Anche in moto mi fregano il parcheggio. E adesso mi arrabbio

cimmino autoSarà anche colpa del governo, se piove: però non è che proprio tutte le nostre magagne derivino sempre e soltanto dagli altri, da un essere immanente ed onnipotente che determina le nostre scrovegne così come le nostre fortune. Un pochino è anche colpa nostra. Noi Italiani siamo troppo abituati, da una mentalità un po’ da piangina e da un sistema sociale e politico che certo non ci aiuta ad uscire dal baliatico, a fermarci davanti agli ostacoli e cominciare a frignare o a maledire. Intendiamoci: mica tutti e mica sempre. Però, col passare del tempo, il costume si va diffondendo. Invece, dovremmo cominciare a pensare un pochino più alla maniera svizzera, intendendo con questo una variante civica dell’ “aiutati che il ciel t’aiuta”, ovvero il ben più montagnino “jutemose fioi” degli alpini di Cadore. Perché, se le cose non vanno come dovrebbero andare, e se è evidente che i soccorsi non arriveranno dal di fuori, le soluzioni sono solo due: o ci s’impicca al primo albero disponibile o si tenta di metterci una pezza da soli. Tertium, come al solito, non datur. Farò un semplicissimo esempio, tratto, tanto per cambiare, dalle mie personali stanze di vita quotidiana. Io, come credo sia noto tra i miei più assidui ed affezionati lettori, abito in pieno centro, dove parcheggiare è qualcosina più che un semplice problema, stante la brigantesca politica dei parcheggi messa in atto dalle nostre pubbliche amministrazioni nei decenni. Dopo anni trascorsi a giracchiare, nonostante gli spazi per residenti, intorno al mio isolato per posteggiare quella specie di portaerei con cui vado a spasso, alla fine, ho adottato un paio di soluzioni drastiche: la prima è stata quella di affittare un garage nel nuovo complesso residenziale sorto di fronte a casa mia. Vi confesso che, se proprio devo dare dei soldi a qualcuno, preferisco darli al signor Pincopallino, piuttosto che ai responsabili del mio disagio. La seconda, certamente meno dispendiosa, è stata quella di circolare quasi esclusivamente in scooter, almeno per il piccolo cabotaggio. Solo che lo scooter, per quanto poco ingombrante, lo devi pur parcheggiare da qualche parte: a suo tempo, avevo trovato un angolino perfetto, dove non dava fastidio a nessuno ed era protetto dalle intemperie, ma un solerte vigile mi ha appioppato una bella multa, perché l’angolino, anche se era, di fatto, una rientranza, tecnicamente apparteneva al marciapiede. Colpa mia: dura lex sed lex. Così, per non farmi fregare un’altra volta, ho deciso di lasciare il fido motociclo alla mercè dell’imperversare di Orione nonché delle adunche grinfie di qualche ladrone, in uno degli abbondanti parcheggi per moto che sono stati opportunamente creati, proprio di fronte a casa mia. Tutto a posto, direte voi. Invece, non è a posto per niente, porcaccia miseria: perché qualcuno dei molteplici automobilisti mordi e fuggi, che felicitano quotidianamente la strada maestra, ha pensato bene di provare a parcheggiare, in mancanza di meglio, negli spazi diagonali per le moto. E la cosa sembra essergli andata di lusso, quanto a dura lex eccetera eccetera. Siccome, secondo il detto, gli esempi trascinano, da quel giorno, il mio spazietto, sancito dal codice, è diventato terra di conquista per autovetture di ogni genere e tipo: così, da un po’ di tempo in qua, mi tocca di parcheggiare al solito posto o, paradossalmente, devo mollare lo scooter a centinaia di metri dalla magione, annullando ogni vantaggio dell’essere motomunito. Siccome, evidentemente, il fenomeno risulta sconosciuto ai soliti vigili, che pure albergano a poca distanza, dovrò adottare anch’io il sistema che vado predicando da tempo ai miei lettori: il giustiziere fai da te. Mi munirò di un eccellente cacciavite e provvederò, ogni giorno, a rigare disciplinatamente le due fiancate delle macchine in divieto: così, visto che gli esempi negativi ormai sono pane quotidiano, mi auguro di lanciare una vera moda. Sono sicuro che questa mia iniziativa servirà a molteplici scopi: farà risollevare le sorti economiche dell’industria orobica della carrozzeria, produrrà un certo qual moto di soddisfazione nei cittadini e, dulcis in fundo, renderà i parcheggi per motocicli zona perigliosissima per gli abusivi. Certo, sarebbe stato meglio poter contare sull’autorità costituita, ma qui siamo a Bergamo, mica a Lugano. Jutemose fioi…




