Commercio e servizi, a Bergamo imprese ancora in crescita

È senza sostanziali variazioni, su base annua, il saldo delle imprese registrate in provincia di Bergamo al terzo trimestre 2015. Secondo i dati forniti dal servizio studi della Camera di Commercio, lo stock delle imprese attive (85.769) è in lieve flessione (-144 posizioni pari al -0,2% su base annua), come già nel precedente trimestre e con un’attenuazione della dinamica negativa che era stata molto intensa tra il 2012 e il 2014.

Nel terzo trimestre dell’anno si sono avute 1.112 nuove iscrizioni (+1,5% su base annua) e 940 cessazioni (+6,3%) con un saldo positivo di 172 unità (212 nel corrispondente periodo del 2014).

Le imprese registrate aumentano su base tendenziale tra le società di capitale (+1,3%) e le altre forme giuridiche (+0,5%), in prevalenza cooperative. Calano le società di persona (-1,5%) e le imprese individuali (-0,3%) Il settore artigiano, con 31.751 imprese a fine settembre 2015, registra una riduzione del -1,4% delle unità registrate su base annua. Lo stock delle posizioni  attive si riduce di 435 unità. Il numero delle iscrizioni (374) è inferiore a quello delle cessazioni (426). Nel confronto con il terzo trimestre di un anno fa diminuiscono le iscrizioni (-2,1%) e crescono le cessazioni (+3,9%).

Tra i settori produttivi, la contrazione delle imprese attive, rispetto ad un anno, fa colpisce in particolare l’edilizia (-457, in larghissima parte artigiane, pari al -2,4%), le attività immobiliari (-48 pari al -0,8%), il trasporto e magazzinaggio (-33 pari al – 1,4%, con saldo negativo ancor più marcato nell’artigianato), le imprese agricole (-52 pari al -1%), le imprese di fornitura di energia elettrica e gas (-18, pari al -9,1%) e la manifattura (-60 pari al -0,5%, con riduzione concentrata nell’artigianato).

Nell’intero comparto del commercio, all’ingrosso e al dettaglio, il saldo è positivo (+137 imprese pari al +0,7%).

Aumentano le imprese attive nei comparti dei servizi: +173 (+7,6%) nei servizi di supporto alle imprese, +60 (+2,8%) nelle attività finanziarie e assicurative, +24 (+1,3%) nei servizi di informazione e comunicazione, +37 (+1,1%) nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, +36 (+0,6%) nei servizi di alloggio e ristorazione, +22 (+2,3%) nei servizi di intrattenimento e +26 (+0,6%) nelle altre attività dei servizi alle persone.

Lo spaccato per genere, età e nazionalità delle posizioni attive, mette in evidenza la forte crescita su base annua delle imprese straniere (+5,8%), l’aumento delle imprese femminili (+1,1%) e la flessione (-3,3%) delle imprese giovanili.

In diminuzione le procedure concorsuali di fallimento, scioglimento e messa in liquidazione: 301 nel terzo trimestre del 2015, in confronto alle 396 del corrispondente trimestre del 2014.




Che fortuna essere un italiano nella capitale inglese

LondraChe a Londra ci siano molti italiani non è una novità. Che tutti questi italiani pensino di essere gli unici a parlare una lingua esotica e poco conosciuta, è qualcosa che non smette mai di stupirmi. Quante volte, in giro per strada, sui mezzi pubblici, nei bar, mi è capitato di sentire conversazioni a voce alta, con pensieri e commenti che solitamente si tengono per sé, o si sussurrano a voce bassa. Commenti, lamentele, giudizi, apprezzamenti volgari. Tutto senza filtri, con la sicurezza che “tanto nessuno mi capisce”. Invece gli italiani a Londra sono 500 mila, e questo numero è per difetto. Tanti sono quelli regolarmente registrati con l’AIRE, in migliaia non vengono inclusi in questa statistica. Un paio di volte, armata di coraggio sono intervenuta, senza ribattere i loro commenti, solo ricordando loro di non essere gli unici capaci di parlare e capire l’italiano. In entrambi i casi, i responsabili avrebbero preferito sparire. Di certo li ho fatti arrossire e sono pronta a farlo ancora. Nella città dove essere eccentrici non desta scompiglio, dove indossare un tutù per andare a comperare il latte o aggirarsi per il centro con due pappagalli sulle spalle non crea imbarazzi, i commenti e le opinioni non passano inosservati.

