In vacanza? I bergamaschi ci vanno con BlaBlaCar

Auto, treno, aereo? Pare proprio che i bergamaschi abbiamo una nuova opzione tra i mezzi di trasporto per le vacanze. È BlaBlaCar, social network di ride sharing, che mette cioè in contatto automobilisti con posti liberi a bordo e passeggeri che desiderano viaggiare nella stessa direzione, permettendo loro di condividere le spese di benzina e pedaggio (modalità diversa dal car sharing, che è l’autonoleggio a ore, e dal car pooling, la condivisione del viaggio tra colleghi, tiene a precisare la piattaforma).

I dati forniti dall’azienda segnalano nei fine settimana del 3-5 luglio e del 17-19 luglio, da e per Bergamo, un incremento dei viaggi lungo le tratte che collegano la città alla capitale e ad altri grandi centri urbani e una crescita dei viaggi verso le località di vacanza. Solo nell’ultimo fine settimana, sono stati oltre un centinaio i passaggi offerti da Bergamo a Roma e quasi altrettanti nella direzione opposta.

Inoltre, rispetto al primo weekend di luglio, nello scorso fine settimana sono aumentati del 19% i passaggi offerti da Bergamo verso Rimini e dell’87% quelli da Bergamo verso Bari. Sono decine anche i viaggi in partenza da Bergamo verso le località balneari della Campania, come Sorrento, e della Calabria, come Tropea.

La Lombardia è del resto la prima regione in Italia per numero di iscritti (il 20%), in un contesto che vede dominare il Nord (l’Emilia Romagna ne conta il 12%, Veneto e Piemonte l’8%), seguito dal Centro (con Lazio e Toscana ai primi posti con rispettivamente l’11% e l’8% degli utenti).

Valori assoluti la società non ne fornisce né per l’Italia né per le altre 18 nazioni in cui opera (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, India, Messico, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Serbia, Spagna, Turchia, Ucraina e Ungheria). In totale però sono circa 20 milioni e il nostro Paese, dove il servizio è partito nel 2012, viene definito come uno dei più attivi.

Il funzionamento è semplice e grazie al sistema dei feedback tipico dei social, che premia gli utenti più affidabili e facilita la scelta dell’autista o del passeggero più in linea con le proprie esigenze, si riduce la diffidenza di viaggiare con degli sconosciuti. Basta inserire il tratto che si vuole percorrere e la data per vedere la lista dei passaggi disponibili, con orari, punti di ritrovo, prezzi e una scheda del conducente con età, tipo di auto, voto generale e sulla guida, grado di esperienza con BlaBlaCar, giudizi degli utenti e altri dettagli richiesti dal sito, come l’interesse per fare conversazione e ascoltare musica, la possibilità di fumare a bordo e portare animali. Il portale si impegna a garantire che gli utenti siano persone reali, non sono accettati nomi fasulli o username e foto, email e i numeri di cellulare vengono verificati. Il resto lo fanno proprio i commenti che raccontano ogni viaggio.

Per chi offre il passaggio il procedimento è ugualmente snello. Il prezzo della tratta è a persona (non una divisione della spesa tra gli occupanti) e viene consigliato dal sito, «cercando il giusto equilibrio tra le esigenze del conducente e del passeggero in modo che tutti risparmino e nessuno venga penalizzato».

Proprio l’aspetto economico è il più apprezzato. Il 99% dei 5mila intervistati nell’ambito di una ricerca realizzata dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha definito BlaBlaCar vantaggioso o molto vantaggioso rispetto ad altre soluzioni di trasporto. Ed è il passaparola la chiave della sua diffusione, con nuovamente la quasi totalità del campione (99%) che ha affermato di consigliare il ride sharing ad altre persone, uno dei dati ritenuti più sorprendenti ma anche significativi dal management italiano commentando lo studio.

Il parere di chi lo usa

Francesca C.

La studentessa universitaria bergamasca doveva tornare a casa dopo il capodanno a Firenze. «Il periodo era di altissima stagione e il treno troppo caro, così con il mio ragazzo, che già conosceva il servizio, abbiamo deciso per BlaBlaCar – racconta -. Per andare sul sicuro abbiamo scelto il conducente in base alle recensioni, ne aveva tante e una più positiva dell’altra e in effetti il viaggio è stato comodissimo e piacevole. Abbiamo parlato tutto il tempo, anche con l’altro passeggero BlaBlaCar». «Ovviamente ci si deve un po’ organizzare – precisa -. Ci siamo incontrati a Prato e la macchina ci ha lasciato ad una stazione del metrò di Milano, due punti comunque comodi, che non ci hanno creato disagi. Il costo? 16 euro».

Nonostante la prima positiva esperienza non è così sicura che affronterebbe lo stesso viaggio da sola. «Ma su un percorso più breve lo farei – afferma Francesca -. Ho visto che ci sono anche tanti passaggi da Bergamo a Milano e per chi frequenta l’università sono un’opportunità. Si spendono 3 o 4 euro rispetto ai 5.50 del treno e senza l’affollamento e i ritardi così frequenti sulla linea ferroviaria».

G.B.