Formaggio Silter, in arrivo la Dop definitiva

Il Formaggio Silter camuno sta tagliando il traguardo della Dop, riconosciuta definitivamente anche dall’Unione Europea. A Natale 2013 si erano svolte le audizioni pubbliche dalle quali era emerso con chiarezza il percorso: il Ministero per le politiche agricole aveva dato il parere positivo, quindi era stata la volta dell’Unione Europea che dalla primavera 2014 aveva dato l’autorizzazione provvisoria alla Dop comunitaria ed ora a giorni è attesa quella definitiva, dopo di che anche il Silter entrerà nel novero dei formaggi tutelati.

Il formaggio Silter è prodotto durante tutto l’arco dell’anno con latte crudo di vacche di razza Bruna, allevate nei territori della Valle Camonica e del Sebino Bresciano. La tracciabilità è perfetta anche grazie al simbolo che il Consorzio del Silter imprime sullo scalzo delle forme.




Trasporto sociale, il punto al Polaresco

trasporto_sociale_A3Ben 7.797 viaggi nel 2012 e 8.657 nel 2013 per un totale di 315mila km in due anni: questi sono solo alcuni dei dati del trasporto sociale nell’Ambito 1 di Bergamo raccolti grazie all’azione coordinata svolta da sei organizzazioni di volontariato (Associazione Disabili Bergamaschi, Aiuto per l’Autonomia, Auser Volontariato Provinciale, Auser Città di Bergamo, Il Vol.To Volontari Torre Boldone Onlus, Uildm) nel biennio 2012-2013, che si sono messe insieme per garantire un efficiente servizio di trasporto sociale all’interno dell’Ambito. Negli ultimi anni è aumentato il numero di persone che usufruiscono del servizio (si è passati da 578 utenti nel 2012 a 605 nel 2013) a fronte però di una diminuzione del numero di volontari (127 nel 2012, e 116 nel 2013) e del numero di ore di volontariato svolte (da 15.800 ore nel 2012 a 15.500 nel 2013). Le persone che usufruiscono di questi trasporti sono prevalentemente anziani (il 77% ha più di 66 anni) e circa l’80% dei viaggi si svolge per bisogni sanitari (trasporti verso ospedali, ambulatori e luoghi di cura). Da evidenziare anche il fatto che il 90% dei volontari impegnati in questo servizio è in pensione e il 50% ha più di 65 anni. Tutti questi dati saranno presentati lunedì 11 maggio, alle 14.45, all’Auditorium dello Spazio Polaresco, al seminario “Buone prassi di trasporto sociale”, promosso da Ambito 1, Rete del Trasporto Sociale Ambito 1 e CSV Bergamo. Durante il seminario verrà presentata l’esperienza delle associazioni dell’Ambito 1 da Agnese Graticola, coordinatrice della rete, e verranno poi raccontate le buone prassi messe in atto da alcune virtuose realtà extra provinciali: la rete del trasporto sociale della Toscana, MuoverSi nella Provincia Autonoma di Trento e Centrale Otto di Parma. Interverrà anche la prof.ssa Sabrina Bonomi, docente della Scuola di Economia Civile.




Expo, Bergamo finisce sotto i riflettori

cascina triulzaBergamo protagonista nel cuore di Expo 2015 Milano: il Comune, con il contributo della Camera di Commercio, nell’ambito dell’iniziativa Anci x Expo, sarà in mostra per diversi giorni con i suoi prodotti, le sue esperienze e il suo territorio all’interno dell’esposizione universale milanese.

