Tra storia e festa, ottanta discoteche si ritrovano a Soncino

river 2Il River Club di Soncino, discoteca frequentatissima dal popolo della notte bergamasco, festeggia i 45 anni con un evento speciale. Ha infatti invitato al compleanno i club che hanno scritto momenti importanti nella storia della musica e del divertimento di tutta la penisola unendo alla celebrazione dell’anniversario quello del mondo della “dance” e dei suoi protagonisti.

All’invito – mercoledì 21 ottobre, a partire dalle ore 20,30 per la cena, con ingresso dopo cena dalle 22,30 – hanno risposto ben ottanta locali, tra i quali La Baia Imperiale, Pascià, Pineta di Milano Marittima, Hollywood e tanti altri nomi di spicco, presenti con un proprio dj che contribuirà alla serata con il suo personale stile musicale. Si formerà così unica e irripetibile colonna sonora a rappresentare ambienti, suoni ed atmosfere dei mitici anni 80 e 90.

Per ricordare l’incontro a tutti i locali sarà consegnato un originale 45 giri d’argento, che ben si sposa con il compleanno.

In un panorama sempre più dinamico, dove le insegne si alternano velocemente quando non chiudono, il club di Soncino si distingue per longevità e continuità di gestione. «Per noi è un bel traguardo – commenta patron Alberto Cometti -, ci piaceva però condividerlo con colleghi e addetti ai lavori, vecchie e nuove conoscenze per celebrare tutti insieme il nostro mondo e la nostra storia».




Epis (Ascom): “Servono incentivi per svecchiare il parco auto circolante”

Si parlerà del mercato dell’auto e delle sue reali prospettive venerdì 23 ottobre all’Unione Confcommercio Milano nell’incontro dal titolo “Automotive, ripresa o ripresina? E’ il momento di dare sostegno al settore!”, organizzato da Federmotorizzazione-Confcommercio in collaborazione con Assomobilità e Quattroruote Professional a partire dalle ore 10 in Sala Colucci. Al centro del convegno ci saranno gli studi di settore e le indicazioni su Sistri – tassa dei rifiuti, la detraibilità e la fiscalità sulle automobili, il Registro Unico Automobilistico, il passaggio dalla tassa IPT a IRI, ma anche aspetti che riguardano direttamente la professione come la credibilità e la trasparenza del comparto. All’incontro interverranno il presidente di Federmotorizzazione Simonpaolo Buongiardino, l’onorevole Vincenzo Garofalo, vicepresidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera e anche il bergamasco Loreno Epis, presidente degli Autosalonisti Ascom e membro consiglio direttivo di Federmotorizzazione che spiega: “Federmotorizzazione, forte di un bacino esteso di associati specializzati nel settore automotive, vuole svolgere un ruolo di riferimento in ambito nazionale e proporsi come primo interlocutore con le Istituzioni. L’obiettivo è creare un tavolo permanente con i ministeri interessati per la soluzione dei problemi più urgenti a livello nazionale”.  In Italia quasi tre quarti delle vetture vendute sono auto usate e il settore con tutta la sua filiera – autosaloni multimarca, concessionari, agenzie pratiche automobilistiche –Unasca, ricambisti, centri di assistenza e riparazione, ecc. – genera un indotto economico di pari livello a quello delle auto nuove. “Quest’anno – spiega Epis – i passaggi di proprietà al netto delle minivolture sono già oltre 2.500.000, quindi con le sole imposte IPT, a livello provinciale, e vedremo se poi confluiranno a livello regionale, generano un gettito di quasi 10.000.000 di euro diretto. La nostra proposta, che interessa un bacino di più di 5.000 Partite Iva dedicate al settore della vendita di autovetture usate – dice Epis – è di chiedere incentivi per la sostituzione di autovetture altamente inquinanti (benzina Euro: 0 – 1-2 diesel Euro 1-2-3: parliamo di circa 10milioni di autovetture su tutto il territorio nazionale), per le autovetture nuove, e per le autovetture usate di ultima generazione Euro 5 -6  (sia diesel che benzina). Accogliendo questa proposta si darebbe ulteriore impulso allo svecchiamento del parco circolante e si ridurrebbero notevolmente le emissioni nocive. Gli incentivi aiuterebbero inoltre le fasce più deboli dei consumatori, permettendo di acquistare l’autovettura con un minore impegno economico, coerentemente con il periodo di difficoltà economica che stiamo attraversando.




