Né bianca né rosa, a Lovere la notte è Romantica

C’è la Notte Rosa della Riviera adriatica, ci sono le notti bianche che animano ormai ogni paese e c’è anche la Notte Romantica. È quella promossa a livello nazionale dal Club dei Borghi più belli d’Italia, in programma sabato 25 giugno, in occasione del Solstizio d’estate. Un evento che si rivolge a chi cerca, più che i ritmi frenetici e chiassosi dei party estivi, le atmosfere suggestive di piccoli centri lungo la Penisola. Tra loro c’è anche Lovere, che celebrerà l’appuntamento con concerti e spettacoli itineranti, illuminazione scenografica della piazza 13 Martiri e degli angoli più caratteristici del borgo medievale, menù a tema nei ristoranti aderenti all’iniziativa e “dolce romantico” per tutti, per celebrare l’amore e la bellezza in tutte le sue forme.

Il Club ha anche lanciato un concorso su Instagram #BorgoRomantico2016 al quale tutti i protagonisti di questa magica notte potranno partecipare inviando le loro foto a tema “Amore e Bellezza”, realizzate in uno dei 253 Borghi più belli d’Italia. Il vincitore sarà premiato con un weekend in uno dei Borghi e farà aggiudicare il titolo di Borgo Romantico 2016.

In Bergamasca anche Gromo fa parte del Club i Borghi più belli d’Italia.




Aeroporto di Orio, inaugurata la nuova area enogastronomica “Italy Loves Food” – Guarda il video

Italy Loves Food conferenza

 

Guarda il video della presentazione

 

 

L’Aeroporto di Milano Bergamo ha tenuto a battesimo la nuova area dedicata alle eccellenze enogastronomiche della Lombardia e nazionali, denominata emblematicamente “Italy loves food”, che sorge nella piazzetta Ilario Testa all’interno del terminal partenze. Un format innovativo nell’ambito del travel retail e in particolare nelle modalità di vendita del prodotto d’asporto, somministrazione e promozione della cultura enogastronomica, che il gestore aeroportuale SACBO ebbe modo di illustrare nel settembre 2015 nel corso di EXPO. La presentazione ufficiale è avvenuta sabato 11 giugno 2016 alla presenza di Miro Radici, presidente di SACBO, di Claudia Maria Terzi, assessore all’Ambiente e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, del sindaco di Bergamo Giorgio Gori e dei consorzi e marchi rappresentati nel contesto di “Italy loves food”. La nuova area, caratterizzata dalla presenza di brand di primissimo livello, è stata rivisitata ponendo al centro il winegate11 Franciacorta, vera e propria oasi di somministrazione all’insegna dell’alta qualità e ricercatezza.

“Italy loves fItaly Loves Food conferenza 2ood” si fregia della partnership dello stesso Consorzio Franciacorta, di Parmigiano Reggiano, ed è presidio di Slow Food e di East Lombardy nell’ambito del progetto “Lombardia Orientale 2017 – Regione Europea della Gastronomia”. In tal senso l’Aeroporto di Milano Bergamo diventa una vetrina privilegiata di specialità esclusive e dell’alta qualità in cucina rappresentata da chef e ristoratori di prestigio. Un biglietto da visita che mira a trasformare i passeggeri in transito in opinion makers, consentendo ai prodotti enogastronomici di intraprendere un viaggio verso le destinazioni e le regioni d’Europa servite dall’Aeroporto di Milano Bergamo. Un processo di disseminazione che trasforma ulteriormente la missione e la funzione dell’aeroporto, terzo scalo italiano con un movimento annuo di oltre 10 milioni di passeggeri, forte della posizione baricentrica nell’area nord-est della Lombardia che lo rende facilmente accessibile attraverso la rete autostradale, anche dalle province e regioni limitrofe. Il progetto “Italy loves food” è stato reso possibile dal programma di potenziamento delle infrastrutture aeroportuali varato da SACBO, dalla creazione di spazi ampi e confortevoli che, abbinati a una serie di servizi dedicati e un’offerta commerciale ricca e variegata, permettono di rendere gradevole l’attesa dell’imbarco.

 

 

 

 




Nuova Gamec, Valesini a Tentorio: “Perché non l’avete fatta voi?”

