L’ex hostess che difende il commercio di montagna

barbara pesenti bolò (1)Dietro al banco dell’unico negozio di alimentari di Gerosa – circa 380 abitanti confluiti dopo la fusione con Brembilla nel Comune unico di Val Brembilla – c’è un’ex hostess con la voglia di mettersi in gioco per la propria terra. Si chiama Barbara Pesenti Bolò e dopo aver volato per sette anni da un continente all’altro, ora macina chilometri in auto tra le consegne della spesa agli anziani delle frazioni e l’impiego pomeridiano e festivo alla reception di un hotel in città.

Ha respirato da sempre l’aria della bottega che papà Alfredo aveva scelto di affiancare all’attività di stagionatura di formaggi e al piccolo macello con produzione di salumi avviati negli anni Cinquanta. Ma presto ha allargato gli orizzonti. La scuola alberghiera, l’Università di Lingue e il sogno di diventare assistente di volo coltivato sin dalle medie che si realizza superando, nell’aprile del ’95, le selezioni per Eurofly, allora compagnia di Alitalia che si occupava dei charter. «Erano tempi in cui fare la hostess era un traguardo di prestigio – ricorda Barbara -, ancor più se si lavorava per Alitalia. L’addestramento è stato lungo e impegnativo, con tanto di esame al ministero dei Trasporti, ma avevamo anche dei privilegi, begli alberghi, rimborsi spese, una vita agiata, non lo si può negare».

barbara pesenti bolò (2)Prima di stanza a Orio al Serio e poi a Malpensa, ha volato in tutta Europa, nel Nord Africa, in Kenia, Tanzania, Maldive, Sri Lanka, Canada, Caraibi, Kazakistan, Russia, accompagnando all’inizio soprattutto pellegrini, poi turisti, ma anche i soldati italiani in missione nell’ex Jugoslavia e squadre di calcio come Juventus, Inter e Milan. Negli ultimi tre anni della sua carriera è stata capocabina, con il compito cioè di coordinare i passeggeri e l’equipaggio, oltre che di occuparsi degli aspetti burocratici del volo. Di racconti della sua vita ad alta quota ne ha una valigia piena, dai brividi per la mancata discesa del carrello o per l’atterraggio fuori pista o per il falco finito nel motore alla responsabilità di prendersi cura di oltre 150 passeggeri rimasti a terra a Cuba per un problema tecnico e di convincerli a risalire a bordo quando è stato risolto, fino alle sorprendenti ingenuità di chi saliva su un aereo per la prima volta.

Nel febbraio del 2002 ha però detto basta. «Con l’attacco alle torri gemelle del 2001 c’è stata una drastica riduzione dei voli charter – spiega -, restavamo a terra in attesa di essere chiamati e per me era una noia assoluta. In più si stavano facendo avanti i voli low cost, il settore stava cambiando e così ho deciso di chiudere questa pagina professionale». La conoscenza delle lingue e l’esperienza nel settore turistico le sono valse un incarico al ricevimento dell’Hotel Trezzo, appena aperto, oggi Villa Appiani, dove è rimasta per altri sette anni, tornando nel frattempo ad avvicinarsi all’attività di famiglia.

Nel 2005, due anni dopo la scomparsa del padre, è diventata titolare del negozio, La Bottega di Gerosa, che gestisce insieme alla mamma Gabriella e poco dopo ha aperto anche il suo bed and breakfast, Bellavista. «All’epoca era l’unico – evidenzia – e si lavorava bene, soprattutto con gli stranieri: scandinavi, spagnoli, americani, anche francesi e svizzeri discendenti dei nostri emigranti, in visita ai parenti. Dopo tanto viaggiare, mi piaceva l’idea di sviluppare il turismo nella mia zona. Con il mio compagno, Pier Beretta, abbiamo anche organizzato per cinque anni un servizio di escursioni con i quad. Si chiamava Berghem Trekking Quad ed era un modo un po’ diverso per conoscere la vita sulle nostre montagne. Sempre accompagnati e su tracciati autorizzati, i piccoli gruppi raggiungevano gli allevatori negli alpeggi ai Piani di Artavaggio, potevano dormire in rifugio e assistere la mattina seguente alla produzione dei formaggi. Abbiamo smesso perché i costi erano troppo alti per un’attività strettamente stagionale, anche al bed and breakfast i flussi sono calati, probabilmente perché intanto l’offerta è cresciuta, ma non ho rinunciato all’idea di realizzare qualcosa legato al turismo e non mi sono lasciata sfuggire l’opportunità di ottenere il patentino di accompagnatrice turistica».

