Un bistrò nell’ex spaccio del “manicomio”, «luogo di servizi e aggregazione»

onp bistròNon nasconde la sua origine l’Onp Bistrò, il bar-tavola calda realizzato all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di via Borgo Palazzo 130 a Bergamo, che sarà presentato ufficialmente venerdì 20 maggio.

Il locale è il frutto del recupero avviato nel 2014 dalla Cooperativa La Bonne Semence dell’ex spaccio-bar del “manicomio”, in disuso da anni. È pensato come una struttura polifunzionale con tutti i servizi necessari per essere una spazio di aggregazione e di cultura. Ogni giorno,  dalle 7.30 alle 16, Onp Bistrò servirà colazioni, pranzi, caffè e aperitivi ai dipendenti, ai pazienti e agli utenti degli ambulatori e delle strutture del distretto, ma vuole aprirsi anche a tutto il quartiere.

Non è infatti solo un nuovo esercizio, ma un progetto sociale e culturale. Innanzitutto perché rappresenta un’opportunità occupazionale per persone in condizione di fragilità che hanno bisogno di un supporto per l’inserimento nel mondo del lavoro (il 30% dei dipendenti assunti) e poi perché è un luogo della “memoria” e di riflessione sul tema della psichiatria in Bergamasca, attraverso le iniziative culturali previste in questi spazi.

onp bistrò 2Il bistrò è gestito da La Magnolia catering, servizio di Namasté cooperativa sociale. È stato realizzato grazie all’Asst “Papa Giovanni XXIII di Bergamo, all’Associazione di Promozione Sociale “Circolo Ricreativo Day Care”, alla Fondazione Cariplo e alla cooperativa La Bonne Semence.

In occasione del debutto sono stati organizzati due giorni di apertura al pubblico.

Sabato 21 maggio

ore 16

inaugurazione di un’esposizione di cinque opere di Arte Irregolare allestite all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico, in collaborazione con Associazione Tarcisio Merati, e visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

ore 18.30

taglio del nastro e momento teatrale con Ivan Criscuolo

a seguire

buffet a cura de “La Magnolia catering” di Namasté cooperativa sociale.

Domenica 22 maggio

dalle ore 11

visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

prosegue sino alle ore 13

l’esposizione di Arte Irregolare allestita all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico.




Torna Floreka, a Gorle un week end per i green lovers

floreka foto archivioUn’esplosione di colori, profumi e creazioni “petalose”. Gorle brulica di energie green pronte ad accogliere i migliaia di visitatori che arriveranno in città per la nona edizione di Floreka, la kermesse di giardinaggio e arti creative organizzata dall’Associazione Petali e Parole in collaborazione con il Comune di Gorle, che sabato 21 e domenica 22 maggio animerà il parco del Centro Culturale con un tema tutto speciale: «Frutti, Petali e Parole».  70 stand espositivi, laboratori per i bambini, musica dal vivo, incontri letterari, laboratori di origami, presentazioni di libri, corner dolci e salati per spuntini a tutto e verde e anche una mostra fotografica sono gli ingredienti di una festa per veri green lovers. «Non vediamo l’ora di iniziare: Floreka è un’emozione unica per tutti, con tante cose buone e belle da osservare e, perché no, assaggiare. Non a caso, abbiamo scelto come protagonista dell’edizione 2016 la frutta, con i suoi colori e i suoi sapori straordinari, espressione di tutte le latitudini del mondo, ognuna speciale a suo modo. Noi Petale, otto amiche innamorate del verde che nove anni fa hanno iniziato questa avventura chiamata Floreka, siamo emozionatissime: Floreka è impegno, cura e felicità a suon di piante, fiori e frutti» –  dichiara Vera la Presidente dell’Associazione Petali e Parole. E l’energia green ha contaminato anche la città con il Fuori Floreka in programma sabato 21 maggio, a partire dalle 18, a Palazzo Zanchi nella centralissima via Tasso, nel cuore di Bergamo. Un mix di eccellenze per l’avvio di 255 Raw Gallery dove l’arte di Patrick Corrado incontra le note di Danilo Carsana, DJ resident del The Box, e del giovane musicista emergente, DH Green.