Un’intera settimana, dal 12 al 18 maggio, e nella giornata-evento del 25 maggio, giorni in cui i prodotti e le pratiche della città e del territorio di Bergamo saranno in vetrina nel cuore dell’esposizione, la Cascina Triulza: storico e tradizionale casale, è l’unico manufatto già esistente all’interno del sito espositivo dell’Expo di Milano, può contare su una Fondazione ad hoc che si sta occupando della gestione ed è un luogo nel quale le organizzazioni potranno far vivere il tema di Expo 2015 valorizzando le proprie best practice e l’eccellenza sui temi della cooperazione, dello sviluppo sostenibile, della salute e dell’alimentazione. La Triulza vanta una superficie complessiva di 7.900 mq, di cui 4.100 mq di spazi interni su due livelli e 5.100 mq di spazi aperti. È uno degli spazi espostivi più grandi di Expo Milano 2015, collocata in una posizione privilegiata a circa 700 metri dall’accesso ovest, l’ingresso principale del sito espositivo.

La cooperativa sociale Areté, l’azienda agricola Adriano Galizzi-mais spinato di Gandino, Chiari Formaggi, Cibolab – Officine Creative Gastronomiche, il Consorzio Valcalepio e del Moscato di Scanzo, il Cra-Mac, l’Associazione Fiera di San Matteo e il salumificio Edoardo Gamba sono le realtà che si alterneranno, dal 12 al 18 maggio nell’area Mercato, nell’aia della storica cascina milanese Triulza, un’antica costruzione rurale già presente all’interno del Sito Espositivo, una delle cascine che segnano il paesaggio nei dintorni di Milano ristrutturata per Expo Milano 2015.

Non solo vendita o degustazione. Il 25 maggio Bergamo partecipa alla prima delle 6 giornate-evento di Anci x Expo, organizzando due workshop un Laboratorio del Gusto, quest’ultimo in collaborazione con Slow Food Bergamo, sempre nell’area della Cascina Triulza: per quello che riguarda i workshop, “Gli orti didattici e la biodiversità” è uno dei due appuntamenti, un’esposizione di mini orti e il racconto dell’esperienza della Val d’Astino e Castel Cerreto; l’altro è “Da Venezia a Bergamo e ritorno: il grande viaggio dello stoccafisso nella cucina”, un momento alla scoperta di uno degli ingredienti storici della cucina veneziana.

“Bergamo – sottolinea il sindaco Giorgio Gori – intende sfruttare al meglio l’opportunità che la Cascina Triulza offre nel cuore di Expo: la prossima settimana, nel mercato di uno dei padiglioni più significativi dell’esposizione universale, il territorio bergamasco sarà rappresentato da alcune delle sue eccellenze più riconosciute, come il mais-spinato di Gandino, i formaggi “Principi delle Orobie”, il vino Valcalepio e il moscato di Scanzo, e da alcune delle esperienze più innovative in campo enogastronomico, come quella della cooperativa Areté. Il 25 maggio Bergamo tornerà protagonista grazie, tra gli altri, a Slow Food e all’Orto Botanico Lorenzo Rota, con il contributo dell’Amministrazione comunale e della Camera di Commercio. Sarà una vetrina importante per il nostro territorio, un’opportunità di far conoscere alcune delle migliori e più consolidate esperienze in ambito enogastronomico del Nord Italia, in uno scenario ideale per il confronto con pratiche riconosciute a livello internazionale”.

 

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Malpensata e Campagnola, è festa

malpensataSi svolgerà sabato 9 e domenica 10 maggio la seconda edizione della Festa dei quartieri Mal-pensata e Campagnola: la festa del volontariato di quartiere, un’iniziativa promossa e realizzata dalla rete sociale di quartiere di Malpensata e Campagnola e che coinvolge associazioni di volonta-riato, gruppi informali e singoli cittadini che operano e agiscono sui due territori della città. Il pro-getto è sostenuto da “Abitare una nuova Malpensata”, progetto di Coesione sociale che vede coinvolte importanti realtà sociali e del terzo settore (Patronato San Vincenzo, Comunità Ruah, Nuovo albergo popolare) ed è sostenuto dal Centro Servizi Bottega del Volontariato e dall’Assessorato alla Coesione sociale del Comune di Bergamo.

Dopo la prima edizione che nel 2014 ha avuto come obiettivo la costruzione di una vetrina delle realtà di volontariato attive sui quartieri di Malpensata e Campagnola, la seconda edizione è finalizzata sia a facilitare il dialogo e lo scambio interno tra le realtà di volontariato che aderiscono all’iniziativa, che ad avvicinare e coinvolgere residenti, agenzie territoriali, soggetti del profit. La festa diventa quindi occasione privilegiata per favorire l’incontro sociale e l’aggregazione. Un im-pegno che ha visto collaborare moltissime realtà attive in questi quartieri e che intende anche va-lorizzare il protagonismo attivo e propositivo di realtà della periferia cittadina. Una periferia che vuole essere vissuta come accogliente.

