Ebbene sì, siamo polentoni ma anche mangiamaccheroni

BlochCapita sovente che lungo i secoli una vivanda, pur mantenendosi pressoché inalterata nella sua morfologia, finisca per variare di denominazione, o che altresì la medesima voce culinaria passi di epoca in epoca a designare pietanze differenti. La pizza napoletana di cui nel cinquecento Bartolomeo Scappi forniva la ricetta ha per esempio ben poco a che vedere con il disco di pasta di pane spennellato di salsa di pomodoro – ai tempi dell’impareggiabile cuciniere pontificio peraltro ancora sconosciuta – che negli ultimi cento anni ha conquistato un successo planetario.  Si trattava piuttosto di una torta – invero piuttosto greve ai palati contemporanei – a base di frutta passa, mandorle e pinoli.

La più emblematica tra tutte queste trasmigrazioni gastronomico-lessicali è forse quella che ha interessato il maccherone. E’ ben noto che il vocabolo sia da un paio di secoli associato ad un celebre cannello di pasta, eletto a vessillo della cucina partenopea. Ma nei trattati di cucina del quattro/cinquecento, redatti entro gli elitari confini della gastronomia aristocratica, il termine individuava invece i formati che oggi si definirebbero spaghetti o fettuccine. E non sussiste dubbio che la denominazione dell’alimento e l’ispirazione che ne dettò l’ideazione fossero stati attinti da un’ancor più antica minestra asciutta della cucina popolaresca. Ad attestarlo è la testimonianza di una vera e propria autorità in materia – ed altrimenti non potrebbe essere, dato che si parla del massimo esponente del movimento poetico maccheronico del XVI secolo.

Chiosando Teofilo Folengo, il maccherone nelle sue vesti primitive era infatti uno gnocco impastato con sole farina ed acqua, con l’opzionale aggiunta di pangrattato. A rimarcarne i natali plebei, il letterato precisava si trattasse di un cibo grassum – in quanto grondante di burro fuso e generosamente asperso di cacio grattato -, rude et rusticanum. Della pietanza il Merlin Cocai ha persino consegnato ai posteri un’eloquente raffigurazione: una xilografia a corredo delle edizioni cinquecentesche delle Maccheronee ritrae invero il poeta nell’atto di essere imboccato da Zana – una delle strampalate muse dell’opera – con un panciuto boccone di pasta infilzato su uno stecco.

Fu sempre l’eccentrico cantore mantovano a certificare l’identità padana della vivanda, evidenziando gli stretti vincoli che la legavano al più iconico dei cibi del settentrione. Nel trattare del maccus, che dell’arcaico gnocco rappresentava tanto l’irrefutabile radice lessicale quanto la materia prima originaria, Folengo constatava che ai suoi giorni questo fosse ormai una farinata di semola di cereali, e chiaramente non più una pappa a base di fave alla moda degli antichi romani. Tra polenta tardo medievale e maccherone dei primordi corre dunque un distinguibile fil rouge..

Non sorprende che l’antico formato di pasta abbia lasciato profonde tracce nella tradizione culinaria bergamasca, sempre restia a dismettere gli usi del passato remoto. Nella media e nell’alta valle Seriana si preparano ancor oggi gli gnoch in còla, attenendosi pressoché letteralmente al procedimento codificato dal Merlin Cocai. Una singolare reinterpretazione dell’alimento figura inoltre all’alba dell’ottocento ne La nuovissima cucina economica di Vincenzo Agnoletti, celebre per aver ricoperto il ruolo di personal chef di Maria Luigia di Parma. E’ pur vero che i mondiotti alla bergamasca dell’illustre cuoco romano rechino chiaramente impresso, prevedendo l’utilizzo della pâte à choux nell’impasto e della besciamella nel condimento, l’inconfondibile marchio della cucina borghese d’oltralpe – ed oggi verrebbero più propriamente chiamati gnocchi alla parigina. Ciò nondimeno la ricetta non manca di segnalare quanto profondamente radicato fosse nel circondario orobico questo genere di pietanza.

Preme infine ripercorrere i rimbalzi tra differenti genie compiuti attraverso i secoli dall’epiteto di mangiamaccheroni, della cui ricostruzione siamo debitori al grande Emilio Sereni. E’ anzitutto assodato che, a partire dal XVIII secolo, il nomignolo sia di esclusiva spettanza dei napoletani. Ma in una commedia del cinquecento – La vedova (1569) di Giambattista Cini – è altresì un gentiluomo partenopeo a dare del manciamaccaroni ad un soldato siciliano, venendo da quest’ultimo contraccambiato con il titolo di manciafogghia. Ed in effetti proprio in Trinacria ebbe inizio, all’alba del basso medioevo, la produzione industriale di paste alimentari, quando invece Napoli andava famosa per le sue verdure. Grazie a Teofilo Folengo sappiamo comunque che le prime orme di un divoratore di maccheroni siano state quelle lasciate, ancor più anticamente che in Sicilia, da qualche nostro avo sul ferace suolo della valle Padana. Polentoni, certo, ma al tempo stesso pure mangiamaccheroni.




