Da Sacbo nuovi fondi per la mitigazione acustica. Interventi su 250 abitazioni

Orio-al-serio-aeroporto ritIl Cda di SACBO ha deciso all’unanimità di adottare ulteriori interventi di mitigazione sul territorio limitrofo al sedime aeroportuale, rispondendo così alle richieste avanzate dai consiglieri rappresentanti di Comune e Provincia di Bergamo. Nello specifico sono stati stanziati 4,5 milioni che verranno impiegati per nuove opere di mitigazione su circa 250 abitazioni private, in aggiunta alla somma di 3 milioni già destinata a interventi su circa 170 residenze, attualmente in fase di progettazione esecutiva nei comuni di Orio al Serio, Grassobbio, Seriate e Bagnatica. Si tratta del più significativo investimento in opere di mitigazione acustica finora adottato da Sacbo, che si aggiunge ai 2,5 milioni spesi a tutto il 2013 che hanno riguardato 9 scuole e 125 abitazioni, e che porta il totale degli investimenti a 10 milioni. Sacbo procederà a contattare le amministrazioni comunali interessate al nuovo stanziamento di fondi per la mitigazione, al fine di illustrare le aree di intervento identificate per l’esecuzione delle prossime opere e i criteri che hanno condotto alla loro definizione.




Il commissario per la Spending Review alla tavola rotonda in Università

Università EconomiaYoram Gutgeld, Commissario di Governo per la Spending Review venerdì 30 settembre sarà ospite della tavola rotonda promossa dall’Università di Begamo “Diritti acquisiti e diritti negati. Riqualificare la spesa pubblica per un nuovo patto tra le generazioni”. Appuntamento alle 10.30 nella Sala Galeotti del Campus economico e giuridico in via dei Caniana, 2 dove Gutgeld interverrà insieme a Antonio Misiani, deputato Pd, membro della Commissione Bilancio alla Camera, all’assessore all’Economia della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia e a Paolo Buonanno, prorettore delegato alla ricerca dell’Università degli Studi di Bergamo. “Obiettivo dell’appuntamento è quello di analizzare cosa sia la spesa pubblica e capire in che modo si possa razionalizzare e riqualificare – anticipa Buonanno – con particolare attenzione agli aspetti di equità intergenerazionale che contrappongono i giovani alle generazioni precedenti”. Coordina l’incontro Gianni Trovati, giornalista del Sole 24 Ore. La tavola rotonda è aperta al pubblico. Ingresso libero.




Seriate, alla casetta dell’acqua rifornimenti per 1.100 litri al giorno. Da sabato una nuova postazione

casa-acqua-seriate-corso RomaA Seriate arriva la seconda Casetta dell’acqua. Dopo quella attivata in Corso Roma nel 2012, sabato primo ottobre in viale Lombardia sarà inaugurata la seconda struttura, che erogherà acqua refrigerata naturale e frizzante.

«Continua la politica di sostenibilità ambientale promossa dall’Amministrazione comunale. Visto l’esito positivo della prima Casetta dell’acqua e a seguito delle numerose richieste dei cittadini, si è deciso di installarne una seconda, convinti dell’utilità e qualità del servizio, che fa risparmiare le famiglie ed è in linea con la tutela del territorio – sostiene l’assessore all’Ambiente Achille Milesi -. Notevole infatti è la riduzione dell’uso di bottiglie di plastica e di tonnellate di anidride carbonica. Dal 17 novembre 2012 allo scorso agosto sono stati erogati 1.280.630 litri di acqua in bottiglie riutilizzate, consentendo così un risparmio di 853.753 contenitori di plastica e di 262,5 tonnellate di CO2. Mentre la media giornaliera di acqua erogata è di quasi 1.124 litri. Inoltre questo servizio è a costo zero per il Comune, grazie agli accordi presi con la ditta installatrice Stop & Go di Lecco, gestore anche della prima Casetta dell’acqua».