Fortunatamente noi italiani ci distinguiamo per molto di più delle opinioni forti, espresse ad alta voce. Nella ristorazione, abbigliamento e cosmetica, oltre che naturalmente architettura e design, il passaporto Italiano apre porte ed è visto come un sigillo di qualità. Le cucine e i bar parlano italiano, i negozi di vestiti e i saloni dei parrucchieri non sono da meno. Tanta manodopera giovane e intraprendente trova lavoro nelle grandi catene di ristorazione e caffetterie, dove essere straniero è un punto di forza. Parlando con il direttore di un grande albergo, mi spiegava che la sua catena di hotel a cinque stelle impiega esclusivamente certe nazionalità per certi servizi: gli italiani in cucina, gli spagnoli alla reception. Non mi stupisce.

Mostrare la propria nazionalità, anche con un po’ di orgoglio, è divenuta una cosa comune in tanti settori dove l’interazione con il cliente è importante. Un tempo riservato alle boutique di alta moda, dove commessi in divisa indossavano una targhetta con la bandierina della lingua parlata, la spilletta con la bandierina viene ora utilizzata largamente in molti bar, caffetterie e fast food. In una città che parla tantissime lingue, è un modo in più per far sentire il cliente a casa. Non importa se anche solo per un caffè. A volte il badge non serve: non appena gli italiani aprono bocca, li si riconosce subito. Il nostro accento è apprezzato ed è facile da individuare, ma impossibile da sradicare. Ci battono solo gli spagnoli, con cui a volte ci confondono.

Per quanto riguarda la mia esperienza diretta, chi mi taglia i capelli è di Bergamo, mentre la manicure è curata grazie ad una ragazza di Brescia. Ogni volta che visito il salone in cui lavorano, mi accorgo di non essere l’unica italiana. Non sono l’unica a cui piace sentire la voce di casa.

 

 




Fusini (Ascom): «Ma resta una duplice preoccupazione»

commessa abbigliamento

Il commercio bergamasco è in crescita sia, e soprattutto in città, dove le imprese del terziario sono aumentate del 4,53% rispetto al terzo trimestre del 2014, sia in provincia con +3,64% e 810 imprese in più. In città le attività registrate sono 4mila, in provincia più di 23mila, numeri che non si registravano da prima del 2008. A trainare il comparto sono le imprese di servizi, aumentate del 5,8% : mediatori immobiliari, agenti e procacciatori di affari, assicuratori, broker, e le attività di servizi alle imprese in genere, un ‘mondo’ che oggi conta 1.903 attività in città e 8.434 in provincia, per un totale di 10.337 imprese, di cui 569 nate tra il 2014 e il 2015. Ma crescono anche ristoranti, bar, locali serali (+5,6% rispetto al 2014) anche se in misura minore rispetto agli ultimi 5 anni con lo sprint portato dalla liberalizzazione delle licenze. Riprende anche il commercio alimentare spinto, soprattutto in città, dai consumi sul posto che hanno favorito la nascita di negozi che lavorano soprattutto nella pausa pranzo.

In aumento, di poco, il commercio non alimentare, vivacizzato dall’apertura di negozi etnici. Segno positivo, infine, anche per i servizi, intermediari e agenti di commercio e per il settore degli ambulanti (+7,3%), che riprendono dopo anni di forte contrazione.

Secondo il direttore dell’Ascom Oscar Fusini la crescita del terziario è dovuta ad un’aumentata fiducia nella ripresa del mercato ma anche a quello che definisce effetto occupazionale: “La crisi che ha colpito le aziende ha portato a una emorragia di professionalità che si sono disperse sul territorio: per molti l’apertura di un’attività commerciale ha rappresentato la possibilità di un nuovo sbocco occupazionale”. “Rimane una comune e duplice preoccupazione – dice Fusini – quella di sopravvivere in un mercato sempre di più globale e competitivo e di capire se le aspettative positive nell’ aumento dei consumi sono ben riposte. Il mercato è ancora in affanno, i consumi rimangono deboli perché il reddito disponibile e quindi la capacità di spesa per molte famiglie sono ancora limitati. I dati rappresentano una conferma che qualcosa di positivo sta per riprendersi anche nella nostra provincia ma certo si tratta di numeri ancora lontani e che forse non raggiungeranno più quelli precedenti alla crisi: se si pensa che nel 2003, 12 anni fa, gli esercizi in provincia erano 25.763 circa 2.500 in più del numero attuale e in città 5.054, mille in più di oggi, ben si capisce il pesante contraccolpo subito dalle imprese”.

