Dal 18 gennaio si fermano le due funicolari cittadine

Funicolare San VigilioDal 18 gennaio, le funicolari di Città e di San Vigilio chiuderanno per lavori di manutenzione straordinaria. La riapertura di entrambe le infrastrutture è prevista entro il 31 marzo prossimo. Gli interventi agli impianti della funicolare – affidati all’impresa Cenedese spa di Treviso – prevedono una manutenzione straordinaria dell’armamento dei binari di entrambe le linee, nella tratta della galleria. Alla funicolare di San Vigilio vengono invece effettuati controlli di revisione speciale sulle parti meccaniche, elettriche ed elettroniche dell’impianto, previsti ogni 5 anni dalla normativa nazionale ed effettuati dalle ditte Montimpianti Snc di Barzio, EEI – Equipaggiamenti Elettrici Industriali di Vicenza e Tec.pro Srl di Bergamo.

Durante il periodo di sospensione il collegamento tra Città Bassa e Città Alta (Colle Aperto) è assicurato dalla linea 1, opportunamente intensificata. Il collegamento con San Vigilio è garantito dal servizio sostitutivo della linea 21, in partenza da Colle Aperto con arrivo al belvedere di San Vigilio, con frequenza di 20 minuti, da lunedì a venerdì dalle 7 alle 20, sabato dalle 7 alle 23, domenica e festivi dalle 9 alle 22.30. Infine, in considerazione del limite massimo di altezza di 3,50 metri per il transito dei veicoli da Porta S. Agostino, e del cantiere che occupa il piazzale della Funicolare di Città, ATB consiglia ai conducenti dei bus turistici di far scendere i passeggeri alla fermata di viale Vittorio Emanuele, in prossimità degli uffici Inps e di effettuare l’inversione di marcia alla rotatoria all’altezza della Galleria Conca d’Oro.




“Fare Città” accende i riflettori sul commercio a Bergamo

“Il commercio: tra crisi e opportunità” è il tema del convegno organizzato dall’Associazione “Fare Città” e in programma il 14 gennaio, alle 20,45, alla Sala Galmozzi di via Tasso 4, a Bergamo. A discutere del tema interverranno Oscar Fusini, direttore dell’Ascom, Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti, Roberto Ghidotti, presidente del Distretto Urbano del Commercio e Franco Tentorio, Danilo Minuti e Daniele De Rosa, consiglieri comunali della “Lista Tentorio”. A moderare il dibattito, Stefano Rovetta, presidente di Fare Città. Al convegno interverranno anche i rappresentanti delle Associazioni di Borgo Palazzo, Città Alta, Borgo Santa Caterina e Pignolo. Sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione del commercio in città, che presenta problemi e criticità che verranno opportunamente evidenziati, accompagnando il tutto con una serie di proposte.




Bar e ristoranti, «la sfida è diventare sempre più green»

Attenzione agli aspetti ambientali, accurata scelta delle materie prime, filiera corta. Sono solo alcuni dei trend di una ristorazione sostenibile enunciati dalla Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che in occasione del nuovo anno propone alcuni suggerimenti da mettere in pratica ad opera dei gestori di bar e ristoranti per rendere il proprio locale sempre più “green”.

«Ridurre gli impatti sull’ambiente è, nelle intenzioni della Federazione, un obiettivo primario su cui puntare quest’anno e in futuro per rendere il nostro Paese sempre più in linea con gli orientamenti europei nel settore – dichiara il presidente della Fipe Lino Enrico Stoppani -. In Italia lo scenario evidenzia un progressivo orientamento a pratiche “green” di bar, ristoranti e locali, tuttavia il panorama risulta frammentato e disomogeneo. È venuto il tempo di ragionare su un progetto coerente di promozione di una cultura della sostenibilità del fuoricasa su base nazionale, e promuovere un cambiamento culturale: adottare comportamenti sostenibili non deve essere visto come un costo ma come un’opportunità».