Sabato, dopo il taglio del nastro e il brindisi ufficiale con calici di acqua, in programma alle 10, saranno distribuite gratuitamente e sino a esaurimento, le tessere ricaricabili per accedere all’erogazione dell’acqua potabile, proveniente dalla rete dell’acquedotto. Le nuove tessere ricaricabili sono acquistabili in due punti vendita, al Caffè del Parco in Corso Roma 72 e alla Panetteria Due Chicchi in via Marconi 19, al costo di 2,50 euro, prezzo inferiore rispetto a quello delle precedenti card, che costavano 3,70 euro e che sono ancora valide. I possessori delle vecchie tessere dovranno infatti esaurire il credito entro la data di scadenza, ma successivamente potranno ricaricarle alla Casetta dell’acqua e accedere alle due postazioni.

La nuova Casetta dell’acqua è composta da due erogatori che distribuiscono acqua naturale e frizzante refrigerate al costo di 5 centesimi al litro. Rispetto alla postazione di corso Roma è dotata anche di un sanificatore di bottiglie, a pagamento.

Sabato sarà una giornata all’insegna dell’acqua e della sua tutela. È infatti previsto l’intervento ecologico coordinato dai volontari del Gruppo comunale di Protezione Civile della Città di Seriate, che puliranno le sponde del fiume Serio.




Averara, la sagra della castagna raddoppia

 

sagra-della-castagna-redivo-averaraA Redivo di Averara, in alta Valle Brembana, la storica sagra della castagna raddoppia e fa il pieno di iniziative interessanti e golose. La manifestazione, che compie 42 anni, si terrà in due week end: sabato 1 e domenica 2 ottobre, sabato 8 e domenica 9 ottobre. Sarà un’occasione per fare festa, valorizzare i prodotti locali e per far conoscere questo angolo di Bergamasca davvero particolare.

Non è un caso che proprio a Redivo venga celebrato questo frutto: i boschi della località di Averara infatti sono tra i più ricchi di castagni. L’associazione Castanicoltori, che organizza la sagra in collaborazione con il Comune di Averara e con il contributo dell’azienda Soluna, negli ultimi anni ha recuperato alcuni castagneti abbandonati. Un tempo costituivano un’importante fonte di sostentamento per la popolazione, poi lo spopolamento ha contribuito a dimenticare questa risorsa, ora riscoperta.

sagra-della-castagna-redivo-avrerar-2Il programma della sagra prevede per sabato 1 ottobre alle ore 14 la distribuzione del materiale informativo sotto i portici di Averara. Alle 14.30 “Camminata al castagneto” con Stefano D’Adda. Alle 17 “Un castagno divino”, degustazione di vini bergamaschi. “Troviamoci all’osteria”, alle 19, apertura di tre osterie a tema: l’atmosfera e l’offerta ristorativa di un tempo con musica e racconti in spazi caratteristici di Redivo.

Domenica 2 ottobre alle 10 “Profumi di erbe” con Gianfranco Goglio che guiderà i visitatori in un gioco alla scoperta delle erbe salutari dell’azienda Soluna. Alle 11 “Tra i rami”, dimostrazione di tree-climbing e potatura eseguita da Alessandro Regazzoni. “Caccia fotografica”, alle 14, con Paolo Ferrante e Aramis Egman che condurranno i visitatori lungo un percorso tra gli alberi “giganti” del bosco. Le fotografie prodotte saranno esposte domenica 9 ottobre sotto i portici.

averara-castanicoltoriSabato 8 ottobre alle 10 “Madre natura e le sue magie” con l’apertura dei laboratori dell’azienda Soluna. Alle 11 “Camminata al castagneto” con Lorenzo Lego. Alle 15 “Passione nelle mani”, dimostrazioni di artigianato nella struttura-laboratorio a Redivo e alle 17 “Un salto in osteria”, due chiacchiere e un bicchiere prima della cena tradizionale con piatti a base di castagne.

