Una serata per scoprire perché non riusciamo a metterci in forma

salute-sport-dietaBenessere, diete e sport  sono al centro della conferenza “Mangio ergo sum”, promossa dall’Amministrazione a Sarnico giovedì 27 ottobre a partire dalle 20.45 all’Auditorium comunale di via Roma.

Nel corso della serata la psicologa e psicoterapeuta Beatrice Bellini illustrerà quali sono i blocchi pscicologici che impediscono di mantenersi in forma e come fare per rimuoverli. «Dovendo confrontarci con una società sempre più attenta all’apparire, che decanta la bellezza e celebra la magrezza, uno dei primi pensieri da cui veniamo colpiti è quello di rimettersi in forma – spiega -. Ed ecco che si va alla ricerca di diete scientifiche, pseudo scientifiche, magiche, surreali fino alla fantascienza; allo stesso tempo si cerca uno sport che faccia dimagrire. L’effetto paradossale di tutto ciò è che rimettersi in forma rientra tra gli obiettivi che si portano a termine con più difficoltà, soprattutto se ci si costringe a restrizioni alimentari durissime. Ma diete restrittive possono rivelarsi controproducenti, aumentando la nostra vulnerabilità a reagire allo stress mangiando. Lo stesso accade per lo sport, sottoporsi a dure sessioni di allenamento con l’unico scopo di perdere peso genera l’effetto contrario».

La serata spiegherà come superare queste psicotrappole e l’approccio corretto per ritrovare la forma fisica.

La conferenza è aperta a tutti ed è gratuita. È gradita la prenotazione inviando un sms al 3397463734 oppure inviando una mail a bellini.beatrice@gmail.com.

la locandina




Contrattazione, Bergamo al top per numero di accordi e innovazione

La Fiera della Contrattazione è un’iniziativa della Cisl regionale per mettere a confronto e favorire la conoscenza degli addetti ai lavori sullo stato di salute della contrattazione sindacale nelle provincie della Lombardia.

Nell’edizione di quest’anno, Bergamo ha riportato importanti riconoscimenti: innanzitutto, sul totale degli accordi selezionati, il 25% (ossia 97 su 402 in valori assoluti) è stato stretto in aziende orobiche dalle categorie della Cisl. Poi, due di questi accordi sono stati segnalati come migliori delle proprie categorie: si tratta dell’accordo alla Daina (per la flessibilità) e quello all’Ubi Banca (per la gestione della crisi).

Nell’analisi generale, sottolinea Giorgio Caprioli, responsabile dell’Osservatorio contrattazione di Cisl Lombardia, «continua, senza eccessivi strappi, la tendenza a spostare la contrattazione dagli argomenti tradizionali a quelli difensivi o di scambio. La contrattazione rimane l’anima più profonda del nostro mestiere, ma è un’anima che si sta trasformando, senza che quasi ce ne accorgiamo: da una contrattazione tipicamente rivendicativa, dove “portavamo a casa” più salario e più diritti, a una contrattazione dove il lavoro non è dato più per scontato, ma è l’elemento principale, da salvaguardare anche a costo di qualche sacrificio sul salario e sui diritti. Il lavoro diventa così centrale, non più per il suo costo, ma come garanzia minima di reddito e di identità».

Bergamo, come detto, quest’anno ha riportato due riconoscimenti. L’intesa alla Daina, siglata dalla Fisascat Cisl, riguarda il meccanismo che regola la banca delle ore, che prevede un 50% di riposi compensativi a scelta del lavoratore e l’altro 50% a discrezione dell’azienda, per i periodi di minor intensità lavorativa.

«È stata un’intesa rivoluzionaria per l’ambito nella quale è avvenuta – ricorda Alberto Citerio, segretario generale Fisascat, autore dell’accordo -. Il centro Odontostomatologico Daina di Nembro è una realtà storica, operativa da 35 anni, molto professionale e strutturata. Applica il Ccnl degli studi professionali, ha più di 30 dipendenti, quasi tutte donne giovani, che svolgono il ruolo di assistenti alla poltrona. Nel Centro, si sono da subito evidenziate esigenze di conciliazione tra la famiglia e i tempi di lavoro. L’attività comportava improvvisi cambi di programma e il rispetto dei tempi spesso non poteva essere assolto».