Quest’anno la manifestazione, che si realizza nelle due giornate di sabato 9 e domenica 10 maggio, propone, accanto a stand che ospitano e promuovono le diverse realtà coinvolte, labora-tori socio educativi, spettacoli teatrali, concerti, attività sportive, testimoniando il ruolo sociale delle realtà associative, dei gruppi e dei cittadini attivi che abitano i due quartieri.

Saranno attivi nel corso della manifestazione ed hanno partecipato alla sua realizzazione: Progetto di Coesione Sociale Abitare una nuova Malpensata, Patronato San Vincenzo, Comunità Ruah, Nuovo albergo Popolare, Comune di Bergamo Rete sociale di quartiere di Malpensata e Campagnola, Associazione genitori Mazzi, Istituto comprensivo Mazzi, scuola dell’Infanzia Santa Croce, O-ratorio e Parrocchia Invenzione della Santa Croce, Spazio compiti Malpelab, Servizio minori e fami-glie Comune di Bergamo, Progetto arte e disarte, Lab Oratorio, Creativiano, scuola d’italiano Le Rondini, scuola d’italiano Ruah, Arci Uisp, Centro Anziani, Comitato di quartiere, Coop Paci e Dell’Orto.

 

Il programma completo dell’iniziativa

 SABATO 9 MAGGIO

Ore 9.30 – Partenza da via Furietti – “Il giro dei 4 parchi” con il Gruppo di cammino della Malpensata

Ore 10.00 Laboratorio riciclo “Orti Storti

Ore 10.30 – Auditorium di Via Furietti – “Una piazza per la Malpensata” con Arch. A. Colleoni

Ore 12.00 – Scuola Media Lotto – Concerto dell’I.C. Mazzi e “In…cantiamoci”, progetto coro dell’I.C. Mazzi

Dalle ore 13.00 – via Furietti – Pranzo in strada

Ore 14.00-18.30 – Scuola dell’infanzia Santa Croce – La scuola dell’Infanzia si presenta: presentazione labo-ratori extrascolastici; disegno con gessetti, grandi giochi di gruppo e truccabimbi

Ore 15.00 – via Furietti – “Gioppino. Scarpe grosse, cervello fino” con le maschere Rataplam

Ore 15.00-18.00 – via Furietti – “Se tocco, comprendo”, spazio 0-3 anni

Ore 15.00-20.00 – via Furietti – Torneo di calcio balilla

Ore 15.30 – Centro Socio Culturale – “La poesia dell’acquarello: l’anemone

Ore 16.00 – Cortile della scuola Don Bosco – Zumba

Ore 16.30 – Scuola dell’infanzia Santa Croce – “Gli abitanti di …”, rappresentazione teatrale

Ore 17.00 – Palestra della scuola Don Bosco – Dimostrazione Karate

Ore 17.00 – via Furietti – Gruppo Folk boliviano

Ore 17.30 – Scuola dell’infanzia Santa Croce – Ripresa grandi giochi di gruppo

Ore 17.30 – via Furietti – Danze e musiche africane

Ore 18.00 – via Furietti – “Servi disobbedienti”, concerto dal vivo, musica folk e cantautori

Per tutta la giornata:

Truccabimbi e giocolieri di strada – Tornei di calcetto – Torneo di bocce (presso il Centro Anziani)

(* In caso di pioggia la manifestazione si svolgerà all’interno della palestra della Scuola Elementare)

 

DOMENICA 10 MAGGIO

Ore 10.00 – via Luzzati – Basket in strada e torneo di calcio balilla

Ore 12.30 – via Luzzati – Pranzo Comunitario. Porta qualcosa da condividere!

