Moda, i consigli dei negozi bergamaschi per un autunno-inverno di tendenza

abbigliamento uomo

Anche i più nostalgici dell’estate, di fronte al freddo degli ultimi giorni, avranno capitolato. Dopo aver terminato il cambio-armadi, il passo successivo per molti è un giro nei negozi alla ricerca di capi nuovi. Abbiamo pensato quindi di chiedere ad alcuni tra i protagonisti della moda a Bergamo quali sono le tendenze per questo autunno inverno e alcune dritte per fare gli acquisti “giusti”. Ecco cosa ci hanno risposto.

«Per l’uomo c’è un ritorno all’eleganza con abiti moderni, giacche più corte e pantaloni meno asciutti rispetto agli anni scorsi per una maggiore vestibilità, e un filone country-chic ispirato al militare, con parka, fit jacket e giacche che richiamano quelle da caccia. Un trend iniziato l’anno scorso e quest’anno esploso», dice Dario Salvi di Petronio in via Locatelli. «Poi sono di tendenza tutto il mondo dei tessuti tecnici e lana cotta, i pantaloni cargo con tasconi in fustagno o velluto, le camicie a quadrettoni. La maglieria è più girocollo che con scollo “a V” ed è molto colorata: tantissimo verde, arancio, rosso, indaco, ma soprattutto il blu in tutte le sue tonalità, dal blu marino al blu notte sia negli abiti dallo stile classico che in quelli sportivi, e il colore mastice, lanciato da Cucinelli, che sostituisce il beige classico, anche sul capospalla».«E vanno ancora gli abiti in piccole fantasie e i montgomery» dice Monica Volpi di Carom in via Matteotti.

Nella scarpa c’è il ritorno dello scarponcino simil montagna in versione città, del polacchino, della scarpa alta allacciata.

«Sempre per l’uomo – dice Mariagrazia Biffi, della omonima boutique in via Tiraboschi – cappotti fitted e corti sia in tinta unita sia con pattern. E in quanto a colori, i toni del verde, dall’oliva al kaki al petrolio. Per la donna pellicce e parka di ogni genere, dallo sportivo all’elegante. Il parka infatti è un pezzo sempre giovane e duttile. Da non dimenticare i cappelli». E poi stivali bassi, da quelli alla cavallerizza ai bikers, fino ai cruissardes a quelli più classici poco sotto il ginocchio; cappotti dal taglio maschile di colore cammello, a quadretti o verde militare, da portare lunghi e con scarpe rasoterra.

In quanto a capi spalle «sarà la stagione del cappotto – nero a fare da passepartout o rosso per chi osa di più – asserisce Volpi – e per le giovanissime ritorna in voga il bomber rivisto in versione elegante.  Tra i colori di punta, moltissimo grigio, rosa, verde, grandi fantasie».

Per l’ufficio l’oufit uomo perfetto per Salvi è «abito nelle tonalità blu e grigio gessato con riga marcata, camicia bianca, cravatta in lana colori uniti o falsi uniti, scarpa inglese nera o testa di moro, ma anche francesina o la scarpa con lavorazione coda di rondine, sempre colore nero o moro». Mentre Biffi consiglia «tutto slim, giacca, pantalone».

La donna anche in ufficio ha più margine di scelta: «Non ne esiste uno perfetto – dice Biffi – dipende dal ruolo che si riveste e dal contesto di riferimento».