«L’accordo raggiunto – prosegue – è stato il frutto di una contrattazione lunga e articolata sul secondo livello. Nel 2015 è stata infatti normata l’estrema flessibilità insita nella routine del lavoro e sono stati forniti strumenti di conciliazione in più: l’orario di lavoro straordinario sul part time viene rilevato in minuti e non in modo approssimato; la maggiorazione viene erogata nello stesso mese e l’eventuale recupero viene sempre concordato con la lavoratrice. Inoltre, importante, per gestire questo meccanismo è stato creato un tavolo tecnico, nel quale periodicamente si incontrano Rsu e direzione».

«È un piacere – conclude Citerio – che questo sforzo sia stato evidenziato: non è semplice sviluppare contrattazione di secondo livello in strutture di questo tipo. Credo anzi che sia un caso unico in tutta Italia».

Poco tradizionale anche l’accordo raggiunto in Ubi nel corso dello scorso anno, per la concessione da parte dell’azienda di congedo non retribuito e di part-time, l’accoglimento delle domande di prepensionamento da parte dei disabili, la copertura da parte dell’azienda di un ulteriore 20% in caso di congedo parentale, per gestire nel modo più indolore possibile la crisi che comporta esuberi.

Andrea Battistini, della First Cisl di Bergamo lo ricorda ancora: «L’azienda ci ha prospettato, dal 2012 in poi, esuberi per quasi 2.000 lavoratori in tutto il gruppo, chiedendo di attivarci per avviare esodi e prepensionamenti, solidarietà obbligatoria, deroghe al Ccnl e all’integrativo e utilizzo della legge 223 per i licenziamenti collettivi».

Nel corso degli anni la trattativa sindacale è riuscita a contenere il numero degli allontanamenti e l’utilizzo di deroghe; ad adottare la Solidarietà solo in regime di volontarietà e favorito un numero alto di prepensionamenti. Infine, con l’intesa del 2015, rimanendo nel solco del Contratto nazionale, i sindacati hanno lavorato per esuberi volontari, social day volontari e congedi parentali (+39% sull’anno precedente), incentivo al part time (cresciuto del 29%), tagli dello straordinario, mentre, sugli ultimi 70 esuberi, sono stati privilegiati dipendenti svantaggiati o titolari di 104 (e in 17 ne hanno usufruito).

«Le banche – termina Battistini – non generano più la redditività di una volta perché la metà dei ricavi è determinata dall’intermediazione, e i crediti pesano. Noi siamo riusciti a rivedere le strategie di contrattazione, utilizzando strumenti come la solidarietà che non facevano parte della nostra cassetta degli attrezzi. Abbiamo permesso all’azienda di risparmiare e abbiamo favorito la conciliazione della vita e del lavoro, della qualità e tutto su base volontaria. Abbiamo coniugato interessi una volta incompatibili».




Cartelle esattoriali, quella rottamazione che umilia gli onesti

equitalia“Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdàmmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisà”. E poi non dite che Matteo Renzi conosce solo “La mi porti un bacione a Firenze”. No, no, il premier ha nel sangue e nella mente la più classica delle melodie partenopee. Nei giorni scorsi le sue note sono risuonate nell’austero cortile di Palazzo Chigi mentre nella sala stampa il presidente del Consiglio illustrava i contenuti della legge di Stabilità per il 2017. Quando è stata proiettata la slide che annunciava la “rottamazione” delle cartelle esattoriali (ma anche delle multe), il “chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato” è diventato assordante.
Saltellavano e cantavano premier e ministri, compreso il grigio Pier Carlo Padoan, e in contemporanea nel Paese si univano al coro migliaia di evasori fiscali, finti poveri, filibustieri, furbi di tre cotte e delinquentume vario. Tutti in festa per un regalo di Natale arrivato con largo anticipo. Il governo ha deciso di condonare interessi legali, more e aggi applicati da Equitalia (il Moloch da chiudere ma che agiva pur sempre su direttive dell’esecutivo). Il che, tradotto per il volgo, significa, per chi non vorrà continuare a fare il furbo nella speranza-certezza che un altro lavacro prima o poi arriverà, uno sconto da 50 al 75 per cento delle somme dovute all’Erario.

