Buoni pasto, esenzione fiscale più alta per quelli elettronici

buoni pasto elettroniciDal 1° luglio le aziende che decidono di utilizzare per i propri dipendenti i buoni pasto elettronici ottengono l’esenzione fiscale e contributiva per i ticket fino a 7 euro, come previsto nella Legge di Stabilità. Per i buoni pasto cartacei invece il tetto defiscalizzato rimane invariato a 5,29 euro.

«I buoni elettronici, che garantiscono una maggiore tracciabilità, velocizzano la fatturazione ed evitano i falsi, non sono però utilizzabili in maniera cumulativa, oltre la soglia stabilita e nelle giornate non lavorative – evidenzia l’Ascom di Bergamo -. A fronte dei numerosi vantaggi, occorre segnalare che il buono pasto elettronico presenta alcuni costi di gestione superiori rispetto al buono pasto tradizionale, sia per le commissioni che per l’installazione di uno o più Pos in grado di leggere le card elettroniche emesse dalle diverse società fornitrici, una sorta di carnet virtuale dove le aziende caricano i buoni pasto ai propri dipendenti».

Oggi i buoni pasto elettronici rappresentano circa il 15% del totale.




La foto / Ma allora è vero che l’erba del vicino è sempre più verde!

pratiA separare i due prati c’è solo il marciapiede di via Taramelli, quindi a occhio e croce un paio di metri. Eppure, effetti climatici e cromatici, l’impressione è che si trovino a latitudini opposte. Da un lato il prato inglese in piena salute, verdissimo, neppure un’erba infestante, ogni giorno irrigato da un sistema automatizzato. Dall’altro l’aiuola bruciata dal sole, riarsa, terra di tutti e di nessuno. E’ uno scorcio cittadino che “fotografa” il luglio torrido, ci fa riflettere sull’impatto devastante della siccità e ci strappa un sorriso: ma allora è proprio vero che l’erba del vicino è sempre più verde!




Buoni pasto, «basta sconti o salta il sistema»

C’è ancora fermento intorno ai buoni pasto. Fipe Confcommercio dice basta e chiede un cambio di registro. «Lo sconto che i committenti, pubblici e privati, pretendono ogni anno sul valore dei buoni pasto immessi sul mercato è di 500 milioni di euro e il costo di questo gigantesco buco è stato finora coperto sacrificando i margini degli esercenti fino ad azzerarli – denuncia Aldo Cursano, vicepresidente vicario della Federazione dei pubblici esercizi -. Ma ora il sistema non è più sostenibile, non siamo disposti a scaricare i costi su lavoratori e consumatori in genere alzando i prezzi o abbassando la qualità del servizio».

L’ultima gara indetta da Consip per i buoni pasto della pubblica amministrazione è stata aggiudicata con sconti fino al 22% sul valore dell’appalto pari a un miliardo di euro. Il risultato è che in circolazione ci saranno buoni pasto che valgono un miliardo di euro ma sono stati pagati circa 800 milioni dalla pubblica amministrazione. I 200 milioni di euro di differenza li pagheranno di fatto gli esercenti che su ogni buono incassato si vedranno applicare la commissione necessaria a coprire la differenza. Oggi questa commissione, comprensiva di aggravi ingiustificati, arriva al 18%. Senza considerare i costi di gestione fatti di conteggi, fatturazione, spedizione, ecc.

«Non è questa la spending review che ci aspettiamo dallo Stato. Devono tagliare sprechi ed inefficienze – dice Cursano – non risparmiare facendo pagare il conto ad imprese e famiglie». «Chiediamo a Governo e Parlamento di intervenire per sottrarre un mercato speciale come quello dei buoni pasto a gare che non garantiscono il valore del buono lungo tutta la filiera. Ci aspettiamo che lo Stato, sia attraverso Consip che attraverso l’Antitrust, assuma comportamenti virtuosi per tutelare la sostenibilità delle imprese e i diritti dei consumatori» continua il vicepresidente Fipe.

