Il dibattito culturale e politico regredisce. E così ci avviciniamo alla catastrofe

Officials of the Parliament try to stop deputies fighting after a member of the Futura e Liberta (FLI) group decided to give her voice to Italian Prime Minister Silvio Berlusconi during a confidence vote at the Chamber of Deputies, the Italian lower house, on December 14, 2010 in Rome. Italy held its breath as lawmakers staged a knife-edge confidence vote on Prime Minister Silvio Berlusconi's government that could bring down the flamboyant Italian leader. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Le società primitive, ossia quelle non regolate da un diritto esplicito e condiviso e prive di una sorta di superiore necessità che investisse di autorevolezza indiscutibile le istituzioni e le regole (augeo, in latino, significa proprio ‘aumentare’: di qui l’idea di autorità), fondavano il rispetto di persone, cose o luoghi su dei tabù. In pratica, il diritto era sostituito dalle paure ancestrali o da un’idea magico-religiosa dei fenomeni, per cui determinate figure, certe attività, alcuni santuari, erano inviolabili, pena una maledizione o una punizione divina: anche il termine ‘sacro’ trae origine da questo oscuro periodo pregiuridico e significa, appunto, originariamente, ‘intoccabile’. Non vi preoccupate, non intendo tenere un corso accelerato di epistemologia: volevo solo farvi capire che il concetto, irrazionale e superstizioso, di tabù affonda le proprie radici nell’alba della nostra civiltà. Oggi, in quest’epoca clamorosamente ignorante, anticulturale e credulona, si sta tornando a ragionare per tabù: si stanno riproponendo forme di percezione della realtà che, con i comprensibili mutamenti, in fondo ricalcano il sentimento delle cose che caratterizzava l’uomo arcaico, il cittadino protostorico, il barbaro.

Nel nostro mondo, tanto evoluto quanto poco sofisticato, si stanno progressivamente accantonando le spiegazioni, a favore dei dogmi: la ragione a favore di un’irrazionale compartimentazione del lecito e dell’illecito, del giusto e dell’ingiusto, che non poggia su basi giuridiche o logiche, ma semplicemente su aspetti fideistici e superstiziosi. Su dei tabù, insomma. E’come se, oltre ad aver vinto la guerra delle parole, una certa parte della nostra società, adesso, pretendesse di abolire direttamente le parole, sostituendole con un sistema binario di luci che si accendono e si spengono: quando si toccano certi argomenti, si accende la lucina del tabù e si chiudono le orecchie e le sinapsi dell’ascoltatore. Accade, ad esempio, nel caso di questioni tanto controverse quanto divisive: gli orientamenti sessuali, l’immigrazione, il fascismo e l’antifascismo, la religione. L’atteggiamento di un uomo libero e civile, alla luce di duemilacinquecento anni di evoluzione (sia pure a strappi) del pensiero umano, dovrebbe essere quello di ascoltare, argomentare e decidere: se le idee di un altro paiono più documentate o convincenti delle sue, l’uomo civilizzato le accoglierà, in tutto o in parte, modificando di conseguenza la propria opinione. Nel caso inverso, egli sosterrà in modo vincente le proprie idee, contribuendo alla crescita e alla consapevolezza del proprio interlocutore. Almeno, dovrebbe andare così.

La sapienza e la saggezza dovrebbero insegnarci che l’idea di un bene assoluto o di un male assoluto, così come quella di un’assoluta verità, sono patetiche utopie, buone per l’astratta argomentazione filosofica: la civiltà si basa su di una sintesi tra le idee e la realtà, e non si può abolire il mondo reale, solo perché non coincide con le nostre idee. Viceversa, con buona pace di generazioni di pensatori, oggi ci si muove spesso per puri dogmi: per categorie fisse e prive di qualunque analisi, ed autoanalisi, critica: esattamente come nella società dei tabù, esistono aree di pensiero che sono proibite, pena la scomunica, l’isolamento o, peggio, l’aggressione, tanto verbale quanto fisica. E non c’è sopraffazione più intollerabile di quella che avviene in nome di una malintesa democrazia: nulla, ai miei occhi, appare più insensatamente brutale dell’impedire ad un altro di manifestare la propria opinione, in nome della libertà. Chiunque non colga questa insanabile contraddizione, mi dispiace dirlo, è un troglodita o, in subordine, un perfetto imbecille. E’intollerabile che, non appena qualcuno si discosti dalla vulgata, questi venga immediatamente catalogato come paria, omofobo, islamofobo, razzista, fascista e chi più ne ha più ne metta, sia che esprima concetti elevatissimi, sia che farnetichi, semplicemente per il fatto di non concordare con questo canone opprimente.

