Mettersi in proprio, il progetto Startupper guida i primi passi

startup-imprend.jpgStartupper è un nuovo progetto promosso da Unioncamere Lombardia e dalle Camere di Commercio lombarde che vuole promuovere la diffusione della cultura imprenditoriale e la creazione di nuove imprese. Prevede l’erogazione di servizi a filiera gratuiti, tra cui un seminario di orientamento sul tema del “mettersi in proprio”, un percorso di formazione per sviluppare competenze e apprendere strumenti utili a progettare la fase di start-up, assistenza specialistica per la stesura del business plan e accompagnamento per la costituzione dell’impresa.

A Bergamo la presentazione è in programma venerdì 22 gennaio alle ore 10 nella sala Consiglio del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (ex Borsa Merci), in via Petrarca 10 a Bergamo.

Al progetto possono aderire gli aspiranti imprenditori che siano maggiorenni, abbiano residenza o domicilio in Lombardia, intendano avviare in Lombardia un’impresa giovanile, impresa femminile, impresa sociale, impresa innovativa o impresa di immigrati.

Per maggiori informazioni e per iscriversi: http://www.bergamosviluppo.it/sito/chi-siamo/media-video/news/348-al-via-il-nuovo-progetto-startupper.html

 

 




Niente bistrot alla stazione di Paratico, ma potrebbe arrivare un negozio

stazione

Non ci sarà nessun bistrot alla stazione di Paratico. Almeno per il momento. Il bando pubblicato dall’Amministrazione per la gestione dell’ex fabbricato viaggiatori è andato deserto.

Alla gara indetta dal Comune per trasformare la stazione in un piccolo bistrot o una piccola attività commerciale non si è presentato nessun imprenditore, società o associazione. E non è servito posticipare la chiusura della gara dal 23 novembre al 21 dicembre. Le condizioni che il Comune aveva posto erano del resto impegnative: l’eventuale affittuario avrebbe dovuto investire 360.000 euro per riqualificare la struttura (disposta su tre piani, con una superficie di oltre 360 metri quadrati) e pagare un canone di affitto annuo di 6.000 euro per i primi nove anni, con un aumento fino a 36.000 euro a partire dal decimo anno.

Ora l’Amministrazione, che si è data come impegno quello di vivacizzare la zona della stazione, dovrà decidere se riaprire il bando o, in caso sia possibile, assegnare la gestione dello stabile con trattativa privata. Intanto sembra ci sia un interessamento per trasformare il vecchio fabbricato viaggiatori in un negozio di prodotti della Franciacorta.




L’arte più preziosa è di scena in fiera

Raccoglie l’eredità di BergamoAntiquaria, l’evento dedicato all’alto antiquariato che era giunto alle 12esima edizione, per ampliare orizzonte e ambizioni. Si chiama Italian Fine Art la nuova fiera di scena al polo di via Lunga da sabato 16 a domenica 24 gennaio, con 127 espositori provenienti da tutta Italia.

Organizzata dalla Promoberg, la mostra si rinnova per promuovere non tanto l’arte italiana, patrimonio indiscusso del nostro Paese, ma le potenzialità e la professionalità del mercato dell’arte in Italia. Per questo con le gallerie antiquarie sono presenti delle gallerie specializzate nel Novecento storicizzato, altre in Arte Orientale e alcune di Tribal Art. Obiettivo è attrarre l’attenzione del mondo internazionale – che guarda all’arte per passione, collezionismo o bene d’investimento – sulla potenzialità del nostro mercato antiquario, sulla professionalità di galleristi e antiquari e l’eccellenza delle loro proposte e delle loro competenze.

Percorrendo l’esposizione si possono quindi incontrare oggetti d’arte, sculture, maioliche, porcellane finissime, arredi e dipinti europei dal XIII secolo fino alla prima metà del Novecento, con incursioni nell’alto artigianato cinese e giapponese, passando anche per manufatti preziosi e unici di Arte Tribale.