Per partecipare http://www.255.gallery/raw/portfolio/accredito/

Per il programma http://florekabg.wix.com/floreka#!floreka-2016-/sye1b




Becco e bastonato, così m’ha ridotto la Giustizia italiana

Posso dire che non ci capisco niente? Di come funziona la giustizia in Italia, intendo dire: davvero non mi ci raccapezzo. Non capisco se sono io che ho un’idea un po’ troppo astratta dell’applicazione del diritto e delle procedure, oppure sono proprio i meccanismi ad essere inceppati, fino a ribaltare il senso delle cose. Eppure, un tantino di giurisprudenza l’ho masticata anch’io: prima di laurearmi in storia medievale, ho studiato legge,e non ero nemmeno tanto male, come studente. Si vede che non avevo colto il senso ultimo di quello che studiavo: colpa mia. Però, qualcuno mi dovrebbe spiegare quello che mi è successo, perché, sinceramente, da solo non riesco a spiegarmelo. Qualcuno tra i più affezionati dei miei tre lettori, forse, ricorderà quella faccenduola di cui ho già scritto tempo fa: la mia querela ad un pazzo che mi aveva insultato ferocemente in un suo blog su internet e che aveva nuociuto notevolmente alla mia, già scarsa del suo, carriera professionale. Allora, mi lamentavo della lentezza con cui il magistrato incaricato di esaminare la causa pareva operare: se avessi saputo come sarebbe andata a finire, probabilmente, mi sarei risparmiato la fatica di scrivere. Perché, qualche giorno fa, mi è arrivata una notifica della polizia locale, in cui mi si invitava a passare a ritirare una comunicazione che mi riguardava.

Dati i tempi e i miei rapporti notoriamente splendidi con il comando dei vigili urbani, mi sono un filo preoccupato, pensando a qualche multa non pagata o simili. Invece, era la notifica del tribunale di Bergamo, in cui mi si diceva che si comunicava alla parte offesa, cioè al vostro affezionatissimo, che la sua querela era stata archiviata, per l’impossibilità di identificare il querelato. Il che potrebbe pure starci: un sostituto procuratore avrà di sicuro cose più importanti da fare che indagare sul nome e cognome di un matto che insulta pubblicamente un galantuomo. Il fatto è che il predetto querelato, forte di non si sa bene quali certezze circa la sua impunità, non è affatto ignoto: si è firmato per esteso con nome, cognome e, perfino, secondo cognome. Bastava semplicemente aprire il link di quel blog per leggerne le generalità: mancavano solo il suo numero di scarpe e il colore degli occhi. Ne deduco che l’incaricato a questo tipo di operazioni, che immagino essere un agente della polizia giudiziaria o di quella postale, non ha neppure cercato il blog in oggetto, limitandosi ad una metaforica alzata di spalle. L’effetto di questa metafora è stata l’archiviazione della mia querela, con il precipuo risultato di avermi fatto spendere dei bei soldini, visto che gli avvocati, anche se sono tuoi amici, bene o male li devi pure pagare. E, come se non bastasse, a distanza di anni, su internet la pagina in cui mi si dà del mezzo uomo, dell’analfabeta e di tutta una serie di altre amene varietà antropologiche è lì, che campeggia trionfalmente, appena uno digiti il mio nome.

Il bello è che sembra che questo gentiluomo, sul quale ho raccolto privatamente qualche informazione, dato che è stato querelato (spero con miglior fortuna), per altre ragioni, anche da un mio amico, che mi ha spiegato di che genere di soggetto si tratti, stia preparandosi ad entrare in magistratura, se non ci è già entrato, visti gli anni trascorsi. La cosa ha, naturalmente, rafforzato a dismisura la mia ammirazione per la categoria, come potrete facilmente immaginare. Insomma, per riassumervi l’ennesima disavventura cimminiana: ho trovato un soggetto disturbato, che, in seguito a futile discussione su Facebook, ha pubblicato un articolo fortemente diffamatorio nei miei confronti, che da almeno tre anni campeggia in rete. Dopo due anni e mezzo abbondanti dalla presentazione di querela da parte del mio avvocato, mi si comunica che non si può risalire all’identità di uno che si firma con nome e cognome e che, per questo, la mia querela viene archiviata. Dunque, mi tocca pagare le spese legali, e gli insulti rimarranno per chissà quanto, a perenne memoria del mio scorno. Becco e bastonato: altro che parte offesa! Ora, miei buoni lettori, ditemi voi: cosa dovrei pensare di una giustizia che funziona così? Certo, questa è una questione minima: una diatriba sfociata in querela, nulla di più. Ma non posso evitare di pensare che, se le offese avessero riguardato il magistrato che ha archiviato la mia querela, adesso, probabilmente, sarebbero, perlomeno, sparite da internet. E, se la giustizia non è uguale per tutti nelle piccole cose, duro fatica a pensare che lo sia nelle grandi. La prossima volta che mi dovessero diffamare, immagino che sceglierò un’altra strada. Intelligenti pauca.