In particolare, per la Federazione, occorre fare in modo che ci sia un terminale Pos unico in grado di leggere tutti i buoni pasto; eliminare i ribassi insostenibili sui buoni pasto mantenendo l’integrità del loro valore lungo tutta la filiera e garantire il corretto uso del buono pasto che va utilizzato solo per i servizi di ristorazione e, in generale, per il consumo immediato.

Nemmeno il passaggio dai buoni pasto cartacei a quelli elettronici sembra aver migliorato la situazione. «Speravamo che si eliminassero aggravi di costi e di adempimenti burocratici. L’effetto, invece, pare essere esattamente quello contrario» spiega Cursano. «Oggi i costi del buono elettronico sono fuori da ogni logica di mercato e sono scaricati interamente sull’esercente: basti dire che per ogni singola transazione si chiede fino a 0,48 euro a cui si aggiungono i costi di installazione del Pos ed il canone di noleggio. Inoltre, rischiamo di dover gestire 4 o 5 Pos, uno per ciascun emettitore. Così non va bene, bisogna riscrivere le regole, oppure salta il sistema».




Belli i display, ma senza indirizzi è una caccia al tesoro

Parcheggi displayDicono che grazie a quei cartelli per gli automobilisti sarà un giochetto da ragazzi sapere in tempo reale in quale parcheggio della città sarà possibile lasciare la macchina, evitando inutili e inquinanti giri a vuoto. Ottimo investimento, quindi, quello fatto da Atb. E pazienza se per vederlo realizzato, mentre in diverse città italiane (a partire da Bolzano fino a Siena e Perugia) è realtà da tempo, ci sono voluti suppergiù dieci anni. L’importante è che quei 40 display ora ci siano e funzionino come garantito. Purtroppo, però, i complimenti non possono essere pieni e carichi di quel superficiale entusiasmo che ha caratterizzato la cronaca della pomposa conferenza stampa che ha visto protagonista il sindaco Giorgio Gori, l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni e i vertici dell’azienda di trasporto pubblico. Perché se si passa dalla teoria alla pratica ci si imbatte immediatamente in un difetto, non lieve, del sistema.

Alcune delle indicazioni dei parcheggi, infatti, sono incomprensibili. Alzi la mano, per esempio, chi sa dire dove sia il silos che viene indicato come “car service fly”. E un premio in gettoni d’oro lo garantiamo a chi sa dare le coordinate geografiche precise del “Preda parking” (e chi sa la risposta esatta, non si confonda con il parcheggio “palasport”). Ma non è nemmeno di comune e facile soluzione scoprire che il frequentatissimo silos di via Paleocapa sui nuovi cartelli viene indicato come “Central parking”. Che dire, infine, del parcheggio genericamente definito “Del centro”? No, davvero, anche senza aver voglia di trovare per forza qualcosa di negativo, il difetto è troppo grande per essere taciuto.

A naso, si capisce che le indicazioni fornite si riferiscono alla denominazione sociale dei singoli parcheggi, ma se così è viene da chiedersi come questa possa essere un’informazione alla portata degli automobilisti. Difficilmente lo possono sapere quelli di città, figuriamoci quelli che vengono da fuori (per i quali, in teoria, il servizio sarebbe pensato). Sembra quasi banale dirlo ma i cartelli, di qualunque genere, hanno l’elementare funzione di far capire immediatamente il loro contenuto, specie se questo serve a orientare delle scelte. Molti di quelli posizionati in queste settimane sono adatti agli appassionati della Settimana Enigmistica più che agli utenti della strada.

Che l’annotazione non sia né peregrina né frutto di pregiudizi nei confronti di chi lavora per la collettività, lo confermano le parole che gli stessi Gori e Zenoni hanno pronunciato in sede di presentazione. Il sindaco ha detto: “Sarebbe interessante indicare sul display anche l’indirizzo del parcheggio in modo che l’automobilista possa programmare il navigatore”. E l’assessore ha aggiunto: “Le indicazioni potranno un domani essere ancora più precise e puntuali, ma per ora era importante far partire il progetto”. Ecco trovata la spiegazione: per l’Amministrazione era fondamentale avviare l’intervento, il resto son particolari che si sistemeranno. Un errore madornale, tanto più grave se, come detto, da parte del Comune c’era la perfetta consapevolezza che con quel tipo di indicazioni non si fornisce un servizio efficiente.