A fronte di tale quadro la Fipe pone tra gli aspetti prioritari della propria agenda per l’anno 2016 la promozione di una cultura della sostenibilità tra i propri aderenti, attraverso una serie di iniziative, in fase di studio, per dare risposte concrete e tangibili a quei ristoratori ed esercenti che vorrebbero ridurre l’impatto ambientale della propria attività ma non hanno gli strumenti adeguati e le conoscenze per farlo. «Uno dei principali pregiudizi vede la sostenibilità come una scelta dai costi elevati, in realtà comporta risparmi sul lungo periodo e importanti vantaggi anche nei confronti della clientela – prosegue Stoppani -. Ad esempio, consumando prodotti locali, di stagione e a chilometro zero e prestando particolare attenzione al tema degli imballaggi, si può arrivare a ridurre anche in modo significativo le emissioni di gas serra. Inoltre, con l’accorciamento della filiera, i prezzi ne risentono in modo positivo».

Tra i punti evidenziati dalla Fipe per un approccio ad una ristorazione sempre più sostenibile si segnala: l’importanza di cambiare il menù ogni tre mesi per privilegiare la stagionalità delle materie prime; la scelta di alimenti a filiera corta; l’attenzione nel promuovere a tutto il team di lavoro, fornitori compresi, una cultura del risparmio energetico con particolare attenzione alla scelta delle fonti rinnovabili; il corretto conferimento dei rifiuti nella raccolta differenziata in base alle regole dei propri Comuni di riferimento.

Indicazioni utili anche per fidelizzare maggiormente i consumatori: «I consumatori italiani – conclude Stoppani – sono sempre più informati, consapevoli delle problematiche ambientali e attenti agli aspetti di sostenibilità: una comunicazione completa e trasparente di quanto messo in atto per rendere “green” il proprio locale costituisce un’ulteriore modalità di accreditarsi favorevolmente verso i propri clienti e attirare nuovi target».

 

 




Federmobili presenta la guida “Il negozio di arredamento”

mobiliFedermobili, in collaborazione con Confcommercio Lombardia, promuove per lunedì 25 gennaio, alle 14, nella sede della Regione Lombardia (Palazzo Lombardia – Ingresso N4 -1° Piano – Sala 5) un incontro aperto alle imprese dei settori mobili e arredamento per presentare la guida “Il negozio di arredamento” della collana “Le Bussole” di Confcommercio, oltre i servizi messi a disposizione dall’associazione (servizi di logistica, credito al consumo, assistenza finanziaria, marketing e comunicazione, attività dell’Osservatorio vendite e formazione). Seguirà una tavola rotonda con esperti e imprenditori. Per iscriversi al meeting inviare un’ email a federmobili@federmobili.com




Oli essenziali, Bergamo in prima fila nella ricerca scientifica

Non hanno solo il pregio di profumare l’ambiente o regalare qualche coccola al corpo. Gli Oli Essenziali hanno anche provate proprietà preventive e curative, frontiera quanto mai interessante di fronte alle vecchie e nuove sfide della medicina (ma anche ai problemi di budget della Sanità!).

Cristian Testa e Fabrizio Gelmini
Cristian Testa e Fabrizio Gelmini

Lo sanno bene Fabrizio Gelmini, tossicologo dell’Università di Milano, e Cristian Testa, medico naturopata specializzato in microbiologia, che hanno dato vita sui Colli di Bergamo ad una produzione biologica di erbe e piante aromatiche e ad un laboratorio autorizzato per essiccarle, ricavando tisane, ed estrarle per realizzare Tinture Madri e Oli Essenziali. Prodotti, questi ultimi, che rappresentano un’assoluta novità in Bergamasca e che vanno ad aggiungersi all’ancora scarno panorama nazionale, fatto di poche produzioni, presenti soprattutto in Toscana e poi in Sicilia e Sardegna.

L’attività è partita da un anno e mezzo nell’azienda agricola Le Sorgenti, che si estende su una superficie di 13 ettari nel Parco dei Colli, sotto San Vigilio, e che da circa vent’anni produce vino Valcalepio. «All’interno di questa realtà – spiega Gelmini – ci siamo trasferiti a vivere ed abbiamo preso in affitto tre ettari di terreno già adatto per la coltivazione biologica e realizzato il laboratorio. Gli alberi, come cipressi, abeti, pini, thuja, c’erano già; abbiamo piantato gli arbusti (lavande, timi, melisse, mente, salvie, origano, alloro, camomilla, calendula) ed oggi abbiamo a disposizione circa 25 specie. Si tratta di piante tipiche o che comunque qui crescono bene e rappresentano una coltura che va, in un certo senso, ad arricchire il “paniere” delle produzioni agricole del Parco dei Colli».