Ore 14.00 – via Luzzati – Lettura: poesie, storie e suoni della Malpensata

Dalle ore 15.30-20.00 – via Luzzati – Circolino della Malpensata – Murales e musica dal vivo

Ore 16.00-18.00 – Cortile delle Case Popolari – Giochi e animazioni per i bambini




Il bergamasco d’Auria segretario nazionale di Adiantum

francesco d'auria - CopiaFrancesco D’Auria, presidente dell’Associazione Minori in primo piano onlus di Bergamo è stato eletto nel consiglio direttivo di Adiantum con la nomina di segretario nazionale. D’Auria è stato eletto all’unaminità. La carica nazionale durerà tre anni. L’Associazione Minori in primo piano onlus ė nata a Bergamo circa un anno fa su iniziativa di D’Auria e di un gruppo di genitori separati con l’obiettivo di offrire sostegno morale, assistenza legale e supporto psicologico alle famiglie che si trovano in condizioni di disagio a causa di provvedimenti ristrettivi che hanno determinato situazioni di distacco dai figli, per eventi di fatto o per la difficoltà degli stessi di occuparsi dei figli dopo la separazione. Adiantum è la più grande associazione italiana di tutela dei diritti civili dei minori.




Nasce la consulta nazionale del vino italiano

VinoPresentarsi uniti per rilanciare i valori e la cultura enologica del nostro Paese. È questa l’idea da cui nasce la Consulta Nazionale del Vino italiano, progetto che ha mosso ufficialmente i primi passi il 17 aprile scorso. A Roma si sono infatti riuniti, su iniziativa dell’Onav, i rappresentanti delle maggiori associazioni del comparto vitivinicolo nazionale, allo scopo di riflettere su alcune tematiche di scottante attualità. La Consulta Nazionale Vino si propone di affrontare concretamente i problemi del settore a 360° divenendo, per il consumatore, un punto di riferimento per tutto ciò che concerne la conoscenza del mondo enologico ed al contempo, di essere elemento propositivo di interventi sul fondamentale tema dell’educazione al consumo. Grazie all’adesione al progetto di una larghissima rappresentanza di Associazioni – tra cui Onav, Agivi, Ais, Aspi, Associazione Nazionale Le Donne del Vino, Movimento Turismo del Vino, Fisar, Fivi e SlowFood – sono dunque state gettate le basi di quello che sarà un lungo percorso di sensibilizzazione nei confronti delle Istituzioni e dei consumatori. Ognuna delle associazioni presenti ha infatti, per propria natura, diversi approcci e finalità. Fondamentale è perciò trovare un linguaggio ed uno scopo comune, che consenta di approntare un piano di lavoro ben definito, che possa essere sottoposto alle istituzioni. Il primo punto su cui si concentrerà il lavoro della Consulta sarà l’introduzione di una appropriata istruzione sulla vite e sul vino, sullo stile di alimentazione mediterraneo, in cui fondamentale è l’abbinamento cibo-vino, e sul valore del territorio vinicolo italiano, della sua storia e della sua gastronomia già nel percorso scolastico, come avviene in altri Paesi dell’Unione Europea. Di primaria importanza è infatti l’avvicinamento del consumatore al mondo del vino, alla sua storia millenaria e ai suoi valori perché solo attraverso la “conoscenza” si potrà dare nuovo respiro al comparto, valorizzando quella tipicità ed unicità del prodotto vino così strettamente legata al territorio e alla cultura del Gusto Italiano. La Consulta è aperta a nuove adesioni da parte di Associazioni ed Istituzioni e già in un futuro prossimo si prevede l’ampliamento dei partecipanti con alcune altre importanti presenze.

Per informazioni: 0141/535246




L’assalto dei droni in fiera

drone-heroLa BBC li ritiene il futuro dell’agricoltura; Chris Anderson, direttore per undici anni di Wired e fondatore di 3D Robotics, li definisce i nuovi smartphone; Amazon li considera i nuovi corrieri 2.0, mentre gli analisti dell’Unione Europea li reputano addirittura il volano per una nuova rivoluzione industriale (e occupazionale) nel Vecchio Continente. Superando le citazioni illustri, i droni sono più semplicemente il suggestivo occhio volante per i videomaker, uno strumento economico per le rilevazioni degli ingegneri e delle insostituibili vedette per il monitoraggio del dissesto idrogeologico. Insomma uno strumento di lavoro per molte categorie professionali. E sarà questo il tema cardine della prima edizione di DronExpo, l’evento organizzato da Ente Fiera Promoberg e Mediaconcept, con il supporto di Regione Lombardia, partners quali la Camera di Commercio e l’Ascom di Bergamo, e il patrocinio di Assorpas (Associazione Italiana per i Light RPAS), Edpa (European Drone Association), Aidroni (Associazione Italiana Droni), Fiapr (Federazione Italiana Aeromobili a Pilotaggio Remoto), Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) e dell’Università di Bergamo che si svolgerà nei padiglioni della Fiera di Bergamo domenica 17 e lunedì 18 maggio. La due giorni dedicata ai Sapr è stata presentata giovedì 7 maggio nella Sala Colleoni della Fiera di Bergamo, presente il Segretario Generale di Promoberg, Luigi Trigona, e i responsabili della rassegna.