IndispArte, il ristorante culturale diventa anche Alzheimer Cafè

Il locale in dispArte
Il locale in dispArte

La cooperativa Bergamo Sanità lancia il progetto “Alzheimer Cafè – Avrò cura di te”. L’inaugurazione è fissata per venerdì 21 ottobre, al Bar Ristorante Culturale “IndispArte”, in via Madonna della Neve 3, a Bergamo. La serata avrà inizio alle 18 con un’apericena e raccolta fondi. La quota di partecipazione è di 15 euro. Il Cafè “Avrò Cura di Te” – che sarà attivo dal 10 novembre e aperto tutti i giovedì, dalle 15 alle 17 – affronta il tema della malattia come momento di confronto e di condivisione fra le famiglie in risposta alle richieste di aiuto di quei familiari che si sentono soli ed impreparati di fronte alla patologia. Sempre più frequentemente, infatti, emerge nelle persone che prestano cura ai loro cari affetti da demenza una richiesta d’ aiuto concreta. E’ in quest’ottica che quindi nasce il Cafè Alzheimer, un’opportunità di cura e di informazione per i familiari e per le persone affette da demenza. Un Cafè, un luogo di incontro, uno spazio di ascolto e di accoglienza per le persone che vivono quotidianamente la sofferenza e le difficoltà che la malattia spesso comporta, un luogo di condivisione e di attenzione per i bisogni palesi e nascosti dei pazienti e della famiglia. Un luogo accogliente e intimo dove i familiari possono passare del tempo in tranquillità supportati da personale medico specializzato, mentre la persona malata viene inserita in percorsi e attività di stimolazione cognitiva e comportamentale.

È previsto un incontro settimanale dedicato ai familiari e ai loro cari. Verrà inoltre strutturato un calendario con incontri informativi/formativi. Saranno infine organizzati seminari, visione di film a tema, incontri di condivisione delle problematiche gestionali della persona malata. Più nel dettaglio sono in calendario:

  • Giornate di informazione e formazione (tenute da personale qualificato);
  • Formazione sulle terapie non farmacologiche inseribili a domicilio;
  • Trattamenti non farmacologici dedicati sia alle persone malate che ai loro familiari;
  • Informazione e formazione del caregiver in merito alle corrette modalità di approccio con il paziente affetto da demenza;
  • Aiuto al caregiver nell’elaborare e accettare la malattia dei loro cari per facilitare il sostegno e il prendersi cura.

Chi vuole contribuire all’iniziativa puoi fare una donazione: IBAN – IT84L0886953740000000021194

Info: 392 944 1185 o eventi@bergamosanita.it

 




Emozioni dal Mondo, tutti i vincitori del concorso enologico

emozioni-dal-mondo-2016-degustazioni-a-palazzo-maestri - Cenate SopraLe sorprese dell’edizione 2016 del Concorso enologico internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” parlano cinese e russo. Due nazioni al debutto nella competizione bergamasca che sono state capaci di conquistare entrambe tre medaglie d’oro, convincendo la qualificata giuria: ben 83 esperti provenienti da 27 nazioni che, divisi in 7 commissioni da 12 membri, hanno degustato i 236 campioni in concorso giunti a Palazzo Maestri di Cenate Sopra, confermando il miglior rapporto tra il numero di giudici e di campioni nel panorama dei concorsi internazionali Oiv.

Ribadiscono il loro ruolo di grande rilevanza enologica nazioni come la Croazia, premiata con 6 medaglie, Israele che ne porta a casa 5, l’Argentina e la Turchia, premiate ancora una volta a Emozioni dal Mondo con tre medaglie ciascuna. Buoni anche i risultati di Ungheria e Slovenia, due medaglie ciascuna, e quelli di Serbia, Germania, Repubblica Ceca, Sud Africa, Slovacchia e Georgia.

All’Italia sono andate 38 delle 71 medaglie d’oro assegnate, a 15 dei 21 paesi in concorso. La distribuzione regionale dice di 17 medaglie alla Lombardia, di cui 7 arrivate in Bergamasca, 10 al Veneto, 3 ciascuna a Friuli e Trentino Alto Adige, 2 alla Toscana e una a Lazio, Puglia e Abruzzo.

