L’assessore regionale Sorte in visita alla Teb. “Più sostegno al trasporto pubblico locale”

Da sinistra Gianni Scarfone, Filippo Simonetti e Alessandro Sorte
Da sinistra Gianni Scarfone, Filippo Simonetti e Alessandro Sorte

L’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Sorte, ha visitato oggi la sede TEB di Ranica. Accompagnato dal presidente TEB, Filippo Simonetti e dall’ad, Gianni Scarfone, Sorte ha raggiunto l’azienda in tram dal capolinea cittadino della linea Bergamo-Albino, e ha visitato oltre agli uffici, il deposito dei tram, gli impianti, l’officina e il centro di controllo operativo. “Conoscere TEB significa anche vedere e toccare con mano il sistema tram: il deposito di Ranica è infatti il cuore operativo del servizio, un vero e proprio centro nevralgico, governato e gestito con professionalità, per garantire ogni giorno alle migliaia di passeggeri in viaggio un servizio efficiente e comodo, valida alternativa all’utilizzo del mezzo privato” – ha dichiarato Simonetti. “Un collegamento su ferro – continua il presidente –  che ha contribuito a trasformare il territorio, ampliandone i confini, connettendo le persone ai servizi, generando valore economico, urbanistico e sociale. Un fiore all’occhiello della mobilità bergamasca. La Regione ha adottato, proprio in questi giorni, il Programma della Mobilità e dei Trasporti che orienta le scelte infrastrutturali del futuro; il potenziamento metrotranviario di Bergamo è stato indicato come progettualità, attualmente senza risorse ma individuato esplicitamente come parte integrante delle reti infrastrutturali prioritarie per il territorio lombardo. Una scelta lungimirante, di cui ringrazio Sorte, che contribuirà a collegare luoghi e persone e concorrerà a rendere il territorio bergamasco più sostenibile e competitivo”.

“Stiamo lavorando per sostenere il trasporto pubblico locale anche a Bergamo e il Programma regionale ne è testimonianza – ha affermato Sorte -. Il ruolo che gioca sul territorio un’azienda come TEB è cruciale per assicurare ai cittadini un servizio di qualità, in grado di soddisfare le crescenti esigenze di mobilità. Proprio per questo la Regione valuta un maggior incremento del cofinanziamento per 300mila euro a favore di TEB. Benché il governo abbia scelto di tagliare continuamente risorse al trasporto pubblico, la Regione è impegnata a trovare le energie necessarie a garantirne efficienza e funzionalità. Non solo, la Lombardia vuole scommettere sulla mobilità come fattore di crescita e sta lavorando per migliorare l’insieme della rete per fare di Bergamo una delle città meglio collegate al resto della Regione e al territorio nazionale. Con la creazione delle Agenzie per il Tpl poi, abbiamo voluto dare certezza a un settore vitale per tutti i cittadini”.




Trapianti, Bergamo prima per numero di donatori

OspedaleE’ l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo la struttura che nel 2015 ha registrato il maggior numero di donatori effettivi, secondo il resoconto annuale del NITp (Nord Italia Transplant Program), uno dei tre centri di coordinamento interregionali sui quali si basa l’organizzazione dei trapianti nel nostro Paese, che raggruppa, oltre a quelli lombardi, anche gli ospedali di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Trentino e Veneto. In totale i donatori segnalati dal nostro ospedale sono stati 38, 8 in più rispetto al 2014, mentre i donatori effettivi sono stati 32, 11 in più rispetto al 2014, con una percentuale di opposizione del 13%, a fronte di una media italiana del 31% e lombarda del 27.8%. A questo risultato ha certamente contribuito anche la nuova modalità di colloquio con i familiari studiata dal Coordinamento trapianti dell’ospedale. “Abbiamo sempre dato particolare importanza alla comunicazione con i familiari, ma da quest’anno abbiamo introdotto una specifica procedura per dare la possibilità di comprendere meglio e senza pressioni di alcun genere cosa significa donare gli organi, tema complesso specialmente se non si è mai riflettuto a riguardo – spiega Mariangelo Cossolini, coordinatore al prelievo e trapianto dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Anche se il defunto aveva già espresso in vita la volontà di donare gli organi, è importante che la famiglia comprenda le motivazioni di questa decisione. E a maggior ragione se una scelta in vita non è stata fatta, quindi è la famiglia che deve firmare la decisione, è fondamentale aiutare i parenti del defunto a interpretare la volontà del loro caro. Noi cerchiamo di aiutarli a ricostruire la sua personalità e il suo pensiero, affinché arrivino alla decisione che lui avrebbe voluto prendere, quella più giusta nei confronti di chi non c’è più, in un momento dove è difficile essere lucidi e pensare agli altri”.