Alla Biblioteca Mai nasce il laboratorio di restauro e conservazione

È stato inaugurato oggi il nuovo Laboratorio di restauro allestito all’interno della Biblioteca Civica Angelo Mai. Un progetto di grande valenza culturale, ma anche sociale, nato dalla collaborazione tra gli Assessorati alla Cultura e alla Coesione Sociale del Comune di Bergamo e che vede coinvolte la Biblioteca Mai, il Servizio in favore dei disabili ed il Consorzio Solco Città Aperta che gestisce in co-progettazione i servizi cittadini per la disabilità. L’intento è infatti quello di promuovere una cultura civica che incoraggia le persone diversamente abili ad assumere ruoli attivi e responsabili all’interno della comunità. Dopo i necessari interventi di ristrutturazione e la messa a norma, i locali al terzo piano di Palazzo Nuovo, un tempo adibiti ad abitazione del custode della Biblioteca, sono stati allestiti a laboratorio grazie al generoso contributo del Club Amitiè sans frontieres Bergamo e dell’Associazione Amici della Biblioteca Civica Angelo Mai, che hanno provveduto all’acquisto dell’arredo tecnico e delle idonee attrezzature da utilizzare nel laboratorio per le diverse attività previste. “Compito prioritario della Biblioteca Civica e degli Archivi storici è di tutelare e conservare il patrimonio, con l’adozione da parte del Direttore, che ne è il custode, di ogni necessario e opportuno provvedimento”: così recita il Regolamento della Biblioteca storica cittadina. La realizzazione di un laboratorio di primo intervento per la conservazione di libri e documenti risponde quindi ad uno dei compiti istituzionali della Biblioteca, custode del patrimonio librario storico del Comune e di numerosi archivi pubblici e privati dei quali deve curare la tutela, la conservazione e la valorizzazione.

laboratorio Mai L’immensa mole di materiale cartaceo necessita di ambienti idonei alla conservazione dal punto di vista climatico e della sicurezza e di specifici interventi che possono giungere sino al restauro, quando necessario. Nel moderno concetto di tutela è oggi considerata fondamentale la conservazione preventiva: l’insieme cioè delle operazioni ordinarie e continuative che consentono di mantenere in condizioni ideali libri e carte attraverso la spolveratura (realizzata con pennelli morbidi e aspiratori idonei), la pulitura con speciali gomme e altre piccole azioni manutentive. Il laboratorio intende rispondere a queste esigenze e, grazie alla pronta adesione del Servizio in favore dei disabili, realizza il progetto di tutela anche in termini di inclusione sociale: il gruppo di lavoro (composto da 6 persone disabili) sotto la guida esperta di un restauratore e con il coordinamento e la supervisione educativa del servizio, potrà offrire una prestazione importante per l’Istituto e quindi per la collettività, svolgendo al contempo un percorso formativo e occupazionale in normali contesti lavorativi per l’apprendimento graduale di competenze manuali e tecniche, l’approfondimento e lo sviluppo di abilità e capacità sociali, di relazione e produttive, il tutto finalizzato all’integrazione e all’autonomia.

“La biblioteca è il cuore culturale di questa città, – commenta Maria Carolina Marchesi, assessore alla Coesione Sociale del Comune di Bergamo – ma anche il luogo del pensiero colto che poche volte viene accostato alla fragilità, che da oggi abita questo luogo. E lo abita da protagonista, in modo attivo, realizzando uno scambio tangibile di competenze e di impegni, costruendo un miglioramento della coesione sociale e portando a compimento un lavoro di inclusione vera”. “Vorrei sottolineare – spiega l’Assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti – il valore della collaborazione tra cittadini, collaborazione indispensabile per raggiungere l’obiettivo della conservazione del patrimonio della biblioteca. Per la prima volta la Biblioteca Mai ha un laboratorio di conservazione e di restauro e lo fa grazie a un progetto civico, dal grande carattere educativo di trasmissione delle competenze. Questi libri raccontano il nostro passato, ma anche il nostro futuro e siamo sicuri che questa iniziativa si potrà rinnovare per molti anni a venire. Ora la biblioteca ha qualcosa in più, quella caratteristica di prendersi cura del patrimonio librario, un elemento in più di quell’amore per la cultura che da sempre contraddistingue questo luogo”. Lo spazio sarà intitolato alla memoria di Angelo Borella che ha collaborato a lungo con la Biblioteca dando un contributo di lavoro importante per l’Istituto e offrendo un esempio virtuoso di integrazione umana e sociale.




