“Like the Bike”, l’università di Bergamo premiata al Festival della Comunicazione sociale

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Da sinistra il professor Vittorio Montieri, la moderatrice Rossella Sobrero, consigliere di Pubblicità Progresso, e le studentesse Laura Martini, Alice Cellini, Mariafrancesca Misiti e Marta Nozza Bielli

Meno emissioni, più benessere con la bicicletta. Like the bike è il progetto per l’ideazione di una campagna pubblicitaria sui temi della Sostenibilità, Sobrietà, Solidarietà realizzato da cinque studentesse dell’Università degli Studi di Bergamo che è stato premiato la Festival della Comunicazione Sociale di Milano. Il 21 novembre, a Palazzo Reale, nell’ambito della manifestazione organizzata da Pubblicità Progresso Alice Cellini, Carmen Guido, Laura Martini, Mariafrancesca Misiti e Marta Nozza Bielli sono state premiate per la loro soluzione di mobilità sostenibile, economica e pratica. Nell’ambito della campagna promossa da Pubblicità Progresso Sostenibilità Sobrietà Solidarietà e del relativo concorso d’idee On the Move 2016 sui temi della comunicazione sociale e rivolto agli studenti delle università italiane, le ragazze hanno studiato una campagna di promozione per l’utilizzo della bicicletta e per miglioramento della consapevolezza in merito ai benefici derivanti dal suo utilizzo: riduzione delle emissioni, dei consumi e aumento del benessere fisico. Il progetto prevede l’allestimento di un’area costituita da postazioni formate da un supporto statico sul quale è fissata una bicicletta. Ciascuna postazione è dotata di un visore per la realtà virtuale, che permette ai partecipanti di scegliere tra diversi percorsi e di immergersi, attraverso la pedalata, in scenari coinvolgenti. Sulle bici sono applicati un mobile charger, che attraverso la semplice pedalata permette di ricaricare la batteria del proprio smartphone, e un contachilometri che misura la distanza percorsa, calcolando la relativa riduzione delle emissioni. Per i più piccoli sono previste altre postazioni dalle quali i bambini, seduti ognuno su una bicicletta, cercheranno con delle freccette-giocattolo di far scoppiare palloncini fumogeni che rappresentano nuvole di smog.

L’edizione di quest’anno di On the Move, la decima, è stata la prima ad invito e ha coinvolto le dieci università che si sono particolarmente distinte nelle precedenti edizioni (Politecnico di Milano, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Università degli Studi di Roma La Sapienza, Università degli Studi di Udine – sede di Gorizia, Università degli Studi di Urbino – sede di Pesaro, Università IULM). L’Università di Bergamo, che in passato non aveva partecipato alla manifestazione ma che da un quinquennio dedica particolare attenzione alle tematiche della comunicazione sociale attraverso cicli di seminari tenuti presso la sede di Palazzo Rosate, è stata ammessa come riserva nel caso di defezioni ed è stata definitivamente accolta come candidata nel momento in cui uno degli atenei concorrenti ha presentato un programma giudicato fuori tema. Il progetto Like the Bike è stato proclamato vincitore, ex aequo con un’operazione ideata dall’Università di Udine (sede di Gorizia), dalla giuria composta dal presidente della fondazione Alberto Contri e da Francesco Cesati (FIEG), Massimo Ciampa (Mediaset), Rossella Sobrero (Assocom). Il verdetto è stato ufficializzato sulle pagine del sito di Pubblicità Progresso. Tutti i lavori del contest sono raccolti all’interno dell’e-book i Linguaggi della Comunicazione Sociale, edito da Pubblicità Progresso.

 

 




Il gran cuore del sistema Bergamo: ai terremotati un pullmino e quindici container ad uso abitativo

terremoto centro italiaUn pullmino per il trasporto di persone e generi alimentari, quindici container ad uso abitativo e alcune strutture per il ricovero agli animali: il “sistema Bergamo” mobilitato a sostegno delle popolazioni dei Centro Italia colpite dal terremoto ha deciso le prime destinazioni dei fondi raccolti grazie alla solidarietà dei cittadini bergamaschi. Il gruppo di lavoro che riunisce Caritas Diocesana Bergamasca, Comune di Bergamo, Provincia, L’Eco di Bergamo e Associazione nazionale Alpini conferma la scelta di destinare le donazioni raccolte – che comprendono numerosi versamenti da parte dei Comuni sui conti correnti Ana e Caritas nonché i proventi dell’Amatriciana solidale organizzata dall’Amministrazione comunale di Bergamo il 31 agosto scorso a cui parteciparono di 18 mila persone sul Sentierone – a interventi condivisi, che possano essere il segno tangibile della generosità dei bergamaschi nei confronti delle comunità colpite dal terremoto. L’idea è quella di far sì che l’utilizzo dei fondi raccolti in bergamasca possa portare a investimenti e realizzazioni chiaramente identificabili, monitorabili e documentabili.