Molte e ad ampio raggio sono le proposte degli espositori, a testimoniare l’eccellente selezione fatta dagli organizzatori e allo stesso tempo la vastità della ricerca storico-artistica intrapresa dai galleristi e dagli addetti ai lavori in Italia, frutto di passione, viaggi e scoperte che a volte hanno dell’eccezionale. È il caso dei bellissimi e inediti dipinti di Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini presentati in anteprima a IFA. I dipinti, che costituiscono una vera e propria “mostra nella mostra”, sono il frutto di un’attenta ricerca operata nel corso degli anni da un appassionato collezionista lombardo. Degli otto dipinti, che hanno avuto un ruolo chiave nella collezione privata lombarda, Il Baro, La Rissa e La lettura della mano hanno un’importanza particolare non solo per qualità, dimensioni e firma, ma perché insieme rappresentano un ciclo completo di uno degli argomenti più frequentemente trattati dal Todeschini: il gioco d’azzardo e le vicende di intrighi e imbrogli che inevitabilmente sfociano in rissa fra baro e la vittima.

Importante riscoperta è quella del Ritratto del Conte Carlo Albani, un’opera considerata dispersa e ritrovata poco più di un anno fa in una quadreria privata. Il dipinto, di cui si conosceva tutto tranne il luogo ove era custodito, è un significativo esempio delle qualità artistiche di Giovanni Raggi, uno dei più importanti rappresentanti della pittura bergamasca del Settecento, che si muove tra la tradizione ritrattistica lombarda e le moderne istanze lagunari di Fra’ Galgario e Giambattista Tiepolo.

Facendo un passo indietro nel tempo si può ammirare, tra gli altri, una Madonna con Bambino dell’ultimo quarto del XV secolo, una tempera su tavola eseguita nella Bottega di Lorenzo di Credi,
e La Visione di Sant’Eustachio, un olio su tela dal nitido disegno e dagli squillanti timbri cromatici, di Carlo Ceresa, massimo esponente della grande ritrattistica lombarda del Seicento. Di rilievo è anche La Visitazione del maestro toscano attivo nella seconda metà del Cinquecento Jacopo Coppi, detto “del Meglio”. E ancora, è della prima metà del Seicento il dipinto Rinaldo abbandona Armida del parmense Sisto Badalocchi, mentre è di pieno Settecento la Veduta della Chiesa degli Scalzi verso Santa Lucia del pittore, documentato a Londra tra il 1754 e il 1771, William James che Filippo
Pedrocco annovera a buon diritto tra ”i vedutisti veneziani”.

Ma sono solo alcuni esempi delle tante chicche, certificate dalla Commissione Vetting, costituita da indiscussi professionisti e studiosi dei differenti settori merceologici, che vaglia e certifica
tutte le opere esposte in mostra.

Anche il territorio bergamasco è coinvolto, a cominciare dalle banche – Credito Bergamasco e Banca Popolare di Bergamo – che oltre ad essere sponsor dell’evento sono presenti con una selezione di notevoli opere delle loro collezioni d’arte.

Nuova è anche l’ambientazione, con spazi studiati in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Bergamo, che prevedono anche una zona relax e incontro che ospiterà, durante la settimana, un concerto con aperitivo e una zona che sarà palcoscenico di alcune opere antiche ambientate o rilette con occhio contemporaneo.




Il cameriere è grasso? Al ristorante si mangia e beve di più

I camerieri “in carne” possono ispirare a mangiare e a bere di più. Lo rileva uno studio pubblicato su Environment and Behavior dai ricercatori del Food and Brand Lab della Cornell University (nello stato di New York), un’istituzione che si occupa di psicologia dei consumi in campo alimentare. In particolare lo studio – rilanciato da Adnkronos -, condotto su 497 commensali in 60 ristoranti statunitensi, dimostra che chi ordina la cena da un cameriere in sovrappeso ha 4 volte di più la probabilità di ordinare un dessert e ordina il 17% in più di alcolici.

«Nessuno va ad un ristorante per iniziare una dieta. Per questo siamo estremamente sensibili ai segnali che ci danno la licenza ad ordinare e a mangiare quello che vogliamo», dice Tim Doering, ricercatore presso la Cornell Food and Brand Lab e autore principale dello studio.

Ad influenzare le nostre scelte a tavola non è solo il peso del cameriere. Giocano, infatti, un ruolo chiave anche l’illuminazione, la musica, e il posto a sedere. Per non cedere alla tentazione, dunque, i ricercatori consigliano di arrivare al ristorante già con le idee chiare, decidendo a priori cosa mangiare se l’antipasto o il dessert.




