Sicurezza, dalla Regione 625mila euro per i comuni bergamaschi

telecamera 2Dalla Regione arrivano 625mila euro per la sicurezza di alcuni comuni del territorio bergamasco. È questo l’ammontare dello stanziamento per le municipalità, singole e aggregate, che hanno partecipato e vinto i bandi promossi dal Pirellone. Le cifre dei finanziamenti sono state ufficializzate lunedì dalla Giunta lombarda. Nel dettaglio, Bergamo riceverà 50.000 euro, l’Unione Insieme sul Serio e l’Unione comunale dei Colli  80.000 ciascuna, Sant’Omobono Terme 73.495 euro, Barzana 51.960 euro, Treviglio, Seriate, Romano di Lombardia e Clusone tutte 30.000 euro, Ranzanico 26.728 euro, Comunità montana di Scalve 25.050 euro, Trescore Balneario 23.183 euro, Torre Boldone 22.543 euro, Paladina 22.399 euro, Unione della Presolana 21.600 euro, Caravaggio 17.368 euro, Alzano Lombardo 10.824 euro.

Con questi stanziamenti i comuni che sono entrati in graduatoria potranno effettuare miglioramenti nelle proprie dotazioni strutturali a vantaggio della sicurezza dei propri cittadini. I progetti dovranno essere realizzati entro il 31 agosto 2016. Regione Lombardia coprirà l’80% degli importi richiesti, il restante 20% sarà a carico dei comuni.

I bandi hanno messo a disposizione di Comuni, Unioni e Comunità Montane 8,6 milioni per 169 progetti di videosorveglianza e sicurezza urbana: un primo bando da 5 milioni era destinato alla realizzazione, all’implementazione e alla sostituzione di sistemi di videosorveglianza esistenti; l’altro da 3,6 milioni di euro favorirà l’acquisto di dotazioni tecnico/strumentali, il rinnovo e l’incremento del parco autoveicoli della polizia locale.

Tra i comuni selezionati, oltre a Bergamo ci sono Milano, Brescia, Varese, Como, Cremona, Mantova, Lecco e Sondrio.

«La Regione purtroppo ha poco margine di manovra in materia, ma credo che destinare risorse economiche per progetti di prevenzione e strumenti di supporto agli agenti sia la risposta più concreta che si possa fornire ai cittadini – ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali -. Purtroppo queste risorse non bastano a soddisfare tutte le 820 richieste pervenute per un totale di oltre 45 milioni di euro. Proveremo a reperire le risorse per altri bandi nel 2016. È evidente tuttavia – ha concluso – come l’unica strada percorribile per avere disponibilità economiche tali da soddisfare tutte le richieste sia quella dell’autonomia fiscale della nostra regione».




Non solo Scaropinòcc, Parre recupera gli “Gnòch in Còla”

LOCANDINA_GNOCH_IN_COLANon solo Scarpinòcc. Sabato 16 aprile a Parre debutta la “Sagra degli Gnòch in Còla”, manifestazione che valorizza un’antica ricetta delle nonne, realizzata con prodotti poveri e semplici, ma che creano un piatto gustoso. Simili agli gnocchi al cucchiaio, vengono preparati impastando solo farina e latte. Successivamente con un cucchiaio si ricava dall’impasto uno “gnòc” alla volta, si cuoce in acqua già a bollore e a fine cottura si condisce con abbondante burro, salvia e formaggio.

La sagra è organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Gruppo Folckloristico Lampiusa e con l’Oratorio e si svolgerà al PalaDonBosco dell’oratorio in via Duca d’Aosta. Si inizia alle 18 con l’aperitivo e alle 19 aprono le cucine. Durante la serata è previsto un momento musicale con canti bergamaschi con il duo Artemisio e Loredana; a seguire ballo liscio e dalle 22.15 disco music con la cover band Siks live.

Per informazioni: www.prolocoparre.com – 331.7740890.




Fenomeno BlaBlaCar, a Bergamo più di 10mila passaggi al mese

L’auto costa troppo e il trasporto pubblico è scomodo? Non stupisce allora che un’alternativa che offre facilità e risparmio come BlaBlaCar stia facendo sempre più strada. Con oltre 25 milioni di utenti iscritti in 22 Paesi, tra cui l’Italia, è la più grande community di passaggi in auto. A Bergamo sono oggi 10.200 gli utenti che ogni mese usano il sistema per i propri spostamenti, in costante crescita.