Domenica 9 ottobre, alle 10 “Caccia ai tesori di Averara”: Simona Bellini accompagna i visitatori in un percorso alla scoperta della storia del paese. Alle 11 “L’alchimista brembano”, produzione e distribuzione di un distillato, con Gianfranco Goglio dell’azienda Soluna. Per chiudere, alle 15, “Lippa, cos’è?”: dimostrazione del gioco della lippa e giochi d’altri tempo con la partecipazione aperta al pubblico. Sempre domenica 9 ottobre dalle 10 alle 17 “Dire, fare, giocare”, animazione per i più piccoli con Barbara Stacchetti e Patrizia Geneletti del Teatro Prova.

Per tutta la durata della manifestazione alcune vie saranno chiuse al traffico. L’organizzazione consiglia di utilizzare i parcheggi segnalati in zona: ex asilo, campo sportivo, ditta Siga, Municipio, lungo fiume Mora. Sarà inoltre operativo un bus-navetta messo a disposizione per raggiungere la frazione Redivo partendo dai Portici.

È gradita la prenotazione agli eventi, telefonando ai numeri 366 9598725 – 333 3072758, ai quali ci si può rivolgere anche per ogni altra informazione.




Treni, da stasera lo sciopero. Autobus sostitutivi per gli aeroporti

Vivalto TrenordDalle 21 di giovedì 29, alle ore 21 di venerdì 30 settembre, in occasione di uno sciopero indetto a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali Cub, Sgb e Cat, i treni regionali, suburbani e a lunga percorrenza, così come i collegamenti aeroportuali con l’aeroporto di Malpensa (Malpensa Express e Malpensa-Bellinzona), potrebbero subire ritardi, limitazioni o cancellazioni.  Oggi viaggeranno fino a destinazione i treni con partenza entro le ore 21 e con orario di arrivo alla destinazione finale entro le ore 22. Durante la giornata di venerdì 30 settembre, saranno garantite tra le 6 e le 9 e tra le 18 e le 21 le corse indicate sul sito Trenord.it. Coinvolti anche i collegamenti aeroportuali “Milano Cadorna/Milano Centrale – Malpensa Aeroporto” e “Malpensa Aeroporto – Bellinzona”. Previsti autobus per l’eventuale sostituzione delle corse non effettuate tra Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto (no-stop) e tra Malpensa Aeroporto e Bellinzona. Trenord consiglia di prestare attenzione alle informazioni presenti sui monitor e agli annunci sonori diffusi nelle stazioni.




Un “gloss” per combattere il mal di testa. È naturale e made in Bergamo

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Un semplice roll-on (come quello dei lucidalabbra, per intendersi) con una miscela di oli essenziali da applicare sotto il naso per far passare i sintomi dell’emicrania. La soluzione è di quelle che possono cambiare la vita a chi ne soffre e ben conosce gli effetti collaterali dei farmaci abitualmente utilizzati per questo tipo di attacchi. L’hanno messa a punto Fabrizio Gelmini, tossicologo dell’Università di Milano, e Cristian Testa, medico naturopata, specializzati nella ricerca fitoterapica e diventati da qualche anno anche produttori di erbe officinali biologiche, oli essenziali e tinture madri nell’azienda agricola Le Sorgenti sui colli di Bergamo.

Hanno all’attivo pubblicazioni scientifiche internazionali sui risultati dell’utilizzo degli oli essenziali nel trattamento di patologie umane e nella sanificazione degli ambienti e il loro più recente studio ha riguardato l’emicrania con aura, una particolare forma di cefalea di cui soffrono più di sei milioni di italiani tra i 15 e i 55 anni, che si annuncia con disturbi alla vista – che possono andare dai “lampi” a veri e propri black out -, per poi passare alla crisi dolorosa.

È una patologia invalidante con un forte impatto sulla vita produttiva e sui costi sociali e sanitari. Vi hanno trovato rimedio con un mix di oli essenziali diluiti in olio di mandorle da assumere con l’aromaterapia, ossia semplicemente inalandoli. Per facilitare l’uso hanno scelto una confezione con la sferetta, proprio come i gloss, da tenere sempre a portata di mano e passare nell’area tra il labbro superiore e le narici ai primi segnali dell’insorgere dell’attacco.