Bergamo, le sezioni elettorali calano da 109 a 103

schedeelettorali450Da 109 a 103 sezioni, dalla numero 1 della scuola elementare Locatelli di via Pradello alla 103 di della scuola elementare don Milani di via Feramolino: è questo il risultato del lavoro di revisione delle sezioni elettorali della città di Bergamo condotto nelle scorse settimane dall’Amministrazione comunale. Un riordino deciso per razionalizzare le risorse ed evitare sprechi: con il nuovo assetto ad ogni tornata elettorale saranno risparmiati ben 50mila euro. “Da una verifica che abbiamo effettuato – spiega l’Assessore alla Semplificazione Giacomo Angeloni – abbiamo verificato che in ogni sezione a Bergamo votavano in media circa 700 elettori, laddove la legge prevede un tetto massimo di 1200. Abbiamo pertanto pensato a una razionalizzazione delle sezioni, eliminandone alcune del tutto, accorpandone altre e cercando di evitare buchi nella numerazione progressiva. Al termine della nostra revisione il numero di votanti per sezione si avvicina a quota 1000. Ciò genera un risparmio di circa 50mila euro, in termini di allestimento degli spazi scolastici, di pagamento delle commissioni elettorali, di spese accessorie per il funzionamento delle scuole nella fase delle votazioni.”

La soppressione di sei sezioni causa anche l’eliminazione di tre sedi di seggio, tre scuole che quindi non saranno più interessate dalle tornate elettorali e potranno proseguire con la consueta attività didattica. Non si voterà più nelle scuole elementari Rodari di via Sylla (i seggi sono stati accorpati a quelli già esistenti nella scuola Diaz di via Cadorna), Savoia di via Goldoni (accorpata alle sezioni della Scuri di via dei Galliari) e della scuola Muzio di via San Pietro ai Campi (si voterà alla scuola Calvino di via Azzano). “Avevamo già proposto una revisione delle sezioni – spiega il Consigliere comunale del Patto Civico Simone Paganoni – con un ordine del giorno presentato durante l’Amministrazione Tentorio, ma senza risultati. Negli ultimi mesi abbiamo avviato una riflessione seria sull’argomento, cercando di non generare disagi negli elettori con l’eliminazione di sedi di seggio particolarmente importanti per i quartieri cittadini. Crediamo di aver fatto un buon lavoro e certamente il risparmio che viene generato dall’iniziativa potrà essere usato per progetti a vantaggio della collettività.”

Modifiche che coinvolgono ben 18mila elettori in città, nelle case dei quali nei prossimi giorni arriveranno le buste contenenti le etichette (recanti le nuove informazioni sulle relative sedi di voto) da apporre sulle tessere elettorali: l’ufficio elettorale del Comune di Bergamo ha già provveduto all’invio di oltre 4500 buste.




Claudia, la regina delle formaggelle col computer in stalla

C’è la tradizione e c’è l’innovazione: non sempre queste due componenti fondamentali riescono ad andare d’accordo, specie in agricoltura: Claudia Riccardi di Gromo non solo è riuscita in questa quadratura del cerchio, ma l’aiuto della tecnologia ha contribuito ad elevare la qualità dei suoi formaggi.

Ormai nel paese seriano dove è nata e dove ha sede l’azienda agricola che porta avanti con i fratelli Angelo e Giovanni, Claudia tutti la riconoscono come colei che “ha portato il computer in stalla”. In effetti, pur non amando questa etichetta-tecno, Claudia mostra di saper stare al passo con i tempi e non si sposta mai senza il suo pc, anche quando produce le sue quattro tipologie di formaggio molto richieste («Meglio farne poche, ma bene, mi ha insegnato un vecchio casaro»): la formaggella che l’ha resa famosa per i premi vinti (con pasta semicotta da latte crudo di due mungiture); lo stracchino a pasta cruda d’alpeggio tipico della Bergamasca; il formaggio di monte a pasta semicotta e il primosale, fresco, leggerissimo, all’occorrenza anche erborinato.

Claudia, quando è nata la sua passione per il formaggio?

Claudia Riccardi - casara - Gromo«Essendo nata in una famiglia di agricoltori di montagna, dove l’amore, la dedizione e lo spirito disacrificio per il proprio lavoro sono i valori fondamentali, fare il formaggio è stato uno sbocco naturale. Produrlo in montagna e venderlo direttamente al consumatore è l’unico modo per mantenere in vita micro-imprese come la mia in un contesto avverso, sia per la globalizzazione dei mercati sia per le condizioni molto svantaggiate rispetto a chi lavora in pianura».

La vita di una casara è diversa da quella dei suoi coetanei? Trova il tempo per divertirsi, andare in giro con amici, in vacanza?

