Start Cup, torna il percorso che fa sbocciare le idee d’impresa

start cup bergamo 2Sono aperte le iscrizioni a Start Cup Bergamo 2015, la business plan competition dell’Università degli Studi di Bergamo che supporta gli studenti e gli aspiranti imprenditori a trasformare le proprie idee di business in startup di successo.

Start Cup Bergamo è il round locale di Start Cup Milano Lombardia. Coinvolge gli studenti universitari ma anche tutti i bergamaschi che vogliono provare a mettersi in proprio con una nuova idea, opzione sempre più attuale, viste le difficoltà del lavoro dipendente. È promossa dal Center for Young and Family Enterprise (CYFE) dell’Università degliStudi di Bergamo e organizzata con le principali istituzioni e partner territoriali della provincia di Bergamo e col supporto dei Centri Universitari con l’obiettivo di favorire la nascita di nuove imprese ad alto contenuto innovativo.

Il percorso comincia con momenti di formazione su come analizzare il mercato e scrivere il business plan, per poi mettere in sfida le proposte e presentarle al pubblico. L’iscrizione al percorso formativo permette agli aspiranti di ricevere un supporto concreto per lo sviluppo del business plan in maniera completamente gratuita. I progetti che saranno giudicati vincitori della business plan competition riceveranno premi in denaro e in servizi a supporto della creazione d’impresa.

Per maggiori informazioni: startcup@unibg.it

Il modulo d’iscrizione

 




Manutenzione del verde, Federconsumatori contro il Comune

Erba via Carducci 2Federconsumatori condivide le preoccupazioni di chi vorrebbe una Bergamo più ordinata e presentabile, senza dimenticare che coloro i quali adesso criticano sono i medesimi che durante il Loro mandato amministrativo si dovettero difendere dalle medesime critiche.

Federconsumatori, dopo avere più volte segnalato quello che considera un servizio svolto male, torna a ribadire le criticità sulla manutenzione del verde pubblico. in particolare, segnale le lunghe attese prima di vedere eseguito il primo taglio (quest’anno siamo arrivati in molti casi alla prima settimana di maggio); la sporcizia che permane sul terreno dopo il taglio erba; l’abbandono sul posto di molta dell’erba tagliata. “Dall’Amministrazione – scrive in una nota Federconsumatori – ci è stato risposto che ci sono delle priorità stabilite dal rango dei luoghi dove intervenire. Ad esempio: Centro Cittadino, parchi, scuole, giardini, aiuole e spartitraffico fuori dal centro città non hanno la medesima importanza”.

“Per le critiche punto su punto – aggiunge Federconsumatori ci viene detto che: causa ristrettezze di bilancio e contratto in essere, di tagli erba nell’anno in corso se ne possono fare solo 8. Quindi più lasciamo crescere l’erba maggiori sono le probabilità di arrivare a fine stagione con i tagli disponibili; la sporcizia che resta sul terreno la deve raccogliere Aprica; il primo e il secondo taglio prevedono la raccolta dell’erba. I successivi tagli no. I residui d’erba segnalati come non raccolti sono accettabili”.

Federconsumatori ritiene che si tratti di giustificazioni inaccettabili perché un conto è la poca disponibilità di risorse altro è accettare lavori di qualità scadente. “Che ci siano “Ranghi” da rispettare sta bene – scrive ancora Federconsumatori – ma questo non deve significare che nelle zone di minor “Rango” si cominci tagliare l’erba solo quando ha superato il metro d’altezza. Se l’immondizia residua la deve raccogliere Aprica, si deve fare un piano condiviso da chi taglia e chi pulisce e se il contratto prevede che per i primi due tagli l’erba debba essere raccolta, si deve verificare e pretendere che lo sia”.




