SolarLab, per gli studenti del Natta premiazione in Senato

Young Minds nell’impianto Termodinamico di Massa Martana

 

Il 15 marzo prossimo, a Roma, nella Sala Koch del Senato della Repubblica con indirizzo di saluto del presidente Pietro Grasso, gli studenti del SolarLab dell’Istituto “Giulio Natta” di Bergamo saranno nella ristretta schiera delle tre scuole premiate nell’ambito della cerimonia dei Cetri Educational Awards, per la realizzazione del loro progetto “Future Energy and Young Minds”.

Il SolarLab, in cui operano a tutt’oggi più di una trentina di studenti, è nato nel 2008 per iniziativa di docenti ed imprenditori convinti della necessità di investire nei giovani e nei loro sogni, per dare loro la possibilità di essere protagonisti nella pratica sul campo della ricerca scientifica, con impianti e strumentazioni all’avanguardia nel settore della produzione di energie rinnovabili.

Con il progetto “Future Energy and Young Minds” del SolarLab, la figura dello studente sperimentatore si è evoluta in quella di Young Minds, giovane mente che, oltre a interfacciarsi con il mondo del lavoro, attraverso esperienze tra scuola e imprese, e crearsi un percorso di ricerca personale, vuole contestualizzare le proprie conoscenze e collaborare alla creazione di un percorso di pace, relazionandosi con la Governance e occupandosi di Future Energy.

Tra gli obiettivi del progetto, quello di visitare e approfondire lo studio dei più grandi esempi di Future Energy nel mondo e soprattutto quello di incontrare e confrontarsi con studenti di Scuole e Università di diversi Paesi per poter creare una rete internazionale di Giovani Menti. Tra i Paesi coinvolti, da qui al 2020, figurano Spagna, Germania, Svizzera, Marocco, Islanda, Repubblica del Kazakhstan ed Emirati Arabi Uniti.

I giovani studenti bergamaschi sono infatti convinti dell’assunto Connecting minds, creating the future. «Il futuro è nostro – afferma Valentina Intra, portavoce di SolarLab  – e crediamo che il mondo cambierà solo grazie ai sogni e alle azioni di noi giovani. Incontrando studenti di altri Paesi, vorremmo allora condividere il nostro tempo e le nostre esperienze, parlare di sogni e di progetti per il futuro, lavorare e costruire insieme, discutere con loro dei temi della produzione di energie rinnovabili, di impatto ambientale e della loro divulgazione».

Young Minds in visita al Ministero degli Affari Esteri
Young Minds in visita al Ministero degli Affari Esteri

Obiettivi ambiziosi saranno inoltre quello di produrre un DocuFilm sul progetto, da pubblicare online e rendere disponibile per le scuole di ogni ordine e grado, nonché la formulazione di un Global Index Future Renewable Energy, Gifre, con il Comitato Scientifico del Cetri-Tires sulle teorie del professor Jeremy Rifkin.

Numerosi anche i coinvolgimenti istituzionali e diplomatici che stanno animando il progetto, come l’interessamento della Direzione Generale per la promozione del Sistema Paese e l’Unità Scientifico Tecnologica del Cnr distaccata presso il Ministero degli Affari Esteri, e la piena disponibilità ricevuta dall’Ambasciatore del Marocco in Italia, sancendo di fatto l’internazionalizzazione del SolarLab Natta.

Da segnalare anche il Patrocinio del Comune di Bergamo e l’apprezzamento e il sostegno del Presidente della Repubblica Italiana, che in una lettera ai giovani ha scritto: «… Vi ringrazio per avermi messo a conoscenza delle numerose e interessanti iniziative di SolarLab. L’entusiasmo e la passione con cui vi state dedicando alla ricerca insieme ai vostri docenti e ai compagni più grandi rappresentano un importante esempio di cooperazione e di trasmissione di saperi, affetti fondamentali per il mondo della scuola, così come per quello dell’università e del lavoro. …».

«In questi questi studenti abbiamo visto tanto entusiasmo e voglia di apprendere – racconta Antonio Rancati del comitato scientifico del Cetri (Circolo Europeo per la Terza Rivoluzione Industriale) e coordinatore nazionale delle attività di strategia di formazione – che hanno reso possibile spiegare in modo semplice ai cittadini come siamo in grado, talvolta con piccoli gesti quotidiani, di salvaguardare la nostra splendida Italia. Crediamo fortemente sia quanto mai necessario partire dalle nuove generazioni per contribuire a creare una generazione di adulti consapevoli dei problemi attuali dell’inquinamento e delle possibilità di risoluzione tramite la diffusione democratica della produzione di energia».