Il quale canone non gode neppure di padri nobili: non è frutto del distillato intellettuale di generazioni di grandi pensatori. Nasce da accozzaglie di luoghi comuni, di torbidi passaparola, di pulsioni inconsulte, di mode, di slogan da quattro soldi. Soprattutto, muove dalla manipolazione ossessiva del consenso, tramite il bombardamento ideologico, semantico, semplicemente lessicale: in pratica è una sintesi tra l’ipnosi di massa e la pubblicità. Perciò, vorrei che lo sapeste, quel che muove, nel nostro mondo, determinati atteggiamenti censori, certe prese di posizione, alcuni luoghi comuni del dibattito culturale e politico, è semplicemente un regresso alla civiltà primitiva, a quella religio (che significa ‘superstizione’) che, nelle parole del grande scrittore latino Lucrezio, con i suoi tabù ed i suoi anatemi, è in grado di produrre catastrofi. Ci era arrivato un poeta del primo secolo avanti Cristo, e noi ce ne stiamo progressivamente dimenticando: se questa è civiltà!




Tour operator e agenzie viaggi, cambia la tutela in caso di fallimento

agenzia viaggiCon la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge europea 2014 (legge n. 115/2015) in vigore dal 18 agosto è stato modificato radicalmente il codice del turismo relativamente alle tutele per viaggiatori coinvolti loro malgrado nel dissesto economico dei tour operator o agenzie di viaggio presso le quali abbiano acquistato un pacchetto vacanze.

In particolare, la diretta conseguenza, a partire dal 01/01/2016, prorogato dalla legge di stabilità al 1/7/2016, della nuova disciplina è la sostituzione del Fondo nazionale di garanzia, per i viaggi organizzati quale che ne sia la destinazione, con polizze assicurative o garanzie bancarie che, in caso di insolvenza o fallimento dell’organizzatore o del venditore, garantiscano al viaggiatore il rimborso del prezzo versato per l’acquisto del pacchetto di viaggio e il rientro immediato del turista.

La stessa norma stabilisce la possibilità, per i pacchetti prenotati fino al 31/12/2015, di proporre istanze di rimborso entro tre mesi dalla data in cui si è concluso o si sarebbe dovuto concludere il viaggio. Tali istanze saranno definite fino al limite di capienza del Fondo nazionale di garanzia ex art. 51 del Dlg. 79/2011. Quindi, se da un lato verrà meno l’assistenza da parte dello Stato, dall’altro è sancito l’obbligo da parte di tour operator e agenzie di viaggi di predisporre assicurazioni e garanzie bancarie, sia per i viaggi all’estero che per quelli effettuati all’interno di un singolo Paese, anche se, in questa versione dell’articolo, in caso di rientro immediato del turista, è stata rimossa la menzione a un’assistenza anche di tipo economico.




Dedurre le spese per colf, badanti e baby sitter: la proposta di Terziario Donna per dare una mano alla crescita

confcommercio - assemblea terziario donna

Terziario Donna Confcommercio ha rilanciato la propria proposta di legge per introdurre la possibilità per il datore di lavoro di dedurre dal reddito le spese sostenute per la retribuzione dei collaboratori familiari, comprese baby sitter e badanti. Lo ha fatto nei giorni scorsi alla terza edizione del Forum “Donne motore della ripresa”, a Roma nella sede confederale, affrontando il tema del contributo che può dare l’imprenditoria femminile alla crescita del Paese. Anche se in Italia ci sono più donne (anche laureate) che uomini, le imprenditrici rappresentano solo un terzo del mondo imprenditoriale – è stato rilevato -. La conciliazione tra gli “impegni di cura” e quelli di lavoro rendono l’imprenditoria un’opzione meno attrattiva per le donne, sottraendo più che in altre economie avanzate competenze, risorse e opportunità al presente e futuro dell’Italia.

Chi invece sceglie di affidarsi a dei collaboratori familiari affronta delle spese, che risultano necessarie per la produzione di reddito. «A nostro parere sussiste una connessione funzionale diretta tra i costi ed oneri sostenuti per i servizi di cura dell’ambiente e di assistenza ai familiari e la produzione dei compensi che concorrono alla formazione del reddito – spiega Terziario Donna -. Reddito sul quale lo Stato ci richiede il puntuale pagamento delle tasse senza formulare alcuna considerazione accessoria. Riteniamo che, per ragioni di equità, lo Stato debba permetterci di depurare la nostra situazione reddituale complessiva di un costo che è essenziale perché questa prenda vita e corpo».

