Cavoli e dintorni, a Bergamo vince la tradizione

«Sapete come nascono i bambini? Sotto un cavolo», esclamavano divertite e con un pizzico di malizia le contadine affaccendate nei campi, quando vedevano passare qualche giovanotto. Quelle ragazze, che nel secolo scorso raccoglievano cavoli nelle piantagioni dell’Europa centrale con un punteruolo di legno, erano chiamate levatrici. Proprio come le ostetriche. Già, perché il loro compito era tagliare il cordone ombelicale che legava metaforicamente questi ortaggi alla terra. Eppure, la fantasiosa interpretazione di quelle giovani donne laboriose sull’origine della vita traeva spunto da presupposti reali. Simbolo di fecondità, il cavolo veniva seminato in marzo e raccolto dopo circa 9 mesi, come accade per la gestazione. In passato questa pianta rappresentava l’unico alimento capace di garantire il giusto apporto di vitamine e sali minerali nei freddi periodi invernali. E ancora oggi resta una delle verdure più gettonate, grazie alle molteplici proprietà benefiche e antitumorali decantate da esperti nutrizionisti.

Cavolo verza all'OrtomercatoArancioni, verde smeraldo e persino viola, le varietà di cavolo presenti in natura sono le più disparate. Nell’arco dei millenni, infatti, la grande famiglia delle brassicacee ha subito parecchi incroci che hanno prodotto una gamma pressoché infinita di queste piante. Dal pak choi orientale al cavolo nero toscano, dai broccoli ai cavolini di Bruxelles, dal cavolo riccio a quello rosso, dalle cime di rapa alla verza, c’è davvero l’imbarazzo della scelta per chi vuole sbizzarrirsi tra i fornelli. Eppure i bergamaschi a tavola scelgono quasi sempre la tradizione. E così, quando vanno a fare la spesa, preferiscono andare sul sicuro acquistando i cavolfiori bianchi: «I primi freddi hanno incentivato i consumatori ad acquistare cavoli per i minestroni o per le insalate a base di verdura cotta – conferma Ezio Benigni della BBR ortofrutta, azienda che si occupa di commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi o conservati all’Ortomercato di via Borgo Palazzo –. Il più acquistato è il cavolfiore bianco, seguito dal romanesco a piramide, che ha un sapore più dolce, e dai broccoletti. Il cavolo verde tondo, invece, si vende di più nel Bresciano e nel Veronese che in Bergamasca».

Fabio EustacchioIl prezzo dei cavoli può variare in base alla richiesta e alla deperibilità come spiega un produttore, Fabio Eustacchio, Orticola Eustacchio di Levate: «I cavoli che porto all’ortomercato di Bergamo sono stati raccolti il giorno precedente. Più tempo restano sui bancali, più il prezzo scende. Dopo la raccolta, un cavolo può durare circa una settimana prima di finire in padella. Ovviamente, prima lo si consuma, maggiori sono le proprietà nutritive di questo ortaggio. Per esempio a metà ottobre vendevo cavolfiori, broccoletti e cavolo romanesco a 80 centesimi al chilo, a fine ottobre a 1,20/1,50 al chilo. Il cavolo verza, invece, ha prezzi più stabili dai 40 ai 60 centesimi al chilo. Il problema è che ormai la gente è poco abituata a seguire la stagionalità di un prodotto. Oggi si trovano frutti e ortaggi estivi tutto l’anno, ma il prezzo in inverno è il doppio e la qualità è inferiore. E noi produttori diventiamo matti per accontentare il cliente». Dietro ogni ortaggio che finisce sui bancali, insomma, si nasconde una lunga storia. «E se i clienti la conoscessero – prosegue Fabio Eustacchio – pagherebbero volentieri il doppio per portarsi a casa questi cavoli. Per me lavorare è una passione, dormo pochissimo, mi alzo alle 2.30 per andare all’ortomercato di Bergamo a vendere la mia verdura. Ho 30 anni e lavoro in questa azienda insieme a mio padre Ferrante, a mio fratello e a mio zio da quando ne avevo 15. I cavoli che sto vendendo in questo periodo li ho seminati a maggio e raccolti a ottobre. Abbiamo avuto un buon raccolto, nonostante il caldo estivo. Per fortuna non ci sono state forti grandinate. Quando ad agosto la temperatura è salita a quasi 40 gradi, ho passato intere giornate a innaffiare le mie piantine e c’è una grande soddisfazione quando alla fine le vedi crescere bene, proprio come un figlio. Il vero ortolano non ha l’orologio al polso, segue la luce del sole. Quando viene buio presto, si passa dai campi al magazzino».