Nuova Gamec“L’ex sindaco Tentorio afferma, parlando della Gamec, che già due anni fa il Comune avrebbe potuto accettare la donazione della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, pronta a suo dire a mettere a disposizione 4,5 milioni “a fondo perduto” per una allestire la nuova sede della Galleria negli spazi degli ex Magazzini Generali. La scelta della nuova Giunta, che ha avviato uno studio di fattibilità per portare la GAMeC al Palazzetto dello Sport, è vista quindi come “un passo indietro” e “una grave perdita di tempo”.

La domanda che sorge spontanea è: visto che la cosa era così a portata di mano, perché Tentorio non l’ha concretizzata quand’era sindaco? Del trasferimento della GAMeC ai Magazzini Generali si è cominciato infatti a parlare nel 2011: perché la decisione non è stata perfezionata dalla scorsa amministrazione? La verità è che quando nuova Giunta si è insediata, a metà del 2014, la pratica era solo all’inizio del suo cammino e il progetto presentava numerosi problemi irrisolti: quello viabilistico in primo luogo, con via Rovelli – l’unico asse alternativo a via Borgo Palazzo per l’ingresso e l’uscita dalla città in direzione est – schiacciata tra i vecchi magazzini i binari della ferrovia; quello dell’effettiva possibilità di acquisire da RFI il sedime necessario a far passare la strada; quello della variante al PGT (neppure adottata dalla scorsa maggioranza) necessaria per ripristinare le volumetrie richieste dal progetto.

Dal giorno in cui abbiamo preso in mano il “dossier GAMeC” abbiamo evidenziato questi problemi e chiesto una modifica del progetto. Senza escludere di principio che la GAMeC potesse trovare collocazione in via Rovelli, ma manifestando una chiara preferenza per una localizzazione più centrale, vicina all’Accademia Carrara e coerente con la previsione del “Polo della Cultura e del Tempo libero” contenuta nel PGT. Lo studio di fattibilità concordato con la Fondazione Banca Popolare di Bergamo ci fornirà a questo punto elementi di valutazione sull’ipotesi del Palazzetto dello Sport, che al momento ci appare di gran lunga la più concreta. Sappiamo del resto che di un nuovo Palasport la città ha urgentemente bisogno. Lo sapeva anche l’ex sindaco Tentorio, che pure su questo fronte non ha però combinato molto”.

 




«Da Confcommercio una sferzata: il cambiamento non è più rimandabile»

Foto con i colleghi per Livio Bresciani (secondo da sinistra) all'assemblea della Confcommerico, Al suo fianco la giovane imprenditrice Silvia Galvani, che ha portato la propria testimonianza
Foto con i colleghi per Livio Bresciani (secondo da sinistra) all’assemblea della Confcommercio. Al suo fianco la giovane imprenditrice Silvia Galvani, che ha portato la propria testimonianza nel corso dei lavori

Naturalmente ci sono i temi, il dibattito, le proposte, le risposte. Ma un’assemblea è data anche dallo spirito generale che è in grado di trasmette. Ed è su questo aspetto che si sofferma Livio Bresciani, componente del Consiglio direttivo dell’Ascom di Bergamo, di ritorno dall’assemblea generale della Confcommercio di Roma. «Ho partecipato a numerose assemblee confederali – ricorda -, ma mai come in questa occasione si è vissuto un così grande momento associativo. Il presidente Sangalli è stato uno straordinario trascinatore, elencando punto dopo punto i bisogni e le richieste delle imprese del terziario per dare una base più solida agli ancora timidi segnali di ripresa. La necessità di una profonda riforma fiscale, il lavoro, il turismo, il credito: tanti argomenti che hanno ricevuto attenzione da parte del mondo politico, che ha mostrato la volontà di confrontarsi, di cercare risposte insieme». «L’appuntamento – rileva – ha confutato nettamente l’idea che le associazioni di categoria siano una zavorra. Nella Confcommercio le istituzioni e gli imprenditori in platea hanno trovato un soggetto vivo, compatto e propositivo. Credo sia questa la nota più positiva dell’intera giornata».