«Prima di essere casara sono un’imprenditrice agricola: essere titolare di una piccola impresa comporta tanti impegni e responsabilità. Essere bravi casari non basta in una azienda come la mia, bisogna saper far quadrare i conti, essere dei buoni venditori del proprio prodotto e avere competenze su materie burocratiche e fiscali. Ciò non toglie che si possa avere una vita sociale simile a quella dei propri coetanei».

La definiscono un po’ casara hi-tech, perché si fa aiutare dalla tecnologia. Come questa può incidere nel suo lavoro?

«Essere definita così è un po’ strano, perché il mio lavoro richiede soprattutto manualità ed esperienza: è un’arte antica e cerco di farlo rispettandone le tradizioni. Certo, poi c’è la tecnologia moderna e io utilizzo sempre il Pc, per la gestione economica ed amministrativa della mia azienda. La rete offre opportunità di conoscenze ed informazioni indispensabili per qualsiasi realtà; inoltre consente di aprire nuovi orizzonti, conoscere realtà diverse e potersi confrontare».

Ci racconta la sua giornata tipo?

«Sveglia alle 6,30, alle 7 sono in caseificio dove arriva il latte appena munto direttamente dalla stalla (gli animali sono seguiti da due miei fratelli, contitolari dell’azienda). Il latte viene messo nella caldaia e incomincia la caseificazione. Finita la lavorazione del latte, pulizia delle attrezzature e dei locali; prosegue poi con il locale di stagionatura, salatura, con rivoltamento delle forme. Cambio i teli di asciugatura, spazzolatura dei formaggi già stagionati, pulizia locale e bucato. Alle 8 apro lo spaccio attiguo al caseificio per la vendita diretta al consumatore dei miei prodotti. Settimanalmente trascorro una buona parte del mio tempo negli uffici Coldiretti, Asl, posta, banca, per pratiche burocratiche. Quando produco lo stracchino, la caseificazione avviene anche la sera, perché è un formaggio fatto con il latte appena munto. Questo impiega almeno due ore, dalle 18 alle 20. Poi finalmente posso rilassarmi».

Lei è ritenuta soprattutto la “regina delle formaggelle”, peraltro un prodotto molto inflazionato, presente quasi in ogni valle: cos’è che può distinguerla e farle veramente fare il salto di qualità?

«La differenza la fanno la capacità del produttore e la volontà del consumatore di non fermarsi al primo prodotto che trova. Se quest’ultimo non si accontenta e vuole conoscere la provenienza del prodotto, chi lo produce, come lo produce, come vengono nutriti e trattati gli animali, avrà tutti gli elementi necessari a valutarne le qualità. Il produttore, da parte sua, deve garantire la salubrità e la genuinità del prodotto venduto».

Di quali premi vinti lei va più orgogliosa?

«Un po’ tutti. Nel paese in cui vivo, a inizio estate viene organizzata la sagra “Gromo sempre in forma” con il concorso per la miglior formaggella. Diciamo che una grande emozione l’ho provata nella prima edizione del 2011 quando ho vinto il secondo e terzo premio con due formaggelle di diversa stagionatura. Nel 2012 ho migliorato ancora, vincendo il primo e il secondo premio sempre con due formaggelle, una di 30 giorni e una di 90. Nel 2014 ho vinto il primo premio con una formaggella di 30 giorni. Nel 2015 ho vinto il secondo premio per la formaggella e il secondo per lo stracchino».

Quando i produttori uomini si vedono superare nei concorsi da una giovane casara donna, cosa nutrono: invidia o ammirazione?

«Spero ammirazione. Personalmente non ho mai nutrito invidia verso bravi casari: anzi, ho sempre cercato di imparare soprattutto dagli anziani con tanta esperienza e tradizione. Peraltro, quando frequentavo il corso di casaro, il mio insegnante mi consigliò di imparare a fare pochi prodotti, ma di farli bene, soprattutto prodotti locali. Ho sempre seguito questo consiglio e mi sono resa conto che aveva perfettamente ragione: oggi in tanti richiedono i miei prodotto e questo mi riempie di soddisfazione».




Un video per la promozione turistica della Lombardia. In palio 15mila euro

Si chiama “Gira #inLombardia” ed è il nuovo contest video per la promozione turistica del territorio regionale, attraverso la piattaforma online user-generated di Zooppa, lanciato lo scorso 23 dicembre da Explora Tourism (la Destination Marketing Organization di Regione Lombardia), Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia.

