Sicurezza, il Comune mette mano all’illuminazione in Piazza Dante

Domus BergamoNuove luci, potatura e sistemazione del verde pubblico: sono imminenti gli interventi di miglioramento della vivibilità di Piazza Dante, nel cuore del centro Piacentiniano a Bergamo. È di pochi giorni or sono la decisione di attivare un presidio della Polizia Locale tra le ore 18.30 e le 20.30 e di avviare potenziamento dell’illuminazione nell’area dei portici adiacenti il Sentierone. A poche ore dall’avvio dell’attività serale di iSchool all’interno degli spazi della Domus, grazie ad A2A e di concerto con i Lavori Pubblici e le Opere del Verde, il Comune di Bergamo interviene per migliorare l’illuminazione e la percezione di sicurezza della piazza. La pubblica illuminazione sarà così implementata, portando a circa una dozzina i luoghi della città in cui si è intervenuto in tal senso: nelle ultime settimane nuove luci sono state installate dai tecnici incaricati dai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo sulla pista ciclopedonale che collega via Borgo Palazzo con via David, lungo la scaletta a Monterosso, in via Finazzi (in un tratto della quale la pubblica illuminazione era attesa da molti anni), ecc. con un investimento di circa 300mila euro. Proprio lunedì sera, durante la seduta del Consiglio Comunale, l’assessore alla sicurezza Sergio Gandi aveva assicurato che non solo “sarà implementata la pubblica illuminazione in Piazza Dante, ma sarà anche favorita la possibilità di gestire in maniera autonoma le modalità di accensione e spegnimento da parte dell’immobiliare che gestisce i locali del Quadriportico”. Un intervento che trova concretezza proprio in queste ore. Compatibilmente con le condizioni meteorologiche infine, il Servizio Opere del Verde dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Bergamo provvederà con i propri giardinieri ad effettuare in Piazza Dante la potatura dei rami bassi che interferiscono con i lampioni oscurandone in parte la luce. La potatura delle parti più alte degli alberi della piazza sarà successivamente completata da un’impresa specializzata con mezzi idonei. La stessa impresa si sposterà poi in via Pascoli, e vi lavorerà per una settimana circa, per mettere in sicurezza ed eseguire la potatura degli alberi della via.

 




Studenti dell’Esperia a lezione di “produzione snella” di bici

itis paleocapaTre lezioni di “lean production” (letteralmente: produzione snella) per insegnare ad un centinaio di studenti dell’Istituto Paleocapa i principi del Toyota Production System – introdotto dalla Casa automobilistica giapponese all’indomani del Secondo Dopoguerra – simulando una linea di assemblaggio di biciclette. La proposta, avanzata da SEI Consulting al Dirigente dell’Esperia, per dare ai ragazzi l’opportunità di svolgere un’innovativa attività nell’ambito dell’Alternanza Scuola-Lavoro, è stata accolta con entusiasmo. E giovedì 24 novembre, dalle 9.00 alle 13.00, l’Itis di via Gavazzeni ospiterà la quarta tappa (la prima in assoluto in provincia di Bergamo oltre che in una Scuola italiana) del “SEI Lean Bicycle Factory Tour”. L’iniziativa itinerante, pensata dalla Società di consulenza bresciana per l’universo delle Pmi, è già stata svolta nelle sedi di tre aziende lombarde (due in provincia di Cremona e una nella città di Brescia). Ora si appresta ad approdare al mondo della Scuola e, come banco di prova, è stato scelto l’ultracentenario Istituto bergamasco. Beneficiari, oltre che protagonisti, del primo dei tre incontri programmati con gli studenti del ‘Paleocapa’, saranno i ragazzi della 3a MB, di cui il professor Valter Leporini è tutor. Oltre a trasmettere con chiarezza i valori della “Lean” (a partire dal forte coinvolgimento di tutte le risorse aziendali allo scopo di creare un unico patrimonio), durante le lezioni si affronterà la questione dell’efficientamento dei processi; non solo dal punto di vista del miglioramento tecnico, ma anche da quello di gestione, del trasferimento delle conoscenze e del team building.