C’è insomma aria nuova, la volontà di costruire, ognuno per la propria parte, un cambiamento che non è più rimandabile. E del quale il mondo imprenditoriale stesso ha voluto offrire esempio e stimolo. In assemblea ha infatti portato la propria testimonianza una giovane imprenditrice, Silvia Galvagni, trentenne plurilaureata che ha scelto di rientrare dagli Stati Uniti a L’Aquila per portare avanti l’attività di famiglia nel dettaglio alimentare. «Può essere considerata un simbolo del nuovo commercio – evidenzia Bresciani che è anche vicepresidente nazionale della Fida, la Federazione dei dettaglianti alimentari -. Una giovane che ha scelto di credere nel lavoro di famiglia e di portarlo avanti con nuove conoscenze e competenze. È il segnale che si può guardare ad un futuro diverso per il settore».

Anche il premier Renzi ha spinto nella stessa direzione. «I fischi quanto ha parlato del bonus di ottanta euro – spiega il rappresentante bergamasco – sono stati indirizzati da pochi e il resto della platea non li ha seguiti. Ha puntato sul riscatto dell’orgoglio nazionale e sulla spinta al rinnovamento, lanciando molti input, l’inserimento delle nuove leve, l’innovazione tecnologica e il fatto che, con il commercio elettronico, anche per le nostre attività il mercato è diventato il mondo». «Non c’è che dire, la compattezza della categoria e la forza del nostro presidente Sangalli da un lato – conclude – e l’atteggiamento positivo del governo ci hanno fatto tornare nelle nostre aziende con la voglia di ripartire, di pensare da subito a qualcosa di nuovo per le nostre attività».

assemblea confcommercio 2016




Rimandata anche Treviva, appuntamento a luglio

treviva

Anche Treviva si arrende di fronte alle cattive condizioni meteo. La manifestazione che trasforma il centro di Treviolo in un contenitore di musica, spettacolo, percorsi enogastronomici e culturali, giochi ed attività per ragazzi e sportivi, in programma per sabato 11 e domenica 12 giugno, è stata rimandata a luglio, al fine settimana del 23 e 24, per la precisione.

L’evento promette di ritornare con il ricco carnet di proposte previste per la data originale, tra le quali il dj set di Roberto Ferrari di Radio Deejay, lo spettacolo di cabaret dei Panpers (Colorado Cafè), il concerto dei Moseek (X-Factor 2015) e Davide de Marinis con le canzoni di Battisti. Accanto ai nomi di richiamo, il menù offre laboratori per bambini e numerosi concerti, distribuiti in ben tre palchi, e ancora, iniziative sportive e culturali. Un posto di primo piano lo hanno le attività commerciali, che faranno conoscere la propria proposta, e i pubblici esercizi che prepareranno un’ampia offerta di street food e di stand commerciali.

 




Dichiarazione dei redditi e canone Rai, il camper dell’Agenzia delle Entrate arriva a Bergamo

il fisco mette le ruoteContinua la manifestazione itinerante “Il fisco mette le ruote” e, dopo Trento, il camper dell’Agenzia delle Entrate farà tappa anche in Lombardia, a Bergamo, in piazza Matteotti, il prossimo 14 giugno, con orario continuato dalle 10 alle 18. È il camper adibito a ufficio mobile che si sposta su tutto il territorio nazionale per offrire informazioni e assistenza fiscale ai contribuenti. Un vero e proprio front-office, dove i funzionari sono a disposizione dei cittadini per fornire i servizi quotidianamente offerti presso gli uffici territoriali.

Anche quest’anno protagonista della manifestazione itinerante sarà la dichiarazione precompilata. Presso l’ufficio mobile i cittadini avranno la possibilità di richiedere il codice Pin per l’accesso alla propria dichiarazione e chiedere informazioni sulle novità introdotte, sulla compilazione e trasmissione. Dalla prima entrata in vigore, il modello precompilato si è infatti arricchito di dati, come le spese mediche e inoltre, da quest’anno, la dichiarazione precompilata è disponibile anche per i cittadini che presentano Unico Pf (Persone fisiche).

I funzionari delle Entrate forniranno ai contribuenti anche gli altri servizi di informazione e assistenza fiscale abitualmente disponibili presso gli uffici territoriali tra cui, ad esempio, il rilascio di codici fiscali e partite Iva, la registrazione di contratti di locazione, informazioni su successioni, chiarimenti su comunicazioni di irregolarità e iscrizioni a ruolo, servizi di consultazione delle quotazioni immobiliari, visure catastali e ispezioni ipotecarie.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Comune di Bergamo che ha concesso gli spazi e l’ospitalità.