Professionista impegnato tra Bergamo e Roma, ha utilizzato BlaBlaCar su questa tratta in alcune occasioni. «Il punto di forza del social è senza dubbio il prezzo – rileva -. Su un percorso lungo però ci sono gli svantaggi del maggiore tempo e stanchezza rispetto ad un volo o al treno. Resta interessante per certi orari, ad esempio se si finisce tardi la sera e si vuole viaggiare di notte, e soprattutto su tratte “scomode”, che richiedono molti cambi, come accade quasi sempre partendo o arrivando a Bergamo».

Non così affascinato dalla possibilità di conoscere gente e socializzare offerta dal servizio, ne sposa invece appieno lo spirito sostenibile. «È un sistema che rinnova l’uso dei mezzi di trasporto e che condivido per principio – evidenzia -. È corretto e doveroso non consumare più di quanto è necessario e poter ridurre e ottimizzare l’impatto delle auto è davvero importante». Ed è anche per questo che sta pensando di iscriversi anche come conducente. «Non è un problema offrire un passaggio e quando ci sarà l’occasione giusta inserirò la mia proposta».

Mario D.

La qualifica è di “ambasciatore”, ossia il più alto livello tra esperienza e feedback assegnato dal sito. Iscritto dall’agosto del 2013 conta di aver dato passaggi ad almeno 300 persone. Del resto sulla strada ci sta un bel po’. Senese, 40 anni, vive a Milano, lavora al Kilometro Rosso e ogni due settimane torna in Toscana. «Cercavo un modo per condividere le spese di viaggio, anche perché i miei spostamenti sono piuttosto regolari e l’ho trovato», spiega.

Complice la buona classifica, oggi viaggia quasi sempre al completo. «Qualcuno dice che offrire passaggi con BlaBlaCar può nascondere una vera professione – nota -, ma non potrà mai succedere perché i prezzi non garantiscono una remunerazione adeguata per il lavoro. È invece un’opportunità interessante per chi si sposta in auto e può recuperare le spese».

Tra poco il sito dovrebbe estendere l’obbligo di prenotazione on line con carta di credito, già presente nel Nord Ovest, a tutta la penisola. Una modalità che consentirà alla società di trattenere per sé una percentuale (mentre sino ad ora le transazioni avvenivano direttamente tra gli utenti) ma anche di riconoscere un contributo al conducente nel caso in cui il passeggero non si presenti. «La nuova procedura non mi preoccupa – dice Mario -, mi sembra solo che si snaturi un po’ il senso dell’iniziativa, che si basa soprattutto su vantaggi e fiducia reciproci. E poi, almeno per quanto mi riguarda, i “bidoni” sino ad ora sono stati davvero pochi, uno o due in tutto».

Di cattive esperienze non ne ha da raccontare (a parte una partenza anticipata al mattino presto per fare un favore ad un utente che poi non si è nemmeno presentato e un’ospite capace di lamentarsi di tutto). E comunque a prevalere sul bilancio complessivo sono gli incontri, compresi quelli con gli stranieri che danno la possibilità di parlare inglese. «Il profilo di chi usa BlaBlaCar è più diversificato e trasversale di quanto si pensi – rileva – per età e professioni. Ho dato un passaggio anche ad un’ottantenne. Diffidenze? Il sistema dei feedback dà informazioni e garanzie. Qualche volta mi è però capitato di essere stato contattato da genitori preoccupati di sapere con chi viaggiano i figli».

Matteo P

Fiorentino di 29 anni, si è trasferito a Bergamo per lavoro e 3 o 4 volte al mese fa ritorno in riva all’Arno. Anche lui è classificato con il grado più alto di “ambasciatore”.

«Mi sono sempre trovato bene – esordisce -. Ho cominciato come passeggero, avevo un braccio ingessato e non potevo guidare ma non mi andava l’idea di prendere il treno. Quando ho ripreso l’auto ho pensato che poteva essere interessante anche offrirli i passaggi. Si risparmia, si chiacchiera, il che non è male perché quattro ore di viaggio da soli sono noiose, e si è contenti un po’ tutti». Sorprese negative non ne ha mai avute («in questo il sistema dei feedback aiuta – nota-, più ce ne sono e più le informazioni diventano attendibili e ci si può regolare) e nel suo percorso ha inserito anche l’aeroporto di Orio al Serio, così ha spesso occasione di viaggiare con turisti che hanno scelto questa soluzione per muoversi in Italia.

Capita anche di accordarsi per qualche variazione rispetto ai punti di incontro o alle “fermate”. «Fa parte dello spirito del sistema – rileva -, se si possono fare modifiche le si fa volentieri, ci si viene incontro, bisogna essere tutti un po’ flessibili».