Cinema Conca Verde, vestito da Tenenbaum entri gratis

Film on demand? Sì, ma in una vera sala cinematografica. È quanto fa il Conca Verde di Longuelo (via Mattioli, 65) con l’iniziativa “Scegli il film  – il mio cinema” un concorso su Facebook nel quale al grido di “Si può fare!” di brooksiana memoria si chiede agli appassionati di proporre e promuovere (sulla pagina SCEGLI IL FILM – IL MIO CINEMA) il film che vorrebbero rivedere sul grande schermo mettendo in palio biglietti omaggio tra chi propone i titoli più votati. La gara a colpi di “mi piace” se la sono aggiudicata “I Tenenbaum” di Wes Anderson, film che sarà proiettato questa sera alle 20.45, e “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, che sarà di scena lunedì 15 giugno. In finale sono arrivati “Dogville” di Lars von Trier, “Non ci resta che piangere” di Roberto Benigni e Massimo Troisi e un altro Kubrick, “Shining”  (l’unica discriminante la selezione era la disponibilità della copia e dei relativi diritti di proiezione in pubblico).

Ma le sorprese non sono finite. Questa sera, infatti, chi si presenterà al cinema vestito come uno degli stralunati personaggi della famiglia Tenenbaum entrerà gratis.

Chi invece il film non l’ha ancora visto sappia che, uscito nel 2001, terza fatica del talentuoso regista texano, narra le vicende di una tribù molto particolare, accampata in una New York resa misteriosa da una fotografia rarefatta e surreale. Nel cast ci sono Gene Hackman, Anjelica Huston, Ben Stiller, Gwyneth Paltrow, Luke Wilson, Owen Wilson.




Centenario della prima guerra, che amarezza i silenzi di PalaFrizzoni

Palazzo FrizzoniCi ritorno, ossessivamente, ripetitivamente: è la cimminite, da cui non mi riesce di liberarmi. E’ una fissa che vi infliggo: gira che ti rigira, a questa faccenda del centenario della prima guerra mondiale, prima o poi, devo ritornarci. Sono malato di guerra, inebetito dagli ormoni del patriottismo, assuefatto alle più indigeribili cicalate storico-rievocative. D’altronde, sono un sopravvissuto anch’io: sono un reduce, in un certo senso. Mia mamma, anziché portarmi con gli altri bambini a sdilinquirmi per i daini del parco Suardi, mi trainava, un giorno sì ed uno no, al museo del Risorgimento: e si vede che di fiato ne aveva da vendere, perché, salendo in Città Alta, mi cantava tutto il tempo “Cara biondina capricciosa garibaldina, trullallà…” o “Il Piave mormorava…”. E io metabolizzavo: inghiottivo e peptonizzavo quel popò di manzo fagiano, e ne traevo succhi, linfe e questa inguaribile sindrome guerrofila.

Cosa pretendete da uno tirato su a capricciose garibaldine e fiumi mormoranti? Dunque, mi sono detto che, in questo anno di grazia 2015, la mia bramosia sarebbe stata, finalmente, placata. E, in un certo senso, il Padreterno mi ha concesso la proverbiale troppa grazia: non c’è settimana in cui non mi ritrovi in qualche posto a parlare di questa guerra, Trentino, Abruzzo, Veneto. Ieri, ad esempio, sono stato a Maserà, paesino sulla Conselvana, in provincia di Padova: oggi sarò dalle suore, settimana prossima a Gorizia e poi a Calalzo. Insomma, posso ben dire di essere degno di quella trottola patriottarda che era mia madre, quando la gamba la sosteneva.

Anche nella nostra provincia è tutto un fiorire di iniziative, qualcuna meglio strutturata, qualcun’altra, magari, un po’ tirata per i capelli, ma tutte lodevoli, se non altro per l’impegno: Alzano e Piazza Brembana, Peia e Carvico, Seriate e Gorle, insomma, non c’è paese che non organizzi qualcosina sul tema della prima guerra mondiale. Bravi i sindaci, brave le associazioni e bravi i cittadini, che, anziché guardarsi la De Filippi in tv, vengono ad ascoltarsi le mie bubbole. Si va dai temi più generali, come le ragioni della guerra o dell’intervento italiano, fino a temi specifici: i ragazzi del ’99, gli arditi, Caporetto o, addirittura, strettamente territoriali, come i Bergamaschi in guerra o i fratelli Calvi. Tutto fa brodo: onestamente, purchè ci si ricordi di questa fettazza della nostra storia, da tempo vilipesa e trascurata, andrei a parlare anche dell’uso delle gavette sul fronte di Salonicco.