Fino al 17 marzo, i videomaker e professionisti della comunicazione iscritti alla piattaforma di Zooppa (per partecipare occorre registrarsi sul sito Zooppa.com e caricare il proprio video seguendo le informazioni presenti alla pagina https://zooppa.com/it-it/contests/inlombardia) sono chiamati a sviluppare un’idea creativa tramite video di durata compresa fra i 30 e i 60 secondi, che promuovano il territorio regionale e che coinvolgano il pubblico nazionale e internazionale al punto da invogliarlo a scoprire la destinazione.

Al termine del contest, i 5 video giudicati migliori saranno premiati con compensi per l’importo complessivo di 15.000 euro e potranno essere utilizzati per fini promozionali sui canali online e offline del brand di promozione turistica “inLombardia”.

«Regione Lombardia ed Explora – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico Mauro Parolini – sostengono modalità sempre più innovative e creative nell’ambito della promozione turistica. Il progetto “Gira #inLombardia” è uno strumento per la ricerca di contenuti, inediti e originali, che sappiano raccontare le bellezze e le eccellenze della nostra regione. La promozione del turismo oggi gioca gran parte della propria partita sull’efficacia della comunicazione e sulla capacità di sfruttare al meglio il grande potere del racconto».

 




Terzi fa tappa a Lenna ed elogia due aziende

Terzi Lenna“Le due realtà che abbiamo visitato oggi dimostrano come sia possibile, con estro, professionalità e determinazione, produrre eccellenze mondiali, attraverso l’innovazione e la qualità, creando allo stesso tempo posti di lavoro anche in zone apparentemente disagiate come potrebbero essere quelle montane dell’Alta Valbrembana”. Così l’assessore
all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, a margine della visita a Lenna alle aziende dell’alta Valbrembana, Meccanica Gervasoni e Molinari Officine Meccaniche. La prima, fondata nel 1988, coniuga i principi di grande tradizione meccanica del suo territorio con un’altissima specializzazione tecnologica. Attualmente l’azienda è leader mondiale in valvole di precisione per oleodotti e gasdotti.
La Molinari Meccanica, acquisita dal Gruppo Gervasoni nel 2010, è attiva nel campo della macinazione dei rifiuti, in particolare di pneumatici usati, che vengono trattati e ridotti in micro granuli, grazie al trattamento in appositi mulini macinatori. “Sono questi i modelli di business che la Regione Lombardia intende sostenere – sottolinea la titolare lombarda dell’Ambiente -, aziende, che, con coraggio e visione, hanno deciso di non delocalizzare e investire nei territori, facendo ciò in cui da sempre eccelliamo: prodotti di altissima qualità con un elevato tasso di innovazione. Il tutto senza dimenticare l’aspetto orami imprescindibile della sostenibilità e dell’attenzione dell’ambiente”.




Sette anni di commercio a Bergamo. Ecco cosa è cambiato

Offerta turistico-ricettiva in crescita e negozi di vicinato stabili. È quanto emerge dall’analisi fatta dall’Ascom su come è cambiata la città di Bergamo e il centro città tra il 2008 e il 2015. L’analisi nasce dall’approfondimento con dati locali di uno studio presentato oggi in conferenza stampa a Roma da Confcommercio Imprese per l’Italia sull’evoluzione dei centri storici di 39 medie città italiane, tra cui è compresa anche Bergamo.

Dai dati analizzati dall’Ascom risulta che Bergamo è una realtà in crescita. Dal 2008 al 2015 il commercio è aumentato del 3,2% (+ 62 unità). Il boom si è registrato nelle attività di somministrazione e nella ricettività con un +9,2% (49 attività in più). Mentre restano stabili il commercio fisso alimentare (+ 1,1%) e il commercio fisso non alimentare (+0,9%).

Il terziario cittadino è composto per il 56,9% da negozi non alimentari, per il 29,4% da pubblici esercizi, ristoranti e alberghi e per il 13,7% da negozi alimentari.

Il rapporto tra densità demografica e attività è di 60 abitanti per esercizio commerciale nel 2015 e 61 nel 2008. I dati relativi al 2015 dicono che c’è un bar o ristorante ogni 204 abitanti, un negozio alimentare ogni 440 abitanti e un negozio non alimentari ogni 106 cittadini.