 




Negozianti alimentari, «non siamo antiquariato ma un settore che sa innovare»

Un nuovo concetto di negozio basato su una distribuzione innovativa degli spazi e dei prodotti e sull’uso strategico delle tecnologie, a partire dall’illuminazione, e poi iniziative in rete con i negozi vicini e studi georeferenziali per orientare le nuove aperture. E ancora: professionalizzazione, specializzazione e innovazione.

Sono queste le strategie vincenti per rilanciare il settore alimentare emerse a Gargnano sul Lago di Garda, nel corso della prima convention nazionale della Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione (Fida) di Confcommercio, realtà che raccoglie circa 60mila imprese alimentari. Alla riunione sono intervenuti Carlo Sangalli, presidente confederale, Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente Confcommercio, i consiglieri nazionali della federazione.

La due giorni ė stata un momento di confronto tra gli operatori, provenienti dal Friuli sino alla Puglia, sul presente e sul futuro del settore alimentare e sulle sfide che il comparto deve affrontare. «Dai lavori è emerso l’orgoglio di essere alimentaristi e di essere ancora oggi la spina dorsale del commercio, un format destinato a restare un solido punto di riferimento per le città – ha detto la presidente Prampolini -. Il dettaglio alimentare non è stato mai così attivo come ora. Si comincia a intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel della crisi. Abbiamo fatto il punto della situazione su chi è sopravvissuto alla crisi e con quali strumenti ne è uscito. Tra questi, l’innovazione è sicuramente fondamentale come pure lo è la capacità di gestire il ricambio generazionale».

Prampolini ha evidenziato, come dal 2009 al 2015, la maggior parte dei negozianti che hanno chiuso non si era specializzata e ha parlato di una crescita culturale distorta che ha portato l’opinione pubblica a considerare il negozio specializzato come un oggetto da antiquariato. Quindi ha evidenziato le criticità rappresentate dall’arrivo della grande distribuzione e dei nuovi format distributivi, dai discount, ai farmer’s market, sino ai negozi “monoprodotto”, che vendono solo detersivi, cibo per cani, ecc, indicati come dei “category killer. Quindi ha puntato il dito contro la liberalizzazione delle licenze che «ha portato sul mercato poca professionalità». «Magari chiudono dopo pochi mesi – ha detto – ma nel frattempo creano danni e penalizzano il settore».

Convention Fida 2016 platea

Durante il convegno sono state presentate esperienze innovative nei diversi settori del food, con riferimenti anche al mondo dell’ortofrutta, nuovi concept in grado di affrontare la crisi, e un focus sulle strategie di sviluppo della rete distributiva in Europa e in Italia. «Per troppo tempo – ha spiegato Prampolini – ci hanno considerati un settore maturo, non più in grado di reinventarsi; invece gli esempi di innovazione del servizio di vicinato sono numerosi e possono servire per accompagnare il ricambio generazionale in un mercato sempre più competitivo».

Roberto Ravazzoni, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha sottolineato come oggi «vince chi è più veloce, non chi è più grande» e che «bisogna essere diversi dalla grande distribuzione. Copiare le idee brillanti e farle meglio. Essere semplici, flessibili e veloci». Per Fabrizio Valente di Kiki Lab «le acque in pochissimo tempo sono diventate agitate e molto veloci – ha sottolineato parlando del mercato – Come nel rafting, se qualcuno sbaglia cade in acqua e se cadono in tanti dopo un po’ il gommone affonda. Ma se impariamo a governare la barca in queste condizioni andiamo molto più veloce. È difficile, ma possibile». Alessandro Seravalli di Sis.Ter ha illustrato la novità degli studi georeferenziali, sorta di fotografie-mappe che indicano la presenza e l’ubicazione di esercizi commerciali in una determinata zona, e di come questi strumenti possono rivelarsi preziosi per orientare gli imprenditori nell’apertura di un nuovo negozio.