Chi latita, purtroppo, sono i pesci grossi: la regione Lombardia e il comune di Bergamo. La prima, a guida centrodestra, mi pare che consideri questo centenario un po’ come un fastidioso obbligo, da levarsi dai piedi il più in fretta possibile: una specie di vezzo passatista che rischia di distrarre un po’ di attenzione dal carrozzone dell’Expo e che è più un danno che un’opportunità. Tanto è vero che il comitato scientifico che dovrebbe occuparsi della valorizzazione del patrimonio storico regionale della Grande Guerra (e di cui, immeritatamente, faccio parte), si è riunito una sola volta, giusto per eleggere il presidente e il vice. Questo mentre Trentino, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, ossia le altre regioni interessate dall’evento, da anni stanno lavorando per celebrare, ristrutturare e valorizzare il proprio bagaglio storico.

Lo stesso dicasi per il comune di Bergamo, a guida centrosinistra: a parte l’inaugurazione della torre dei caduti, ristrutturata a spese di un istituto di credito, è il nulla pneumatico. Incompetenza? Cattiva volontà? Mancanza di idee? Eppure, a Bergamo ci sarebbero numerose iniziative di interesse nazionale ed internazionale da proporre: io ne avrei una decina nel cassetto. Ma nessuno me le chiede, perché, evidentemente, qui da noi gli storici della prima guerra mondiale crescono come funghi. Oppure perché, in un contesto che vorrebbe spostare tutta l’attenzione sul coincidente settantesimo della Liberazione, uno storico vero potrebbe infastidire le smanie di protagonismo di qualche storico fasullo. Da una parte, la totale ignoranza della materia 1915-18 e, dall’altra, la protervia nel voler monotematizzare, a proprio vantaggio, la storia contemporanea, evidentemente, fanno sì che si cerchi di cancellare la, passatemi il termine, concorrenza. Solo che chi ci rimette è la città.

Come noterete, ho il dentino un pelo avvelenato: va bene che “nemo propheta in patria”, però, un colpetto di telefono, una mail, la richiesta di un suggerimento, mi pare che avrebbero potuto arrivarmi, stante, soprattutto, il rigor mortis culturale sul tema. Così, continuo a girare per l’Italia, con l’amarezza di non poter fare nulla per casa mia: mi sento un po’ come un leone in gabbia. Ovverosia, leggermente incazzato. Ecco, questo volevo dirvi sul tema del centenario: il rospaccio rospo lo dovevo recere. E’ più forte di me. E, credetemi, non è questione di lavoro: di quello, ahimè, ne ho fin troppo. E’ questione di amore per la propria terra. E, un pochino, per la propria mamma. Ma questa è un’altra storia.




CSV di Bergamo, eletto il nuovo Direttivo

CSV di BergamoL’assemblea dei soci del Centro Servizi Bottega del Volontariato della provincia di Bergamo si è riunita oggi, venerdì15 maggio 2015, alle ore 18.00 presso l’Auditorium dell’Oratorio di Loreto per eleggere il nuovo Consiglio Direttivo che rimarrà in carica per i prossimi tre anni. Dieci gli eletti, rappresentanti delle associazioni socie del Centro: Simona Angioletti – Associazione Famigliaperta; Oscar Bianchi – AVIS Provinciale; Michele Cerullo – AIDO Provinciale; Brunella Conca – Fondazione Serughetti La Porta; Maria Bonaria Contu – Auser Volontariato Provinciale; Ivan Cortinovis – UILDM; Giacomo Invernizzi – Società di San Vincenzo de Paoli; Marisa Mazzoleni – Associazione Volontari Caritas Bergamasca; Adriano Nosari – CAI Bergamo; Alessandro Santoro – ACLI Provinciali. Il nuovo Direttivo si riunirà nei prossimi giorni per eleggere il presidente.




Bonetti ai giovani: “Allargate gli orizzonti e perseguite i vostri sogni”

Luciano Bonetti
Luciano Bonetti

I nuovi progetti imprenditoriali si sviluppano grazie a un reality show. Il format “Shark tank” sbarca su Italia Uno, giovedì 21 maggio, in prima serata. Il programma offre un’opportunità a chi ha una buona idea o un’attività da espandere ed è alla ricerca di un finanziatore che possa aiutarlo.