«Il lavoro all’interno della famiglia e per le cure domestiche funziona da “calmiere dei costi” del servizio pubblico – evidenzia la proposta -. C’è un atteggiamento parassitario dello Stato che realizza enormi risparmi (ad esempio evitando la istituzionalizzazione degli anziani), ma è il momento di aprire la discussione e la riflessione su questo aspetto della nostra organizzazione sociale ed è anche il momento di operare in concreto. Questa situazione determina di fatto condizioni di svantaggio, e dunque di discriminazione, che si riflettono sulla libera entrata delle donne nel mondo del lavoro cosiddetto produttivo, in quanto lavoro retribuito. Questo condiziona il libero svolgersi delle prestazioni di lavoro e ostacola le opportunità di avanzamento».

«Vogliamo mettere in evidenza – prosegue il documento – che nel caso in cui il lavoro all’interno della famiglia sia svolto da soggetto estraneo alla stessa, il compenso versato al collaboratore familiare costituisce un esborso necessario per la produzione di reddito. Se non deleghiamo le mansioni domestiche a un altro soggetto non possiamo utilizzare le nostre energie e le nostre competenze. Non possiamo nemmeno cercare una collocazione nel mondo del lavoro. Non possiamo svolgere serenamente la nostra attività professionale. Non possiamo produrre reddito. Quando invece lo facciamo, possiamo avere un percorso lavorativo durante il quale produciamo reddito. A nostro parere sussiste dunque una connessione funzionale diretta tra i costi ed oneri sostenuti per i servizi di cura dell’ambiente e di assistenza ai familiari e la produzione dei compensi che concorrono alla formazione del reddito».

Oggi in Italia questi costi vengono sostenuti dalla persona, ma non viene riconosciuta la loro inerenza alla produzione di reddito, altri paesi dell’Unione europea, invece, come Svezia, Belgio e Germania hanno inserito nella normativa fiscale agevolazioni relative ai costi per servizi domestici di cura della casa, baby sitting, e finanche aiuto ai bambini per i compiti a casa. Anche la Francia ha prodotto un documento di programmazione che include agevolazioni fiscali riconnesse ai costi degli impiegati in casa.

Ulteriore aspetto non trascurabile è che, secondo le promotrici, l’agevolazione fiscale avrà l’effetto di fare aumentare il numero dei contratti regolarmente denunciati con l’emersione di centinaia di migliaia di rapporti di lavoro che attualmente si svolgono in nero. «I dati di numerose ricerche ci dicono che il settore del lavoro domestico in Italia è l’unico che non conosce la crisi e che è in continua espansione – rileva Terziario Donna -. Ma ci dicono anche che il lavoro domestico illegale è più esteso di quello regolare. Almeno il 40% dei rapporti di lavoro che si stimano in vigore risulterebbe totalmente o parzialmente irregolare. La emersione di questi contratti di lavoro evidentemente farebbe abbassare il tasso di disoccupazione, e, ulteriore vantaggio, porterebbe nelle casse dell’Inps un considerevole montante di contributi previdenziali. Questo effetto andrebbe a compensare il minore gettito contributivo che in questi anni si sta verificando e che è destinato ad aumentare ancora a causa dell’aumento della disoccupazione e della precarizzazione del lavoro».

Il testo

Proposta di legge (Deducibilità ai fini Irpef delle spese sostenute per collaboratori familiari)

All’art. 10, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. del 22 dicembre 1986, n.917, è aggiunta la seguente lettera:

m) le spese sostenute per la retribuzione dell’opera dei collaboratori familiari, nella misura massima di € 9.000,00 annui, ivi comprese tutte le voci retributive, anche differite, e relativi oneri contributivi. La deduzione è riconosciuta a condizione che il rapporto di lavoro sia regolato conformemente alla normativa vigente, ivi compresa l’apertura di una posizione previdenziale. Sono altresì deducibili, nella medesima misura, le prestazioni qualificabili come occasionali. Nella nozione di collaboratori familiari ai sensi di cui al precedente periodo sono ricompresi anche i soggetti che prestano servizio di vigilanza o assistenza a familiari o altri conviventi, in ragione dell’età o per malattia. Se il collaboratore familiare presta servizio di vigilanza ovvero assistenza a figli di età inferiore a 12 anni, la deduzione di cui al primo periodo della lettera è riconosciuta nella misura massima di € 6.000,00, con esclusione dei casi in cui i destinatari delle prestazioni di assistenza sono affetti da malattia invalidante per i quali si applica il limite di deduzione indicato nel primo periodo.