Unesco, il sindaco firma il protocollo d’intesa

Mura VeneteIl Sindaco di Bergamo Giorgio Gori è a Roma per la firma del protocollo d’intesa e del “Memorandum of Understanding” Unesco da parte del ministro della Cultura Dario Franceschini e del suo omologo croato Berislav Sipus. La firma avrà luogo infatti oggi pomeriggio nel Salone del Ministro. L’incontro si struttura in due parti distinte: in una prima parte la firma di un protocollo d’intesa, mentre nella seconda i due ministri presenzieranno, insieme con i Sindaci di Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda alla sottoscrizione del Memorandum of Understanding d’appoggio alla candidatura, per sancire l’accordo sulla candidatura Unesco tra Italia, Croazia e Montenegro, da parte del Segretario Generale del Mi.B.A.C.T. e dell’Ambasciatore della Croazia a Roma. Sarà presente anche l’Ambasciatore del Montenegro a Roma, Antun Sbutega, in rappresentanza del ministero della cultura montenegrino. Continua quindi il lavoro sulla candidatura delle Opere di Difesa Veneziane tra il XV e il XVII secolo, una candidatura che vede Bergamo come Comune capofila e che coinvolge 3 nazioni diverse, ben 11 luoghi e altrettante città. Il dossier di candidatura è stato completato ed è attualmente in corso la fase di perfezionamento del documento verso quella versione definitiva che entro l’anno sarà presentata alla commissione nazionale Unesco.




Preparare una cena in 10 minuti? L’Accademia del Gusto insegna come stupire gli ospiti

chef

Per chi lavora e ha poco tempo per cucinare ma ama invitare parenti e amici, arriva un laboratorio ad hoc. Si intitola “Dieci minuti per preparare la cena” ed è proposto dall’Accademia del Gusto di Osio Sotto giovedì 5 novembre. E’ un laboratorio di tre ore che offre ricette, trucchi e consigli per portare in tavola piatti originali e gustosi in pochi minuti. Con la chef Francesca Marsetti, nello spazio di una serata (dalle 20 alle 23) si impara a realizzare un menù completo di prelibatezze dolci e salate, piatti semplici, veloci e salutari. Il corso si svolge nel laboratorio pratico della scuola di cucina dove ogni partecipante ha a disposizione una postazione attrezzata per realizzare direttamente le ricette. Durante le lezioni si realizzano almeno tre ricette che poi si degusteranno insieme alla chef. Per informazioni e iscrizioni: Ascom Formazione, tel. 035.41.85.706/707/715 o info@ascomformazione.it (sito web: www.ascomformazione.it).

 

 




Farmer’s market senza regole, la Fida scende in campo

Farmers-MarketSull’esercizio della vendita diretta di prodotti in prevalenza propri da parte delle imprese agricole (così detti farmer’s market), una nota del ministero delle Politiche Agricole del 7 agosto scorso fornisce un’interpretazione diametralmente opposta a quella fin qui fornita, in più di un’occasione, dal ministero dello Sviluppo Economico.

«Il mondo agricolo cercava da tempo di arrivare a questo risultato – spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente di FIDA, la Federazione Italiana dei Dettaglianti dell’Alimentazione – e lo ha fatto anche attraverso iniziative di tipo legislativo che fortunatamente sono naufragate in Parlamento. Poi il ministero dello Sviluppo Economico ha dato un’interpretazione che confermava le nostre posizioni tutelando il mercato e la concorrenza leale tra tutti gli operatori. Vi si stabiliva infatti che i farmer’s market sono possibili, sì, ma a condizione che si tratti di spazi all’interno di poderi o di aree mercatali con vendita diretta». «Ora la nuova nota del ministero delle Politiche Agricole apre la possibilità per ogni impresa agricola di esercitare la vendita diretta in qualsiasi spazio di cui abbia disponibilità, senza dover rispettare le regole che i negozi alimentari sono tenuti invece ad osservare. Questo – conclude Donatella Prampolini Manzini – è uno sgambetto alla concorrenza e al mercato. Voglio sottolineare che noi non temiamo la concorrenza, purché essa sia leale e preveda regole uguali per tutti gli operatori che servono lo stesso mercato. Questa nuova interpretazione del ministero delle Politiche Agricole, al contrario, favorisce una sola categoria di operatori, le imprese agricole, consentendo loro di operare sullo stesso mercato dei dettaglianti alimentari ma con regole semplificate: questo non è accettabile».