Per ogni nazione una giuria di giornalisti ha inoltre assegnato un premio della stampa, scegliendo tra vini che avessero superato la soglia degli 85 punti. I premi assegnati sono stati 15 su 21 e per l’Italia si è aggiudicato il “titolo” il Cabernet della Bergamasca Igt Villa Redona 2010 dell’azienda agricola Medolago Albani di Trescore Balneario. La stessa etichetta ha anche ottenuto, oltre alla medaglia d’oro della giuria, il Web Award, novità di questa edizione, assegnato da una giuria di blogger e web journalist. Tre riconoscimenti che evidenziano la capacità del prodotto di mettere d’accordo le tre componenti del giudizio del concorso, i tecnici, i giornalisti e i blogger.

>>Tutti i vincitori




Igiene alimentare e sicurezza sul lavoro, in Ascom i corsi obbligatori

Sono ripartiti in Ascom Confcommercio Bergamo i corsi per adempiere agli obblighi di formazione in materia di igiene degli alimenti e sicurezza sul lavoro.

I corsi in tema di igiene degli alimenti sono rivolti agli operatori del settore alimentare. I corsi di prima formazione, della durata di 3 ore (dalle 14.30 alle 17.30), si svolgono nella sede di Bergamo in via Borgo Palazzo 137 (qui il calendario); i corsi di aggiornamento, della durata di 2 ore (dalle 14.30 alle 16.30), sono proposti nella sede di Bergamo e nelle sedi periferiche di Osio Sotto, Sarnico, Trescore Balneario, Zogno (in queste date).

sicurezza - antincendio - ufficioIn materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, sono in calendario i corsi obbligatori per tutti i settori di attività sia privati che pubblici, per tutte le tipologie di rischio e per tutti i lavoratori, con o senza retribuzione, subordinati e autonomi, compresi i soci lavoratori di cooperativa o di società, anche di fatto, che prestano la loro attività per conto della società e dell’ente stesso; associati in partecipazione; lavoratori a progetto; collaboratori coordinati e continuativi; lavoratori a domicilio; lavoratori a distanza – telelavoro -, tirocinanti, buoni lavoro – o voucher-, e via di seguito.

A disposizione i corsi e relativi aggiornamenti per “Responsabile del servizio prevenzione e protezione (Rspp) e aggiornamento” rivolto ai datori di lavoro, e “Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls)”. In materia di antincendio e primo soccorso, sono programmati i corsi: addetto antincendio basso rischio, addetto antincendio medio rischio, addetto al primo soccorso, aggiornamento addetto al primo soccorso.

In risposta agli obblighi previsti dall’Accordo Stato Regioni, siglato il 21 dicembre 2011, che impongono la formazione generica e specifica dei lavoratori (esclusi preposti e dirigenti), Ascom organizza inoltre corsi di Formazione Generale (della durata di 4 ore, con acquisizione di credito formativo permanente) e di Formazione Specifica rivolti ai lavoratori: 4 ore di lezione se si svolge una mansione a basso rischio e 8 ore se si svolge una mansione a medio rischio.

Si ricorda che l’Accordo Stato Regioni 21 dicembre 2011 disciplina anche i corsi di formazione per lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi (Rspp). L’Accordo prevede l’obbligo di aggiornamento della formazione per coloro che hanno frequentato i corsi conformi al D.M. 16/01/1997. Il termine di aggiornamento è fissato per l’11 gennaio 2017.

La durata del corso di aggiornamento per le attività classificate a basso rischio è di 6 ore da ripetersi con cadenza quinquennale. I corsi di formazione per i datori di lavoro per attività classificate a basso rischio si svolgeranno: lunedì 24 ottobre dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16 (incontro unico); martedì 8 e mercoledì 9 novembre dalle ore 9 alle ore 12 (due incontri); lunedì 28 novembre dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 16 (incontro unico).

Infine, Ascom organizza il corso per addetti all’utilizzo dei carrelli elevatori semoventi (mulettisti), per tutti i lavoratori, compreso il datore di lavoro, che conducono tali mezzi. Il corso prevede 12 ore di formazione, suddivise tra 8 ore di teoria e 4 di pratica.