Ogni aspirante manager deve gettare la propria idea nella vasca, dove ci sono i cinque “squali” o investitori alla ricerca di progetti interessanti. Tra i supermanager c’è Luciano Bonetti, presidente di Foppapedretti e dirigente sportivo. La sua azienda, fondata nel 1946, produce arredi, in gran parte dedicati al mondo dell’infanzia e della casa. Il fatturato nel 2014 si è attestato sui 63 milioni di euro. I dipendenti sono 210, oltre ai 300 nell’indotto.

Alla sede centrale, a Grumello del Monte, si aggiunge quella di Bolgare per un totale di 107.000 metri quadrati, di cui 57mila coperti. L’ingegnere elettrotecnico bergamasco, classe 1948, è da sempre attento all’innovazione. Suo lo slogan “L’albero delle idee”.

Bonetti, qual è l’identikit dei concorrenti di “Shark tank”?

“Sono per metà donne. Ci sono i ventenni come i cinquantenni. Il Sud batte tutti per creatività. Idee straordinarie sono arrivate dai ragazzi siciliani, pugliesi e campani. A volte, mettono in scena delle presentazioni talmente particolari che sembrano sketch comici al punto che pensavo di essere vittima di uno scherzo televisivo. Ci sono società già avviate e start up. In pochi minuti, noi manager dobbiamo esaminare e valutare le proposte da finanziare di tasca nostra”.

Si sente uno “squalo”?

“Sono il più innocuo di tutti. Quando ho visto il format americano volevo rifiutare di partecipare. E’ spietato e rigido. Gli investitori atterrano in elicottero con mazzette di dollari. Per me lo show deve essere istruttivo, far capire ai giovani gli errori che non devono commettere”.

Qual è lo sbaglio più comune?

“Pensare che se il mercato vale 10 miliardi di euro, c’è l’un per mille per te che conquisti vendendo 10 milioni di biro. Non è detto. A fare la differenza è il modo di fare le cose, e cioè bene. All’inizio, quando presentavo una scala o un asse da stiro che costavano tanto, sentivo solo dei no. Poi però gli stessi venivano a chiedermi se potevano averli”.

Il suo motto, riportato dal sito del programma, è: “Se continui a fare quello che sai fare, resti il coglione di sempre”. Cosa significa?

“Bisogna allargare i propri orizzonti. Mi spiego con l’esortazione di Ulisse ai suoi uomini, ripresa da Dante nell’Inferno: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza”. Come l’eroe omerico si spinge al di là del mare, pur essendoci un mondo a lui ignoto, i giovani devono buttarsi. I sogni vanno perseguiti”.

Che valore dà alla pubblicità?

“Mi piace la parola reclame, che non ha una vera traduzione. Se non comunichi, nessuno sa che cosa produci. E’ come una donna che se ne sta chiusa in casa, anche se è bella, non troverà mai un fidanzato. Credo nelle qualità concrete, non nell’iconografia. Il modello è Giovanni Rana che raccomanda gli ingredienti dei suoi tortellini. E sono davvero buoni e genuini. Io faccio lo stesso con l’asse da stiro, mostro come si apre, come si chiude e il risparmio di tempo e di spazio. Senza mentire”.

Nel suo ufficio c’è un quadro che occupa una parete, raffigura Gabriele D’Annunzio, è un suo mito?

“Sì. Lo ammiro perché ha saputo comunicare se stesso più di chiunque altro, ha dato per primo i nomi femminili alle automobili e quello alla Rinascente. E’ stato il primo grande copywriter italiano”.




Sommelier, la Lombardia ha eletto i migliori

Nella foto: a destra il vincitore Telemaco Calandrino, al centro Sara Lazzeri 2° classificata, a sinistra Vincenzo Coria 3° classificato; alle loro spalle a destra Cristiano Cini, responsabile nazionale area concorsi Ais e a sinistra Filippo Gastaldi, Miglior Sommelier Professionista della Lombardia 2014

 

al centro il vincitore Telemaco Calandrino;  alla sua destra Cristiano Cini, responsabile nazionale  Area Concorsi Ais; alla sua sinistra, in ordine, Filippo Gastaldi Miglior Sommelier Professionista della  Lombardia 2014 e Fiorenzo Detti, presidente Ais Lombardia

La quinta Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio promossa sabato 16 maggio dall’Associazione Italiana Sommelier in contemporanea in tutte le regioni d’Italia, per la Lombardia si è celebrata nella storica Villa Bagatti Valsecchi di Varedo (Mb), appuntamento che ha di fatto aperto i festeggiamenti per il 50° anniversario dell’Ais regionale.