Sacbo, l’integrazione con Sea preoccupa le imprese. Radici: «Mantenere l’autonomia è un dovere»

Non sono mancati i “ma” e le preoccupazioni nel confronto che il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti ha promosso tra i vertici della Sacbo e il mondo imprenditoriale bergamasco sui contenuti e le prospettive dell’ipotesi di fusione tra Sacbo e Sea e sul futuro dell’aeroporto di Orio al Serio. Il rischio, del resto, è di perdere uno dei gioielli dell’economia del territorio con tutte le ricadute conseguenti.

Non concedere più del dovuto all’alleata milanese, che ha dalla sua numeri ben più pesanti (700 milioni di fatturato contro 110 milioni ), è però anche un punto fermo della società di gestione dello scalo di Orio, di cui Sea è già azionista per il 30%. «L’ipotesi – ha ricordato il presidente Miro Radici – è dare vita ad una newco nella quale gli azionisti bergamaschi porteranno le proprie quote. Ottenere in questa nuova compagine il 35-40% del peso non è solo un obiettivo ma un dovere, perché permette di influire sulle operazioni straordinarie per le quali occorre una maggioranza qualificata di due terzi». «I due Cda hanno approvato lo schema di newco ora le questioni sul tavolo sono quella della governance e dell’autonomia gestionale, che ci permetta da continuare a lavorare bene come abbiamo fatto sin ora. Se non riusciremo ad avere l’autonomia si ferma tutto», ha affermato con sicurezza.

Dal punto di vista dello sviluppo aziendale, il progetto «non solo ha le gambe per correre – ha evidenziato Radici – ma per andare a mille all’ora. Si creerà un sistema forte di 40 milioni di passeggeri, un po’ meno di Fiumicino, ma con grandi spazi di crescita visto che Malpensa non ha ancora recuperato il vuoto lasciato da Alitalia. Senza contare tutte le sinergie che si potranno sviluppare, in termini di amministrazione, finanza e It. È un’operazione che dal punto di vista aziendale nessuno può contestare. La scelta è se giocare in difesa in un campionato modesto o giocare una partita importante in Europa. Con l’aggregazione si entra in un sistema europeo e ciò non può che fare bene anche alle aziende bergamasche».

«L’aggregazione con Sea non è l’unica strada possibile – ha precisato dal suo ruolo di analista imparziale il professor Stefano Paleari, incaricato dalle due società di realizzare lo studio per valutare i passi e le modalità per l’integrazione -, ciò che però è rischioso è il modello dello stand alone, servirebbe perciò comunque un’alternativa». Perché il contesto in cui oggi operano gli aeroporti è sempre più dinamico e incerto. «Tra forte concentrazione dei vettori, alto tasso di attivazione e disattivazione delle rotte (pari al 15-20%), nuove politiche degli investitori e concorrenza dell’alta velocità, il dato più importante dell’operazione tra Sacbo e Sea sarebbe proprio la possibilità di diminuire il rischio d’impresa», ha affermato Paleari. Ma sono ben otto vantaggi che ha messo nero su bianco e tra questi c’è anche il fatto che si viene a creare quel sistema aeroportuale previsto dal Piano nazionale degli aeroporti «che inserisce Orio al Serio in un bacino definito unico e strategico, e quindi oggetto anche di possibili finanziamenti». «Non si sta parlando dell’integrazione tra due società – da precisato – ma di tre aeroporti a creare un sistema». Da qui la necessità di condividere i piani infrastrutturali con le istituzioni, a cominciare dalla Regione, raccomandando – ed è un’istanza condivisa e ribadita dai vertici Sacbo – l’accesso ferroviario all’aeroporto.