“Se, nei tre incontri fin qui realizzati – prosegue Losio – abbiamo calamitato l’attenzione di titolari, manager e dipendenti, di alcune decine di imprese, sui benefici derivanti dalla riorganizzazione dei processi e dei team di lavoro in un’azienda snella, ai ragazzi dell’Esperia proporremo un format più agile, riducendo la durata da 6 a 4 ore, senza intaccare il tempo originariamente riservato sia alla presentazione della teoria di base sui principi del Toyota Production System sia alle sessioni di gioco, dedicate a riprodurre una linea di montaggio di biciclette”. “Se, nei tre incontri fin qui realizzati – prosegue Losio – abbiamo calamitato l’attenzione di titolari, manager e dipendenti, di alcune decine di imprese, sui benefici derivanti dalla riorganizzazione dei processi e dei team di lavoro in un’azienda snella, ai ragazzi dell’Esperia proporremo un format più agile, riducendo la durata da 6 a 4 ore, senza intaccare il tempo originariamente riservato sia alla presentazione della teoria di base sui principi del Toyota Production System sia alle sessioni di gioco, dedicate a riprodurre una linea di montaggio di biciclette”.

“Senza dubbio – gli fa eco la prof.ssa Flora Ravelli, responsabile dell’Alternanza Scuola-Lavoro all’Esperia – si tratta di un’importante occasione per consolidare il rapporto con un’azienda attenta alla formazione dei nostri ragazzi. “Abbiamo accolto con grande entusiasmo la proposta avanzata da SEI Consulting – ha aggiunto il prof. Imerio Chiappa, Dirigente dell’Istituto Paleocapa – perché vi abbiamo intravisto un’interessante collaborazione che dimostra una sinergia tra Azienda e Scuola, che è uno dei punti di forza dell’Alternanza. Una nuova opportunità per attuare una didattica laboratoriale, stimolante e formativa per gli studenti”. La lezione di giovedì 24 novembre sarà animata da Massimo Trebeschi e Martina Guerini, rispettivamente manager e consulente dell’area Lean di SEI Consulting, col supporto di alcuni collaboratori. Le successive due lezioni, che coinvolgeranno altrettante classi 3e del Corso di Meccanica, si terranno tra gennaio e aprile 2017. Il materiale e le attrezzature usate per la riproduzione della mini factory sono fornite dalla torinese Allmag, azienda specializzata nella creazione di attrezzature “Lean”.

 

 

 




In 380 al Natale del cuoco, ecco le immagini

La pattuglia dei cuochi bergamaschi è numerosa e compatta. Lo ha dimostrato la cena annuale per lo scambio degli auguri di Natale, organizzata ieri sera dall’Associazione cuochi, che ha riunito negli spazi dell’Autotorino di Curno almeno 380 persone tra professionisti dei fornelli e famigliari. Rinnovato nella formula – con isole food a libero servizio e con la dimostrazione-show del macellaio toscano Dario Cecchini, che ha trasformato il taglio in diretta delle carni in un racconto avvincente e goloso – l’evento ha visto la presenza del presidente nazionale della Federazione italiana cuochi Rocco Pozzulo e dei vertici delle associazioni lombarde, ma anche della campionessa di sci, oggi consigliere regionale, Lara Magoni, che proviene da una famiglia di ristoratori.

«Più che di tessere abbiamo bisogno di amici – ha tenuto a sottolineare il presidente provinciale Roberto Benussi -. Dobbiamo restare uniti e vicini, soprattutto per trasmettere ai giovani la passione per questo lavoro, che è bellissimo». Mentre il segretario Fabrizio Camer ha evidenziato la volontà di potenziare il raccordo con le aziende del territorio, cominciando dai prodotti, dai piatti e dalle bevande proposti durante la cena e dalle attrezzature utilizzate, tutti di aziende bergamasche.

La serata ha anche suggellato la grande impresa compiuta dai cuochi lo scorso agosto, l’Amatriciana solidale servita a 18mila persone sul Sentierone di Bergamo per sostenere le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto. In mattinata si è infatti svolta la conferenza stampa che ha annunciato la destinazione dei fondi – oltre 170mila euro – raccolti grazie all’evento. Saranno utilizzati per obiettivi ed i primi serviranno ad acquistare un pullmino a 9 posti da affidare al Dipartimento solidarietà ed emergenze (Dse) della Federazione Italiana Cuochi, che nelle zone terremotate gestisce tre campi (Torrita e Santa Giusta ad Amatrice, e Muccia) ed è in procinto di aprirne un quarto nel Maceratese, impiegando una media di 12 cuochi professionisti al giorno. Il pullmino, il cui costo è tra 20 e 25mila euro, servirà per portare generi di prima necessità e viveri agli sfollati dopo il sisma e ad assicurare la continuità dei cambi e degli approvvigionamenti, resi particolarmente difficoltosi in questa zona dall’avanzare dell’inverno. Verranno poi acquistati, su proposta della Caritas, 15 container ad uso abitativo – 5 “monolocali” e 10 “bilocali” – cui potranno aggiungersi, se necessarie, alcune case su ruote o camper/roulotte. Saranno acquistati anche 5 container da destinare al deposito degli attrezzi e 5 “tunnel” per il ricovero degli animali, per una spesa complessiva di circa 250mila euro.

