Profumerie, il negozio dei record è a Treviglio: 1.600 le essenze

 

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Augusta Milesi

Chanel numero 5? Mai, grazie. Anche Marylin Monroe, che quando andava a letto sosteneva di “indossare” due gocce della celebre fragranza, avrebbe forse cambiato idea se avesse potuto scegliere tra le oltre 1.600 essenze della profumeria Pozzi, il paradiso olfattivo che ha sede a Treviglio, in via Verga. Augusta Milesi è la titolare dal 1982 del negozio che spicca per essere tra i sei più forniti e di maggior pregio in Italia.

Ad acquistarlo è stata la mamma, Liliana Pozzi, nel 1958, dalla precedente titolare. L’attività ha mantenuto lo stesso volto dagli anni Sessanta, tra antichi mobili in radica, specchi dalle cornici intarsiate, bijoux raffinati e una montagna di profumi introvabili altrove, custoditi dietro le vetrine. E inalterata è rimasta la vocazione, di nicchia. “Io e mio fratello siamo cresciuti in bottega, tra cristalli e boccette delicate, non stavo mai ferma, ma mia mamma mi lasciava libera – racconta la signora Augusta -. Per lei l’importante era che non mettessi piede in un negozio commerciale, diceva che mi avrebbe disturbato, confondendomi le idee. Un giorno un ragazzo che frequentavo mi regalò una bottiglietta di un noto stilista francese durante una festa a Parigi, mia mamma rispose: ti concedo il fidanzato, non quell’acquetta”.

Nonostante la concorrenza di catene nazionali e internazionali, spesso negli shopping center, il negozio storico, che offre anche prodotti di cosmesi, non ha mai subìto cali nelle vendite. La differenza la fanno la qualità e la persistenza. “Le grandi maison di moda italiane e francesi sono un’eccellenza, ma i profumi con il nome degli stilisti non hanno niente a che vedere con le loro creazioni, sono una conseguenza del marchio – è la sua opinione -. La prova è che si somigliano tutti, la sintesi finale è uguale. Invece, la nostra è un’arte degli essenzieri, nasi speciali, capaci di selezionare e mescolare oli raffinati, indossare un profumo è come guardare un film che è indimenticabile perché combina la recitazione dell’attore, alla storia, alle musiche e coreografie”. Nella profumeria trevigliese si trovano essenze vintage degli anni Cinquanta e Sessanta, linee francesi, inglesi, perfino svedesi, erbe di campagna, altre che richiamano il profumo emanato dalla pianta del pomodoro, aromi di dolcetti arabi, essenze gourmand che sanno di cioccolato, vaniglia, zucchero filato, fino agli antichi legni che sfiorano i 600 euro. La spiegazione del costo è semplice, la rarità, la materia prima che non esiste in ogni paese del mondo e una produzione che non supera gli 800 litri. E la storia, come quella di Francois Hénin, negli anni Venti distillatore di oli in Vietnam, sperimentatore a Grasse nelle creazioni a base di sandalo Mysore. “E’ bene che chi acquista un profumo conosca gli aneddoti che sono alla base della sua formulazione, perché un’opera d’arte non può essere di massa”.




Indagine tra i viaggiatori, Tram delle valli promosso a pieni voti

teb5645.jpgL’indagine di Customer Satisfaction 2015 promossa da Teb e realizzata dalla società Datacontact unicamente con interviste a bordo dei mezzi, si è rivolta ad un campione di 200 clienti abbonati e occasionali del servizio tramviario con una distribuzione proporzionale per quote di sesso ed età, intervistati in orario di punta (70%) e nelle ore considerate di morbida (il restante 30%). La clientela del servizio TEB è fedele e consolidata: il 31,5% degli utenti dichiara di utilizzare la tramvia dalla sua nascita, da più di 5 anni, il 36,5% negli ultimi 3 anni e il 17,5% dal 2015.