Accordo Ascom-Popolare di Vicenza, nuove convenzioni per gli associati

accordo popolare vicenza (2) - rit
Da sinistra, seduti: Paolo Malvestiti e Riccardo Martinelli. In piedi Oscar Fusini, Diego Ipprio, Antonio Arrigoni e Maurizio Rossi

L’Ascom di Bergamo e la Banca Popolare di Vicenza hanno rinnovato nei giorni scorsi l’accordo siglato nel settembre 2013, aggiornandolo ed integrandolo con nuove opportunità per gli associati.

Il pacchetto comprende condizioni agevolate su conti correnti, sistemi di incasso e pagamento e alcune forme di elasticità di cassa come l’anticipo sugli incassi Pos calcolato sul transato trimestrale. Le maggiori novità riguardano due strumenti di finanziamento: un prestito chirografario entro i 18 mesi non finalizzato e uno, sempre chirografario, della durata massima di 84 mesi, per un importo fino a 50mila euro, destinato alle start up. Ci sono inoltre alcuni servizi di base per l’operatività con l’estero.

L’intesa pensa anche alle esigenze personali degli imprenditori associati Ascom e di tutti i loro dipendenti. Prevede per entrambi i profili un conto corrente a costo zero e un affidamento fino a 5mila euro al tasso del 4,75%. «Con l’ingresso del fondo Atlante e l’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro – hanno evidenziato Diego Ipprio e Maurizio Rossi, responsabili di area e del mondo dei confidi della Popolare di Vicenza – sono rientrate le criticità emerse a fine anno. La banca è stata messa in sicurezza ed oggi la situazione patrimoniale è tra le migliori del settore. L’istituto di credito è pronto a scendere in campo mettendo a disposizione due miliardi per operazioni da qui alla fine dell’anno».

«L’economia mostra segnali di miglioramento, ma il momento resta difficile – ha affermato il presidente dell’Ascom di Bergamo Paolo Malvestiti -. Compito dell’associazione è ricercare tutti gli strumenti che possano essere d’aiuto alle aziende per uscire da questa lunga crisi. L’attenzione al mondo del credito è una delle priorità e l’accordo con la Banca Popolare di Vicenza si inserisce nel quadro delle nostre trattative con i diversi istituti per mettere a disposizione degli associati servizi e prodotti interessanti».

Per informazioni e dettagli sulle condizioni è possibile contattare in Ascom-Fogalco il numero 035 4120212.




Sistema duale e dell’apprendistato, in Provincia siglato l’ccordo sperimentale

provincia
Oggi, in via Tasso, è stato sottoscritto dalla Provincia di Bergamo e dalle parti sociali, politiche e sindacali l’accordo territoriale sperimentale per lo sviluppo nel territorio bergamasco del sistema duale e dell’apprendistato art.43 D.Lgs 81/2015 per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore. L’ accordo è stato contemporaneamente sottoscritto per adesione e condivisione dalle Istituzioni formative del territorio provinciale che svolgono percorsi di IeFP (istruzione e formazione professionale) e che operano nell’ambito dell’apprendistato e dell’alternanza scuola-lavoro. La finalità è creare un coordinamento che sia funzionale allo scambio di pareri sull’interpretazione della normativa, alla condivisione delle esperienze e all’attuazione di iniziative per lo sviluppo del sistema duale e, in modo particolare, dell’apprendistato articolo 43 nei percorsi di IeFp presenti sul territorio bergamasco.

“La Provincia c’è sul rapporto scuola/lavoro – ha detto il presidente Matteo Rossi -.  Lo abbiamo dimostrato con la Fiera dei Mestieri, lo faremo con gli Stati generali della formazione in autunno, lo facciamo oggi con la sottoscrizione di un accordo che vuole dare concretezza al cuore del sistema duale, ossia l’apprendistato per il raggiungimento della qualifica e del diploma. Gli obiettivi di fondo che condividiamo con i tantissimi soggetti che hanno aderito sono tre: la lotta alla dispersione scolastica, la presa in carico dei giovani neet, uno sviluppo dell’impresa sempre più basato sulla formazione e la conoscenza. Con questo accordo riconosciamo fino in fondo l’impresa come soggetto formativo, un passaggio culturale che trova nella realtà bergamasca un’esperienza che può diventare modello nazionale”. Se in generale l’apprendistato – norma che negli ultimi anni è andata evolvendosi – è ritenuto la modalità privilegiata di accesso qualificato dei giovani al lavoro, il D.Lgs 81/2015 integra organicamente “in un sistema duale” formazione e lavoro. Nella nostra provincia, tra gennaio 2015 e maggio 2016, sono stati attivati 5.036 contratti di apprendistato.
L’apprendistato è strutturato in modo da coniugare la formazione effettuata in azienda con l’istruzione e la formazione professionale svolta dalle istituzioni formative. In particolare, le parti hanno individuato nell’articolo 43 lo strumento adeguato per promuovere la formazione e l’occupabilità dei giovani, riducendo nel contempo la dispersione scolastica. I firmatari riconoscono l’importanza di altri strumenti per l’ avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro quali: i tirocini curriculari ed extra curriculari con periodo di orientamento al lavoro e di formazione in contesto lavorativo; l’alternanza scuola-lavoro, dove la scuola diventa più aperta al territorio e l’azienda esercita un ruolo formativo primario verso i giovani, in un contesto che vede il concorso e la collaborazione di diversi attori alla realizzazione delle iniziative di alternanza scuola-lavoro (associazioni d’impresa, Camere di Commercio, enti pubblici e privati ecc.).