Quel che ha detto Gori è elementare: sul cartello doveva essere messa la via. Quanti sanno, per fare un altro esempio, in quale zone precisa si trova “Il Triangolo”? Con la via, che si ricorra al navigatore o al passante, forse sarebbe più facile per chiunque arrivare a destinazione. Converrà provvedere ad una correzione (si è aspettato tanto, non si poteva pensarci prima?) perché al di là del difetto i display possono svolgere veramente una funzione utile. Così come va apprezzata la sperimentazione su Città Alta. Lì, più che altrove, è importante trovare il modo, con un pacchetto di interventi su vari fronti, di evitare che continui il selvaggio assalto al colle. Come nel caso dei display, non c’è granché da inventare, ci sono città simili alla nostra che hanno individuato soluzioni efficaci. Avanti con forza, allora, se possibile con un pizzico di attenzione in più oltre che alla forma anche al contenuto.




Bossico, a cena nel cortile di una casa contadina

È un viaggio nel tempo la cena organizzata a Bossico venerdì 31 luglio. Viene infatti servita nel cortile di una casa contadina con personale in costume d’epoca tra arredi, stoviglie e atmosfera di una volta.

Tradizionale e locale anche il menù – curato da Bruno Arrighetti, chef dell’hotel Miralago – che prevede nell’ordine:

  • pane e salame nostrano all’asse
  • zuppa di patate e porri servita nel pane di patate
  • cappone ripieno arrosto con polenta
  • formaggi locali al tavolo
  • focaccia di Bossico con marmellate di frutta locale e miele
  • caffè “del pignitì”
  • vino e acqua

Il costo è di 30 euro. Le prenotazioni si raccolgono fino a giovedì 30 luglio.

www.bossicoturismo.com

 




Songavazzo, debutta la festa dei birrifici artigianali

baitella - birre artigianaliGli amanti della birra artigianale (ma anche quelli delle sagre e del cibo all’aria aperta) hanno 21 motivi per partecipare alla prima Festa della Birra artigianale organizzata dal ristorante La Baitella di Songavazzo.

Tante infatti sono le birre, alla spina e in bottiglia, che propone la manifestazione, in abbinamento a cucina e musica dal vivo con gruppi diversi ad alternarsi sul palco.

Le date quelle dell’ultimo fine settimana di luglio: venerdì 24 (con apertura di spine e cucina dalle 19), sabato 25 (dalle 18) e domenica 26 (dalle ore 10). Il luogo la tensostruttura denominata “Baitenda”, allestita di fianco al locale, sulla strada per Onore.

Le birre presenti

  • BIRRIFICIO CAROBBIOLO – WEISS AL FARRO
  • BIRRIFICIO CAROBBIOLO – ESTIVA – BIRRA CHIARA
  • BIRRIFICIO S.PAOLO – PECAN
  • BIRRIFICIO S.PAOLO – LAGHE PACIFIC ALE
  • BIRRIFICIO BALANDERS – PITOTA
  • BIRRIFICIO BALANDERS – HAPA
  • BIRRIFICIO VALCAVALLINA – SUN FLOWER – GOLDEN ALE
  • BIRRIFICIO VALCAVALLINA – POLLY JEAN – LIGHT IPA
  • BIRRIFICIO VALCAVALLINA – CALYPSO – AMERICAN PALE ALE
  • BIRRIFICIO MAGA – IPA
  • BIRRIFICIO MAGA – ESB – STRONG BITTER
  • BIRRIFICIO MAGA – PORTER
  • BIRRIFICIO MAGA – STOUT
  • BIRRIFICIO DOM BYRON – ICARUS – GOLDEN ALE
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – MALEDETTA
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – CORTIGIANA
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – MY ANTONIA
  • BIRRIFICIO DEL BORGO – STELLE & STRISCE
  • BIRRIFICIO OYSTER – OYSTER STOUT
  • BIRRIFICIO MAXLRAINER – LEO WEISSE
  • BIRRIFICIO MAXLRAINER – AIBLINGER SCHWARZBIER

