opportunità”, lamenta il primo cittadino. La scarsità di parcheggi è un problema da sempre. Piazza Papa Giovanni è affollata di auto proprio perché nelle immediate vicinanze non ci sono strisce bianche, né blu. “Il piano di governo per il territorio prevede interventi per rendere più vivibile il centro, ma anche in questo caso, considerato le scarse disponibilità finanziarie nelle casse comunali, è facile che rimangano progetti solo sulla carta”, chiarisce il primo cittadino.

I commercianti sono gravati da balzelli e chiedono sgravi soprattutto per i giovani che si lanciano nelle nuove attività imprenditoriali. “La manovra fiscale che abbiamo effettuato era necessaria per garantire i servizi base per i cittadini, abbiamo tagliato dove era possibile farlo, adottando per la tassa dei rifiuti meccanismi che stabiliscano il costo effettivo per il rifiuto prodotto – spiega Musitelli -. Non c’era nessuna possibilità per effettuare riduzioni. Cosa faremo per il futuro? Vedremo”. Gli esercenti che gestiscono attività legate agli alimentari sono in difficoltà per il numero elevato di supermercati che sottrae una clientela giovane. Una questione, tuttavia, ereditata dalle passate amministrazioni. “Nuove licenze per i supermercati non ne sono state concesse, né sono in programma”, tiene a precisare il primo cittadino.




Carrozzieri, «un passo avanti contro la riforma delle assicurazioni»

carrozziereContinua la battaglia dei carrozzieri di Confartigianato Lombardia contro la riforma del codice delle assicurazioni, nell’ambito del Ddl Concorrenza. E segna un nuovo passo avanti per la categoria, che a inizio aprile aveva presentato le proprie istanze sul tema alla Commissione Attività Produttive del Consiglio Regionale: «La documentazione presentata in quell’occasione, che illustrava e spiegava gli emendamenti presentati da Confartigianato in sede parlamentare, ha permesso di redigere una proposta di risoluzione in cui Regione Lombardia si impegnava a sostenere le nostre ragioni a livello nazionale. Proposta che è stata presentata in Consiglio Regionale e votata all’unanimità», spiega il presidente regionale della categoria di Confartigianato, Stefano Romano.

«Un riconoscimento significativo – commenta il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti – che peraltro proviene da tutte le parti politiche, concordi nel farsi portavoce delle istanze della categoria, il cui lavoro viene ancora una volta messo a rischio dalla lobby delle assicurazioni. Ai componenti del Consiglio Regionale va il nostro ringraziamento, per la grande attenzione e la sensibilità dimostrare, e in particolare al consigliere Fabio Rolfi, che è stato relatore della risoluzione votata».

Il principale punto critico della riforma segnalato da Confartigianato riguarda le modalità di risarcimento, che prevedono che l’automobilista sia di fatto vincolato a far riparare i danni dell’auto dalle carrozzerie convenzionate con l’assicurazione, cancellando la libertà di scelta e obbligando i carrozzieri ad accettare le condizioni imposte dalle assicurazioni. Inoltre, per coloro che comunque non vorranno rivolgersi agli artigiani convenzionati, la riforma prevede la possibilità per le assicurazioni di rimborsare i danni a prezzi stabiliti da quest’ultima in modo arbitrario.  Purtroppo se questa legge andasse in porto si andrebbe a cancellare il libero mercato, creando di fatto un oligopolio influenzato dal potere delle assicurazioni che peraltro in Italia costano il 45% in più rispetto alla media Ue, nonostante il calo costante degli incidenti.




Via i pizzoccheri dalle mense scolastiche. Fava: “Atto insensato”

pizzoccheriTempi “duri” per i pizzoccheri. Il piatto della Valtellina non figura più nel menu delle mense scolastiche di Sondrio, perché considerati un piatto povero.

E la polemica infuria. La decisione del comune di eliminare il famoso piatto dai menù delle mense scolastiche, assieme alla polenta, ha prodotto un’interrogazione consiliare presentata dal consigliere di minoranza Andrea Massera (Sondrio Liberale). “Questi cibi della nostra tradizione – scrive Massera – adattati in versione leggera alle esigenze di una mensa scolastica, riscuotono da sempre un elevato gradimento da parte dei fruitori. Tuttavia, Comune e ASL, che annualmente definiscono il menù unico, hanno deciso di eliminarli a seguito di richieste avanzate da un gruppo di genitori di una singola scuola dell’infanzia. Motivazioni addotte? Non si possono proporre a scuola piatti poveri, da contadini…“

Protesta appoggiata anche dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, che già nell’ottobre scorso avevano presentato un’interrogazione sulla gestione delle mense scolastiche, puntualizzando sull’utilizzo di prodotti locali a filiera corta, ricevendo dall’assessore risposta chiara e precisa che nei menù venivano utilizzati prodotti locali.

