Cucina o pasticceria? Con Ascom il corso che fa per te

cuochi

Ascom Formazione propone un corso professionalizzante per diventare aiuto cuochi ed uno amatoriale per scoprire l’arte della pasticceria.

Lunedì 29 febbraio prende il via “Vorrei fare il cuoco”, percorso formativo intensivo della durata di un mese ed articolato in 19 incontri dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 15, fino al 24 marzo. Il corso, della durata di 116 ore, è tenuto dalla chef Francesca Marsetti e dallo staff dell’Accademia del Gusto ed è rivolto a chi desidera avvicinarsi alla professione di cuoco. Le lezioni permetteranno di acquisire le abilità necessarie per scoprire il mondo della ristorazione, in aula si lavorerà sia singolarmente sia in brigata, con il supporto di uno staff professionale che con entusiasmo trasferirà le proprie conoscenze. Nel corso degli incontri si parlerà di mise en place, materiali e attrezzature, igiene in cucina, salse madre e fondi di cucina, impasti base di panificazione, pasticceria base, dessert nella ristorazione, legumi e cereali, verdure e ortaggi, pesce e carne.

Martedì 1 marzo inizia invece “Corso base di pasticceria”, 5 incontri per un totale di 12 ore e mezza per conoscere le basi professionali della pasticceria e i segreti dell’arte più golosa (il martedì e il giovedì dalle ore 20 alle 22.30 fino al 22 marzo). Il maestro Diego Mei condurrà alla scoperta delle preparazioni di base fino alle elaborazioni più tecniche: bignè, crema pasticcera, pasta frolla classica e alle mandorle, pere sciroppate al profumo di anice stellato, crostata alle mele, frangipane alle pere sciroppate, crostata di frutta fresca, pan di Spagna, cake di base per cup-cake e plum cake, crumble alle mandorle, crema inglese, biscuit sacher, cremoso al cioccolato fondente, crema al mascarpone, tiramisù al bicchiere con pan di Spagna e gelée al caffè. Durante l’ultima lezione si realizzerà un dolce sotto la guida del maestro.

I corsi si tengono all’Accademia del Gusto di Osio Sotto (piazzetta don Gandossi 1).
Per informazioni: Accademia del Gusto – tel. 035 4185706-707 – info@ascomformazione.itwww.ascomformazione.it.




“La Tana”, l’arte di valorizzare il formaggio

I fratelli Roby e Alex Rodeschini

 

Bravi sono bravi da tempo: basta vedere il continuo afflusso di appassionati, con tantissimi turisti che l’hanno eletto tra i “luoghi del cuore” (e del palato) di Città Alta. Ma che il ristorante La Tana si trasformasse in una sorta di “laboratorio”, dove, accanto ai piatti della tradizione bergamasca e a quelli della grandeur italiana, nascono felici intuizioni, da aggiungere in un menù tutto da scoprire, ecco questa è la vera sorpresa. Che diventa doppia quando scopriamo che i due patron, i fratelli Rodeschini, Alessandro, 35 anni, sommellier Ais e direttore di sala, e Roberto, 27 anni, chef creativo diplomato a Nembro (c’è un terzo fratello, Dario, che fa il pasticcere a Stezzano: un trio addestrato da quella cuoca sopraffina di mamma Isa), sanno esaltare quello che in provincia è il protagonista assoluto: sua maestà il formaggio.

E di chicche casearie, i due, ne hanno scovate in questi anni davvero tante: l’ultima, in Piemonte (un po’ la loro seconda patria, se consideriamo le sempre abbondanti scorte di carne e vini che arrivano da lì in via San Lorenzo) una celestiale forma di Maccagno che hanno proposto “in purezza” alla clientela. Ma gli amori caseari partono naturalmente dai “tesori” di casa nostra: «Bergamo è davvero un giacimento di grandi formaggi, più o meno conosciuti – spiega Alessandro -: a noi il compito di esaltarli attraverso assaggi mirati con gli appositi taglieri, ma anche ideando ricette originali che arricchiscono il loro utilizzo in cucina».

Ecco allora che i due fratelli si mettono spesso prima a tavolino e poi ai fornelli e sfornano idee a ripetizione. Così sono nate le due ricette create appositamente per Affari di Gola e che dal 1° marzo entreranno ufficialmente in menù: «Ci piaceva stupire con qualcosa che andasse al di là del solito risotto o sformato – aggiunge lo chef Roberto -. Ci auguriamo che possano piacere a chi verrà a trovarci».