I corsi si tengono per lo più alla nuova sede di Bergamo, in via Borgo Palazzo 137.

Il calendario completo di tutti i corsi è disponibile sul sito www.ascomqsa.it.

Per tutti i corsi, ad esclusione di quelli di formazione generale e specifica e mulettisti, è previsto un contributo fino a esaurimento dei fondi rivolto alle aziende iscritte all’Ente Bilaterale del Commercio e Turismo. Per usufruire dei sussidi, la partecipazione al corso non deve essere soggetta ad altre forme di finanziamento.

Per maggiori informazioni e iscrizioni contattare la segreteria organizzativa dell’area Gestionale (tel. 035 4120181/ 035 4120129, gestionale@ascombg.it).




Troppe chiacchiere sterili su Fo e Dylan. E anche il polemico resta “spiazzato”

Dario Fo
Dario Fo

Il Nobel che viene o il Nobel che muore? Stando alle aspettative dei miei tre o quattro lettori, Dario Fo o Bob Dylan dovrebbero arroventare il mio “polemico” di questa settimana. A ben considerare, per l’uomo della strada, forse, ci sarebbe da polemizzare abbondantemente sull’uno come sull’altro evento: un ex paracadutista della RSI salutato da “Bella ciao” e un cantautore premiato come letterato darebbero consistenti argomenti di polemica a chiunque. Ma, invece, vorrei, per una volta, smorzare le polemiche, invece che alimentarle. Dario Fo è stato un soldato della Repubblica Sociale? Fatti suoi: si trattava di scegliere, e alcuni hanno scelto la macchia, altri i gladi sul colletto. Ha cambiato idea: è diventato comunista. E con ciò? Lo stesso hanno fatto Scalfari e la Iotti, Vittorini e Calvino: un’intera Nazione, salvo pochi irriducibili da una parte dall’altra, ha fatto il salto della quaglia, prima o poi. Dicono che abbia millantato chissà quali persecuzioni, mentre, in realtà, il potere lo ha spesso vezzeggiato e carezzato: il potere è subdolo e, sovente, ti liscia perché ti teme. Infine, l’accusa più infamante: ha applaudito per l’uccisione di Ramelli, ha difeso gli assassini dei fratelli Mattei. Certo, non è una bella cosa: ma vi ricordo che, alla notizia della morte del povero Ramelli, il consiglio comunale di Milano, con qualche nobile eccezione, si è alzato in piedi ad applaudire.

Così fan tutte, chioserebbe il grande Da Ponte. Quanto al valore oggettivo dell’opera di Fo, ammesso che esista un valore oggettivo nell’arte, vi confesso di non essere in grado di giudicare: non sono mai riuscito ad andare oltre le prime due pagine delle sue pièces e giudicare un grande scrittore da qualche comparsata televisiva, da dei Caroselli o da scampoli di coccodrilli mandati in scena a reti unificate mi sembrerebbe ingeneroso. Potrei basarmi sul giudizio di qualcuno che abbia letto l’opera omnia del Maestro, o, almeno, una parte consistente della sua sterminata produzione, ma, purtroppo, non conosco nessuno con queste caratteristiche: quando domando ai miei conoscenti notizia di questo o di quel testo, invariabilmente, mi confessano di non averlo mai letto. Perfino i più attenti, i più culturalmente preparati, oso dire perfino i più politicamente coinvolti: non ce n’è uno che mi sappia illustrare le formidabili caratteristiche del teatro di Fo. Quanto alla conoscenza diretta, ci sono stato a cena una solta volta, e ho parlato tutta la sera con Catherine Rommel, purtroppo. Sicchè, mi fido della sagacia e dell’acutezza degli accademici di Svezia.