In generale, il consumo di cavoli quest’autunno è aumentato. Cavolfiore bianco, broccoletti e cavolo romanesco restano i più gettonati mentre le varietà colorate, dal viola all’arancione, rappresentano un mercato di nicchia e, vista la richiesta limitata, parecchi agricoltori sono restii a produrlo. A confermare questa tendenza è Martino Bonacina che, insieme al fratello Giancarlo, gestisce un’azienda agricola in via San Martino della Pigrizia: «Ho provato a coltivare i cavolfiori viola ma su 50 piante raccolte, 30 le ho mangiate io perché i bergamaschi preferiscono i prodotti classici. I tradizionali cavolfiori bianchi sono quelli che vanno di più. Al secondo posto c’è il cavolo romanesco a pigna. Qui sui colli i cavoli crescono molto meglio che in altre zone della Bergamasca. Il clima, l’orientamento dei raggi solari, la posizione, favoriscono la produzione. Ultimamente va molto di moda anche il cavolo nero. Colpa di Antonella Clerici – è la sua spiegazione – che nel suo programma ha sponsorizzato molto questa varietà che, fino a qualche tempo fa, era appannaggio della Toscana. Vista la crescente richiesta, l’anno prossimo ne produrrò qualcuno in più».

Angelo ViscardiTra le biodiversità più amate nel nostro territorio c’è poi una produzione autoctona: il cavolfiore dei Colli di Bergamo. Merito delle sue piccole dimensioni e delle sue foglie tenere. A coltivarlo da anni, con cura e dedizione, è Angelo Viscardi che nella sua azienda agricola in Borgo Canale fa crescere questi cavolfiori i cui semi vengono tramandati da generazioni. «Tutto è iniziato con mio nonno Luigi, poi è subentrato mio papà Battista e ora tocca a me conservare e preservare questa semenza di cavolo marzatico. Sono ormai rimasto uno dei pochi contadini a produrla. Ad ogni raccolto si selezionano i semi delle piante più belle e si riseminano la stagione successiva. Il mio cavolfiore si differenzia da quelli che si trovano in commercio perché è più piccolo e ha un colore panna-avorio. Le sue foglie sono così tenere che si possono mangiare cotte nel minestrone, hanno molte proprietà benefiche e curative. Sui Colli il mio cavolfiore cresce bene perché resiste alle gelate. Coltivo anche il cavolo nero perché c’è molta richiesta ma non con semi autoprodotti. E poi ho le foglie di verza che sono molto utilizzate nei ristoranti della Valle Seriana, in particolare a Clusone, per la preparazione del Capù, involtino di verza ripieno di carne trita».




Vino, la 4R diventa produttrice e recupera un vigneto nel centro di Rosciate

La 4R-Villa Domizia  di Torre de’ Roveri ha siglato un’alleanza con la Cantina Sociale Bergamasca di San Paolo d’Argon per ristrutturare e rilanciare 10 ettari di vigneto nel centro di Rosciate.