Tutto, spiega chi la sa lunga, per racimolare 4 miliardi per quadrare i conti della manovra finanziaria. Ma in realtà, come è evidente da altre decisioni contenute nella stessa legge di Stabilità, per cercare di raccattare qua e là i voti necessari ad evitare che il referendum del 4 dicembre si trasformi nel capolinea della luminosa carriera del Ganassa di Rignano sull’Arno. Perché a questo siamo ridotti, noi poveri contribuenti ligi a dovere che rispettiamo al millesimo le scadenze e gli impegni. Dobbiamo passare per fessi (qualcuno ha icasticamente preferito la definizione di c..oni) per consentire ad un ragazzotto propostosi come innovatore e presto rivelatosi imbevuto di familismo e clientelismo come nemmeno i peggiori democristiani della Prima Repubblica di continuare a raccontarci che lui è arrivato “per far ripartire l’Italia”.

Per farla ripartire, lo fa, non c’è dubbio. Il dramma è che ci sta spingendo verso il baratro. In anni di tassi ridotti ai minimi storici, in una stagione in cui davvero si potevano porre la basi per una incisiva inversione di rotta, sta sperperando risorse a destra e manca (dagli 80 euro agli incentivi alle assunzioni) solo per sostenere le sue campagne elettorali. Il condono mascherato delle cartelle esattoriali è solo l’ultima schifezza. La più sublime perché spacciata come misura a favore dei contribuenti vessati (e quelli che pagano regolarmente che cosa sono?) ma anche la più vergognosa perché attesta, caso mai ce ne fosse bisogno, quanto marcio sia un Paese che di fronte ad una plateale canonizzazione dei disonesti (sì, certo, c’è anche una quota di italiani che si è trovata in difficoltà per cause oggettive, ma è una esigua minoranza) non si scandalizza e non reagisce tributando a chi si fa artefice di certe manovre il pubblico ludibrio che si merita.
Quando vanno in cavalleria operazioni di questo genere diventa inutile accapigliarsi sulla bontà, presunta o reale, della riforma della Costituzione. Anzi, semmai questo è un motivo in più per chiedersi se sia davvero il caso di concedere più potere e maggiore libertà d’azione a chi già oggi sta dimostrando di avere scarso o nullo rispetto per il senso civico dei cittadini onesti.

 

 

 




LE ASSOCIAZIONI / «Ma servono risorse anche per la distribuzione del cibo donato»

banco-alimentareA distanza di un mese dall’entrata in vigore, la legge contro gli sprechi alimentari a Bergamo non ha avuto ancora effetti. L’impressione è che molti esercizi commerciali ancora non la conoscano. La legge favorisce e incentiva l’impegno delle imprese a ridurre lo spreco di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili, ma non più vendibili. Per ora però ognuno tende ancora a muoversi per conto proprio e secondo la propria sensibilità.

«Dal nostro punto di vista non abbiamo visto nessuna novità  – conferma Luca Perico, presidente del Banco di solidarietà di Bergamo -. Ne abbiamo parlato con le aziende con cui collaboriamo, qualcuno si sta interessando ma in generale c’è confusione».

«Noi già da un anno stiamo lavorando in questo senso in collaborazione con due Comuni – testimonia Agostina Andreini, responsabile qualità di Punto Ristorazione di Gorle –, recuperiamo il cibo che rimane al termine del servizio delle due mense scolastiche che gestiamo e ne curiamo la sicurezza alimentare: lo teniamo al caldo, poi lo abbattiamo e lo porzioniamo, quindi lo consegniamo al Comune che a sua volta lo fa avere a una casa famiglia per donne, in un caso, e a un ente di volontari che lavorano nel sociale nell’altro».

«Non vediamo effetti immediati, bisogna aspettare che entrino in vigore i decreti attuativi – spiega Marco Magnelli, direttore del Banco  alimentare della Lombardia –. Ma è aumentata la sensibilità, vediamo molti tavoli di discussione e molti Comuni che stanno pensando come premiare chi devolve alimentari invece che buttarli. Anche il Comune di Bergamo è molto attivo in questo senso. È un cambiamento culturale che sta venendo avanti».

Nella nostra regione ci sono 670mila indigenti, un numero in aumento rispetto all’anno scorso. Il banco alimentare lombardo distribuisce 17mila tonnellate di alimenti all’anno che vanno a 1.254 strutture caritatevoli e che aiutano 209.000 persone. Nella Bergamasca la raccolta è di 1.510.424 kg, coinvolge 28 punti vendita e va a beneficio di 137 strutture caritative, per un totale di 17.935 persone assistite.