La Cisl apre lo “Sportello Lavoro” per aiutare i disoccupati

CislLa Cisl di Bergamo apre uno ‘Sportello orientamento lavoro’ per aiutare chi è in cerca di un’occupazione in un mondo che oggi si presenta complesso, polverizzato, poco stabile e sempre meno accessibile. Il servizio è stato avviato con l’inizio di giugno e ha fornito le prime indicazioni e aiuto alle molte persone che già si sono rivolte agli uffici di via Carnovali. «L’avvio dell’attività di sportello non è in contraddizione con i timidi segnali di ripresa che anche nella nostra provincia si sono manifestati, in particolare nel 2015 e che con minor intensità  sono proseguiti nel primo trimestre 2016 – dice Giacomo Meloni, della segreteria CISL di Bergamo -. Abbiamo deciso di assumere un ruolo da protagonista per accogliere e orientare le persone disoccupate nella ricerca del lavoro. Presso lo Sportello, le persone troveranno sempre la massima attenzione e ascolto, assieme alla professionalità e competenza di chi, giorno dopo giorno con passione e dedizione, farà quello che è utile per non lasciare solo nessuno».

I dati registrano nel primo trimestre del 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una generale riduzione dei flussi di comunicazioni obbligatorie, con una diminuzione del 13,3% su base annua a Bergamo degli avviamenti al lavoro, in linea per altro con i dati della Lombardia( – 11%) e nazionali (- 12,9%). In dettaglio, tutte le tipologie di avviamenti registrano una flessione, tranne la somministrazione, in leggera crescita del 2,5%. La variazione più significativa riguarda i contratti a tempo indeterminato, che sono ridotti di un terzo rispetto allo stesso periodo del 2015 ( – 1.340 ) , ma che restano ampiamente positivi, se si considera il saldo fra gli ultimi quattro trimestri ( + 9.435); ulteriore calo per l’apprendistato ( – 875 ) e per il tempo determinato ( – 5.719 ).

A Bergamo e in provincia il tasso di disoccupazione nel 2015 si è ridotto dal 7,4 al 5,8%,  «ma questo – sottolinea Meloni – non deve farci dimenticare che lo stesso nel 20008 era del 3% e che con molta probabilità le persone ancora disoccupate in larga parte sono nella fascia più debole e che ricollocarsi in un mercato del lavoro sempre più selettivo è diventato difficile, soprattutto se la ricerca è affidata solo a se stessi». Alle sedi CISL si sono rivolte nel biennio 2014/15 oltre 16.000 persone di ogni età e genere per pratiche di disoccupazione o di mobilità. Da oggi sarà lo Sportello Orientamento Lavoro a dirigerne i flussi. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,30, il sabato dalle 8 alle 12. È rivolto agli iscritti CISL e a quanti vorranno iscriversi al sindacato e che in questi difficili anni di crisi hanno perso o stanno cercando un posto di lavoro.

“L’iniziativa della Sportello si inserisce in una strategia più ampia che la CISL vuole mettere in campo per avere un maggiore ruolo sul versante del mercato del lavoro e della formazione – dice Ferdinando Piccinini, segretario generale del sindacato di via Carnovali. Essere soggetto protagonista in questo ambito significa cogliere i nuovi bisogni di rappresentanza che emergono dall’universo dei giovani e dalle persone più deboli e in difficoltà nella ricerca del lavoro e  nelle transizioni lavorative». Lo sportello lavoro svolgerà un ruolo di accoglienza, ascolto e informazione, opererà su colloqui orientativi e di supporto alla redazione di curriculum vitae e alla ricerca attiva del lavoro. L’aspetto della formazione poi sarà fondamentale per  costruire un adeguato profilo professionale più “spendibile” sul mercato del lavoro e  che avverrà  in collaborazione con lo IAL. Una formazione che sia finalizzata a formare quei profili professionali maggiormente richiesti dal mercato del lavoro,  che le aziende richiedono, e  non fine a sé stessa. «Lo sportello mette al primo posto la persona – è il pensiero di Isabel Perletti, operatrice del servizio. L’obiettivo è accogliere, orientare e quindi accompagnare nel mercato del lavoro i disoccupati, le persone in cerca di prima occupazione e quelle che vogliono migliorare la propria occupabilità e la propria posizione professionale. Fornirà gli strumenti necessari per la ricerca attiva al lavoro».