A caratterizzare il progetto è l’approccio scientifico. Gelmini e Testa si occupano di ricerca fitoterapica ed hanno all’attivo pubblicazioni scientifiche internazionali con i risultati derivati dall’utilizzo degli oli essenziali nel trattamento di patologie umane e nella sanificazione degli ambienti.

Come mai avete scelto diventare produttori di erbe ed estratti?

«Perché ne conosciamo l’efficacia e crediamo che questo settore possa svilupparsi – spiega Gelmini -, ma ha anche bisogno di produzioni garantite in tutte le loro fasi. In laboratorio mi occupo anche di controlli di qualità di prodotti naturali e purtroppo spesso ci accorgiamo che il contenuto in principi attivi dei prodotti in vendita non corrisponde a quanto dichiarato in etichetta, perché magari non è stato rispettato il tempo balsamico o la specie botanica esatta, o semplicemente perché le aziende non eseguono i necessari controlli. Questo non è un approccio corretto alla fitoterapia».

Con voi il mondo delle erbe esce dal recinto delle tradizioni o delle tendenze variamente “naturali” e si sposa con il rigore del metodo scientifico.

«L’approccio è lo stesso della farmaceutica di sintesi, non è in opposizione, si ragiona in termini di molecole, efficacia e valutazione degli effetti collaterali, che con gli oli essenziali, in pratica, non ci sono».

azienda agricola le sorgenti - scaffaliAllora gli oli essenziali funzionano…

«La comunità scientifica in Italia ha cominciato ad occuparsene da una quindicina di anni, di strada da fare ce n’è ma è un movimento che è ormai partito. All’interno della medicina ufficiale è riconosciuta la branca delle Cam, Complementary and alternative medicine, mentre quattro anni fa è nata la Società Italiana per la Ricerca sugli Oli Essenziali, di cui sono il referente regionale. Il mondo della ricerca se ne sta occupando, è la classe medica che non è preparata ma credo che con il tempo, diciamo una ventina d’anni, anche da noi sarà come in Germania e Austria, in cui le persone possono decidere se rivolgersi al medico o al naturopata».

Come si usano e che proprietà hanno gli oli essenziali?

«Si utilizzano in diffusione e per i massaggi, mentre l’ingestione va sempre effettuata sotto controllo medico. Hanno potere antibatterico e antivirale, sono antiossidanti e antiradicalici oltre che aromaterapici».

Quali sono i casi più interessanti in cui sono efficaci?

prodotti - aziedna agricola le sorgenti«Studi clinici hanno dimostrato l’efficacia nel trattamento dell’emicrania con l’aromaterapia a base di lavanda, ad esempio. La ricerca si sta anche occupando delle salvie, che ritarderebbero lo sviluppo della demenza nell’Alzheimer, mentre un altro uso interessante è nella “cura” degli ambienti, importante contro l’allarme delle infezioni ospedaliere e lo sviluppo della resistenza batterica. Alla Fondazione Cacciamatta di Iseo, una residenza socio assistenziale, abbiamo ottenuto in un mese la completa igienizzazione delle stanze con la semplice diffusione di una miscela di nostra formulazione di oli essenziali (3 gocce a notte) e contemporaneamente la riduzione impressionante della somministrazione di farmaci agli ospiti, perché curando gli ambienti si possono anche curare le persone».

Ora che si annuncia l’arrivo dell’influenza ci si può, quindi, proteggere con le erbe?

«Ci sono tinture madri con effetti immunostimolanti e si può trattare l’ambiente con oli essenziali, usati singolarmente o in miscela, come alloro, menta, eucalipto e timo».

Insomma, qualche boccetta di olio essenziale potrebbe entrare tranquillamente nell’armadietto delle “medicine” di casa. Quale può essere la dotazione minima?