“Ente Fiera Promoberg si occupa da oltre trent’anni di eventi fieristici – spiega Trigona -, con la mission di dare visibilità e sostegno alle imprese, fornendo loro tutti i prodotti e servizi più innovativi e di qualità per essere protagoniste del mercato. E’ il caso di DronExpo, evento dedicato al settore dei Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Sapr, meglio conosciuti come Droni), con il quale diamo una nuova e significativa opportunità alle realtà che – direttamente o quali realtà dell’indotto – stanno operando all’interno di un settore hi-tech in rapidissima evoluzione”. Innovativo, duttile e sempre più utile, quasi necessario. Sono i punti di forza destinati a garantire al drone lo “status” di strumento indispensabile del futuro. “Impieghi molteplici sul lavoro e nell’uso civile in genere – conclude Trigona -, che consentiranno anche importanti abbattimenti dei costi per le imprese e i consumatori in genere”.

“La manifestazione mette in vetrina prodotti e servizi di altissima qualità tecnologica – sottolinea Carlo Conte, responsabile per Promoberg di DronExpo -, ma ha anche il merito di essere uno straordinario incubatore di idee e di luogo formativo per quanto concerne il fondamentale capitolo legislativo. Ancora pochi sanno, infatti, che grazie ad una recente normativa definita e condivisa, il settore dei Sapr è stato fornito delle necessarie basi per far sì che moltissime attività aziendali chiamate ad operare oltre la “quota uomo” possano sviluppare i loro progetti in totale “certezza del diritto”. “Una certezza ancora più preziosa per le tante startup ad altissima ingegnerizzazione coinvolte dai Sapr – conclude Conte -; microimprese abituate a confrontarsi con le esigenze del cliente per realizzare prodotti mirati alle specifiche esigenze operative”.

“Sul piano commerciale – rileva Giuseppe Buonaguro, direttore generale Mediaconcept -, il mercato professionale dei droni è in forte ascesa. Sono sempre più fiorenti, infatti, le aziende interessate ai Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto. I Sapr sono gli indiscussi protagonisti di un nuovo e appetibile mercato tanto vasto quanto tutto da costruire e gestire. Un settore dove trovano collocazione molteplici aree di interesse: per citare solo i settori interessati dalla fase progettuale e produttiva, stiamo parlando di aereonautica, elettronica, informatica e meccanica; a ciò si aggiungono moltissime altre aree del settore dei Servizi. DronExpo vuole essere un punto di riferimento per il settore: un nuovo e necessario incubatore per un confronto professionale tra domanda e offerta“

I numeri di DronExpo

La rassegna si terrà in uno dei padiglioni principali della Fiera di Bergamo, per un totale di 6.500 metri quadrati di superficie, suddivisi tra area espositiva e arena di volo. Oltre 30 gli stand presenti, tra produttori di droni (professionali e per hobbisti), riviste specializzate, stampanti 3D, sviluppatori di software, assicuratori e scuole di volo. Soggetti che non si limiteranno a esporre i propri prodotti, ma avranno un ruolo attivo organizzando gli oltre dieci convegni della due giorni: dai rischi per i piloti ai rilievi fotogrammetrici aerei di precisione, dalle applicazioni nel campo dei droni marini a quelle nell’agricoltura di precisione, passando per la sicurezza. Quest’ultimo argomento verrà approfondito dall’European Drone Pilots Association, che nella fly zone dimostrerà come i droni possano incidere sulle scene del crimine, acquisendo immagini e studiando la dinamica dei casi. Maggiori informazioni sull’evento si possono trovare sul sito www.dronexpo.eu.