Decisione che non si spiega quindi, e che non trova fondamento nemmeno nel “non gradimento” delle pietanze da parte di alcuni utenti: i menù delle mense scolastiche sono sottoposti a verifiche di gradimento generali, e non si possono soffermare sui singoli piatti, che altrimenti andrebbero di volta in volta variati a seguito delle proteste di questo o quel genitore, viste anche le numerose richieste di reinserimento nei menù dei piatti in questione.

Sul tema incandescente è intervenuto anche l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava. “Togliere i pizzoccheri dalle mense scolastiche della Valtellina penso sia un atto di totale insensatezza e di scarso rispetto delle tradizioni locali. Ed è altresì offensivo derubricare un piatto che racconta la cultura e il territorio come piatto dei contadini, con accezioni dispregiative che i contadini, custodi della terra, non meritano”. Fava si schiera dalla parte dei pizzoccheri e di quei cittadini che chiedono per i loro figli che vengano introdotti nel menù della mensa. “Dopo i piatti esotici introdotti da Milano Ristorazione in passato e sonoramente bocciati dagli utenti delle mense scolastiche – commenta Fava -, sinceramente pensavo che si fosse toccato il fondo. Invece mi sbagliavo e, alla vigilia di Expo, evento mondiale che sarà l’occasione di un confronto sull’agricoltura, sul cib o, sui territori e sulla promozione e difesa dei prodotti locali a ogni latitudine e longitudine, assistiamo a questa malparata del Comune di Sondrio e dell’Asl”. “I pizzoccheri della Valtellina, come molti altri prodotti tipici della Lombardia – conclude l’assessore -, nascono da tradizioni contadine e, sebbene qualcuno li abbia definiti ‘piatto povero’, ricordo a questi benpensanti che sono figli di una cultura ricca di fantasia, artigianalità e fatica”.




Prescrizioni diagnostiche, «che non si arrivi all’intimidazione dei medici»

Nel dibattito suscitato dalla bozza d’intesa Stato-Regioni e Provincie Autonome sulla razionalizzazione e l’efficientamento della spesa del Servizio sanitario del 2015, l’argomento più caldo è quello della responsabilità patrimoniale del medico in caso di prescrizione inappropriata.

Ecco il contributo dell’Ordine dei medici di Bergamo, in questo intervento

 

di Guido Marinoni*

Guido Marinoni - ordine mediciLe recenti proposte presentate dalle Regioni sulla “razionalizzazione e l’efficientamento della spesa del SSN del 2015” prevedono che vengano definiti con decreto ministeriale i criteri per la prescrivibilità degli accertamenti diagnostici e dei ricoveri riabilitativi ad elevato rischio di inappropriatezza e, in caso di prescrizione inappropriata, il medico ne risponda con responsabilità patrimoniale. In poche parole, per alcune prestazioni di diagnostica e alcuni tipi di ricovero, il medico potrà procedere soltanto in situazioni definite per decreto, altrimenti pagherà di tasca propria.

Avviene già per i farmaci, ma l’impatto sul cittadino in questo caso sarà certamente più rilevante. Per i farmaci, infatti, il cittadino è comunque propenso ad affidarsi alle decisioni del medico e le indicazioni dei farmaci sono più specifiche e definite.

La diagnostica, invece, si colloca in un momento del percorso di cura caratterizzato dall’incertezza e, talvolta, dall’ansia e dalla paura, dal desiderio di voler sapere tutto e subito. Un taglio alla diagnostica ambulatoriale comporterà certamente un maggiore accesso al Pronto Soccorso.

Il medico, d’altra parte, si vedrà caricato di una responsabilità economica individuale pesantissima, dovendo rispondere di tasca propria e, in modo quasi schizofrenico stante gli ultimi orientamenti della giurisprudenza, dovrà pure rispondere civilmente e penalmente dei ritardi diagnostici. Una sorta di spinta ulteriore alla medicina difensiva.

Senza contare che, intanto che l’Antitrust sanziona la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per avere vietato, nel Codice Deontologico, la “pubblicità promozionale”, il medico verrebbe invece “punito” se non si oppone al delirio di un consumismo sanitario.