Barbara Pesenti Bolò e la mamma Gabriella - rit
Barbara Pesenti Bolò e la mamma Gabriella

Oggi la sua vita si divide tra la gestione del negozio, la mattina, e la reception dell’Hotel Petronilla a Bergamo, alcuni pomeriggi e la domenica. «Un modo per integrare le entrate – evidenzia -, ma anche per restare in contatto con la clientela internazionale». «Se mi si chiede che mestiere faccio, direi commerciante con spirito turistico – precisa -, ma mi rendo conto che la bottega potrà andare avanti solo fino a quando mia madre riuscirà a darmi una mano. È triste, ma è così. Abbiamo il pane fresco, frutta, verdura e, sulla scorta del lavoro di mio padre, mi piace scegliere i formaggi della Val Taleggio e della Val Brembana (è pure assaggiatrice Onaf ndr.), i salumi, le confetture, il miele di produttori locali. Ci sono poi gli alimentari confezionati, i surgelati e un po’ tutto ciò che può servire in casa. Ogni mattina con la Panda faccio il giro delle frazioni per consegnare la spesa agli anziani e portare loro le ultime notizie dal paese, su tutte, ahimè, quelle dei funerali. Siamo un servizio essenziale per loro e una comodità per chi ha bisogno di qualcosa all’ultimo momento o per le informazioni ai turisti, che naturalmente sono ben lieta di dare, ma non è sufficiente per assicurare un futuro al negozio. Il fatto è che le spese e gli oneri sono troppi e non sono sostenibili lavorando, di fatto, nei soli quattro mesi estivi quando c’è un po’ di movimento turistico. L’inverno da noi dura otto mesi e sono lunghi a passare. Qualcuno dovrebbe riflettere su questa situazione e fare qualcosa. A Gerosa ha chiuso anche la farmacia e non riesco a immaginarmi il paese senza più neanche il negozio, che per chi abita qui rappresenta soprattutto l’occasione per uscire di casa ogni mattina e scambiare qualche parola».

barbara pesenti bolò (3)La passione, l’intraprendenza, le competenze e l’apertura mentale acquisita entrando in contatto con le culture del mondo, si scontrano, dunque, con le difficoltà del commercio in montagna. «Per ora andiamo avanti – rassicura Barbara -, so che la scelta sarà solo mia e un po’ di responsabilità per la comunità dove vivo e sono cresciuta la sento». Ma sta già pensando ad un modo diverso per dare il proprio contributo alla Valle. «Mi piacerebbe organizzare dei tour estremamente personalizzati per piccoli gruppi. Accompagnarli alla scoperta delle nostre bellezze, paesaggistiche, naturali, storiche o artistiche a seconda delle preferenze, portarli nei locali più caratteristici, far assaggiare le tipicità gastronomiche incontrando i produttori, con una speciale attenzione alla natura e all’ecosostenibilità. Di persone nelle mie diverse esperienze lavorative ne ho conosciute parecchie e questi incontri mi hanno dato molto. Una delle cose che ho capito è che chi viaggia apprezza soprattutto la possibilità di entrare in contatto diretto con i luoghi e la gente del posto, di vivere la realtà locale». Insomma una “hostess sul territorio”.




Commercialisti, in crescita gli iscritti all’Ordine di Bergamo

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«Una fase economica più positiva, dopo anni di forte crisi e sofferenza, ma con un alone di negatività che ancora pesa sui professionisti, soprattutto sui più giovani». È questa la fotografia scattata dal presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, Alberto Carrara, in occasione dell’Assemblea Generale tenutasi il 18 aprile 2016 al Centro Congressi XXIII a Bergamo. Un’importante occasione di confronto per fare il punto su quanto accaduto nel 2015 e sulle prossime sfide. «In periodi difficili come quelli attuali – ha affermato Carrara – il ruolo degli Ordini rimane fondamentale quale presidio di etica e di qualità. Dopotutto, lo Stato stesso, attraverso proprie leggi, ci attribuisce compiti e incombenze che alleggeriscono la pubblica amministrazione, valutando così adeguatamente preparata e affidabile la nostra categoria professionale. Così, ecco l’impegno profuso dall’Ordine di Bergamo nella formazione anche grazie alla costituzione, unitamente agli altri Ordini della Lombardia della Scuola di Alta Formazione”.  assemblea commercialisti Il Consiglio dell’Ordine, lo scorso novembre, ha anche deliberato la costituzione del proprio Organismo di “Composizione della Crisi da sovra-indebitamento e di liquidazione del patrimonio del debitore” – uno strumento previsto a livello normativo per venire incontro alle difficoltà di quei soggetti che, pur essendo insolventi, non possono essere dichiarati falliti (professionisti, agricoltori, associazioni, fondazioni o piccoli imprenditori) – e ha deciso di istituire una sottocommissione denominata “Valutazione d’azienda” all’interno della commissione Finanza Aziendale.

COMPOSIZIONE DELL’ORDINE

Gli iscritti, al 31 dicembre 2015, erano complessivamente 1.667 di cui 1.658 all’elenco ordinario e 9 all’elenco speciale, oltre a 9 STP, con un incremento totale rispetto al 2014 di 30 persone. Nel corso del 2015 vi sono state 50 iscrizioni e 20 cancellazioni.

FORMAZIONE

Nel 2015 sono stati organizzati 186 eventi formativi di cui 114 a pagamento e 72 gratuiti; nel 2014 erano stati organizzati 161 eventi formativi di cui 92 a pagamento e 69 gratuiti.