«Gli oli essenziali non sono farmaci, sono classificati come integratori alimentari. Precisato questo, direi che con quattro tipologie di oli – lavanda angustifolia, timo, eucalipto e menta – si può risolvere l’80% dei malanni invernali semplici, anche usati in diffusione: la lavanda è un buon sedativo ed analgesico, mentre menta ed eucalipto agiscono sulle vie respiratorie. Timo ed eucalipto hanno poi un’attività igienizzante ed antinfiammatoria e si possono utilizzare nei massaggi per le contratture muscolari. E il bello è che sono tutte piante che crescono da noi, a chilometro zero!».

Come distribuite i vostri prodotti?

«Si possono trovare in alcuni punti vendita a Bergamo oppure acquistare direttamente da noi in azienda o farseli spedire. Organizziamo anche corsi di formazione e visite alle distillazioni. Oltre agli oli e alle tinture madri è interessante la gamma delle tisane e degli aromi da utilizzare in cucina, scegliendo la provenienza locale».

L’azienda è giovanissima, avete già in mente qualche sviluppo?

«In effetti sì. Nel nuovo anno abbiamo intenzione di piantare una decina di eucalipti, che pur non essendo tipici delle nostre zone possono crescere bene, e un agrumeto con una ventina di limoni e altrettanti aranci. Installeremo anche un nuovo estrattore, da 200 litri. Siamo partiti da poco ma l’attività sta andando bene e questo ci conforta. Confesso che il mio sogno è creare una piccola Provenza al di qua delle Alpi. Le caratteristiche ambientali sono simili e le potenzialità di crescita del settore ci sono. E poi, piantare alberi e arbusti non può che fare bene al territorio e all’ambiente».




Ma siamo davvero quel popolo di idioti che vediamo nelle pubblicità?

raffreddore influenzaC’è la frutta di stagione, ci sono le tessere stagionali per gli impianti di risalita e ci sono pure le pubblicità che vengono riproposte a seconda del periodo dell’anno. Quando Orione, declinando, imperversa, ossia quando fa freddo e la gente si mette sciarpe e berrette, nelle agenzie pubblicitarie è tutto un fervere di attività: già dalle prime avvisaglie di maltempo, un esercito di creativi ha cominciato a scervellarsi sull’idea con cui battere la concorrenza. Obbiettivo: rifilare a qualche milione di Italiani, gonzi quanto basta, medicamenti e cataplasmi, effervescenze e capsule contro i malanni di stagione. I quali malanni di stagione, il più delle volte, se ne strafregano della dura fatica di chimici e biologi, e fanno il loro corso, secondo natura, come accade da millenni. Perché, nove volte su dieci, contro raffreddori e virus influenzali, non c’è Dulcamara che tenga: ti metti a letto, tossisci, tiri con il naso o, nei casi più sfortunati, fai un po’ di cacchina molle e, dopo tre o quattro giorni, torni a respirare, a dormire e, se non sei un fanigottone impenitente o un politico, anche a lavorare.

Invece, alla televisione, te la raccontano parecchio diversa: va da sé che semplici palliativi vengano presentati come miracolosi rimedi per raffreddori, tossi ed influenze (furbescamente, di solito, si parla di “sintomi influenzali”, per non essere censurati come emeriti cacciaballe, dato che non si tratta di specifici contro l’influenza, che non esistono), ma il modo in cui l’intera faccenda viene descritta credo meriti un’analisi a parte. La scenetta, comunemente, si apre con qualche tranche de vie di persone apparentemente normalissime: la maestrina bruttina, il giovanottone un po’ sfigato, la donna intelligente che deve andare a teatro, la moglie-mamma tutta famiglia e Lancia Y e così via. Questo selezionato campionario di umanità, a causa del maltempo (nonostante l’aridità da Marmarica di questo scorcio d’inverno, negli spot piove sempre a catinelle) e di un destino ingrato, che si accanisce sui migliori, incappa appunto nel sopracitato “malanno di stagione”: e qui inizia la metamorfosi. La maestrina bruttina si trasforma in una specie di cadavere, in cui le uniche macchie di colore sono il violaceo delle occhiaie e il rosso carnicino delle narici, in un volto del colore del taleggio. Il giovanottone, parla come De Mita: dice “Zono un bo’ ravvreddado e vorze ho anghe un bo’ di vebbre…!”.