Dal campione emerge che il motivo principale dell’utilizzo del tram è la comodità del viaggio (36,5%)  per recarsi nel luogo di studio o lavoro (64%). Gli intervistati hanno inoltre dichiarato di utilizzare il tram in alternativa ad altri mezzi di trasporto, principalmente per evitare problemi di parcheggio e di traffico. L’indagine ha rilevato che per oltre il 75% del campione intervistato la durata media del viaggio per raggiungere la destinazione abituale è mediamente di 20 minuti. Il parcheggio gratuito d’interscambio di Albino risulta quello maggiormente utilizzato da chi sceglie il mezzo privato per raggiungere le fermate TEB; mentre, il 58% degli utenti dichiara di raggiungere quotidianamente a piedi la propria fermata di partenza.

I documenti di viaggio più utilizzati sono il carnet 10 viaggi nel segmento viaggiatori occasionali e l’abbonamento annuale nel target abbonati. La frequenza di utilizzo del tram rivela che il 37,5% degli intervistati utilizza il mezzo pubblico mediamente 6 giorni su 7. Il 66% sono abbonati mentre gli utenti occasionali (43%) lo utilizzano solo qualche volta a settimana. Il livello di soddisfazione rispetto al servizio offerto da TEB è espresso in una scala di valutazione da 1 a 10, dove 1 è il punteggio più basso, 6 sufficiente e 10 il più alto: il giudizio complessivo raggiunge un livello di soddisfazione pari al punteggio di 7.8 con un aumento di 0.5 rispetto al 2014. Fondamentale per un’azienda di trasporto pubblico è l’affidabilità del servizio offerto (rispetto delle corse e delle fermate, frequenza e orario di inizio e fine servizio, caratteristiche intrinseche del servizio), che raggiunge un punteggio di 7.8 (valore costantemente in crescita dal 2011 ad oggi).

Tra gli elementi ritenuti maggiormente soddisfacenti si segnala il rispetto delle corse e delle fermate previste (8.3), la riconoscibilità della divisa del personale TEB (8.3), l’impegno e il rispetto per l’ambiente (8.3), la puntualità delle corse (8.1). Valori molto positivi anche per il tempo di viaggio (7.9), che include la puntualità delle corse e la durata dello spostamento, l’affidabilità e le informazioni sul servizio alle fermate (7.8) e l’accessibilità (7.7). Il comfort del servizio viene giudicato con un punteggio di 7.4 (pulizia dei mezzi e delle pensiline, affollamento, climatizzazione e strumenti operativi a bordo), mentre il giudizio complessivo rispetto ai rapporti con la clientela indica un valore medio del 7.5 (in aumento rispetto al 7.3 del 2014). Un altro valore significativo riguarda la sicurezza del viaggio (sia la condotta di guida che la sicurezza a bordo), che raggiunge il livello di soddisfazione pari al punteggio di 7.6. Un dato che raggiunge poco più che la sufficienza è quello espresso sull’affollamento dei mezzi, che registra un voto medio di 6.3 (6.4 nel 2014). In conclusione, l’indagine 2015 sintetizza i 25 parametri analizzati in un unico punteggio pari a 7.8.

“I dati che emergono dall’indagine di soddisfazione dei clienti di TEB manifestano con chiarezza che quello del tram Bergamo – Albino è un servizio di trasporto pubblico utile, efficiente, puntuale – dichiara Filippo Simonetti, presidente TEB -. Un servizio gradito dai bergamaschi più che dagli italiani: secondo i dati Isfort (2014) il tram, come mezzo di trasporto pubblico collettivo ottiene a livello nazionale un punteggio medio di gradimento pari a 6,2, ben più basso rispetto al 7,8 raggiunto da TEB. I bergamaschi apprezzano il tram e lo usano, sempre di più. Anzi. L’aspetto che fa registrare il punteggio meno brillante – ma pur sempre sopra la sufficienza – è quello relativo al sovraffollamento dei mezzi, ovvero la prova provata che siamo di fronte ad una domanda di tram superiore all’offerta. Questo è quello che pensano i nostri passeggeri: oltre 21 milioni dalla data di attivazione del servizio, il 2009, ad oggi, incrementati costantemente con una crescita media di +2,5% all’anno. Oltre al dovere di trasparenza e informazione verso i nostri utenti, consegniamo con soddisfazione questi risultati alle Istituzioni, Comuni, Provincia e Regione, che insieme a noi, stanno lavorando per il futuro del servizio tramviario nel territorio bergamasco. TEB è un patrimonio economico e di competenze, espressione di una comunità che ha saputo fare rete; un investimento collettivo, non semplice, che ha messo in campo risorse da valorizzare. Il futuro ce lo indicano chiaramente i nostri passeggeri.”