 




Web e strani annunci, un amatore bergamasco vende locomotiva del 1915

locomotiva-breda_740_267L’inserzione è così curiosa che il portale MMT Italia, specializzato in macchine edili, industriali ed agricole, ha voluto segnalarla.

Nella sezione “macchine usate”, tra gli annunci di escavatori, pale, piattaforme, trattori e camion è infatti comparso anche quello di una locomotiva a vapore del 1915, messa in vendita a Chiuduno.

Si tratta di una Breda 740 247 ed è in grado ancora di funzionare, secondo la descrizione del rivenditore di macchine edili Global Macchine che ha pubblicato l’avviso sul portale. Tutte le parti sono in ottimo stato, gli impianti sono stati messi a nuovo e sono in grado di riprodurre i rumori, l’aspetto, il fumo del camino e lo scarico di vapore a lato della locomotiva.

locomotiva breda_740_267_latoLa Breda 740 247 è uno dei pochi esemplari rimasti in buono stato tra i 470 prodotti nei primi del ‘900, l’ultima ad essere stata prodotta prima della Grande Guerra.

La locomotiva effettuava il suo onorato servizio sulla tratta Viareggio Ventimiglia. Si è occupata principalmente del traino di convogli merce per poi andare in pensione in un deposito di Novi Ligure dove c’è rimasta 60 anni, fino a quando una segnalazione delle FS ha fatto sì che venisse esposta al museo delle Comunicazioni di Cormano.

Ora appartiene a un amatore bergamasco che ha deciso di metterla in vendita. Nel prezzo (la trattativa è riservata) sono inclusi tender e binari.




Rossi si appella a Facebook, ma non è col populismo che si salva il trasporto locale

Matteo Rossi
Matteo Rossi

A volte, il presidente della Provincia Matteo Rossi pare una versione maschile di Alice nel paese delle meraviglie. Per quanto relativamente giovane, conosce i marosi della politica da almeno un paio di decenni e certo non può dirsi estraneo alle logiche e ai giochetti di quel mondo. Eppure, ogni tre per due lo si vede saltar su a lamentarsi perché l’abolizione dell’Amministrazione di via Tasso, voluta dal premier e segretario del Pd (il suo partito) Matteo Renzi e firmata dall’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio (anch’egli del Pd), si è rivelata un pastrocchio che ha lasciato in vita un simulacro quasi privo di competenza e con risorse ridotte ai minimi termini. Farebbe un torto alla sua e nostra intelligenza, Rossi, se dicesse che non sapeva, al momento dell’accettazione della candidatura, che questa era la situazione. Il contrario porterebbe a considerarlo uno sprovveduto, cosa che non è.

Proprio perché non è un principiante alle prime armi, sapeva a cosa andava incontro ed ora deve far fronte all’impegno preso con i modi e i toni che si confanno ad un rappresentante delle istituzioni. Stona, a volere essere generosi, imbattersi in una riflessione-appello postata su Facebook, dove pare sia molto attivo, a proposito dei continui tagli che stanno mettendo in ginocchio il trasporto pubblico locale. Il nostro Matteo-Alice si è scoperto improvvisamente solo di fronte alle proteste sempre più vibranti degli utenti e allora se ne è uscito con un attacco general-generico che non pare molto coraggioso. “C’è uno scandaloso silenzio su questa vicenda” tuona il presidente. “Chi parla lo fa solo per dare la colpa a qualcun altro, senza approfondire” affonda il colpo senza precisare il destinatario, per poi sottolineare: “Aspettiamo un segnale, un ordine del giorno, una mozione, una convocazione da parte di qualcuno” (chi?). Fino all’appello finale ai cittadini-fan di Fb: “C’è un muro di gomma che dobbiamo rompere, e vi chiedo una mano. Condividiamo l’appello, facciamoci sentire, chiediamo risposte, pretendiamole”.
Roba da applausi, a prima vista, se non fosse che Rossi sa benissimo chi sono gli interlocutori a cui dovrebbe rivolgersi. E non da cittadino, ma da presidente della Provincia. Uno è il governo che è guidato dal suo segretario e che vanta, tra i ministri più in vista, il bergamasco, nonché suo capocorrente (“Sinistra è cambiamento”), Maurizio Martina. Gioca in casa, se non riesce a parlarci direttamente, veda di scambiare con loro almeno un tweet. Se non trova udienza, abbia il coraggio di dirlo ad alta voce, non limitandosi a parlare di un generico “scandaloso silenzio”.