Occhio allo sconto se viaggiate in Brebemi

Brebemi - CopiaUn anno dopo l’apertura, il traffico sull’A35 Brebemi è aumentato del 107 per cento, raggiungendo quota 6,5 milioni di transiti. A chi ha già utilizzato la nuova autostrada, per i prossimi week end, sarà offerto uno sconto fino al 45 per cento. Se inizialmente erano 13 mila al giorno i passaggi, adesso siamo a 38 mila, con un incremento significativo negli ultimi due mesi, dovuto al completamento della Tangenziale Est esterna di Milano e quindi alla parziale interconnessione alla rete autostradale nazionale sul lato milanese. Si attende il completamento del complessivo quadro di infrastrutture, con la realizzazione della interconnessione con la rete autostradale sul lato bresciano della A4 e dell’A21, e quindi un ulteriore incremento del volume. La nuova agevolazione per i prossimi week end verrà offerta tramite schede prepagate monouso, acquistabili a 7 euro nei punti vendita indicati sui siti internetwww.brebemi.it e www.tangenziale.esterna.it , unitamente al relativo regolamento. Nelle prossime settimane, verrà poi lanciata un’App multiservizio, con 6 diversi livelli di servizi informatici dedicati all’utenza, per facilitare l’utilizzo della Brebemi e far conoscere il territorio che si attraversa.




Idee da Expo, ecco il “padiglione ristorante” per il parco della Trucca

Immagini progetto Density (3)Una soluzione alla necessità di realizzare un padiglione permanente all’interno del Parco della Trucca che possa ospitare una caffetteria con piccola ristorazione e spazi dedicati ad attività ricreative e sportive, potrebbe arrivare da EXPO 2015 e, in particolare, dal riutilizzo di alcune padiglioni che verranno smontati alla fine della manifestazione.

Il riutilizzo di alcuni di questi padiglioni è stato infatti al centro del workshop internazionale “Expo Pavillion Reloaded” tenutosi a Lecco e conclusosi lo scorso 10 luglio scorso dopo 15 giorni di lavori, un evento organizzato dal Politecnico di Milano, University of East London (Uk), Universiteit Hasselt (Belgio), Universidad Francisco Marroquin (Guatemala) con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Bergamo e dell’Ordine degli Architetti di Bergamo. Il workshop – condotto dalla professoressa Alessandra Maria Segantini – ha focalizzato l’attenzione sul ridisegno dei padiglioni CLUSTER di EXPO2015 che ospitano oggi alcune nazioni e mostre tematiche e che sono integralmente costituiti da elementi strutturali in legno. Attualmente si prevede che queste strutture vengano smontate e quindi rimangano inutilizzate una volta terminata l’esposizione milanese.

L’idea è quella di riprogettare completamente questi padiglioni, a partire da una nuova e diversa composizione dei loro elementi strutturali con l’intento di adattarli a nuovi luoghi e nuove destinazioni d’uso modificandone appunto spazi, forme e dimensioni. Il Comune di Bergamo e l’Ordine degli Architetti hanno raccolto con entusiasmo la sfida, proponendo come tema progettuale la realizzazione di un padiglione permanente al Parco della Trucca (in sostituzione del chiosco temporaneo intorno al quale si svolgono le manifestazioni e gli eventi della stagione estiva): 40 studenti provenienti dalle università promotrici dell’iniziativa raggruppati in 7 gruppi hanno elaborato altrettante proposte progettuali di grande interesse che venerdì 10 luglio sono state sottoposte al giudizio di una giuria internazionale presieduta dall’architetto Londinese Tony Fretton. L’Assessore all’ambiente, al verde pubblico e alle politiche energetiche arch. Leyla Ciagà ha preso parte alla fase iniziale del workshop e all’evento conclusivo tenutosi nel Padiglione Italia di EXPO2015 venerdì 10 Luglio.

“Sono molto contenta di avere partecipato a questa iniziativa che ha espresso interessanti spunti progettuali e in questo senso la considero una sorta di prova generale del futuro concorso di progettazione. L’idea a cui sto lavorando – in collaborazione con l’Ordine degli Architetti – è infatti quella di lanciare nei prossimi mesi un concorso di progettazione under 40 per la realizzazione di un padiglione permanente al Parco della Trucca, con la possibilità (se ci saranno le condizioni) di utilizzare parti delle strutture lignee dei padiglioni cluster. La realizzazione concreta del padiglione e la sua gestione sarà poi affidata, tramite gara di evidenza pubblica, ad un operatore privato che dovrà prendersi cura anche della manutenzione e sorveglianza del parco.”

L’Ordine degli Architetti tramite il Consigliere Remo Capitanio ha proposto al Comune di Bergamo la partecipazione al workshop e ha commentato: “Siamo lieti di aver proposto all’Amministrazione di Bergamo un’iniziativa di questo calibro che ha una duplice finalità: il miglioramento degli spazi pubblici della citta’. e la risoluzione dei problemi legati al ‘dopo Expo’. L’iniziativa infatti ha un obiettivo estremamente attuale: trovare una modalità di riuso per i padiglioni CLUSTER di EXPO2015 che sappiamo essere destinati alla dismissione. L’individuazione del Parco della Trucca quale oggetto di progettazione è avvenuto in perfetta sintonia con l’Amministrazione. Speriamo l’iniziativa possa avere un seguito vista la necessità di dotare il parco di una struttura permanente ad uso degli utenti.” Vincitore è risultato il progetto “Density” degli studenti Jacovos Costi, Roesch Guiselle, Andrea Suardi, Vanderbtouck Julie. Il progetto nasce dall’analisi del paesaggio del parco con la volontà di incrementarne la densità delle infrastrutture. Alternando i pilastri in legno del padiglione a nuove alberature si intende rendere meno definita la linea di separazione tra la natura e il costruito riducendo così l’impatto dell’edificio sul paesaggio. L’utilizzo di ritmi differenti per i pilastri vuole definire gli spazi interni del padiglione attribuendo gerarchie d’uso diverse.