Oscar Fusini
Oscar Fusini

«Nei sette anni analizzati i numeri sono per lo più invariati – spiega Oscar Fusini, direttore Ascom Bergamo –, questo è dovuto in particolare all’aumento del numero di attività registrato nel 2015, anno in cui si sono colmate quelle perdite avute negli anni precedenti. L’analisi svolta a livello locale conferma i dati nazionali per quanto riguarda la crescita dei pubblici esercizi e la maggiore vocazione turistica di Bergamo, mentre presenta sensibili differenze rispetto ad altre città italiane per quanto riguarda il commercio in sede fissa alimentare e non alimentare».

Secondo lo studio di Confcommercio sui centri storici di 39 medie città italiane emergono sostanzialmente tre elementi: negli ultimi 7 anni, tutti i comuni analizzati, fatta qualche rara eccezione, hanno subito una perdita di esercizi commerciali più o meno significativa; nello stesso periodo, cresce l’offerta turistico-ricettiva; la riduzione dei negozi nei centri storici è quasi doppia rispetto alle periferie. «La differenza con le altre città è dovuta al fatto che a Bergamo l’avvento della grande distribuzione organizzata è iniziato un decennio prima rispetto alle altre realtà provinciali, che si sono trovate ad affrontare l’impatto della gdo solo in questi ultimi anni», spiega Fusini.

I dati

  • Ricettività e somministrazione

Pubblici esercizi e ristoranti sono aumentati in 7 anni del 9,2%, in particolare nel centro città sull’asse piazzale Marconi – porta Nuova e nella zona piazza Pontida – via Sant’Alessandro – Sant’Orsola. La crescita è l’esito delle liberalizzazioni totali che hanno interessato il settore. Fuori dai centri storici sono nati alcuni pubblici esercizi nella periferia cittadina.

  • Commercio fisso alimentare

Nel commercio fisso alimentare c’è stato un piccolissimo incremento di attività, pari all’1,1%. Il settore aveva già pagato pesantemente la perdita di attività nel decennio precedente a tra il          2000 e il 2010. Oggi questa stabilità è dovuta in particolare alla nascita di nuove attività che offrono consumo sul posto.

  • Commercio fisso non alimentare

Anche in questo settore si registra una stabilità. È avvenuta una trasformazione del settore con la riduzione di negozi di abbigliamento e calzature tradizionali, la cui offerta era particolarmente alta negli Anni 80 e si è andata ridimensionando anche per via del cambiamento degli stili di vita e di consumi; il calo dei negozi tradizionali è stato compensato da altre proposte, in particolare negozi etnici.

Le proposte

Confcommercio pone come elemento strategico per la crescita del Paese la rigenerazione dei centri urbani, nei quali confluiscono il maggior numero di abitanti e di imprese attive nel terziario. Nelle maggiori 100 città italiane si concentra il 67% della popolazione, l’80% del Pil e il 75% delle imprese attive. La Confederazione ha sottoscritto nei mesi scorsi un “Patto per le città” insieme al Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Ance e Unioncamere.

Ascom, prendendo spunto da Confcommercio, si propone di stringere un Patto per la città che riunisca i diversi attori presenti in città con l’obiettivo di sostenere e sviluppare il rilancio del territorio urbano. «Serve quindi un piano coordinato di interventi di riqualificazione e di rigenerazione urbana attraverso il quale necessario puntare sull’offerta culturale, turistica e commerciale – spiega Fusini-. Infine è fondamentale integrare le competenze anche di innovazione e di visione digitale della città (smart city e sostenere le reti d’impresa tra cui il nostro Distretto urbano del commercio».




Edicole e librerie, al via la richiesta di contributi

edicola.jpgSi apre lunedì 25 gennaio il bando “Voltapagina“, con il quale la Regione Lombardia stanzia un milione di euro di contributi per interventi di innovazione e valorizzazione dei punti vendita di libri, giornali, riviste e periodici.

Edicole e librerie (codici ATECO 47.62.10 – 47.79.10 – 47.61.00) possono richiedere un contributo a fondo perduto nella misura del 70% per le spese – relative ad arredi, attrezzature, opere murarie, acquisto di software, hardware o interventi di efficientamento energetico –  sostenute a partire dal 18 settembre 2015 o da sostenere nei successivi 18 mesi dall’approvazione della richiesta. L’investimento minimo ammissibile è di 2.000 euro, mentre l’importo massimo del contributo concedibile è di 10.000 euro per impresa.

Lo Sportello del Credito della Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom, è a disposizione per fornire maggiori informazioni e l’assistenza necessaria alla predisposizione della richiesta, che è possibile inoltrare sino al 12 febbraio 2016.  (Matteo Milesi – tel. 035/4120210).