Il declino del giornalismo, orfano anche del marciapiede

giornalismoL’editoriale con cui Indro Montanelli invitò gli elettori a turarsi il naso e a votare Dc fece epoca. Correva l’anno 1976 e si disse, anche se nessuno poteva garantire una controprova, che grazie a quell’appello la Balena bianca riuscì ad evitare il sorpasso da parte del Partito comunista. Domanda: c’è qualcuno, oggi, che possa ripetere una “impresa” del genere?

La risposta è un semplice: no. Sono passati quasi quarant’anni, certo. E di Montanelli, purtroppo, ce n’è stato (e ce ne sarà) uno solo. Ma c’è una evidenza che non si può negare: giornali e giornalisti non contano più nulla. Sono consegnati, in buona parte per loro responsabilità, ad una sostanziale irrilevanza. La controprova è di questi giorni. Nel suo editoriale d’addio, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli ha consegnato ai lettori apprezzamenti poco lusinghieri nei confronti di Matteo Renzi (“caudillo” e “maleducato di successo”) e si è augurato che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non firmasse il via libera all’Italicum. Nelle stesse ore, contro il premier e il suo decisionismo si scagliava anche il direttore di Repubblica Ezio Mauro (caso inedito), aggiungendo la sua voce al coro della stampa critica che vede schierati con piglio guerresco anche testate come Il Fatto Quotidiano a sinistra e Il Giornale e Libero a destra.

Bene, vi risulta che il Giovin Signore di Firenze abbia fatto un passo indietro o che il Capo dello Stato abbia rifiutato di apporre la sua firma autografa? Manco per sogno, alla faccia di cotanto fuoco di sbarramento. Segno che il peso della stampa, e dei suoi massimi interpreti, è davvero ridotto ai minimi termini. Inutile nascondersi dietro la “maleducazione” di Renzi, peraltro piuttosto evidente. C’è molto di più, e di peggio, se la classe politica e i cittadini non attribuiscono più alcuna importanza agli organi di informazione. Evidentemente, non li ritengono più credibili e, quindi, affidabili. Monsieur de La Palisse, forse, non avrebbe potuto dir meglio. Tuttavia, la categoria (chi scrive ne fa parte, naturalmente, anche se aborre lo spirito corporativo) non pare rendersene conto. Eppure, basta guardarli (se non si ha il “privilegio” di viverli dal di dentro) i giornali per capire se non tutte almeno le principali cause di un così marcato distacco. Anzitutto, c’è la abissale distanza dai temi e dai problemi che stanno a cuore ai lettori. E poi ci sono le singole declinazioni. Per esempio, ci si impanca a censori della politica, salvo poi riempire pagine e pagine di puro chiacchiericcio autoreferenziale. La cronaca nera e giudiziaria non si limita più a raccontare i fatti nudi e crudi ma si inoltra, guidata da una irrefrenabile morbosità, nei meandri più reconditi della vita delle persone, non fermandosi mai di fronte a niente e a nessuno. E le pagine cosiddette di evasione? Divagazioni intellettuali, soffietti pubblicitari mascherati da notizie, sfoghi per cronisti impossibilitati a dare il meglio di sé nelle sedi più consone.

Sempre più rinchiusi nelle redazioni, costretti dalle aziende ma anche dalle proprie pigrizie a passare le loro giornate davanti al computer, i giornalisti faticano sempre più a mantenere il contatto con la realtà. Quel che si chiamava marciapiede oggi non esiste più. Facebook e Twitter sono le nuove strade su cui ci si illude viaggino le notizie. Basta una battuta, una provocazione, una immagine curiosa e il gioco è fatto. Tutto diventa leggero, impalpabile. E tutti, non fosse che per la capacità di buttarsi nella rete, diventano per ciò stessi comunicatori. O giornalisti, che tanto è lo stesso. Soprattutto se chi si fregia del titolo asseconda, consapevole o no, lo scadimento della sua qualità professionale. Quando tutto è uguale, quando non si colgono le differenze, la moneta cattiva scaccia quella buona. Salire sul piedestallo può forse regalare l’ebbrezza di guardare gli altri dall’alto in basso. Ma non si sfugge alla realtà. Montanelli ha vissuto a lungo e ne ha viste tante. Per sua fortuna, si è risparmiato di assistere all’agonia del suo amato mestiere.