Durante l’ultimo incontro del coordinamento svoltosi in Provincia, don Claudio Visconti, responsabile della Caritas diocesana bergamasca, ha relazionato circa la visita delle scorse settimane ad Amatrice e nei vicini paesi colpiti dal sisma, dove ha verificato in prima persona le necessità più urgenti e ha avviato rapporti con le autorità locali. Ha così potuto osservare che la zona colpita dal terremoto del 24 agosto è caratterizzata da un’estrema frammentazione degli insediamenti: tante piccolissime frazioni distribuite in un territorio montano molto esteso. Il gruppo di lavoro, di cui fanno parte tra gli altri il presidente della Provincia Matteo Rossi, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il presidente degli Alpini bergamaschi Carlo Macalli, l’amministratore delegato de L’Eco di Bergamo Massimo Cincera e il consigliere delegato alla Protezione Civile Mauro Bonomelli, ha deciso di procedere “per step”, con scelte di intervento distribuite nel tempo. Ai primi investimenti legati all’emergenza, alcuni dei quali già deliberati, seguiranno scelte finalizzate alla ricostruzione, non prima però di avere chiaro il quadro delle effettive necessità delle popolazioni, tuttora in via di definizione. Tanti nel frattempo sono stati i volontari che da Bergamo hanno raggiunto le zone terremotate, mettendo a disposizione il proprio impegno e le proprie competenze.

I primi fondi serviranno per acquistare un pullmino a 9 posti da affidare al Dipartimento Solidarietà Emergenze della Federazione Italiana Cuochi, già protagonista dell’”Amatriciana solidale”, che nelle zone terremotate gestisce tre campi (Torrita e Santa Giusta ad Amatrice, e Muccia) ed è in procinto di aprirne un quarto nel maceratese, impiegando una media di 12 cuochi professionisti al giorno. Il pullmino, dotato di ruote da neve, servirà per portare generi di prima necessità e viveri alle decine di migliaia di sfollati dopo il sisma. Il furgone, il cui costo si colloca tra 20 e 25 mila euro, servirà per continuare a gestire i cambi e gli approvvigionamenti, resi particolarmente difficoltosi in questa zona dall’avanzare dell’inverno. Verranno poi acquistati, su proposta di Caritas, quindici container ad uso abitativo da collocare senza necessità di opere di fondazione o di urbanizzazione: cinque “monolocali” (una stanza più servizi) e dieci “bilocali” (due stanze più servizi, a cui potranno eventualmente aggiungersi, se necessarie, alcune case su ruote o camper/roulotte. Verranno acquistati anche cinque container da destinare al deposito degli attrezzi e cinque “tunnel” (senza necessità di opere di urbanizzazione) per il ricovero degli animali, per una spesa complessiva di di circa 250 mila euro. “Non vogliamo solo far fronte all’emergenza – spiega don Claudio Visconti, di Caritas Diocesana Bergamasca – ma accompagnare le persone anche nel percorso di ricostruzione e di ripresa sociale ed economica. Solo così possiamo costruire una vera comunione tra coloro che offrono e coloro che ricevono, dando un aiuto concreto e tangibile alle persone che ne hanno bisogno”. Si segnala infine l’iniziativa rivolta ai giovani “I legami non tremano” che si svolgerà in Provincia lunedì 19 dicembre, alle ore 21, presso la Sala Consigliare, dove si svolgerà un incontro con Mirco Catini, presidente dell’Associazione San Crispino Eventi della Provincia di Fermo, che ha vissuto sulla propria pelle i tragici eventi del sisma e ha da subito contribuito in modo attivo insieme ai suoi coetanei ad accogliere, soccorrere e dare assistenza agli sfollati. Proprio a Porto Sant’Elpidio, infatti, paese in cui vive, è stato allestito il centro d’accoglienza della Protezione Civile della regione Marche, il quale ha visto il passaggio di quasi 5.000 persone.

 




Pranzi senza sprechi, i consigli di Franco Aliberti

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Franco Aliberti

Sprecare il meno possibile e utilizzare le materie prime nella propria interezza, trasformando anche le parti dei prodotti che normalmente vengono scartate. Questa è la filosofia di Franco Aliberti, chef campano che ha fatto della cucina sostenibile un’arte. Sarà domani all’Accademia del Gusto di Osio Sotto per un corso dedicato ai professionisti, con le indicazioni su come scegliere i prodotti e prepararli in modo naturale e facendo attenzione anche all’impatto ambientale. Un tema quanto mai attuale sottolineato anche dalla nuova legge antispreco, che prevede incentivi per le attività virtuose.

Affari di Gola lo ha incontrato in anteprima per un vademecum dedicato alle prossime festività. Tra Natale e la Befana, infatti, nessuno è immune da sprechi ed avanzi e con il suo aiuto abbiamo raccolto consigli e ricette per evitarli in partenza o trasformarli in piatti creativi.