L’altro soggetto da chiamare a render conto è la Regione. Qui Rossi è perfino avvantaggiato perché all’assessorato ai Trasporti c’è quell’Alessandro Sorte con cui, quando questi vestiva i panni di coordinatore provinciale di Forza Italia, ha firmato nientemeno che il “patto costituente” (perifrasi nobile di quello che non è altro che un inciucio) su cui si regge la maggioranza di via Tasso. Visto che si vedono anche in momenti di relax, forse è il caso di approfittarne. Non foss’altro per richiamare chi da un lato sostiene la Provincia e dall’altro, legittimamente dal suo punto di vista, attacca Renzi come l’affamatore degli enti locali. La lettera che gli ha mandato è opportuna, ma gli esercizi epistolari spesso si rivelano retorici e, alla fin fine, stucchevoli.

Insomma, detto in termini terra terra, Rossi deve decidere che ruolo vuole giocare. Se davvero crede fino in fondo in quello che fa, e ritiene che si sia arrivati ad un punto di non ritorno, non deve far altro che alzare la voce, chiamare ciascuno alle proprie responsabilità e, sulla base delle risposte, agire di conseguenza. Compresa la possibilità di rimettere il mandato. Se il gioco non sta in piedi chiamarsi fuori non è un gesto di vigliaccheria. E’ l’unico modo di dimostrare che il re è nudo. Darsi al populismo forse aiuta ad accrescere la popolarità su Facebook, non certo a risolvere i problemi.




Italcementi, i sindacati: “Vogliamo risposte dalla Heidelberg”

Italcementi CaluscoLe segreterie nazionali di Feneal Filca e Fillea, dopo la valutazione congiunta con il coordinamento nazionale  delle Rsu, hanno chiesto un incontro al gruppo dirigente di Heidelberg. A circa un mese e mezzo dalla presentazione in sede ministeriale ( MISE) delle proposte sindacali, Heidelberg non ha né fissato la data di incontro, né ha dato alcun cenno di merito sulle questioni poste. “Nel frattempo, però,  – si legge sulla nota sindacale – la presenza di alcuni dirigenti nella sede di Bergamo e il lavoro di analisi, di conoscenza e di possibili sinergie operative, raccontano che il processo di accorpamento del gruppo Italcementi nel gruppo Heidelberg procede a ritmi veloci”. I sindacati chiedono risposte alle questioni poste: per questo motivo domani le lavoratrici e i lavoratori di Italcementi, in un’assemblea pubblica alle 17, a Bergamo, al cineteatro del Borgo in via Borgo Palazzo 51, incontreranno cittadini, istituzioni e partiti politici. L’obiettivo è condividere con loro i problemi al fine di agire in sinergia per trovare concrete soluzioni a partire dalla proroga di Cigs complessa, dalle risposte dovute e dalla presentazione del piano industriale. “L’assordante silenzio che si è diffuso ieri davanti al Palazzo Frizzoni a Bergamo, compensato dall’assordante rumore dei palloncini fatti scoppiare nell’iniziativa del flash mob dei dipendenti  – recita la nota sindacale – narrano quanto sia elevato il coinvolgimento delle persone nel destino di una grande azienda che hanno contribuito a creare”. I sindacati chiedono al presidente della Regione Lombardia di ricevere la delegazione sindacale, perché la presenza del gruppo nel territorio è significativa e non è possibile sottovalutare i problemi dei lavoratori. Intanto è stato proclamato uno sciopero: è stato fissato per il 30 ottobre e ad incrociare le braccia per otto ore saranno chiamati gli impiegati della sede di via Madonna della Neve, del Centro Tecnico di Gruppo e della Calcestruzzi.