La cena è stata perciò l’occasione per ringraziare tutti i cuochi e le aziende che hanno dato il proprio contributo per la grande operazione di solidarietà.

 




“Il buon cibo tra diritto, sostenibilità e sicurezza alimentare”, convegno in Città Alta

sala-curoQuasi un anno fa, il 22 gennaio 2016, il Comune di Bergamo ha dato l’annuncio della vittoria di un bando europeo, un finanziamento su progetti di sicurezza alimentare dell’importo di circa 130mila euro. Il nome del progetto europeo, che ha visto Bergamo partecipare con il suo Orto Botanico Lorenzo Rota insieme ai più importanti orti botanici d’Europa, è “The Big Picnic Big Questions engaging the public with Responsible Research and Innovation on Food Security”. Venerdì il progetto viene finalmente presentato alla città di Bergamo, in un pomeriggio di lavori alla sala Curò di Piazza Cittadella a Bergamo Alta organizzato dall’associazione Amici dell’Orto Botanico di Bergamo Lorenzo Rota-Valle della Biodiversità e Aiga – Associazione Nazionale Giovani Avvocati, sezione di Bergamo, unitamente all’Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”.

Il progetto internazionale, intende avviare un confronto tra le varie realtà europee (12 i paesi partecipanti) e uno africano (Uganda), con l’obiettivo di promuovere uno studio e un dibattito sull’alimentazione. La popolazione mondiale è in continua crescita e richiede una riflessione su quali strategie adottare nel futuro per far sì che tutte le persone possano avere accesso a un cibo sicuro e nutriente mantenendo però gli equilibri con la natura e i territori. Grazie alla collaborazione con Aiga Bergamo, l’evento italiano del progetto si propone anche, per la prima volta, di affrontare la tematica della sicurezza alimentare sotto il profilo giuridico e di analizzare la normativa, interna ed europea, con particolare riguardo all’etichettatura e tracciabilità dei prodotti, alle truffe di cui troppe volte il nostro paese è purtroppo vittima, con uno sguardo alla recente normativa italiana cd anti-spreco.

Gli enti che organizzano in sinergia l’evento, patrocinato anche da East Lombardy, dichiarano l’obiettivo di far sedere ad uno stesso tavolo a discutere di tematiche così importanti, del presente e del futuro, soggetti con diverse competenze, vale a dire botanici, avvocati, dottori agronomi, rappresentanti dei coltivatori diretti, imprenditori, ristoratori stellati, che utilizzano la sostenibilità e sicurezza alimentare quale leva di crescita. Verranno coinvolti a vario titolo, tra gli altri, il Comune di Bergamo con le sue istituzioni, l’Ordine degli Avvocati di Bergamo e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Bergamo, Coldiretti Bergamo, CESVI Onlus, LIONS CLUB Bergamo Sant’Alessandro, consulenti in materia di sicurezza alimentare ed etichettatura dei prodotti, Food Consulting e verrà svolta, prima del momento conviviale conclusivo, una riflessione sulle tematiche del convegno mediante la spiegazione del menu da parte di ISchool High.

Qui il programma completo

 




Sciopero, venerdì possibili disagi sulle linee Sab

Venerdì, in occasione dello sciopero generale di 24 ore indetto da alcune sigle sindacali, si potrebbero verificare disagi sulle corse delle linee 7, 9 e 10 effettuate da SAB Autoservizi. Lo comunica l’Atb aggiungendo che il servizio verrà garantito nelle fasce orarie dalle 6.30 alle 8.30 e dalle 12.30 alle 16. Le corse delle altre linee della rete Atb e Teb verranno effettuate regolarmente.

