Shopping di primavera, sul Sentierone la festa degli ambulanti

Gli ambulanti tornano nel centro di Bergamo per omaggiare la stagione dei fiori. Da venerdì 8 a domenica 10 aprile il Sentierone ospita “È arrivata la primavera”, appuntamento promosso dalla Comap, la cooperativa costituita dalle due associazioni provinciali dei venditori su area pubblica, tra cui Fiva Ascom. Per tutto il fine settimana, dalle 8.30 fino a sera, il viale ospiterà trenta stand che proporranno prodotti tipici, articoli di artigianato, e anche fiori, piante e prodotti per la casa e la persona. Oltre che per lo shopping ci saranno occasioni di intrattenimento per adulti e bambini.

«La festa di primavera è una delle iniziative che periodicamente, seguendo le stagioni e i principali appuntamenti dell’anno, le associazioni degli ambulanti organizzano in centro – spiega il presidente di Fiva Ascom Mauro Dolci -. È una manifestazione attesa e rappresenta una vetrina importante per la categoria. È un momento di festa per tutti, ma anche l’opportunità per far conoscere la realtà del mercato a chi non frequenta abitualmente gli appuntamenti settimanali, presentare le nostre proposte e il nostro lavoro quotidiano».

Le bancarelle, dopo l’appuntamento di Bergamo, saranno a Seriate il 24 aprile e l’8 maggio a San Pellegrino. Inoltre animeranno il centro di Zogno il 17 aprile in una nuova manifestazione, organizzata insieme al Gruppo commercianti locale.




Cinquecento anni in quattro: i negozi storici inaugurano la mostra sul commercio trevigliese

foto Treviglio old - verticaleOltre 1.000 documenti tra visure camerali, schede di negozi, foto storiche, cartoline e persino vecchie pubblicità. Dopo un lavoro di ricerca e catalogazione lungo 20 anni, l’8 aprile vede la luce la mostra “Sumtum faciat, oportet, qui quaerit lucrum – Il commercio a Treviglio dai celti fino a domani”.  L’esposizione è allestita alla sala Crociera del Centro civico culturale di Treviglio (vicolo Bicetti, 119 e potrà essere visitata fino al primo maggio. Si potranno vedere documenti, manifesti, reperti ma anche testimonianze, ricordi del passato e oggetti che un tempo venivano usati nelle botteghe, come i vecchi bidoni e pentolini del latte, le prime affettatrici, i coltelli dei macellai prestati dal Museo del Viale di Verdello. Il percorso si svolge in 50 pannelli e allestimenti e ripercorre la storia del commercio di Treviglio e più in generale lo sviluppo del commercio bergamasco.

Lino Ronchi
Lino Ronchi

L’iniziativa è di Carlo Ronchi, conosciuto come Lino, 70 anni, salumiere in pensione di Treviglio. Ronchi ha ricostruito, insegna dopo insegna, l’evoluzione del commercio locale, con l’intento di salvare dall’oblio famiglie, prodotti e mestieri ormai quasi scomparsi, che hanno accompagnato la società dall’Ottocento a oggi. Un immenso lavoro per salvare materiale degli archivi privati e delle scatole dei ricordi. I documenti, scansionati ed archiviati, si intrecciano con i racconti raccolti passando da un negozio all’altro, a suon di pedalate con la sua inseparabile bicicletta. «Il progetto originale era di realizzare un libro – spiega Ronchi, che della mostra è autore e curatore -. Poi l’idea non si è concretizzata. Qualche tempo fa il direttore della Biblioteca di Treviglio mi ha proposto di realizzare una mostra e così eccoci qua. In esposizione ci sarà meno della metà del materiale che ho raccolto in questi anni e che ha riempito 30 faldoni. Solo le copie delle licenze commerciali sono 2.400, alcune risalgono al 1927».