Un nuovo e interessante progetto si aggiunge quindi alle attività dell’azienda commerciale – tra le più vivaci nel settore della distribuzione di bevande e di vino, in primis per la zona orobica -, che da tempo ha sposato la causa del vino del territorio, diventando protagonista anche nella produzione, ormai prossima alla soglia delle 70mila bottiglie all’anno. Dal 1995, infatti, la 4R ha iniziato a dar vita a una gamma di vini in bottiglia in grado di rivalutare il territorio secondo un preciso disegno strategico e progettuale. Il tutto nella consapevolezza delle grandi opportunità offerte dai vini a denominazione di origine e con la voglia di offrire un concreto contributo alla tutela e alla promozione, tanto che il 7 marzo del 2002 la 4R è entrata a far parte del Consorzio Tutela Valcalepio, che tra l’altro uno dei quattro fratelli Rota, Enrico, presiederà dal 2011 al 2014.

«Da allora – spiega Giampietro Rota, presidente della 4R – la nostra passione e ricerca non ha più avuto tregua. E il percorso avviato ci ha portato a concludere anche un accordo storico con il maggior produttore di uve e di vino di Bergamo: la Cantina Sociale Bergamasca. La scelta sulla Cooperativa di San Paolo d’Argon, quale partner di riferimento, è assai facile da spiegare. La Cantina Sociale Bergamasca da sempre rappresenta il fulcro dell’innovazione in Valcalepio e da tempo desiderava intraprendere la strada della produzione biologica. Se a questo sommiamo il fatto che con la dirigenza della Cantina stessa è in atto una forte e motivata collaborazione da ormai 15 anni, diventa scontato comprendere i presupposti della scelta».

«Assieme a loro – annuncia Rota – abbiamo dato vita a un progetto ventennale che comprende la ristrutturazione e la lavorazione in comune di un vigneto di quasi 10 ettari nel comune di Scanzo, proprio nel centro di Rosciate. La novità, però, riguarda la filosofia che abbiamo scelto di seguire: il vigneto sarà coltivato allo scopo di ottenere una produzione biologica, nel pieno rispetto di quello che, ad ogni effetto, può essere considerato un vero e proprio giardino in mezzo al centro abitato. Strategie chiare, quindi, sempre con una visione lungimirante per anticipare le evoluzioni del mercato, soprattutto quello estero. L’esportazione è diventata per noi parte integrante della nostra missione. I mercati in cui operiamo, dal Lussemburgo al Brasile, dalla Corea del Sud al Belgio, come d’altro canto anche gli altri, sono assai sensibili alla produzione biologica».

L’intenzione è quella di produrre vini quali Valcalepio Bianco Doc, Valcalepio Rosso Doc, Terre del Colleoni Incrocio Manzoni 6.0.13 Doc e Terre del Colleoni Incrocio Terzi Doc. Proprio questi ultimi due vitigni sono oggi ancora poco coltivati a Bergamo e il problema dell’approvvigionamento di queste uve sta diventando assai serio, motivo in più per scegliere di gestire direttamente la produzione di uva. «Senza contare un altro aspetto che ci ha spinti a questa scelta – conclude Rota -, ovvero il contributo alla riqualificazione del territorio: abbiamo sempre insistito sull’importanza del rispetto di quella che è una grande peculiarità dell’enologia in Bergamasca, quella vicinanza ai centri abitati che fa della Valcalepio il “Giardino di Bergamo”. Quella del biologico è una sfida che in pochi hanno accettato nella nostra provincia e noi, assieme alla Cantina Sociale, siamo lieti di fungere ancora una volta da volano per quello che riteniamo essere un plus produttivo importante da presentare sul mercato».