Lo stesso dicasi per Bob Dylan: certamente, non mi appare come uno dei più accreditati scrittori del secolo, tuttavia, indubbiamente, è un protagonista assoluto della cultura, a cavallo dei due millenni. Io di musica capisco poco, e dell’inglese degli americani colgo anche meno sfumature: da italiano, provincialotto, il Nobel l’avrei dato a De André, ma non sono accademico né svedese, e Faber, ahimè, ha da tempo abbandonato le miserie e i fasti di questo mondo. Di sicuro, Dylan non è un letterato in senso stretto, se non altro per quella sua abitudine di accostare alle poesie l’armonica e la chitarra. Musicalmente, dai primi album, ha fatto passi da gigante: anche solo per l’abbandono dell’ “Old boring country” a favore di generi e commistioni meno narcotici meriterebbe certamente un riconoscimento internazionale. Sulle ragioni del Nobel al menestrello di Duluth ne ho sentite di tutti i colori: dall’accostamento alla poesia omerica o a quella scaldica (si parva licet, s’intende), fino alla ridefinizione del concetto stesso di letteratura. Preferisco volare basso. Io dico che, esattamente come ogni altra onoreficenza al valore, anche il Nobel si assegna a titolo esemplare e simbolico: in altre parole, serve a mostrare alla gente la via, ha un senso educativo.

Dylan ha indicato una via che, evidentemente, collima con quella degli accademici di Svezia: non si premia il più grande scrittore dell’anno, perché i criteri per indicare questa figura sarebbero mille e tutti diversi tra loro, ma si premia un simbolo da indicare alla gente come uomo di valore. L’idea mi pare che sia quella di premiare i difensori dei deboli e degli oppressi: i libertari, i democratici, quelli che hanno inciso nella cultura progressista. Oppure scrittori vessati e perseguitati nei propri paesi d’origine, in nome delle proprie idee e della difesa della libertà. Quindi, che questa figura valorosa faccia il bersagliere o l’alpino, il poeta o il drammaturgo, il prosatore o il cantautore, poco cambia. Se, domani, la lotta per quei valori venisse incarnata, chessò, da una ballerina o da un suonatore di baghèt, il premio Nobel per la letteratura potrebbe legittimamente andare alla ballerina o al suonatore di piva. D’altronde, mica lo pagate voi, il Nobel: lo paga l’Accademia di Svezia (entra ed adora!), Saranno ben liberi di darlo a chi vogliono e per le ragioni che vogliono, o no? Insomma, tutte queste polemiche mi paiono davvero sterili, perfino per un polemico. Dylan ritirerà il suo Nobel, Fo è morto, e anch’io non mi sento troppo bene…

 

 




FruitAma, così la marmellata è finita in un tubetto

Flavio Amaglio
Flavio Amaglio

Una marmellata così non s’era mai vista. Nasce da un’idea di un ex broker assicurativo una novità assoluta, la confettura extra in tubetto di alluminio.

Flavio Amaglio, 32 anni, di Casazza, ha lasciato la sua professione per reinventarsi grazie a FruitAma, una start up giovane che si basa su un packaging accattivante, capace di catturare la curiosità dei consumatori. Il prodotto è talmente piaciuto che ha vinto il “World tube congress 2016” organizzato a Düsseldorf dall’Etma, l’associazione europea dei produttori di tubetti.

«Gli ingredienti sono i migliori, ma in un mercato saturato dalle multinazionali e non, dovevo creare qualcosa di nuovo per non farmi schiacciare dalla concorrenza, un formato diverso e colorato che invogliasse all’acquisto», spiega Amaglio.

La rivoluzione nasce dal contenitore, realizzato dall’azienda “La metallurgica” di Albignano d’Adda, alle porte di Milano, tra i principali produttori di tubetti deformabili in alluminio e operativa dal 1947. Anche il contenuto, 100 grammi, è frutto di un ragionamento. «I vasetti da 300 grammi spesso non vengono finiti, il prodotto va a male e viene buttato. In una società composta sempre più da famiglie poco numerose, single e separati ho pensato a una quantità giusta, che fosse anti spreco», prosegue il titolare.