La Tana - Creme bruleeIl primo piatto è una Creme Brulée salata, sorta di fonduta in tazza, con sopra un crumble croccante di nocciola Tonda gentile del Piemonte Igp, che al posto della fontina vede protagonista assoluto l’Alben, vaccino a latte crudo della Val Taleggio, pasta cotta, stagionatura media, gusto asciutto e dolce, che i fratelli Rodeschini hanno deciso di “adottare”. «In cucina l’Alben è un formaggio dalle grandi potenzialità ma poco conosciuto anche dai bergamaschi – spiega Alessandro -: l’intento della ricetta è anche divulgativo, nel senso che chi lo assaggerà sarà invogliato a saperne di più di questa nostra piccola chicca brembana». Una entrée raffinata, abbinata al delizioso Cru piemontese, Rossi Contini, nettare vellutato tra i principi della famiglia dei Dolcetti.

La Tana - MillefoglieLa seconda proposta è ancora più intrigante: una millefoglie di grano saraceno e caffè “Quintessenza” Mogi (altra gloria locale, che ormai spopola anche Oltreoceano) con mele saltate al burro, menta e soprattutto Agrì di Valtorta.

È proprio il formaggino di Valtorta, presidio Slowfood a rendere questo piatto sorprendente e originale al tempo stesso, equilibrando con la sua acidità e sapidità le note dolci delle mele brembane e del miele di robinia, mentre i croccanti anelli biscottati sono senza glutine e quindi consumabili anche dai celiaci. «Piatto più complesso – aggiunge Alessandro – che però diventa centrale in un menù per le sue caratteristiche nutritive, esaltate da un Agrì che è una delle perle del nostro patrimonio caseario, originalissima chicca che in molti ci invidiano e che il mondo Slowfood ha contribuito a riportare agli onori delle cronache».

E a proposito di cronache, il locale di Roby & Alex trova ammiratori anche dall’altra parte del globo, se è vero che la rivista Food&Travel, diretta da Michelle Koh Morollo, giornalista e scrittrice specializzata in food and beverage, con redazioni a Singapore e Hong Kong, è stato recensito nel numero dello scorso dicembre. Ma il respiro internazionale viene anche incoraggiato fin dal momento di sedersi al tavolo, grazie alle tovagliette con ricette stampate in italiano e inglese e gli abbinamenti con i grandi vini. È facile capire perché qui gli stranieri si sentono a casa: l’edificio è storico (sedicesimo secolo), c’è il fascino delle pietre antiche, del camino sempre acceso, col braciere in cui grigliare a piacimento tagliate, filetti, costate e fiorentine. Ma prima antipasti sfiziosi con titoli ammiccanti sul menù come quel “Spagna-Italia 1-1” che mette a confronto in una sorta di derby culinario polenta bergamasca e acciughe del Cantabrico. E ancora la sfilata di paste e risotti: il più convincente ha come protagonista un altro grande formaggio di casa nostra, quel blu di bufala, qui abbinato al mosto di uva fragola, che Bruno Gritti de I Quattro Portoni esporta ormai ad ogni angolo del pianeta.

Ristorante La Tana,
via San Lorenzo 25,
Bergamo Alta
tel. 035 213137
www.tanaristorante.it



Chiude Radio Ponte, addio a quarant’anni di trasmissioni

Radio Ponte anno 1976
Gli esordi di Radio Ponte, nel 1976

I conti sono presto fatti. Era il febbraio 1976 quando Radio Ponte International cominciava le proprie trasmissioni, il prossimo 29 febbraio sarà la data in cui le chiuderà per sempre. Quarant’anni esatti e un grande passo per il titolare dell’emittente con sede a Ponte San Pietro, Enrico “Mimmo” Tamborini, che ha dedicato un’intera vita alla propria creatura, tra le prime radio libere della Bergamasca e ancora oggi capace di incarnare quello spirito.

«Non lo abbiamo fatto apposta – racconta -, ma alla fine è capitato che i giorni in cui avremmo potuto celebrare un compleanno importante come il quarantesimo siano diventati quelli dell’addio a nostri radioascoltatori». «Una scelta personale – spiega Tamborini -, ho 65 anni ed ho sempre seguito da solo l’attività, dai rapporti commerciali alle trasmissioni, impiegando, in pratica, ogni mio momento. Negli ultimi anni il carico si è appesantito, soprattutto per via della burocrazia, ed è diventato difficile portare avanti l’esperienza. Non è una questione di ascolti, che ci sono, né di calo di inserzionisti, è che le responsabilità sono troppe e l’età ormai c’è. Qualcuno interessato a subentrare si è fatto avanti – sottolinea -, ma è stato frenato proprio dall’impegno richiesto per far girare il tutto».