Ribolla: “Nelle imprese lombarde più donne e attenzione al welfare”

Alberto Ribolla
Alberto Ribolla

Per il mercato del lavoro lombardo il 2014 è stato un anno sospeso, di attesa. Non sono mancati i segnali positivi, in particolare tra le aziende medium e high tech, oltre alle conferme di alcune peculiarità tutte lombarde. In particolare si conferma l’alto tasso di femminilizzazione, una lieve contrazione dei contratti a tempo indeterminato, e la grande attenzione delle imprese ai programmi di welfare aziendale. Segnali quindi contrastanti quelli emersi dall’Indagine “Il Lavoro in Lombardia – Rapporto 2015” effettuata dal Centro studi di Confindustria Lombardia, in collaborazione con l’Università Cattaneo – LIUC, su un campione di 1.430 imprese rappresentativo di tutte le province lombarde (l’11,5% bergamasche). “Come emerge dal nostro monitoraggio regionale – spiega Alberto Ribolla, presidente di Confindustria Lombardia – nel 2014 tra le nostre imprese è tornato un clima di fiducia e cauto ottimismo. Gli imprenditori lombardi sono da sempre molto attenti al contesto e alle novità. Questo lo dimostra lo stand-by dei contratti a tempo indeterminato in attesa delle riforme del governo, ma anche l’attenzione al welfare aziendale: in un periodo di crisi infatti emerge con forza il ruolo sociale ricoperto dalle nostre imprese che, invece di tagliare, hanno deciso di incrementare i programmi di welfare aziendale. Anche l’aumento della presenza delle donne in ruoli decisionali e più in generale in azienda è sinonimo di maturità imprenditoriale”. “La maggiore dinamicità delle imprese dei settori medium e high tech emersa dai dati, poi, – aggiunge il presidente di Confindustria Lombardia – testimonia che la strada intrapresa dalle nostre imprese manifatturiere è quella giusta. Il prossimo salto è verso l’Industria 4.0 ma per affrontare il passaggio servono investimenti, anche in risorse umane high-skilled, oltre a una cabina di regia pubblico-privata”, conclude Alberto Ribolla.

Questi, nel dettaglio, i dati più significativi emersi dall’VIII edizione del Rapporto che sarà diffuso integralmente a settembre:

  • Nel 2014 si conferma la tendenza (già avviatasi da qualche anno) all’aumento significativo della quota di donne che ricoprono professionali apicali o semi-apicali (quadri e dirigenti). Oggi le donne coinvolte in ruoli di media e alta responsabilità pesano in Lombardia per il 12.1% del totale dei dipendenti.
  • Il 2014 ha registrato una lieve ma diffusa contrazione del numero di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (-1.6% rispetto al 2013). Un’apparente inversione di tendenza rispetto ad una caratteristica consolidata degli organici lombardi – l’elevata quota dei lavoratori con contratto stabile – che aveva trovato conferma anche nei peggiori anni della crisi: una necessità vitale per le nostre imprese, che sulla costanza del rapporto di lavoro con i loro dipendenti più specializzati costruiscono uno dei principali asset competitivi. In realtà, come hanno ampiamente dimostrato recentemente i dati sulle Comunicazioni Obbligatorie nel I trimestre 2015 fornite dal Ministero del Lavoro, il fenomeno va ricondotto all’aspettativa per gli sgravi contributivi e per l’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti sulle nuove assunzioni che sono effettivamente entrati in vigore dall’inizio del 2015;
  • Le imprese operanti nei settori a medio-alta e alta tecnologia sono le più aperte a donne e giovani, con una forte attenzione a politiche di retention delle risorse umane. Secondo l’indagine è in queste aziende che si riscontrano i più alti tassi di femminilizzazione dei dipendenti in Lombardia (rispettivamente 21.8% per le medium-high tech e il 30.8% per le high tech) e un ricorso superiore alla media regionale ai contratti di apprendistato (li usa il 26.2% delle aziende MHT e il 21.2% delle HT). Le imprese dei settori a maggiore intensità tecnologica brillano inoltre per la più alta incidenza di nuove assunzioni a tempo indeterminato (rispettivamente il 35.6% e il 52.2% del totale assunzioni) e maggior ricorso a strumenti di welfare (li utilizza rispettivamente il 46,7% delle MHT e il 52.5% delle HT);
  • Nonostante l’austerità imposta dalla lunga crisi, le imprese lombarde non hanno “tagliato” le risorse di welfare aziendale, anzi. In base all’indagine, nel 42% delle imprese lombarde i dipendenti beneficiano di programmi di welfare, in molti casi avviati proprio negli ultimi anni.