Per evitare di lasciare ai propri cari il difficile compito di decidere, tutti dovrebbero prendere una decisione durante la propria vita, per esempio in occasione del rinnovo della carta d’identità. Ad oggi sono 85 i comuni bergamaschi che hanno aderito al progetto nazionale “Una scelta in Comune”, per cui tutti i maggiorenni che si presentano all’Ufficio Anagrafe per rinnovare o fare la carta d’identità vengono invitati a manifestare il proprio consenso o diniego alla donazione sottoscrivendo un apposito modulo. Le informazioni vengono poi trasferite al Centro Nazionale Trapianti, che ospita il database di tutti i potenziali donatori. Gli ultimi dati dell’anagrafe del capoluogo fanno registrare un record. Su oltre duemila cittadini interpellati, solo 76 hanno espresso la loro opposizione a donare, toccando la soglia minima del 3,72%. In pratica un decimo rispetto alle opposizioni nazionali, che superano il 30%.

Più donatori significa più trapianti e più vite salvate. Al Papa Giovanni XXIII nel 2015 sono stati 180 gli organi trapiantati, 10 in più rispetto al 2014. Nello specifico sono stati eseguiti 97 trapianti di fegato, 47 di rene, 22 di cuore, 12 di polmone, un combinato fegato-rene e un combinato fegato–pancreas. A questi si devono aggiungere 128 trapianti di midollo e 19 di cornee, per un totale di 327 trapianti di organi e tessuti, quasi uno al giorno. “Sono risultati che ci ripagano degli sforzi, organizzativi e professionali, necessari per rendere possibile la donazione e il trapianto, attività difficilmente programmabili e che richiedono da parte dei nostri operatori disponibilità, competenze e professionalità non scontate per trasformare un atto di generosità in una soluzione terapeutica efficace – ha commentato Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Sapere che questo impegno ha dato a più di 300 persone una concreta possibilità di cura per gravi patologie è per noi la soddisfazione più grande”. L’Ospedale Papa Giovanni XXIII è il primo centro nell’area NITp per i trapianti di fegato, mentre in Lombardia risulta il secondo centro per i trapianti di cuore e polmone e il quarto per i trapianti di rene.




Bergamo, il Comune revoca l’ordinanza antinquinamento

Il Comune di Bergamo ha revocato questa mattina l’ordinanza di limitazione dell’uso degli impianti termici in città. Il livello di Pm10 al di sotto della soglia d’allarme da sei giorni consecutivi e le previsioni meteorologiche dei prossimi giorni hanno indotto il Comune a revocare l’ordinanza entrata in vigore il 1° febbraio scorso e che recepiva il protocollo sperimentale siglato dai comuni dell’area critica lo scorso 29 gennaio. Decisiva sono state le condizioni metereologi che dal 4 febbraio hanno determinato il rientro dei valori delle polveri sottili nei limiti di legge per 5 giorni consecutivi.




Dagli Enti Bilaterali oltre mezzo milione a supporto di imprese e lavoratori

Ascom i8ngressoL’Ente Bilaterale del Commercio e Servizi e l’Ente Bilaterale Alberghiero e dei Pubblici Esercizi per il 2016 stanziano 560mila euro per le imprese e i lavoratori del terziario: 460 mila euro per le imprese del commercio e 100 mila euro per quelle del turismo.  Le imprese interessate sono 7000, i lavoratori coinvolti circa 20 mila: quasi 16 mila addetti nelle 5.500 attività del commercio e oltre 3 mila dipendenti nelle 1500 imprese dell’ospitalità. Al commercio vanno 460 mila euro, al turismo 100 mila euro. Entrambi suddivisi in egual misura tra lavoratori e imprenditori.