Ulteriore novità 2016 è la presenza di funzionari della Rai che l’ufficio mobile ospiterà per illustrare le nuove modalità di pagamento del canone tv, rispondere ai quesiti dei cittadini sui casi di esenzione e su come presentare la dichiarazione sostitutiva per evitare l’addebito del canone nella bolletta dell’elettricità.

Da quest’anno saranno presenti sul camper anche rappresentanti dell’ENS – Ente nazionale sordi, che provvederanno alla traduzione delle informazioni fiscali nella lingua dei segni per i contribuenti che dovessero averne necessità.

Maggiori informazioni e aggiornamenti sul progetto “Il Fisco mette le ruote” e sul nuovo modello di dichiarazione precompilata sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate all’indirizzo www.agenziaentrate.gov.it




Gli svizzeri dicono “no” al reddito minimo, ma in Italia potremmo farci un pensierino

Reddito minimo in SvizzeraSi può pensare che qualcuno possa rinunciare a ricevere, gratis et amore dei, 2mila euro per tutta la vita? Chi butterebbe nel cestino una vincita alla lotteria istantanea “Turista per sempre”, senza neanche aver speso i soldi del biglietto, ottenuto solo per essersi iscritti a una sorte di sito chiamato anagrafe? Solo gli svizzeri, probabilmente. Come infatti hanno fatto, con una valanga di “no”, alla proposta di introdurre un reddito di base incondizionato per ogni cittadino, dalla nascita alla morte. Sarebbe quel reddito di cittadinanza che qualcuno vorrebbe introdurre anche in Italia. Bellissima come idea, quella di fare in modo che tutta la popolazione possa condurre “un’esistenza dignitosa” e partecipare alla vita pubblica. Il referendum per i promotori aveva anche una base “filosofica”: era una provocazione per invitare a ragionare sul fatto che in Svizzera, come del resto in tutto il Mondo occidentale, si perdono sempre più posti di lavoro a causa dell’automazione della produzione, mentre una percentuale significativa e crescente di persone svolge un lavoro non riconosciuto e non pagato, come la cura dei bambini e soprattutto di parenti malati o anziani.

La riflessione è giusta, ma per pagare tutti, i soldi si devono comunque recuperare da qualche parte e stamparli tipo Monopoli non è una soluzione accettabile. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha detto chiaramente che il reddito minimo “o lo porta l’arcangelo Gabriele o deve essere prodotto da quelli che lavorano”. I quali, in Italia, già mantengono in media con quasi il 40% del loro reddito lo Stato. Che attraverso le varie sovvenzioni già adesso fa vivere una parte non insignificante degli italiani alle spalle degli altri. A volte legalmente, secondo una civile forma di convivenza che riconosce la solidarietà, anche se questa a volte sconfina nella presa in giro. A volte illegalmente, in un Paese che si divide in fessi e furbi, e non solo in uomini e caporali, e dove l’indebito finisce per essere considerato un atto dovuto o un diritto acquisito. Si può immaginare quindi che l’occasione di avere un reddito per non fare niente in Italia possa essere considerata ghiotta da chi ritiene che a pagare ci sia sempre alla fine un Pantalone. In Svizzera invece no. Nel referendum non veniva specificato quanto sarebbe stato regalato ogni mese, perché la questione sarebbe stata delegata al legislatore. In ogni caso sono cifre al cui confronto gli 80 euro che Renzi fa uscire in tutte le salse sono acqua fresca. I promotori dell’iniziativa ipotizzavano infatti 2.500 franchi al mese (circa 2.250 euro) per gli adulti e 625 franchi (circa 560 euro) per i minorenni, da versare, secondo le versioni più estreme, indipendentemente dal reddito e dalla situazione patrimoniale dei beneficiari, a ogni cittadino e perfino ai residenti regolari da oltre cinque anni. Il pagamento indistinto, visto dall’Italia, servirebbe anche per tagliare la testa al toro di tutte le autodichiarazioni e degli Isee “taroccati”. Va precisato che 2.250 euro sono una bella cifra, peraltro esentasse, superiore a molti stipendi italiani, ma corrisponde a un terzo del reddito medio svizzero, che è di circa 6.700 franchi (5.900 euro), a fronte di un costo della vita superiore al nostro. In Italia, dove il reddito medio è circa la metà di quello svizzero, si può dire che la proposta al referendum avrebbe potuto riguardare circa 1.100 euro al mese, più o meno il livello massimo della cassa integrazione. Eppure nessuno dei 26 Cantoni del Paese e il 76,9% dei votanti  – era necessaria la doppia maggioranza – ha approvato la proposta. Perché il “contratto sociale” è pericoloso ed utopistico. E caso mai preoccupa il fatto che uno svizzero su cinque abbia votato a favore pensando che possa essere sostenibile.