L’azienda / Mail Boxes Etc., “Una storia di successo. E vi spiego perché”

Mail Boxes Etc

Caterina Arnoldi (in prima fila, con la giacca blu)  insieme al suo staff

 

 

Entrato a far parte della rete Mail Boxes Etc. nel novembre 1999, il Centro MBE 266 di Bergamo ha iniziato il suo percorso di crescita in via Borgo Palazzo. Prima al civico 65, poi, a inizio gennaio 2005, al civico 90. In quest’ultima sede ha operato fino al 5 maggio del 2014 quando è stato deciso lo spostamento nell’attuale grande sede di via Bellafino 10, al Centro Galassia. I “traslochi” si sono resi necessari per rispondere al bisogno di maggiori spazi che il lavoro andava via via richiedendo. Fin dall’inizio, il Centro MBE 266 è stato infatti protagonista di una crescita significativa sia a livello di fatturato che di personale assunto, grazie a una gamma di servizi, destinati sia all’utenza business che ai privati, che spazia dalle spedizioni nazionali e internazionali alla logistica e micro logistica, dal servizio di Grafica e stampa alla progettazione e realizzazione di Siti Internet, dal confezionamento e imballaggio, alle fotocopie, rilegature e fax, per finire con prodotti per l’ufficio e altro ancora. Mail Boxes Etc_1“E’ stato un percorso caratterizzato da impegno, abnegazione e sacrificio ma anche da entusiasmo, passione e grandissima determinazione – rimarca l’amministratrice Caterina Arnoldi – . Lo Staff, completamente coinvolto, ha raggiunto ottimi livelli di preparazione professionale e oggi ha un grande senso di appartenenza. Queste sono sempre state e sono le nostrecarte vincenti!”.

E’ per questi motivi che il fatturato di MBE 266 è cresciuto costantemente nel corso dei suoi 16 anni di vita. Lo scorso anno l’incremento ha toccato quota +21%. E anche quest’anno, il Centro MBE 266 di Bergamo continua a realizzare performance straordinarie a conferma dell’apprezzamento conquistato negli anni, della stima e della fedeltà dei propri clienti. Una storia di successo, insomma, ancor più degna di nota considerando il periodo caratterizzato da difficoltà e stagnazione dei consumi.

Le spedizioni continuano a costituire il profit principale per il Centro di via Bellafino. “MBE 266 – spiega Caterina Arnoldi, amministratore  – non effettua spedizioni: le gestisce. Questa è una fondamentale differenza e significa che l’azienda cliente consegna la merce o i documenti da spedire e non se ne deve più preoccupare. MBE genera i documenti di trasporto, dove necessario controlla o effettua l’imballo, tiene i rapporti con i Corrieri partner, segue la spedizione fino a destinazione, al bisogno effettua il “problem solving” e notifica al cliente l’avvenuta consegna. Il tutto unito a una consulenza di alto livello in merito a servizi, dogane, schede di sicurezza, ecc. In questo periodo dell’anno – aggiunge Arnoldi – gestiamo, con grande soddisfazione dei clienti, anche la regalistica natalizia. Nessun pacco smarrito o bottiglie rotte con MBE 266!”.

Mail Boxes Etc 266 BergamoAnche il settore Grafica & Stampa sta crescendo in modo considerevole: gestione eventi, decorazione vetrine, personalizzazione automezzi, stampa abbigliamento personalizzato, siti internet innovativi, ecc, sono l’espressione della “voglia di fare” dello staff e stanno ottenendo grandi consensi. Ciò che conta davvero – annota ancora Arnoldi – è la qualità del servizio offerto. E’ questa la vera forza di MBE 266. Il nostro staff, qualificato e competente, è sempre a disposizione dei clienti per rispondere, risolvere e definire qualsiasi problema”.

 




Hunger Games, nel gran finale della saga c’è anche lo stile bergamasco

Quis Quis Hunger GamesC’è anche un tocco bergamasco, per chi è attento ai particolari, nel film campione di incassi dell’ultimo fine settimana. Niente meno che Hunger Games Il Canto della Rivolta parte 2, che conclude la saga di Katniss Everdeen, la ragazza guerriera interpretata da Jennifer Lawrence.

Nel gran finale del kolossal compaiono anche bambine vestite QuisQuis, il marchio dello stilista Stefano Cavalleri, riconosciuto padre dell’alta moda junior in Italia (nel Dizionario della Moda Italiana rappresenta l’unica menzione al settore).