Il campione analizzato dal Centro studi di Confindustria Lombardia è composto da 1.430 imprese associate per 213.467 addetti. Il 72,4% delle imprese campione appartiene all’industria manifatturiera, il 27,6% al terziario. Il campione copre in maniera omogenea tutte le classi dimensionali, e tutte le classi di intensità tecnologica (Low Tech 22,4%, Medium Low 35,9%, Medium High 32,1%, High Tech 9,6%.

Il campione analizzato dal Centro studi di Confindustria Lombardia è composto da 1.430 imprese associate per 213.467 addetti. Il 72,4% delle imprese campione appartiene all’industria manifatturiera, il 27,6% al terziario. Il campione copre in maniera omogenea tutte le classi dimensionali, e tutte le classi di intensità tecnologica (Low Tech 22,4%, Medium Low 35,9%, Medium High 32,1%, High Tech 9,6%.

 

 




Costa Volpino, abbattuta la casa “pendente”

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La casa pendente, divenuta quasi un simbolo del tratto di lago tra Costa Volpino e Lovere, non c’è più.

L’edificio di proprietà demaniale, che divideva a metà il nuovo marciapiede, è stato raso al suolo questa mattina nell’ambito dei lavori di riqualificazione della passeggiata pedonale sul lungolago, a fianco di via Nazionale.

La casa risaliva a circa 70 anni fa. Poco dopo la sua costruzione si era inclinata pericolosamente verso il Sebino. Nonostante questo, l’edificio per molti anni fu abitato e ospitò due attività commerciali, con gli ingressi che davano direttamente su quella che era la statale 42.

Circa 30 anni fa venne abbandonato e iniziò il degrado con muri scrostati, crepe larghe diversi centimetri, balconi pericolanti e serramenti divelti.




Scuola pratica di Commercio: aperte le iscrizioni, test a settembre

cameracom.jpgSono aperte fino ad esaurimento dei posti disponibili, le iscrizioni ai percorsi formativi 2015/2016 proposti dalla Scuola Pratica di Commercio, la struttura formativa della Camera di Commercio gestita dall’Azienda Speciale Bergamo Sviluppo che ogni anno presenta la propria offerta formativa per rispondere alle esigenze di chi vuole aggiornare/migliorare le proprie competenze professionali. I corsi della nuova annualità, che inizieranno a partire dalla fine di settembre nella sede di Bergamo della Scuola Pratica, in via Zilioli 2 (II piano della sede operativa di Bergamo Sviluppo), coprono diverse aree tematiche: gestione e amministrazione aziendale, lingue straniere (15 corsi, tra cui 7 livelli diversi di inglese), informatica (2 corsi, tra cui anche il corso preparatorio alla nuova ECDL, essendo Bergamo Sviluppo sede d’esame accreditata AICA -Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico), ma si possono anche scegliere una serie di workshop tematici (8 le proposte in programma) e i corsi di abilitazione specifica (3 le tipologie di corsi abilitanti previste). Per iscriversi ai corsi, riservati ai soli maggiorenni, bisogna compilare online e poi stampare il modulo di iscrizione presente sul sito di Bergamo Sviluppo (sezione Formazione/Formazione continua).

Per l’accesso ai vari livelli dei corsi di inglese è previsto un test d’ingresso, volto a rilevare il livello di conoscenza della lingua di coloro che non hanno frequentato la precedente annualità e non sono in possesso di riconoscimenti esterni; il test si terrà martedì 22 settembre, alle ore 18.15, nella sede della Scuola Pratica. Per parteciparvi è necessario consegnare la relativa domanda di iscrizione entro lunedì 21 settembre. Sul sito di Bergamo Sviluppo sono consultabili il calendario completo di tutti i corsi programmati, la durata di ognuno, gli orari di svolgimento, i costi e la modalità di iscrizione.




La dura vita del polemico “costretto” a raccontar balle

migranti - CopiaIl Polemico? E perché mai dovrei essere polemico, scusate? Tutto va bene, Madame La Marquise! In questo Paese benedetto da Dio e felicitato dalla più eletta e fattiva classe dirigente del pianeta, bisognerebbe essere dei begli ingrati per polemizzare. E, d’altronde, bisogna pure che qualcosa m’inventi, se voglio continuare a tenere questa rubrichina. Dunque, ricapitoliamo: il Paese è appena uscito da una fase congiunturale piuttosto complicata, ma la sagacia dei timonieri e la perseveranza dei rematori è stata tale da portarci in porto, nonostante le insidie del pelagoso inferno. Ci siamo dati una bella sgrullata e abbiamo, finalmente, affrontato tutta una serie di questioncine che, da decenni, mercè l’ignavia di governi infingardi, ci pendevano sul coppino.