 




Risotti, ad Alzano si elegge quello da “competizione”

Il ristorante Locanda della Corte di Alzano ci ha preso gusto. E così, dopo aver vinto nel settembre scorso il “Trofeo Salera” per il miglior risotto, ha scelto di prepararsi per tempo al prossimo concorso. Venerdì 29 gennaio organizza “La Festa del risotto”, un menù a tema durante il quale i partecipanti sanno chiamati ad eleggere la nuova ricetta da portare alla competizione.

Il menù prevede dopo lo stuzzichino di benvenuto, tre risotti, tutti realizzati con i prodotti dell’azienza cerealicola bergamasca Salera: “Tortino di Risotto Venere con Gambero Rosso di Mazara del Vallo”, “Risotto mantecato all’Asiago Dop 18 mesi con Croccantino di Carciofi” e “il nostro Risotto Meneghino”. Per finire i dolcetti di Carnevale dello chef. In abbinamento i vini Costaripa Molmenti, Riesling Renano Olmo Antico, Inama Bradisismo.

Il costo della serata è di 48 euro, compresi tre calici di vino serviti in abbinamento. Per prenotare tel. 035 513 007 – info@locandadellacorte.it




Camere di Commercio, il riordino preoccupa le imprese

Con la prossima emanazione dei decreti attuativi, sta per entrare in vigore la riforma delle Camere di Commercio, che prevede, per razionalizzare l’organizzazione, un accorpamento delle sedi sul territorio nazionale (da 105 a 60, Bergamo dovrebbe restare autonoma) e una riduzione del personale, pari al 15% inizialmente e al 25% con il completamento del riordino.

Una manovra sulla quale Rete Imprese Italia esprime la più viva preoccupazione, invitando il Governo a valutarla con attenzione. «Le Camere, governate attraverso forme di democrazia economica – evidenzia il coordinamento che riunisce Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti -, devono essere strumento per la promozione e lo sviluppo delle economie locali, delle loro comunità di imprese che necessitano di sostegno per l’accesso al credito, per la creazione di reti, per l’internazionalizzazione. Proprio per queste funzioni insostituibili, organismi come le Camere di Commercio italiane esistono in tutti i Paesi Ocse e in tutta l’Unione Europea. Le Camere di Commercio non devono essere ridotte alla mera funzione, pur indispensabile, di soggetti con compiti anagrafico-certificativi. Le Camere si possono e si devono riformare con l’obiettivo di dare maggiore efficienza alla loro attività e risposte utili alle necessità delle imprese del territorio».

I tagli al personale sono legati alla razionalizzazione degli uffici che svolgono funzioni di supporto e strumentali (gestione del personale, ragioneria, affari generali) o che rappresentino duplicazioni o sovrapposizioni di compiti. Dovrebbero avvenire senza licenziamenti, ma attraverso un blocco delle assunzioni e l’eventuale ricorso alla mobilità. «Il Governo lo chiama “riordino”, ma quello che si prospetta – scrivono in un comunicato i dipendenti della Camera di Commercio di Bergamo -, è un vero e proprio smantellamento. Si tratta, in sintesi, di oltre 1.000 dipendenti camerali che arrivano a 3.000 considerando il sistema camerale nel suo complesso. Lavoratori che si sono distinti per gli alti livelli di efficienza e professionalità, facendo del sistema camerale una delle “eccellenze” della Pubblica Amministrazione. Lavoratori i cui costi attualmente non sono a carico del bilancio dello Stato in quanto le Camere di Commercio sono Enti Autonomi che si autofinanziano, ma con gli esuberi annunciati e l’eventuale ricollocamento in altri enti pubblici, diventerebbero una spesa in più per lo Stato e quindi per i cittadini».