Cristian Testa e Fabrizio Gelmini
Cristian Testa e Fabrizio Gelmini

Gli effetti sono stati misurati su un campione di volontari con risultati che non lasciano dubbi. «Il protocollo sperimentale ha coinvolto dieci persone con diagnosi di emicrania con aura – spiega Fabrizio Gelmini -, selezionati, reclutati e divisi in modo omogeneo. A cinque di loro è stata consegnata la miscela di oli essenziali, al gruppo di controllo un preparato solo profumato, chiedendo ad entrambi di utilizzarli per cinque attacchi consecutivi e di valutare per ogni attacco, secondo scale ampiamente utilizzate per questo tipo di rilevazioni, la severità del dolore, la durata dell’aura e gli stati di nausea, ansia e vomito associati, il cosiddetto stato di arousal. Lo studio ci ha detto che gli oli essenziali sono stati in grado di ridurre in maniera molto significativa in tutto il campione sottoposto al trattamento due dei tre parametri, ossia il dolore e lo stato di arousal, mentre non hanno avuto effetti sulla durata dell’aura. Cosa che, del resto, non si verifica nemmeno con i farmaci».

Nello specifico, i volontari trattati hanno valutato il dolore tra poco più di zero e 3, contro il grado 7 e 8 del gruppo di controllo, e lo stato di arousal tra 1 e 3, contro il 6-8 di chi non è stato trattato. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista tecnico scientifica italiana Natural 1 e sono la base dalla quale partirà una più ampia indagine con l’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. «La rilevazione, in ogni caso, è già significativa e rafforzata dai feedback positivi di tutti coloro che stanno già utilizzando il preparato – precisa Cristian Testa -. Non è un farmaco, è posto in vendita come lenitivo, l’abbiamo chiamato Lenimix, ed è, in generale, indicato dove serve un’azione antinfiammatoria e sedativa. Nel caso specifico dell’emicrania agisce sul trigemino e sul sistema nervoso centrale».

«Come tutti gli oli essenziali – rilevano -, non è brevettabile, perché è costituito da estratti naturali, il che rende poco interessante la ricerca da parte dell’industria farmaceutica e frena un più ampio studio su queste molecole». Eppure i vantaggi non mancano. «Per trattare i sintomi dell’emicrania si ricorre ai Fans, farmaci antinfiammatori non steroidei, che però possono avere ripercussioni sullo stomaco e sul fegato, o ai triptani, nuova frontiera non esente da effetti collaterali e rischi – prosegue Testa -. La miscela di oli essenziali, invece, non ha alcun effetto collaterale, anche perché le dosi dei principi attivi sono minime, e nessuna controindicazione, a parte una chiara allergia del soggetto ad una delle piante contenute. Aspetto estremamente innovativo è inoltre la via di somministrazione intranasale, che va dritta all’obiettivo senza coinvolgere stomaco e fegato». Per non dimenticare il prezzo, 10 euro per la confezione di 10 ml, che basta per 20-30 applicazioni.

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Ma da quali piante è composto il mix? «Si tratta di una miscela di oli essenziali di 7 piante, principalmente lavanda, della varietà angustifolia – rivela Gelmini –, e poi geranio, cipresso, rosmarino, ylang ylang, l’unico che non produciamo noi sui colli. L’efficacia di alcuni oli essenziali è già dimostrata per alcune patologie neurologiche, come la salvia per il morbo di Alzheimer. Noi abbiamo scelto di studiare l’emicrania con aura individuando le molecole con un’attività già nota sui sintomi e le piante che le contenevano in maggiore quantità. Tra queste abbiamo scelto quelle con meno rischi di provocare irritazioni alla pelle per essere il più sicuri possibile del prodotto».