Tra i temi emersi, anche l’importanza dell’ecosostenibilità dei punti vendita con nuove tecnichee di refrigerazione, nuove modalità di gestione dei rifiuti e la possibilità di collaborare con i mercati ortofrutticoli per la gestione delle cassette in legno. Interessanti spunti sono venuti dai relatori tecnici che hanno presentato soluzioni e strumenti innovativi per il punto vendita: promozioni personalizzate in base ai clienti e tematiche in base a occasioni speciali e/o eventi, e iniziative di comarketing, ovvero sinergie tra negozi vicini per fare sistema e gruppo (Toshiba); l’evoluzione del mestiere in chiave moderna (Università dei Sapori), le tecnologie sostenibili per esporre (Isa), e l’illuminazione strategica del punto vendita (Philips).

convention fidaAl convegno hanno partecipato anche Livio Bresciani, vicepresidente Fida e presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli dell’Ascom di Bergamo (a destra nella foto), e Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne della Associazione e segretario del gruppo. «Abbiamo definito una strada comune e condivisa che porteremo avanti – afferma Bresciani -. Finora ci siamo mossi in ordine sparso. Il convegno ci ha dato l’opportunità di fare squadra, di mettere insieme e portare alla luce le criticità e tutte le nostre esperienze e capacità. Con l’assistenza di tecnici specializzati e di una struttura importante come è Fida, abbiamo finalmente lo strumento per affrontare tutti i nuovi scenari commerciali e fare tutti insieme comunicazione, per far vedere cosa siamo noi dettaglianti alimentari. Perché molte volte si tende a dimenticare quasi la nostra presenza, che invece i dati dimostrano essere importante, apprezzata e in alcune zone insostituibile».

Convention Fida - Lazzari rit
Giorgio Lazzari

«La vision della Fida è corretta e quanto mai reale – commenta Lazzari -. Condivido il pensiero della presidente Prampolini, quando dice che “Il futuro siamo noi dettaglianti alimentari”. Come rimarcato dal presidente Confcommercio Carlo Sangalli, il dettaglio alimentare è un servizio del, per e sul territorio, di cui difende le differenti tipicità, favorendo l’attrattività turistica come leva per lo sviluppo dell’economia locale, con importanti implicazioni legate all’identità sociale, alla vivibilità e alla qualità dei territori». «Attori protagonisti della partita saranno indubbiamente Governo ed Enti locali: se con l’Amministrazione centrale l’obiettivo è abbassare l’imposizione fiscale, intesa anche come giorni di lavoro persi dall’imprenditore per gli adempimenti burocratici, con i Comuni occorrerà sempre più instaurare un dialogo costruttivo per discutere le misure idonee a tutelare gli esercizi di dettaglio alimentare. Una saracinesca che viene sollevata è una vittoria per tutto il sistema, viene accesa una luce, si creano posti di lavoro, aumenta la qualità e migliora la vivibilità di un quartiere – conclude Lazzari -. Sono convinto che il dna della Fida consentirà di raccogliere e vincere le sfide presenti e future, con l’aiuto della presidente Donatella Prampolini, che sta portando avanti un grande lavoro, come avrebbe certamente voluto il compianto Dino Abbascià».

 




Ubi Banca, ecco la lista dei Fondi. Tre i nomi per il prossimo CdS

I fondi hanno presentato la loro lista di minoranza per il rinnovo del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, previsto alla prossima assemblea dei soci del 2 aprile. Capolista è Giovanni Fiori, professore alla Luiss nonchè componente del collegio sindacale della Banca d’Italia e già commissario straordinario di Alitalia. Seguono Paola Giannotti e Patrizia Michela Giangualano, la prima managing diretcor di lungo corso e membro del cda Ansaldo, la seconda manager in Pwc Consulting. I gestori che hanno presentato la lista sono titolari di oltre l’1,2% delle azioni ordinarie della banca. Nel dettaglio la lista è stata depositata da: Aberdeen Asset Management, Aletti Gestielle Sgr, Arca Sgr, Eurizon Capital Sgr, Eurizon Capital, Fideuram Asset Management, Interfund Sicav, Generali Investment Europe Sgr, Legal & General Investment Management, Mediolanum Gestione Fondi Sgr, Mediolanum International Funds, Pioneer Investment Management Sgr e Pioneer Asset Management. Salgono quindi a due le liste, dopo quella unitaria presentata dal Patto dei Mille, dal Sindacato Azionisti Ubi Banca Spa e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo con capolista Moltrasio e altri quattro bergamaschi in lista. Avendo i Fondi messo in lista due donne, nel caso  raggiungessero il quorum del 30% sancirebbero l’uscita dal nuovo CdS della bergamasca Luciana Gattinoni, lasciando quindi a tre il numero di rappresentanti bergamaschi nel Consiglio.