IVS, Bergamo torna capitale delle valvole industriali

IVSComincia il conto alla rovescia per la seconda edizione di IVS- Industrial Valve Summit, il più importante evento internazionale organizzato in Italia dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control, promosso da Confindustria Bergamo ed Ente Fiera Promoberg, in programma a Bergamo il 24 e 25 maggio 2017.
Ribadita la formula vincente della prima edizione costituita dalla presenza contestuale di  un’esposizione fieristica di alto livello che si auspica raggiunga i 7000 mq netti di esposizione per equivalenti 7000 visitatori previsti; la presenza di un Congresso Internazionale promosso e organizzato da ISA (The International Society of Automation); una Conferenza Internazionale dal tema “The valve industry: knowledge exchange and visions for a global future” e numerosi workshop inerenti tematiche di stretta attualità per il settore in oggetto.

A complemento dell’offerta di IVS 2017,.è previsto il programma formativo di Valvecampus ( www.valvecampus.com ), spin off creato in occasione della prima edizione con l’obiettivo di fornire aggiornamenti e formazione continua ai tecnici di settore che, anche per l’edizione 2017 vedrà l’organizzazione di 4 giornate di training/visite in azienda e 12 corsi per le aziende del settore nel 2016/2017 con la presenza di docenti altamente specializzati e corsi attestati Fondimpresa con canali di finanziamento a disposizione delle aziende aderenti. “Non vi è dubbio – sostiene Guido Venturini, direttore generale di Confindustria Bergamo – che la seconda edizione di IVS attesti ancora una volta la volontà delle imprese appartenenti alla filiera dell’oil&gas, per buona parte milanesi e bergamasche, di riconfermarsi realtà di eccellenza e punto di riferimento internazionale. Fare sistema è il messaggio -ribadisce Venturini – che emerge dalle aziende che hanno aderito all’iniziativa e che sono state capaci di attrarre operatori commerciali e tecnici specializzati provenienti da tutto il mondo”. Che la squadra sia la forza e il territorio un fattore strutturale importante, lo conferma anche Ivan Rodeschini, presidente di Promoberg, che nel ricordare la vicinanza del quartiere fieristico all’asse autostradale Torino-Milano-Venezia e al terzo aeroporto italiano per numero passeggeri (oltre 10 milioni nel 2015), riconferma la posizione strategica per un evento di caratura internazionale. Arte, cultura ed enogastronomia d’eccellenza, presenti a livello locale, costituiscono un utile e funzionale complemento dell’offerta.




Fogalco dà una mano alle aziende colpite dal maltempo

SedeAscom_x_GiornaliFogalco va in aiuto delle imprese del terziario bergamasche colpite, in questi giorni, dal maltempo. La Cooperativa di garanzia di Ascom Confcommercio Bergamo ha deciso di ridurre del 50% la quota istruttoria e di diminuire in modo significativo la quota di capitale sociale che l’imprenditore deve sottoscrivere per ottenere la garanzia fideiussoria e accedere, quindi, al credito agevolato concesso dal sistema bancario. «Vista la difficile situazione che si è venuta a creare a causa del maltempo in alcune delle zone del territorio bergamasco abbiamo deciso di intervenire a sostegno dei nostri imprenditori che vogliono chiedere finanziamenti alle banche – afferma Riccardo Martinelli, presidente di Fogalco –. E’ un impegno che ci prendiamo per essere vicini ai nostri associati e a al mondo dell’imprenditoria bergamasca e del settore del terziario, provato in questi anni dalla continua  riduzione dei consumi».

Le agevolazioni sono indirizzate a sostenere gli imprenditori che decidono di ripristinare locali, attrezzature, sostituire macchinari, acquistare approvvigionamenti e scorte di magazzino danneggiati dal maltempo. Le aree di riferimento sono quelle colpite da piogge insistenti e temporali, tra cui, in particolare, la zona del Sebino. «Sarà nostro compito anche condividere e definire plafond e linee di credito con le banche convenzionate – spiega Antonio Arrigoni, direttore di Fogalco -. Siamo sicuri che il sistema bancario saprà considerare l’intervento a garanzia applicando condizioni particolarmente favorevoli».

Per maggiori informazioni sull’iniziativa contattare gli uffici della Cooperativa al numero 035-4120321.




Fusini (Ascom); “Ecco rischi e prospettive del commercio bergamasco”

Il territorio, inteso come bisogni e stili di consumo dei cittadini e offerta commerciali, è in profonda trasformazione. Gli ultimi anni hanno accelerato alcune tendenze e portato ad una diversificazione dell’offerta.