Gustando Sel…Vino, tour in 24 locali tra etichette del territorio e menù tipici

Sono 24 i locali dell’altopiano di Selvino Aviatico – tra ristoranti, pizzerie, alberghi, gastronomie, pub e bar – che sabato 24 e domenica 25 ottobre partecipano a “Gustando SelVino”, seconda edizione della rassegna gastronomica che fa assaggiare le diverse proposte a prezzi speciali.

Organizzato dal comitato turistico, in collaborazione con il Comune di Selvino e di Aviatico, il percorso prevede menù tipici, ma anche aperitivi, taglieri, piatti take away, colazioni e pacchetti con pernottamento, senza dimenticare le offerte per i bambini.

La novità di quest’anno è la “Card degustazione”, che al prezzo di 10 euro permette di degustare 10 vini del territorio nelle insegne che segnalano l’adesione al circuito. La card si può utilizzare sia sabato sia domenica e permette di usufruire anche del servizio gratuito di bus navetta, messo a disposizione il sabato dalle 15 alle 23 e per tutta la giornata di domenica. Si può acquistare nelle postazioni di piazza Europa, piazza del Comune e al Monte Purito.

Gustando SelVino vuole vivacizzare la località turistica anche fuori stagione, per questo si accompagna a bancarelle di dolci, crepes e frittelle, zucchero filato, aziende vinicole e agriturismi, presenti sulle principali piazze del paese, musica e intrattenimento. Il sabato pomeriggio sarà dedicato, in particolare, ai più piccoli. Nella piazza del Comune ci saranno “Enjoy the Summer”, tanta animazione, il truccabimbi e baby dance finale per tutti verso le ore 18. Sabato sera, alle ore 22,30 nella Sala Congressi sarà invece offerto gratuitamente il concerto tributo ai Pink Floyd della band Shine On Project di Bergamo, mentre domenica mattina in piazza Europa si esibiranno i Mismountainboys.




Sempre più badanti irregolari. A Bergamo sono almeno 20mila

“È in atto uno spostamento verso il nero, continuo e costante, nel campo del lavoro privato di cura. Sempre più badanti “spariscono” dal censimento delle centrali di gestione del lavoro, andando a rinforzare l’esercito di clandestini, evasori fiscali a tutti gli effetti”. Onesto Recanati, responsabile nella segreteria della Fnp Cisl di Bergamo dell’area welfare, non usa giri di parole nell’analisi dei dati forniti dal servizio Colf&badanti della Cisl e di Apicolf Bergamo. “Una tendenza che prosegue dal 2012. Speriamo sinceramente che la nuova legge sulla cura familiare della Regione Lombardia, pur tra mille contraddizioni, possa porre un freno a questo andazzo, e porti professionalità e regole certe in questo settore sempre più importante nella nostra società e nella nostra economia”. In provincia di Bergamo ci sono 325.472 abitanti con un’età superiore ai 65 anni, più del 30% della popolazione totale. Di questi, si può facilmente stimare che quasi 60mila siano non autosufficienti. Se si aggiungono gli anziani che vivono soli o quelli che per motivi “passeggeri” hanno bisogno di sostegno, si può facilmente comprendere come il problema dell’assistenza sia uno degli aspetti più importanti nella discussione politica e sociale. La Regione Lombardia ha cercato di muovere alcuni passi, promulgando la legge 15, “Interventi a favore del lavoro di assistenza e cura degli assistenti familiari”, nella quale si possono ritrovare spunti cari alle sigle sindacali che da tempo si battono per una regolamentazione del lavoro di cura e per un intervento di sostegno alle famiglie. “Abbiamo salutato con interesse l’approvazione della legge – dice Recanati -, adesso vorremmo capire quali gambe verranno date alla stessa, dal momento che il provvedimento regionale è stato finanziato con 700mila euro, che ripartiti sul centinaio di ambiti territoriali della Lombardia equivarrebbero a 7mila euro a testa”. Eppure, le ambizioni della “15” sono notevoli, a partire da quella dell’emersione dal nero di un vero e proprio esercito di badanti, soprattutto straniere, che da qualche anno sostengono le famiglie nella cura degli anziani. Badanti