Di pari passo con la ricerca c’è stata, come detto, la scelta di diventare produttori in proprio di erbe e piante con metodo biologico e di realizzare gli estratti. L’attività di Gelmini e Testa si trova all’interno dell’azienda agricola Le Sorgenti, sotto San Vigilio. Avviata poco più di due anni fa, sta crescendo, con 3mila nuove piante e un nuovo distillatore da 500 litri. I prodotti si possono trovare in alcuni punti vendita a Bergamo oppure acquistare direttamente in azienda o farseli spedire. Vengono organizzati anche corsi di formazione sulla fitoterapia, incontri divulgativi e distillazioni a porte aperte.




Referendum, le promesse di Renzi e il mercato delle vacche

Scusate la domanda banale: ma se a settanta giorni dal voto sul referendum il presidente del Consiglio si mette a parlare del ponte sullo Stretto di Messina e fa balenare 100 mila possibili nuovi posti di lavoro, tra fine novembre e il 3 dicembre (le urne saranno aperte il giorno dopo) che cos’altro ci prometterà? Memore dei luminosi esempi di Achille Lauro (quello che regalava una scarpa prima del voto e l’altra a risultato raggiunto) e di Silvio Berlusconi (ricordate il milione di posti di lavoro?), Matteo Renzi giorno dopo giorno sta sempre più entrando nella parte, che interpreta da consumato attore, dell’imbonitore da fiera di strapaese. Prometti, prometti, qualcosa resterà. E visto che con gli 80 euro ha fatto breccia nei cuori degli italiani che gli tributarono un clamoroso trionfo, da lui lungamente sfruttato ed abusato, alle elezioni Europee del 2014, eccolo pronto a sparare nuovi fuochi d’artificio per cercare di evitare la trappola che si è preparato con le sue stesse mani.

Lo ricordate? “Se perdo il referendum, il giorno dopo vado a casa” aveva garantito la primavera scorsa, quando ancora coltivava l’illusione di asfaltare gli avversari e di guadagnare, attraverso la vittoria al referendum, l’investitura per il prossimo Ventennio.  Poi, però, sono arrivate le elezioni Amministrative e il responso per il Pd è stato assai deludente. Se non fosse stato per Beppe Sala, capace di salvare la ghirba in quel di Milano, si sarebbe potuto tranquillamente parlare di disastro.

Gli amici più seri e gli osservatori più equilibrati hanno cercato di far capire al premier che forse era il caso di accantonare la personalizzazione. Lui ha finto di cambiare strategia. In qualche occasione ha anche ammesso di avere sbagliato. Ma ormai la china è stata intrapresa. E allora, a fronte di sondaggi che danno il No in vantaggio o testa a testa con il Sì, Renzi ha pensato che non c’è altra strada che tornare a vellicare la tradizionale credulità degli italiani. Che storicamente son di bocca buona, lì per lì (e tanto basta al politicante di turno) digeriscono di tutto, salvo poi, a danno fatto, aprire gli occhi e impugnare il forcone contro il mentitore.

Su questo punta il Giovin signore fiorentino, icasticamente definito il Ganassa da Giampaolo Pansa. Sa che, sondaggi alla mano, il voto per il Sì è particolarmente basso al Sud e quindi ammannisce al popolo bue la fola del ponte sullo Stretto (subito inseguito da quell’altro fenomeno della Magna Grecia che risponde al nome di Angelino Alfano). E chissenefrega se quello che parla oggi è lo stesso Renzi che il primo ottobre 2012, da candidato alle primarie del Pd, diceva tranchant: “Basta parlare del ponte di Messina, i soldi li dessero alle scuole”. In linea, peraltro, con tutto il politburo del Pd, da Franceschini a Giachetti. Un’altra delle peculiarità degli italiani è la memoria corta. Chi vuoi che si prenda la briga di andare a vedere se il presidente del Consiglio ha cambiato idea? Quella è materia da rosiconi, quella brutta gente che non sa stare al mondo e non capisce che il governante di turno non va criticato e incalzato ma solo adorato.