Stando ai sondaggi condotti prima del voto la diffidenza contro il reddito di base incondizionato è legata a due motivi: il timore che un reddito mensile garantito agisse da disincentivo al lavoro – e c’è chi farebbe la firma per una vita da cassintegrato, magari con qualche integrazione in nero – e la convinzione che la proposta, il cui costo era stato stimato dagli oppositori in circa 209 miliardi di franchi all’anno (quasi 190 miliardi di euro), non fosse assolutamente finanziabile. Questo in un Paese di 8 milioni di abitanti come la Svizzera, figuriamoci in Italia che ha una popolazione di 60 milioni. Eppure paradossalmente nel nostro Paese, dove una proposta del genere sarebbe in ogni caso insostenibile e non solo per via del debito pubblico, ci sarebbero alcuni vantaggi. Va detto che il reddito di cittadinanza proposto in Svizzera avrebbe riassorbito tutti gli altri strumenti di welfare. Quindi niente più assegni di disoccupazione e ammortizzatori sociali, pensioni minime, assegni familiari e così via. E presumibilmente anche via a buona parte delle detrazioni fiscali, in un disboscamento della burocrazia e una semplificazione senza precedenti, con l’eliminazione di tutte le eccezioni e di tutti i privilegi veri e presunti. Se si pensa che in Italia la percentuale di Prodotto interno lordo per prestazioni sociali è vicina al 29% forse qualche professionista della vita di espedienti con un reddito di cittadinanza andrebbe finito addirittura per perderci. Molti osservatori svizzeri avevano fatto notare che un reddito di cittadinanza così alto avrebbe messo in pericolo la meritocrazia. In Italia questa è così rara che non ci sarebbero rischi su questo fronte, ma probabilmente ci sarebbero troppi italiani che, fatti due calcoli, tra guadagnare mille euro tutta la vita senza lavorare e guadagnare poco di più lavorando fino a un’età della pensione che continua a spostarsi non avrebbero dubbi sulla scelta. Del resto, se il sistema fosse sostenibile, diventa difficile dare loro torto.




Arlecchino, da mezzo secolo protagonista della ristorazione bergamasca

C’è aria di festa al ristorante-pizzeria Arlecchino di Bergamo. Il locale di piazza Sant’Anna, indirizzo storico della ristorazione orobica che ha ospitato generazioni di bergamaschi, domenica spegnerà 49 candeline e segnerà una altra tappa del suo cammino fatto di cibo e ospitalità. L’anniversario è importante due volte perché coincide con la storia della pizza a Bergamo.

Il segreto di tanta longevità sta in una formula che, nonostante sia passato quasi mezzo secolo, non è mai cambiata. Il sorriso che ti accoglie ogni volta che vai, l’accoglienza mai artefatta, il tono famigliare e la cucina semplice e essenziale che si fa valore.

A Bergamo “l’Arlecchino” lo conoscono tutti, ci sono passate generazioni di bergamaschi: ragazzi, famiglie, politici, sportivi, professionisti, attori.

La storia inizia il 12 giugno 1967 quando Franco Previtali, insieme all’amico e collega Orazio Lazzari aprono il loro ristorante. Franco ha 23 anni, è la prima pizzeria gestita da bergamaschi in città e ad aiutarli ci sono le mogli, Emilia e Lucia.

Originario di Bianzano, Franco, classe ’43, energia, simpatia e piglio deciso, ha una preparazione poliedrica: ha imparato il mestiere sul campo, al forno delle pizze, al bar, in cucina, in sala, in gelateria. Prima di aprire il ristorante lavora al Pianone, al Dell’Angelo in via Borgo Santa Caterina e alla Marianna, dove conosce il futuro socio. Sono anni d’oro, quelli, e giorno dopo giorno Franco intreccia la vita con la cucina senza mai perdere di vista l’unica cosa che per lui conta davvero: «far stare bene la gente».