La spesa pubblica, in primis, che è stata drasticamente tagliata. In secundis la voracità delle amministrazioni locali, che ha avuto il giusto ridimensionamento. Terzo, il debito, malanno endemico della nostra economia, che ha visto una consistente riduzione. Quarto la sicurezza, che è aumentata vertiginosamente. Quinto l’immigrazione, finalmente regolata, assistita e selezionata. Sesto la scuola, tornata ad essere luogo di civiltà e cultura e non di pugnette didattichesche. E settimo venne il corvo: ovverosia il Cimmino, che, come vi ho detto, deve pur guadagnarsi la pagnotta e, pertanto, si trova nella sgradevole necessità di polemizzare. Così, siccome i successi di Renzi e della sua selezionata compagine di saltimbanchi sono dati inconfutabili, abbiate la compiacenza di sciropparvi una serie di panzane a scopo detrattivo: immaginate per un attimo che il nostro presidente del consiglio, anziché essere quel politico serissimo, rispettato nel mondo ed autorevole appo il Paese tutto, sia un ciarlatano di piazza, che racconta sequenze pirotecniche di cazzate, senza avere la minima idea di come si risolva mezzo problema. Ecco, a me tocca di far finta che le cose stiano così, pena la squalifica.

Cominciamo dalla spesa pubblica: dei preannunciati tagli, che avrebbero dovuto drasticamente falcidiare il numero e l’entità delle prebende, nulla si sa. O, meglio, si sa che il fratello di Alfano è stato assunto in Posta come dirigente, senza concorso. Abbiamo ancora mille parlamentari e un milione di persone che ci gira attorno ingrassandosi. Un ex presidente, peraltro ex comunista, che porta a casa quasi novecentomila euro all’anno ed ha un esercito di maggiordomi che nemmeno Luigi XIV: alla faccia degli atteggiamenti da Cincinnato. Insomma, nulla è mutato, se non in peggio. Le amministrazioni locali si dividono ancora in tre categorie: i Comuni, che sono le uniche ad avere un senso, che si vedono tagliare i fondi ogni giorno di più; le Province, che dovrebbero essere state eliminate, ma, come si fa a lasciare a casa tanta brava gente? E, infine, le Regioni: vera sentina di ogni vizio italico e pozzo senza fondo. Le Regioni sì che andrebbero eliminate, a cominciare da quelle a statuto autonomo. Tra le quali, peraltro, si verifica il bizzarro fenomeno di un Sudtirolo ricco a dismisura ed una Sicilia che fa buchi miliardari con la scioltezza di una sciuretta che fa shopping, e non ha nemmeno gli occhi per piangere. Pensate che al suo presidente hanno perfino sbiancato il sedere, poveretto!

Il debito pubblico cresce costantemente, ad onta delle mirabolanti dichiarazioni dei vari economisti da talk show: da gennaio altri 83 miliarducci in più, per un totale di 2.218 miliardi e spiccioli. Ma chi se li mangia? direte voi: sono interessi miei cari. Perché noi non siamo padroni dei nostri soldi: ce li prestano le banche. Si chiama perdita della sovranità monetaria. Quanto alla sicurezza, come si risolve la questione? Col sistema fascista, è chiaro: durante il regime, era proibito scrivere di delitti, stupri, furti, scippi e rapine. Oggi è uguale: una bella fetta di reati passa sotto silenzio, censurata, silenziata. E guai a scrivere che i delinquenti sono zingari, albanesi e africani! Se la gente percepisse anche solo la sensazione che qualche profugo, in realtà, è un mascalzone venuto qui a fare marachelle, si potrebbe arrabbiare e l’odiato razzismo diffondersi. Solo che la gente vive nel mondo reale, e la situazione la vede coi propri occhi: vedrete che botto, quando scoppierà la bomba!

Allora, però, Renzi sarà già alle Bahamas, a raccontare agli altri turisti barzellette sull’Italia, facendoli scompisciare dal ridere. Ne consegue il discorso sull’immigrazione: il fenomeno ha un solo autentico imperativo, per il nostro governo, ossia che nessuno tocchi il gigantesco giro d’affari legato ai flussi migratori. Per questo gli immigrati sembrano essere sempre una priorità rispetto agli Italiani: perché gli Italiani sono la vacca da mungere e gli immigrati la mungitrice. Razza e religione non c’entrano un belino: qui si tratta solo di palanche. E, infine, la scuola: mi limiterò a dire che la Giannini capisce di scuola come la Pinotti s’intende di aerei da combattimento. Ecco, ce l’ho fatta: ho finito il mio pezzullo polemico. Ho mentito per la gola, diffamando tanta brava gente, ma, almeno, mi sono garantito una settimana di requie. Sapete che non è poi tanto male raccontar balle? Quasi quasi mi candido come sindaco alle prossime elezioni!