A raccontare il percorso da startup a leader globale, sarà in città sabato 16 aprile (alle 17, al Bergamo Science Center in piazzale degli Alpini) Silvia Conti, PR manager Italia di BlaBlaCar, interlocutore privilegiato per conoscere meglio questo settore, che congiunge le nuove dinamiche del web alle più tradizionali, seppur sempre attuali, problematiche legate alla viabilità e ai trasporti.

Il servizio offerto da BlaBlaCar permette attraverso la piattaforma web o relativa applicazione mobile, di mettere in contatto, da un lato automobilisti con posti liberi a bordo delle proprie vetture, dall’altro lato persone in cerca di un passaggio per la medesima destinazione. In questo modo è possibile dividere le spese, risparmiando fino al 75% sul costo totale del viaggio.

La storia di BlaBlaCar si sviluppa parallelamente in Francia e in Italia. Oltralpe, BlaBlaCar nasce nel 2006 a Parigi con il nome di Covoiturage.fr e si afferma in pochi anni come nuova modalità di trasporto per milioni di francesi, soprattutto giovani. Parallelamente, in Italia nel febbraio 2010 nasce postoinauto.it dall’idea di un gruppo di studenti che avevano sperimentato i viaggi condivisi all’estero, in particolare in Francia e Germania. Nel marzo 2012, postoinauto.it entra a far parte del network ormai internazionale di Covoiturage.fr, che cambia il suo nome in BlaBlaCar.

L’idea ha avuto talmente successo che l’app, iOS e Android è giunta a 15 milioni di download e i viaggiatori che ogni trimestre utilizzano il servizio sono 10 milioni. Utilizzata in tutto il mondo, BlaBlaCar oltre a fornire un’alternativa di trasporto agevole e economica, incentiva un uso dell’auto più sostenibile dal punto di vista ambientale: i dati parlano di una media di 2.8 occupanti per auto contro una media europea di 1.6 senza BlaBlaCar, e circa 1.000.000 tonnellate di CO2 e 500.000 tonnellate di carburante risparmiate negli ultimi 12 mesi dalla community globale del ride sharing.

Un ulteriore aspetto da non sottovalutare è la maggiore piacevolezza del viaggio, il poter incontrare nuove persone e lo scambiare quattro chiacchiere durante il tragitto.

L’appuntamento con Silvia Conti è inserito nel calendario @aperinfo di Talent Garden Bergamo in collaborazione con UBI Banca Popolare di Bergamo e Associazione BergamoScienza. È aperto a tutti su prenotazione, fino ad esaurimento dei posti. A seguire uno spritz tutti assieme.

 

Leggi anche: In vacanza? I bergamaschi ci vanno con BlaBlaCar




Canonica, diventano a pagamento i parcheggi davanti al Comune

CanonicaLa Giunta di Canonica d’Adda ha deliberato le norme tariffarie relative al nuovo parcheggio in piazza del Comune e in via Lodi. La ristrutturazione dell’area sarà, infatti, finanziata dall’introduzione del parchimetro per le soste che oggi sono a disco orario, lasciano libero il primo quarto d’ora e studiando agevolazioni come schede prepagate per chi ne farà un uso intensivo. La sosta sarà a pagamento dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, il sabato dalle 9 alle 13, mentre la domenica e nei giorni festivi sarà gratuita. Il costo orario sarà di 60 centesimi. L’ingresso e l’uscita dei veicoli saranno regolamentati da un sistema automatico di leve.  Come in programma, sarà predisposto uno spazio per biciclette, moto e auto elettriche provvisto di stazione per la ricarica. I mezzi avranno accesso libero in un’apposita piazzuola, previa registrazione della targa in comune. “Lo scopo dell’intervento è incentivare l’uso di veicoli alternativi e non inquinanti come auto e scooter elettrici o ibridi, inoltre, favoriremo il ricambio veicolare in un’area congestionata da soste prolungate diminuendo il caos viabilistico nei pressi delle scuole”, ha dichiarato il sindaco, Gianmaria Cerea. I lavori cominceranno a giugno, una volta chiuse le scuole, e saranno terminati tra settembre e ottobre, al fine di creare il minor disagio possibile agli studenti senza interferire con le attività scolastiche.