Firmatari per la parte sociale, politica e sindacale:

  • Provincia di Bergamo
  • Ufficio scolastico regionale per la lombardia – ufficio iii ambito territoriale di Bergamo
  • Ance Bergamo
  • Cna Bergamo
  • Confagricoltura Bergamo
  • Confartigianato Bergamo
  • Ascom Confcommercio Bergamo
  • Confcooperative
  • Confesercenti Bergamo
  • Confimi apindustria Bergamo
  • Confindustria Bergamo
  • Federazione Coldiretti Bergamo
  • Lia Bergamo
  • Cgil – Cconfederazione generale italiana del lavoro
  • Cisl – Confederazione italiana sindacati dei lavoratori
  • Uil – Unione italiana del lavoro

Istituzioni formative e Associazioni:

  • FSF LOMBARDIA (Federazione Servizi Formativi Lombardia): IKAROS IMPRESA SOCIALE – Bergamo
  • AFP Patronato San Vincenzo
  • ACOF Olga Fiorini – Cooperativa sociale onlus – Bergamo
  • Azienda Bergamasca Formazione
  • Associazione Centro Studi Teorema
  • Associazione Istituto Scolastico Sistema
  • Associazione CNOS/FAP Regione Lombardia – Treviglio
  • Associazione Scuola SILV
  • Consorzio ENFAPI Treviglio
  • ENGIM Lombardia
  • Ente di Formazione Sacra Famiglia
  • Fondazione ENAIP Lombardia – Bergamo
  • Fondazione I.S.B.
  • Fondazione LEONARDO Education
  • Fondazione Maddalena di Canossa
  • Scuola d’Arte applicata Andrea Fantoni
  • Scuola Edile di Bergamo
  • Scuola Internazionale di Estetica Locatelli impresa sociale snc

 

L’accordo – Sistema duale e dell’apprendistato

 

 




The Floating Piers, a quota 1.2 milioni il numero di visitatori. Ecco tutte le cifre

FloatingPears

Chiusa “The Floating Piers’, l’opera d’arte di Christo realizzata sul lago d’Iseo, ecco i numeri. Che sono da record

VISITATORI

L’opera e’ stata visita da 1.200.000 visitatori.

TRENI

Sulla linea Brescia-Iseo-Edolo, per il periodo di apertura dell’opera, hanno viaggiato 1.200 treni dedicati che hanno trasportato 460.000 passeggeri con 330.000 i biglietti venduti; oltre 90 per cento le provenienze da fuori provincia di Brescia; 180 persone dedicate esclusivamente al servizio ferroviario; 60 turist angels in servizio; 60 concerti organizzati nelle stazioni.

NAVIGAZIONE

Sulle tratte Sarnico-Sensole, Iseo-Peschiera M.,Pisogne-Carzano e Lovere-Carzano sono stati trasportati 420mila passeggeri.

PROTEZIONE CIVILE

La Protezione civile regionale e quelle provinciali hanno garantito l’impiego di 2.289 volontari.

SICUREZZA URBANA

La sicurezza urbana è stata garantita dalla presenza di 240 operatori al giorno.

ASSISTENZA SANITARIA

La sicurezza sanitaria dei visitatori, oltre all’ordinaria assicurazione dei soccorsi, ha visto la presenza 32 soccorritori in più, l’aggiunta di 8 squadre, l’aumento di 6 infermieri, 2 medici e 2 tecnici in più con idroambulanze, motosoccorso ed elisoccorso. I 100 soccorsi al giorno sono stati resi possibili ed effettuati da Ats Brescia, Bergamo e della Montagna e dalle Asst di Franciacorta, Bergamo Est e di Val Camonica e dal soccorso sanitario predisposto da Areu.