Ronchi ha iniziato la sua ricerca negli anni Novanta, è andato in bicicletta via per via, ha ricostruito, vetrina dopo vetrina, l’antica mappa dei negozi, alcuni dei quali ci sono ancora oggi. Poi è andato avanti. «Sono un filatelico – racconta – girando per i mercatini ho trovato moltissimo materiale: quando vedevo qualcosa sul commercio lo compravo è così che ho scoperto che in passato i commercianti di Treviglio usavano i fasci trevigliesi come unità di misura. Il commercio è cambiato molto. Basta pensare che un tempo vino, olio, biscotti, in pratica tutti i prodotti erano venduti sfusi». «Purtroppo dalla mostra sono rimasti esclusi alcuni commercianti famosi  di Treviglio – dice -. Chissà, magari in futuro ne faremo un’altra».

Negozio Gelmi foto storica - Treviglio

Il taglio del nastro, in programma domani, sarà affidato a quattro commercianti storici le cui attività insieme compiono ben 500 anni: Silvio Gelmi, del negozio di casalinghi e giocattoli, Alessio Stefanoni del negozio di casalinghi, Roberto e Ilaria Carsana per Carsana Confezioni e Gian Enrico Bresciani, ex macellaio, che ha aiutato Ronchi ad allestire la mostra. Il rinfresco sarà affidato alle Botteghe del Centro, l’addobbo floreale del chiastro è stato offerto dal fiorista Gabriele Anghinoni, presidente dell’associazione dei Commercianti trevigliesi.

L’esposizione è aperta da lunedì a venerdì dalle 15 alle 18, sabato e festivi dalle 15,30 alle 18,30 ed è a ingresso libero. Per informazioni: trevigliomusei@comune.treviglio.bg.it




Bergamo scrive al governo e chiede un intervento sul caso Italcementi

l'iLab di Italcementi
l’iLab di Italcementi

I destinatari sono il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e l’onorevole Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo Economico. A loro, le rappresentanze istituzionali di Bergamo – il sindaco Giorgio Gori, il presidente della Provincia Matteo Rossi e i sindacati -, il presidente della Regione Roberto Maroni, unitamente ai parlamentari e ai consiglieri regionali bergamaschi, hanno inviato una lettera con cui “sollecitano il Governo affinché sia parte attiva nella vicenda Italcementi – HeidelbergCement”.

“Nei giorni scorsi – si legge nella missiva – HeidelbergCement ha annunciato, attraverso un comunicato stampa, il pesante Piano di ristrutturazione di Italcementi di cui è ora proprietaria. Il Piano prevede un esubero di 430 addetti nella sede di Bergamo: 170 lavoratori dovranno essere riallocati in altre sedi del gruppo (di cui non si conosce la destinazione) e 260 verranno gestiti attraverso la cassaintegrazione straordinaria fino a settembre 2017. Riteniamo che tale operazione, se realizzata, possa impoverire il nostro Paese di importanti asset immateriali (qualità, ricerca, innovazione) e di numerose professionalità attualmente presenti nell’azienda, tra tecnici, impiegati, operai e quadri altamente specializzati”.

“Riteniamo inoltre inaccettabili – prosegue la lettera – le modalità utilizzate dalla società tedesca che non si è presentata all’incontro fissato per martedì 5 aprile u.s. presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ignorando fin qui l’interlocuzione con il Governo e con le Organizzazioni sindacali. Il confronto con il Gruppo tedesco è fondamentale affinché l’Italia possa svolgere un ruolo importante anche all’interno delle strategie globali di HeidelbergCement, salvaguardando così i livelli occupazionali. HeidelbergCement ha infatti annunciato che una serie di funzioni svolte dalla sede centrale di Bergamo verranno trasferite in Germania. Continuiamo a pensare che il tessuto imprenditoriale e le professionalità del territorio bergamasco e dei dipendenti Italcementi possano rappresentare un valore anche per la nuova proprietà. Chiediamo pertanto al Governo Italiano e in particolare al Ministero dello Sviluppo Economico di agire un ruolo forte per portare al più presto la nuova proprietà tedesca al tavolo delle trattative al fine di rivedere il Piano industriale, ottenere una riduzione degli esuberi annunciati e discutere di ulteriori ammortizzatori sociali a sostegno della fase transitoria.