Malvestiti: «Il ruolo dei confidi è centrale. Dalla Camera di Commercio un fondo di 800mila euro»

tavolo fogalco

Il ruolo dei confidi è centrale nello sviluppo delle imprese e la Camera di Commercio di Bergamo lo ribadisce con uno stanziamento di 800mila euro a favore degli organismi del territorio. Lo ha annunciato il presidente dell’ente camerale Paolo Malvestiti nel corso dell’assemblea della Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom riunita per l’appuntamento annuale con i soci all’Hotel Settecento di Presezzo. «La nostra Camera di commercio – ha annunciato Malvestiti – ha predisposto anche per il 2016 la pubblicazione del bando a sostegno dei confidi mettendo a disposizione 800mila euro. È uno sforzo di una certa portata per il sistema camerale, visti i recenti tagli, ma che abbiamo scelto di fare per il ruolo che i confidi ricoprono nel nostro tessuto economico e per la loro intermediazione con il sistema bancario. È una forma di sostegno che il nostro ente offre alle imprese e con il quale vogliamo contribuire, come ci compete, allo sviluppo dell’economia bergamasca».

Una misura accolta con favore, «che dimostra la sensibilità dell’Ente nei confronti dei confidi – ha evidenziato il presidente della Fogalco Riccardo Martinelli -. Riguarda il rafforzamento dei fondi rischi e questo contribuirà, in particolare, a dare ossigeno a quella fascia di imprese in particolare difficoltà».

Dall’articolato dibattito è emersa con forza la necessità di rilanciare il ruolo dei confidi come veri intermediari tra imprese e banche, in un’ottica che riguarda non solo prestazione di garanzia ma sviluppa soprattutto l’assistenza e la consulenza a favore delle imprese. La sottolineatura ha riguardato il Fondo centrale di garanzia e le istituzioni «che devono fare in modo che la garanzia dei confidi sia valorizzata».

antonio arrigoniIntanto il terziario bergamasco può contare su una realtà solida e in grado di offrire garanzie più forti e, quindi, buone condizioni per l’accesso al credito. Si tratta di Asconfidi Lombardia, il confidi di secondo grado al quale con lungimiranza Fogalco e altre realtà provinciali appartenenti prevalentemente al sistema Confcommercio hanno dato vita.

Nel corso del 2015 Asconfidi Lombardia ha garantito 2.346 operazioni per un totale finanziato di 154.783.162 euro, cui corrisponde un rischio di 77.841.623 euro, ricevendo controgaranzie dai Confidi soci per un importo pari a 40.114.486 euro, dal Medio Credito Centrale per euro 1.159.600 e da Fin Promo.Ter per 2.665.460 euro. Alla data del 31 dicembre 2015 l’importo complessivo delle garanzie in essere è pari a 388.682.245 euro per un importo garantito pari a 200.946.842 euro.

Il patrimonio di vigilanza della società partecipata al 31 dicembre 2015, calcolato secondo i criteri previsti per gli intermediari vigilati, ammonta 21.728.258 euro, di cui 18.794.500 euro rappresentato dal capitale sociale versato. «Asconfidi Lombardia – evidenzia il segretario della Fogalco Antonio Arrigoni – ha un coefficiente di patrimonializzazione abbondantemente superiore ai limiti previsti dalla Banca d’Italia ed i numeri della sua attività testimoniano risultati più che soddisfacenti nell’impegnativa sfida di far coesistere un’organizzazione complessa, con livelli di analisi e controllo sempre più articolati e sofisticati, unitamente alla tradizionale capacità di azzerare il divario informativo tra la banca e l’impresa». Tra le ultime novità in merito all’iscrizione all’elenco ex art. 106 della Banca d’Italia da parte di Asconfidi Lombardia c’è l’invio di alcune modifiche statutarie e l’impegno di tutti i confidi soci a sostenere il confidi di secondo grado in caso di necessità. platea fogalco