I numeri

Oscar Fusini
Oscar Fusini

Dati confortanti per il terziario bergamasco. Il numero di attività al 31 marzo 2016 è di 23.050, l’1,22% in più rispetto allo stesso periodo del 2015. In città le aziende sono 4.006, il 1,35% in più rispetto al 2015. In generale, prosegue l’incremento del numero dei pubblici esercizi e della ristorazione che nel giro di un anno sono aumentati del 2,87 %, il dato è evidente soprattutto in città dove hanno raggiunto quota 596 (+5.17% rispetto al 2015). L’apertura o la riapertura di bar e ristoranti è eccedente rispetto ad un mercato che resta comunque in difficoltà. Torna a crescere anche il settore alimentare dell’1,11%; anche per questo comparto il dato più evidente si regista in città con un incremento dei negozi alimentari del 7,41% rispetto al 2015 con 275 attività. L’aumento è dovuto all’effetto dell’apertura di attività di consumo sul posto. I negozi non alimentari restano stabili, soprattutto in provincia con +1,05% (6.136 attività), dove alle chiusure di contrappongono nuove aperture nell’ambito delle stesse tipologie; il settore fatica di più in città (+0,45%  rispetto al 2015 con 1.109 attività), dove la rete dei negozi di abbigliamento e calzature continua a soffrire. Sempre in crescita gli ambulanti (+6,10% rispetto al 2015) soprattutto extracomunitari, anche se con un trend in calo rispetto agli anni precedenti. Più difficile è la situazione dei servizi alle imprese e degli ausiliari del commercio, entrambe in leggero calo (-0,69% rispetto 2015), in particolare gli agenti di commercio, i cui numeri negli ultimi anni erano sensibilmente cresciti come sbocco lavorativo dovuto alla crisi del manifatturiero. Per quanto riguarda le zone in crescita sono la città, l’hinterland e la pianura, in difficoltà l’offerta commerciale nelle valli. I dati positivi tracciano il ritorno di una certa effervescenza nei settori del terziario. Sono dati che ci fanno piacere ma che chiedono una discreta cautela. Anche l’Osservatorio del Credito di Confcommercio ha di recente documentato, per questi primi mesi dell’anno, una crescita della fiducia degli imprenditori, un aumento del livello dei ricavi e un miglioramento della situazione relativa all’occupazione. C’è sicuramente una ripresa di fiducia sia da parte degli imprenditori che dei consumatori, ma non esiste ancora una concreta ripresa della domanda. Mi pare che la via giusta sia stata imboccata, ma sarà ancora lunga e complessa. Sia a livello cittadino che provinciale sono in crescita tutte quelle attività legate all’ospitalità, segno che il turismo sta realmente divenendo un settore trainante per la nostra economia. E questo accade soprattutto in città. I flussi turistici del nostro aeroporto iniziano ad intercettare anche l’offerta cittadina, grazie a tutto il lavoro di promozione che viene fatto a livello istituzionale. La crescita del numero dei negozi alimentari è inoltre legato non solo alla presenza di un maggior numero di turisti, ma anche ad un cambiamento dello stile dei consumi dei bergamaschi che amano uscire di più e trovare una maggior diversificazione dal punto di vista dell’offerta più ampia, perché le nuove attività  riguardano in particolare il consumo sul posto.

Consumi

Si assiste ad un approccio all’acquisto più frammentato e alla riduzione della spesa media in tutti i settori, i cui fattori si possono rintracciare in un restringimento del reddito disponibile e in una maggiore selettività nell’acquisto e sensibilità  al prezzo. Da parte del cliente è cresciuta la mobilità e la capacità di spostamento, il desiderio di acquisire maggiori informazioni sul prodotto, grazie ad Internet, e sono aumentati  gli acquisti via e-commerce.

 Il territorio

Il territorio è suddiviso nell’area aree urbana con  hinterland, area montana con le valli, l’Isola, la zona della Val Cavallina e della Val Calepio con il lago e la Bassa bergamasca. Negli ultimi anni la città ha diminuito il numero di attività, anche se questo dato è in controtendenza nell’ultimo trimestre,  ed ha guadagnato l’hinterland; hanno perso le valli montane a favore della pianura e delle valli non alpine, mentre ha guadagnato la Bassa. Gli effetti risentono della maggiore mobilità dei cittadini, dei flussi dei residenti e degli investimenti infrastrutturali che riguardano il sistema delle tangenziali nell’area omogenea, le aspettative riguardo a Brebemi sulla bassa, l’effetto dell’aeroporto sul turismo.

I settori

Negli anni abbiamo registrato una riduzione costante del settore commercio, un aumento significativo del settore turismo, una diminuzione dei servizi alle imprese ed una crescita dei servizi alla persona. Nel commercio, anche in quello di vicinato,  dal punto di vista degli occupati abbiamo registrato un aumento delle dimensioni e degli addetti. Con lo sviluppo dell’aeroporto, il turismo leisure è diventato un fattore importante per il centro cittadino e l’hinterland, oltre che per le zone montane nel periodo invernale e dei laghi per il periodo estivo. L’effetto Expo si è fatto sentire in città, così come si sta facendo sentire nella zona del Sebino l’effetto Christo. Negli ultimi anni si è arricchito anche il turismo religioso e culturale, soprattutto nei luoghi giovannei.