Radio Ponte anni 2000
Anni 2000

Insomma, una piccola radio tenuta in piedi con la forza di una grande passione. «Eravamo un gruppo di amici – ricorda Tamborini – e ci siamo messi a fare radio come oggi i giovani fanno con Internet, affascinati da un mezzo nuovo e dalla voglia di fare ascoltare la musica. Al tempo esisteva solo la Rai e le trasmissioni erano fatte per lo più di parole, la musica aveva un ruolo secondario, relegata in qualche fascia oraria e anche in quel caso i conduttori parlavano sopra i dischi. A noi interessava far sentire per intero i brani che la gente voleva: Battisti, i grandi successi della musica leggera, i gruppi internazionali, non cose difficili, solo il piacere di godersi le canzoni del momento. Abbiamo cominciato con un trasmettitore portatile, perché l’attività non era ancora regolamentata, poi nel settembre è arrivata  la legge che autorizzava le radio e ci siamo attrezzati meglio. In città erano già partite alcune esperienze, noi probabilmente siamo stati i primi ad aprire un’emittente in provincia».

Ed è stato un boom. «Un successo incredibile – dice ancora con entusiasmo -. Forse l’errore è stato quello di non averlo sfruttato subito commercialmente, siamo andati avanti alcuni anni per puro divertimento». Fino a quando lui ha fatto il passo importante di prendere in mano da solo l’attività. «Nessuno ci credeva – confessa -, era un mestiere che non esisteva».

La formula ha tenuto fede all’idea iniziale, quella della radio al servizio degli ascoltatori, compagna non invadente delle giornate, che fa girare le canzoni del cuore, che parla semplice, che racconta delle offerte speciali dei negozi del paese e con la quale si può dialogare direttamente. Non è un caso che il programma di maggiore successo sia stato quello delle dediche e richieste, condotto fino a due anni fa dallo stesso Tamborini che poi ha dovuto rinunciare ad andare in onda per via del crescere degli impegni gestionali di cui sopra. «In fondo cosa c’è di più bello – nota – della possibilità di chiedere il proprio brano preferito o di farlo ascoltare con una dedica personalizzata ad una persona cara?». L’effetto semplice e sorprendente di un pensiero in musica che arriva, rinnovando ogni volta la sua magia, mentre siamo in auto, a casa o al lavoro.

Radio Ponte 2016 rid
Gli studi oggi

Non sorprende che il distacco da questo mondo sia difficile. «È stata una bella avventura e fatico a immaginarmi un futuro senza radio», ammette. Non sarà però uno strappo così netto. «Le frequenze sono state acquisite dal network bergamasco del quale fa parte Radio Bergamo – riferisce – e per questa continuerò a seguire i miei inserzionisti. Porterò avanti anche gli eventi che sono già stati programmati. E poi mi tengo tutto il materiale raccolto in questi anni, ce n’è almeno una stanza piena!».

Ad essere dispiaciuti sono anche gli ascoltatori, che chiamano gli studi o scrivono messaggi su Facebook, ricordando i momenti che hanno condiviso con l’emittente. Nei giorni scorsi è stata organizzata anche una diretta notturna nello stile delle non-stop di un tempo, non un’operazione nostalgia, ma la celebrazione della storia di una radio “libera”.




Servizi cimiteriali e anagrafici, il Comune avvia un’indagine

frizzoni.jpgIl Comune di Bergamo avvia un’ indagine per conoscere la percezione e le opinioni dei cittadini circa il livello dei servizi cimiteriali e anagrafici: per farlo si avvale dell’impegno delle Associazioni dei Consumatori, Federconsumatori, Adiconsum e Adoc, che nei prossimi mesi intervisteranno centinaia di persone per conoscere punti di forza e criticità di due dei servizi più vicini ai cittadini della struttura comunale. Nella prima fase saranno monitorati i servizi cimiteriali: all’esterno del Cimitero Monumentale sarà predisposto un gazebo dove, a turno, operatori delle Associazioni inviteranno chi si reca al cimitero a compilare un apposito questionario. L’indagine si svilupperà in un arco di tempo di 3 mesi a partire dal 7 marzo fino al 3 giugno. Saranno intervistate almeno 500 persone.

Gli obiettivi dell’indagine sono molto semplici e chiari: in primis quello di verificare la soddisfazione degli utenti dei servizi cimiteriali; quello di tenere sotto osservazione la corrispondenza tra gli standard di qualità dei servizi proposti dalla Carta dei Servizi Cimiteriali e la situazione di fatto e infine quello di rivisitare la stessa Carta dei Servizi Cimiteriali. Il questionario predisposto dalle Associazioni permetterà all’intervistato di esprimere bisogni e attese, idee e proposte che potrebbero non rientrare nel tipo di servizio dichiarato nella Carta dei Servizi cimiteriali. La relazione tra la Carta dei Servizi e la libera espressione dell’intervistato permetterà di verificare la sintonia tra la qualità percepita (il punto di vista del cliente)  e la qualità progettata (il punto di vista del fornitore del servizio).