L’assemblea ha potuto contare sull’intervento di Ernesto Ghidinelli, responsabile del settore Credito e Incentivi di Confcommercio imprese per l’Italia. Al dibattito hanno preso parte Luigi Trigona, Lucio Moioli (Confcooperative), Irene Paccani (Lia), Angelo Ondei (Confiab), Mauro Dolci (Fiva e Fogalco), Diego Pedrali (Ascom), Luca Gotti (Banca Popolare di Bergamo) e Stefano Bonato (Credito Bergamasco).




“Io mangio sostenibile”, ecco i ristoranti che hanno già aderito

Una settimana all’insegna della sostenibilità: il Comune di Bergamo in collaborazione con Aprica, Ascom, Confesercenti, ATB e Associazione Signum e il Festival dell’Ambiente propongono un’iniziativa per sensibilizzare i ristoratori al “mangiare sostenibile” dal 23 al 28 maggio. “Proponiamo ai ristoranti e ai loro clienti – spiega l’Assessore Leyla Ciagà – un vero decalogo a cui aderire: per divenire un “ristorante sostenibile” basterà praticarne cinque, buone pratiche che speriamo possano proseguire anche oltre la settimana che abbiamo individuato.”

Le proposte sono molto semplici e abbracciano la sostenibilità a 360 gradi: dal servire “l’acqua del Sindaco” ai tavoli ad organizzare una serata a lume di candela con cucina a basso impatto ambientale, da proporre menu biologici e a kilometro zero a prevedere omaggi nei ristoranti di biglietti ATB, dall’utilizzo della doggy bag al proporre mezze porzioni o porzioni ridotte, ecc. “Elemento fondamentale è la promozione del territorio e dei suoi prodotti” commenta Ciagà. Già alcuni ristoranti hanno aderito all’iniziativa, tra i quali da Mimmo, Giopì e Margì, Lio Pellegrini e Al Gigianca. ATB garantirà biglietti a prezzi inferiori rispetto alle normali tariffe ai ristoratori aderenti, in modo che questi ultimi possano offrirli ai propri clienti in occasione della settimana. Le adesioni verranno raccolte anche nei prossimi giorni.

Io mangio sostenibile – Il decalogo

 




Passerella di Christo, firmato l’accordo per le nuove assunzioni

lavoro - accordo floating piers
Da sinistra: Maurizio Regazzoni, Mario Colleoni, Alberto Citerio, Enrico Betti, Giovanni Zambonelli, Giorgio Beltrami

Ascom, Fipe, Federalberghi Bergamo e le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno firmato oggi l’accordo territoriale a favore delle nuove assunzioni legate all’evento “The Floating Piers”, il progetto artistico firmato Christo che unirà con una passerella galleggiante il Comune di Sulzano con quello di Monte Isola e l’Isola di San Giorgio dal 18 giugno al 3 luglio prossimi. Grazie all’accordo, per i lavoratori del comparto turistico e del commercio nel periodo dell’installazione ci sarà un regolare contratto a tempo determinato al posto dei voucher.

L’accordo è nato per regolamentare le modalità di assunzione secondo principi condivisi e inequivocabili e garantire un inserimento lavorativo corretto e permetterà di evitare l’insorgere di contenziosi e di limitare il ricorso ai voucher. Coinvolgerà poco più di 13mila imprese.

Con questo strumento le aziende presenti sul territorio del comune di Bergamo, dell’hinterland e sul territorio del Sebino potranno assumere lavoratori a tempo parziale per una durata complessiva di 200 ore, a partire da oggi, 16 maggio, sino al 31 agosto, quindi per 16 settimane. Con due vincoli: il primo è che la prestazione lavorativa giornaliera non potrà essere inferiore alle 3 ore consecutive, il secondo che i datori di lavoro dovranno assumere a tempo indeterminato il 30% delle persone assunte a tempo parziale. Per le imprese che assumeranno a tempo indeterminato sono previsti incentivi (fino a 6mila euro) e un percorso di formazione finanziato dall’Ente Bilaterale di settore, mirato a far acquisire competenze specifiche inerenti la mansione svolta.