La donna intelligente, si spezza, ma non si piega, e, agonizzante e con un tempo da lupi, va al bar e ordina acqua calda, in cui sciogliere il preparato salvifico che si porta sempre in tasca: il barista, anziché mandarla al diavolo, come di solito avviene, le porge, premuroso la tazza fumante. La moglie-mamma, ma anche la fidanzata, l’emancipata, la single vestita come Sbirulino, si accoccolano sul divano in posizione fetale, sbarbellando per la febbre, con addosso un vasto repertorio di sciarpe, scialli, calzettoni vichinghi e berrettoni.

Non si capisce perché le dame non vadano a letto e non si mettano sotto le coperte, evitando tutto il complicato armamentario, ma tant’è: evidentemente, i nostri creativi ritengono che le donne italiane siano tutte delle perfette idiote come le protagoniste dei loro video. Lo Schwerpunkt di tutta la situazione è rappresentato dall’assunzione del prodigioso farmaco: una bustina, un bicchierotto, una pastiglietta e la vita torna a pulsare, prepotente.  Il concetto è che, se butti giù la pasticca, tornerai in un momento più bello e più superbo che pria: il cesso torna in cattedra sorridente e pieno di energia, il decerebrato può dedicarsi al suo corso di cucina con profitto e sfornare una specie di vescica sgonfia, che vorrebbe essere un soufflé , la donna colta può andare serenamente ad addormentarsi guardando l’ultima boiata di Dario Fo senza russare per il naso chiuso, e la moglie-fidanzata-single può sostituire la montura da divano con quella da spesa al supermercato, ossia sciarpa, basco fatto a maglia e cappottino color zuccabarucca, ed uscirsene tutta contenta.

Ora, io comprendo benissimo le ragioni delle aziende farmaceutiche, per cui la brutta stagione rappresenta un picco di vendite irrinunciabile: ciò che mi sconcerta è la desolante assenza di fantasia dei pubblicitari. Un po’come il nostro presidente del Consiglio, descrivono un’Italia che non esiste: una specie di Arcadia popolata da idioti cinguettanti, con ombrelli scozzesi e completini indecenti, che si rapportano tra loro con dialoghi che sembrano scritti da Aldo, Giovanni e Giacomo, ma che, a differenza dell’originale, vorrebbero essere realistici. Un Paese di imbecilli e di mammalucchi che non hanno niente da fare, se non tribolare su dei divani con un termometro in bocca: ma chi è che si mette un termometro in bocca, vivaddio? Oppure, il che è ancora più inquietante, il Paese reale è quello lì: i creativi hanno centrato il bersaglio, e gli Italiani si riconoscono davvero nella maestrina, nel bellimbusto e nella radicaloide inteatrata. Orione imperversa e le farmacie prosperano. Comincio a sentire anch’io qualche brividino e mi gira un tantinello la testa: divano, arrivo! Dove sarà la sciarpa della nonna Gilda?




Tasse, quest’anno la libertà arriva in anticipo

tax-freedom-day_2016Non solo festività, ponti e vacanze. Con il nuovo anno l’attenzione al calendario va anche a quella data che ben sintetizza il carico fiscale di un Paese, il Tax Freedom Day, il giorno cioè in cui si smette di lavorare per pagare le tasse e si comincia a farlo per se stessi.

Nel 2016 la “ricorrenza” si potrà festeggiare in anticipo. Il giorno in cui ci si libera dalle tasse sarà infatti il 19 giugno, mentre nel 2015 era il 22 dello stesso mese, che significa due giorni in meno perché l’anno è bisestile.

La pressione fiscale, dunque, retrocede, dal 47,4% al 46,7% e torna ai livelli del 2012. Il merito è essenzialmente dell’eliminazione della Tasi sull’abitazione principale, ma gli esperti avvertono che l’allentamento potrebbe essere solo temporaneo.     