Trenord si scusa: “Flotta troppo vecchia e i climatizzatori vanno in tilt”

TrenordCaldo eccezionale e treni soppressi. Trenord si scusa con i clienti per i guasti agli impianti di climatizzazione a bordo delle carrozze e delle cabine di guida, che hanno causato il blocco temporaneo dei sistemi, resettabili solo in alcuni casi.  “Per questo sono in corso azioni mitigative straordinarie a bordo treno e nelle stazioni, oltre che un crash program dell’attività manutentiva”. Spiega ancora Trenord: “Il problema dell’aria condizionata è fortemente connesso all’età della flotta. Oltre la metà della flotta di Trenord – composta da vetture doppio piano, media distanza e piano ribassato – ha un’età media di 33 anni. Sulla maggior parte di queste carrozze gli impianti di climatizzazione sono stati installati solo successivamente alla loro entrata in servizio. Con le temperature estreme di questi giorni e dopo turni ininterrotti sotto il sole cocente scatta il blocco del sistema refrigerante. Meno problematica è la situazione dei circa 200 convogli di ultima generazione progettati con impianti di condizionamento che sono in servizio principalmente su linee suburbane ad alta frequentazione”. Stanno per arrivare nuovi treni che offrono condizioni di viaggio ottimali. Dalla metà del 2014, sono stati già consegnati 63 convogli nuovi, per un investimento di oltre 500 milioni di euro. A oggi ne sono entrati in servizio 41: 28 Coradia Meridian, 4 TSR, 4 Flirt e % Vivalto. Entro la fine del 2015, dopo la fine di Expo, i treni più vecchi della flotta saranno dismessi. “Nonostante l’andata di caldo eccezionale e le soppressioni, l’obiettivo minimo della puntualità (82% medio per il 2015) è ampiamente traguardato anche nel mese di luglio. Continuiamo a contare sulla professionalità del nostro personale e a confidare nella comprensione dei nostri Clienti, messa a dura prova dal caldo estremo. Per questo esprimiamo loro le nostre scuse e assicuriamo il massimo impegno nell’affrontare un’emergenza che non ha precedenti nella storia recente e che sta mettendo a dura prova i sistemi ferroviari di tutta Europa”.




Elettrodomestici, la riparazione piace sempre meno ai bergamaschi

elettrodomestici_ikon_terniIn base ad una recente indagine condotta dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza è emerso come il 22% dei lombardi preferisca riparare anziché sostituire. Così il vecchio elettrodomestico, l’abito dimenticato nell’armadio e anche il divano di casa tornano a vita nuova, con qualche aggiustatina e rattoppo qui e là. E gli effetti si fanno sentire sulle imprese delle riparazioni, specialmente quelle extracomunitarie, soprattutto cinesi, che contribuiscono a creare un giro d’affari che vale in Lombardia circa 150 milioni di euro, e che non subisce flessioni. Scegliere le riparazioni e rinviare l’acquisto è anche una scelta psicologica, ma che proprio in quanto tale resta imprevedibile.

La crisi cambia i comportamenti dei consumatori ma le abitudini di acquisto continuano ad essere irrazionali. Se è logico supporre che la crisi faccia crescere le riparazioni, non è detto che alla fine sia così. A Bergamo non tutte le imprese storiche specializzate in ricambi e riparazioni registrano una crescita o un cambiamento dei consumatori. Solo un’abitudine resiste: risparmiare il più possibile, anche acquistando, ingolositi da volantini e offerte, elettrodomestici che non valgono più di quanto costano. Chi invece continua a seguire le raccomandazioni delle nonne, del vecchio detto “chi più spende meno spende”, pensa a riparare e a tenere al meglio i propri elettrodomestici, rinviando il più in là possibile nel tempo nuovi acquisti.

«Ultimamente siamo tornati a riparare phon, rasoi, stirelle ed altri piccoli elettrodomestici – spiega Antonio Stroppa di “Distretti”, dal 1978 specializzato nella riparazione e nella vendita di ricambi -. La gente ha meno soldi da spendere e se riesce a risparmiare anche solo 60 euro, non esita a riparare elettrodomestici che ne costano anche 100, nonostante la riparazione incida anche per  il 40%. Fino a qualche anno fa si buttava tutto senza pensarci troppo su. Ora i tempi sono cambiati. Cresce anche l’attenzione alla manutenzione per cercare di prolungare il più in là possibile la vita degli elettrodomestici».

Diverso il quadro tracciato da Osvaldo Colombo di Re.le.co. azienda di riferimento per la riparazione, l’assistenza e la vendita ricambi per piccoli e grandi elettrodomestici ed accessori per la casa di tutte le marche: «Il valore degli elettrodomestici è sceso e tentati da offerte e volantini molti rinunciano direttamente alla riparazione, specialmente di piccoli elettrodomestici. Sono in linea con gli scorsi anni le riparazioni di elettrodomestici di valore, dal Folletto al Bimby, e di ferri da stiro semi-professionali. Il nostro settore di specializzazione resta però quello delle macchine da caffè, con un’assistenza a macchine per espresso in continua crescita nonostante il dilagare di cialde e capsule, che risultano a conti fatti decisamente più care».

Anche da R.p.e., servizio di riparazione elettrodomestici, il quadro è tutt’altro che positivo: «E’ calato enormemente il numero delle riparazioni. Fino a dieci anni fa lavoravamo in negozio in sei, ora siamo solo in due. Si lavora per quasi l’80 su prodotti in garanzia. Tra offerte e sotto-costo la gente investe in un nuovo prodotto, anche se di fascia bassa. Si riparano solo elettrodomestici di un certo valore».