All’incertezza dei lavoratori si aggiunge, secondo l’Rsu della Camera di Commercio bergamasca il venir meno del supporto alle piccole e medie imprese, «che rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo del nostro Paese. I piccoli imprenditori, come certificano ripetute indagini e testimonianze degli stessi interessati, hanno sempre trovato nel sistema delle Camere di Commercio, presenti in ciascuna provincia e quindi vicine al proprio territorio, e nella professionalità della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che svolgono con professionalità ed onestà il proprio lavoro: supporto, sostegno, consulenza gratuita, sin dalla fase di avvio della propria attività. Per non parlare degli incentivi economici per il miglioramento delle strutture, la formazione, la capacità di competere anche sui mercati esteri».

«Il Sindacato non ha mai negato l’esigenza di profonde riforme nella P.A.. Anche nelle Camere – precisano i dipendenti -. Anche i lavoratori conoscono difetti, privilegi, inutili duplicazioni e iniziative di pura immagine in cui a volte sono state indirizzate le risorse camerali. Pronti a discutere di tutto questo. Ma a questo Governo, evidentemente, non interessa affrontare insieme i difetti reali del sistema. Preferisce trattare su altri tavoli. Ai pubblici dipendenti, da pessimo Datore di Lavoro, da anni nega il rinnovo dei contratti, non valorizza le professionalità, è pronto a dare battaglia e a far propaganda sui pochi, deprecabili, episodi di disonestà da parte di alcuni dipendenti pubblici che offrono pretesti ulteriori a giustificare queste “non riforme”».

I dipendenti della Camera di Commercio di Bergamo, che sono già in “stato di agitazione” dall’ottobre 2014, «se il decreto non verrà modificato – annunciano -, sono pronti a mobilitarsi con tutte le azioni di protesta possibili».




Confcooperative, Guerini confermato presidente

Giuseppe Guerini
Giuseppe Guerini

Giuseppe Guerini è stato confermato per acclamazione e all’unanimità alla guida di Confcooperative Bergamo. Quello che svolgerà nei prossimi quattro anni è il secondo mandato per Guerini, 50 anni nato a Casnigo e già presidente di Federsolidarietà, riconfermato all’assemblea congressuale tenutasi oggi alla Sala Caravaggio della Fiera di Bergamo. L’assemblea ha visto anche l’elezione del nuovo consiglio provinciale, composto da 33 membri, e quello dei revisori dei conti.  Nuove sinergie in termini di aggregazioni tra cooperative e crescita occupazionale guideranno l’azione di Confcooperative Bergamo, oggi la centrale cooperativa più rappresentativa del territorio con una base sociale composta da 308 imprese che raggruppano oltre 74 mila soci e dove sono impiegati più di 8.400 mila lavoratori dipendenti per un fatturato di oltre 660 milioni di euro.

«In questi anni di crisi, a Bergamo come in Italia e in Europa, le cooperative sono state protagoniste di una formidabile resistenza – ha detto Guerini -. Non abbiamo attraversato indenni questi anni di cambiamento ma lo abbiamo fatto evitando che a pagarne le conseguenze fossero i lavoratori. Anzi, in moltissimi casi proprio le cooperative sono state un argine per la difesa dell’occupazione. La scelta di salvaguardare l’occupazione e il perseguimento degli utili conferma quindi la mission delle cooperative, imprese di comunità in grado di promuove reale sviluppo di inclusione sociale e di coesione».