Investimenti in Valle Brembana, è polemica tra Mazzoleni e Parolo

“Spiace che Alberto Mazzoleni abbia genericamente affermato che manca una politica per la montagna, che la viabilità della Valle Brembana sia sostanzialmente dimenticata e che Aree Interne sia un progetto dell’Unione europea e degli Stati, lasciando quasi intendere che, dagli stessi, venga totalmente finanziato”. Commenta così Ugo Parolo, sottosegretario di Regione Lombardia con delega alle Politiche per la montagna, le dichiarazioni rilasciate da Alberto Mazzoleni, presidente della Comunità montana Valle Brembana e pubblicate oggi dall”Eco di Bergamo. Mazzoleni ha parlato di “viabilità disastrosa” e della “mancanza di una vera politica di aiuto alla montagna”, il tutto in merito ai dati sullo spopolamento progressivo della Valle Brembana. “In realtà – continua il sottosegretario – Mazzoleni sa bene quanta e quale sia l’attenzione di Regione Lombardia per la montagna e, in particolare, nei confronti della Valle Brembana: è infatti troppo attento per potersi essere dimenticato che, proprio pochi giorni fa, anche in sua presenza, a San Pellegrino Terme, il presidente Roberto Maroni ha firmato un Accordo di Programma che stanzia ben 8 milioni di euro di Regione Lombardia per interventi di recupero del compendio Grand Hotel, ex Casinò e funicolare Vetta, rilanciando in questo modo tutta la Valle Brembana. Così come ricordo la seduta di Giunta regionale, tenutasi, sempre a San Pellegrino, poco prima di Natale”.

“Sicuramente Mazzoleni – prosegue Parolo – si ricorderà di essere stato altresì presente, il 16 novembre 2015, a Zogno dove il presidente Maroni ha convocato la Giunta regionale per deliberare un ulteriore finanziamento di 15 milioni di euro (in sostituzione della moribonda Provincia) destinati al completamento della variante di Zogno. Fondi che si sommano ai 16,5 milioni già stanziati, per un totale di 31,5 milioni”. “Mazzoleni – sottolinea il sottosegretario – sa inoltre benissimo che, per il progetto sperimentale delle quattro Aree Interne (progetti di sviluppo delle zone montane più marginali, ndr), Regione Lombardia ha stanziato 60 milioni di euro, mentre il Governo ne ha promessi meno di 20″. “Ritengo doverosa questa breve precisazione – conclude Parolo -. Si può certamente fare di più, di sicuro va migliorata l’azione strategica di Regione Lombardia per i Territori montani, ma cancellare d’un botto la presenza in pochi mesi di ben tre sedute della Giunta regionale in Valle Brembana, fatto mai successo per altri territori, e gli ingenti finanziamenti regionali garantiti nonostante la drammatica riduzione da parte dello Stato centrale delle risorse disponibili, non è un buon metodo di fattiva collaborazione tra le istituzioni”.




Dopo l’appello dell’Ascom, sequestrati a Bergamo 1.300 mazzi di mimosa

Mimose1.289 mazzi di mimose sequestrati, 34 di rose: è il risultato di una ampia operazione svolta dalla Polizia Locale del Comune di Bergamo il 7 e l’8 marzo per contrastare il commercio abusivo di fiori nella giornata dedicata alle donne.

Il Comando di via Coghetti ha in questo modo raccolto e recepito l’indicazione che Ascom ha rivolto la scorsa settimana, chiedendo più controlli sulle vendite abusive di fiori con l’avvicinarsi della ricorrenza.

Il Comando di Polizia Locale ha predisposto specifici servizi di prevenzione per limitare tale fenomeno. A poche ore dalla chiusura del pattugliamento sono stati identificati e sanzionati 12 venditori abusivi.

«In una giornata in cui il fenomeno della vendita abusiva di fiori raggiunge probabilmente il suo apice – spiega il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi – abbiamo lavorato in questi giorni per contrastare un fenomeno molto diffuso e che giustamente le associazioni di categoria hanno segnalato e portato all’attenzione dell’opinione pubblica. Sappiamo però che il problema sta altrove e non nei disperati che stanno sulle strade».




L’intervento / Scanzi: «Parcheggi d’interscambio e percorsi degli autobus più efficienti: ecco cosa serve a Bergamo»

posteggi_parcheggiSpettabile redazione,

mi trovo d’accordo con chi vuole attuare il provvedimento di far pagare i parcheggi in centro a Bergamo anche durante i giorni festivi, anche se a mio avviso, non si prendono in considerazione alcune annose circostanze. Negli anni scorsi, è stato dimostrato da vari studi sul traffico, che il problema della città di Bergamo è il forte sbilancimento tra traffico in entrata e in uscita, dove il primo chiaramente è notevolmente superiore. Il capoluogo non può più sopportare da solo il traffico che giornalmente “invade” la città. Da ex consigliere comunale, e partendo da questo assunto, provo a dare qualche spunto.