ADAPT / La doccia fredda dell’Istat. Non basta il Jobs Act per creare occupazione

lavoro4735.jpgIl timore di molti analisti si è avverato. Gli ultimi dati Istat sull’occupazione sembrano una doccia fredda per il governo e per la valutazione sull’efficacia del Jobs Act e della decontribuzione. La paura era quella della fine del trend positivo delle assunzioni a tempo indeterminato una volta esauriti gli incentivi della legge di stabilità del 2015. Paura che sembrava sventata con i dati positivi di gennaio, celebrati come una conferma del cambio di rotta introdotto dalla riforma del mercato del lavoro. Ma a chi aveva seguito l’andamento annuale, e i dati dell’INPS relativi a gennaio, era già parso chiaro come i nuovi occupati di gennaio non erano altro che una coda statistica del grande boom occupazionale di dicembre 2015, ultimo mese in cui le imprese potevano utilizzare gli incentivi. I numeri confermano proprio questo. Nel mese di febbraio si sono persi 97mila posti di lavoro, un calo dello 0,4%. Questo fa sì che il tasso di occupazione italiano, uno dei più bassi d’Europa, resti inchiodato al 56,4%, oltre due punti inferiore al dato pre-crisi, anch’esso già ai tempi molto basso. Ciò significa, considerando il dato della forza lavoro italiana, che nel nostro Paese oggi lavora una persona su tre. È facile cogliere le conseguenze sul welfare, sul sistema pensionistico e sui consumi.

La gravità di questi numeri è evidente analizzando i dati lungo le coorti anagrafiche. Sia nella fascia 25-34 che 35-49 anni si riscontra un ampio calo degli occupati, ben 125 mila in meno. È evidente che la crisi continua a colpire duramente proprio quelle persone che dovrebbero essere nella fase centrale del percorso lavorativo, con danni sociali ancora non chiaramente compresi. Infatti il trend non è un fulmine a ciel sereno, ma una costante che ha accompagnato le statistiche dell’ultimo anno, nel quale gli unici occupati in crescita sono gli over 50. Venendo al Jobs Act e alla legge di stabilità notiamo come il maggior numero di posti di lavoro persi a febbraio è a tempo indeterminato, -92mila. Segno che l’intervento statale volto a convincere le imprese ad utilizzare questo tipo di contratto non risponde oggi alle esigenze produttive contemporanee, caratterizzate da esigenze di dinamismo, flessibilità, progettualità alle quali il tempo indeterminato non sa dare una risposta convincente. Il New York Times ha riportato in questi giorni proprio un saggio di due importanti docenti statunitensi che conferma empiricamente che negli ultimi 10 anni le traiettorie del mercato del lavoro si sono mosse lungo la rotta degli “alternative work arrangements” come lavoratori a chiamata, lavoro tramite agenzia, freelancers ecc. Una volta ridotti drasticamente gli incentivi, quindi, sembra venire a meno per le aziende italiane il vantaggio di questo tipo di assunzione. Non sembra quindi avventata l’analisi dei ricercatori della Banca d’Italia quando sostiene che gli incentivi più che le norme sui licenziamenti hanno aiutato l’occupazione nel 2015.