Meglio non scherzare con i “blablabla” nel curriculum

Curriculum-vitae-efficaceIn questi giorni ha incuriosito moltissimo la notizia di un giovane laureato francese, che è riuscito a trovare un impiego, inviando alle aziende una lettre de motivation piena di “blablabla”. Julien Chorier, questo il nome del neo laureato in Management delle Industrie Creative alla Kedge Business School di Bordeaux, ha pensato di proporre un documento ibrido, che è un mix  tra il curriculum vitae e la lettera di presentazione, all’interno del quale ha descritto in maniera indicativa e schematica capacità, valori professionali ed aspirazioni, inframmezzandole con una lunga serie di “blablabla”. La scelta, ha spiegato il protagonista della vicenda, è stata ispirata non solo dal fatto che dopo mesi di invio di curriculum “tradizionali”, non aveva ricevuto nessuna risposta, ma anche dalla certezza che le aziende non avessero il tempo e la voglia di leggere il curriculum fino alla fine e che quindi era necessario trovare un diversivo per lasciare il segno.

In realtà sembra che sia riuscito nell’intento perché una proposta di lavoro è arrivata da un’azienda, incuriosita di sapere che cosa ci fosse dietro a tutti questi blablabla; e non una proposta qualunque, ma un contratto a tempo indeterminato. Devo essere sincero: al momento ho pensato fosse una bufala, poi dopo qualche ricerca ho appurato che la vicenda era vera. Detto ciò, non posso che essere felice per questo giovane coraggioso, ma devo anche sperare che chiunque voglia seguire il suo esempio, abbia prima compreso il contesto di riferimento di Julien. Si perché, che piaccia o meno, il curriculum rimane l’unico strumento di presentazione a disposizione dei poveri mortali in cerca di lavoro e a meno che non entri in gioco l’opportunità delle “conoscenze giuste”, continua a rappresentare una vetrina per mettere in luce esperienze, competenze e valori professionali. Senza dimenticare la lettera di presentazione, che è fondamentale per veicolare l’attenzione e la concentrazione di chi ha tra le mani il nostro cv per la prima volta.

Io mi sono occupato per anni di selezione del personale e ogni tanto lo faccio anche oggi e personalmente una lista di “blablabla” non solo non comunica nulla e non incuriosisce, ma al contrario fa nascere forti dubbi sulla serietà e la salute mentale del candidato. A meno che non mi stia occupando di una selezione, che riguardi una figura con spiccate doti di estro e creatività e allora è un altro paio di maniche. Ma per il 99% delle ricerche in corso non dare informazioni può essere davvero controproducente.

la lettera di presentazione di Julien Chorier
la lettera di presentazione di Julien Chorier

Per togliermi ogni incertezza a riguardo, mi sono confrontato con alcuni colleghi che continuano ad occuparsi di selezione e anche loro hanno risposto in maniera unanime: “A meno che non si tratti di figure professionali particolari, un documento incompleto e pieno di blablabla viene cestinato”. Leggendo l’intervista di Julien, quello che mi ha particolarmente colpito, sono state alcune sue asserzioni (sicuramente dettate da una spavalderia tipica di una certa età), che, se non filtrate nel modo giusto, possono dare adito ad una subcultura, che poco mi piace: dichiarare infatti che le aziende non hanno il tempo e la voglia di leggere tutto il cv, mi sembra un’affermazione sconsiderata, che fa a pugni con gli obiettivi aziendali, ovvero trovare un individuo che sia una risorsa. Il non venir chiamati per un colloquio è certamente frustrante, ma non significa che la scelta dei candidati sia una roulette russa (qualcuno dei cv viene letto e qualcuno no), ma semplicemente rivela che fra tutti i curriculum ricevuti, alcuni più di altri hanno colpito per esperienze pregresse o competenze possedute. Partendo dall’assunto che il cv deve essere compilato secondo uno schema e delle regole prestabilite e che la lettera di presentazione non può mai mancare, il segreto è quello di renderli unici, utilizzando il potere della chiarezza espositiva e l’aggiunta di informazioni supplementari per incuriosire (nel vero senso della parola).