Innanzitutto ritengo che Bergamo e i comuni dell’Hinterland debbano iniziare a pensare una politica comune del traffico in entrata nel capoluogo. Quella che una volta era la “Grande Bergamo”, oggi ha ancora più senso. E’ tutta l’area dell’hinterland che deve farsi carico del problema traffico, inquinamento, parcheggi, ecc. avanzando proposte d’ interscambio “mezzo privato-mezzo pubblico” con incentivi anche di tipo economico, come ad esempio biglietti scontati fortemente per chi lascia la propria auto nei parcheggi periferici di interscambio o nei paesi limitrofi a Bergamo. Necessita anche un ulteriore rafforzamento del passaggio temporale dei bus, che garantisca alla persona una destinazione in cui è diretto con la stessa tempistica della propria auto. Io credo che studiando assieme soluzioni che non penalizzino solo gli abitanti del capoluogo, esse renderanno maggiormente fruibile il capoluogo stesso, salvaguardando anche l’ambiente.

In secondo luogo, ho letto che gli incassi derivanti dal pagamento dei parcheggi la domenica, saranno utilizzati per aumentare le postazioni del “bike-sharing”, dei sistemi di info-mobilità, ecc. Benissimo! Tuttavia, sarebbe molto utile partire dai quartieri periferici ad investire tali somme di denaro per almeno due ragioni:la prima,più banale, che in periferia e semi-periferia si investe sempre meno: postazioni di bike-sharing più decentrate piuttosto che “semafori intelligenti” (soprattutto pedonali) favorirebbero non solo una maggior sicurezza stradale ma anche la viabilità nel suo complesso all’entrata della città, soprattutto sulle grandi arterie di entrata/uscita (via San Bernardino, via Moroni, via Corridoni,ecc.). La seconda, perché investire in tali zone periferiche in servizi diversi, alternativi e complementari a quelli dell’uso del mezzo privato, potrebbe essere un grande incentivo nell’utilizzare mezzi alternativi all’automobile. Parcheggi come quello di Colognola o della Croce Rossa a Loreto, mantenendo una sosta gratuita affiancata ad uno studio di un sistema tariffario competitivo per l’autobus se lo prendi da quel luogo, con una stazione di bike-sharing,ecc. darebbero un segno concreto per una diversa mobilità all’interno del capoluogo.

In terzo luogo, credo che debbano essere studiati nuovi, più razionali ed efficienti percorsi degli autobus. Anche alla luce del nuovo ospedale in zona Trucca, dell’ormai sempre più invasivo traffico aeroportuale, della decisione di ristrutturare lo stadio, è necessaria e non più rinviabile una linea urbana che colleghi i punti periferici della città attraverso un tragitto sull’asse interurbano che da una parte raggiunga appunto luoghi di interesse pubblico e dall’altra possa intersecare attraverso delle fermate “ad hoc” le linee degli autobus che entrano ed escono dalla città con le linee attuali (es: a Colognola si potrebbe prendere il bus che va all’ospedale o allo stadio senza usare il proprio mezzo; oppure,da Campagnola prendere il bus sull’asse interurbano e scendere a una fermata di interscambio in via Borgo Palazzo dove poi prendere il bus che porta al mercato ortofrutticolo della Celadina,ecc.).

Paolo Scanzi
ex consigliere comunale di Bergamo



La Regione dà lo stop alle case costruite vicino ai corsi d’acqua

Non sarà più possibile costruire case su terreni che si trovano in prossimità di corsi d’acqua. Lo stop arriva con la legge che prevede una revisione organica della normativa regionale in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione dei corsi d’acqua, approvata oggi dal Consiglio regionale (relatore Roberto Anelli, Lega Nord) con 40 voti favorevoli e 21 contrari. La nuova norma infatti prevede che per le nuove costruzioni si dovrà tenere conto anche dell’acqua piovana che potrebbe andare in fiumi e torrenti provocando aumenti considerevoli di volumi d’acqua, quindi introduce un esame preliminare dei rischi idrogeologici. La legge prevede anche uno stanziamento di circa 15 milioni di euro per la manutenzione dei corsi d’acqua nel prossimo triennio e di circa 11 milioni di euro per il sistema dei Navigli e delle idrovie collegate. E si interviene regolando la governance sulla materia, valorizzando le funzioni di difesa del suolo attribuite agli enti del sistema regionale, in particolare quelle relative ai Consorzi di bonifica e all’Agenzia Interregionale per il fiume Po, alla quale viene affidata la gestione del sistema idroviario del fiume Po e delle idrovie collegate. La legge prevede il potenziamento della manutenzione dei corsi d’acqua, delle opere esistenti e del territorio in genere, nella consapevolezza che mantenere in efficienza un’opera idraulica esistente ha un costo due volte inferiore rispetto alla sua ricostruzione o ripristino. Prevista anche la realizzazione progressiva di vasche volano, pozzi filtranti, tetti verdi e superfici semipermeabili per impedire il peggioramento del regime idraulico delle acque sotterranee e superficiali