Ma è sul fronte economico-finanziario che sorgono i problemi e le critiche maggiori. Secondo gli ultimi dati INPS, rivisti rispetto allo scorso mese, nel solo 2015 sono stati oltre 1,5 milioni i contratti di lavoro che hanno usufruito dell’esonero contributivo. Questo fa sì che, secondo le prime stime, nel corso del triennio 2015-2018 la decontribuzione costerà 19,5 miliardi, a fronte di una copertura prevista di 15 miliardi, generando un buco di 4,5 miliardi di euro che si somma agli allarmi che la stessa INPS sta lanciando da tempo rispetto alla sostenibilità del proprio bilancio. Tutto questo, già difficilmente giustificabile in una situazione positiva, è aggravato dal fatto che questo massiccio investimento non ha portato a una inversione di tendenza nel panorama delle assunzioni italiane, né dal punto di vista qualitativo né da quello quantitativo. Si obietta spesso che senza questi incentivi non sarebbero state possibili neanche le nuove assunzioni. Non possiamo saperlo, e l’obiezione potrebbe anche essere fondata, ma questo non elimina la necessità ex-post di valutare se il gioco valeva la candela. E la risposta oggi appare drammaticamente negativa, confermando la dura realtà che una legge non può creare occupazione, ma può al massimo incentivare alcuni comportamenti degli attori economici. Comportamenti che restano tali unicamente ad incentivo in vigore, e che variano non appena questo si esaurisce. Dire tutto questo non significa essere gufi. Questo è esattamente l’articolo che chiunque ha a cuore il mercato del lavoro italiano non avrebbe mai voluto scrivere, e non possiamo che sperare in una ripresa vera dell’occupazione. Non basta il nome Jobs Act per creare occupazione, basta vedere i dati sull’occupazione americana, usciti sempre recentemente, che mostrano un panorama completamente diverso, con 215mila occupati in più e il 5% di disoccupazione. Il primo passo è quello di riconoscere cosa non va, cambiando rotta quando necessario e prendendo scelte coraggiose che non si esauriscono nell’arco di 12 mesi. Produttività, politiche attive, ricollocazione, formazione, contrattazione decentrata, sono queste le sfide che le istituzioni comunitarie continuano a chiederci. Forse dovremmo ritornare alle amate/odiate parole “ce lo chiede l’Europa”.




“Negozi di valore”, prorogato al 16 maggio il termine per presentare le domande

La Regione Lombardia ha prorogato al 16 maggio il termine per presentare le candidature per il concorso a premi “Negozi di Valore”, promosso dalla Regione in collaborazione con Unioncamere Lombardia e rivolto ai negozi e alle reti di attività commerciali che si sono distinte per la capacità di generare attrattività con iniziative di marketing, strategie di vendita innovative o attraverso la storicità e la tipicità dell’attività. Il concorso prevedere 10 categorie di premi e mette in palio premi da 2mila a 8mila euro lordi. Il termine precedente era stato fissato al 15 aprile.




Ad Alzano torna la festa dello street food

big food festivalIl consiglio degli organizzatori è di arrivare affamati. Già, perché è difficile resistere alla tentazione del buon cibo di strada e se, in un unico luogo, si ritrovano più di venti proposte non si può fare a meno di assaggiarne almeno un po’.

Dopo il successo della prima edizione, lo scorso ottobre, torna allo Spazio Fase di Alzano (via Pesenti, 1), The Big Food Festival, tre giorni (da venerdì 15 a domenica 17 aprile) dedicati allo street food “itinerante”, quello che raggiunge piazze e manifestazioni a bordo di furgoni, ape car e carretti attrezzati, che con le loro forme e colori e con i packaging originali delle pietanze rendono ancora più festosa la degustazione.

L’evento è organizzato da Coffee N television, la squadra che sempre nello speciale contesto post industriale dell’ex Cartiera Pigna realizza con successo il Factory Market, rassegna di artigiani e designer creativi.

La lista dei partecipanti a The Big Food Festival spazia tra specialità regionali, internazionali e green in versione da passeggio per comporre il proprio personale viaggio tra cartocci di fritti, imbottiti golosi, spiedini, piatti tipici, birre e vini, da gustare sedendosi liberamente ai tavoli a disposizione.Le proposte bergamasche sono quelle di Be Typical, Eskimo pastry food truck, Ma prima un caffè, Tassino Eventi, Vaniglia & co. e Vineria Cozzi. Da fuori provincia, sempre in rigoroso ordine alfabetico, arrivano Ape Romeo, Ape Scottadito, Basulon, BBQ Valdichiana, Beestró, Farinel on the Road – Miasse Food Truck, @Family Food, Frittfood &., Il furgoncino, Il Cannolo Eccellenza Siciliana, La Polentina, Las Bravas Morelia, Olive Ascolane Migliori, Mozao – Tigelle e Gnocco fritto, Nina La Roulotte, Pizza & Mortazza, Rock Burger Milano, The Meatball Family, Tigella Bella Pavia.