 

 

 




Capel de Monega, un raviolo “brevettato” in omaggio alla Val Brembana

Andrew Regazzoni e il collega Ludovico Pozzi, ideatore del primo Capel de Monega
Andrew Regazzoni e il collega Ludovico Pozzi, ideatore del primo Capel de Monega

Una valle racchiusa in un raviolo! È la sfida di Andrew Regazzoni, chef 41enne di San Pellegrino, che, convinto dell’importanza della gastronomia per raccontare e promuovere un territorio, ha voluto offrire alla sua Val Brembana un nuovo biglietto da visita goloso. Per farlo non ha lasciato nulla al caso. Ha infatti registrato all’Ufficio brevetti e marchi della Camera di Commercio di Bergamo nome, forma e ingredienti del piatto, lo ha corredato di tabella nutrizionale, curata dal nutrizionista Vito Traversa, e di un’immagine firmata dall’illustratore Stefano Torriani.

Si chiama “Capel de Monega”, tradotto dal dialetto “cappello di monaca”. È una pasta ripiena che, come dice il nome, ricorda nella forma i copricapi dalle larghe falde di alcuni ordini religiosi. All’interno un cuore di magro fatto di patate, barbabietole, formaggio di monte stagionato, mostarda di Cremona (unico sconfinamento fuori provincia per trovare la nota acida necessaria a chiudere il gusto) e burro di malga. «È un omaggio alle produzioni e tradizioni del territorio – spiega Regazzoni -. Le patate, un tempo tipiche delle nostre montagne, di Carona in particolare, sono quelle della cooperativa sociale Ca’ Al del Mans di Serina, le barbabietole, che danno il caratteristico colore rosa al ripieno, vengono dalla Valle di Astino, il formaggio di monte è quello stagionato tre anni della latteria sociale di Valtorta e la pasta è fatta con poche uova, secondo l’uso bergamasco. Il mio consiglio è di servirlo su una fonduta di Taleggio o Branzi, anche aromatizzata con erbe».

Il raviolo brembano Ccapel de Monega
Il raviolo brembano Ccapel de Monega

Il Capel de Monega è già nella carta di alcuni ristoranti e rifugi, ma verrà presentato  ufficialmente venerdì 25 novembre nella serata “Convivium” organizzata da Regazzoni all’albergo Papa di San Pellegrino, dove lavora e dove per l’occasione ha riunito aziende, anche piccolissime, della Valle Brembana con i loro prodotti ed un gruppo di chef del territorio che li elaboreranno sul momento in versione finger food, prima di passare a tavola e gustare il raviolo.

«La ricetta risale ai primi anni Novanta – racconta lo chef -. L’ha messa a punto un amico e collega, Ludovico Pozzi, che oggi lavora al Niniva di Almè.  Quando l’ho assaggiato, circa cinque anni fa, mi è sembrato un buon prodotto ed ho cercato, d’accordo con lui, un modo per valorizzarlo».  «La scelta di tutelarlo con un marchio non è legata a fini commerciali – precisa -, ma alla volontà di fissare in maniera precisa come è fatto e come è nato. Sino ad ora lo abbiamo lasciato volentieri “in eredità” nei locali dove siamo passati e potrà anche darsi che verrà copiato. Non ci importa. Per noi quest’operazione serve ad affermare che in Val Brembana ci sono prodotti di eccellenza ma anche idee, professionalità e determinazione per farli apprezzare. Un modo per dare una mano al territorio con ciò che noi cuochi sappiamo fare».

 




La Fipe: “L’80% dei clienti sceglie un locale se c’è musica d’ambiente”

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La musica nei locali è molto apprezzata dai consumatori e si sta rivelando un binomio sempre più vincente. In generale, circa il 77% dei clienti si reca con maggiore frequenza in un locale se è a conoscenza del fatto che c’è la possibilità di ascoltare musica. A dirlo è una ricerca della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) sulle abitudini musicali degli italiani, presentata in collaborazione con la Siae nei giorni scorsi a Milano in un convegno a Palazzo Giureconsulti. Secondo la ricerca l’83% dei clienti apprezza la musica registrata e la percentuale sale a più dell’87% quando si parla di musica live. Per l’87% della clientela la possibilità di ascoltare musica o assistere a un concerto dal vivo migliora la reputazione di un locale e l’81,7% si reca in un dato locale proprio per questo motivo. Il 50% dei clienti sarebbe addirittura disponibile a pagare un differenziale di prezzo per avere un sottofondo musicale o per assistere ad un concerto live (pagando ad esempio un ingresso o con un aumento del prezzo delle consumazioni). L’indagine ha evidenziato anche un grande aumento delle esibizioni live nei locali: dal 2008 a oggi, in Lombardia, il numero è cresciuto del 24,1% (l’aumento medio nazionale è di 21,9%). Secondo i dati, nei negozi il genere più trasmesso è il pop, con il 18%, seguito da jazz e blues (17,3%), rock/metal (16,9%) e rap/hip hop (16,3%), mentre la musica classica si ascolta soprattutto a casa (38,2%), negli spostamenti (33,7%) e nei concerti (20,4%). I motivi di tale apprezzamento sono vari: più del 55% ritiene che possa creare atmosfera e aiutare a rilassarsi; per oltre il 49% è un’opportunità di ascoltare musica dal vivo; per il 32,8% dovrebbe invece rappresentare solo un sottofondo di accompagnamento, mentre il 25,6% ritiene che sia funzionale alla socializzazione. Non mancano voci di dissenso: per il 15,9% dei clienti la presenza di musica risulta perché spesso impedisce di parlare.