Una volta completata l’indagine sui servizi cimiteriali, sarà il turno dei servizi demografici e dello sportello polifunzionale, che ogni anno registra oltre 300mila accessi, quasi 1000 utenti al giorno. “Obiettivo dell’Amministrazione – sottolinea l’Assessore all’Innovazione e alla Semplificazione Giacomo Angeloni – è quello che i servizi comunali siano sempre più di supporto dei cittadini: questa iniziativa ci permette di guardare alla macchina del Comune con gli occhi dei cittadini e in questo senso nessuno meglio delle Associazioni dei Consumatori, e siamo uno dei primi comuni in Italia a coinvolgerle per questo tipo di indagine, può consentirci di farlo. Il report che emergerà dall’indagine sarà presentato agli organi di stampa e ai cittadini attraverso un’iniziativa pubblica, oltre che essere pubblicato sul sito del Comune di Bergamo”.




Treviglio, «le navette possono aiutare lo shopping»

Dal disagio all’opportunità. Per sopperire alla mancanza di parcheggi a ridosso del centro in occasione dei lavori per il rifacimento di piazza Setti, il Comune di Treviglio ha istituito un servizio di trasporto pubblico – frequente e per di più gratuito! – che offre la possibilità non solo di affrontare il problema contingente ma anche di ipotizzare un nuovo modo di muoversi in città. I minibus hanno cominciato a circolare lo scorso 23 dicembre senza incontrare, è il caso di dirlo, grande interesse da parte dei trevigliesi (e per questo suscitando le polemiche di diversi schieramenti politici che hanno denunciato le corse a vuoto al costo di 430 euro al giorno), ma avranno l’effettivo banco di prova da mercoledì 2 marzo, quando la piazza sarà chiusa per consentire prima lo spostamento dei sottoservizi e poi l’avvio del cantiere, che consegnerà alla città un’ampia area pedonale e due piani interrati di parcheggi e box.

treviglio ti porto in centroPer i commercianti le navette sono una chance, tanto è vero che il logo del Distretto del commercio compare sul materiale informativo – mappa, orari e locandine – che promuove il servizio, denominato “Ti porto in centro”. «Ad oggi non possiamo dare un giudizio sull’iniziativa perché piazza Setti non è ancora stata chiusa e non si è ancora manifestata, perciò, la necessità di utilizzare un’alternativa – afferma il presidente dell’Associazione Commercianti trevigliesi Gabriele Anghinoni –, possiamo dire però che crediamo nel fatto che il servizio di bus possa dare un segnale per vivere la città e il commercio in maniera diversa, con meno auto e più facilità nel muoversi a piedi».

Non a caso il pieghevole che illustra i percorsi delle due linee (una con partenza dalla stazione Ovest e una dal piazzale del cimitero) cita l’offerta del “centro commerciale all’aria aperta” forte di oltre 200 negozi, oltre a bar, ristoranti, servizi e ai due mercati settimanali e riporta pure il calendario degli eventi. «I bus diventeranno anche un mezzo per informare cittadini e visitatori delle iniziative del Distretto – annuncia Anghinoni –, saranno infatti rivestiti con una grafica apposita che farà spazio anche agli eventi che organizziamo e diventeranno perciò dei promoter itineranti delle iniziative del commercio».

È già previsto che il servizio, che va dalle 7.45 alle 20 dal lunedì al sabato con frequenza di 15 o 30 minuti a seconda delle fasce orarie, possa essere esteso alla sera e nei festivi in occasione delle manifestazioni, offrendo una soluzione ai problemi di traffico e parcheggi in circostanze di grande afflusso. Ad esempio è già stato stabilito che le navette circoleranno domenica 28 e lunedì 29 febbraio, festa cittadina, quando saranno allestite le bancarelle della fiera della Madonna delle Lacrime, e domenica 6 marzo per la rievocazione storica “Miracol si grida”. «Le valutazione le faremo passo dopo passo – dice il presidente dei Commercianti – noi lo consideriamo un inizio per pensare anche ad un allungamento del percorso che metta in collegamento centro e periferia».

Lo scarso utilizzo delle navette nei primi due mesi non preoccupa l’amministratore di Treviglio Futura, la società di trasformazione urbana interamente partecipata dal Comune di Treviglio, che sta curando il rifacimento di piazza Setti ed ha lanciato il servizio. «Un periodo di test serviva – afferma Paolo Gatti -, per verificare i percorsi, i tempi di percorrenza nelle diverse situazioni di traffico, le fermate: non è così immediato che tutto funzioni. Poi siamo passati all’informazione realizzando locandine e mappe, in distribuzione da circa un mese con il coinvolgimento dei negozi, e presto renderemo i mezzi riconoscibili vestendoli con il logo e l’immagine del progetto, insomma stiamo lavorando perché il servizio venga conosciuto e utilizzato».