Julien ha certamente dimostrato di possedere competenze strategiche e di essere in grado di conoscere il suo contesto di riferimento, ma al tempo stesso sono convinto che se avesse conseguito una laurea in business administration, avrebbe agito in altro modo. Paradossalmente lui è l’eccezione che s-conferma la regola, non un esempio da emulare a tutti i costi, come invece si è letto tra le righe di certi articoli pubblicati nelle ultime ore. Quando si cerca un impiego, l’invito è di ponderare con attenzione ogni strategia poiché rischio ed azzardo non sempre pagano.

 




Gelato, al Sigep convegno sulle novità dell’etichettatura

Nel calendario degli appuntamenti organizzati dai Maestri della Gelateria Italiana al Sigep (in programma a Rimini dal 23 al 27 gennaio) c’è anche un convegno su gelato e salute, in particolare sulle informazioni obbligatorie e volontarie sugli alimenti previste dalla normativa europea per i prodotti no preimballati (UE 1169/2011).

Si terrà lunedì 25 gennaio alle ore 14.30 nella Sala Tiglio 1 padiglione A6 ed è realizzato con il supporto del Ministero della Sanità e la collaborazione di Roberta De Sanctis, biologa nutrizionista e PhD, consulente scientifico dell’iniziativa che fa parte del progetto “La salute vien mangiando… gelati”.

L’obiettivo dell’incontro è duplice: da un lato dare dei chiarimenti sia agli addetti ai lavori che vendono al pubblico sia a quanti vendono B2B, fornendo un prontuario per capire le disposizioni europee e nazionali senza incorrere in sanzioni, dall’altro offrire spunti di riflessione e un momento di reciproca condivisione delle modalità di utilizzo di questa normativa.

Partecipano

  • Candida Pelizzoli, gelatiere dell’Associazione Maestri della Gelateria Italiana, docente di tecnica e produzione del gelato artigianale presso la Scuola Italiana di Gelateria
  • Roberta De Sanctis, biologa nutrizionista e consulente per l’associazione Maestri della Gelateria Italiana
  • Salvatore Cannavò, dirigente tecnico dei laboratori di ricerca e sviluppo e controllo qualità di aziende del settore gelateria-pasticceria
  • Roberto Copparoni, dirigente medico della Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione Ministero della Sanità
  • Roger Nanni, coordinatore Unità Operativa Igiene, Alimenti e Nutrizione Ausl Romagna



Il rettore: «Sempre più necessaria la contaminazione tra imprese e Università»

Incontro Imprese & Territorio e Università - ritImprese & Territorio a confronto con l’Università di Bergamo. L’Assemblea plenaria del Comitato Unitario che riunisce le dieci Associazioni imprenditoriali bergamasche (Associazione Artigiani, Ascom, Apindustria, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confesercenti, CNA, FAI e LIA) ha incontrato in via Salvecchio il rettore Remo Morzenti Pellegrini e i pro rettori Matteo Kalchschmid, Sergio Cavalieri e Paolo Buonanno.

L’occasione da parte del mondo accademico di presentare alcuni componenti della nuova squadra e il programma dell’Universita e da parte di Imprese & Territorio di mettere in luce le esigenze delle Pmi bergamasche, emerse durante i lavori dei diversi tavoli di coordinamento del Comitato.

«L’incontro di questa mattina rientra nelle linee programmatiche del Comitato Unitario – ha affermato Giorgio Ambrosioni, presidente di Imprese & Territorio -. Per lo sviluppo della nostra economia e del nostro territorio è fondamentale, secondo noi, la valorizzazione del rapporto con l’Università soprattutto sui temi specifici che riguardano il mondo delle Mpmi che rappresentiamo».