È vero che il consumismo sanitario imperante, la pressione dei gruppi di interesse e, talvolta, anche la disattenzione dei medici rischiano di portare il nostro Servizio Sanitario all’insostenibilità economica. E la soluzione proposta da movimenti come “slow medicine” e “Choosing Wisely” (scegliere saggiamente), infatti, è quella di privilegiare il rapporto medico paziente e l’alleanza terapeutica rispetto alla fiducia esclusiva nella tecnologia, non basta però un decreto a cambiare le aspettative e la mentalità dei cittadini e le modalità organizzative di un sistema sanitario complesso come il nostro che – vale sempre la pena di ricordarlo – è considerato tra i migliori al mondo in termini di costo /efficacia.

La proposta delle Regioni sembra perseguire, con l’intimidazione dei professionisti, la logica del risultato finanziario a breve termine, che può essere l’esatto contrario del risparmio auspicato, che invece potrebbe realizzarsi investendo sui medici e sugli altri operatori sanitari, con interventi di incentivazione meritocratica, anche in ambito di appropriatezza.

Cosa ne pensa la nostra Regione?

*vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo



Expo, dieci regole per una Bergamo a tripla “A”: Aperta, Attrattiva, Accogliente

tavolo expo
Oscar Fusini, Luigi Trigona, Stefania Pendezza

Padiglione ItaliaAperta, Attrattiva e Accogliente. E’ questa la “Tripla A” a cui Bergamo aspira attraverso il Progetto Expo Friends, nato dall’accordo esclusivo tra Confcommercio Imprese per l’Italia e la società Expo 2015. L’iniziativa, sottoscritta anche da Ascom Bergamo, vede protagonisti le attività commerciali e i pubblici esercizi pronti a “vestire” Bergamo per l’evento e ad accogliere cittadini e visitatori durante i sei mesi dell’Esposizione Universale. I negozi “amici di Expo” diventeranno supporter dell’Esposizione Universale e saranno riconoscibili grazie ad una vetrofania, “Expo Friends”. Per aderire al circuito è necessario sottoscrivere un Decalogo, esporre la vetrofania, formare il personale sui principali aspetti della manifestazione e fornire informazioni ai propri clienti. «Vogliamo una città più aperta, attrattiva ed accogliente – ha auspicato Luigi Trigona, direttore Ascom e presidente di Turismo Bergamo-. Bisogna superare la chiusura che contraddistingue spesso i bergamaschi e migliorare l’accoglienza. I punti vendita diventano gli amici di Expo, ma soprattutto dei punti di informazione e accoglienza per i visitatori, dall’approccio multilingue e multiculturale. Per questo è stato stilato un vademecum con attenzioni da riservare agli ospiti a seconda della cultura di provenienza. I commercianti Expo Friends oltre a sapere come accogliere al meglio turisti e visitatori avranno una maggior cura nell’allestimento delle vetrine e disponibilità per aperture straordinarie».  Il pacchetto contiene anche il Country Friendly Welcome & Accomodation, un vademecum sulla corretta accoglienza di ospiti cinesi, arabi e indiani. A maggio un seminario – che sarà anche disponibile on line- completerà la formazione sull’accoglienza. «L’accordo prevede, oltre all’esposizione della vetrofania e alla sottoscrizione delle regole per accogliere al meglio i visitatori, la disponibilità a tenere aperto ad agosto, invito che già la maggior parte degli esercizi coglie ogni anno nella nostra città e ad accompagnare le aperture straordinarie in concomitanza con eventi particolari- ha aggiunto il vicedirettore Ascom Oscar Fusini-. In avvicinamento ad Expo abbiamo in programma lunedì 27 un incontro con albergatori, nel corso del quale verranno illustrati i collegamenti per Expo da Bergamo con Trenord». Expo rappresenta un’occasione per lo sviluppo del territorio e delle imprese che va ben oltre il periodo dell’Esposizione: «L’ottica in cui Ascom si muove è quella di mietere semi durante Expo per poi  raccogliere segni di cambiamento, permettendo alle imprese del terziario di contribuire a far diventare Bergamo una meta non solo interessante dal punto di vista culturale e artistico, ma anche del punto di vista dell’accoglienza proponendo quello “stile italiano” a cui il mondo si ispira» ha continuato Oscar Fusini

Le dieci regole da sottoscrivere sono:
  1. disponibilità all’apertura nel periodo estivo, in particolare durante il mese di agosto;
  2. aperture straordinarie in occasione di eventi nell’area coinvolta;
  3. conoscenza, quanto meno di base, della lingua inglese per accogliere al meglio il visitatore straniero;
  4. cultura del sorriso e dell’accoglienza;
  5. la messa a disposizione di materiali informativi e indicazioni su Expo Milano 2015;
  6. la conoscenza delle attrazioni turistico/culturali della città;
  7. la disponibilità all’ascolto e alla comprensione delle necessità del cliente;
  8. consulenza a favore del cliente nella scelta;
  9. totale transparency: informazione chiara ai clienti stranieri sui prezzi;
  10. diritto per gli operatori commerciali aderenti di esporre nelle proprie vetrine e all’interno degli spazi commerciali il materiale informativo che sarà predisposto da Expo Milano 2015.