Ma chissà che una volta tanto non possa arrivare uno scatto d’orgoglio, anzitutto dal Meridione che deve dimostrare di non essere un facile serbatoio elettorale alla mercè del demagogo congiunturale. Questo sì, al di là del merito, sarebbe il segno di una svolta. Perché dev’essere chiaro, comunque la si pensi sulla riforma che ci verrà sottoposta, che le regole sono neutre, diventano buone o cattive a seconda dell’uso che se ne fa. Ma soprattutto, non ci evitano il malcostume di chi continua a fare della politica uno sgradevole e perverso mercato delle vacche.

 

 




Confcooperative, operativo il nuovo Centro servizi “CSA Coesi”

Da sinistra Lucio Moioli, Emilia Colombo e Giuseppe Guerini
Da sinistra Lucio Moioli, Emilia Colombo e Giuseppe Guerini

L’economia sociale e il terzo settore bergamasco possono contare su un braccio destro in più per la gestione di un’impresa cooperativa: oggi, venerdì 23 settembre, si è infatti svolta la prima assemblea del nuovo Consiglio d’amministrazione di Csa Coesi, il nuovo Centro Servizi frutto dell’unificazione di Csa Bergamo, Centro Servizi istituzionale di Confcooperative Bergamo, con Coesi Servizi, promosso dai consorzi di cooperative sociali della nostra provincia. CSA Coesi si si pone da subito come realtà di primo piano nel panorama bergamasco, grazie ai suoi oltre 400 utenti, tra imprese cooperative ed enti no profit, più di 70 tra addetti e consulenti, un fatturato che supererà i 3,5 milioni di euro, i 7.000 cedolini paga elaborati e molti altri aspetti di natura qualitativa e quantitativa che vanno dai servizi di consulenza gestionale e societaria, contabile e amministrativa, fino a quella finanziaria, sindacale e legata alla sicurezza e alla formazione. Numeri che rendono Csa Coesi il secondo centro servizi in Lombardia e primo sul territorio provinciale dove può contare su due strutture dotate di spazi idonei, attrezzati e informaticamente interconnessi: la sede legale presso Confcooperative Bergamo in via Serassi n. 7 e la sede operativa a Bergamo nel cortile sociale di via San Bernardino al numero 59.

Csa Coesi opererà in tutti gli snodi fondamentali nei quali l’economia incontra la società: la produzione e il lavoro, il consumo, il welfare, l’agricoltura e il territorio, la cultura, l’abitare, il credito. In tutti questi ambiti, infatti, la cooperazione ha una lunga tradizione ricca di risultati e molti spazi di crescita e sviluppo anche nel futuro. Csa Coesi, inoltre, continuerà il proprio impegno a sostegno delle realtà associative e del terzo settore che garantiscono coesione sociale e tutela alle comunità. «Un punto di partenza di assoluta garanzia, dunque – sottolinea il presidente Lucio Moioli, già segretario generale di Confcooperative Bergamo – e una proiezione a traguardi futuri importanti per l’economia sociale e le comunità del nostro territorio. Con il nuovo Centro Servizi puntiamo a offrire servizi affidabili e di qualità a prezzi accessibili a tutte le realtà, in una logica integrata di servizi di base e di consulenza specialistica che possano assistere e accompagnare le imprese cooperative e le associazioni negli adempimenti della vita quotidiana, nei processi di superamento delle fasi di crisi e nelle azioni di innovazione e sviluppo».