Il progetto è nato l’anno scorso quasi come una scommessa, un secondo lavoro, che offrisse una produzione da condividere con gli amici. Amaglio ha acquistato i macchinari, tipici dell’industria farmaceutica e cosmetica, adattandoli alle sue esigenze. Il successo e le soddisfazioni sono arrivate presto e lo scorso agosto ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla nuova avventura. In poco tempo si è passati da una produzione di 400 tubetti a settimana agli attuali 30mila. Tra la dosatura e la timbratura, prima s’impiegava un minuto per preparare una confezione. Oggi è una al secondo. Quattro i ragazzi impegnati, insieme al proprietario, nel laboratorio di 100 metri quadri. Ma, considerato il boom di richieste, si sta cercando uno spazio più ampio, un capannone industriale. La frutta è di qualità e dolcificata usando fruttosio e agave biologica. A fragola, pera, albicocca, ciliegia e frutti di bosco si aggiunge da questo mese la pesca.

fruitama-marmellata-in-tubettoL’intenzione è di introdurre altra frutta, stagionale, come arance di Sicilia o amarene delle Marche. I prodotti FruitAma si trovano nelle pasticcerie, panetterie e dai fruttivendoli, posizionati vicino alla cassa o sul bancone. Il costo suggerito è di 1,90 euro. «Lo chiamiamo un acquisto di impulso, un po’ come accade per i cioccolatini», sorride il neo imprenditore, riferendosi alla stampa digitale e fotorealistica che impreziosisce i tubetti, facendo da richiamo. Tuttavia, una nuova linea, più economica e dal formato più grande, sbarcherà presto negli scaffali dei supermercati. L’azienda bergamasca mira a coprire con i suoi agenti tutta l’Italia. Ma la strada da percorrere per le marmellate di Casazza è lunga. E il passo successivo sarà l’export.




Cuochi, sfida in Fiera sul “piatto unico della nonna”

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I cuochi tornano a sfidarsi davanti al pubblico della Fiera Campionaria di Bergamo martedì primo novembre. L’Associazione Cuochi bergamaschi, insieme con la Fic e l’Unione cuochi regione Lombardia organizza infatti la sesta edizione del Trofeo Fiorenzo Baroni, indimenticato promotore della cucina, della formazione e dell’associazionismo a Bergamo e non solo.

Tema del concorso, a caldo, è “Il piatto unico della nonna”, che dovrà essere realizzato utilizzando obbligatoriamente tre ingredienti base – galletto, riso e formaggio Branzi – abbinati ai prodotti di un paniere misterioso, diverso per ogni batteria di concorrenti. Gli i prodotti verranno forniti dall’organizzazione e saranno esclusivamente della tradizione lombarda.

Possono partecipare i cuochi professionisti. Il termine delle iscrizioni è fissato per il giorno 25 ottobre o al raggiungimento di dei 12 partecipanti previsti. La gara si svolge su quattro postazioni individuali. Il vincitore di ogni batteria e il migliore degli esclusi parteciperanno alla finale.

Gli chef avranno a disposizione anche una “dispensa” (olio, sale, aceto, farina, ecc.) che verrà comunicata all’accettazione della richiesta di partecipazione, insieme alla
lista delle attrezzature disponibili. La gara prevede 5 minuti per studiare gli ingredienti e rendere noto il nome del piatto e 45 minuti per la realizzazione del piatto, che dovrà essere presentato in una porzione da esposizione e in sei mezze porzioni per la giuria. Tutti gli utensili per la realizzazione dei piatti, non inclusi nella lista (che verrà inviata ad iscrizione avvenuta), dovranno essere portati dai concorrenti. Sarà cura di ogni concorrente lasciare la postazione pulita entro 10 minuti dalla presentazione dei piatti. La mancanza di questa osservazione comporterà una penalizzazione sui punteggi. Le cucine saranno identiche per tutti i concorrenti ed è previsto un commissario di gara che sorveglierà il regolare svolgimento dei termini della competizione.