Con la nuova legge e i tavoli di discussione al lavoro si calcola di raggiungere numeri ancora più grandi, ma molto dipenderà dai fondi messi a disposizione. Il testo approvato in Parlamento prevede, nel 2016, 2 milioni per il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti. E un milione all’anno per i prossimi tre anni per far partire progetti innovativi volti a ridurre gli sprechi. «Il grande merito della nuova legge è di mettere a sistema e semplificare una serie di precedenti norme in tema fiscale ed igienico-sanitario, ma c’è una questione aperta – dice Magnelli -. Ci vogliono le risorse adeguate per le infrastrutture logistiche come i magazzini e le celle frigorifere dove conservare il cibo recuperato o il carburante per i furgoni da mandare in giro per la raccolta. Altrimenti il rischio è di aumentare il cibo in eccedenza, ma non riuscire poi a distribuirlo a chi ne ha bisogno».




Legge anti-sprechi, le istruzioni per i commercianti. E l’Ascom invita i Comuni a premiare i virtuosi

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È entrata in vigore lo scorso 14 settembre ed è stata accolta con favore dai commercianti, ma rimangono ancora dubbi su come funziona e come va applicata la legge “antisprechi” (Legge n. 166/2016).

Fipe chiarisce le novità. Gli operatori del settore alimentare possono cedere gratuitamente le eccedenze alimentari a enti pubblici e privati, onlus ecc, che possono ritirarle e destinarle in forma gratuita prioritariamente agli indigenti. Mentre le eccedenze non idonee al consumo umano possono essere cedute per l’alimentazione di animali o per autocompostaggio.

Dal punto di vista fiscale la cessione dei beni è esente da Iva. L’unico impegno, se la merce non è deperibile e ha un valore superiore ai 15mila euro, è di trasmettere entro la fine del mese una comunicazione telematica all’amministrazione finanziaria o alla guardia di finanza competente indicando  le donazioni effettuate. Non serve invece nessuna comunicazione se gli alimentari donati hanno un valore inferiore ai 15mila euro o sono facilmente deperibili. Per la maggior parte delle cessioni da parte di bar e ristoranti non è richiesta quindi nessuna comunicazione.

In tutti i casi, invece, per ogni cessione il commerciante  deve scrivere un ddt o un documento similare in cui sia indicato anche solo il peso della merce donata.

Intanto l’Ascom di Bergamo invita le amministrazioni a studiare premi e incentivi per i negozi alimentari e i ristoranti che donano derrate alimentari per fini di solidarietà. «Come associazione abbiamo sposato da subito gli obiettivi della legge. La lotta allo spreco è una azione positiva e va portata avanti – dice Giorgio Lazzari, responsabile delle Relazioni esterne dell’Ascom -. Il nostro gruppo alimentaristi è da sempre molto attento a questo tema. I comportamenti virtuosi sono sempre stati portati avanti. Va detto comunque che rispetto alle realtà più grandi della Gdo i negozi hanno poco spreco».

Per quanto riguarda i ristoranti, «l’introduzione della doggy bag è interessante e da promuovere perché permette al ristoratore di non sprecare il cibo e al contempo di dare un servizio aggiuntivo al cliente  – dice Lazzari -. In base alla legge, le Regioni possono stipulare accordi per dotare gli operatori della ristorazione di contenitori idonei all’asporto dei propri avanzi di cibo».

«L’elemento su cui bisognerà agire – afferma – è la premialità dei comportamenti virtuosi. La legge prevede che gli esercizi che limitano gli sprechi abbiano un vantaggio. Alcuni Comuni si sono già mossi per premiarli favorendoli sulla riduzione Tasi. Come associazione, insieme a Fipe, stiamo sollecitando le amministrazioni affinché mettano in atto i sistemi premianti previsti dalla legge, che possono essere la riduzione della tassa sui rifiuti, ma non solo».