«Nonostante i tv talent, i pubblici esercizi continuano ad essere amati dal pubblico come luogo per conoscere e ascoltare gli artisti emergenti – ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe -. Un altro aspetto emerso dalla ricerca riguarda il fatto che tra coloro che frequentano abitualmente gli esercizi pubblici l’81% si reca in un locale perché c’è un particolare intrattenimento musicale. Un indicatore importante che conferma il valore della collaborazione stretta con Siae, per promuovere la musica quale valore aggiunto del fuoricasa. Una ragione in più per ridare slancio al ruolo della musica che nei pubblici esercizi ha trovato spesso ispirazione e palcoscenico per nuovi artisti, offrendo opportunità per coltivare potenzialità e tendenze artistiche, rafforzando la sua funzione culturale che il Premio Nobel della Letteratura 2016 a Bob Dylan ha solo confermato».
«Il fatto che da questa ricerca emerga che la musica d’ambiente sia considerata un elemento importante nell’offerta dei locali pubblici non può farci che grande piacere – ha commentato Filippo Sugar, Presidente di SIAE. – Proprio con questo spirito abbiamo rinnovato, nell’ottica della semplificazione, gli accordi per la determinazione dei compensi del diritto d’autore per la diffusione della musica nei pubblici esercizi. E proprio per semplificare il lavoro degli utilizzatori del repertorio tutelato da SIAE, abbiamo introdotto la possibilità di attivare e rinnovare l’abbonamento on line, attraverso il portale dedicato alla musica d’ambiente».

I dati sull’ascolto della musica tra gli italiani

Secondo la ricerca, la musica viene ascoltata prevalentemente in casa (50,4%), ma è alta anche la percentuale di chi utilizza la musica come “sottofondo” negli spostamenti (32,7%), mentre il 10% degli italiani ascolta soprattutto la musica nei locali pubblici. I generi più ascoltati, come prevedibile, sono pop e dance (45,5%), soprattutto negli spostamenti (36,2%) e a casa (24,4%), poco nei concerti (10,7%); a seguire rock e metal (28,8%), ascoltati negli spostamenti per il 36%, a casa per il 26,1% e nei concerti per il 14,5%; terzo posto per rap e hip hop (24,2%), ascoltati principalmente in ambito privato (27,9%) e negli spostamenti (35,3%); infine il blues e il jazz (20,5%) e la musica classica (16,7%), principalmente fruita tra le mura domestiche (38,2%), negli spostamenti (33,7%), e, molto più rispetto agli altri generi indicati, nei concerti (20,4%). Per quanto riguarda invece i generi principalmente ascoltati dal pubblico all’interno dei pubblici esercizi, la ripartizione è piuttosto omogenea tra pop (17,6%) e blues/jazz (17,3%), seguiti da rock/metal (16,9%) e rap/hip hop (16,3%).
Venendo ai tempi dedicati all’ascolto, la maggior parte del pubblico (32,1%) passa il tempo alle prese con le sette note per 2-3 ore a settimana. Sono le donne le più fervide fruitrici di musica: le più assidue la ascoltano per più di 6 ore a settimana, sono di età compresa tra i 18 e i 24 anni e risiedono nel Nord Est. Gli over 64 ascoltano in generale meno musica, per un’ora alla settimana (il 19,9%). I principali canali di ascolto sono siti internet (35,9%), radio (30,5%), cd/dvd (18,1%), televisione (8,3%), mentre il 2% del campione continua ad ascoltare canzoni in vinile. Il 46% degli italiani interessati a scoprire nuovi autori o brani si serve soprattutto della radio (46%), seguita da internet, blog, siti, app (39,8%), Youtube (36,1%). Una buona percentuale è occupata dal passaparola (26,5%) e dalla televisione (23,4%). Il 19% degli intervistati non è interessato a scoprire nuovi brani o autori.