 La creazione di impresa

Natalità di impresa – Storicamente, le imprese nascevano per subentro, per compravendita, per passaggio generazionale o per creazione di nuova impresa. Il rapporto era di due a uno. Oggi il fenomeno si è ribaltato a uno a due (una ceduta, due create ex novo). Imprese nuove significa da un lato attività con meno storicità e minore avviamento; imprese che richiedono maggiore assistenza sul versante del credito ed in generale sullo start up; dall’altro sono però imprese giovani e maggiormente innovative, che richiedono più investimenti  sul versante finanziario.  Il rischio è che nuove attività  significhi maggior discontinuità nella proposta.

Mortalità di impresa – La mortalità d’impresa è sempre stata storicamente attorno dal 2 al 4% (700 imprese circa su 27.000), oggi è salita al 7 al 8% (1600/1800 su 21.000) e si dovrebbe assestare tra il 4 e il 5 % (900\1000 su 23.000). Maggiore turnover significa minore stabilità per la proprietà immobiliare, per gli erogatori dei servizi e per la società.

 Le reti – I distretti del commercio sono stati la novità della politica regionale per il sostegno al commercio. Oggi in Bergamasca si contano 28 distretti del commercio – 3 urbani e 25 diffusi -, che riuniscono 126 comuni su 254 e oltre il 60% dei punti vendita di vicinato coinvolti. Negli ultimi anni sono nati i distretti dell’attrattività che hanno sostituito i sistemi turistici e alcune funzioni delle Comunità montane. Oggi in Bergamasca i distretti dell’attrattività sono 10 e riuniscono l’offerta commerciale di 177 comuni e delle 7.670 attività commerciale presenti in quei territori. I vantaggi che ne derivano sono: integrazione del commercio e del turismo, partnership pubblico e privato, riduzione del numero di aree di riferimento. Il fenomeno dei distretti, conseguenza anche della riduzione delle risorse pubbliche e dei contributi erogati a pioggia, ha potenziato il sostegno all’innovazione, alla sicurezza, alla sostenibilità ambientale e sta contribuendo alla riduzione del rischio desertificazione nei centri urbani.

* Direttore di Ascom Confcommercio Bergamo



Dalmine, l’Ascom all’incontro su gioco d’azzardo e Codice etico

Putting Money Into the Slots
Putting Money Into the Slots

Il comune di Dalmine, in collaborazione con l’Ambito Territoriale, ha promosso una pluralità di azioni volte alla prevenzione ed alla riduzione delle conseguenze negative del gioco d’azzardo patologico. Tali azioni hanno ottenuto il sostegno ed il finanziamento da parte dell’assessorato Sicurezza e Territorio di Regione Lombardia che ha finanziato il progetto all’interno del bando “per lo sviluppo e il consolidamento di azioni di prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito”. Il gioco d’azzardo è un fenomeno che nell’ultimo ventennio si è reso protagonista di una diffusione capillare trasversale a tutte le fasce della popolazione. Le stime, le indagini promosse sia a livello nazionale che a livello locale evidenziano sempre di più elementi di forte preoccupazione per l’impatto che questo fenomeno ha sulle persone più fragili, sulle famiglie, sull’intero sistema sociale. Il consiglio comunale di Dalmine, nella seduta dell’ 11 aprile scorso, ha approvato delle modifiche al regolamento comunale di applicazione della TARI che introduce sgravi fiscali  per gli esercenti che decidono di dismettere apparecchi elettronici per il gioco d’azzardo. Il medesimo regolamento prevede in modo diversificato sgravi anche per gli esercenti che intendono aderire alla sottoscrizione del Codice Etico, promosso dal tavolo inter-istituzionale costituito presso il Dipartimento Dipendenze dell’Asl della Provincia di Bergamo lo scorso anno.

All’incontro del prossimo 22 giugno (ore 15, nella sala consiliare del comune di Dalmine) saranno presenti: rappresentanti delle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti, il responsabile dell’U.O. prevenzione e interventi di prossimità dell’ATS di Bergamo e sarà l’occasione per illustrare nel dettaglio le misura adottate. Durante l’incontro saranno presentati anche i primissimi dati relativi alla mappatura dei locali con installato apparecchi da gioco censiti sul territorio dell’Ambito di Dalmine e le azioni che si stanno realizzando  in collaborazione con i numerosi  partner. “Il codice etico – afferma il sindaco di Dalmine Lorella Alessio, presidente dell’assemblea dei Sindaci – è uno strumento condiviso al tavolo inter-istituzionale costituito presso l’Ats ed ha visto coinvolti oltre al Dipartimento dipendenze della stessa Ats, rappresentanti della questura, delle polizie locali, delle associazioni dei consumatori, dei gruppi di auto-mutuo aiuto, degli enti accreditati, di numerose associazioni che si occupano di prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico”. “Riconoscere lo sgravio fiscale non solo a coloro che dismettono apparecchi da gioco ma anche a quanti decidono di sottoscrivere il codice etico promosso dall’Ats, è un tentativo di promuovere azioni che vadano nella direzioni culturale ed educativa di ricercare punti di incontro tra la situazione legislativa attuale che permette tale attività e processi che possano tutelare e proteggere le persone più deboli”.