Finti buoni Carrefour, la truffa corre su Whatsapp

whatsappUna nuova truffa si sta diffondendo in questi giorni tramite Whatsapp: sui cellulari di molte persone, infatti, arriva un semplice e allettante messaggio “Per te, un buono spesa Carrefour di 100 euro”, che, con la classica delle catene di Sant’Antonio, gira di telefonino in telefonino nella speranza che lo stesso si traduca nel bonus di spesa promesso, in occasione del 60esimo anniversario della catena di supermercati che, va detto, è del tutto estranea all’accaduto. “E’ una delle ultime truffe che corrono sul filo del cellulare – dice Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo. Spesso capita di leggere sui cellulari offerte e “vincite” allettanti, ma si tratta anche in questo caso di un raggiro che può già contare su un buon numero di vittime”. Il meccanismo è semplice: un contatto dell’utente condivide un questionario da compilare per ottenere il buono spesa del Carrefour. Si tratta di un semplice ‘copia e incolla’, porta a credere che già lui abbia  partecipato con successo all’operazione. In effetti, è un link esterno che porta direttamente alla pagina web dove è ospitato il questionario. Qui, l’hacker che sta gestendo l’operazione sarà in grado di immagazzinare tutte le vostre informazioni personali (nome, indirizzo, numero di telefono, e-mail). Adiconsum  mette in guardia i consumatori – continua Busi – ricordando che nessuno regala qualcosa senza avere niente in cambio, quindi è opportuno non lasciarsi ingannare da offerte incredibili, senza dimenticare che si può anche incorrere in virus che danneggiano il sistema del telefonino”.




La Saeco vending & professional passa alla N&W di Valbrembo

Andrea Zzocchi
Andrea Zzocchi

La N&W Global Vending di Valbrembo ha siglato un accordo per l’acquisizione di una partecipazione di minoranza nel capitale sociale di Saeco Vending  (Saeco). Il resto della partecipazione sarà acquisito da LSF9 Canto Midco DAC, la diretta controllante di N&W. In seguito all’accordo, N&W Global Vending acquisirà, tra l’altro, le licenze dei noti marchi Saeco e Gaggia per l’uso nel mercato delle macchine da caffè professionali. “N&W Global Vending è il leader mondiale nella fornitura di una gamma completa di sistemi e servizi per i settori del Vending e dell’HoReCa, e il comparto delle macchine da caffè è al centro della nostra strategia di crescita” – ha affermato l’amministratore delegato Andrea Zocchi -.  Abbiamo intenzione di valorizzare appieno le capacità industriali, commerciali e innovative di Saeco Vending & Professional, insieme ai suoi prestigiosi marchi, continuando ad offrire la migliore qualità di caffè per i consumi fuori casa”. L’operazione dovrebbe concludersi durante il primo semestre del 2017 ed è soggetta ad alcune condizioni, tra cui l’autorizzazione dell’autorità antitrust. L’investimento di N&W nella transazione sarà finanziato attraverso fonti di liquidità interna disponibili. Considerando la tempistica prevista per il completamento, l’investimento non avrà un sostanziale impatto sulla posizione finanziaria netta di N&W. N&W Global Vending è leader mondiale nel mercato dei distributori automatici per bevande è stata fondata nel 2000, dall’integrazione di Necta e Wittenborg, ma beneficia di un’esperienza che risale a più di 90 anni fa. Il gruppo conta circa 1.400 dipendenti e ricavi attesi per il 2016 di oltre 300 milioni di euro. N&W ha la sua sede a Valbrembo e conta 6 stabilimenti produttivi e 15 filiali operative nel mondo.

 




Orio, inaugurato il nuovo hangar di Ryanair. Radici (Sacbo): “Partnership rafforzata”

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Da sinistra Miro Radici, Michael O’Leary, Claudia Terzi e Giorgio Gori

Ryanair ha celebrato oggi l’apertura ufficiale del suo primo hangar di manutenzione italiano realizzato all’aeroporto di Orio che si occuperà della manutenzione della flotta di aerei Boeing 737-800. Il nuovo hangar di manutenzione creerà 50 posti di lavoro nel settore dell’alta tecnologia per ingegneri, meccanici e staff di supporto. Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha aperto ufficialmente l’hangar e il centro di eccellenza, che ha creato ulteriori 30 posti di lavoro, a seguito dell’investimento da parte di Ryanair di oltre 32,5 milioni presso l’aeroporto. Ryanair ha inoltre annunciato la programmazione per l’estate 2017 di 5 nuove rotte per Bordeaux, Edimburgo, Lussemburgo, Oradea e Vigo, e 76 rotte in totale, che consentiranno di trasportare 9,9 milioni di clienti supportando 7.400 posti di lavoro “in loco” all’aeroporto di Orio. Michael O’Leary di Ryanair ha dichiarato che “in qualità di compagnia aerea più grande d’Italia, siamo lieti di aprire il nostro primo hangar di manutenzione italiano a Milano Bergamo. Questo investimento non sarebbe stato possibile senza il supporto delle autorità aeroportuali e della Regione. Siamo inoltre felici di aprire ufficialmente il nostro nuovo Centro Tecnologico di Eccellenza a Milano Bergamo, che ospita un aereo da addestramento, un simulatore di volo ‘full motion’ e un ampio deposito ingegneristico. Questi due significativi investimenti infrastrutturali, da oltre 32,5 milioni in totale, hanno creato 80 posti di lavoro, sottolineando ulteriormente il costante impegno di Ryanair per l’Italia e per l’aeroporto di Milano Bergamo”. Il presidente di Sacbo, Miro Radici ha aggiunto che “l’inaugurazione del nuovo hangar aggiunge un importante tassello alla base operativa di Ryanair sull’aeroporto bergamasco. Il valore dell’investimento sul nostro scalo da parte della compagnia aerea irlandese, che ha deciso di dotarsi di una infrastruttura strategica per la sempre maggiore efficienza delle operazioni di volo, rafforza la partnership in atto dal 2002 e rappresenta, oltre che una conferma di continuità della presenza di Ryanair all’Aeroporto di Milano Bergamo, un elemento determinante a sostegno degli obiettivi condivisi di crescita e consolidamento del network dei collegamenti”.