Renzi, l’emulo di Craxi che rischia di farsi male da solo

Matteo Renzi
Matteo Renzi

Più ascolti Matteo Renzi e più ti ritorna in mente Bettino Craxi. Più vedi come si muove, da chi si circonda, i bersagli che colpisce e più il senso di un dejà vu si fa palpabile e opprimente. Chissà se l’epilogo sarà egualmente drammatico, c’è da augurarsi di no, per il bene suo e dello stesso buon nome del Paese. È arduo, però, sfuggire ad un parallelismo che vede due uomini politici così diversi per storia personale, cultura, età anagrafica, valori di riferimento accomunati da un modus operandi molto simile se non addirittura sovrapponibile.
Partiamo dallo stile, anzitutto. L’esuberanza che sulle prime caratterizzava positivamente Renzi e ne faceva l’uomo nuovo capace di scardinare i vecchi schemi e mandare in quiescenza le cariatidi del Parlamento si è presto tradotto in arroganza, in un modo di atteggiarsi e di parlare che pretende di far passare la sfrontatezza come capacità di parlar chiaro. Anche Craxi amava essere rude, talvolta sprezzante. Memorabili i litigi con Berlinguer e De Mita, ma anche talune sfuriate contro intellettuali e giornalisti, rei magari soltanto di non essere adusi a baciare la pantofola in anni in cui, tra nani e ballerine, l’indipendenza di giudizio non era classificata tra le virtù. Oggi sono cambiati in parte i mezzi di comunicazione. E i social, per la possibilità che consentono di trasmettere senza filtri il proprio pensiero, possono accentuare e rendere ancora più urticante la spregiudicatezza verbale. Renzi ne è consapevole, sa il rischio che corre, ma è convinto che l’unico modo per svettare rispetto a tutto il resto del panorama politico sia “andare sopra le righe”, parlare il linguaggio della pancia, polemizzare con il tono che si usa al bar sport.

La cultura di Craxi era ben altra, intendiamoci, non i modi. E quei modi, alla fine, gli costarono l’insofferenza e la rabbia degli italiani. Renzi sta calpestando le orme del leader socialista anche per i contenuti. Entrambi convinti della necessità di innovare il polveroso assetto istituzionale, entrambi pericolosamente portati ad intravedere nel ridimensionamento delle Camere come dei corpi intermedi la soluzione. Entrambi, soprattutto, pencolanti, più o meno consapevolmente, verso un modello tranchant che affida ad una figura forte la salvezza della Patria. In altre parole, Renzi come Craxi teorici dell’uomo solo al comando. Di per sé nulla di drammatico, il mondo è pieno di sistemi democratici caratterizzati da un premierato forte. Ma ad accomunare il leader di ieri con quello di oggi c’è l’insofferenza ai controlli, ai contrappesi, al render conto ai giornali. E questo è molto italiano.
E che dire della battaglia contro i magistrati? Le ultime uscite del premier, la sua insofferenza per indagini che bloccherebbero le opere (come se il rispetto della legalità fosse una variabile indipendente), assomigliano terribilmente alle sfuriate craxiane contro le toghe che osavano mettere il naso nei traffici di taluni manutengoli del suo partito. Sappiamo tutti come è finita in quel caso e fossimo in Renzi useremmo maggiore cautela nel mettere la mano sul fuoco, anche o soprattutto sugli amici e le amiche del cosiddetto Giglio Magico.
Tratto autoritario, autoreferenzialità, spregiudicatezza: ecco le tre caratteristiche che stanno facendo del presidente del Consiglio un tardo emulo del leader socialista. Renzi, se vuole, è ancora in tempo per ravvedersi. Ma, come Craxi, vede nemici e complotti dappertutto. E alla fine rischia di farsi male da solo.

 




Edilizia, dal 2007 calo drastico di imprese e lavoratori

Vanessa Pesenti
Vanessa Pesenti, presidente della Cassa Edile

Dalla fotografia dei dati aggregati presentati oggi da Cassa Edile e Edilcassa emerge che il comparto edile bergamasco, pur ridimensionato da una crisi che continua ad attanagliare il settore, resta una struttura di assoluto rilievo e dalle rilevanti potenzialità in grado di contrastare e reagire con decisione in un mercato ancora molto debole. Ancora oggi la realtà edile bergamasca che fa riferimento alle due Casse costituisce nel suo insieme una struttura produttiva che in Lombardia è seconda solo a Milano e che a livello nazionale colloca l’insieme delle due Casse tra le prime quattro Casse Edili italiane.