«Abbiamo voluto dare uno strumento aggiuntivo e di maggiore flessibilità all’imprenditoria locale che necessita di aumentare il personale durante il grande evento del Sebino – ha spiegato Enrico Betti, responsabile dell’area Politiche del Lavoro dell’Ascom -. Con l’accordo diamo un pacchetto ore che l’imprenditore potrà gestire in modo flessibile direttamente con il dipendente. L’impresa potrà assumere per un orario minimo di 12 ore, rispetto alle 15 ore previste dal contratto del turismo e alle 18 del commercio».

«Questo accordo ha l’importante obiettivo di prevenire l’abuso dei voucher», ha evidenziato Mario Colleoni segretario Filcams Cgil Bergamo. Per Alberto Citerio, segretario Fisascat Cisl Bergamo «si tratta di un accordo importante perché consente maggior flessibilità nell’utilizzo del lavoro dipendente e permette di garantire ai nuovi assunti in occasione della passerella le tutele previste dal contratto nazionale, come maternità e malattia, che chi viene assunto con i voucher non ha».

«L’auspicio da parte di tutti – ha sottolineato Maurizio Regazzoni, segretario Uitucs Uil Bergamo – è che il contratto porti a una ricaduta occupazionale duratura sul territorio e possa preludere alla ripresa della contrattazione a livello nazionale per il settore del turismo da tempo ferma».

«Sono molto soddisfatto – ha commentato Giorgio Beltrami, presidente di Fipe Bergamo –. Da più di un anno siamo in trattativa per il contratto nazionale, questo accordo potrebbe essere d’aiuto in questo senso. Sul lago già da un mese si respira un’aria nuova – fa notare, essendo della zona -. Ci sono più turisti, molti più stranieri. Auspico che pubblici esercizi e ristorazione svolgano bene il proprio compito e non cadano nella ricerca del guadagno immediato. È importante dare una buona immagine finale perché questa opportunità si trasformi in una ricaduta, anche occupazionale, duratura».

«L’accordo non riguarda solo le imprese della zona direttamente interessata dall’evento ma anche Bergamo e l’hinterland e questo è un aspetto importante – ha rimarcato Giovanni Zambonelli, presidente provinciale della Federalberghi -. Bergamo è sempre più una destinazione turistica. Il richiamo della nostra città sommato a quello della passerella porterà sicuramente un aumento del turismo».

A caratterizzare l’accordo è l’attenzione anche al dopo evento. «Come Enti Bilaterali vogliamo fare la nostra parte – ha specificato il presidente Lorenzo Agazzi -, per questo abbiamo messo in campo un percorso formativo mirato per i dipendenti che vedranno trasformati i loro contratti da temporanei a tempo indeterminato e degli incentivi. La stabilizzazione dei posti di lavoro è un aspetto principale di questo accordo».

L’AREA INTERESSATA

L’accordo entra il vigore il 16 maggio e scade il 31 agosto 2016 e interessa i comuni di Bergamo, Villa d’Almè, Almè, Paladina, Valbrembo, Mozzo, Curno, Treviolo, Dalmine, Lallio, Stezzano, Azzano San Paolo, Orio al Serio, Seriate, Gorle, Torre Boldone, Ranica, Ponteranica, Sorisole, Pedrengo, Scanzorosciate, Torre dei Roveri, Albano San Alessandro, Cenate Sotto, San Paolo d’Argon, Montello, Trescore Balneario, Entratico, Zandobbio, Berzo San Fermo, Foresto Sparso, Villongo, Gandosso, Castelli Calepio, Credaro, Villongo, Sarnico, Viadanica, Adrara San Martino, Adrara San Rocco, Predore, Vigolo, Fonteno, Tavernola Bergamasca, Parnazica, Riva di Solto, Solto Collina, Castro, Pianico, Sovere, Lovere, Bossico, Costa Volpino e Rogno.

>>L’ACCORDO




“Innovare per competere”, il 23 maggio l’assemblea Ascom

logo ascom bergamo confcommercio

Innovare per competere. Mercati#bisogni#imprese è il tema dell’Assemblea generale di Ascom Confcommercio Bergamo che si svolge lunedì 23 maggio alle ore 15 nella sala conferenze dell’Associazione Commercianti.