BILANCIO CONSUNTIVO PER L’ANNO 2015

 L’Ordine per il 2015 ha mantenuto la riduzione della quota per i giovani neo iscritti per i primi cinque anni e comunque non oltre il compimento del 39° anno di età. L’abbattimento previsto per il 2015 è stato pari a 170 Euro, e pertanto i giovani hanno versato una quota di 115 Euro, di cui 65 destinati al Consiglio Nazionale e 50 Euro trattenuti dall’Ordine di Bergamo. La quota ordinaria fissata per il 2015 è stata di 350 Euro di cui 130 Euro destinati al Consiglio Nazionale e 220 Euro trattenuti dall’Ordine di Bergamo.




Call center, a Bergamo oltre 2mila addetti in 50 aziende

call-centerSta crescendo anche a Bergamo il “pianeta Call Center”. La stima della Fistel Cisl provinciale è che il settore dia lavoro a oltre 2.000 persone, assunte nelle forme più svariate in una cinquantina di aziende. “Fino a poco tempo fa era un sistema inesistente, o quasi. Oggi, anche a seguito della crisi che ha “liberato” molta manodopera disponibile, anche in provincia abbiamo assistito a un massiccio incremento delle società che operano in questo campo. Ovviamente anche qui, come a altre latitudini, c’è chi rispetta le regole e chi no. C’è chi applica correttamente il Ccnl Telecomunicazioni, chi (meno correttamente) contratti diversi e meno onerosi, ma che nulla hanno a che fare con l’attività di call center, e chi fa ricorso a voucher e partite iva fasulle, al grigio e al nero; c’è chi opera in appositi spazi,  chi ha occupato decine di scantinati…”. Luca Legramanti, segretario generale di FISTEL CISL Bergamo riassume così il quadro del “sistema call center”, uno dei punti caldi dell’attività sindacale di questi tempi, in tutta Italia. “Le parole del Papa colgono nel segno. La situazione precaria dei lavoratori dei call center, o almeno di parte di questi, è al centro delle attenzioni del nostro sindacato. Le proposte e i progetti sindacali per un nuovo modello di lavoro per questa attività lo testimoniano”.

L’immagine del lavoro e del lavoratore dei call center è condizionata da una serie di fattori: il fastidio della chiamata nei momenti meno opportuni; la consapevolezza di molte situazioni “degradanti” sotto il profilo della dignità del lavoratore; il sempre più frequente ricorso a delocalizzazioni verso l’estero e l’est Europa in particolare…. “. Sono situazioni che occupano il sindacato, che da tempo chiede la convocazione di tavoli appositi e che nella discussione del rinnovo del Ccnl pretende l’introduzione di regole severe e precise sulla questione degli appalti, oltre che di norme che tutelino i lavoratori. Ma la prima mossa da fare – sostiene Legramanti – è quella di costringere almeno le aziende statali a non appaltare all’estero i servizi, uscendo così dai controlli e dalle garanzie”. Ma è opportuno, secondo il sindacalista, fare anche alcune necessarie precisazioni: “il mondo del call center è fatto anche di situazioni virtuose, di personale preparato, di regole rispettate. È vero, rimangono molti “buchi neri”, nei quali il sindacato nemmeno riesce a entrare. Ma lavorano molte aziende che invece preferiscono mettersi dalla parte giusta del mercato, e su quelle noi insistiamo, per migliorare l’intero sistema”.

Terry Gattoni, componente della segreteria Fistel provinciale, lavora da 28 anni nel call center di Telecom a Bergamo. “Un lavoro che negli anni è incredibilmente cambiato: aldilà della tecnologia. Prima il rapporto con l’utenza era esclusivamente territoriale, e più che fornire numeri e piccole informazioni non si faceva. Oggi devi saper rispondere su tutto, adsl, banda larga, piattaforme e contenuti multimediali, tariffe e promozioni. E le chiamate arrivano da tutta Italia. Anche il servizio viene visto in maniera diversa: è aumentata la produttività, la concorrenza, la professionalità richiesta, abbiamo la necessità di essere ogni giorno aggiornati . dobbiamo risolvere problemi su vari fronti”. Comunque, nonostante questo cambiamento non c’è stato un adeguato riconoscimento della professionalità, perché il principio con cui viene regolamentato il servizio è quello delle gare d’appalto, al massimo ribasso. “Il costo del personale rappresenta il 70% dei costi – dice ancora Legramanti. Se abbatti questo costo sei competitivo. Questo comporta, anche nei call center di Bergamo, condizioni di lavoro disastrose, contratti di qualsiasi tipo, anche “malsani”…