Il settore delle imprese edili bergamasche dal 2003 al 2015

L’andamento dal 2013 al 2015 dei dati della Cassa Edile (presieduta da Vanessa Pesenti) e di Edilcassa (con a capo Angelo Marchesi) rappresenta inevitabilmente la crisi del comparto che, iniziata nel 2008, ha finito con il modificarlo strutturalmente fino ad arrivare a definirne un nuovo assetto. Se si considera il periodo che va dal 2007 al 2015, si constata come il numero delle imprese è diminuito del 44,74%, il numero dei lavoratori del 54,24%, il numero delle ore lavorate del 54,49%, la massa salariale denunciata dalle imprese del 47,10%. Nel 2015, il settore delle costruzioni a Bergamo, in termini di imprese e lavoratori occupati, manifesta in ogni caso tutto il rilievo economico e sociale che continua a mantenere l’edilizia bergamasca. Lo scorso anno infatti sono risultate operanti 2.607 imprese edili che hanno occupato 12.856 lavoratori per un totale di 13.400.000 ore lavorative e una massa salariale di 146 milioni di euro. Dati, questi, che documentano come rimanga rilevante la realtà edile della provincia orobica.

 L’azione di assistenza svolta da Edilcassa e Cassa edile

Angelo Marchesi
Angelo Marchesi guida l’Edilcassa

Resta costante l’azione di appoggio alle imprese e ai lavoratori edili della nostra provincia portata avanti dall’azione congiunta di Cassa Edile e di Edilcassa. Nello scorso 2015 le due Casse hanno sostenuto imprese e lavoratori nei seguenti principali interventi. Alle imprese: complessivamente sono state liquidate 8.477 pratiche di assistenza alle imprese ed erogati complessivamente 1.556.464 euro; nel dettaglio: per il rimborso delle indennità di malattia sono state liquidate 7.464 pratiche ed erogati 1.306.707 euro; per il rimborso delle indennità di infortunio sono state liquidate 1.013 pratiche ed erogati 249.757 euro. Per quanto riguarda la mutualizzazione sono stati 4.696 gli eventi di malattia ed infortunio assistiti ed è stato erogato un importo complessivo di 1.082.784 euro. Ai lavorator, complessivamente a titolo di assistenze e di sussidi, sono state liquidate 3.326 richieste ed erogati 635.090 euro. Rilevante poi il servizio svolto dalle Casse attraverso l’emissione del DURC, Documento unico di regolarità contributiva (dal luglio scorso DOL), che svolge l’importante funzione di strumento online per il corretto adempimento degli obblighi in materia contributiva e per il rispetto del contratto collettivo di lavoro. Nel 2015, Cassa Edile ed Edilcassa, hanno emesso 14.531 DURC / DOL.

Formazione e sicurezza, il sostegno alle imprese e a lavoratori

In evidenza anche gli altri servizi forniti alle imprese e ai lavoratori iscritti alle Casse dagli enti bilaterali dell’edilizia bergamasca. In sintesi i caratteri di tali interventi nel 2015: la sorveglianza sanitaria alla quale aderiscono 1.196 imprese per 4.469 lavoratori, la fornitura di DPI, dispositivi di protezione individuale, che ha raggiunto 12.209 lavoratori e che ha comportato una spesa di 365.000 euro. Per la sola formazione sulla sicurezza realizzata congiuntamente, il 2015 ha visto la partecipazione di 1.643 allievi e per i quali sono state erogate 14.410 ore di formazione. Azioni, queste, sviluppate a favore delle imprese e dei lavoratori iscritti alle Casse per mezzo della Scuola Edile e di CPTA.