I capi sono stati scelti dalla scorsa collezione invernale e il fatto che siano stati selezionati è senza dubbio un grande riconoscimento allo stile, visto che il film, ambientato in un futuro post apocalittico, ha proprio nel fashion design una delle chiavi dell’azione e delle atmosfere (molti  sono i capi di Alexander McQueen) . Quis Quis Hunger Games (1) Quis Quis Hunger Games (2)




Migrazioni tra passato e futuro, dibattito con Stella e Bentivogli

Gian Antonio Stella
Gian Antonio Stella

Gian Antonio Stella, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, e Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl nazionale, animeranno il dibattito che la Fim Cisl ha voluto dedicare alla situazione delle migrazioni. Bentivogli e Stella dialogheranno con gli studenti delle scuole superiori della provincia, invitate all’iniziativa, sul tema “Dal passato al presente per migrare nel futuro”, consapevoli che “la riflessione ed il dibattito assumono oggi una valenza ancor più forte e ricca di significato per come il tema dell’immigrazione impatta sugli aspetti dell’ accoglienza e dell’integrazione  in un mondo sempre più globalizzato”. All’incontro, che si svolgerà presso l’Auditorium della Casa del Giovane di Bergamo (via Gavazzeni) domani, 24 novembre, a partire dalle 9, prenderanno parte anche Ferdinando Piccinini, Segretario Generale della Cisl di Bergamo, e Eugenio Torrese, sociologo e direttore dell’Agenzia per l’Integrazione di Bergamo.




Tresoldi Bakery “sforna” quattro concerti jazz

Nel cuore di Bergamo, Tresoldi, il backery-bar di via Petrarca 5, inaugura la programmazione jazz di novembre e dicembre in collaborazione con il CDpM con quattro concerti. Giovedì 26 novembre, alle 21, il quartetto orobico di Gianluigi Trovesi avrà il compito di aprire il nuovo spazio cittadino dedicato al jazz. Con lui i partner di un quartetto affiatato e votato alle più recenti sperimentazioni e contaminazioni musicali della musica di oggi.  Seguirà, il 3 dicembre, il quintetto della vocalist bresciana Paola Milzani dedicato a Ellington, con arrangiamenti di Claudio Angeleri  e il quartetto di Elena Biagioni ( il 10 dicembre) da qualche tempo votata al vocalese, la tecnica vocale inventata da Eddie Jeffersont che associa testi poetici alle più note improvvisazioni jazz strumentali, tra cui Coleman Hawkins, Mils Davis Charlie Parker, Art Farmer e Wardell Gray. Conclude il cartellone, il 17 dicembre. l’inedito duo del chitarrista Michele Gentilini e il trombettista Sergio Orlandi. Per informazioni e prenotazioni 035 243888




Cicloturismo, la Regione stanzia 7 milioni per la valorizzazione

pista ciclabileLa Regione Lombardia ha stanzia oltre 7 milioni di euro per la valorizzazione dell’offerta turistica legata al cicloturismo. Ad annunciarlo è stato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini, commentando la relativa approvata su sua proposta, dalla Giunta.
Dopo il turismo religioso e quello legato all’enogastronomia, é questo il nuovo ambito d’intervento su cui punta la Regione all’interno di un’azione complessiva da 17 milioni che interesserà anche altri tre settori tematici: turismo culturale collegato alle città d’arte, turismo religioso e food & wine. Il cicloturismo è uno di quei settori in costante crescita a livello europeo e la Lombardia da questo punto di vista può contare su una rete di percorsi ciclabili molto estesa. “Investire sul turismo sostenibile e sull’infrastrutturazione per la mobilità lenta – ha sottolineato Parolini – significa anche aprire notevoli opportunità sul mercato comunitario e generare prospettive di crescita diffusa, in armonia con l’ambiente, per le economie locali, la piccola media impresa turistica, l’indotto e l’occupazione. Si stima infatti che in Europa ogni chilometro di ciclabile turistica sia in grado di generare un indotto annuo di centinaia di migliaia di euro”.