Innovazione nel settore food, ecco un progetto che supporta le start up

innovazione-cibo-food-innovationDigital Magics, business incubator quotato sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), in collaborazione con il Gruppo Intesa Sanpaolo, lancia Future Food: Call4Innovation rivolta a tutte le startup che sviluppano prodotti e servizi originali e modelli di business innovativi nei settori del food e dell’agroalimentare.

La call – organizzata dall’incubatore certificato in partnership con l’importante Gruppo bancario italiano – è alla ricerca dei migliori progetti italiani per creare innovazione in uno dei settori più tradizionali che, insieme alla moda e al design, porta in alto il Made in Italy in tutto il mondo.

Fra tutte le startup che avranno inviato la propria candidatura a http://futurefood.digitalmagics.com/ entro il 4 novembre, saranno selezionate le 10 idee migliori che parteciperanno il 16 novembre alla fase finale della competition al Circolo Sportivo Cierrebiclub Carisbo a Bologna. I team delle neoimprese digitali presenteranno i loro progetti a un Comitato composto da Digital Magics, Intesa Sanpaolo e importanti Pmi e imprese che operano nel settore alimentare.

Dopo aver spiegato il proprio modello con presentazioni di pochi minuti (pitch), le startup avranno la possibilità di approfondire, in incontri informali, il loro business. L’obiettivo è analizzare il potenziale delle 10 startup finaliste per individuare quelle più interessanti e adatte per entrare nel percorso di incubazione di Digital Magics ed essere coinvolte in programmi di Open Innovation per creare sinergie, collaborazioni e innovazione dei processi, servizi e prodotti delle aziende del food presenti nel Comitato.




La famiglia Cerea si racconta e cucina da Coin

 

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Ebbene sì, può succedere anche questo. Entrare da Coin, tappa fissa dello shopping in città, e trovare una famiglia di ristoratori stellati che si racconta e cucina. Per promuovere l’ingresso del marchio di arredamento e accessori Cargo Etc. nello store di via Zambonate, venerdì 21 ottobre alle 18.30 è in programma “Storie di Gusto e di Passione”, uno show cooking a cura dei fratelli Cerea, del ristorante Da Vittorio di Brusaporto, tre stelle Michelin.

Introdurrà l’esperienza di gusto una conversazione tra Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose, e i fratelli Cerea con la mamma Bruna: filo conduttore la storia di una famiglia che in 50 di attività è diventata marchio di eccellenza nel mondo della ristorazione e dell’accoglienza, con il proprio stile culinario basato sulla massima valorizzazione di materie prime di qualità assoluta in armonica composizione.

Ad accogliere tutti coloro che interverranno saranno gli studenti dell’Istituto Professionale di Stato “Alfredo Sonzogni” di Nembro che affiancheranno gli chef nella preparazione e si occuperanno del servizio dei piatti. Per il brindisi, sempre servito dai ragazzi della scuola, verrà offerto Prosecco di Treviso Doc Isolaprimo.

Articolato in sette eventi lungo la penisola, il progetto Storie di Gusto e di Passione vuole offrire al pubblico l’istantanea di un’Italia che si rinnova di giorno in giorno sulla via delle esperienze a tavola, con alcuni fra i più interessanti interpreti del panorama gastronomico italiano.