 




Lotta all’illegalità, una settimana di incontri. Tra i relatori Borsellino, Bindi e Pagnoncelli

legalità ci sto dentroUna settimana dedicata alla lotta all’illegalità, con il coinvolgimento delle Istituzioni locali, delle principali associazioni che lottano contro la mafia, della Diocesi e del mondo della scuola: a partire da domenica 10 fino a sabato 16 aprile 2016 Bergamo diventa capitale dell’educazione alla legalità grazie all’impegno del Centro Studi Paolo Borsellino, dell’Oratorio di Borgo Santa Caterina e della Fondazione Papa Giovanni XXIII, con il sostegno del Comune di Bergamo, della Provincia di Bergamo e dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo. Una decina di appuntamenti, tra incontri, conferenze, interviste, spettacoli teatrali e testimonianze, in tanti luoghi della città, dall’Oratorio di Borgo Santa Caterina al Carcere di via Gleno, da Sotto il Monte Giovanni XXIII alle scuole superiori Caniana, Mascheroni e Natta fino all’Università degli Studi di Bergamo: un programma articolato, dal titolo “Legalità ci sto dentro”, che vede protagonisti alcuni dei nomi più riconosciuti e riconoscibili dell’educazione alla legalità del nostro Paese. Su tutti spicca la presenza di Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia nel 1992 in un attentato in via d’Amelio a Palermo. Rita Borsellino dialogherà in vari appuntamenti con Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos Italia, don Fausto Resmini, cappellano del carcere di Bergamo, e Marco Roncalli, pronipote di Papa Giovanni XXIII.

A completare il parterre dei relatori saranno l’on. Rosi Bindi, presidente della Commissione Antimafia, che lunedì incontrerà il Prefetto di Bergamo Francesca Ferrandino all’Istituto Natta e l’imprenditore Roberto Rampello, vicepresidente nazionale della Cobat – Consorzio nazionale Raccolta e Riciclo; Antonio Calabrò, scrittore, giornalista e attualmente vicepresidente di Assolombarda, e Ivo Lizzola, professore dell’Università di Bergamo, in un appuntamento aperto a tutta la cittadinanza alle ore 14.30 di lunedì nella splendida cornice dell’Aula Magna di Sant’Agostino, Gigi Bresciani, segretario provinciale di CGIL Bergamo. “Il percorso è nato dall’incontro tra Rita Borsellino e don Dario Acquaroli, – sottolinea Maria Ines Brignoli, referente bergamasca del Centro Studi Paolo Borsellino – un confronto avuto nel 2015 sul tema della misericordia nell’anno del Giubileo: una misericordia non solo religiosa e di fede, ma anche e soprattutto civile, una testimonianza di cui abbiamo prima traccia nella Costituzione Italiana e che è di fondamentale importanza sottolineare soprattutto coinvolgendo le giovani generazioni”. Saranno coinvolti infatti, nei vari appuntamenti sparsi nelle mattine della prossima settimana, quasi 2000 studenti delle scuole superiori della nostra città. “Invitiamo la cittadinanza a partecipare – prosegue Brignoli – convintamente agli incontri aperti che si terranno durante tutto l’arco del percorso: è uno degli obiettivi dichiarati della nostra iniziativa quello di diffondere il più possibile il verbo della legalità in una città come Bergamo, che, come dimostrato anche recentemente, risente di infiltrazioni della malavita organizzata”.

Il programma di Legalità, ci sto dentro




In via Carducci i cartelli per segnalare il controllo della velocità

Vengono installati oggi in via Carducci dai tecnici di Atb i primi cartelli d’informazione sui controlli che la Polizia svolge periodicamente e da oltre 6 anni per verificare, mediante telelaser, il rispetto del limite di velocità e garantire così una maggiore sicurezza sulle strade del centro abitato. Solo nel 2015 nella sola via Carducci si sono verificati ben 46 incidenti che hanno provocato 32 feriti; nel 2014 gli incidenti furono 34, ma causarono ben 22 feriti, di cui uno con prognosi riservata, e un morto. Saranno installati altri cartelli informativi nelle prossime settimane in città, in concomitanza con quelle che sono le abituali (da oltre 6 anni) postazioni di controllo, tutte solitamente ubicate su lunghi rettilinei all’interno del perimetro del centro abitato: via Briantea, via Lunga, le Circonvallazioni interne, via Autostrada, via Cesare Correnti. “Sono dei normali cartelli fissi che presegnalano quelli che sono i controlli che le Forze dell’Ordine dispongono abitualmente dal 2009 nella nostra città – spiega l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi -. Ce ne sono centinaia di questo genere in provincia e abbiamo ritenuto utile, anche nei confronti della cittadinanza, installarli in città, in concomitanza di quei tratti di strada in cui si registrano numerose violazioni del limite di velocità e in cui l’incidentalità è alta.”