Franco Previtali
Franco Previtali

Altri tempi, anche se l’idea di convivialità è rimasta la stessa. Franco Previtali è stato uno dei primi bergamaschi a credere nelle potenzialità della pizza. L’intuizione di far scoprire ai bergamaschi questo piatto e, anni dopo, la decisione di proporre tra i primi il piatto unico, segna la storia del locale trasformandolo in pochi anni in uno degli indirizzi più apprezzati da chi ama la buona pizza e la buona cucina.

Il sodalizio con Orazio Lazzari dura 29  anni. Dal ‘96, dopo la scomparsa del socio, Franco conduce il ristorante affiancato dalle figlie Enrica, Francesca e Patrizia e dal genero Gianfranco Rotini. Nel 2007, a suggellare l’impegno di 40 anni di attività, arriva il “Riconoscimento al lavoro per il progresso economico” da parte della Camera di Commercio.

Oggi come un tempo l’anima del locale rimane Franco e l’Arlecchino è uno dei punti fermi della ristorazione bergamasca. Un porto sicuro per chi vuole mangiare bene. La simpatia e la professionalità del patron e dei suoi collaboratori sono in parte il segreto del successo dell’Arlecchino. Molti dei dipendenti sono qui da oltre vent’anni, come lo chef Tiziano, il pizzaiolo Domenico detto Baffo e Rosario e Battista, impeccabili in sala.

Il resto lo fanno la semplicità, l’entusiasmo, la volontà oggi come ieri di accogliere al meglio i clienti e i piatti “storici”:  l’insalata esotica, le zuppe, la cassoeula, la ribollita, il fagotto, farcito di mozzarella, prosciutto crudo, pancetta e peperoncino rosso, e le pizze: Arlecchino con carciofi, bresaola, quartirolo, radicchio rosso e mozzarella e Lambada a base bianca con mozzarella, cipolle rosse, peperoncino e pancetta.




La lettera / Che “bell’esempio” ha dato a mio figlio il signor Pezzoni

Giuseppe Pezzoni
Giuseppe Pezzoni

Buongiorno

scrivo dopo aver letto, sul vostro sito, l’articolo di Cesare Zapperi dedicato all’ex sindaco di Treviglio e al voto amministrativo. Sono mamma di un ragazzino di quattordici anni che aveva incontrato il “prof.” Pezzoni con i suoi compagni di classe. Era rimasto piacevolmente colpito dalla persona, dall’educatore, dall’esempio che forniva sul mondo degli adulti. Inutile dire che è rimasto choccato, e mi ha chiesto come sia possibile che un adulto che si propone come guida di una comunità sia e faccia tutto quello che ai ragazzini si dice di non fare: dice bugie, barare sui voti presi (e che voti!), ingannare gli amici, ecc. Forse dovremmo recuperare la capacità dei bambini di andare all’essenziale. Questi signori che tanto difendono il signor Pezzoni cosa insegnano ai loro figli? A copiare o a studiare? A fare i furbi o seguire le regole? A essere o ad apparire?. Davvero questo Paese è tutto ciò che ci meritiamo. Che è anche quello che ho detto a mio figlio. Specificando che, in una situazione come questa, secondo me, una persona d’onore non solo non dovrebbe ricandidarsi, ma dovrebbe vergognarsi ad uscire di casa.

Lucia Profumo




Lavoro, l’Isola Bergamasca fa rete per favorire l’incontro tra domanda e offerta

isola accordo lavoroUn accordo di rete per promuovere le politiche attive del lavoro nell’Isola Bergamasca. È stato sottoscritto giovedì 9 giugno al teatro di Crespi d’Adda da una nutrita cordata di enti e istituzioni con capofila la Comunità dell’Isola Bergamasca (C.I.B.).