Servizi per le imprese, dunque, con uno sguardo preciso su ciò che significa sviluppo di un territorio: centralità della persona e valorizzazione delle risorse umane, tutela dei diritti, partecipazione, sostenibilità sociale e ambientale, l’inclusione, la tutela delle persone con fragilità, la qualità della vita. «In questa prospettiva si tratta di tornare a valorizzare e, insieme, innovare la forma imprenditoriale cooperativa, con un occhio anche alla nuova sfida dell’impresa sociale – ricorda Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative Bergamo -. La nostra società, infatti, è sempre più consapevole della importanza dei processi di condivisione, di collaborazione, di circolarità e reciprocità e di cooperazione, appunto, ma non sempre sa utilizzare adeguatamente gli strumenti che ha a disposizione, magari anche riconsiderandoli in chiave creativa. Csa Coesi è la dimostrazione tangibile che lavorare insieme è possibile e generativo e dimostra che co-operare è una scelta vincente». Nel CdA di Csa Coesi troviamo figure di primo piano del movimento cooperative bergamasco e dei suoi sistemi consortili: Giuseppe Guerini (presidente di Confcooperative Bergamo), Lucio Moioli (presidente di CSA Coesi e Segretario Generale di Confcooperative Bergamo), Sergio Bonetti (presidente di CSA Bergamo), Sergio Manzoni (presidente del Consorzio Ribes), Cristina Offredi (presidente del Consorzio Solco Città Aperta), Ester Vanotti (vice-presidente di CSA Bergamo), Flavio Valli  (Consorzio Ribes), Fabio Loda (Consorzio Cum Sortis), Paolo Danese (Consorzio La Cascina). Presidente del Collegio Sindacale sarà Massimo Monzani, vicepresidente di Confcooperative Bergamo. Il presidente di CSA Coesi, con una scelta all’insegna della continuità e del raccordo tra Confcooperative Bergamo e Centro Servizi, è Lucio Moioli, mentre la carica di vice-presidente è ricoperta da Sergio Bonetti. Emilia Colombo svolgerà la funzione di direttore.

 




Colletto, medaglia d’oro per il Rosso Barrique al Mondiale dei vini estremi

colletto-rossobarriqueAlla 24esima edizione del concorso internazionale “Mondial dex vin extrêms” dedicato ai vini di montagna,  l’azienda agricola biologica Colletto di Adrara San Martino ha conquistato la Medaglia d’oro con il Bergamasca Rosso Igp “Colletto Rosso Barrique” 2009. La competizione, organizzata dal Cervim (Centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura di montagna) e svoltasi in Valle d’Aosta, ha visto gareggiare 738 vini provenienti da 16 diversi Paesi: Italia e resto d’Europa in prevalenza, ma anche Argentina, Libano, Georgia, Kazakistan e Armenia. Obiettivo del concorso è valorizzare la migliore produzione vitivinicola portata avanti in contesti difficili, a volte addirittura “eroici”: la coltivazione di un vigneto ad alta quota, infatti, costa mediamente dieci volte di più rispetto a quella di un vigneto di pianura e quasi sempre dà vita a vini di grandissima qualità sotto il profilo aromatico e gustativo.

A conquistare la giuria di esperti sommelier nella categoria dei vini rossi sono stati proprio i profumi intensi e complessi di frutta rossa, confettura, erbe aromatiche e spezie del Colletto Rosso Barrique 2009, un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot che riposa per 24 mesi in botti di rovere prima di affinare in bottiglia. Dal gusto pieno e appagante, è impreziosito da tannini vellutati e un finale piacevolmente persistente. “I nostri vigneti si trovano a oltre 450 metri di altitudine – raccontano Graziana e Duilio Picchi, titolari dell’azienda agricola Colletto – su terrazzamenti in forte pendenza dove spesso è possibile lavorare solo manualmente. Sono condizioni ambientali difficili, che tuttavia sono ripagate dal microclima di questa zona, capace di conferire grandi aromi e personalità ai nostri vini seguendo un regime biologico che esclude l’utilizzo di ogni sostanza chimica”.  La consegna della Medaglia d’Oro si terrà a Milano nel mese di novembre.