 




Sacbo, dai soci ok al bilancio. Radici: “Rafforzata la solidità patrimoniale”

Via libera dell’assemblea dei soci al bilancio 2015 di Sacbo. Un esercizio, quello chiuso lo scorso dicembre, che evidenzia la quota più alta di sempre dei ricavi e l’incremento a tre cifre degli utili, riflettendo la solidità del quadro economico e  finanziario della società di gestione dello scalo di Orio. L’assemblea degli azionisti ha esaminato l’attività svolta da Sacbo, che ha generato ricavi per 116,944 milioni, in crescita di 15,692 milioni rispetto all’esercizio precedente (+ 15,5 %). I ricavi derivanti dalla gestione tipicamente aeronautica sono risultati pari a 83,450 milioni (in aumento di 10,923 milioni rispetto al 2014), mentre quelli relativi alle attività commerciali non aviation sono stati pari a 29,375 milioni (dato in aumento di 4 milioni rispetto al 2014). La voce relativa ai ricavi diversi è passata da 3,357 del 2014 ai 4,119 milioni del bilancio 2015. Il margine operativo lordo è risultato pari a 28,648 contro i 17,643 milioni del 2014, ed è corrispondente al 24,5 % del totale dei ricavi. Ammortamenti e accantonamenti passano da 9,827 (pari al 9,7% dei ricavi) a 11,720 milioni (10% dei ricavi). Il risultato operativo è pari a 16,928 milioni, corrispondente al 14,5 % dei ricavi, rispetto a 7,817 dell’esercizio precedente. Il saldo delle componenti straordinarie e finanziarie è passato da 0,119 a 1,622 milioni.

orioIl risultato ante imposte è di 18,550 milioni contro i 7,936 del 2014. Al netto delle imposte di competenza per 6,163 milioni, nel 2015 Sacbo ha conseguito un utile di esercizio di 12,387 milioni (in aumento del 133 % rispetto ai 5,323 milioni dell’esercizio precedente), che l’assemblea degli azionisti, accogliendo la proposta del Cda, ha deciso di destinare nella misura di 5,811 (pari al 46,9 % dell’utile, equivalente a 1,64 euro per azione) a titolo di dividendo e il restante (6,576 milioni) a riserva straordinaria. Nell’illustrare il bilancio di esercizio 2015, il presidente di Sacbo, Miro Radici, ha sottolineato “il rafforzamento della solidità patrimoniale, ottenuto contestualmente ai programmi e alle attività volte a migliorare ed accrescere il sistema di infrastrutture e servizi aeroportuali”. Dopo l’apertura nel maggio 2015 del nuovo terminal partenze e degli spazi corrispondenti agli arrivi, è in fase di completamento la nuova area food posta sul fronte est dei Gate d’ imbarco Schengen, che offre già servizi di ristorazione e vendita e che sarà oggetto di prossima inaugurazione. In corso di realizzazione tre piazzole di sosta degli aeromobili sul lato ovest. Tutti interventi che rientrano nel piano degli investimenti che Sacbo ha sostenuto nella misura di 24,5 milioni nel solo 2015 e per un totale di 150 milioni nel periodo 2011-2015, in cui sono stati eseguiti, gli interventi di rifacimento della pista e ammodernamento delle infrastrutture di volo, sui parcheggi e la viabilità esterna, insieme all’ampliamento dell’aerostazione.