Viviana Beccalossi
Viviana Beccalossi

“Nella nostra regione – ha detto il relatore Anelli – sono presenti bacini e corsi d’acqua tra i più importanti del Paese che negli ultimi anni, complice anche l’elevato livello di urbanizzazione e di utilizzo del suolo e i sempre più ricorrenti eventi alluvionali legati ai cambiamenti climatici, hanno causato numerosi dissesti idrogeologici e danni diffusi e ingenti ai centri abitati, alle infrastrutture, alle attività produttive, all’agricoltura e al patrimonio forestale. Con questa legge Regione Lombardia vuole dotarsi di strumenti moderni ed efficienti per affrontare in modo concreto il tema della difesa del suolo e della prevenzione dal rischio idrogeologico”. “Tolleranza zero. E’ questo uno dei principi più importanti contenuti nella nostra nuova legge, che conferma la grandissima attenzione della Giunta Maroni sul tema del rischio idrogeologico” dichiara l’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo della Regione Lombardia Viviana Beccalossi, commentando l’approvazione da parte del Consiglio regionale della Legge sulla Difesa del suolo. “Questo provvedimento – prosegue Beccalossi – assieme alla Legge sul Consumo di suolo, rappresenta una scelta responsabile e innovativa per tutelare i cittadini e le attività economiche con iniziative capaci di mettere in sicurezza il territorio o quantomeno di intervenire sull’attenuazione del livello di rischio”.




Ospitalità in appartamento, mappatura dell’Università: in città 548 strutture

Chi a Bergamo è alla ricerca di una sistemazione alternativa a quella alberghiera, consultando le tre principali piattaforme social potrà trovare 548 offerte.

Ha preso in considerazione gli annunci su Wimdu, Airbnb e Homeholidays – i maggiori siti che permettono a chi possiede stanze o un appartamenti di metterli a disposizione dei viaggiatori e a questi ultimi di trovare un alloggio famigliare – la mappatura effettuata tra ottobre 2015 e gennaio 2016 da Elisa Bonacina, neolaureata dell’Università degli Studi di Bergamo, presentata al convegno “L’ospitalità in appartamento a Bergamo” organizzato dal Cestit, Centro studi per il turismo e l’interpretazione del territorio, per approfondire uno dei temi cruciali di questi anni.

A prevalere in città è l’offerta di stanze private (65%) sugli appartamenti (35%). E se c’è una buona parte delle proposte degli intermediatori on line già inquadrate nelle definizioni e nelle statistiche tenute dalla Provincia (il 67%), il restante 33% al momento sfugge ai numeri ufficiali. In particolare, sono ufficiali 229 appartamenti (il 41,8% del totale) e 139 stanze private (25,4%), ai quali si aggiungono 62 appartamenti non ufficiali (11,35), 31 stanze non ufficiali (5,7%) e 87 strutture non confrontabili con le definizioni in vigore (15,8%).

La maggiore concentrazione dell’offerta è in centro (si trova qui il 42,4% delle strutture ufficiali e il 29% di quelle non ufficiali) e nella zona che comprende Città alta e Longuelo (23,4% delle strutture ufficiali, 14% di quelle non ufficiali). L’exploit delle strutture non ufficiali è nell’area Malpensata e Celadina (18,3%).

Il prezzo medio promosso sui portali per un appartamento intero in una struttura ufficiale è di 70,7 euro al giorno, in una struttura non ufficiale o non regolamentata di 81,7 euro. Per una stanza si spende invece meno in una struttura non ufficiale (62 euro) che in una ufficiale (66 euro). La tassa di soggiorno, secondo quanto pubblicato dagli annunci, è richiesta dal 33,7% delle strutture ufficiali e solo dal 2,2% di quelle non ufficiali.