I punti principali del provvedimento

OBIETTIVI

Gli obiettivi della misura sono: aumentare l’incoming in Lombardia legato al cicloturismo, anche in una logica di destagionalizzazione della domanda e di sostenibilità ambientale dei flussi turistici; aggregare e valorizzare una molteplicità di soggetti della filiera estesa del cicloturismo come le imprese produttive della bicicletta, distribuzione, ristorazione, ricettività e integrare anche la rete dei percorsi ciclabili lombardi puntando su  qualificazione-completamento dei percorsi già esistenti.

FASI

La misura è articolata in linee di intervento:
– una fase preliminare, svolta da Unioncamere Lombardia e
sviluppata, sulla base dell’indirizzo di Regione Lombardia,
attraverso la società Explora, durante la quale ci sarà la mappatura dei macro-percorsi ciclabili e sarà realizzato e attuato un progetto di promozione integrata del cicloturismo lombardo;
– una fase esecutiva, nella quale avverrà la promozione e valorizzazione dei macro-percorsi e si procederà al consolidamento della dotazione infrastrutturale già esistente (sia per i macro-percorsi che per i percorsi ciclabili minori) legata all’offerta cicloturistica e funzionale al suo sviluppo.

UNIONCAMERE LOMBARDIA

La dotazione finanziaria di 7.071.000 euro sarà trasferita a Unioncamere Lombardia in qualità di soggetto gestore del provvedimento. Il contributo è a fondo perduto fino al 50 per cento delle spese ammissibili.

SOGGETTI BENEFICIARI

Per quanto riguarda la promozione dei macro-percorsi i soggetti beneficiari sono aggregazioni composte da almeno 10 soggetti tra: Mpmi; Pro-loco; consorzi e associazioni di promozione turistica; professionisti del settore turistico. Per quanto concerne invece gli interventi di ristrutturazione i soggetti beneficiari sono gli Enti locali lombardi (Comuni, Unioni di Comuni, Comunità montane, Province) territorialmente competenti rispetto agli interventi previsti.

INTERVENTI AMMISSIBILI

Tra gli interventi ammissibili la promozione e commercializzazione on-line e off-line sui mercati di riferimento di pacchetti turistici esperienziali; lo sviluppo e la valorizzazione di offerte turistiche – in particolare a livello locale, provinciale e sovraprovinciale – legate ai macro-percorsi; la creazione di reti di operatori legate al tema cicloturismo; comunicazione e marketing dell’offerta legata al cicloturismo, con particolare riferimento all’adozione di strumenti informatici (piattaforme social, local, mobile e app); il completamento delle piste e dei percorsi ciclabili già esistenti che favoriscano anche lo sviluppo dell’intermodalità; la realizzazione di infrastrutture per garantire la sicurezza dei percorsi ciclo-pedonali; il raccordo tra percorsi ciclabili e itinerari turistici legati ad altri ambiti del turismo esperienziale (itinerari religiosi, dello shopping, culturali, enogastronomici e naturalistici).

MODALITA’ ATTUATIVE

Per l’assegnazione delle risorse si prevede la pubblicazione di un bando attuativo a procedura valutativa, da parte di Unioncamere Lombardia, in raccordo con Regione Lombardia. In attuazione della L.r. 8/2013 saranno previste limitazioni relative agli esercizi commerciali e turistici che detengono a qualsiasi titolo apparecchi per il gioco d’azzardo
lecito.




In circolazione la nuova banconota da 20 euro

Inizierà a circolare il 25 novembre 2015 la nuova banconota da 20 euro, terzo taglio della serie “Europa” a essere introdotto dopo quelli da 5 e da 10 euro. Per arrivare alla scadenza senza troppi intoppi, le iniziative da parte della Banca centrale europea e delle Banche nazionali sono state numerose e rivolte, in particolare, a facilitare l’adattamento delle apparecchiature per la selezione e accettazione delle banconote. Sono stati quindi messi a disposizione del settore esemplari dei nuovi biglietti con largo anticipo sul loro ingresso in circolazione, è stata inoltre intensificata la collaborazione con tutte le parti coinvolte e sono stati organizzati seminari e riunioni bilaterali con gli operatori del settore.