Da noi sono pochi, ma ci sono call center “genuini”, con contratti e normativa giusti. Il problema grosso, anche qui, rimangono gli appalti”. Nella discussione per il rinnovo del Ccnl, le Organizzazioni Sindacali hanno richiesto che alla questione si diano risposte concrete, a partire dall’introduzione dell’articolo 24, che impone all’erogatore del servizio di chiedere se si vuole parlare con operatori in Italia o all’estero, così da disincentivare le delocalizzazioni. “Purtroppo, non lo fa nessuno”. “Oggi il call center è ancora visto come uno dei lavori più brutti, senza dignità – dice ancora Terry. Invece, il call center è un mondo vario. Molti miei colleghi sono laureati, c’è chi parla 3 lingue, ci sono professionalità elevate, anche se non sempre riconosciute. Non è né monotono né triste, anche se comporta un alto valore di stress. Le aziende, almeno quelle grosse dovrebbero capire che se non si premia la qualità del lavoro, appena se ne ha la possibilità si andrà altrove, e loro perderanno professionalità e competenze. La sfida sindacale del futuro è questa. Anche a Bergamo, che sta diventando una provincia importante per il settore, rispetto a solo 5 anni fa. Sono tanti i giovani, alla prima esperienza, a fianco di gente esperta e professionale. E, tra l’altro, il settore può essere anche la utile valvola di sfogo per gli esuberi di altri settori”.

Per il sindacato la sfida è importante, per migliorare la condizione di tutti i lavoratori. L’alternativa e una devastante rincorsa a chi costa meno. Il mese di marzo è stato funestato dalle procedure di licenziamento che hanno riguardato migliaia di lavoratori in tutto il territorio nazionale a cui ne seguiranno altre nei prossimi mesi. “Bergamo fa i conti con call center “fantasma”, che aprono e chiudono senza lasciar traccia, a volte anche nei confronti di chi fino al giorno prima ci ha lavorato. Lavoratrici e lavoratori del settore devono aver chiaro che la discussione attorno al rinnovo del contratto rappresenta l’ultima opportunità per individuare soluzioni in grado di scongiurare veri e propri drammi sociali, perciò, almeno nelle situazioni inaccettabili, dovrebbero uscire allo scoperto e farsi aiutare”.




Scuole aperte e pedalare. In tre istituti di Bergamo la gara a chi produce più energia

energiadi-lodi-vecchio-600x400Scuole aperte di notte per produrre energia elettrica pulita. Sono le Energiadi, il primo social energy game che premia la capacità di coinvolgere i diversi attori di un territorio sui temi dell’energia sostenibile, partendo dai ragazzi delle scuole.

Dopo il successo di Milano, quest’anno l’iniziativa arriva anche a Bergamo. A seguito di un percorso didattico sul tema energia con strumenti idonei ai giovanissimi (plastici, cartamodelli, tavole illustrate), tre istituti comprensivi della città, De Amicis, I Mille (dal 22 al 24 aprile) e Santa Lucia (dal 6 all’8 maggio), saranno coinvolti in una maratona-pedalata di 48 ore, dalle 8.30 del venerdì alle 8.30 della domenica, attraverso i BES –Bike Energy System – speciali biciclette collegate a generatori di corrente elettrica. Tra le 9 biciclette, una postazione che consente di pedalare con le braccia, affinchè l’iniziativa sia accessibile a tutti.

Le scuole rimarranno aperte grazie al coinvolgimento dei ragazzi, degli insegnanti, dei genitori, delle Reti Sociali e delle associazioni territoriali, che animeranno tutte le ore del giorno e della notte per proseguire nel gioco e nella gara, in modo da vincere il premio in materiale tecnologico destinato a coloro che saranno in grado di produrre più energia semplicemente pedalando. Solo per quello che riguarda l’Istituto De Amicis (appuntamento alle ore 14.30 di venerdì 22 con un momento conviviale per dare il via alla maratona) saranno ben 20 le associazioni del territorio chiamate a partecipare e a pedalare, tra spazi giovanili, la parrocchia, associazioni del Progetto Senz’Acca sulla disabilità, Boccaleone Basket e gruppi ciclistici amatoriali, tra merende e minitornei, che accompagneranno e terranno aperto l’Istituto, richiamando decine di persone nei suoi corridoi.

L’Istituto Comprensivo I Mille ha saputo invece coinvolgere, tra le altre, le squadre giovanili di Atalanta e Volley Bergamo per produrre energia pedalando fino a mezzanotte di venerdì, mentre sabato sera alle 21 è previsto un concerto all’interno della scuola per accompagnare la maratona energetica.

«Le Energiadi – spiega Loredana Poli, assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo – sono una sfida a mettere in gioco la propria energia per raggiungere un obiettivo comune: sensibilizzare i cittadini sulle tematiche ambientali, diffondendo una nuova cultura dell’energia, fondata sui principi dello sviluppo sostenibile (efficienza; efficacia; rinnovabilità; riduzione dei consumi superflui). In questo senso i partecipanti sono chiamati da una parte a trasformare l’energia fisica in corrente elettrica, dall’altra a stimolare l’energia sociale per diffondere partecipazione attorno ai valori e agli obiettivi progettuali. Si tratta di una manifestazione che può lanciare uno stile di collaborazione tra scuola e territorio attraverso il lavoro delle Reti Sociali».