Garanzia giovani, a un anno dal via incassa una sonora bocciatura

Il primo maggio non è stato solo la festa del lavoro ma anche il primo anniversario dell’avvio del piano Garanzia giovani nel nostro Paese. Il piano, annunciato con grande entusiasmo, aveva l’obiettivo, grazie anche ai 1,5 miliardi stanziati, di aiutare i giovani italiani senza lavoro ad accrescere la propria occupabilità grazie ad esperienze lavorative vere e proprie oppure grazie a tirocini o anche corsi di formazione.

Durante l’anno gli osservatori hanno più volte denunciato rallentamenti e criticità nell’attuazione di Garanzia giovani, ma pochi o nulli sono stati gli interventi correttivi. Ci troviamo quindi, a 12 mesi dall’avvio, con oltre 500mila giovani iscritti, ma soltanto 280mila che sono stati effettivamente contattati e poco più di 80mila quelli che hanno ricevuto una proposta concreta.

La situazione si aggrava se si dà una occhiata alle offerte pubblicate dal portale online del piano. Un’analisi degli annunci (69.792) induce a ritenere che nessun filtro sia stato utilizzato per discernere le opportunità offerte ai ragazzi, con la conseguenza che delle 80.000 “offerte” riconosciute ai ragazzi, molte potrebbero non avere i requisiti della “Garanzia”. Nella maggior parte dei casi si tratta infatti di annunci, che oltre a non essere specificamente collegati a Garanzia Giovani (lo si deduce dal fatto che si tratta nella maggior parte dei casi di annunci pubblicati da operatori privati del mercato del lavoro reperibili in molti altri contesti e che riguardano per lo più posizioni che richiedono “esperienza nel settore” o anche “comprovata esperienza” relativa alle mansioni che non costituiscono oggetto) evidentemente poco sono rispondenti alla dimensione qualitativa dell’esperienza, numerosi sono gli stage che nascondono anche grossolanamente abusivi rapporti di lavoro a tempo pieno e subordinato e gli apprendistati palesemente privi di ogni contenuto formativo.

Cosa ne pensano i giovani?

Negli ultimi 12 mesi gli osservatori del piano Garanzia giovani avevano un appuntamento fisso: il report settimanale diffuso ogni venerdì dal ministero del Lavoro. In questo documento vengono indicati i progressi quantitativi del piano, come i numeri degli iscritti, dei presi in carico e di coloro che hanno ricevuto una proposta concreta. Poco emerge della dimensione qualitativa dell’iniziativa, ossia il giudizio che i giovani stessi danno sulle diverse fasi di attuazione del piano. Per questa ragione Adapt e Repubblica degli stagisti hanno avviato a partire da ottobre un monitoraggio informale su Garanzia giovani che in pochi mesi ha raggiunto oltre 3.000 adesioni.

I primi dati che emergono sono interessanti e non molto soddisfacenti. Si evince infatti in primo luogo che la categoria di “giovane” in Italia è molto diversa da quella Europea, infatti il 64,5% dei partecipanti al sondaggio ha tra i 25 e i 29 anni, una fascia d’età che non era inizialmente neanche coperta dal piano europeo. Il secondo dato che colpisce è il fatto che il 72% dei giovani interpellati sostiene di cercare attivamente lavoro, con la conseguenza che il piano non sembra sempre intercettare i cosiddetti Neet per il quale è stato pensato.

Fin qui la mossa dei giovani, più desolante lo scenario delle risposte da parte del piano europeo. Soltanto il 48% dei giovani contattati ha effettuato il primo colloquio e più della metà è ancora in attesa. Di coloro che l’hanno sostenuto il 39% dichiara che durante il colloquio non è stata avanzata alcuna proposta concreta e il 44% parla di generiche ipotesi future di lavoro e stage. E cosa accade dopo il primo colloquio? Solo il 24% dei giovani sostiene di aver effettuato un secondo momento più operativo dopo il primo conoscitivo.

Alla richiesta di dare un voto complessivo da 1 a 10 al piano Garanzia giovani i 3.000 partecipanti al sondaggio hanno dato in media il voto di 3,7. Una sonora bocciatura.

Francesco Seghezzi (ricercatore Adapt)