Le sette insegne che hanno partecipato all’incontro

Ecco le sette insegne presenti all’incontro promosso da Assofranchising e Ascom Confcommercio Bergamo

 CAREDENT

CareDent è un gruppo internazionale di cliniche odontoiatriche in franchising che fornisce cure dentistiche di alta qualità al miglior prezzo. Punti di forza del marchio CareDent sono: la presenza di tutte le specialità odontoiatriche, l’alta qualità dei trattamenti garantita da medici di elevata professionalità e l’impiego di materiali con marchi di primaria importanza mondiale. Principale caratteristica del franchising CareDent è il format innovativo per un mercato italiano con enormi potenzialità di crescita.

tavolo imprenditori1ERBORISTERIE FARMANATURA

Se cercate di immaginare un punto vendita Farmanatura, cancellate l’idea di un vecchio negozio di ispirazione olistica. Farmanatura non è un negozio di medicine alternative, né una profumeria naturale, né un negozio di alimentari Bio. Farmanatura è un moderno punto vendita specializzato, in grado di soddisfare le più ampie esigenze di benessere nell’ottica del naturale. Farmanatura nasce nel 1996 realizzando un punto vendita con una proposta innovativa ed originale. La mission è quella di migliorare il grado di benessere del cliente con una proposta commerciale chiara, corretta e moderna senza sconfinare in comportamenti esasperati.

FIORITO

Fiorito è un franchising italiano di fiori e piante in cui il cliente è sempre il protagonista assoluto: liberamente guarda, sceglie e decide cosa acquistare con la formula del “Fai da Te”. Primo in Italia, con la sua formula del libero servizio, Fiorito nasce nel 2009. È frutto di un progetto innovativo e rivoluzionario che ha saputo, attraverso metodi ed idee nuove, trasformare con successo il mercato del fiore. Fiorito propone in Italia un concetto unico ed innovativo riguardante in particolare la vendita di fiori recisi, piante verdi e fiorite, composizioni già pronte e bouquet già confezionate, accessori.

TRYBA

Primo e unico franchising in Italia di finestre, porte e tapparelle in Pvc e alluminio. Scegliere Tryba oggi significa divenire ambasciatori di un’azienda di riferimento e riconosciuta al primo posto nel mercato degli infissi in Europa da 35 anni. La cura del dettaglio e la ricerca dell’eccellenza sono le priorità dei collaboratori Tryba. L’innovazione associata alla disciplina industriale e al savoir-faire artigianale assicurano una dinamica di lavoro tra le più efficaci.

KIDS&US

Kids&Us è l’innovativo metodo che insegna l’inglese ai bambini a partire dal primo anno di età, basandosi su quello che è il naturale processo di apprendimento della lingua materna. Un metodo che parte dall’ascolto per poi passare alla comprensione, alla parola e solo infine alla lettura e scrittura. Kids&Us adotta una full immersion linguistica servendosi dell’intera capacità di apprendimento innata nei bambini ovvero attraverso giochi, racconti, canti e balli. Le classi sono suddivise in base alle fasce di età: Babies (1 e 2 anni) dove i più piccoli seguono le lezioni accompagnati da uno dei genitori, Kids (dai 3 agli 8 anni), Tweens (dai 9 ai 12 anni) e Teens (dai 13 ai 18 anni).

IDRONI

iDroni è un brand nato da un’ idea di imprenditori attivi da oltre 15 anni nel settore del franchising operativo in Italia. Il loro know-how proviene dal mondo delle telecomunicazioni e, grazie all’esperienza maturata nel settore, si propone come prima rete di affiliazione e franchising nel settore SAPR, avvalendosi di ampie analogie con il mercato specialist della telefonia e It. La sede operativa e amministrativa è a Bergamo.

LATTERIA UGOLINI

Latteria Ugolini, gelateria self-service d’eccellenza, è da sempre garanzia di qualità assoluta. L’ottimo prodotto, unito ad una formula di offerta che passa attraverso la possibilità del cliente di creare il proprio gelato autonomamente scegliendo formato (cono o coppetta), gusti e decorazioni, sancisce il successo del format. Inoltre tutti i gelati sono senza glutine e preparati al momento, i sorbetti, senza lattosio e addolciti con fruttosio, sono anche adatti ad una dieta vegana. Il format di negozio necessita di poco personale, il processo di preparazione è facile ed intuitivo, la profittabilità finale è alta.