Se un errore c’è stato è stato chiamarle navette. «È riduttivo e genera fraintendimento – nota Gatti -. Con navetta si intende un semplice collegamento da un punto all’altro, qui invece abbiamo realizzato due linee vere e proprie e l’abbozzo di un sistema di trasporto per il prossimo futuro. Al di là del cantiere di piazza Setti, sono sul piatto temi più generali come accessibilità, mobilità e qualità dell’aria. Treviglio è una città che sta vivendo delle trasformazioni e le navette possono essere considerate un punto di partenza del cambiamento. Significa che si può pensare di muoversi in modi alternativi, in bicicletta, a piedi e se non si vuole camminare si prende la navetta che permette di salire e scendere dove è più comodo e gratuitamente. È un vero e proprio servizio per la mobilità, tanto è vero che è collegato con le stazioni, comodo se si deve prendere il treno e per chi arriva a Treviglio e vuole raggiungere il centro».

Nulla vieta, anzi sarà opportuno, che con il proseguimento dell’esperienza se ne valutino vantaggi, criticità e si attuino eventualmente modifiche. «Poiché oggi il Comune è commissariato, una prima verifica sarà chiamata a farla la nuova amministrazione, alla luce dei dati dopo la chiusura del parcheggio – rimarca l’amministratore della Stu -. La cosa certa è che non si tratta di uno spreco ma di un investimento per una mobilità diversa all’interno di Treviglio».

Intanto il programma prevede che il servizio resti istituito fino alla chiusura del cantiere di piazza Setti. La fine dei lavori è prevista entro 18 mesi.




La lettera / “Bisogna abbassare i pedaggi o la Brebemi non decollerà mai”

Spettabile redazione

A proposito della presa di posizione di Legambiente sulla Brebemi, voglio dire che per il modo in cui è utilizzata oggi l’arteria autostradale, la si può tranquillamente considerare come l’autostrada della Bassa. Ha raccolto buona parte del traffico pendolare che intasava la S.P. Rivoltana nelle provincie di Brescia, Bergamo, Cremona e Milano e – nonostante l’ambizioso obiettivo di raccogliere il flusso di veicoli dichiarati inizialmente – è rimasta figlia di un Dio minore. Neppure l’apertura del collegamento con la TEEM, l’attesa tangenziale est esterna di Milano, ha prodotto quell’incremento atteso di traffico sulla Brebemi. Questa autostrada manca di aree di rifornimento carburanti sull’intero percorso di circa 62 kilometri e l’uscita più prossima alla metropoli lombarda é il casello di Liscate, ben lontano dal centro di Milano, posto sulla tangenziale in cui si innesta gran parte del traffico pendolare a sud est del capoluogo. Tuttavia dei benefici – dal punto di vista del traffico – la direttissima li ha prodotti: anzitutto ha avuto il merito di sfoltire il traffico sulla Rivoltana, diminuendo il numero di mezzi in transito sulla pericolosa ex S.S., nonché di ridurre i tempi di percorrenza al capoluogo milanese. Balotta, nonostate l’appellativo, non è menzognero nella sua analisi. Il costo della tratta è elevato, addirittura eccessivo, se paragonato allo stesso tratto della A4 in un rapporto quasi di 1/3, esaudendo sconti agli abituali utilizzatori. Il project financing per la realizzazione dell’autostrada – alla fine – è stato applicato “all’italiana”: parte dei costi é ricaduto o ricadrà sui contribuenti, mentre la produzione delle aziende agricole e ortofrutticole dimezzate o sparite e la mancata fruizione dei suoli cementificati rappresentano, oltre a mancati introiti, costi sociali supportati dall’intera collettività. L’osservazione del rappresentate di Legambiente a questo punto è più che condivisibile: la Brebemi ormai c’é ed é necessario che la si faccia utilizzare al meglio. Magari anche abbassandone i pedaggi, per non lasciarla languire tra le opere incompiute, nella solita indifferenza che accompagna lo scempio del Belpaese.

Antonio Vota




Borsa di studio all’assessore, il no del sindaco è da applauso

Valerio Achille Baraldi, sindaco di Ponte San Pietro
Valerio Achille Baraldi, sindaco di Ponte San Pietro