I sussidi per i lavoratori
Per il 2016, diverse le novità per i lavoratori: sostegno alle spese per la mensa scolastica, per l’abbonamento al trasporto pubblico proprio e dei figli e per l’acquisto dei libri per i lavoratori studenti. Rimangono confermate e presentano agevolazioni maggiori, sia dal punto di vista dell’accesso ai rimborsi che economico, i sussidi a sostegno dei figli disabili, per l’acquisto dei libri di testo, per il concorso spese per l’asilo nido, per la compilazione del Modello 730 e il sussidio straordinario ai dipendenti in malattia o in infortunio oltre il 180 giorno.

 Il sostegno alle aziende
Per tutte le aziende del terziario aderenti ai due Enti bilaterali le novità per il 2016 sono il concorso spese per l’acquisto di libri, per la mensa scolastica e per l’abbonamento al trasporto pubblico dei figli.
Restano confermati i contributi per la formazione del responsabile della sicurezza aziendale, per l’addetto antincendio e pronto soccorso e per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (dal 70 all’80% delle spese sostenute per la partecipazione ai corsi); per i corsi sostitutivi libretto sanitario (dall’80 al 100% della spesa sostenuta); per promozione dei sistemi di qualità (massimo 5 mila euro e comunque non oltre il 50% dell’ammontare di costi sostenuti).

 Incentivi a sostegno dell’occupazione
Anche quest’anno entrambi gli Enti mettono a disposizione delle aziende aderenti un contributo a sostegno dell’occupazione
Commercio e Servizi: massimo di 4 mila euro a chi assume giovani tra i 18 e i 35 anni (disoccupati, inoccupati o con contratto a tempo determinato) o disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego da almeno sei mesi. Il contributo complessivo erogabile diventa 6 mila euro per le aziende aderenti all’Ente da almeno 5 anni.
Alberghiero e Pubblici Esercizi: massimo di 2 mila euro a chi assume giovani tra i 18 e i 35 anni (disoccupati, inoccupati o con contratto a tempo determinato) o disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego da almeno sei mesi. Il contributo complessivo erogabile diventa 3 mila euro per le aziende aderenti all’Ente da almeno 5 anni.
Le risorse finanziarie sono complessivamente così ripartire: 85 mila euro per i giovani dai 18 ai 35 anni e 40 mila euro per i disoccupati.

 www.eblink.it
Accanto ai sussidi e al sostegno alle imprese, i due Enti bilaterali hanno realizzato il portale www.eblink.it che offre gratuitamente alle aziende e ai lavoratori la possibilità di un servizio dedicato alla domanda e offerta per la ricerca di opportunità lavorative. Tutta la documentazione per i vari rimborsi è scaricabile dal sito www.entibilateralibg.it. I due Enti Bilaterali hanno sede presso l’Ascom di Bergamo in via Borgo Palazzo 154 (tel. 035.4120140-116).

I Sussidi dell’Ente Bilaterale Commercio_2016

I Sussudi dell’Ente bilateriale Alberghiero_2016

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Nati negli anni ’90 dall’accordo tra Ascom e le associazioni di categoria sindacali Filcams- Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs Uil, gli Enti Bilaterali si pongono come interlocutori privilegiati tra dipendenti e imprenditori e agiscono nel campo della formazione a tutti i livelli e della promozione dell’occupazione con servizi rivolti al sostegno e alla qualificazione dei settori del commercio e del turismo.




Si va in pensione più tardi. E i banchi del mercato perdono clienti

Il commercio ambulante vive un periodo di boom. Nel 2015, in Italia, secondo le ultime indagini, sono state più di 9.700 le nuove attività su suolo pubblico, per un aumento percentuale del 15,5%.

Anche a Bergamo la tendenza è confermata, ma con valori di crescita più bassi (+4,9%) e non per tutte le categorie. A fine 2015 il saldo è stato di 2.335 attività, 110 imprese ambulanti in più rispetto alle 2.225 registrate al dicembre 2014. Le categorie più in crescita sono tessuti-scampoli con 46 attività in più, abbigliamento (+27), seguiti da articoli regalo e fotografia (+15), bigiotteria (+11) e i libri (+8). In lieve calo la biancheria intima, i prodotti per animali (ciascuna ha perso due attività) e un po’ tutto l’alimentare, in particolare dolciumi e pasticceria (-6). Fa eccezione la categoria carni che ha visto nascere due imprese e i prodotti ittici freschi, stabili con 15 imprese.