COMUNICAZIONE

Sul fronte della comunicazione i numeri
registrano: la distribuzione di 210.000 materiali promozionali;
– 25 video;
– 150 scatti professionali;
– il fotocontest #TheFloatingPiers;
– 3 BlogTour speciali;
– 1 instameet in passerella con IgersBrescia;
– oltre 50.000 page views della sezione dedicata sul sito
in-Lombardia.it;
– Live twitting e un piano editoriale web e social con piu’ di
300 lanci alla settimana;
– 3 influence tour;
– l’hashtag #TheFloatingPiers utilizzato piu’ di 130.000 volte su
Twitter, Facebook e Instagram;
– piu’ di 3.000.000 di like ai post/tweet/foto Instagram;
– 525 giornalisti nazionali e internazionali intercettati (di
questi 20-25 per cento stranieri).

LA PROMOZIONE DEL DOMANI

La fase di promozione futura vedrà:
– mostre fisse e itineranti per raccontare l’evento;
– promozione e scoperta del territorio.
Questo attraverso:
– video timelapse che testimoniano il pre-durante-post opera;
– video in Virtual Reality 360 veicolati tramite i canali
inLombardia;
– scatti fotografici;
– interviste che verranno raccolti in un VirtualBOOK dai social
e dal web.

 

 




Giovedì la notte bianca è maxi. E arriva anche in Borgo Palazzo

Sarà una Notte Bianca allungata quella di giovedì 7 luglio a Bergamo. Per il secondo anno arriva infatti anche in via Borgo Palazzo il divertimento di Bergamo Balla, il cartellone di spettacoli, musica e intrattenimento che ha per tema la danza e il ballo e che fa da filo conduttore alla “movida” cittadina.

Dalle 19.30 a mezzanotte sarà chiuso al traffico il tratto tra viale Pirovano e via Camozzi, i negozi ed i locali saranno aperti e proporranno le iniziative che hanno messo a punto per l’occasione, come momenti musicali, ma anche offerte capaci di rendere ancora più interessante l’avvio dei saldi.

bergamo balla borgo palazzo 2016L’Associazione delle Botteghe, dal canto suo, ha organizzato quattro eventi in altrettante postazioni. Da non perdere il dj set di Federico Spini accompagnato dalla performance di live art di Paolo “il Baro” Baraldi, in piazzetta Rossa, e il concerto rock dei Metropolis in piazza Sant’Anna. In programma anche la zumba al numero 82 e il rock and roll di Alma Progetto all’altezza del civico 15. Ci sarà inoltre la possibilità di vivere il quartiere in maniera diversa partecipando alla cena condivisa, organizzata sempre in piazza Sant’Anna: ognuno potrà portare piatti e prodotti da gustare insieme, seduti ai tavoli allestiti nel cuore del borgo.

«In Borgo Palazzo – ricorda il presidente delle Botteghe Nicola Viscardi – la notte bianca ha debuttato lo scorso anno con un’ottima partecipazione. Ora replichiamo, con un programma più ricco e strutturato. L’obiettivo è far vivere la nostra zona e soprattutto promuovere le attività commerciali». E dà un suggerimento per godersi al meglio la serata all’aria aperta in città: «Si può parcheggiare in viale Pirovano e arrivare passeggiando fino in largo Rezzara, la pedonalizzazione del Borgo si unisce infatti a quella del centro e crea un’ampia area da vivere tra shopping, locali, animazione, incontri e angoli da scoprire».

Tante saranno del resto anche le proposte in centro, con palchi, balli di gruppo, esibizioni, punti ristoro e negozi aperti.

In centro la manifestazione tornerà anche i giovedì 21 luglio e 8 settembre. Dopo la notte bianca Borgo Palazzo invece si prepara all’evento clou del proprio carnet, quello con la Festa del Borgo, che si terrà domenica 25 settembre e già promette alcune sorprese.




“Occupabilità”, il miglior progetto italiano è degli istituti Natta e Paleocapa

È di due istituti superiori bergamaschi il miglior progetto nazionale di raccordo tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro e delle imprese.

L’Isis Natta e l’Itis Paleocapa di Bergamo si sono infatti aggiudicati il primo posto nella graduatoria del bando promosso dal Miur per la realizzazione dei “Laboratori territoriali per l’occupabilità”, ossia una nuova generazione di laboratori, aperti anche in orario extra scolastico, pensati per essere palestre di innovazione e spazi dove mettere in campo attività di orientamento al lavoro e di alternanza, ma anche progetti contro la dispersione scolastica e per il recupero dei Neet, i giovani non inseriti in percorsi di studio né di lavoro.