I numeri consentono all’aeroporto di Bergamo di attestarsi saldamente al terzo posto nella classifica degli scali nazionali, preceduto da Roma Fiumicino e Malpensa. E’ stato ricordato, inoltre, che, grazie ai livelli raggiunti nel 2015, certificati da ACI Europe, Bergamo passa nel 2016 dal Gruppo 3, che comprende gli aeroporti da 5 a 10 milioni di passeggeri annui, in cui è figurato al primo posto per la migliore performance di categoria, al Gruppo 2 (da 10 a 25 milioni di passeggeri). In tale scenario procede, di concerto con l’ENAC, l’iter per il nuovo Piano di Sviluppo Aeroportuale al 2030, volto a sostenere i futuri interventi mirati alla compatibilità e sicurezza delle attività aeronautiche, nonché le opere di servizi complementari, tra cui il collegamento dell’aeroporto con la rete ferroviaria.




Sono 113 gli orti urbani in città, sabato convegno in Valmarina

“Stati generali degli Orti urbani”: è stata ribattezzata così la mattinata di sabato 9 aprile quando a Bergamo, nella sede del Parco dei Colli in Valmarina, tutti i più importanti attori sul tema del territorio si incontreranno in un convegno/confronto, organizzato dall’Associazione Orti nel Parco in collaborazione con Parco dei Colli, Orto Botanico Lorenzo Rota e con il patrocinio del Comune di Bergamo, sulla situazione e sullo sviluppo degli orti in città. Un tema davvero di grande attualità e interesse nel dibattito cittadino: solo poche settimane fa, nel penultimo Consiglio Comunale tenutosi a Palazzo Frizzoni, è stato approvato il nuovo regolamento degli orti urbani cittadini, un documento fortemente voluto dall’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà per favorire e rendere più facilmente fruibili i piccoli appezzamenti agricoli a beneficio di tutta la cittadinanza.

orti“L’obiettivo di questo appuntamento – spiegano l’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà e Valentina Rinaldi dell’Associazione Orti nel Parco – è scattare una fotografia delle realtà che in città sono impegnate attorno al tema degli orti, favorendo il loro incontro e il confronto circa le valenze che la coltivazione della terra racchiude in sé. Fare l’orto non equivale solo alle azioni che ci vengono subito in mente (zappare, seminare, raccogliere), ma implica anche produrre cibo sano e a basso impatto ambientale, creare relazioni di scambio e reciproco aiuto, favorire l’incontro fra le generazioni, contribuire alla biodiversità e alla salvaguardia del territorio e molto altro ancora che emergerà nel corso della convention. Insomma un punto di partenza in grado di coagulare le energie positive che in città sono attive su questi temi e che potranno lavorare alla prospettiva della “Bergamo city garden”. Gli orti urbani a Bergamo sono decine, tra orti didattici, orti collettivi e orti comunali: il lavoro di censimento è costato un grande impegno e soprattutto una visione integrata di tutto lo spazio cittadino, con un’attenzione particolare nei confronti non solo del posizionamento di ogni orto, ma anche delle sue possibilità di sviluppo e fruizione futura. Il convegno farà luce sulla dislocazione di tutti gli appezzamenti di terreno agricolo in città: la mappatura di Orti nel Parco ha rivelato l’esistenza 50 orti cittadini a Bergamo, una vera risorsa del territorio cittadino. A questi 50 si aggiungono i 63 lotti in cui sono suddivisi gli orti del Comune di Bergamo, per un totale di 113 appezzamenti di terra da coltivazione in città: un numero significativo, che dimostra l’importanza e la rilevanza di un convegno e di uno studio approfondito sul tema.