L’iniziativa è promossa dalle associazioni Social Ice e You Able Onlus, dal Comune di Bergamo e da numerosi partner istituzionali e privati. Per il primo anno la manifestazione esce da Milano e si apre al territorio lombardo: da febbraio a marzo sono stati coinvolti gli Istituti di Milano, la gara continua in queste settimane a Lodi, Sesto San Giovanni, Pavia, Bergamo, Lecco, Varese. Le scorse edizioni l’energia prodotta è stata impiegata a Milano per illuminazioni natalizie, concerti jazz e campagne di sensibilizzazione sull’autismo. Anche quest’anno la corrente elettrica prodotta sarà utilizzata per iniziative di comunicazione sociale.




Serio Card, la tessera fedeltà premia anche i commercianti

Seriocard-fronte-smallIl Distretto del Commercio “Insieme sul Serio” rilancia la ‪‎Serio Card e vara un programma di incentivi per gli operatori che vi aderiscono. Il concorso premierà i negozianti che dal primo aprile fino al 31 marzo 2017 si impegneranno di più nella promozione della tessera fedeltà tra i propri clienti. Verranno premiate tre tipologie di operatori: i tre esercenti che avranno generato il valore complessivo di transazioni più elevato; i tre esercenti che avranno generato il maggior numero di scontrini; e i tre esercenti che avranno sottoscritto il maggior numero di tessere.

I premi sono numerosi e spaziano dai buoni spesa agli ingressi omaggio alle Terme di San Pellegrino, all’Alpen Spa dell’Hotel Milano di Castione della Presolana e ai principali impianti di risalita della Val Seriana e di Scalve.

Il concorso non è l’unica iniziativa messa in campo per i clienti e gli operatori commerciali seriani. A breve verranno pubblicate sulla pagina Facebook le promozioni dei commercianti riservate ai titolari della card. Inoltre il Distretto lancerà una campagna con nuove promozioni per coinvolgere nel circuito anche le associazioni del territorio: queste saranno coinvolte nella diffusione della Serio Card tra i loro associati e i cittadini del Distretto, che potranno devolvere alla loro associazione del cuore gli sconti accumulati sulla propria Serio Card.

Le iniziative mirano a promuovere il circuito ‪#‎SerioCard. La Serio Card è una carta fedeltà promossa dal Distretto del Commercio “Insieme sul Serio” che permette ai titolari di ottenere uno sconto sui propri acquisti. Vi aderiscono più di 40 esercizi commerciali, della ristorazione e di servizio. A ogni acquisto, viene accreditato  uno sconto sulla tessera, che può essere utilizzato per l’acquisto successivo. Si tratta di una sorta di “borsellino elettronico” ed è una delle poche esperienze di questo tipo in Lombardia.

Il sistema Serio Card può essere usato dai commercianti non solo su POS, ma anche su PC, tablet e smartphone. I punti vendita aderenti al circuito Serio Card sono localizzati nei comuni del Distretto del Commercio (Alzano Lombardo, Albino, Nembro, Pradalunga e Ranica) e di Torre Boldone: l’elenco completo è disponibile, insieme al regolamento e a tutte le altre informazioni, sul sito www.insiemesulserio.it.




Record di iscritti alla Sarnico Lovere Run. Negli alberghi c’è il tutto esaurito

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Con 3.500 pettorali assegnati la sesta edizione della Sarnico Lovere Run, in programma domenica 24 aprile, tocca un nuovo record di iscritti e si conferma tra le corse più partecipate d’Italia.

Merito in primo luogo del tracciato, di 25 km e 250 metri, nello scenario unico della sponda bergamasca del Sebino, che l’ha resa ormai una classica del calendario nazionale Fidal, ma anche un significativo evento per far conoscere il territorio e la sua vocazione turistica, come ben testimonia il tutto esaurito registrato negli alberghi e nei b&b del Lago d’Iseo per il prossimo fine settimana.

Al via è confermata la presenza di numerosi top runner. Dal Team Austriaco Run2gether arrivano Dennis Kipkorir Rutoh e Caroline Cherono, la detentrice del record femminile sul percorso (1:26:54) realizzato nel 2015. In gara anche Rodgers Mayo con un personale di 1:01:56 sulla mezza, Jean Baptiste Simukeka e Julius Kipngetich Rono. Le speranze italiane sono affidate soprattutto al bergamasco Simone Gariboldi, a Marco Salami e Massimo Leonardi.

Da segnalare l’altissima presenza femminile con oltre 900 donne in gara. Saranno invece 300 i volontari impegnati su partenza, arrivo e ristori sul percorso a cui va aggiunto un centinaio di addetti tra Protezione Civile e agenti delle Forze dell’Ordine.

presentazione Sarnico Lovere Run 2016
La presentazione della gara. Da sinistra, Filippo Cassarino, Gianni Poli e il sindaco di Lovere Giovanni Guizzetti

Al valore sportivo, la manifestazione affianca un importante aspetto sociale. Come avviene da cinque edizioni, la Sarnico Lovere Run sostiene infatti l’Associazione Angelman, onlus del Lago d’Iseo che raccoglie fondi per sostenere la ricerca sulla Sindrome di Angelman. I 750 iscritti alla non competitiva da Riva di Solto a Lovere correranno per l’Associazione Angelman con una esclusiva maglietta verde fluo che verrà consegnata a tutti i partecipanti. Villaggio Sponsor presso il Porto Turistico di Lovere aperto da sabato mattina dalle 10 per il ritiro pettorali. Sabato pomeriggio dalle 14 presso lo Stadio Comunale di Sarnico le gare riservate ai più piccoli con Gianni Poli.