Il bando mette a disposizione complessivamente 45 milioni e un contributo contributo massimo di 750.000 euro per ciascun laboratorio.

Ad annunciare il primato bergamasco è stata l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea: «Gli istituti Natta e Paleocapa – ha evidenziato – hanno ottenuto un punteggio di 92,8 su 100: primi tra gli 8 istituti scolastici lombardi, ma anche primi tra le 58 scuole italiane finanziate, confermando ancora una volta l’eccellenza del sistema formativo lombardo».

Nella fase iniziale i due istituti avevano presentato due lavori distinti entrambi ammessi dal Ministero che, in seguito, sono confluiti in un unico progetto cittadino. L’istituto Natta con l’idea iniziale di “Nautilus” si rivolge ad un target di studenti tra i 12 e 19 anni ed ha come obiettivo quello di modellizzare un metodo formativo avanzato, a supporto dell’orientamento alle scienze, alla tecnologia, ed all’autoimprenditorialità facendo incontrare e dialogare sistemi formativi e produttivi diversi, dall’istruzione e formazione regionale ai licei passando per l’istruzione tecnica, dalla piccola e grande impresa attraverso il mondo della cooperazione sociale. Il progetto “Smile-Smart Manufacturing Innovation Lab for Enterprises” dell’Istituto Paleocapa è finalizzato invece alla crescita delle  professionalità utili allo sviluppo del sistema manifatturiero avanzato attraverso l’uso congiunto di strutture laboratoriali.

Altri due istituti bergamaschi, il Majorana di Seriate e l’Isiss Valle Seriana di Gazzaniga, si sono classificati e hanno ottenuto finanziamenti per la costruzione di laboratori didattici speciali.

 




Caseificio Taddei, doppietta di premi e nuovi prodotti

Camilla e Massimo Taddei
Massimo e Camilla Taddei

Vincere un concorso caseario nazionale è già difficile, figuriamoci la doppietta nel giro di una settimana: eppure per il caseificio Taddei di Fornovo nulla sembra impossibile, grazie alla tenacia e al rigore con cui i titolari Massimo e Camilla curano la qualità dei loro formaggi, che li ha portati a esportare in mezzo mondo, ottenendo recentemente anche preziosi ordini proprio nella tana del nemico, quei francesi che sono stati “sfidati” durante il Salon du Fromage di Parigi, riscuotendo consensi unanimi, non solo per il taleggio Dop, per il quale già Edoardo Raspelli aveva “incoronato” la coppia regina bergamasca, ma per tante altre delizie del palato che hanno saputo portare alla conoscenza del mercato transalpino.

Tornando alla doppia vittoria italiana, la medaglia d’oro con il Blutunt all’Alma Caseus in occasione di Cibus e quella d’argento per la Toma bergamasca al CaseoArt di Pandino, la soddisfazione è grande, anche se Camilla Taddei, che da sempre cura il marketing e la parte commerciale, sa bene che queste soddisfazioni fanno parte di un percorso che arriva da lontano: «Sia io che mio marito Massimo conosciamo la nostra azienda e il cammino compiuto negli anni, ma questi riconoscimenti ufficiali, che arrivano da esperti del settore, garantiscono per noi che il lavoro fatto non è solo di parole ma di costanza e serietà, proiettando sempre di più l’azienda in un mercato di qualità».

Per il Blutunt, erborinato bergamasco molto gettonato negli ultimi anni dagli appassionati, è stato addirittura un percorso in crescendo a Cibus: dopo due argenti, ecco arrivare l’oro: «È un riconoscimento – aggiunge Camilla Taddei – alla qualità e alla crescita costante che negli anni ha avuto questo formaggio, pur collocandosi sempre in una fascia di nicchia del mercato. Premia il lavoro e il rispetto delle regole: viene infatti prodotto seguendo un disciplinare imposto dalla Camera di commercio di Bergamo e per questo può fregiarsi del marchio “Mille Sapori di Bergamo” ed è certificato dalla CSQA».

E se il Blutunt, come il Taleggio e il Salva Cremasco, possono dirsi veterani di Casa Taddei, ha destato impressione la Toma Bergamasca, per la prima volta proposta in un concorso e subito premiata a Pandino: «La nostra toma – spiega Camilla – rappresenta un’altra produzione sulla quale abbiamo investito tempo e lavoro fino ad arrivare al risultato che ci eravamo prefissati e cioè un formaggio che si colloca nella nostra tradizione, con una pasta morbida ed elastica, sapore delicato con retrogusto di fieno e una stagionatura importante. L’argento ricevuto a Pandino è stato una bellissima quanto inaspettata sorpresa, anche se sinceramente ci speravamo perché da buoni produttori e stagionatori conosciamo le potenzialità di questo formaggio».