Momento clou della giornata, oltre alla tavola rotonda “Ais e vino – 50 anni di storia”, sono state le prove finali dei concorsi “Miglior Sommelier Professionista di Lombardia” e “Targa Ais Lombardia – Miglior Aspirante Sommelier” per gli studenti degli istituti alberghieri lombardi.

Il titolo di Miglior Sommelier Professionista di Lombardia 2015 è andato a Telemaco Calandrino, classe 1976, italo americano residente a Milano, maître sommelier presso il Ristorante Ex Mauri di Milano, che succede nell’albo d’oro del concorso a Filippo Gastaldi.

La targa Ais Lombardia 2015 è stata vinta invece da Mattia Manganaro, nato a Brescia nel 1996 e iscritto al quarto anno all’Ipssar Andrea Mantegna di Brescia, che riceve il titolo appartenuto ne 2014 a Silvia Premoli (Ipseoa Collegio Arcivescovile Castelli -Saronno).

I risultati completi dei due concorsi

CONCORSO MIGLIOR SOMMELIER PROFESSIONISTA DI LOMBARDIA 2015

  • 1° classificato: TELEMACO CALANDRINO
    italo/americano, residente a Milano, classe 1976, doppio diploma di maturità in educazione generale, uno conseguito a Santo Domingo Repubblica Dominicana, l’altro presso il Community College di Miami Florida, maître sommelier presso il Ristorante Ex Mauri di Milano.
  • 2° classificato: SARA LAZZERI
    dalla provincia di Sondrio, classe 1991, diplomata all’Ipssar Dante Zappa di Bormio, sommelier presso l’Hotel Miravalle di Valdidentro (So).
  • 3° classificato: VINCENZO CORIA
    siciliano di nascita, bresciano di adozione, classe 1973, ha frequentato l’Istituto Alberghiero di Siracusa per presto inserirsi nel settore della ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande, sommelier con numerosi corsi di specializzazione all’attivo, lavora attualmente come cameriere/palmarista al Ristorante Pizzeria I Silvani di Brescia.

CONCORSO TARGA A.I.S. LOMBARDIA 2015

Mattia Manganaro
Mattia Manganaro

  • 1° classificato: MATTIA MANGANARO
    nato a Brescia nel 1996, frequenta il quarto anno dell’Ipssar. Andrea Mantegna – Brescia
  • 2° classificato: WILLIAM MINORINI
    nato a Carate Brianza nel 1997, frequenta il quarto anno dell’Ipseoa Collegio Arcivescovile Ballerini – Seregno
  • 3° classificato: MARTA GARAVAGLIA
    frequenta il quarto anno presso l’Ipseoa Parificato De Filippi – Varese

 




Fedeltà al lavoro, aperto il bando camerale

camera di commercio - targaLa Camera di Commercio di Bergamo ha indetto il 55° concorso per l’assegnazione dei riconoscimenti e premi a favore delle persone e delle imprese che si sono particolarmente distinte nel settore del lavoro e del progresso economico. Con questa iniziativa l’Ente camerale intende sottolineare il valore del lavoro, della professionalità, della fedeltà all’azienda. Le domande di partecipazione al concorso dovranno pervenire all’Ufficio Segreteria entro il 30 giugno 2015. La premiazione avrà luogo in Bergamo nel mese di dicembre 2015. Copia del bando di concorso e i modelli di domanda possono essere scaricati dal sito internet camerale all’indirizzo www.bg.camcom.gov.it/fedeltalavoro.




#diciotto, al Polaresco la festa dei neodiciottenni

Polaresco
Polaresco

Si chiama #diciotto, con quell’hashtag a dargli una connotazione fortemente giovane e molto social: si tratta dell’evento che il Comune di Bergamo ha pensato per festeggiare tutti i ragazzi che diverranno maggiorenni nell’arco del 2015. Proprio nei giorni scorsi è stata spedita dal Comune di Bergamo una lettera a firma del sindaco Giorgio Gori indirizzata agli oltre 1200 giovani che compiono 18 anni quest’anno: si tratta dell’invito a una festa in programma nel pomeriggio del 2 giugno negli spazi del Polaresco.