E i piatti da abbinare

I FRESCHI
  • Crudo Il Botto di Ardesio e melone
  • Rost beef marinato alla birra cotto nel sale nero
  • Salumi e formaggella az. agricola Bellini Giacomo
I FRITTI
  • Sciatt della Valtellina
  • Verdurine in pastella
  • Patate fritte
I FORTI
  • Kebab de Berghem (pane e strinù)
  • Wurstel e crauti
  • Manzo marinato alla birra

 




Due giorni di festa nella patria dei pizzoccheri

“Benvenuti a Teglio, la patria dei Pizzoccheri”. Recita il cartello all’ingresso del paese, che dedica al suo piatto anche una festa tradizionale l’ultimo weekend di luglio.

Sabato 25 e domenica 26 luglio, quindi, si può imboccare la strada della Valtellina per gustare la ricetta originale delle famose tagliatelle di grano saraceno, cucinate con verze o coste a seconda della stagione e riccamente condite con formaggi, burro fuso e aglio dorato.

La location è la panoramica pineta nel cuore del paese in cui sono stati predisposti posti coperti per mangiare e due piste da ballo, una dedicata al liscio, l’altra ai giovani.

Oltre ai pizzoccheri – interamente preparati sul posto e come tramandato da generazioni – si potranno gustare gli sciatt, tipiche frittelle anch’esse di grano saraceno con ripieno filante di formaggio, carne alla piastra, salumi e formaggi valtellinesi. Il tutto accompagnato da vini e birra artigianale del birrificio Doppio Malto di Erba.

Il programma

sabato 25 luglio
  • ore 19: inaugurazione della festa con apertura della cucina
  • ore 21: serata musicale con due piste da ballo (ballo liscio con l’orchestra “Romina” e discoteca sotto le stelle con live DJ)
domenica 26 luglio
  • ore 12: apertura della cucina
  • ore 15: apertura straordinaria della torre con possibilità di visita
  • ore 19: apertura della cucina
  • ore 21: serata musicale con due piste da ballo (orchestra “Danilo Ponti” e discoteca sotto le stelle con live DJ)

La festa si svolge anche in caso di maltempo in quanto i tavoli sono al coperto.




La Sagra del Taleggio racconta produzione e stagionatura

Peghera, in Val Taleggio, patria del famoso formaggio e luogo d’eccellenza per la stagionatura, gli dedica una sagra e lo fa sposare con i sapori e le tradizioni locali.

L’appuntamento è domenica 26 luglio per un full immersion tra i segreti della produzione. L’esposizione, con bancarelle di prodotti artigianali, si apre alle 10. Alle 10.30 è in programma la prima delle due visite guidate alle cantine di stagionatura del Taleggio (il bis alle 16.30), alle 11.30 la dimostrazione della caseificazione.

Il servizio ristoro è curato dal Gruppo Alpini di Taleggio e c’è la possibilità di pranzare con un menù tipico nei tre ristoranti convenzionati al costo di 17 euro.

Nel pomeriggio sono previsti spettacolo e animazione a cura del gruppo Arlecchino di Bergamo (alle 14.30) e la visita guidata (alle 15) alla pala di San Giacomo di Palma il Vecchio, il pittore al quale Bergamo proprio quest’anno ha dedicato la prima mostra antologica, chiusa lo scorso 12 luglio. Il dipinto è ospitato nella chiesa parrocchiale.

Durante la manifestazione si può visitare anche la mostra sul centenario della Grande guerra allestita nell’ex scuola di Peghera e i bambini si possono sfogare con i gonfiabili.

La giornata si conclude con la messa in piazza alle 20.