Nelle giornate di sabato e domenica sarà allestito anche un mercato al coperto dei produttori locali con prodotti di stagione a km0. Ci sarà spazio anche per i birrifici artigianali, oltre che per workshop e per l’area bimbi in collaborazione con Mothern. Saranno allestite, inoltre, un’area con proiezioni tematiche di cortometraggi, documentari e video e un’area esposizione con poster d’annata e contemporanei legati al cibo e allo street-food. L’animazione è affidata a djset, street band e performance.

L’ingresso è gratuito e si mangia tutto il giorno, con orario continuato, il venerdì dalle 18 alle 24, sabato dalle 10 all’una e domenica dalle 10 alle 23.

Info




Ubi Banca: l’occasione per tornare a contare c’è, ma bisogna sfruttarla

Ubi bancaQualche volta le occasioni si ripresentano, ma bisogna essere veloci a coglierle. L’assemblea del 2 aprile ha permesso di chiarire cosa serve per controllare Ubi Banca Spa: il 25% del capitale. Quello che era già noto, cioè che i fondi erano sulla carta i padroni della banca controllando ben più del 40% del capitale, è diventato ufficiale. Il listone che si presentava con il 17% circa del capitale, dato per il 3% dal bergamasco Patto dei mille, per il 12% dal sindacato, a trazione bresciana, che ricalca l’ex patto di sindacato della Banca Lombarda (e che comprende anche il 2% della Fondazione Banca del monte di Lombardia) e per il 2% dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, ha raccolto in assemblea un altro 6,5%, arrivando al 23,5% del capitale. Ma questo non è bastato perché per meno di 12 milioni di azioni (circa 36 milioni di euro alle quotazioni attuali) è stato superato dalla lista dei fondi che ha sfiorato il 25% del capitale (222,8 milioni di azioni)

Di fronte a questa situazione, le velleità bergamasche di riuscire a controllare la banca devono definitivamente rinunciare a fare appello alla storia e alla tradizione e fare conto con questi numeri. Anche concedendo – che è plausibile, ma comunque da dimostrare – che chi si è aggiunto in assemblea al listone, quindi circa il 6% del capitale, sia bergamasco, anche se non aderisce al Patto dei Mille, che ha posto come vincolo di entrata il possesso di 100 mila azioni, si arriva al 9%, cioè una quota comunque inferiore a quella del sindacato bresciano, anche al netto dell’apporto cuneese.

Se Bergamo non riesce a esprimere nemmeno il 10% in assemblea, quota peraltro che non la rende assolutamente sovrarappresentata al vertice, ma semmai il contrario, c’è da pensare che la “sua banca” se la sia venduta (del resto i fondi da qualcuno devono pur avere comprato), perché è andato perso l’equilibrio che esisteva all’inizio della fusione Ubi in termini di capitale tra la bergamasca Bpu (dove però c’era una frammentazione tra un grande numero di soci) e la bresciana Banca Lombarda (dove l’azionariato era più compatto). Oppure, e non è da escludere, che la scelta di un Patto dei Mille sia stata vista come aliena dai piccoli azionisti che in assemblea non si sono nemmeno presentati e che non hanno intenzione di fare i portatori d’acqua ad altri interessi nonostante il comune territorio. Così i grandi azionisti di Bergamo, se vogliono continuare a contare nella banca, non hanno altra alternativa che ricomprarsela, E qui, appunto, c’è la seconda opportunità che si è ripresentata, seppure temporaneamente.

Giovedì la quotazione di Ubi era scesa a un minimo di 2,8 euro, per una capitalizzazione di 2,5 miliardi. A quel punto, almeno da un punto di vista teorico, perché gli scambi non hanno raggiunto quei volumi, acquistare il 20 per cento di Ubi che, aggiunto a quel 5% che ragionevolmente è stato espresso in assemblea, darebbe il controllo, costava meno di 500 milioni, valore peraltro dimezzato rispetto a inizio anno. Le quotazioni nei giorni successivi hanno ricominciato a salire, evidentemente perché qualcuno ha iniziato a comprare in maniera vigorosa tutto il sistema bancario che prima veniva venduto in maniera acritica, riducendo la convenienza e richiedendo un maggiore esborso. Ma gli acquisti, appunto, sono proseguiti. Se a comprare sono stati bergamaschi, lo si vedrà in futuro, ai proclami sono finalmente seguiti i fatti. Ma se non stati loro e sono stati i primi a non credere nella “loro banca” allora sarebbe bene che il discorso sulla bergamaschità si chiudesse veramente per sempre.