 

 




Polizia locale, «quest’anno a Bergamo attività da record»

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Il vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi è intervenuto all’incontro “Legalità, mi piace!” organizzato dall’Ascom

«In tema di sicurezza la situazione non è diversa dal passato, anzi secondo i dati delle interforze di polizia i reati, compresi furti e rapine, sono in calo. È anche vero che ci sono categorie a rischio, come gioiellerie e tabaccherie, e che certi episodi fanno scattare l’allarme e il senso di insicurezza, quindi l’attenzione deve rimanere alta».

A margine dell’incontro “Legalità, mi piace!” organizzato dall’Ascom di Bergamo in occasione della giornata di mobilitazione nazionale promossa dalla Confcommercio, il vicesindaco di Bergamo e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi affronta la cronaca e l’emergere del problema al Quadriportico del Sentierone e in piazza Dante dopo la spaccata alla gioielleria Curnis. «Dove si segnalano criticità interveniamo – evidenzia -. Con la Polizia locale siamo in via Bonomelli tutti i pomeriggi, ora abbiamo istituito il presidio in centro, siamo stati a Boccaleone e in via Moroni per gli episodi legati ai locali notturni. La tutela dell’ordine pubblico tocca alle forze dell’ordine, occorre ricordarlo, certo non ci tiriamo indietro se c’è da dare una mano, ma è anche opportuno valutare attentamente come distribuire le attività, perché ci sono altri versanti importanti su cui siamo chiamati ad agire e se può infondere sicurezza vedere in giro gli agenti in divisa, è però difficile pensare che possano essere presenti nel luogo e nel momento giusto in cui si verifica un fatto criminoso. Le risorse sono sempre poche ed è importante poterle utilizzare nel modo più efficace, non è detto che correre dietro agli allarmi lo sia».

Insomma la Polizia locale ha anche altri compiti, che vanno gestiti in equilibrio con il controllo del territorio per il buon funzionamento della vita cittadina: «Parliamo di attività investigativa, sicurezza stradale, contrasto all’abusivismo e all’accattonaggio – ricorda Gandi -. Ci tengo a precisare che se non si vedono agenti in strada non è perché se ne stanno senza far nulla. A gennaio presenteremo i dati dell’attività annuale e posso anticipare che saranno numeri da record, anche per quanto riguarda le sanzioni. Si dirà che l’Amministrazione vuole fare cassetto, ma posso testimoniare con un pacco di esposti la richiesta di controlli e interventi per la sosta selvaggia, eccesso di velocità, rispetto del codice della strada, anche così si garantisce sicurezza». Intanto potrebbe arrivare anche una risposta alla cronica carenza di organico con lo sblocco delle assunzioni. «Abbiamo avviato la procedura più veloce, quella della mobilità, ossia l’arrivo di personale da altri Comuni – evidenzia il vicesindaco – e presto potremmo contare su quattro nuovi agenti e un ufficiale».

Tra i problemi su cui Palafrizzoni ha operato una stretta c’è l’abusivismo, fenomeno sul quale anche l’Ascom ha portato più volte l’attenzione. «In occasione dell’8 marzo abbiamo effettuato una vasta operazione di controlli e sanzioni – ricorda -, non certo con l’obiettivo non è accanirci contro i venditori, ma per dare un segnale forte e necessario contro l’illegalità e a tutela delle imprese che operano nel rispetto delle regole e pagano le tasse. Più difficile intervenire sugli affitti turistici, perché lì il fenomeno non è evidente, ma ci stiamo muovendo».