Il fenomeno è complesso. «Tra cessazioni e nuove aperture c’è una variazione positiva, ma il dato “reale” è di certo inferiore» dice Mario Dolci, presidente di Fiva Bergamo, la federazione dei venditori ambulanti. «Il fatto – spiega – è che chiunque può fare richiesta e aprire un’attività ambulante, basta non avere pendenze o precedenti penali. E in molti casi questo rappresenta un escamotage che permette a chi è extracomunitario di dichiarare di avere un lavoro e, così, chiedere il permesso di soggiorno. Ci vogliono sei mesi per attivarla poi chi va a verificare se davvero l’attività è stata aperta? Senz’altro i dati sono falsati da questo fenomeno».

Che momento è, in realtà, per il commercio ambulante?

«C’è un grande turnover. Gli ambulanti nuovi si notano, quelli che se ne vanno meno. I nuovi imprenditori puntano soprattutto su abbigliamento e articoli per la casa a basso costo. Non è facile resistere sul mercato: per poter continuare a esercitare, in Lombardia, i commercianti su area pubblica devono dimostrare di essere iscritti all’Inps, alla Camera di Commercio, all’Inail e dichiarare di avere fatto dichiarazione dei redditi dell’anno prima. Nessun altro commerciante è tenuto a dimostrare di avere questi requisiti».

Il caro affitto e le tasse sembra stiano spingendo le attività fuori dai negozi…

«Se è così, saltano dalla padella alla brace. È tutto relativo. In una zona di pregio i costi sono alti, a volte anche esagerati, in altre zone, in periferia e in provincia, c’è ancora la possibilità di aprire con pochi soldi, poi però bisogna vedere se si riesce a sopravvivere. Come si fa a pensare di aprire e far sopravvivere un negozio in centro a Bergamo se chiudono quelli storici. Lo stesso vale nel commercio ambulante. Se uno vuole acquisire il giro di affari di un ambulante che va in pensione, se il giro vale costa. Oggi per una azienda strutturata è difficile mantenersi. La possibilità di andare avanti si gioca soprattutto sulla professionalità».

Quali sono i problemi maggiori del settore?

«L’allungamento dell’età pensionabile ha fatto perdere una fascia importante di clienti ai mercati. È una faccenda da non sottovalutare. Le persone più anziane vengono a mancare, gli altri devono lavorare quindi non frequentano i mercati. E gli affari ne risentono. Un altro problema è che il ricambio generazionale è limitatissimo: chi va in pensione spesso cede a ambulanti extracomunitari, alcuni sono bravissimi ma altri sono confusionari. Nell’ultimo anno c’è un leggero aumento degli ambulanti italiani che entrano sul mercato: nella nostra provincia conosco circa 7/8 casi di extracomunitari che hanno ceduto a italiani, qualcosa si sta muovendo. Quello che conta è che le aziende abbiano tutte gli stessi diritti e gli stessi doveri».

Qual è la situazione dei mercati in città e in provincia?

«Dipende dai Comuni. Ci sono amministrazioni attente, con cui collaboriamo in modo produttivo e con le quali si riesce ad arginare ad alcune criticità. Altre in cui il vigile di turno rende improduttivo questo dialogo. In linea di massima, però, il bilancio è positivo.  Certo il fatto di operare su area pubblica ci espone alla possibilità di finire coinvolti in qualche cantiere. Al momento non ce ne sono, ma possono nascere da un momento all’altro».

L’abusivismo è un problema pressante?

«Rispetto ad altre realtà del sud Italia dove il fenomeno è conclamato ed è più ufficiale del commercio ambulante ufficiale, da noi il fenomeno è più limitato; riguarda l’abusivo che stende il lenzuolo con la sua merce. A livello nazionale si vedono situazioni molto critiche».

Che rapporto c’è con i negozianti?

«Fino a qualche anno fa si vedeva il mercato come qualcosa che portava via ai negozi, ora si è capito che non è così e si lavora in sinergia. La prima cosa per entrambi è portare gente in paese, sottraendoli ai centri commerciali, poi ciascuno se la gioca in base alla sua bravura e professionalità».

A livello di associazione su cosa siete impegnati?

«A livello nazionale siamo in dirittura di arrivo sulla Bolkerstein, ci sono ancora alcuni problemi sul peso da dare all’anzianità dell’azienda, ma sono risolvibili. In un momento difficile come questo vediamo disaffezione verso la rappresentanza di categoria. Vorremmo fare passare il messaggio che siamo sempre impegnati a rappresentare i bisogni e le istanze dei commercianti».