Secondo la Cgia di Mestre, per evitare una nuova stangata nel 2017, entro la fine di quest’anno il Governo Renzi dovrà infatti trovare 15,1 miliardi di euro per “disinnescare” la clausola di salvaguardia introdotta con la legge di Stabilità 2015, altrimenti dal 2017 subiremo un forte incremento dell’Iva. «Per l’anno in corso – aggiunge il coordinatore dell’ufficio studi Paolo Zabeo – il fisco ci concederà una tregua. Tuttavia, il carico fiscale rischia di tornare a crescere nelle regioni in disavanzo sanitario che, per sanare i conti, potrebbero essere tentate ad aumentare la tassazione locale. In attesa della riduzione dell’Ires dal 2017 e nella speranza che il Governo mantenga la promessa di ridurre l’Irpef dal 2018, i contribuenti italiani beneficiano, in particolar modo, dell’abolizione della Tasi sulla prima casa e della cancellazione dell’Imu sugli imbullonati e sui terreni agricoli».




Impianti di risalita, aperto il bando che finanzia l’ammodernamento

seggiovia -CaronaPossono essere presentate da oggi – lunedì 11 gennaio – al 31 gennaio 2017 le domande per accedere al bando della Regione Lombardia a favore degli impianti di risalita e delle piste da sci. A disposizione ci sono 5,2 milioni di euro, destinati a soggetti pubblici o privati, proprietari e gestori di impianti presenti sul territorio regionale, in forma singola o aggregata mediante contratti di rete.

«I nostri obiettivi – ha spiegato l’assessore allo Sport e alle Politiche per i giovani Antonio Rossi a Lecco, nel corso dell’incontro di presentazione agli operatori, ai comuni e alle Comunità montane – sono il miglioramento, l’adeguamento e la messa in sicurezza degli impianti di risalita e delle piste con lo scopo finale di migliorare l’attrattività turistica dei comprensori sciistici, permettendone l’uso anche in periodi non invernali».

Il contributo regionale sarà concesso da un minimo di 40.000 euro fino a un massimo di 400.000 euro (500.000 euro per la forma aggregata) in base alla tipologia e al numero di impianti del comprensorio. «Queste risorse – ha proseguito – potranno servire ad ampliare l’offerta e i servizi che i comprensori sciistici mettono a disposizione dei turisti, aumentando l’utilizzo degli impianti. Stagioni particolari come questa, in cui la neve naturale è stata molto scarsa e le temperature sono state alte anche per la produzione di innevamento programmato, possono segnare in modo significativo il trend turistico invernale».

«Sono molto soddisfatto dell’incontro che si è tenuto questa mattina tra Regione e i gestori degli impianti di risalita, Anci, Comunità Montane, Anef, Federfuni, Finlombarda e numerosi sindaci – ha sottolineato ancora Rossi -. Tutti i protagonisti della montagna sono pronti a fare il massimo per rendere ancora più attrattivo il turismo in Lombardia e cercare di destagionalizzare il ruolo degli impianti di risalita». «L’iniziativa rientra in un percorso che la Regione sta portando avanti a favore della montagna. È al vaglio un progetto per uno skipass a tariffa agevolata per i ragazzi e nei mesi scorsi abbiamo stanziato 2.200.000 euro per i sentieri e 450.000 per le falesie. Mi rendo conto che possano sembrare risorse finanziarie irrisorie, ma, in questo particolare momento politico e sociale, sono il massimo che Regione può mettere a disposizione in relazione agli importanti tagli governativi».




Maroni: “Otto milioni per rilancio di San Pellegrino”

Milesi e Maroni (2)“Sono soddisfatto per questa decisione di integrazione dell’Accordo di programma. Nella prima settimana di febbraio torneremo a San Pellegrino
Terme, faremo una seduta di Giunta regionale e formalizzeremo l’AdP”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo alla presentazione dei contenuti dell’atto integrativo all’accordo di programma di San Pellegrino Terme. All’incontro, nella sala consiliare del Comune, hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Maria Terzi, e il sottosegretario della Regione Lombardia ai Rapporti con il Consiglio regionale, e Politiche per la Montagna Ugo Parolo.
Presenti, oltre al sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi, i primi cittadini dei Comuni della Val Brembana e Gianluca Spinelli, Project Manager Gruppo Percassi. L’integrazione dell’Accordo, sottoscritto nel 2007 tra Regione, Provincia di Bergamo, Comune di San Pellegrino Terme, Sviluppo San Pellegrino Srl e San Pellegrino Corporation Srl, prevede il recupero della Funicolare Vetta e del Parco adiacente, con un contributo regionale di 5 milioni di euro e il recupero del Grand Hotel, con un contributo regionale di 3 milioni.
“Il coinvolgimento delle imprese private è importante – ha sottolineato ancora il Maroni -, sapendo bene che gli investimenti pubblici sono destinati a migliorare la qualità vita dei cittadini, mentre quelli dei privati devono avere un ritorno economico”. A questo proposito, il sindaco di San Pellegrino Milesi ha invitato anche gli altri operatori privati a sostenere l’azione di rilancio e valorizzazione del territorio, apprezzando l’annuncio fatto dall’esponente del Gruppo Percassi che ha anticipato la presentazione del progetto definitivo entro il mese di febbraio e la sua successiva realizzazione in lotti.