Aprire un negozio in franchising, prorogato il termine per la richiesta di contributi

Sono stati prorogati alle ore 16 del 30 giugno 2016, rispetto all’iniziale scadenza del 14 aprile, i termini per la presentazione delle candidature e delle relative richieste di contributo relative al bando regionale “Fare impresa in franchising in Lombardia”, il progetto che vuole promuovere il rilancio dei centri urbani attraverso la formula dell’affiliazione nei settori del commercio, della ristorazione e dei servizi.

L’iniziativa coinvolge 25 Distretti urbani del commercio, tra cui quello di Bergamo, ed ha già individuato per ciascuna area una mappa dei locali sfitti e le manifestazioni di interesse da parte dei franchisor ad aprire un nuovo punto vendita. Il bando riguarda aspiranti imprenditori interessati ad avviare un’attività in franchising o imprese già esistenti che intendono convertire o ampliare la propria attività attraverso l’affiliazione ad un franchisor, per i quali mette a disposizione un contributo a fondo perduto di importo fisso pari a 10.000 euro, finalizzato alla copertura delle spese sostenute per avviare, riconvertire o ampliare l’attività. L’importo minimo dell’investimento non deve essere inferiore a 20.000 euro al netto di Iva.

Il bando viene gestito in modalità telematica, tramite il portale www.bandimpreselombarde.it.

La partecipazione prevede le seguenti fasi:

  • Fase 1 – Candidatura
    Il soggetto interessato tramite il sistema telematico www.bandimpreselombarde.it seleziona uno o più franchisor di interesse fino ad un massimo di dieci.
  • Fase 2 – Negoziazione
    I franchisor selezionati contatteranno il candidato per procedere o meno con la negoziazione sulla base della scheda conoscitiva ricevuta dal sistema telematico. In questa fase di negoziazione dovrà essere coinvolto anche il Comune capofila del Distretto Urbano del Commercio di cui all’ambito territoriale di interesse. La fase di negoziazione si conclude con la formalizzazione del contratto di affiliazione e con l’individuazione e la sottoscrizione di un contratto (o di un preliminare) di locazione di una location per lo svolgimento dell’attività selezionata tra quelle messe a disposizione dal Distretto Urbano del Commercio nell’ambito del proprio territorio e in ragione dei criteri da esso preliminarmente stabiliti.
  • Fase 3 – Presentazione della richiesta contributo
    Il candidato, a seguito della fase di negoziazione ed alla sottoscrizione del contratto di affiliazione, dovrà formalizzare la richiesta di contributo sul sistema telematico, indicare le tipologie di spesa che si intendono sostenere e allegare la seguente documentazione in formato PDF: contratto di affiliazione sottoscritto; contratto di affitto (o preliminare); dichiarazione del Comune capofila del Distretto Urbano del Commercio di riferimento inerente la localizzazione dell’attività in franchising all’interno delle location individuate dallo stesso Distretto Urbano del Commercio.

Entro le ore 16 del 30 giugno 2016

  • i soggetti interessati possono presentare la propria candidatura (Fase 1 del bando) concludere la negoziazione con il franchisor selezionato (Fase 2 del bando) e presentare la richiesta di contributo (Fase 3 del bando),
  • i soggetti che hanno già presentato la propria candidatura e hanno concluso la negoziazione con il franchisor selezionato (Fase 2 del bando) possono presentare la richiesta di contributo (Fase 3 del bando)

La proroga dei termini, voluta dall’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Mauro Parolini, ha l’obiettivo di consentire a chi ha già presentato domanda di perfezionare l’iter e, considerate anche le richieste formulate dai comuni capifila dei Duc di riferimento, di dare l’opportunità ad un maggior numero di soggetti di presentare domanda.




Il rifugio più “goloso”? Lo gestisce una bergamasca

In Val di Fassa, sulla Sella del Ciampaz, a quota 2.283 metri, nel mezzo del gruppo del Catinaccio, Roberta Silva, 43 anni, di Bergamo, ha creato un rifugio da sogno. Si chiama “Roda di Vaèl” (come il nome della montagna) ed è considerato uno dei rifugi più amati d’Italia. L’anno scorso i lettori della rivista Dove l’hanno eletto al quinto posto della classifica dei rifugi italiani più belli, ma sono i numeri, più di tutto, a dirlo: 3mila ospiti a stagione.