Il programma prevede una parte istituzionale, con la relazione del presidente Paolo Malvestiti e l’approvazione del bilancio d’esercizio 2015, e una parte dedicata ad innovazione e competizione con l’intervento di Fabio Fulvio, responsabile Politiche per lo sviluppo di Confcommercio Imprese per l’italia, e le testimonianze di alcuni imprenditori.

LA CONVOCAZIONE

Nella sala Conferenze della sede associativa – in via Borgo Palazzo 137 a Bergamo – è convocata l’assemblea generale ordinaria dei soci dell’Ascom – Associazione Esercenti e Commercianti della provincia di Bergamo – ai sensi degli articoli 14 e 15 dello statuto sociale – per lunedì 23 maggio 2016 alle ore 14 in prima convocazione e con il seguente

ORDINE DEL GIORNO

1) Relazione del Presidente;
2) Esame ed approvazione del bilancio 2015;

Alle ore 15, trascorsa un’ora da quella fissata, l’assemblea si intenderà costituita in seconda convocazione e sarà valida qualunque sia il numero dei soci intervenuti.




Italcementi, giovedì nuovo round tra sindacati e azienda

“Dopo aver svolto le assemblee con i lavoratori della sede per farsi dare il mandato a formulare le osservazioni in risposta al piano sociale presentato da Italcementi, venerdì a Roma, in sede di Federmaco, le Rsu/Rsa e le Feneal Filca e Fillea hanno incontrato la direzione e hanno presentato la loro opinione sul merito.
Le prime osservazioni sono finalizzate a ridurre gli esuberi in modo strutturale a partire dall’applicazione della fungibilità professionale per tutto il periodo della Cigs in tutte le aziende del gruppo Italcementi e nella futura sede di Heidelberg Italia, alla definizione dei lavoratori occupati nella futura sede di Bergamo, alla definizione dei lavoratori che con il periodo di Cigs approdano alla pensione, al ricorso volontario al Part Time per evitare i licenziamenti.
Il metodo avanzato è quello che dopo aver ricevuto il mandato dai lavoratori per iniziare la trattativa, l’eventuale ipotesi di accordo sarà sottoposta al referendum dei lavoratori della sede.
Nel merito del piano, le osservazioni avanzate mettono in evidenza una insufficiente strutturale capienza economica per rispondere alle concrete esigenze dei lavoratori nella fase di ricollocazione.
Ferma restando l’adesione volontaria del lavoratore al piano sociale, si devono inserire quegli elementi di flessibilità di percorso che facilitino le varie soluzioni che si possono concretizzare nei mesi successivi. La nostra proposta tende a ridefinire il piano sociale secondo criteri più equi che rispecchino e tutelino la professionalità dei lavoratori.
Si deve agire sulla dote ricollocazione, insufficiente nella somma che deve essere adeguata alle condizioni del territorio e che deve essere in vigore oltre il triennio proposto da Italcementi.
Si deve agire sulla dote incentivo, insufficiente nella proposta, che deve essere incrementata dalle mensilità economiche derivanti dai criteri dei carichi familiari, dall’anzianità di servizio e anagrafica. Si deve definire il “distacco lavorativo” per almeno un anno per quei lavoratori che accettano i Job post in (offerte di lavoro nel gruppo Heidelberg ) e prevedere l’identica retribuzione attuale per il lavoratore. Italcementi si è riservata di valutare le proposte illustrate. La trattativa è stata aggiornata a giovedì 19 maggio a Milano. Le Rsu/Rsa e i sindacati auspicano che le riflessioni di Italcementi siano correlate all’importanza dei temi trattati discussi, essendo questi elementi che cambieranno la vita lavorativa e familiare di molti lavoratori”. Così in una nota dichiarano le Segreterie nazionali, Regionali Lombardia e Territoriali di Bergamo Feneal Filca Fillea.




Il nuovo pericolo nel campo minato delle banche

MontepaschiBanche, avanti la prossima. Che a questo punto dovrebbe essere Veneto Banca. Sono già stati superati cinque ostacoli (i quattro istituti della risoluzione e Popolare Vicenza) nel campo minato che il sistema bancario sta cercando di disinnescare, con il sostegno del governo, ma la strada è ancora lunga e soprattutto il fiato inizia a farsi sentire. Con tutta la buon volontà legata anche all’interesse della propria sopravvivenza, sia del sistema creditizio che di quello economico e di conseguenza di quello politico, l’impresa è ciclopica: si tratta di spianare, o almeno di ridimensionare, senza che frani tutto, una montagna di prestiti di difficile, se non impossibile, restituzione cresciuta con la crisi, ma allo stesso tempo lasciata lievitare anche per mancati interventi precedenti. Inutile comunque recriminare, a questo punto: il bubbone c’è e bisogna sgonfiarlo evitando che esploda.