La serie “Europa”

La nuova serie di banconote è denominata “Europa” perché integra in ciascun taglio due caratteristiche di sicurezza recanti il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui prende il nome il nostro continente.

Stessa scala di tagli

L’introduzione delle nuove banconote avviene in modo graduale nell’arco di alcuni anni, ossia un taglio dopo l’altro in ordine ascendente; ai biglietti da €5, da €10 e da €20 seguirà quindi quello da €50, poi quello da €100 e così via. La scala dei tagli resta invariata, ovvero €5, €10, €20, €50, €100, €200 e €500.

Calendario di emissione

L’esatta tempistica per l’emissione degli altri tagli sarà stabilita e comunicata in seguito al pubblico e alle categorie professionali che operano con il contante.

Avanzate caratteristiche di sicurezza

La seconda serie è dotata di elementi di sicurezza nuovi e più avanzati che offrono una maggiore protezione dalla falsificazione.

Evoluzione del disegno

Le nuove banconote rappresentano un’evoluzione degli elementi grafici. Da un lato mantengono gli stessi disegni della prima serie (ispirata al tema “Epoche e stili”) e gli stessi colori dominanti; dall’altro, sono state lievemente modificate per integrare le avanzate caratteristiche di sicurezza. La nuova serie risulta quindi facilmente distinguibile dalla prima. L’incarico di rinnovare la veste grafica dei biglietti in euro è stato affidato a seguito di una selezione a Reinhold Gerstetter, bozzettista indipendente che opera a Berlino.

Per agevolare le persone con problemi visivi

Nella fase di progettazione della seconda serie, come per la prima, sono state consultate persone con problemi visivi, per tenere conto delle loro esigenze nell’elaborazione dei bozzetti definitivi.

Resistenza all’usura

Il taglio da €5 e quello da €10 sono stati i primi due della serie “Europa” a entrare in circolazione. Poiché passano spesso di mano in mano quale diffuso strumento di pagamento, entrambe le banconote sono state dotate di un sottile rivestimento protettivo per renderle più resistenti nel tempo. Ciò consentirà una minore frequenza di sostituzione e quindi una riduzione dei costi e dell’impatto ambientale.

Circolazione simultanea della prima e della seconda serie di banconote

I biglietti in euro della prima serie continueranno a essere immessi in circolazione insieme alle banconote della serie “Europa”, fino a esaurimento delle scorte. In seguito verranno gradualmente ritirati.

Valore delle banconote della prima serie

La data in cui la prima serie cesserà di avere corso legale sarà comunicata con largo anticipo. Tuttavia, le banconote della prima serie manterranno sempre il proprio valore e potranno essere cambiate per un periodo di tempo indeterminato presso le BCN dell’Eurosistema.




Addio a don Gianni Chiesa. La Cisl: “Ci mancherà il suo sorriso”