I punteggi verranno così assegnati: 50 per il gusto, 20 per l’estetica, 10 per la mise en place, pulizia e rispetto norme Haccp (commissario di gara), 10 per gli scarti di lavorazione (commissario di gara), 10 punti per il rispetto della tradizione. Ogni minuto di ritardo comporta la perdita di un punto

Al primo classificato adrà un premio di 500 euro, al secondo di 300, al terzo di 100 euro. Sarà assegnato anche un Premio speciale Tradizione e consegnato un attestato a tutti i partecipanti. La quota d’iscrizione per i cuochi associati alla Fic per il 2016 è di 60 euro, di 120 per non tesserati.

>>Qui la scheda ed i dettagli per l’iscrizione




Donizetti Revolution, le arie del compositore risuonano lungo la Corsarola

corsarola.jpgA partire dallo scorso  sabato, nelle strade di Bergamo Alta risuonano le note di Gaetano Donizetti: il Comune di Bergamo ha infatti installato alcuni altoparlanti su via Colleoni, da Piazza Vecchia a piazza Cittadella, per diffondere ogni giorno, tra le 12 e le 13 e dalle 19 alle 20, le arie e alcuni dei brani più famosi del più illustre compositore bergamasco selezionati dalla Fondazione Donizetti. Un omaggio al celebre compositore quindi, ma anche una sorta di introduzione alla stagione lirica e a Donizetti Opera, primo festival interamente dedicato al compositore bergamasco in programma dal 23 novembre al 4 dicembre. “Sono davvero contento che l’entusiasmo della Donizetti Revolution si diffonda sempre più a Bergamo; – sottolinea il direttore artistico della Fondazione Donizetti Francesco Micheli – ne sono testimonianza questa e altre iniziative che segnano l’attesa trepidante della città per il nuovo festival Donizetti Opera. Credo sia molto significativo che il cuore di Città Alta risuoni delle melodie del nostro illustre concittadino, uno del compositori che ha contribuito a rendere la cultura italiana grande e immortale)”. A risuonare sulla Corsarola saranno i brani celebri da Don Pasquale, La fille du régiment, Betly, Lucrezia Borgia, L’elisir d’amore, Maria Stuarda, La Favorite, Caterina Cornaro, Olivo e Pasquale, Parisina, Rita, Emilia di Liverpool. Si tratta di una prima sperimentazione, una fase che durerà per circa un mese e mezzo: durante questo lasso di tempo sarà verificato il livello di gradimento da parte della cittadinanza, dei commercianti e dei visitatori. Non si escludono ulteriori sviluppi del sistema e dell’iniziativa qualora dovesse riscontrare successo.

 




Ambrosoli: “Con Martina o Gori il centrosinistra può conquistare la Regione”

Regione LombardiaUmberto Ambrosoli, lo sfidante di Roberto Maroni nel 2013 per la presidenza della Lombardia e poi coordinatore del centrosinistra al Pirellone, ha deciso di dimettersi da consigliere regionale. Avrebbe potuto aspettare gennaio e la formalizzazione del suo nuovo incarico di presidente della Banca Popolare di Milano, ma dopo qualche settimana di riflessione privata ha preferito salutare tutti prima. In una intervista rilasciata ad Andrea Senesi, Corriere della Sera – edizione di Milano, Ambrosoli alla domanda “Il centrosinistra può battere Maroni o quello che sarà il candidato del centrodestra nel 2018 in Lombardia?” ha così risposto: “«Io credo di sì. Rispetto al 2013 è cambiato il quadro politico: ora il Pd e il centrosinistra sono più solidi e con leadership salde». Il suo candidato ideale per la conquista della Regione? «Nel 2013 vincemmo in tutte le città capoluogo, esclusa Varese, e perdemmo invece nei piccoli centri, nella Lombardia più profonda. Io credo che due ottimi candidati, entrambi capaci di parlare con quel tipo di elettorato sul territorio, possano essere per motivi diversi il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Con loro il centrosinistra potrebbe conquistare per la prima volta la Lombardia»




A Boccaleone debutta “Il Piccolo Principe”, progetto educativo e teatro insieme

Un progetto educativo tutto bergamasco, quello che debutta questo fine settimana in città al teatro Boccaleone per muoversi poi alla conquista dei ragazzi e delle famiglie di tutta Italia.