Malvestiti: “Un settore importante, capace di creare e formare imprenditori”

di Paolo Malvestiti*

Paolo Malvestiti
Paolo Malvestiti

E’ con piacere che oggi ospitiamo una delle tappe del tour promosso da Assofranchising, che ha toccato già diverse città italiane. Ringrazio il presidente di Assofrachinsing Italo Bussoli che ha scelto la nostra città e la nostra Associazione per approfondire insieme al mondo imprenditoriale bergamasco questo modello di fare impresa. Il franchising si sta facendo strada anche nella nostra provincia come strumento di innovazione e di flessibilità, non solo per chi vuole aprire una nuova attività ma anche per chi vuole riconvertire la propria. Pur non essendoci una fonte diretta di rivelazione degli esercizi che aderiscono alle diverse forme di affiliazione, è evidente che a Bergamo, in particolare nel centro città e nelle gallerie dei centri commerciali, siano molti gli imprenditori che abbiano scelto questa forma d’impresa. Formula che può essere un’ottima opportunità per chi vuole mettersi in gioco, con minori rischi. Il franchising è sicuramente uno dei format commerciali più innovativi e flessibili che sfidano il mercato, e nello stesso tempo documentano come il terziario rimane, nonostante tutto, un settore in fermento, ricco di proposte e di iniziative sempre nuove, anche in un contesto congiunturale di grave difficoltà economica.

Ciò che è più significativo è l’apprezzamento dei consumatori per un modello distributivo in grado di rispondere alle esigenze di un mercato orientato verso il miglior rapporto prezzo-qualità, soprattutto nelle categorie che fanno da traino come la  ristorazione, gdo food, l’abbigliamento e le agenzie immobiliari. Altro aspetto importante del franchising è la capacità di creare e formare imprenditori, elemento fondamentale nel contesto attuale proprio per la fragilità di una parte di questa nuova classe imprenditoriale che si affaccia sul mercato. Queste motivazioni ci hanno spinto ad aprire nei mesi scorsi nella nostra sede uno sportello dedicato al franchising, che vuole da un lato assistere i potenziali affiliati e dall’altro fare da “ponte” tra Assofranchising e gli imprenditori bergamaschi che, forti della propria esperienza lavorativa, desiderano estendere il proprio business. Il nuovo servizio si aggiunge alle tante proposte di assistenza all’impresa e all’imprenditore che Ascom mette a disposizione dei propri associati che, in un momento di difficoltà come l’attuale, vogliono innovarsi e aprirsi ad un mercato più ampio. Prima di chiudere un ringraziamento va  a Emanuele Basile coordinatore degli Sportelli franchising, a Pietro Bresciani che coordina lo sportello di Ascom e a tutti coloro che interverranno durante questa giornata di lavoro.

* presidente dell’Ascom Confcommercio Bergamo




Il convegno / Bussoli: «Il franchising ha tenuto testa anche alla crisi»

Franchising Ascom

«Il franchising è un settore che funziona e che ha mostrato di funzionare anche negli anni più difficili della grande crisi». A dirlo è Italo Bussoli, presidente e segretario generale di Assofranchising, che oggi è intervenuto all’Ascom di Bergamo per presentare la tappa orobica del tour “Franchising: diventare imprenditori di successo”, incontro promosso in diverse città italiane per presentare le caratteristiche e i vantaggi del franchising per chi desidera avviare o riconvertire un’attività commerciale. I numeri gli danno ragione.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio permanente del Franchising della Sapienza di Roma, dal 2008 al 2014 il comparto non solo ha tenuto ma ha registrato anche spunti positivi: a parte una lieve flessione nel numero di punti vendita (-2,6%), tutti gli altri indici sono in crescita: giro d’affari (+ 4,2%), numero d’ insegne franchisor (+15% circa), addetti occupati (+4,1%). Anche il bilancio del 2015 è positivo. Lo scorso anno si è chiuso con un giro di affari 23 miliardi e 300 milioni (+0,4% rispetto al 2014), 947 insegne attive (+ 0,6%), oltre 50mila punti vendita (+0,8%), e 188mila addetti occupati, (+0,7%), con una media di occupati per singolo punto vendita (compreso il franchisee), di 3-4 addetti.

Come si presenta oggi il mercato del franchising?

«Le merceologie sono circa 30 e continuano ad essere le stesse. La grande distribuzione conferma una grande forza, aumenta il settore abbigliamento uomo e donna, e il settore intimo va benissimo. I settori calzature e pelletteria sono in crescita, l’ottica funziona bene e anche i servizi hanno stanno avendo risultati positivi. Sono invece in discesa le agenzie turistiche, le gioiellerie e le bigiotterie e la cosmetica. Il dato nuovo e più significativo è il forte aumento, addirittura dell’ 11,3%, delle reti italiane all’estero. Negli ultimi due-tre anni i marchi hanno manifestato una propensione a esportare il proprio format all’estero, in risposta anche alla contrazione del mercato italiano».