Il più delle volte, la lettura quotidiana dei notiziari ha la capacità di ribaltarmi lo stomaco o di farmi secernere quantitativi atrabiliari fuori scala. Qualche volta, magari, il travaso di bile lascia il posto alla riflessione filosofica: ma vi confesso che accade di rado in una personcina incline più all’invettiva che ai teoremi, com’è il sottoscritto. Rarissime sono le notizie che mi suscitino un po’ di ilarità o, perlomeno, di buonumore. Tra queste, vi segnalo il giro di valzer che si è svolto nei giorni scorsi a Ponte San Pietro, tra due assessori ed il sindaco, a proposito della concessione di una borsa di studio. La fonte è Bergamonews e, in verità, la mia attenzione era stata attirata, più che dal titolo, dalla fotografia di un giovanotto dall’aria seria e perbenino, vestito come i bravi giovanotti si sentono in dovere di fare, in occasioni particolari come matrimoni, cresime o lauree. E, appunto, di laurea pareva trattarsi, visto che il predetto giovanotto appariva incoronato da un ingombrante cespuglio di alloro, che faceva pendant con la sua espressione tra l’attonito ed il sorridente e con un’improbabile giacca pied-de-poule carta da zucchero, di quelle che puoi indossare soltanto in quelle ferali circostanze obbligative. Devo dire che il malcapitato, sbattuto in prima pagina in quella mise tanto poco impaginabile, ha immediatamente suscitato la mia amichevole solidarietà. D’altronde, io non capisco perché, da qualche anno, i poveracci che si portano a casa la sudatissima laurea debbano uscire dalla cerimonia conciati come dei Barabba, con queste siepi ridicole sul crapone: quando mi sono laureato io, si limitavano a tentare di piazzarti costosissime foto dell’evento o di venderti un kit personalizzato di biglietti da visita con su scritto il fatidico “Dott.”. Sia come sia, il tapino, incespugliato e poi spernacchiato dal quarto potere si chiama Matteo Macoli, e pare essere una specie di fenomeno scolastico, dato che asserisce di aver portato a casa una collezione di borse di studio mica da ridere: l’occhiale da studioso ce l’ha e, quanto al resto, non ho ragione di dubitare della sua parola.

Causa della spernacchiatura l’ennesima borsa di studio, concessagli, stavolta, dall’assessore all’istruzione del comune di Ponte San Pietro, Marzio Zirafa. Non ci sarebbe niente di strano, se il Macoli non fosse, lui pure, un assessore del medesimo comune: insomma, mica è proibito concedere una borsa di studio ad un proprio collega e sodale, però, acciderba, non è cosa elegantissima. Infatti, il sindaco di Ponte, Valerio Achille Baraldi, ha pensato bene di fermare la pratica, postulando che la cosa non fosse eticamente opportuna: il che, vi faccio osservare, non si configura precisamente come un complimento. Insomma, il pluripremiato neolaureato se ne va dietro alla lavagna, insieme al responsabile dell’istruzione, a riflettere su ciò che sia opportuno o meno, sulle rive del Brembo. Un bravo al sindaco, che, in un’Italia in cui l’opportunità, tanto etica quanto politica, ha lo stesso valore del due di coppe se la briscola è ori, difende le ragioni del buon gusto e della signorilità: magari fossero altrettanto sensibili all’etica tutti quei politici che insultano, imbrogliano, infrangono ogni comandamento di Dio e dell’uomo e, finché un giudice non li manda in galera, non si schiodano dalla sedia nemmeno con le tenaglie.

Una storiella minima, dunque, ma altamente significativa. Che, tra l’altro, me ne fa venire in mente un’altra di diversi anni fa, passata del tutto sotto silenzio, vuoi per la diversa connotazione politica dei protagonisti, vuoi per l’assenza, all’epoca, di giornalisti spernacchianti: fu quando il direttore di un noto ed illustre istituto di ricerca, tutto sdegno e moralità, assegnò un premio per la miglior ricerca ad un suo nipote, che, peraltro, quasi a sottolineare l’agnazione, portava il suo stesso cognome. Non so dirvi se il premiato meritasse o meno il riconoscimento: dal tenore della ricercuzza, direi, ad occhio e croce, di no. Tuttavia, scherza coi fanti e lascia stare i santi: a nessuno venne in mente di tirare in ballo l’opportunità etica, e il nipote incamerò olimpicamente il premio. E’ pur vero che il tempo è galantuomo e che, nelle stanze della ricerca vera, il giovane ricercatore non si è mai visto, nonostante lo ziesco riconoscimento: tuttavia, capirete che, su di un tema come quello dell’opportunità etica, converrebbe essere tutti della stessa parrocchia. Quindi, un semplice richiamo verbale per i due assessori, un tantino disinvolti sul versante dell’eleganza istituzionale; un sincero applauso per il sindaco, capace di tagliare il nodo gordiano con autorevole dignità; un pernacchione, fuori tempo massimo, al direttore illustrissimo e al nipotino, difensori a parole di intramontabili valori e, nella realtà, italiani piccoli piccoli, di quelli che tengono famiglia. E, talvolta, la premiano persino.