Gianni Chiesa
Gianni Chiesa

Si svolgeranno oggi alle 14,30, nella parrocchiale di Albano, i funerali di Gianni Chiesa, nato ad Albano Sant’Alessandro nel 1943 e ordinato sacerdote nel 1968. Curato a Costa di Mezzate fino al ‘70, ha preso parte alla corrente dei preti operai affiancando all’attività di sacerdote quella di lavoratore metalmeccanico, con incarichi sindacali nella Fim-Cisl. Per diversi anni ha collaborato col Centro servizi stranieri del Comune e nel 1993 ha fondato l’associazione Casa Amica, oggi Fondazione per l’housing sociale, di cui è stato direttore fino al 2014 e poi presidente. Figura storica del sindacalismo bergamasco, così lo ricorda Ferdinando Piccinini, segretario generale della CISL di Bergamo. “È stata una figura mitica del sindacalismo cislino degli anni 70 – sottolinea il segretario – quel “prete operaio” simbolo di un impegno della chiesa, nella società e nel lavoro che obbligava a sporcarsi le mani, a condividere pienamente per poter parlare di qualcosa che veramente si conosceva. Gianni Chiesa ha dato un contributo importante alla storia del sindacato, della Cisl di Bergamo e soprattutto della Fim dove ha assunto la carica di segretario generale. Ha contribuito insieme a altri a far diventare la Cisl un sindacato sempre più libero e aperto a tutte le istanze della società e del lavoro. È sempre rimasto nel cuore della nostra Organizzazione, quel sorriso che arrivava prima di lui, segno di una disponibilità piena e convinta. Dopo la stagione dell’impegno sindacale ha costruito con grande tenacia e passione l’esperienza di Casa Amica per dare una risposta attraverso la casa ai primi flussi migratori importanti che coinvolgevano il nostro territorio, facendola diventare quella importante esperienza di servizio e di volontariato sociale che rappresenta oggi Casa Amica. Una persona leale, sempre pronta e disponibile. Il suo sorriso ci mancherà”.




Per fermare la violenza sulle donne la Bergamasca fa il pieno di iniziative

contro violenza donne“Svelare la violenza sulle donne significa riscrivere la storia”. È su questo tema che si sviluppa il programma di appuntamenti dedicati alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza alle donne, che cade il 25 novembre, e che si svolgono in tutta la Bergamasca a partire da venerdì 20 novembre.

Un calendario fitto, che ha trovato una sistemazione forte e organica grazie alla Commissione provinciale Pari opportunità, istituita dal presidente Matteo Rossi nel giugno 2015, che ha coinvolto gli Ambiti territoriali invitando i Comuni a organizzare iniziative e incontri di riflessione sul tema, raccolti in un pieghevole.

«La legge di riforma Delrio ha affidato alle Province il compito di promuovere la cultura della parità in modo da colmare il divario tra ciò che la Costituzione e le leggi dettano e quanto invece accade nella società», spiega il presidente Rossi. «Le azioni positive messe in campo dalla Commissione, in raccordo con i soggetti attivi nel territorio, sono fondamentali per contrastare le situazioni di discriminazione e sopraffazione delle donne in tutti gli ambiti, dai privati ai sociali, e ad accrescere la necessaria consapevolezza per costruire una società giusta ed equilibrata».

«La Commissione Pari opportunità ha tra i propri punti programmatici lo svolgimento di un’attività di sensibilizzazione verso tutti quei fenomeni sociali che interessano l’epoca contemporanea e che costituiscono un ostacolo alla realizzazione della persona umana – aggiunge la presidentessa Stefania Pellicano -. In questa prospettiva riteniamo sia importante parlare e sensibilizzare i cittadini su un nervo scoperto della nostra società quale è la violenza subita dalle donne in ambito domestico – familiare e non solo».

Tra i vari appuntamenti, mercoledì 25 novembre alle 17.30 si terrà un incontro nello spazio Viterbi del Palazzo di via Tasso, a cui interverranno Stefania Pellicano e Matteo Rossi, seguiti dalla proiezione del cortometraggio “Vuoto a perdere” del regista Gigi Corsetti e dall’evento “Svelare la violenza sulle donne significa riscrivere la storia” che vede come relatrice Rosangela Pesenti, accompagnata da intermezzi  musicali e poetici affidati a Candelaria Romero (voce) e Natalya Chesnova (fisarmonica) su testi tratti dal repertorio della Compagnia delle poete.

Le proposte sono poi diverse, coinvolgono un’ampia parte del territorio provinciale e spaziano dalle rappresentazioni teatrali alle mostre d’arte, agli approfondimenti legali e psicologici, dalle letture alle camminiate, dagli incontri al convegno in Università (il 27 novembre) fino al coinvolgimento dei musei aderenti al circuito Mus.E.O (Musei Est Orobie).