 




Osterie d’Italia, i locali bergamaschi sulla nuova guida

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La trattoria Dentella di Bracca

Le “vere” osterie in Bergamasca? Sono cinque e tutte conferme. È il responso della guida Osterie d’Italia 2017, la pubblicazione regina di Slow Food, giunta all’edizione numero 27. Ad aggiudicarsi la “Chiocciola”, il riconoscimento più significativo, assegnato ai locali con un’atmosfera che rispecchia appieno lo stile e la filosofia del movimento, sono ancora Burligo di Palazzago e Dentella di Bracca. Burligo ottiene anche una “Bottiglia” per le proposte eccellenti della cantina e viene segnalato per la presenza dell’orto, mentre Dentella riceve oltre alla Chiocciola il “Formaggio” che indica le osterie che propongono una selezione di prodotti caseari.

In città l’unico esponente è Al Gigianca, di via Broseta 111, premiato con la Bottiglia e segnalato per l’orto. La cinquina si completa con la Taverna di Arlecchino di San Giovanni Bianco, frazione Oneta, e Ai Burattini di Adrara San Martino,

«Abbiamo deciso di puntare sulla riscoperta dei locali autentici e, soprattutto, sull’accoglienza e l’ospitalità, il vero segno di riconoscimento che contraddistingue gli indirizzi presenti in Osterie d’Italia – hanno spiegato i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni in occasione della presentazione alla Reggia di Venaria -. Con questa nuova edizione desideriamo rimanere il più fedeli possibile al concetto di osteria, per questo abbiamo scelto di ridurre notevolmente le pagine della guida e raccontare, invece, tutti quei locali che racchiudono in sé l’idea tradizionale: luoghi informali, semplici, accoglienti e la cui cucina si rifà alla tradizione».

Sono 153 le novità recensite, di cui la maggior parte con un menù che non supera i 35 euro: «Abbiamo scelto di non inserire i ristoranti che per costi, spirito e proposte in carta non rappresentano il concetto tradizionale di osteria, togliendo la storica sezione Oltre alle osterie – hanno evidenziato Bolasco e Signoroni -. Abbiamo comunque mantenuto alcuni locali storici che propongono menù completi sopra i 35 euro, ma che continuano a essere vere e proprie osterie d’altri tempi». La guida è stata alleggerita anche dagli Inserti regionali: sono rimasti solo quelli che raccontano la cultura del cibo e le modalità di preparazione legate al territorio e alla tradizione, come i cibi di strada siciliani, gli arrosticini abruzzesi, il morzello di Catanzaro, i trippai di Firenze e le malghe del Trentino Alto Adige.

L’attenzione al prezzo è rappresentata anche dal nuovo simbolo del bollino con un euro e una freccia, che semplifica la consultazione, e la ricerca è agevolata dai tre indici organizzati per prezzo, luogo geografico e ordine alfabetico dei locali. Rinnovate anche le schede di presentazione delle osterie: divise in due sezioni, raccontano da una parte la storia del locale e dall’altra quella dei suoi piatti. Osterie d’Italia diventa così una guida interattiva con elementi digitali, come i simboli, gli indici e le schede, che facilitano gli avventori nella lettura. Segnalate anche le osterie con un’accessibilità agevolata per i disabili, i locali gluten free e quelli con l’orto. In evidenza anche gli chef che aderiscono al progetto dell’Alleanza Slow Food dei cuochi.

«Il futuro è l’alleanza tra ristoratori, mondo contadino e cittadini – ha affermato il fondatore di Slow Food Carlo Petrini -. E sono proprio le relazioni che Osterie d’Italia riesce a creare che distinguono “la gialla” dal resto delle pubblicazioni presenti. relazioni tra gli osti, relazioni tra i produttori e i cuochi, e soprattutto, relazioni tra clienti e ristoratori».

I numeri della guida

1.570 Locali segnalati
263 Chiocciole
199 Locali del Buon Formaggio
375 Locali celebri per i vini
479 Locali con orto di proprietà
428 Locali con menù vegetariano
277 Locali con alloggio
153 Nuove segnalazioni rispetto all’edizione 2016
340 Collaboratori

L’appuntamento con l’applicazione per i sistemi Android e iOs è per la fine di ottobre.