Consapevoli della necessità di volare più alto, i rappresentanti dell’impresa bergamasca hanno anche espresso i propri timori. Tra questi Giovanni Zambonelli, presidente degli albergatori Ascom e componente del Consiglio camerale. «Obiettivo della newco è la quotazione in borsa – ha detto – e cosa possiamo dire di ciò che sarà il controllo in futuro, considerando che tra gli attuali soci ci sono Comune di Bergamo e Provincia, più intenzionati a fare cassa, Ubi Banca che sta diventando una Spa, Credito Bergamasco che è del gruppo Banco Popolare e Italcementi che è diventata tedesca? Credo che sia importante guardare anche un po’ più in là dell’oggi e pensare di garantire il contatto con il territorio anche su un periodo più lungo».

A lui e alla platea perplessa ha risposto il direttore generale di Sacbo Emilio Bellingardi con scenari ben più drastici in caso si rimanga ancorati al concetto di “piccolo è bello”. «Si tratta di fare un piccolo passo indietro per fare un grande passo in avanti. L’obiettivo è che Sacbo continui a contare come merita, diversamente il rischio è consegnare a qualcun altro le chiavi dell’accessibilità del territorio».

«Fiducioso di un’operazione che darà risultati nel tempo» si è infine detto il presidente della Camera di Commercio Malvestiti, sottolineando il metodo dell’Ente che «nel segno della trasparenza ha promosso questo momento di confronto su una questione così importante per il territorio e lo farà anche su altri temi, primo fra tutti quello del riordino del sistema camerale».




Vertenza Italcementi, flashmob davanti al Comune di Bergamo

Si svolgerà di fronte al palazzo del municipio di Bergamo, oggi dalle 12.30 alle 14.30, l’enorme flashmob di tutte le persone che si interrogano sulla vicenda Italcementi. Lavoratrici e lavoratori del gruppo Italcementi, cittadine, cittadini e istituzioni disegneranno con il proprio corpo un grande punto di domanda sulla situazione attuale del gruppo Italcementi. Le tre domande che rivolgeranno al Governo, alla direzione di Italcementi e a quella di Heidelberg narrano di una capacità di analisi delle RSU e del movimento sindacale a cui bisogna dare delle risposte. I problemi al centro della discussione sono: esigibilità della protezione sociale della proroga della CIGS complessa che rischia di essere annullata dalle norme del JOBS ACT che riducono gli ammortizzatori sociali; risposte alle proposte fatte in sede del ministero dello Sviluppo Economico da parte del Coordinamento Nazionale delle RSU sul centro Mondiale di Ricerca presso l’iLab di Bergamo, sul polo del mediterraneo del costituendo gruppo governato dalla sede di Bergamo, partenariato pubblico – privato sulla ricerca di nuovi materiali della filiera delle costruzioni; presentazione di un piano industriale che sia base di partenza di un confronto con le organizzazioni sindacali sull’assetto produttivo, gestionale, commerciale, di ricerca e innovazione in Italia del nuovo gruppo.

“L’assenza di una politica industriale in questo paese racconta di un governo lontano dalla vita quotidiana delle persone, la lunga attesa alle risposte nell’attuale fase di confronto sindacale evoca una distrazione di fondo del gruppo dirigente di Heidelberg che non può essere più tollerata – scrivono in una nota unitaria i sindacati – . Siamo consapevoli che sono strutturali le modifiche nel settore del cemento a livello mondiale (Fusione Lafarge/ Holcim, l’acquisizione da parte di Heidelberg di Italcementi), ma questo non deve traguardare l’alienazione del patrimonio di competenze professionali, di ricerca e innovazione che in Regione Lombardia e sul territorio di Bergamo sono presenti. Tutti attorno al punto di domanda umano disegnato con i nostri corpi, per dimostrare che la questione Italcementi è un problema sociale generale di questo paese e non solo sindacale”, conclude la nota.