Reti d’impresa in Lombardia, oggi Confcommercio premia l’Ascom di Bergamo

Carlo Sangalli
Carlo Sangalli

Lunedì 15 febbraio, a partire dalle 10.30, alla la Sala Colucci di Palazzo Castiglioni a Milano, Confcommercio Lombardia presenterà i risultati e le aspettative delle reti d’impresa in Lombardia e premierà le migliori aggregazioni tra imprese del Terziario attive in tutte le province lombarde. I lavori saranno aperti dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Per la Regione Lombardia saranno presenti il presidente Roberto Maroni e l’assessore allo Sviluppo Economico Mauro Parolini. Per il Comune di Milano sarà presente Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il lavoro, e allo Sviluppo economico. Conduce Oscar Giannino. Tra i relatori Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia sul tema “Perché fare rete nel terziario” e Luca Zanderighi, Ordinario di Economia e Gestione delle imprese all’Università di Milano che parlerà di “Reti d’imprese: aspettative e risultati – Presentazione dello studio di Confcommercio Lombardia e Tradelab”. Previste anche testimonianze dirette di imprenditori di reti nel terziario: Dario Bossi di Photop, Luigino Poli di La Milano che conviene e Diana Da Ros di MB Wedding. Uno dei riconoscimenti andrà ad Ascom Bergamo per il progetto “GoinBergamo – I Distretti del Commercio in Rete”, che mette in rete i distretti dell’attrattività, le loro attività commerciali, i punti di interesse e le manifestazioni tramite l’ecosistema digitale E015 e la realizzazione del portale e della webapp www.goinbergamo.it. Per Ascom saranno presente il presidente Paolo Malvestiti, il direttore Oscar Fusini, e i referenti del progetto: Roberto Ghidotti e Giorgio Puppi. Tra le realtà premiate, anche la All in One, rete d’impresa (http://www.allinonegroup.it) con sede a San Paolo d’Argon, che si occupa di comunicazione integrata ed organizzazione di eventi.




Filago, contributo di 5mila euro per chi apre una nuova attività in centro

filagoUn contributo di 5mila euro per la creazione di una nuova impresa o l’apertura di una nuova unità locale nel centro storico di Filago. Lo mette a disposizione il Comune per favorire e migliorare l’accoglienza e l’offerta commerciale del centro cittadino.

Possono partecipare al bando le seguenti attività:

  • attività commerciale di vendita al dettaglio in sede fissa;
  • attività di pubblico esercizio riconducibile alla tradizione culinaria (agroalimentare) del made in Italy con riferimento alle cucine locali e regionali;
  • attività di impresa artigiana nei seguenti settori: produzioni alimentari tipiche artigianali riconducibili alla tradizione gastronomica e dolciaria italiana (es. gelateria, yogurteria, gastronomia, pasticceria,…); lavorazioni artistiche e tradizionali.

Sono escluse le attività che includono anche parzialmente la vendita di:

  • armi, munizioni e materiale esplosivo, inclusi i fuochi d’artificio;
  • articoli per soli adulti;
  • articoli monoprezzo;
  • sigarette elettroniche.

Come pure le attività di:

  • vendita attraverso distribuzione automatica;
  • vendita e servizi di telefonia mobile;
  • tabaccherie;
  • attività di scommesse e gioco che comprendono anche parzialmente apparecchi automatici;
  • attività di “compro oro”;
  • monomarca;
  • money transfer;
  • banche;
  • studio professionali;
  • call center.

L’impresa beneficiaria dovrà impegnarsi a non cessare l’attività per almeno tre anni dalla data di concessione del contributo, mantenere in centro storico la sede operativa dell’attività per almeno tre anni dalla data di concessione del contributo e a non installare per i tre anni successivi alla concessione del contributo, nei locali sede dell’attività, apparecchi con video giochi e slot machine

Il contributo di 5mila euro sarà assegnato al primo progetto classificato secondo la graduatoria, a condizione che il costo complessivo dell’iniziativa sia almeno il doppio di tale importo.

La domanda dovrà essere inviata entro le ore 12 del 31 marzo 2016.