I giudizi degli utenti vanno da un punteggio di 4,4 su 5 per Windu al 4,7 per Airbnb al 4,9 di Homeholidays. La differenza nei giudizi medi è minima tra strutture ufficiali (4,4) e non (4,5).

L’indagine ha anche analizzato il profilo di chi mette a disposizione gli alloggi. Sono in prevalenza donne. Per l’affitto di appartamenti interi la maggior parte non ha a disposizione un altro alloggio (il 94% di chi pubblica di Homeholidays, il 58% di chi sceglie Airbnb e il 50% degli inserzionisti Wimdu), così come per le stanze (il 100% di Homeholidays, il 45% di Airbnb e il 70% di Wimdu).




Fusini (Ascom): “No alla shadow economy. Sì a un equilibrio tra ricettività alberghiera ed extralberghiera”

“La ricerca di un equilibrio sostenibile tra ricettività alberghiera ed extralberghiera”. Un titolo, quello dell’intervento all’incontro promosso dall’Università di Bergamo sull’“Ospitalità in appartamento a Bergamo”, ma anche un auspicio. Per il direttore dell’Ascom, Oscar Fusini, “si può dire sì alla sharing, ma no alla shadow economy”. “I nostri obiettivi, del resto – afferma -, sono noti: vogliamo contribuire alla tutela degli ospiti, degli operatori extralberghieri, degli albergatori e dei lavoratori del settore e, inoltre, promuovere la salvaguardia della qualità ricettiva, dell’immagine turistica. Il tutto contrastando l’illegalità e l’abusivismo. Insomma, stesso mercato, stesse regole!”. Per Fusini è importante che sul mercato si possa competere ad armi pari semplificando le regole attuali (quando possibile), imponendone l’applicazione da parte di tutti (in ogni caso). “C’è, per esempio, – annota il direttore – ancora una forte differenza nella pressione fiscale e pressione normativa tra ricettività alberghiera e non alberghiera”.

convegno Appartamento FusiniLa ricerca dell’equilibrio

Spesso, le regole esistono ma non vengono applicate. Gli organi di vigilanza devono essere dotati di poteri e strumenti adeguati e tutti gli stakeholders possono giocare un ruolo attivo. “L’equilibrio di lungo termine nella convivenza tra ricettività alberghiera ed extralberghiera – sottolinea Fusini – è possibile, ma in un sistema di integrazione e di completamento di offerte differenziate, basate su servizi diversi proposti da operatori imprenditoriali e non imprenditoriali entrambi qualificati e che competono sui servizi (uniformi per qualità, affidabilità e trasparenza del rapporto) e sul prezzo e soggetti alle stesse regole e imposizioni fiscali. Questo scenario – aggiunge Fusini – non è utopia, ma un sistema obiettivo ricercato con la regolamentazione nazionale e regionale e promosso con autodisciplina e codici etici in modo che le violazioni della legalità siano riconoscibili, controllate e sanzionate come in qualsiasi ambito civile ed economico”. “Oggi l’equilibrio – ammette il direttore dell’Ascom – è ancora lontano dal realizzarsi perché alla crescita del turismo e al cambiamento delle preferenze dei consumatori ci si è approcciati senza regole certe. Accanto all’offerta qualitativa e rispettosa delle regole si è sviluppata anche una parte speculativa di ricettività extralberghiera. In alcuni paesi europei, per lo più dell’area mediterranea, alcuni fattori come la crisi economica e l’assenza di sbocchi occupazionali, la pressione fiscale eccessiva soprattutto sulla casa, la difficoltà del mercato immobiliare residenziale hanno contribuito ad aumentare in modo esponenziale l’offerta parallela di stanze e appartamenti per il turismo. Lo sviluppo è avvenuto senza una precisa regolamentazione tanto che in alcuni paesi, come l’Italia, l’ordinamento non è in grado nemmeno di censire in maniera certa la dimensione del fenomeno con gravi rischi in tema di evasione fiscale e sicurezza. In alcuni casi è passato molto velocemente il messaggio come in questo settore sia possibile pagare meno tasse e guadagnare di più rispetto agli altri settori economici. La risposta non si è fatta attendere. Se così è avvenuto fino ad oggi la coscienza della necessità dell’aggiustamento sta velocemente diffondendosi a livello territoriale, nazionale e europeo. C’è però bisogno dell’aiuto di tutti”.