A Bergamo, risultano 11.000 badanti regolari, e se ne stimano almeno 20.000 “clandestine”. Negli archivi del servizio Colf & Badanti della Cisl figurano, nell’anno 2013, 1.615 contatti, scesi a 1.585 lo scorso anno. Tra i dati forniti da Apicolf, invece, la discesa del “lavoro regolare” è censita dal 2012. Erano 779 tre anni fa, 614 nel 2013 e 411 nel 2014. Tra gli altri obiettivi della Regione, creare corsi di formazione per le badanti; istituire un albo professionale delle assistenti familiari e aprire sportelli per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. “Tutto questo lavoro ricadrà inevitabilmente sugli ambiti e sui comuni – insiste Recanati -, e la Regione pensa di favorirli con 7mila euro ad ambito? Non crede che il lodevole impegno di far emergere il nero, si scontrerà con le esigenze delle famiglie che non riusciranno a sostenere una spesa “regolamentata e qualificata professionalmente”? Non inseguiamo certo le voglie di evadere il fisco ben presenti in questo settore (sia da parte delle famiglie, che delle badanti, che hanno ben imparato a sfruttare le pieghe delle assistenze sociali), ma è innegabile che senza incentivi fiscali o “in contante”, un lodevole obiettivo come questo finirà per scontrarsi con cinismi e interessi personali certamente meno nobili”. A tal proposito, dunque, va ricordato che i comuni lombardi servivano attraverso l’assistenza domiciliare socio – assistenziale l’1,8% degli anziani nel 2009, quota scesa all’1,4% nel 2012.

Tra le pieghe della legge regionale, la Fnp Cisl bergamasca, comunque, trova altre pecche. Prima fra tutte, l’anticipazione della “resa” del pubblico nel campo dell’assistenza domiciliare. “Suona preoccupante l’idea da parte della Regione di liberare le Asl, alla vigilia della nuova regolamentazione territoriale, di un’incombenza pesante come quella dell’Adi e del Sad, in pratica legittimando il privato ad arrangiarsi. Questa “pratica” si aggiunge alle liste d’attesa per le RSA che, nel 2014, vedevano Bergamo primeggiare in regione con oltre 7000 domande giacenti”.




Cambiamento climatico, Luca Mercalli fa il punto alla Settimana per l’Energia

Luca-MercalliLuca Mercalli, conduttore del programma di RAI3 ScalaMercalli e presidente della Società Metereologica Italiana, sarà a Bergamo venerdì 23 ottobre alle 14.30 nella sede di Confartigianato (in via Torretta 12), per un incontro dal titolo “Crisi ambientale e cambiamento climatico: rischi e opportunità, in attesa della conferenza Onu di Parigi” con una tavola rotonda dove imprese e istituzioni del territorio si confronteranno sul tema della crisi ambientale, nell’ambito della Settimana per l’Energia.

Sul piatto i grandi mutamenti in atto, che condizioneranno l’umanità di domani. Cambiamento climatico, inquinamento di aria, acqua, suoli, deforestazione, perdita di biodiversità, acidificazione degli oceani e aumento del loro livello, sovrasfruttamento delle risorse naturali e dell’acqua: il seminario evidenzia come affrontarli oggi sia indispensabile, in quanto la loro dimensione, quando diverrà evidente, non sarà più mitigabile e il loro procedere diventerà irreversibile. Ma vuole anche ricordare che da enorme rischio inedito e incombente, questo potrebbe rivelarsi anche una grande occasione per sviluppare energie rinnovabili ed efficienza energetica, economia circolare, riciclo dei rifiuti, agricoltura ecologica, le uniche basi possibili di una sostenibilità a lungo termine. L’esito della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite attesa a Parigi in dicembre sarà l’indicatore di quale strada vorremo scegliere.

Il programma

ore 14.30 SALUTI

Angelo Carrara, presidente Confartigianato Bergamo

ore 14.45 INTERVENTO

Luca Mercalli, presidente Società Meteorologica Italiana e conduttore RAI3 ScalaMercalli
“Crisi ambientale e cambiamento climatico: rischi e opportunità, in attesa della conferenza ONU di Parigi(COP21, dicembre 2015)”

ore 16 TAVOLA ROTONDA – CONFRONTO TRA IMPRENDITORI E ISTITUZIONI DEL TERRITORIO
  • Angelo Carrara, presidente Confartigianato Bergamo
  • Claudia Terzi, assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Regione Lombardia
  • Roberto Sancinelli, presidente Montello Spa
  • Ottorino Bettineschi, presidente Ance Bergamo
  • Alessandra Ferrari, presidente Ordine Architetti Bergamo
  • Guido Barcella, presidente Barcella Elettroforniture
  • Daniele Riva, presidente C.En.P.I. (Confartigianato Energia per le Imprese)
  • Niccolò Carretta, consigliere Comune di Bergamo
  • Luca Gotti, direttore territoriale Bergamo Città e Valle Brembana Banca Popolare di Bergamo.