Sperimentare e proporre, accanto ai caci della tradizione, sempre nuove golosità è una prerogativa dei Taddei, che hanno già pronta un’altra novità: «La passione per questo lavoro ci solletica sempre a creare cose nuove – spiega ancora Camilla – e quando Massimo sparisce dall’ufficio per chiudersi in caseificio a “confabulare” con i casari e il responsabile di stagionatura, vuol dire che qualcosa bolle in pentola. Questo nuovo prodotto che sta già riscuotendo un notevole gradimento da parte dei nostri clienti è “Il Quartino del Casaro”, formaggio a crosta lavata con una stagionatura di 60/70 giorni e un gusto deciso. Buon appetito!».




Il Questore: «A Bergamo ho trovato una ristorazione di qualità»

il questore di Bergamo Girolamo Fabiano assaggia i vini di Antonio Lecchi
Il questore di Bergamo Girolamo Fabiano assaggia i vini di Antonio Lecchi

«A Bergamo ho trovato grandissima professionalità, una ristorazione di alto livello, e non solo nei tanti locali stellati. Passione e amore nella ricerca, nella qualità e nella cura del locale sono senz’altro i valori che mi hanno colpito di più».

Così Girolamo Fabiano, Questore di Bergamo, analizza le proposte enogastronomiche della nostra provincia, e lo fa da raffinato gourmet qual è, amante del piacere della buona tavola in convivialità. Le sue origini pugliesi – per la precisione di Corato, in provincia di Bari, che definisce capitale dell’olio d’oliva (tant’è che una delle tipologie di olive diffuse è appunto la coratina) – sono alla base di una conoscenza e competenza affinate nel tempo e nel percorso professionale che lo ha portato ad operare in diverse realtà geografiche.

Prima del trasferimento nella nostra città, ha lasciato un pochino del suo cuore nell’umanità della popolazione valtellinese. Ma non solo. Anche in questa zona ha coltivato la passione per il gusto, apprezzando il duro lavoro dei vignaioli locali sui terrazzamenti dove producono vini da uve Chiavennasca e ottenendo anche l’ammissione all’Accademia del Pizzocchero.

Spontaneo, a questo punto, un raffronto tra le due tipologie di cucina. Ci sono alcune sostanziali differenze che forse partono dal contesto ambientale. «Trovo che le principali differenziazioni si trovino nell’approccio personale, decisamente più caldi i valtellinesi, molto più concentrati nella loro professione i bergamaschi. Anche il contesto economico, con i conseguenti ritmi sono diversi».

È nella storia la valutazione del “maestro” Veronelli che ha eletto Bergamo a capitale della ristorazione italiano. Dopo le sue esperienze, in pratica sull’intero territorio nazionale, condivide questa affermazione?

«In Italia si mangia ovunque bene, non so se Bergamo possa meritare questa definizione, ma indubbiamente noto una grande evoluzione. Non molti, purtroppo, fanno la tipica cucina bergamasca, anzi, è nata quella che potrei definire la “nouvelle bergamasca”. Sono comunque soprattutto i giovani quelli che fanno attenzione alla tradizione, ma non è facile cucinare come una volta. Bisogna proprio trovare i giovani a cui piace questo tipo di ricerca e di riscoperta. I piatti classici sono i casoncelli e la polenta taragna ma un particolare riguardo meritano senza dubbio i nove formaggi dop, un record per la provincia orobica».

Ha colto qualche eccellenza, in particolare?

«Non posso fare una graduatoria di merito, ma sicuramente per l’amore verso la professione, datoche ci mette veramente il cuore e l’entusiasmo, cito Antonio Lecchi per i suoi vini di Casa Virginia, visto in modo particolare l’attaccamento alla terra e alla produzione agricola in generale».

E per concludere prendiamo per la gola i nostri lettori chiedendole di proporre due menù, uno bergamasco e l’altro pugliese.

«Pochi dubbi al riguardo – ammette Fabiano –. Nel menù bergamasco sono obbligatori i casoncelli e se ci si trova in un agriturismo lo stracotto d’asino. In montagna la polenta taragna. Per il menù pugliese scelgo quello della tradizione e cioè: antipasto di verdure, orecchiette al ragù, involtino di carne, mozzarella e insalata. Come dolce, perché no?, potrebbe andar bene la vostra polenta e osei. Ma per il vino è d’obbligo il mio amato nero di Troia. Buon appetito!».