Per il pranzo al ristorante è gradita la prenotazione:

  • Bar ristorante Sciovia – tel. 0345 47338
  • Bar ristorante Liberty – tel. 0345 47025
  • Bar pizzeria Al Palazz del Miro – tel. 0345 47044



A Lovere la piazza diventa un grande ristorante

lovere mangi'n piazza luglio 2015Venerdì 24 e sabato 25 luglio a Lovere ritorna “Mangi ’n piazza”, la manifestazione enograstronomica che trasforma il centro in un grande ristorante a cielo aperto, con un menù unico e una cassa centralizzata.

L’iniziativa era in calendario a giugno ma a causa del cattivo tempo era stata annullata. Ora La Pro Loco, organizzatrice dell’evento, ci riprova, contando su un meteo dalle temperature tropicali.

La proposta è duplice: i ristoranti e i bar della cittadina metteranno in scena una superbrigata di cucina e i negozianti proporranno l’apertura serale.

Il programma si apre alle ore 17.30 con l’aperitivo nei bar convenzionati. Poi, dalle ore 19, si potrà mangiare nella bella cornice di Piazza Tredici Martiri sul lungolago, oppure nel borgo storico di Piazza Vittorio Emanuele II. In caso di maltempo, la manifestazione sarà di nuovo rinviata, a venerdì 7 e sabato 8 agosto.




“In viaggio sulle Orobie” fa centro

Tornare al ritmo dei 4 chilometri orari: era questa la missione che i 14 camminanti de “In viaggio sulle Orobie” avevano intrapreso il 9 luglio scorso. La stessa che quattro giorni dopo, il 12 luglio, hanno concluso con grande emozione. Un percorso che li ha portati ad attraversare montagne e laghi, tra Orobie, Lario e Svizzera, ammirando antichi borghi e scoprendo piccole comunità, per vivere tutte le sfaccettature della“Buona Terra”, tema scelto per la terza edizione dell’iniziativa organizzata dalla riviste Orobie.

A guidare i viaggiatori, le storie del tempo che fu, come quella dei contrabbandieri del Lario e dei prodotti di «sfroso» che per ottenere il mais dalla Bergamasca o il riso dalla Lomellina, venivano barattati in una continua lotta per la sopravvivenza. Gli alpinisti Simone Moro e Mario Curnis, la photoreporter Monika Bulaj, il collega Marco Mazzoleni, l’artista Italo Chiodi, il video maker e fotografo Baldovino Midali, il musicista Martin Mayes, l’attore Michele Fiocchi, lo chef Michele Sana, l’alpeggiatore Ferdy Quarteroni e il blogger Federico Balzan, scortati dalla guida alpina Giulio Beggio sono stati i protagonisti di questo scambio di saperi senza tempo e senza confine che per il primo anno ha coinvolto rifugi e montagne ma anche laghi, paesi e comunità.

Si è passati così, dal borgo di Ornica alla Valle d’Inferno, dal cuore dell’alta Valsassina, Premana, a Colonno, fra i tragitti più illustrati dai macchiaioli lombardi, per poi arrivare a Casasco e infine ad Arogno dove, alla comitiva si sono aggiunti altri viaggiatori vestiti da contrabbandieri e spalloni per rievocare con i costumi tipici il passato di una terra tanto legata al contrabbando, concludendo infine l’ultima tappa con la partecipazione straordinaria diDavide Van De Sfroos, cantautore d’anime e di territori, e con un singolare gemellaggio italo-svizzero che ha visto viaggiatori e passanti riunirsi attorno ai tanti sapori del territorio e per ultimo al gusto sincero della polenta taragna: un piatto diffuso, con nomi e versioni leggermente diverse, anche in terra svizzera.

Un viaggio in fila indiana, dunque, condotto con la testa al cielo e i piedi ben piantati sulla terra, per scoprire, in un intreccio prezioso tra uomo e natura, quella che Carlo Cattaneo definiva «la grande màchina agraria» lombarda e il suo «pòpolo di giardinieri».