Un libro e un calendario per aiutare i bambini peruviani

Belussi PerùFotografo per passione, Stefano Belussi (www.stefanobelussi.it), bergamasco di origine e nel cuore, usa la sua fotografia per cercare di donare una vita migliore a coloro che hanno più bisogno. Dopo aver realizzato un libro fotografico che testimonia la vita drammatica di alcune popolazioni in Perù – attraverso immagini, recensioni e poesie, intitolato “ Il mio Perù“ (pubblicato e distribuito in Italia nel 2014) – nel 2015 ha riunito una cantina del Chianti “Capannelle”, dodici modelle, tra cui Justine Mattera, ed ha realizzato il calendario “Capannelle Glamour 2016 ”.

Dodici scatti in dodici locations di prestigio tra cui i ristoranti Colleoni in Città Alta, la Piazza a Montecarlo, l’Arnolfo (2 stelle Michelin) a Colle di Val D’Elsa, l’Hotel Byron 5 stelle L a Forte dei Marmi, il ristorante Harry’s nella prestigiosa Via Vittorio Veneto a Roma, l’Hotel Oberwirt 4 stelle L a Merano e il ristorante da Ivo a Venezia. Pubblicato in 50mila copie, è distribuito in 17mila edicole italiane ed estere come Spagna, Portogallo, Malta, Austria, Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra ed Asia. La fotografia di Belussi contempla solo due colori: il bianco ed il nero, nutrendosi di luci e ombre, senza mai utilizzare l’aiuto del photoshop. Nel 2010 fonda l’Associazione NiCha Onlus (www.nichaonlus.org) con lo scopo di aiutare i bambini down in Perù, abbandonati sia dalle famiglie che dalle istituzioni locali. In questi anni Stefano ha regalato gioie e tanti sorrisi come quel giorno in cui gli fu chiesto da un bambino come regalo di compleanno, semplicemente una ciotola di riso. Ovviamente Stefano realizzò quel desiderio, ma ancora scorre una lacrima nel suo volto.

Stefano Belussi
Stefano Belussi

Per questo ed altri innumerevoli motivi, lui è ancora là tra loro a dare la possibilità di una vita migliore effettuando nel luogo visite mediche, operazioni alle anche, operazioni ai denti, terapie di  logopedia e fisioterapia anche fornendo l’ausilio di protesi, attività motorie in acqua, di occhiali per bambini down, libri e colori. Tutto ciò viene realizzato dall’Associazione direttamente senza intermediari, per cui è certo che l’intero ricavato di ogni donazione non viene sprecato e  giunge a destinazione di ogni progetto dalle mani di Stefano. Ora, con la realizzazione dell’orfanotrofio, l’Associazione accoglierà i bambini abbandonati dalle famiglie, le bambine sfruttate per la prostituzione, li aiuterà nell’istruzione e soprattutto donerà un pasto sicuro, un tetto e amore. Un libro e un calendario: due mattoni consistenti per costruire l’orfanotrofio ed il suo mantenimento. Un libro per capire, un calendario per vivere assieme un anno di fotografia e dare un aiuto per concretizzare il  progetto, per realizzare un sogno. Un anno, una vita di gioie per coloro che ne hanno davvero più bisogno.

Un ringraziamento di cuore a chiunque vorrà aiutare. Fino al 31 gennaio troverete un piccolo vernissage alla pasticceria Dolce Vita di Bergamo in Borgo Palazzo.