La conoscenza del territorio e delle imprese che ne sviluppano l’economia è un fattore fondamentale anche per il rettore, che ha messo in evidenza come sia sempre più necessaria una contaminazione tra il mondo del sapere e il mondo imprenditoriale: «L’università deve intercettare i bisogni e le esigenze degli imprenditori per poter offrire un contributo importante per lo sviluppo dell’economia e per la salvaguardia del territorio in tutti i suoi aspetti».

Il lavoro dell’assemblea e il confronto con rettore e i prorettori ha portato alla condivisione di alcune linee strategiche da adottare sui temi dell’internazionalizzazione, dell’innovazione e della ricerca.

Nella discussione è emersa l’esigenza, sempre maggiore da parte degli imprenditori, di favorire lo scambio con l’estero, attirando da una parte sul territorio bergamasco studenti stranieri e dall’altra favorendo esperienze all’estero dei nostri studenti. «Il futuro sarà quello di avere un numero sempre maggiore di studenti stranieri che studieranno e poi lavoreranno nelle aziende bergamasche. Questo sarà un elemento essenziale per aprirci al mondo», ha sottolineato il professor Matteo Kalchschmidt, che in Università ha la delega alla Internazionalizzazione e alle relazioni internazionali.

Accanto all’internazionalizzazione serve una forte integrazione tra Università e territorio, come ha sottolineato il professor Sergio Cavalieri, delegato al Trasferimento tecnologico, all’innovazione e alla valorizzazione della ricerca: «Questa delega è fondamentale per integrare il territorio all’Ateneo – ha spiegato Cavalieri – in quanto ha il compito di guardare in avanti valorizzando le risorse che già ci sono per metterle a disposizione del territorio. Fondamentale sarà quindi l’interazione e la collaborazione con le imprese». La prossima partita si giocherà sul polo lombardo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico che vede la collaborazione tra diverse università lombarde.

Durante l’incontro è stato sottolineato inoltre il forte legame che si deve creare tra la ricerca e le imprese. «Legare la ricerca alle imprese non è  semplice – ha spiegato Paolo Buonanno, con delega alla Ricerca scientifica dell’Ateneo- perché la ricerca deve essere libera per essere ampia e sostenibile e su questo fronte è necessario uno sforzo reciproco tra università e mondo delle aziende perché la ricaduta sul territorio sia quantificabile».

Soddisfazione per questo momento di lavoro da parte del presidente di Imprese & Territorio e dei presidenti e direttori delle Associazioni aderenti al Comitato: «Questo primo incontro di conoscenza pone le basi per un rapporto che si svilupperà nel tempo, perché con il mondo accademico affronteremo e svilupperemo anche i temi emersi nel rapporto dell’Ocse per una governance del Sistema Bergamo più incisiva» ha sottolineato Ambrosioni.

La sede di via Dei Caniana dell'Università di Bergamo dopo il restyling delle facciate
La sede di via Dei Caniana dell’Università di Bergamo dopo il restyling delle facciate




Negozi, il successo si costruisce in vetrina. E un corso spiega come si fa

vetrina - visual-merchandisingIl visual merchandising è una delle leve commerciali più importanti per vendere, per comunicare con il cliente e per costruire l’immagine aziendale.

Ascom Formazione lunedì 1 febbraio propone un corso di una giornata che permette di aumentare e aggiornare le conoscenze, le tendenze e gli strumenti del visual merchandising. La vetrina racconta il negozio, le sue scelte, la sua mission, i suoi obiettivi, configurandosi come il biglietto da visita per eccellenza della propria realtà commerciale. In 8 ore si ricevono le dritte per allestire una vetrina accattivante e indurre il potenziale cliente a fermarsi e ad entrare in negozio. Nel corso dell’incontro si parlerà di regole basi e errori da evitare, di come si costruisce una vetrina, delle decorazioni e delle attrezzature giuste, di triangolazione delle merci, dell’uso e le funzioni del colore e di come valorizzare i prodotti attraverso la luce.