Anche la stampa l’ha più volte premiato: lo scorso anno ha campeggiato in prima pagina su una guida ai rifugi del Nord Italia ed è stato protagonista di un video promozionale dei rifugi del Trentino che ha realizzato più di 200mila visualizzazioni, tra l’Italia e l’Estero. Quest’anno è stato uno dei pochissimi rifugi segnalati dal magazine tedesco ADC Reisemagazine in uno speciale sulle Dolomiti.

L’ambiente è accogliente e familiare, la cucina offre piatti locali accompagnati da simpatia e cordialità e ci sono 60 posti letto, un’ampia terrazza e un solarium. Roberta gestisce il rifugio con l’aiuto della sua “famiglia Vael”, uno staff di 12 ragazzi, molti dei quali sono con lei da tanti anni. La natura intorno è un incanto, si possono intraprendere escursioni, vie ferrate della Roda di Vaèl o del Majarè o scalate.

Rifugio Roda di Vaèl - Val di Fassa - Roberta Silva
Roberta Silva

Roberta, com’è iniziata questa avventura?

«Mi sono trasferita in Val di Fassa nel 2002 con mio marito, come istruttrice di snowboard. Qualche anno dopo, nell’estate del 2005, abbiamo avuto la possibilità di prendere il rifugio e così l’abbiamo fatto».

Era un suo desiderio?

«In realtà, è stata una decisione legata a mio marito, che già da anni gestiva un rifugio, il Re Alberto I alle Torri del Vajolet. Ma la montagna mi è sempre piaciuta. Non avevo mai pensato di farlo, ma oggi non farei un lavoro diverso».

Com’è la vita da rifugista?

«La stagione da noi comincia a fine maggio e finisce a fine ottobre. Mi trasferisco al rifugio per sei mesi poi torno in paese e gli ultimi due mesi fremo per tornare su. Il rifugio ti dà la possibilità di incontrare tante persone, di confrontarti con culture diverse: è un contatto unico. Una cosa che trovo fantastica nella filosofia della montagna è che camminando sui sentieri, entrando nei rifugi, salendo lungo le ferrate, non ci sono confini, non ci sono differenze, la montagna è uguale per tutti e tutti sono uguali quassù e questo lo si vede tantissimo proprio all’interno dei rifugi dove alla sera tutti sono semplicemente degli amici e persone che stanno vivendo esperienze simili. Questo è il quinto anno che gestisco il rifugio da sola. Nel 2011 è venuto a mancare mio marito in un incidente. Quello che è successo mi ha avvicinato tante persone».

Che turismo avete?

«Vengono tantissimi turisti. Per il 70% sono stranieri, austriaci, svizzeri, ma ospitiamo anche bergamaschi, qualcuno torna apposta per venire a trovarci. Da qualche tempo abbiamo anche ospiti giapponesi».

Qual è il segreto di tanto successo?

«La cordialità. È una qualità che ci riconoscono. Gestisco il rifugio come una grande famiglia. Molti dei miei ragazzi sono con me da 9-10 anni. Accolgo io ogni ospite, gli stringo la mano. È come se entrassero in casa mia. Inoltre apprezzano la cucina».

Che piatti proponete?

«Facciamo una buona cucina, senza fare alta gastronomia, piatti semplici, tipici trentini, come i canederli che abbiniamo al goulash, taglieri di speck e formaggi, poi minestroni, tagliatelle ai funghi porcini, secondi a base di polenta e salsiccia, formaggio fuso, funghi, capriolo. Tra gli stranieri il piatto più richiesto è l’uovo con speck e patate. I dolci sono tutti fatti in casa, piace molto la Frittata del re, preparata con l’impasto dell’omelette, spezzettata e saltata con mele e uvette, è quasi un piatto unico. Due anni fa ho inserito i prodotti per celiaci».

Niente piatti bergamaschi?

«Certo che ci sono. Ho portato con me le mie origini: i casoncelli, il Valcalepio Rosso e il Moscato di Scanzo. La polenta c’era già, ma deve essere buona, noi la facciamo fresca tutti i giorni».

Lei ha due bimbi piccoli, come vivono questa esperienza?

«La bimba ha 4 anni e il maschio ne avrà 7 a luglio. Nella bella stagione passano il loro tempo libero all’aperto. Quando il grande gioca a carte con i bimbi stranieri non si capiscono ma ridono da matti. Nei rifugi tra i bambini le distanze sono completamente azzerate e anche se di nazionalità diverse questi corrono e giocano come se fossero amici da sempre. Hanno un’intesa incredibile nonostante praticamente gli scambi verbali siano ridotti al minimo».

Per la nuova stagione ha dei progetti?

«Da qualche anno ospitiamo un gruppo di astrofili che vengono a osservare le stelle. Quest’anno raddoppierò gli appuntamenti. Inoltre all’apertura della stagione organizzeremo una giornata di yoga e cena vegana per iniziare all’insegna del benessere».

Cosa farà il primo giorno in rifugio?

«Quello che faccio tutti i giorni quando sono lì: mi sveglio presto e faccio le foto all’alba. È sempre un’emozione diversa».