Seriate, al parco arriva la palestra “dolce” per i cani

fidoviaAl parco arriva la palestra “dolce” per i cani ed i loro padroni. Succede all’Oasi Verde 1 di Seriate (via Lazzaretto), dove domenica 17 aprile si inaugura la “FidoVia Maverick”, un percorso basato sulle prove della “Tranquillity dog”, un’attività appositamente studiata per migliorare l’intesa con i propri amici a quattro zampe facendo piccoli esercizi in assoluta calma.

Realizzata dall’Ufficio Diritti Animali, in collaborazione con l’associazione cinofila L’Allegra Cagnara, la fidovia è dotata di 7 attrezzature, ciascuna accompagnata da un cartello che illustra l’esercizio da svolgere. Lo scopo è di dare a tutti, persone e cani, la possibilità di svolgere un’attività organizzata che non ponga limiti fisici, mentali, di età o di razza, al contrario di altre attività o discipline a cui il cane deve giocoforza adeguarsi. Nella “Tranquillity dog” è l’attività stessa ad adeguarsi alle capacità e alle esigenze del binomio padrone-cane che la pratica. Un esempio? Se il cane ha problemi come la displasia delle anche, sarà esentato dal saltino nella ruota. Il tutto deve essere praticato senza limiti di tempo e senza produrre stress fisico o mentale, “lavorando” in assoluta calma.

«Seriate si conferma uno dei pochi comuni della bergamasca con un occhio di riguardo verso gli animali, a cui sarà dedicato questo percorso ideato per rispondere alle esigenze dei padroni e dei loro cani – dichiara l’assessore all’Ambiente Achille Milesi -. È un ulteriore tassello della politica del rispetto e della divulgazione dei diritti degli animali portata avanti dall’Amministrazione comunale con l’istituzione dell’UDA (Ufficio Diritti Animali), uno dei pochi e dei primi attivi in Lombardia, essendo aperto dal 2012».

La FidoVia è stata chiamata “Maverick” in ricordo di un Flat-Coated Retriever affetto da una grave forma di displasia dell’anca che, nonostante il proprio handicap, è stato un angelo a quattro zampe, dedicando la sua vita alla pet therapy.

L’inaugurazione si terrà alle 10, alla presenza del sindaco Cristian Vezzoli e dell’assessore all’Ambiente Achille Milesi.

Le “regole” della “Tranquility dog”

 

 

 




Enasarco, ultimi giorni per votare. Costa: “Momento di democrazia”

Gianroberto Costa
Gianroberto Costa

Fino al 14 aprile è possibile votare per l’elezione dell’Assemblea dei delegati della Fondazione Enasarco. “E’ un momento molto importante di democrazia – sostiene Gianroberto Costa, coordinatore della Coalizione Insieme per Enasarco – perché per la prima volta in oltre 70 anni dalla nascita dell’ente, gli agenti di commercio possono eleggere coloro che definiranno le strategie e che amministreranno il patrimonio della Fondazione. Per questo motivo è necessaria una massiccia partecipazione al voto, al fine di garantire la massima rappresentatività alla categoria”.

La coalizione “Insieme per Enasarco” vede le maggiori organizzazioni di rappresentanza degli agenti di commercio (Anasf, Fiarc, Fisascat-Cisl, Fnaar e Usarci) e delle ditte mandanti (Confindustria, Confcommercio, Confcooperative e Confesercenti) per la prima volta insieme. “Attraverso le liste “Agenti per Enasarco” e “Imprese per Enasarco”- continua Costa – vogliamo rinnovare l’ente, portando al suo interno competenza ed esperienza per una gestione più trasparente e con maggiore impegno etico non solo per garantire il pagamento delle pensioni per i prossimi 50 anni, ma la sopravvivenza stessa dell’Enasarco”. In questi ultimi giorni sono emerse polemiche nelle quali non vogliamo entrare poiché non è nostro compito dare pagelle per il passato – lasciamo questo compito a chi ha titolo per farlo – e la nostra priorità è e deve rimanere il futuro della nostra categoria e di tutti i giovani agenti ai quali dobbiamo assicurare più certezze e stabilità”.