“Bergamo 2.035” sbarca in Cina

Bergamo 2035_24feb2016 (3)Due università al lavoro per una mobilità sempre più intelligente per Bergamo. Il progetto di ricerca Bergamo 2.035 – sostenuto da Fondazione Italcementi e Università di Bergamo, con la collaborazione scientifica della Graduate School of Design (GSD) della Harvard University e in partnership con il Comune di Bergamo – prosegue quest’anno sul tema della mobilità intelligente e sostenibile per la città e il suo territorio. Questa nuova fase operativa della ricerca è iniziata oggi con un workshop organizzato in i.lab Italcementi, in cui gli studenti del progetto Bergamo 2.035 e gli stakeholder locali, alla presenza anche dell’Assessore alla mobilità del Comune di Bergamo Stefano Zenoni, si sono confrontati e hanno lavorato insieme per iniziare lo studio di possibili soluzioni sempre più sostenibili e social: nuove forme di trasporto intelligenti, in cui sviluppo economico e sociale si conciliano con il rispetto dell’ambiente.

La sessione di oggi è uno dei momenti di confronto previsti nell’area progettuale “Urban Mobility and Analysis”, oggetto dell’approfondimento per l’anno accademico 2015-2016 del progetto pluriennale di ricerca REAL Cities – Bergamo 2.035 | Smarter Citizens. Al workshop di oggi hanno partecipato anche i quindici studenti di Harvard, che saranno in città una settimana per lavorare “fianco a fianco” con i loro colleghi di Bergamo. «Affrontare politiche di mobilità nell’ambito del progetto 2.035 e dello scambio con gli studenti e i docenti dell’Università di Harvard – sottolinea il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori – è elemento di grande interesse all’interno di un ambito sul quale la nostra Amministrazione sta lavorando con impegno. Car sharing, piano di revisione della sosta cittadina, bigliettazione elettronica e l’attuazione del Biciplan sono solo alcune delle iniziative per migliorare le mobilità. Bergamo è una città con delle evidenti criticità sotto questo punto di vista, una struttura viaria ormai in grossa difficoltà di fronte ai carichi di traffico a cui il capoluogo è sottoposto quotidianamente: ogni giorno entrano a Bergamo circa 70mila persone, tra lavoratori, studenti e turisti. Risulta evidente che si debbano adottare soluzioni coraggiose e che possano rendere più sostenibile la viabilità interna alla nostra città: per questo motivo può essere molto utile conoscere la visione e i suggerimenti provenienti da persone di nazioni diverse, come nel caso degli studenti di Harvard». Bergamo 2035_24feb2016 (6)

«Questo progetto di ricerca in tre edizioni ha ormai assunto una rilevanza internazionale – afferma il Rettore dell’Università di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini -, diventando un modello da studiare e un riferimento per valorizzare il ruolo che le piccole-medie città possono avere in paesi in forte espansione economica e urbanistica. Bergamo 2.035 a fine aprile sbarcherà in Cina, dove verrà presentata come una delle best practice internazionali in tema di Smart Cities: siamo infatti stati invitati a portare il progetto di ricerca al Padiglione Italia della Fiera tecnologica di Shanghai, dove il nostro paese sarà ospite d’onore per questa edizione. Nel Padiglione Italia dedicato proprio alle Smart Cities, Bergamo 2.035 rappresenterà un nuovo concetto di città intelligente, valorizzando il ruolo del cittadino come motore principale di un processo continuo di innovazione sociale e non come soggetto passivo di utente di servizi a base tecnologica come spesso avviene nei progetti sulle Smart Cities». Al termine del workshop si è svolta una lecture di Ugo Parodi Giusino, CEO di Mosaicoon – azienda tech all’avanguardia nel campo della comunicazione video, premiata a livello internazionale per la sua innovatività e creatività e riconosciuta come una delle migliori scaleup tecnologiche d’Europa – che ha curato la nuova campagna di strategia video per Bergamo 2.035. Mosaicoon ha partecipato alla promozione dell’iniziativa attraverso la realizzazione di contenuti video dedicati e la loro diffusione online, massimizzandone le interazioni con i giovani attraverso una “social video page”, vale a dire un canale editoriale di Bergamo 2.035 in cui gli utenti saranno coinvolti sui canali attivamente attraverso la creazione di una vera e propria community.




I negozi Lego arrivano in Italia. Li apre Percassi

Un altro marchio “leggenda” entra nel mondo retail di Percassi. Si tratta dei negozi Lego “certificati” che l’azienda bergamasca aprirà grazie all’accordo siglato con il Gruppo danese.

Entro l’estate 2016 sarà inaugurato il primo Lego Certified Store nel nuovo centro commerciale di Arese, in provincia di Milano. Sarà il primo di una serie di negozi, gestiti dalla business company Percassi, che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale.

I Lego Certified Store offriranno ad adulti e bambini una vera e propria immersione nel mondo Lego e nei valori del brand. Sarà infatti possibile vivere esperienze di gioco esclusive, oltre a trovare un assortimento completo di tutti i prodotti dell’azienda danese.