L’azione locale

“Noi, come Associazione del commercio, da ormai un decennio abbiamo avvertito il problema. E in questo periodo – afferma Fusini – abbiamo fatto la nostra parte per sensibilizzare sul tema e arrivare a una soluzione. Tra dossier sull’abusivismo, interventi contro la pubblicità ingannevole sul portale booking.com, impegni a livello regionale con Confcommercio Lombardia, abbiamo cercato di dare una scossa. L’abbiamo fatto anche attraverso Federalberghi, in particolare ottenendo che il CCNL si applicasse anche a b&b, ostelli e affittacamere. La stessa Federalberghi e gli altri soci di Hotrec – conclude il direttore dell’Ascom – hanno indicato i dieci principi per un corretto svolgimento della sharing economy. Il decalogo europeo va adattato alla realtà istituzionale e normativa di ogni Paese. Si tratta di uno strumento operativo, in continua evoluzione da arricchire con il contributo di tutto il sistema organizzativo”.

Il decalogo per la sharing economy

– Definire le locazioni brevi di alloggi privati come attività turistico ricettive;
– Stabilire procedure di registrazione e autorizzazione;
– Misurare il flusso turistico negli alloggi privati;
– Tutelare la sicurezza;
– Rispettare le normative fiscali;
– Verificare l’identità dei visitatori come previsto nella convenzione di Schengen;
– Tutelare i diritti dei lavoratori;
– Tutelare la qualità della vita dei residenti;
– Differenziare la proprietà ad uso residenziale dalla proprietà ad uso produttivo;
– Controllare la diffusione di locazioni brevi di alloggi privati.




Seriate, 70 volontari pronti a entrare nella Protezione civile

Protezione civile SeriateOltre 70 nuovi volontari entreranno nelle fila dei gruppi di protezione civile della provincia. Questo il numero di persone che hanno seguito il corso base volontari di Protezione civile organizzato dal gruppo comunale di Protezione civile di Seriate in collaborazione con la Provincia, i volontari dei gruppi Fipsas di Seriate, Gevs di Albino, Uor – Ser di Bergamo, prefettura e Croce Rossa Italiana. Il corso ha coinvolto i partecipanti in 17 ore per un totale di 6 lezioni, di cui 5 teoriche e una pratica, tenutesi all’auditorium della biblioteca civica di Seriate. E il bilancio di chiusura è positivo sia da parte dei partecipanti sia degli organizzatori.

È soddisfatto il sindaco di Seriate Cristian Vezzoli, tra i partecipanti al corso. Per normativa infatti il primo cittadino è l’autorità comunale di protezione civile che, in caso di emergenza nel territorio amministrato, assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza verso la popolazione colpita e provvede agli interventi necessari, comunicandoli tempestivamente al prefetto e al Presidente della giunta regionale. «Sono entusiasta per la qualità di informazioni ricevute, la competenza e professionalità dei docenti. Il corso base fa maturare le persone e forma i nuovi volontari. Solo superandolo si diventa operativi, ossia si può partecipare alle operazioni di protezione civile, che collabora con puntualità con l’Amministrazione comunale sia nella gestione delle emergenze sia nell’organizzazione della vita seriatese, supportando gli agenti di polizia locale e altri volontari durante le manifestazioni cittadine. Ringrazio il gruppo comunale di Protezione civile per l’organizzazione del corso e per aver stipulato la convenzione con il Parco del Serio per tenere puliti e in sicurezza gli argini del fiume e i percorsi ciclo-pedonali. Segnali apprezzati, sono indice di dedizione verso il territorio e la città».

Oltre al sindaco di Seriate, hanno partecipato altri due primi cittadini: Gabriele Gabbiadini di Pedrengo e Carlo Foglia di Cenate Sopra. Anche loro erano tra i corsisti (d’età anagrafica compresa tra i 70 ai 20 anni) arrivati da 35 gruppi di volontariato della Protezione civile disseminati sul territorio provinciale. Durante le lezioni sono state impartite nozioni sulle funzioni e compiti della Protezione civile, sui servizi sanitari, quali il posto medico avanzato o l’ospedale da campo, da attivare in caso di emergenza, sul ruolo della Prefettura e delle componenti statali, sui rischi naturali e antropici presenti sul territorio, sulle mansioni del volontariato e su come erogare alloggi provvisori e servizi alla popolazione colpita da disastri. Oltre alle lezioni teoriche anche una pratica dove i volontari del gruppo comunale di Seriate, del GEVS di Albino e del SER di Bergamo hanno mostrato concretamente come montare e smontare una tenda, quali e come attivare i dispositivi di protezione individuali e antincendio, come usare i sistemi di comunicazione e uso radio.