In tal senso il recente provvedimento dell’Amministrazione Comunale può favorire una vera e propria rinascita degli orti urbani cittadini, facendo sì che un numero sempre maggiore di cittadini possa usufruire di questi spazi. Il Comune di Bergamo, proprio in questi giorni, ha pubblicato sul proprio sito internet l’avviso pubblico per l’assegnazione di ben 18 orti urbani, molti dei quali all’interno di parchi cittadini: si tratta di appezzamenti sparsi per tutta la città, tra via Pescaria a Monterosso, via Pizzo Redorta a Celadina, via Morali a Grumello del Piano e così via. “Sono convinta che si tratti di una grande opportunità per i nostri concittadini: – prosegue Leyla Ciagà – il tema degli orti urbani è strettamente connesso ad aspetti di grandissima presa in questo specifico momento storico, come quello del cibo sano, della filiera corta o a kilometro zero e dell’agricoltura urbana. L’assegnazione di questi spazi può consentire di migliorare ulteriormente il rapporto tra i cittadini e la città stessa, adottando di fatto un piccolo appezzamento di essa e consentendo la sua preservazione”. “Orti nel Parco – conclude Valentina Rinaldi – è un gruppo di cittadini vincitori del bando indetto nel 2013 dal Parco dei Colli di Bergamo e dal Centro di Etica Ambientale per la realizzazione e la cura di 16 orti sul terreno di proprietà del Parco in Valmarina. Ciò che lega queste persone è l’interesse alla “cura della terra” quale centro di attrazione attorno a cui tutte le persone e le famiglie possono gravitare; inteso come luogo in cui star bene, in cui ritrovare la memoria del proprio passato, in cui acquisire una visione del mondo improntata al rispetto del proprio ambiente di vita. Da questi presupposti si è sviluppata la promozione di un “pensiero” finalizzato a valorizzare il rispetto dell’ambiente come contesto di vita quotidiano (antropico, naturale, sociale): da qui nasce l’idea di proporre una “convention degli orti” che possa avviare la riflessione riguardo ad una città sempre più in grado, all’interno di un disegno comune e rispondendo ad una crescente richiesta spontanea, di mettere a disposizione di tutti i cittadini (citizen farmers) che lo vogliano, un pezzo di terra da coltivare.”




Sciopero di 8 ore in concomitanza con l’assemblea degli azionisti

ItalcementiIn Provincia s’è tenutane la prima riunione del tavolo di crisi su Italcementi insieme alle organizzazioni sindacali, al sindaco fi Bergamo Giorgio Gori e al vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi e al direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro. La volontà è quella di tenere compatto il fronte istituzionale e territoriale.
“Tutto il territorio – sottolinea il presidente di Via Tasso, Matteo Rossi – oggi chiede con forza al Governo di svolgere un ruolo più forte per portare la nuova proprietà tedesca al tavolo delle trattative. Questa richiesta verrà formalizzata in un documento che chiederemo di sottoscrivere a tutti i parlamentari e consiglieri regionali bergamaschi. Il metodo e il merito di quanto comunicato da Heidelberg è inaccettabile, uno schiaffo non solo alle organizzazioni sindacali, ma alle istituzioni nazionali e locali. Non si può comunicare a mezzo stampa il futuro di centinaia di persone. Continuiamo a pensare – aggiunge Rosi – che il tessuto imprenditoriale e le professionalità del territorio bergamasco e dei dipendenti Italcementi rappresentino un vantaggio e non un ostacolo per i nuovi proprietari e siamo convinti che i numeri degli esuberi possano e debbano cambiare e diminuire. Da parte della Provincia ci sarà la massima disponibilità a mettere in campo le migliori politiche attive, alle quali inviteremo anche Italcementi a contribuire significativamente dal punto di vista economico in nome di un evidente principio di responsabilità sociale dell’azienda. Ma ora è il momento di tenere alta la pressione del territorio sul livello nazionale. Invito perciò i sindaci e i parlamentari a partecipare allo sciopero di venerdì e a sostenere in ogni modo la battaglia dei lavoratori”. Intanto per oggi, dopo la presentazione del piano di riorganizzazione  da parte di HeidelbergCement – che avrà un impatto su 400 lavoratori (260 gli esuberi) – le organizzazioni sindacali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil di Bergamo insieme alle Rsu hanno deciso di proclamare uno sciopero di 8 ore in concomitanza con l’assemblea degli azionisti di Italcementi. Sempre domani si terrà anche un presidio con volantinaggio davanti agli ingressi della sede, via Camozzi e via Madonna della Neve, a partire dalle 7 in attesa dell’ingresso degli azionisti.