Gioco d’azzardo, le contraddizioni di uno Stato che ignora la “terza via”

Sul tema del gioco lecito la settimana appena trascorsa è stata segnata da grandi novità. Non ci impressiona molto, forse perché siamo abituati che parti diverse dello Stato, che dovrebbero muoversi all’unisono, o quanto meno con gli stessi obiettivi su temi importanti, prendano decisioni contrastanti. Ciò che imbarazza è che gli annunci in piena contrapposizione siano addirittura concomitanti. Ma andiamo con ordine. Il Governo infila nella Legge di Stabilità l’autorizzazione per 22.000 nuovi punti azzardo che serviranno per rastrellare altri soldi. L’aumento della fiscalità sui giochi dovrebbe portare circa un miliardo di euro di nuove entrate che serviranno per sostenere la Legge Finanziaria. Nonostante la presa di posizione delle associazioni e di molti parlamentari di schieramenti assolutamente bipartisan, sembra ormai che le sorti finanziarie dell’Italia si reggano solo sulle disgrazie di chi si rovina con il gioco d’azzardo.

Lo Stato preferisce il male minore: essere considerato “biscazziere” piuttosto che lasciare spazio a mafie e a gioco illecito o alle piattaforme on line, che potrebbero spostare i giocatori verso dimensioni domestiche non controllabili, e i proventi verso società dei paradisi fiscali d’oltreoceano. Nuove sale giochi o punti azzardo significheranno maggiore spesa dei consumatori – non osiamo immaginare con quali contraccolpi di tipo sociale – o minori introiti per tutti coloro che oggi vivono o sopravvivono di gioco. Quest’ultima ricaduta avrà l’effetto di indebolire ulteriormente un settore già in difficoltà. Intanto, in Regione Lombardia la Giunta inasprisce le sanzioni a carico degli esercenti che violano le norme in tema di accesso-separazione delle sale ed esposizione di cartelli e materiale obbligatorio, e rifiutano di accogliere gli educatori e collaboratori ASL preposti all’aiuto dei giocatori affetti da ludopatia. Insomma, da una parte si rende possibile il gioco in nuovi punti, dall’altro si bastonano coloro che non rispettano i numerosi obblighi e divieti in questo campo. Intravediamo un disegno combinato: limitare i giochi nei piccoli punti vendita e nei pubblici esercizi, che oggi nella maggior parte dei casi sopravvivono con questi ricavi, per portarli verso le grandi sale gioco, favorendone ancora di più l’apertura e la maggiore capacità di gestire obblighi e divieti.

La nostra Associazione è preoccupata per quanto sta avvenendo. Proviamo una profonda tristezza per i giocatori patologici e problematici, giacché siamo consapevoli che dietro a queste situazioni ci sono sofferenza, solitudine e più di un problema familiare. Molti sono anche nostri associati. Ci preoccupa l’aumento del gioco, soprattutto in Lombardia e nella nostra provincia. Secondo le stime dell’ASL di Bergamo, ci sono dai 5.500 ai 24.400 giocatori patologici, pari al 2,2% della popolazione, e dai 14.000 fino ai 42.000 problematici, pari al 3,8% della popolazione, per una spesa nella sola città di Bergamo di 2.400 milioni all’anno, 1.700 euro procapite, minori compresi. Per questo l’Ascom, pur difendendo il gioco lecito negli esercizi commerciali, da tempo condivide i progetti che mirano alla sensibilizzazione e prevenzione in tema di gioco. Quanto viene drenato da slot, giochi Gratta e Vinci, ecc. è solo in piccola parte appannaggio dei piccoli esercizi e comunque è nemico dei consumi perché chi spende nel gioco rinuncia ad altre spese, spesso anche a quelle essenziali. Lo spostamento dell’offerta dei pubblici esercizi dalla somministrazione di alimenti e bevande ai giochi è un impoverimento della qualità e una caduta della professionalità della categoria. Lo scenario che vediamo configurarsi è lo spostamento del gioco lecito dai piccoli esercizi verso le sale gioco e sale scommesse anche attraverso lo spauracchio di sanzioni sempre più pesanti per inadempimenti assolutamente formali come la presenza di cartelli e materiale obbligatorio che però nessuno legge.