Bolla infine come «mossa politica di chi non ha altri argomenti» la sollecitazione a richiedere al Governo l’arrivo di militari per potenziare i controlli. «Il sindaco si è già attivato a gennaio e non vogliamo lasciare nulla di intentato, ma obiettivamente dieci militari in divisa non risolvono il problema, così come non lo risolvono i 150 a Milano. Parliamo di persone che non conoscono il territorio, che si muoveranno accompagnate dai nostri agenti, con regole di ingaggio che non permettono loro di fare attività investigativa né di svolgere compiti come le forze dell’ordine. Se arrivano sarà qualcosa in più, resta però triste il gioco di chi agita soltanto degli slogan»,




La banda ultra larga cresce in Lombardia. Già raggiunto il 25% della popolazione

fibra-ottica-internetLa banda ultra larga cresce in Lombardia. Nella nostra regione la quota di popolazione che ha accesso ai servizi internet con velocità di almeno 100 megabyte al secondo è già pari al 25 per cento. Si tratta del dato di gran lunga più elevato in Italia, e addirittura superiore al doppio della media italiana, ferma a uno striminzito 11 per cento. I dati – riferiti a maggio di quest’anno – del ministero per lo Sviluppo Economico, elaborati dall’Osservatorio per le micro e piccole imprese di Confartigianato Imprese Lombardia, mettono in luce l’evidenza del primato lombardo, cui tiene testa parzialmente soltanto il Lazio, che ha un grado di copertura della banda ultra larga pari al 21,6 per cento. Tutte le altre regioni si trovano in una situazione di pericolosa arretratezza da questo punto di vista, con diversi casi in cui non si raggiunge neppure la doppia cifra. A illuminare il quadro lombardo sono le previsioni per i prossimi mesi. Già nel 2018 la crescita della banda ultra larga dovrebbe permettere di raggiungere un grado di copertura del 35 per cento, per arrivare nel biennio successivo al 43,6 per cento: il 18,6 per cento di copertura in più nel giro di quattro anni. Mantenendo questo livello di sviluppo, sarebbe possibile estendere il bacino di utenza potenziale della banda larga a un ritmo di cento micro piccole imprese al giorno.

CON INTERNET VELOCE IMPRESE PIÙ PRODUTTIVE E COMPETITIVE

Banda ultra larga per le nostre imprese significa maggiore produttività e possibilità di competere sui mercati di tutto il mondo. Un’analisi dell’Istat mette in luce come nelle cosiddette “zone bianche”, ovvero quelle in cui la dotazione infrastrutturale per questo tipo di tecnologia è pari a zero e non sono previsti sviluppi nel corso dei prossimi tre anni, un’eventuale copertura porterebbe le realtà aziendali minori, quelle con meno di dieci addetti, ad aumentare il valore aggiunto della propria attività del 9 per cento nel settore del commercio e manifatturiero, dell’11 per cento in quello delle costruzioni e addirittura del 23 per cento nei servizi. Lo studio di Confartigianato sottolinea come sarebbe possibile, attraverso la diffusione della banda ultra larga, aumentare di 4,4 miliardi di euro il valore aggiunto delle mpi fino a 20 addetti, un valore che corrisponde all’1,3 per cento del Prodotto interno lordo della Lombardia.

IN LOMBARDIA BANDA LARGA GIÀ PRESENTE NEL 70% DELLE FAMIGLIE

Per quanto riguarda il fronte famiglie, la percentuale di quelle che dispongono di una connessione a banda larga (fino a 20 megabyte per secondo) in Lombardia nel 2015 è pari al 69,2 per cento. Una crescita di quasi 20 punti percentuali rispetto a cinque anni prima, quando era attestata al 51,8 per cento. Secondo i dati del portale di Infratel, inoltre, la quasi totalità della popolazione lombarda (il 99,6 per cento) è ormai raggiunto dalla banda larga fissa. Di pari passo è cresciuta anche la percentuale di coloro che utilizzano internet tutti i giorni: erano il 33,7 per cento nel 2011, sono passati al 46,2 per cento nel 2015. Di fatto, un lombardo su due naviga sul web quotidianamente.

 




Contraffazione, «oggi il contrasto è più difficile: ecco perché tutti dobbiamo dire di no»

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L’Ascom di Bergamo ha scelto ancora una volta la scuola per declinare i temi della giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace!”, l’iniziativa della Confcommercio per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese.

Lo ha fatto in un incontro con 250 studenti delle superiori all’Isis Natta di Bergamo, capofila del Centro di Promozione della Legalità, che coinvolge 60 istituti scolastici e 20 soggetti pubblici e privati del territorio e che ha ottenuto, prima realtà di questo genere, l’assegnazione di un bene confiscato alla mafia, uno spazio a Seriate che sarà inaugurato il prossimo febbraio.