Rifugio Roda di Vaèl - Val di Fassa - canederli




Federalberghi: “Turismo in crescita nel primo trimestre. E si torna ad assumere”

Hotel-reception-bellDalle assise della 66esima assemblea generale ordinaria di Federalberghi, che si è tenuta a Saint Vincent-Val d’Aosta alla presenza di oltre 400 albergatori, il Presidente della Federazione, Bernabò Bocca, appena rieletto per acclamazione al vertice dell’organizzazione di categoria, annuncia come il primo trimestre del 2016 sia il migliore registrato da almeno tre anni.
“Da gennaio a marzo – spiega il presidente degli albergatori italiani – il nostro Osservatorio, come non accadeva da almeno un triennio, rileva un aumento di presenze alberghiere pari al 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2015, dovuto ad un +6,3% di italiani ed un +4,3% di stranieri.
“Ma la vera notizia – ci tiene a sottolineare Bocca – arriva non solo dal numero di clienti ma soprattutto dalla ripartenza reale delle assunzioni dei lavoratori del comparto che sempre da gennaio a marzo registrano un +1,9% rispetto al 2015, invertendo una tendenza negativa durata oltre un quinquennio.
“In particolare – sottolinea Bocca – i lavoratori a tempo indeterminato sono aumentati nel trimestre del 3%, mentre quelli a tempo determinato rimangono stabili, imprimendo finalmente una svolta all’emorragia di posti di lavoro che in questi ultimi anni ha caratterizzato il settore aggredito dalla più grave crisi economica di tutti i tempi moderni”.
Il turismo occupa annualmente 3,1 milioni di unità di lavoro ed ha un giro d’affari di 171 miliardi di euro che equivale all’11,8% del prodotto interno lordo.
“Ed è proprio una lettura di carattere economico del fenomeno – evidenzia Bocca – che dovrebbe indurre le istituzioni a fare di più per supportare e accompagnare lo sviluppo delle imprese di questo comparto e dell’intero sistema Paese.
“Il piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia – afferma il presidente degli albergatori – oltre a soffermarsi sulle condizioni di contesto e sugli obiettivi di medio periodo, tra cui ricordiamo l’incremento delle risorse per la promozione e lo sviluppo delle infrastrutture a supporto della mobilità, deve proporre misure concrete da attivare immediatamente, già con la legge di stabilità per l’anno 2017. “Chiediamo al Governo – dichiara Bocca – di sostenere il settore attraverso la riduzione della pressione fiscale che grava sulle imprese del turismo. Meno tasse sul lavoro, meno tasse sui beni strumentali, meno tasse sugli interventi di riqualificazione per rilanciare investimenti produttivi che creano ricchezza e posti di lavoro per tutto il Paese”. “Come occorre intervenire – conclude Bocca – sulle lacune normative e sulla sostanziale assenza di controlli sul territorio che consentono all’area grigia della ricettività di dilagare a macchia d’olio nel far west di Internet mettendo a rischio i consumatori e alimentando la concorrenza sleale”.

Presenze alberghiere (italiani e stranieri) e lavoratori occupati

GENNAIO

+0,8% di presenze: +1% italiani e +0,6% stranieri
+1,3% di lavoratori occupati: +3,8% indeterminato e -3,1% determinato

FEBBRAIO

+5,8% di presenze: +8,1% italiani e +3,1% stranieri
+1,9% di lavoratori occupati: +3,6% indeterminato e -1,3% determinato

MAHotel-reception-bellRZO

+5,3 di presenze: +9,1% italiani e +7,4% stranieri
+2,4% di lavoratori occupati: +1,5% indeterminato e +3,6% determinato

 

 

 




Treviglio, una domenica piena di eventi. Dai commercianti esposizione di “tuning”

treviglio

Domenica 17 aprile, a partire dalle 10, il Mercato Coperto di piazza Cameroni a Treviglio sarà invaso dalle auto modificate per la seconda edizione di Treviglio Tuning. La manifestazione è organizzata a scopo benefico da Lions Club Treviglio Fulchéria in collaborazione con i Commercianti Trevigliesi e il Distretto del Commercio di Treviglio. In esposizione ci sarà una carrellata di 40 auto modificate.

Il Tuning è infatti una passione che porta a modificare, elaborare, personalizzare, truccare, variare, trasformare il mezzo meccanico (auto, moto, scooter, camion, fuoristrada) per migliorarlo, correggere i difetti, rettificare, perfezionare e rifinire. La personalizzazione riguarda sia l’aspetto prestazionale (influisce quindi inevitabilmente sulla meccanica del motore o dell’assetto) sia estetica (riguarda la carrozzeria) ed è effettuata o da operatori del settore, meccanici qualificati (elaboratori, preparatori) o con il fai date dagli appassionati nel box di casa.

Per la manifestazione sarà allestita un’area ristoro con hamburger & altri stuzzichini. Ricco il programma collaterale. I visitatori potranno anche fare un giro al mercatino dell’antiquariato per le vie del centro storico, partecipare alle visite guidate proposte da “Andar per dimore antiche e nobili palazzi” e fare shopping nei negozi. Per raggiungere il centro sarà a disposizione un bus navetta.