Anche Sergio Ruggeri di Sate, storico indirizzo dove trovare qualsiasi tipo di ricambio, smentisce un ritorno dei bergamaschi ad aggiustare e riparare: «Non è vero che la crisi spinge le riparazioni. I costi dei ricambi sono elevati e tra finanziamenti a tasso zero e offerte, ormai invece di investire 150 euro nella riparazione di una lavatrice se ne compra una nuova anche a 200 euro, poi fa nulla e il prodotto non è di grande qualità. Chi invece ha investito qualche anno fa in prodotti d’alta gamma, non esita a ripararli e a tenerli al meglio. Il mercato è strano: si investono centinaia e centinaia di euro in smartphone e robot da cucina, uno su tutti il Bimby, ma poi si acquistano anche grandi elettrodomestici di fascia bassa. Ad esempio stiamo vendendo molto bene un estrattore di succhi di Hurom, di cui siamo rivenditori autorizzati, che richiede un investimento di quasi 600 euro, ma dà risultati professionali e garantisce il massimo rispetto delle proprietà degli alimenti».

 




“I cento chef che hanno cambiato la cucina italiana”. Tre sono bergamaschi

100 CHEF x 10 Anni copertinaCi sono anche tre bergamaschi tra i 100 protagonisti della cucina italiana selezionati da Identità Golose per il libro “100 x 10. I 100 chef che hanno cambiato la cucina italiana”. I fratelli Enrico e Roberto Cerea del tristellato Da Vittorio di Brusaporto e il bergamasco d’adozione Daniel Facen, stella all’Anteprima di Chiuduno.

Il volume sarà presentato giovedì  23 luglio in occasione del secondo forum della Cucina Italiana, alle ore 16 nella Sala Reale della Stazione Centrale a Milano. Realizzato da Identità Golose per celebrare i 10 anni di attività ed edito da Mondadori Electa, il libro vuole evidenziare le eccellenze della cucina del Bel Paese nell’anno dell’Expo e il loro personale contributo al gusto e alla ristorazione. A ogni chef è dedicato un capitolo che ne racconta la vita, la carriera e il pensiero. Di ognuno è stata inoltre selezionata la ricetta più creativa, spiegata nei dettaglia al lettore e illustrata da una foto.

Ecco, in rigoroso ordine alfabetico, i cento chef selezionati

  • Fabio Abbatista
  • Riccardo Agostini
  • Massimiliano Alajmo
  • Ugo Alciati
  • Andrea Aprea
  • Francesco Apreda
  • Corrado Assenza
  • Stefano Baiocco
  • Matteo Baronetto
  • Enrico Bartolini
  • Italo Bassi & Riccardo Monco
  • Cesare Battisti
  • Heinz Beck
  • Andrea Berton
  • Michele Biagiola
  • Gabriele Bonci
  • Antonio Borruso
  • Renato Bosco
  • Massimo Bottura
  • Cristina Bowerman
  • Stefano Callegari
  • Antonino Cannavacciuolo
  • Alfonso Caputo
  • Moreno Cedroni
  • Lionello Cera
  • Enrico & Roberto Cerea
  • Daniela Cicioni
  • Stefano Ciotti
  • Lorenzo Cogo
  • Christian & Manuel Costardi
  • Carlo Cracco
  • Accursio Craparo
  • Enrico Crippa
  • Enrico Croatti
  • Pino Cuttaia
  • Pietro D’Agostino
  • Alessandro Dal Degan
  • Giorgio Damini
  • Iside De Cesare
  • Nino Di Costanzo
  • Gennaro Esposito
  • Alberto Faccani
  • Daniel Facen
  • Loretta Fanella
  • Luca Fantin
  • Fabrizio Ferrari
  • Nicola Fossaceca
  • Gianluca Fusto
  • Riccardo Gaspari
  • Anthony Genovese
  • Stefano Ghetta
  • Alfio Ghezzi
  • Alessandro Gilmozzi
  • Oliver Glowig
  • Gianluca Gorini
  • Marta Grassi
  • Antonio Guida
  • Agostino Iacobucci
  • Giuseppe Iannotti
  • Denny Imbroisi
  • Antonia Klugmann
  • Pietro Leemann
  • Vitantonio Lombardo
  • Paolo Lopriore
  • Aurora Mazzucchelli
  • Fabrizia Meroi
  • Christian Milone
  • Luciano Monosilio
  • Alessandro Negrini & Fabio Pisani
  • Beniamino Nespor &Eugenio Roncoroni
  • Norbert Niederkofler
  • Davide Oldani
  • Simone Padoan
  • Davide Palluda
  • Enrico Panero
  • Pier Giorgio Parini
  • Giovanni Passerini
  • Franco Pepe
  • Giancarlo Perbellini
  • Matias Perdomo
  • Roberto Petza
  • Nicola Portinari
  • Niko Romito
  • Angelo Sabatelli
  • Claudio Sadler
  • Simone Salvini
  • Ciro Salvo
  • Giovanni Santini
  • Davide Scabin
  • Emanuele Scarello
  • Francesco Sposito
  • Marco Stabile
  • Ciccio Sultano
  • Salvatore Tassa
  • Simone Tondo
  • Mauro Uliassi
  • Daniele Usai
  • Viviana Varese
  • Marianna Vitale
  • Pietro Zito