Le altre iniziative

Ad Expo Friends si affiancano altri progetti come Expo Gelato 2015, promosso da Camera di Commercio e gestito dal Comitato Gelatieri di Ascom, e la riconferma anche per il 2015 dello Sportello Expo, che rientra nel progetto “Prepariamoci all’Expo”, voluto da Camera di Commercio e Bergamo Sviluppo.  Attraverso lo Sportello Expo, l’Associazione sta predisponendo una serie di servizi per ottimizzare la presenza delle aziende associate negli uffici della Camera di Commercio nel padiglione Italia, secondo il calendario predisposto dall’ente camerale (ad Ascom toccheranno 12 giornate), l’organizzazione e l’accompagnamento di missioni aziendali, e lo sviluppo di rapporti di internazionalizzazione in chiave b2b tra gli imprenditori bergamaschi e le aziende espositrici di Expo. « Sono molte le imprese che finora si sono rivolte allo sportello- questo il primo bilancio della responsabile del servizio in Ascom Stefania Pendezza-. Il lascito culturale della manifestazione, oltre ad una visione più internazionale, è  la capacita’ di fare rete tra imprese. In questa prima fase le maggiori richieste ricevute erano su come accedere e visitare Expo. Nella seconda fase di consulenza programmeremo eventi business to business ed allargheremo gli orizzonti d’impresa attraverso il confronto internazionale, anche grazie alla piattaforma Expo che rappresenta un’occasione di incontro oltre che un patrimonio di relazioni».

La scheda di adesione al progetto, totalmente gratuito, e tutto il materiale è scaricabile dal sito di www.ascombg.it. La prima pubblicazione dei dati  sui siti e sui canali e strumenti multimediali avverrà dal 30 aprile. Per richiedere una consulenza su Expo: expo2015@ascombg.it

 

 




«Birra Moretti da Comun Nuovo all’Expo», esposto all’Antitrust per pubblicità ingannevole

Il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust relativamente alla pubblicità della Birra Moretti apparsa in questi giorni sui principali quotidiani italiani, il cui messaggio recita: “A Expo andiamo a Km 0 (…) perché viene dalla birreria di Comun Nuovo, situata a meno di 70 Km da Expo”.

Tale affermazione, tuttavia – stando all’azione  di Codacons – appare «generica e potenzialmente fuorviante per il consumatore medio dal momento che, come specificato nella pagina web della Birra Moretti dedicata ad Expo, il magazzino di 2.200 mq coperti è riservato allo stoccaggio, preparazione delle consegne ed al carico, e non alla produzione».

L’associazione dei consumatori rileva inoltre che la birra non è un prodotto agricolo fresco né tantomeno stagionale «ed il claim “Km 0” non rappresenta una indicazione generica ma esprime un impegno che le imprese alimentari assumono nei confronti dei consumatori, suggerendo, al contempo, un ridotto impatto ambientale del prodotto offerto. Per fregiarsi del titolo “prodotto italiano” o “made in Italy”, poi, è necessario che la produzione della materia prima ed il luogo di trasformazione debbano eseguirsi nel territorio italiano», per questo il Codacons si chiede «se, nel caso specifico, gli ingredienti che compongono la materia (tra cui il luppolo, i lieviti ed il malto) siano di origine italiana».

«Il messaggio pubblicitario quindi – prosegue l’associazione – non avendo semplice contenuto informativo, è in grado di influenzare in modo diretto il comportamento economico degli utenti, a discapito di altre aziende che commercializzano gli stessi generi merceologici, ed è idoneo a restringere l’ambito del mercato della libera concorrenza. Per tali motivi il Codacons ha chiesto all’Antitrust di aprire una indagine nei confronti della pubblicità della Birra Moretti volta ad accertare l’eventuale ingannevolezza del messaggio rivolto ai consumatori».

L’associazione inoltre verificherà da qui in avanti tutti messaggi pubblicitari dei prodotti alimentari legati ad Expo, denunciando le aziende che promuoveranno senza averne titolo l’italianità della propria merce.