Il programma è molto semplice, ma decisamente articolato: alle 16.30 avrà luogo un primo momento istituzionale, alla presenza del Sindaco Gori e degli Assessori di riferimento del Comune di Bergamo, momento in cui i ragazzi riceveranno le loro tessere elettorali insieme a una copia della Costituzione Italiana e dello Statuto Comunale. Alle 17.30 la festa vera e propria, un lungo aperitivo+djset offerto dal Café de la Paix del Polaresco e dallo Spazio Giovani Edonè. Saranno presenti numerosi stand informativi di associazioni giovanili, che presenteranno e promuoveranno così la propria attività a tutti gli interessati oltre a curare l’organizzazione di speciali workshop e laboratori su temi diversi (sport urbani, Europa, riqualificazione urbana, volontariato giovanile e innovazione, tra gli altri).

Nell’occasione, inoltre, ATB Azienda Trasporti Bergamo offrirà ai primi 100 partecipanti che arriveranno al Polaresco in sella alla propria bicicletta la tessera per l’utilizzo de La BiGi, il servizio di bike sharing della città di Bergamo. Partecipare è semplice: entro fine maggio i neodiciottenni dovranno confermare la propria presenza chiamando il numero 035.399179 o inviando una e-mail a diciottenni@comune.bg.it, indicando se si intende partecipare da soli o con un accompagnatore/accompagnatrice.

“La volontà dell’Amministrazione – spiega l’Assessore ai servizi demografici del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni – è quella di sottolineare con questo evento l’importante traguardo dei 18 anni per un giovane, momento in cui si diviene cittadini adulti e si acquisiscono precisi diritti e doveri. Segnare con una festa e una giornata particolare questo passaggio è un modo per responsabilizzare i giovani e i ragazzi rispetto a temi di fondamentale importanza per la vita civile e la cittadinanza attiva”.

“La Commissione Giovani del Comune di Bergamo – spiega Niccolò Carretta, presidente della Commissione – ha lavorato a lungo nelle scorse settimane per realizzare questo evento, con l’idea chiara di costituire un momento in grado di far sentire i più giovani come appartenenti e parte integrante di una comunità. Per questo motivo, #diciotto vuole essere un momento di ascolto e di coinvolgimento dei ragazzi da parte del Comune”.

“#diciotto – conclude l’Assessore alla Coesione Sociale del Comune di Bergamo Maria Carolina Marchesi – è un invito a partecipare alla vita della città, un modo irrituale con il quale l’Amministrazione segnala e propone ai giovani di entrare in contatto con la sfera pubblica della propria esistenza.”




Bergamo, in 10 anni cresciute del 4% le imprese attive

In Lombardia, tra il 2005 e il 2015, il numero di imprese attive è cresciuto del 3,4%, secondo i dati del Servizio studi della Camera di commercio di Milano relativi al I° trimestre 2015 e 2005 e alle sedi di impresa attive.  Sono oltre 26mila in più le imprese in regione negli ultimi dieci anni, essendo passate da 784mila del 2005 a quasi 811mila del 2015. In particolare, le imprese milanesi sono cresciute da 277mila a circa 289mila (+4,4%). Voglia d’impresa anche a Monza e Brianza (+16% legato anche a cambiamenti territoriali), Bergamo (+4%), Brescia (+3,6%), Pavia (+2%), Lecco (+1,6%), Lodi (+0,9%), Varese (+0,8%) e Como (+0,7%) . Meno imprese a Sondrio (-9,5%), Mantova (-3,5%) e Cremona (-2,9%).

Servizi e commercio caratterizzano un’economia sempre più improntata al terziario. Di fatto, quasi i due terzi delle aziende lombarde sono impiegate in questi due settori, nello specifico il 40% delle imprese si dedica ai servizi (era il 34% nel 2005), e il 24% all’attività commerciale. Il numero delle imprese dei servizi cresce del 22% circa in Lombardia e del 16% a Milano. Nel settore dei servizi, più imprese anche a Monza (+48%), Pavia (quasi +30%), Brescia (28%) e Mantova (25%).