Franchising1Quali sono le ubicazioni più richieste?

«La stragrande maggioranza di aperture, più dell’80%, avviene in città. Questo anche grazie alle misure di riqualificazione dei centri urbani in atto che facilitano il posizionamento nei centri cittadini. I centri commerciali sono un business a sé, che riguarda e interessa i marchi più grandi che devono avere un brand riconoscibile».

Crede che ci siano ancora margini di crescita per il comparto?

«Ci attendiamo di sicuro un trend in crescita. Per un fatto semplice, il franchising in Italia è ancora un mercato piccolo rispetto ad altri  grandi mercati europei come la Germania, la Francia e, soprattutto, gli Stati Uniti, dove il franchising supera il 38%, quindi può solo svilupparsi. Inoltre, il mercato negli ultimi anni favorisce e premia le esperienze di rete. Bisogna considerare anche un aspetto: il franchising è un settore che ha due punti di forza importanti: è un comparto fatto di giovani – oltre l’85% sono sotto i 45 anni – e di donne, il 39% dei punti vendita è aperto da imprenditrici».

Oggi a Bergamo si tiene la tappa orobica del road show “Franchising: diventare imprenditori di successo”. Qual è il senso di questi incontri?

«Assofranchising ha stretto un’alleanza forte con Confcommercio-Imprese per l’Italia per il sostegno e la diffusione del franchising. Questa collaborazione sta funzionando bene, nel giro di due anni sono nati 50 sportelli su tutto il territorio italiano presso altrettante Ascom provinciali. Sono centri d’informazione e consulenza gratuita sul franchising per commercianti in attività che vogliono riposizionarsi in modo più competitivo sul mercato e per giovani e donne che vogliono avviare un’attività in proprio in condizioni di minor rischio rispetto a farlo da soli. Assofranchising ha erogato la formazione ai responsabili degli sportelli, perché possano supportare chi è interessato ad avvicinarsi al franchisingI road show negli sportelli Franchising Ascom hanno l’obiettivo di far conoscere questo servizio e le aziende presenti sul territorio aggiungendo una opportunità per gli imprenditori del commercio».

 




TIME, l’Esperia Industrial Museum apre le porte al territorio

L’apertura delle sue porte al Territorio, è in programma per oggi. A nemmeno quattro giorni dall’inaugurazione, infatti, il Museo TIME (acronimo di Tessile, Informatica, Meccanica ed Elettrotecnica, i quattro principali Corsi attivati ndr) ospiterà nella sua sala meeting (250 posti a sedere) il convegno di un’associazione di periti. Ma sarà in autunno (tra la metà di settembre e quella di ottobre) che l’Esperia Industrial Museum (sinonimo di TIME) comincerà a cimentarsi nel ruolo (anche) di nuova location per eventi. “Ospiteremo il Pmi Day, successivamente una mostra-convegno centrata sul rapporto Donne, Storia e Lavoro ed, infine, uno stand di BergamoScienza” esordisce soddisfatto il preside, Imerio Chiappa. Negli attuali 650 mq, completamenti recuperati e ristrutturati del primo Museo scolastico della provincia, c’è anche un’area espositiva in cui è stata collocata una ventina di ‘pezzi’ tra quelli che hanno fatto la storia dell’industria bergamasca. Una parete di “prisme” separa la zona da altri 200 mq. dove ci si augura di poter presto attrezzare un Laboratorio territoriale per l’occupabilità. “Attendiamo di conoscere l’esito del bando, cui abbiamo partecipato insieme all’Isis Natta e al Kilometro Rosso” precisa il preside. E a luglio il verdetto dovrebbe essere reso noto.

Un traguardo, quello del passaggio da 650 a 850 mq, atteso sia per dare corpo alla dichiarata ‘polivalenza’ di TIME sia per dimostrare ai sostenitori dell’iniziativa (da Alberto Bombassei a Domenico Bosatelli, da Roberto Sestini a Gianpiero Cacciavillani, da Battista Azzola a Mario Guizzetti, da Confindustria Bergamo ad Ubi Banca, dal Comitato pro Istituti Paleocapa e Natta ai Maestri del lavoro fino al Museo del Tessile di Leffe) che le donazioni (in danaro, in macchinari storici o più recenti, in progetti e in materiali piuttosto che in ore di lavoro gratuito) stimate dal presidente dell’Associazione ex allievi dell’Esperia, Alessandro Gigli, in circa 200mila euro complessivi, sono state un buon investimento per un’ottima causa: garantire all’Esperia di continuare ad essere fucina di uomini e donne che faranno le prossime rivoluzioni industriali.

(servizio fotografico di Domenico Gaeni)