Fondato nel 1932 da Ole Kirk Kristiansen, Lego Group è un’azienda a conduzione familiare con sede a Billund, in Danimarca, e uffici a Enfield, negli USA, a Londra, nel Regno Unito, a Shanghai, in Cina, e a Singapore. All’insegna del motto “only the best is good enough”, la società è fortemente impegnata nello sviluppo della creatività dei bambini e ha l’obiettivo di ispirare e sviluppare i costruttori del domani tramite il gioco e l’apprendimento.

Grande protagonista è il famoso mattoncino, identico al primo creato dall’azienda nel 1958 e tutt’ora compatibile con i mattoncini dei set più attuali. È proprio grazie ad esso che Lego Group sviluppa giocattoli offrendo esperienze di gioco originali a bambini in oltre 130 paesi nel mondo.

L’area House of Brands di Percassi si occupa dello sviluppo e gestione delle reti commerciali di grandi marchi, quali Gucci, Polo Ralph Lauren, Nike, Victoria’s Secret e da ora, appunto, anche Lego. In passato Percassi ha sviluppato a livello globale i negozi del gruppo Benetton ed ha contribuito all’ingresso e alla diffusione sul mercato italiano dei brand del gruppo Inditex (Zara, Massimo Dutti, Oysho, Pull and Bear, Bershka, Stradivarius) oltre che di Swatch, Calvin Klein, Guess, Tommy Hilfiger e Levi’s.




Albino progetta il nuovo centro. Spazio anche ai tavolini all’aperto

Il traffico nel centro di Albino verrà limitato per garantire la sicurezza delle persone e maggiore vivibilità. L’amministrazione cittadina, dopo aver riaperto alle auto via Mazzini, pensa a come farle convivere con i pedoni e annuncia l’apertura di un bando per lo studio e la realizzazione di un progetto di arredo urbano.

Gli obiettivi sono due: mettere in sicurezza chi si muove a piedi nel centro storico e restringere la carreggiata così da limitare la velocità delle auto in transito.

cristiano coltura - assessore commercio e lavori pubblici AlbinoLunedì 29 febbraio alle 20.30, alla sala consigliare del Comune, si terrà un’assemblea pubblica dove verranno illustrate le linee guida e le finalità della gara. «L’apertura al traffico era un punto fondamentale del nostro programma elettorale, dopo l’esperienza della precedente amministrazione della zona a traffico limitato – spiega l’assessore ai Lavori pubblici e al Commercio Cristiano Coltura -. Ora si pone  l’esigenza di controllare il flusso delle auto perché ci sono veicoli che transitano a velocità elevate e auto parcheggiate ovunque che creano molti disagi a chi passa a piedi, alle mamme coi passeggini, alle persone anziane. La zona pedonale scontenta tutti, i commercianti ma anche i cittadini che non riescono a fare la spesa, quindi abbiamo trovato una soluzione già utilizzata anche in altri comuni, soprattutto all’estero. Realizzeremo una “Zona 30” posizionando arredi urbani per mettere in sicurezza i pedoni e restringere la carreggiata, così da ridurre la velocità».

L’amministrazione è al lavoro da mesi per verificare le questioni tecniche relative a questo progetto e la documentazione è ormai pronta. «Dovremmo aprire il bando per la fine di marzo – dice Coltura -. Abbiamo abbandonato l’idea di promuovere un concorso di idee perché avrebbe richiesto tempi lunghi. Saranno le ditte a presentare il progetto, insieme all’offerta economica per la realizzazione. In questo modo il “nuovo centro” dovrebbe essere pronto subito dopo l’estate».

Allo studio dell’amministrazione ci sono anche la sistemazione della pavimentazione e la questione parcheggi: «Non vogliamo riempire di parcheggi, fisseremo dei posti auto ben definiti per evitare le soste selvagge e pericolose. Oggi sono 12, pensiamo di crearne qualcuno in più e fissare un tempo di sosta di 15 minuti per le spese veloci – anticipa l’assessore ai lavori pubblici -. Inoltre vogliamo aumentare le aree di carico e scarico e aprirle anche alle abitazioni che non hanno autorimesse».

L’area interessata è di circa 500 metri quadrati. Il bando darà indicazioni su dove sarà possibile posizionare gli arredi e dove sarà interdetto. Un capitolo speciale sarà il sagrato della Chiesa di Sant’Anna per il quale l’amministrazione auspica un progetto di qualificazione ad hoc che scoraggi usi inappropriati. Nella valutazione dei progetti in gara sarà considerato anche la facilità di manutenzione degli arredi. Oltre al bando, l’amministrazione punta a coinvolgere i commercianti, per questo sta valutando la possibilità con alcuni bar di occupare le aree esterne con tavolini estivi e di dare in gestione aiuole e spazi verdi ad alcuni negozianti.