Il territorio si sta, dunque, muovendo sul problema dell’occupazione, un tema in cima alle preoccupazioni della gente e di chi decide. «Sul lavoro la Provincia c’è – ha spiegato il presidente Matteo Rossi -. Dalle crisi aziendali alla promozione delle politiche attive per i lavoratori colpiti dalla crisi fino ai giovani neet, stiamo facendo fino in fondo la nostra parte. Ora si tratta di rendere gli enti locali sempre più protagonisti delle politiche di sviluppo e di incontro domanda/offerta. I punti di novità saranno la promozione di progetti sovracomunali e di reti pubblico/private. Dopo quello nel Sebino, questo importante accordo è un altro passo nella direzione giusta ed è sostenuto da un’ampia rete di partner disposti a fare sistema e a confrontarsi sul tema del lavoro per individuare strategie utili e strumenti innovativi per promuovere lo sviluppo economico e l’occupazione. Una particolare attenzione verrà riservata alle esigenze dei giovani e delle persone in età più avanzata, categorie particolarmente colpite dal momento di difficoltà lavorativa che stiamo attraversando».

L’obiettivo è costituire una “Rete territoriale per il lavoro” che funga da spazio di concertazione tra i soggetti pubblici e privati e diventi il luogo per individuare le linee di indirizzo e le ipotesi operative in materia di politiche per il lavoro a livello locale, partendo da un’analisi delle specificità del territorio e dalla conoscenza concreta dei bisogni emergenti.

Il secondo passaggio previsto dall’accordo è la costituzione di una cabina di regia che definirà le diverse fasi operative di un progetto sul tema lavoro promosso dalla Provincia di Bergamo nell’ambito della seconda fase dei progetti di sviluppo territoriale che riceverà il finanziamento di Sacbo con un contributo di 15mila euro.

«Con questa intesa si dà il via a un percorso di lavoro di rete che si spera possa portare sul territorio innovazione e risorse per attivare nuovi progetti, anche attraverso il supporto dell’Ufficio
Europa della Provincia di Bergamo per l’accesso a bandi di finanziamento europeo», precisa la funzionaria del servizio Sviluppo della Provincia Gloria Cornolti.

La Provincia di Bergamo, partner della cordata, si ritaglia quindi un importante ruolo di supporto e si impegna a favorire azioni di politica attiva del lavoro attraverso la promozione del costante confronto con le Parti sociali nonché la collaborazione con gli enti pubblici e privati, accreditati ai servizi alla formazione e al lavoro, al fine di poter affrontare l’emergenza occupazionale, con particolare riferimento ai soggetti interessati da maggiori difficoltà di inserimento o di reinserimento lavorativo.

Via Tasso renderà inoltre disponibili i dati relativi ai flussi del mercato del lavoro dell’Isola Bergamasca, elaborati dall’Osservatorio provinciale del Mercato del lavoro e promuoverà la presa in
carico dei lavoratori maggiormente svantaggiati del territorio con la collaborazione della rete territoriale degli operatori accreditati ai servizi al lavoro e alla formazione, tra cui Centro per l’impiego di Ponte San Pietro.

I firmatari sono

  • il capofila C.I.B. in rappresentanza dei Comuni aderenti (Ambivere, Bonate Sotto, Bottanuco, Brembate, Calusco d’Adda, Capriate S. Gervasio, Carvico, Chignolo, Filago, Madone, Mapello, Medolago, Presezzo, Solza, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Suisio, Villa d’Adda);
  • la Provincia di Bergamo;
  • il Comune di Ambivere;
  • il Comune di Bonate Sotto;
  • il Comune di Bottanuco;
  • il Comune di Brembate;
  • il Comune di Calusco d’Adda;
  • il Comune di Capriate S. Gervasio;
  • il Comune di Carvico;
  • il Comune di Chignolo;
  • il Comune di Filago;
  • il Comune di Madone;
  • il Comune di Mapello;
  • il Comune di Medolago;
  • il Comune di Presezzo;
  • il Comune di Solza;
  • il Comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII;
  • il Comune di Suisio;
  • il Comune di Villa d’Adda;
  • l’Azienda speciale Consortile Isola Bergamasca;
  • Promoisola;
  • l’Università degli Studi di Bergamo;
  • la Fondazione ITS Mobilitá Sostenibile;
  • l’Istituto superiore “Giovanni Maironi da Ponte”;
  •  l’Istituto superiore “Betty Ambiveri”;
  • ENGIM Lombardia;
  • Fondazione ENAIP Lombardia;
  • Associazione di promozione sociale ACLI provinciali di Bergamo;
  • Confindustria Bergamo;
  • Confagricoltura;
  • CGIL, CISL, UIL;
  • Mestieri lombardia – Consorzio di cooperative sociali SCS, UO di Brembate Sopra.

L’accordo