È “Il Piccolo Principe”, il format teatrale con Oreste Castagna ideato dalla onlus FormaTeatro, nata a Bergamo con l’obiettivo di diffondere contenuti educativi attraverso l’arte e l’intrattenimento. Lo spettacolo è, infatti, parte di un più ampio progetto didattico dedicato alle scuole dell’infanzia e primarie italiane, con percorsi di educazione ambientale, teatrale e sociale e un concorso finale per premiare le classi più creative.

Sabato 15 ottobre alle ore 16.30 si tiene la prima pomeridiana, seguita dal grande appuntamento di domenica 16, sempre alle 16.30, con uno spettacolo aperto a tutte le famiglie e arricchito da due momenti speciali: un laboratorio creativo a cura di Benedetta Evbaurese, durante il quale ogni bambino potrà costruire la sua rosa di carta, e un corner Tv che raccoglierà in video pillole i sogni dei piccoli spettatori.

Oreste Castagna e Daniela Rota
Oreste Castagna e Daniela Rota

Lo spettacolo, con la regia di Oreste Castagna, propone una lettura originale del classico di Antoine De Saint-Exupéry, di grande impatto emotivo e con una forte componente tecnologica in grado di coinvolgere adulti e bambini. Sul palco ci saranno Oreste Castagna nei panni dell’Aviatore, l’attrice bergamasca Daniela Rota che presta il volto ai numerosi personaggi che animano la storia e soprattutto il Piccolo Principe, Riccardo Quartini: 8 anni, di Ponte San Pietro e alla prima esperienza teatrale. Veri protagonisti sono anche musica, filmati e ambientazioni 3D, a cura di Dario Badolato: attraverso avanzate tecniche video le immagini vengono proiettate in computer grafica sul palco, facendo apparire magicamente in scena oggetti, personaggi e ambientazioni.

Il progetto didattico di cui lo spettacolo è parte, curato da Daniela Rota, si rivolge alle scuole dell’infanzia e alle primarie con percorsi differenziati e interdisciplinari, che comprendono sia incontri teatrali sia approfondimenti naturalistici, con la possibilità di realizzare anche workshop con attori e illustratori e mettere in scena un vero e proprio spettacolo in classe. Scopo del format è quello di accompagnare i bambini alla scoperta di valori universali come il rispetto, l’identità, la diversità, le relazioni, ma anche approfondire la conoscenza e il rispetto della natura e sviluppare capacità psico-intellettive attraverso il teatro. Uno specifico percorso è dedicato alla multiculturalità e all’integrazione.

A ideare e proporre il progetto è FormaTeatro, onlus nata proprio quest’anno a Bergamo per coniugare intrattenimento e formazione a scopi didattici ed educativi, unendo professionisti nel campo della televisione, del teatro, della musica e della formazione. Direttore Artistico è Oreste Castagna: autore, regista, attore e doppiatore con una carriera trentennale nel teatro e nella televisione, è un volto conosciuto e amato dai bambini grazie ai personaggi che porta in vita su Rai Yo Yo. Accanto a lui, co-fondatori di FormaTeatro sono due professionisti bergamaschi attivi da oltre dieci anni nel campo dell’edutainment: l’attrice, regista e sceneggiatrice Daniela Rota – che riveste il ruolo di Presidente della onlus – e Dario Badolato, sound designer, compositore musicale, arrangiatore ed esperto di animazione 3D, che è Vicepresidente di FormaTeatro.