Bergamo cashless, incontro del Pd

Il Comune di Bergamo ha introdotto molte innovazioni tecnologiche di nuova generazione che si traducono in maggiori semplificazioni per i cittadini: il wi-fi sempre più liberamente diffuso (www.bergamowifi.open-net.it), la possibilità di eseguire pagamenti elettronici per le pratiche SUAP del Comune, l’inaugurazione dello sportello “Sempre più vicino” (un chiosco tecnologico delocalizzato nei quartieri facile da usare, con collegamento video in diretta con un operatore), il prossimo e-payment per multe, sanzioni e servizi del Comune, lo spazio coworking all’ex Lazzaretto, 114 km di fibra ottica che portano la connettività a imprese e famiglie. Bergamo ha raccolto, prima città in Italia, la sfida della modernizzazione, avviando il progetto per diventare (o almeno provarci!) la prima cashless city d’Italia. Sotto la regia dell’amministrazione Gori, è partito proprio nella nostra città il progetto (www.cashlesscity.it) per diffondere tra i cittadini e incrementare l’utilizzo dei pagamenti elettronici tramite ogni tipo di carta e Pos, diminuendo l’utilizzo del contante. Venerdì 12 febbraio, alle 18, alla sala 5 della ex Circoscrizione 2 di largo Roentgen, parleranno del progetto cashless, e di come sta cambiando le abitudini di pagamento dei bergamaschi, l’assessore all’innovazione Giacomo Angeloni, gli onorevoli Antonio Misiani e Sergio Boccadutri, entrambi del Pd, l’avvocato Delia Rielli (circolo PD2) e i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle imprese, tra questi Oscar Fusini, direttore dell’Ascom.




Settimana della Birra Artigianale, adesioni al via

birra artigianale people 2Sono ufficialmente aperte le adesioni alla Settimana della Birra Artigianale che ritorna da lunedì 7 a domenica 13 marzo 2016, per il sesto anno consecutivo, coinvolgendo birrifici, locali e negozi specializzati sull’intero territorio nazionale. Per sette giorni in tutta Italia si susseguiranno iniziative dedicate alla birra artigianale: degustazioni, promozioni, cene con abbinamenti, visite a birrifici, presentazioni di nuove birre, mini festival e molto altro ancora.

Come gli altri anni la partecipazione alla Settimana della Birra Artigianale è totalmente gratuita. Chiunque proponga o promuova la birra artigianale può aderire: quindi non solo pub e birrifici, ma anche beershop, ristoranti, bistrot, enoteche, associazioni di settore, siti di e-commerce, ecc. I soggetti aderenti dovranno lanciare almeno una promozione oppure organizzare almeno un evento dedicato alla birra di qualità nei sette giorni della manifestazione. L’adesione può essere effettuata online direttamente sul sito www.settimanadellabirra.it.

settimana birra artigianale Logo-fb-appLa Settimana della Birra Artigianale è un’idea del blogzine Cronache di Birra (www.cronachedibirra.it) nata con la finalità di sostenere un settore in forte ascesa. La manifestazione si rivolge sia agli appassionati sia ai semplici curiosi e, in generale, a chiunque voglia sfruttare un’occasione unica per conoscere meglio le meraviglie brassicole dei produttori artigianali. Lo scorso anno è stato superato il totale dei 600 aderenti e sono stati proposti 464 eventi e 353 promozioni: l’obiettivo per il 2016 è di superare queste importanti cifre.

Domenica 6 marzo si svolgerà un grande evento di presentazione dedicato a tutti coloro che condividono lo spirito dell’iniziativa.




La replica dell’Ats (ex Asl): “L’area non è di nostra proprietà”

Gent.mo Direttore,

con riferimento alla pubblicazione della lettera apparsa sulla sua testata in data odierna, desidero evidenziarLe che contrariamente a quanto affermato, il parcheggio citato non è a tutt’oggi, né è mai stato in passato, di proprietà di questa Amministrazione essendo storicamente in carico all’Ospedale Riuniti di Bergamo, oggi ASST Papa Giovanni XXIII. La informo, inoltre, che nonostante i limiti imposti dalle competenze di carattere burocratico, proprio al fine di garantire la fruibilità in sicurezza del parcheggio per tutti i cittadini, l’ASL (ora ATS) oltre ad aver più volte sollecitato una soluzione al problema, ha comunque sempre contribuito ( fin dal 1998), tramite rimborso delle spese all’amministrazione proprietaria, ai lavori di sistemazione e ripristino delle buche presenti.

Il direttore generale

Ats Bergamo

Dott.ssa Mara Azzi