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Sensibilizzare i cittadini cominciando dalle generazioni più giovani pare, del resto, la strada migliore per contrastare fenomeni sempre più pervasivi e “intelligenti”. Come la contraffazione, percepita, secondo i dati forniti durante la giornata, come fatto normale e addirittura utile dal 72% dei consumatori. «Voi siete i controllori – ha ammonito la platea il colonnello Vincenzo Tomei, comandante provinciale della Guardia di Finanza -. La contraffazione è in mano a organizzazioni criminali ed è fonte di concorrenza sleale, ma significa anche frode fiscale e danno erariale e, quindi, per l’economia dello Stato e della collettività. Occorre perciò mettere da parte il buonismo ed essere più severi con se stessi e dire no agli acquisti». Anche perché l’industria del falso si è “evoluta” per sfuggire alle legislazioni più forti messe in atto negli Stati più attenti al problema.

«Oggi in Italia non ci sono più grandi depositi di merce contraffatta – ha spiegato Tomei -, la criminalità ha ridotto il rischio d’impresa, spostandoli nei paesi dell’Est Europa, dove i controlli sono minori. Succede quindi che gli articoli, solitamente provenienti da Cina e India, vengono etichettati in queste strutture all’estero e in Italia arrivano furgoni, spesso scalcinati, con un carico di falsi da piazzare sul mercato. A questo punto ciò che possiamo fare è poco: denunciare a piede libero l’autista, sequestrare la merce, che però è in quantitativi ridotti rispetto ai grandi depositi, e un furgone inutilizzabile». Da qui il forte richiamo alla responsabilità personale: «Anche in casi più complessi – ha fatto notare – come, come i reati ambientali, all’origine c’è sempre una falla, una persona che non ha controllato con diligenza o che è corrotta».

Di un contesto globalizzato ha parlato anche Iole Galasso, vicecapo di Gabinetto della Prefettura di Bergamo. «Oggi le imprese operano ovunque e nessun territorio è immune a infiltrazioni criminali nell’economia – ha ricordato -. Di pari passo la sensibilità in tema di antimafia si affina sempre più e ciò che la Prefettura fa è un’azione preventiva, da un lato tenendo sotto osservazione reati “spia”, come le turbative d’asta, dietro a comportamenti scorretti può infatti esserci un’organizzazione malavitosa, dall’altro con un’attività di tipo amministrativo, i controlli per la certificazione antimafia, che possono sembrare un appesantimento burocratico, ma servono a garantire che operino solo imprese sane».

legalita-mi-piace-2016-platea-2La Prefettura effettua anche attività di sostegno alle vittime di racket e usura, attraverso uno sportello. «Gli imprenditori che hanno subito danni alla propria attività possono ricevere dallo Stato una somma a fondo perduto per ricominciare – ha detto Galasso -. A Bergamo le richieste sono state limitate, è giusto però far sapere che esiste». «Contiamo pochissimi casi di usura di tipo delinquenziale – ha aggiunto Tomei – è un’attività “complicata” e può essere che la vittima non abbia poi i soldi da restituire, il crimine preferisce forme più redditizie».

Su abusivismo, contraffazione e taccheggio si è soffermato il direttore dell’Ascom Oscar Fusini, evidenziando che il 68% delle imprese ritiene di aver subito un episodio di taccheggio e di un impatto stimato del 5,2% sui ricavi di vendita, mentre il 65,1% si ritiene danneggiato da abusivismo e contraffazione. «Per contrastare l’abusivismo e la concorrenza sleale – ha sottolineato – chiediamo una rivisitazione del codice penale in materia di contraffazione: da reato contro la fede pubblica a reato contro il patrimonio. E poi norme procedimentali più efficaci per garantire la repressione dei reati, individuazione di misure di contrasto a mezzo web, tutela del made in Italy e contrasto dell’italiansounding su scala europea ed internazionale e un’Agenzia Europea per la lotta alla contraffazione e misure doganali».

malvestiti-legalita-mi-piaceL’incontro, coordinato da Andrea Valesini, caporedattore de L’Eco di Bergamo, ha portato ai ragazzi anche gli incoraggiamenti di Patrizia Graziani, dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Maria Amodeo, dirigente scolastico del Natta, del vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi e del presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti: «La nostra Associazione sarà sempre al fianco della legalità – ha ribadito Malvestiti -. È un impegno che appartiene profondamente alla nostra cultura associativa e che abbiamo cercato di rafforzare negli ultimi anni, grazie a manifestazioni come questa e al coinvolgimento dei nostri imprenditori e della società bergamasca».