Il corso si tiene alla sede Ascom di Osio Sotto, piazzetta don Gansossi 1, dalle ore 9 alle 3 e dalle 4 alle 8.

Per informazioni e iscrizioni: Ascom Formazione, tel. 035.41.85.706/707/715 o info@ascomformazione.it (www.ascomformazione.it).




Gelati, al Sigep c’è anche quello al caprino bergamasco

Al Sigep di Rimini, palcoscenico delle novità e delle tendenze di tutto il mondo in tema di gelateria e pasticceria di scena dal 23 al 27 gennaio, Bergamo non manca di dare la propria impronta. Sia con le aziende espositrici, ben 32, sia con gli artigiani del gelato, sempre pronti a mettere a punto gusti speciali e intriganti.

Quest’anno, nell’ambito delle iniziative dei Maestri della Gelateria Italiana (pad. C1, stand 021), i due Maestri orobici Candida Pelizzoli e Ronald Tellini si cimenteranno rispettivamente nella preparazione in diretta in un gelato al caprino bergamasco (sabato 23 gennaio) e del nuovo gusto Campos (lunedì 25).

Il tema sviluppato in questa edizione dall’Associazione – che ha sede presso l’Università dei Sapori di Perugia – è “Gusti e Colori della Natura” e prosegue nel percorso già avviato di valorizzazione dei gelati attenti alla salute e all’apporto calorico che non dimenticano, però, il piacere del palato. Sono coinvolti 16 Maestri della Gelateria, ognuno chiamato a presentare la propria proposta, giocando tra identità territoriale ed artistica.

candida pelizzoli - gelateria Oasi - Badalasco«La scelta di fare un gelato al caprino – racconta Candida Pelizzoli, della gelateria Oasi di Fara Gera d’Adda, che è anche vicepresidente dell’associazione – risponde al tema del gelato funzionale e salutistico, ma diventa anche occasione per promuovere il prodotti del territorio. Proprio qui a Badalasco, a una manciata di chilometri dalla gelateria, ci sono ben tre aziende che producono latte e formaggi di capra, non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di utilizzare prodotti freschi e locali». Il gelato al caprino è fatto con pochissimi ingredienti: latte di capra, formaggio caprino e un po’ di zucchero. «È quindi indicato per chi ha intolleranze al latte vaccino, come me – spiega Candida -, in più ha poche calorie e pochi grassi. Al palato è fresco e cremoso e ricorda la piacevolezza del formaggio, cosa che lo rende indicato anche per abbinamenti diversi, ad esempio con insalate e piatti freddi».

ronald tellinij.pgHa pescato in casa anche Ronald Tellini, titolare della gelateria Pandizucchero di Almè, ma il risultato è più “esotico”. Il suo gelato, Campos, prende infatti il nome dal suo collaboratore brasiliano, Diego Campos e da sua padre, che gli ha fatto scoprire la varietà di cacao utilizzata, che si unisce alle nocciole per dare vita al gusto gianduia, variegato con lamponi poché e croccante feuillettine. «Il risultato – dice Tellini – è un gelato con un indice glicemico più basso di circa il 20% rispetto alla media», ma sicuramente prezioso e goloso a giudicare dagli ingredienti.

Come Candida Pelizzoli anche Tellini caratterizza la propria attività per la ricerca continua. «Credo che sia ciò che permette di distinguersi e di continuare a sopravvivere – evidenzia, dall’alto dei suoi 26 anni di esperienza e la passione per i semifreddi -. In questo periodo, ad esempio, sto mettendo a punto dei frollini a base di farina di castagne, nocciole e cioccolato, e anche per carnevale non farò le solite chiacchiere, ma delle lattughe mantovane dalla sfoglia sottilissima. Lavorare in questo modo significa prove su prove, selezione delle materie prime e, ovviamente, anche prezzi un po’ più alti, ma è l’unico modo per differenziarsi».