Prima si sono indebolite le tasche e le capacità degli esercenti, ora gli si toglie l’ancora di salvataggio del gioco con il rischio di chiusura di centinaia di locali. Ma siamo certi che è questa la strada per far guadagnare di più le casse dello Stato e per assistere meglio le patologie del gioco? Ammesso che sia possibile, e non lo è, far convivere questi due obiettivi noi pensiamo che alla fine farà crescere solo la spesa dei giocatori, a danno del territorio. Vorremo che la situazione fosse affrontata in un altro modo. La maggior parte dei piccoli esercenti, anche coloro che ha all’interno le macchine da gioco, ha a cuore le sorti dei propri clienti. Forse può abbinare il gioco consapevole agli altri consumi, e comunque contribuire nell’attività di prevenzione e informazione dei propri clienti. E’ quella che noi definiamo la terza via, tra bar slot e locali no slot e tra bar e sale giochi, ossia mantenere il gioco nei pubblici esercizi con gestori attenti e collaborativi verso l’accesso al gioco, che deve diventare consapevole e misurato. Quel gioco che pensiamo possa restare un divertimento come tanti altri e convivere con l’offerta di bar e negozi senza rovinare le persone.

 




Costa Valle Imagna, nominato il commissario prefettizio

Sabato 17 ottobre, sei dei dieci membri del consiglio comunale di Costa Valle Imagna, con unico atto presentato ed acquisito in pari data al protocollo comunale, hanno rassegnato contestualmente le dimissioni dalla carica. Si sono quindi creati gli estremi per attivare la procedura di scioglimento del consiglio comunale. In considerazione, peraltro, dell’impossibilità – determinatasi a seguito della descritta situazione – di assicurare il normale funzionamento degli organi di governo del comune e degli effetti che ne deriverebbero sulla regolare prosecuzione dell’attività degli uffici comunali, il Prefetto di Bergamo, Francesca Ferrandino, ritenuto che sussistano motivi di grave ed urgente necessità ha disposto la sospensione del consiglio comunale di Costa Valle Imagna e la nomina di un commissario per la provvisoria amministrazione dell’ente, nella persona di Rita Di Donna, dirigente del Servizio contabilità e gestione finanziaria di questa Prefettura. Il commissario provvederà all’amministrazione del Comune di Costa Valle Imagna fino alle prossime elezioni amministrative.




Rogno, da Comune e Dat contributi per commercio e turismo

Rogno_municipioLe imprese del commercio e del turismo con sede operativa a Rogno hanno tempo fino al 31 ottobre per richiedere i contributi messi a disposizione dal Bando del Distretto dell’Attrattività “Nel solco della Preistori@ dalle incisioni rupestri alla Smart Life”.

Il bando intende sostenere e incentivare gli interventi di miglioramento dell’attrattività degli esercizi commerciali in genere e dell’innovazione dei sistemi di offerta commerciale e turistica, con particolare attenzione all’utilizzo di tecnologie digitali.

La dotazione finanziaria è di 7.500 euro per gli interventi attuati nel Comune di Rogno. I contributi verranno assegnati in ordine cronologico di ricezione delle domande, sino a esaurimento delle risorse disponibili. Il finanziamento è possibile grazie ai fondi messi a disposizione dal Comune di Rogno.

Sono ammesse al bando spese per riqualificazione aree esterne (facciate e fronti strada); formazione; potenziamento area Wi-Fi; sistemi e tecnologie digitali per la promozione e vendita online dei prodotti; vetrine interattive, totem e smart poster; sistemi per la sicurezza.

Per i beneficiari il contributo a fondo perduto è pari al 50% della spesa ammessa e finanziata fino ad un massimo di 500 euro. Le domande di contributo devono essere compilate utilizzando l’apposito modello disponibile sul sito internet del Comune di Rogno e trasmesse al Comune di Darfo Boario Terme (ente capofila del Dat) a mezzo posta elettronica certificata (PEC)  all’indirizzo mail: comune.darfoboarioterme@pec.regione.lombardia.it (farà fede la ricevuta di accettazione). Per informazioni: info@comune.rogno.bg.it, tel. 035-967013.