Le banche hanno tutto l’interesse per farlo perché il tracollo di un istituto, lo insegna la storia non solo italiana, ha effetti a catena che travolgono tutto il sistema. Così, con uno sforzo congiunto diretto, le banche sono riuscite in passato a salvare il Banco Ambrosiano (diventato poi la base di uno dei due big nazionali, Intesa Sanpaolo) e con uno indiretto, attraverso il Fondo interbancario,  a propiziare soluzioni per istituti minori, come Tercas e Caripe. Operazioni, queste ultime che continuano a fare le Bcc con il loro Fondo di categoria. Ma Salvatore Maccarone, il presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, l’istituto che dovrebbe garantire i depositanti sotto i 100 mila euro, ha ammesso recentemente di avere le casse vuote anche per il contributo, a rigore fuori competenza, al rimborso degli obbligazionisti delle quattro banche salvate. Questo perché, come capita spesso in Italia, buone iniziative rovinano in maniera distorta.

Aggiungendo che in questo momento nessun istituto è disposto a impegnare il proprio patrimonio in salvataggi dei quali non si riesce a capire a priori il costo, le risorse per gli interventi con gli strumenti utilizzati finora ormai scarseggiano, drenate dall’intervento autunnale, per quelli che in fondo erano ostacoli da primo allenamento. E già si è rischiata la guerra civile per evitare la frana di quattro banche che si possono definire al massimo medie come Banca Marche, Popolare Etruria, Carichieti e Cariferrara. Con lungimirante intervento promosso dal governo, seppure con appoggio essenzialmente esterno per evitare aiuti di Stato, è nato comunque il fondo Atlante: sessantasette istituzioni, quasi tutti istituti di credito, hanno  dato vita a uno strumento dotato di 4,3 miliardi per intervenire in salvataggi e nell’acquisto di “Non performing loans”, i prestiti non performanti, con l’obiettivo di assicurare un rendimento del 6% attraverso queste operazioni. Un terzo delle risorse però sono già state consumate per rilevare la Banca Popolare di Vicenza, che nessuno voleva, dato che l’aumento di capitale da 1,5 miliardi è andato praticamente deserto. Adesso non si può escludere che un altro miliardo possa essere impiegato in un’altra ricapitalizzazione difficile, quella di Veneto Banca.  Se così fosse, il Fondo Atlante si troverebbe ad avere il controllo di due istituti che per anni si erano corteggiati senza riuscire però da soli a trovare un accordo. Si può ipotizzare in ogni caso che anche buona parte delle residue risorse di Atlante debbano essere poi utilizzate per il rilancio di quello che si presenta come un polo bancario potenzialmente di grande interesse.

In questo caso il Fondo Atlante avrà avuto un ruolo meritorio per il sistema credito, disinnescando la quinta mina, ma lascia ancora aperto il problema dei crediti in sofferenza, che era quello di partenza.  E apre a quella che si prospetta come la prossima (sesta) mina. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia, a marzo le sofferenze lorde bancarie erano pari a 196,9 miliardi, con una crescita del 3,9% rispetto ai 189,5 miliardi di un anno prima (ma se si tiene conto della cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti o cancellati, il tasso di crescita sarebbe del 13,6%). A fine 2015 il Monte dei Paschi aveva in portafoglio 11,8 miliardi di sofferenze garantite da immobili, 6,5 miliardi con garanzie personali e 8,3 miliardi di sofferenze unsecured. Al netto delle rettifiche già effettuate, le sofferenze sono in bilancio per 9,7 miliardi. Il doppio della dotazione di partenza del Fondo Atlante. Una cifra enorme: ma se si vogliono considerare tutti i crediti deteriorati lordi (non solo quelli in sofferenza) del Montepaschi si arriva a 47 miliardi. Più di dieci volte della dotazione di Fondo Atlante, ottima iniziativa e che senza la quale ora ci troveremmo mezzo Veneto alla presa con il bail-in. Ma purtroppo ancora insufficiente.