Il seminario è valido al fine del rilascio di 3 CFP da parte del Collegio dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Bergamo e di 1 CFP da parte del Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Bergamo.

Tutti gli incontri della “Settimana per l’Energia” sono a ingresso libero e gratuito, ma per la partecipazione è richiesta la registrazione sul sito www.settimanaenergia.it.

 




Val Cavallina e lago di Endine, decolla l’agenzia turistica

Val cavallinaLa Val Cavallina prende ad esempio la Val Seriana e la Val di Scalve e cerca nel turismo una chiave di rilancio e valorizzazione del territorio. Si ispira infatti e si avvale della collaborazione di PromoSerio, l’agenzia di sviluppo turistico che ha dato unità e coordinamento alle iniziative seriane, il Comitato Turistico in fase di costituzione “inValCavallina”, patrocinato e sostenuto economicamente di 18 comuni, da San Paolo d’Argon a Endine Gaiano.

La nuova realtà ha l’obiettivo di «dare un volto nuovo e strutturato alla nostra bella valle con il nostro piccolo e incantevole lago» spiegano i promotori, consapevoli che «fare un buon lavoro in sinergia non solo è possibile ma indispensabile per poter garantire la sopravvivenza nel settore turistico-culturale di un intero territorio con la propria identità».

Raccolto il consenso e l’impegno delle Amministrazioni comunali, ora il progetto, per essere pronto per la stagione 2016, vuole farsi conoscere agli operatori privati, componente indispensabile per la definizione e lo sviluppo delle iniziative. Per questo è stata organizzata un’assemblea pubblica informativa aperta a tutti, ma in special modo agli imprenditori e alle aziende di tutte le categorie, che oltre a conoscere i dettagli dell’azione potranno essere coinvolti nei comitati e progetti tematici da lanciare nel nuovo anno.

L’appuntamento è fissato per venerdì 30 ottobre alle ore 21 nel cineteatro Nuovo di Trescore Balneario. A dicembre invece – presumibilmente il 12 – l’assemblea plenaria provvederà alla ratifica dei consiglieri tra i quali sarà eletto il presidente di inValCavallina. A Promoserio è affidato il compito della gestione manageriale ed amministrativa del Comitato per il prossimo triennio.

La scaletta dei lavori del Comitato Turistico è già ben chiara. Prevede innanzitutto la creazione e l’aggiornamento di un sito internet dedicato al territorio, agli eventi e alla ricettività, ma anche lo studio e lo sviluppo di un marchio turistico e la realizzazione e pubblicazione di materiale informativo, di un libretto con gli eventi stagionali oltre a campagne pubblicitarie mirate.

C’è anche l’idea di valorizzare specifici segmenti de prodotto turistico, con particolare riferimento all’arte, ai musei, allo sport, alla natura, al lago e alla montagna, la creazione di un progetto dedicato agli affitti turistici con la realizzazione di pacchetti, itinerari e di un sistema di prenotazione on line per hotel, bed and breakfast e affittacamere.

Non manca la partecipazione a fiere e manifestazioni, la promozione di nuovi eventi locali ma anche il coordinamento e la razionalizzazione di quelli già esistenti, nonché la partecipazione a bandi e progetti pubblici e privati. Il Comitato Turistico gestirà anche lo Iat Valcavallina e le altre attività delegate dai Comuni e dai privati sui temi della promozione e dell’accoglienza turistica.

I COMUNI ADERENTI

I Comuni aderenti ad In ValCavallina sono 18 e abbracciano l’intero territorio valligiano: Bianzano, Ranzanico, Endine Gaiano, Spinone al Lago, Monasterolo del Castello per l’area del Lago di Endine; Casazza, Gaverina Terme, Grone, Borgo di Terzo, Vigano San Martino, Luzzana, Berzo San Fermo per la Media Val Cavallina; Trescore Balneario, Cenate Sopra, Cenate Sotto, Entratico, San Paolo d’Argon, Zandobbio per la Bassa Val Cavallina.