1. Ricette semplici e con prodotti che avete già

Contenere lo spreco significa anche ottimizzare i costi. Scegliete quindi ricette che vi permettano di utilizzare anche quello che avete già in dispensa. È il primo accorgimento da considerare, anche se sembra banale. In questo modo non si spende troppo per comprare altro lasciando magari scadere quello che è già a portata di mano. Inoltre evitate ricette che comportino l’acquisto di prodotti costosi. Bandite quindi aragoste e crostacei e via libera a cozze (si possono cucinare in moltissimi modi spendendo poco), ricciola, alice, rana pescatrice, palamita, sgombro, vongola verace, rombo, polpo e seppie, controllando la provenienza. Piatti consigliati: per un menù di pesce, crostini con acciughe e capperi o frittelle di baccalà alle erbe aromatiche, filetti di merluzzo e baccalà, pasta al nero di seppia (fatta in casa è economica e le seppie possono diventare un secondo o essere usate in un’altra occasione), pasta funghi, tonno e acciughe. Per un pasto di carne: filetti di tacchino al vinsanto, alternativa leggera rispetto al classico arrosto, accompagnato da carote al marsala o carciofi all’arancia. Oppure bollito misto con mostarda e salse: sostituendo il petto di gallina con quello di cappone si possono fare ottimi cappelletti in brodo. E come aperitivi, pinzimonio di verdure, frittelle di salvia, soufflé di carote e zucca, muffin pomodoro e curry, insalata finocchi e uvetta.

2. Rispettate la stagionalità

Secondo Franco Aliberti «la prima regola per chi vuole avere una attenzione al cibo e allo spreco è seguire la stagionalità dei prodotti, perché hanno prezzi più bassi e si risparmia». Gli ingredienti su cui puntare quindi sono zucca, spinaci, finocchi, carciofi, insalata trevigiana, bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavoli, cicorie, cime di rapa, patate, porri, radicchi, sedani, cipolle; e per la frutta cachi, noci, mele e pere.

tavola-nataleI legumi, in particolare, possono diventare ingredienti di piatti insoliti e in grado di stupire. «Con fagioli e ceci a Natale si può preparare una ricetta molto divertente, ora di moda – suggerisce Aliberti -: si cuoce il legume, ricordandosi che va sempre messo a bagno 12 ore prima, in pochissima acqua senza sale né aromi; una volta cotto, si conserva l’acqua e si lascia raffreddare. Quindi si monta con un po’ di zucchero a velo, si ottengono delle meringhe super salutari e interessanti. Oppure, se si ha più tempo, con l’acqua raffreddata dei legumi di può fare la torta paradiso».

Anche i broccoli possono diventare un piatto ricercato: «Si recuperano le cimette, si lasciano cuocere in acqua salata 5 minuti, si scolano e così come sono, ancora calde (il caldo rende più cremosa la crema), si frullano con olio – 150 grammi su 500 grammi di broccolo -, un po’ di sale e pepe. In 2-3 minuti si ottiene una crema buonissima e molto leggera. Si può mettere a forma di cilindro nel centro del piatto con un altro po’ di cime grattugiate sopra. Viene un cous cous di broccolo ottimo come antipasto, da mangiare con crostini di pane di qualche giorno indietro, anche con le mani».

3. Preparate una lista della spesa dettagliata

Vagare per le corsie del supermercato senza avere le idee chiare è il modo migliore per acquistare prodotti che non servono. Per comprare la giusta quantità di cibo ed evitare di portare a casa prodotti in surplus che poi finiranno in spazzatura, compilate in anticipo una lista della spesa pensando a quello che veramente vi serve.

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4. Studiate bene le quantità

Nel pensare il menù siate realistici quando stimate le porzioni e non fatevi prendere dal terrore di preparare poco cibo. Studiate bene le portate e le quantità necessarie, fate attenzione che queste siano proporzionali al numero dei commensali. Ricordate anche che le pietanze, e quindi gli acquisti, non vanno valutati in base alla quantità/peso ma all’apporto di calorie e che il corpo umano ha bisogno di solo 2.400 kcal per funzionare per 24 ore. Quindi se calcolate di preparare una carrellata di salumi, tartine e salmone, lasagne e arrosto con le patate al forno forse quattro dolci differenti non servono! Prevedete porzioni contenute, soprattutto per i bambini tanto più che nel menù ci saranno tante altre portate: calcolate 80 g di pasta a testa per gli adulti e 50 per i bambini.

5. Occhio alle date di scadenza e alle offerte

Durante la spesa acquistate prodotti con una scadenza lunga così, se non li consumate, potrete utilizzarli anche nei giorni successivi. Non fatevi tentare dalla trappola delle offerte e non riempite il carrello di panettoni, pandori e torroni che sapete non mangerete mai.

6. Scegliete cotture brevi e non al forno

Un’altra regola importante è fare attenzione al consumo di energia. Tenere il forno acceso per una notte diventa spreco. Preferite, soprattutto per le cotture più lunghe, la pentola a pressione. Si risparmia in termini di tempo e di gas. Con un’ accortezza: mettete meno acqua possibile nella pentola, così riducete i tempi per portarla in pressione e quindi il consumo di energia. Se invece decidete di utilizzate padelle e pentole non a pressione mettete sempre i coperchi, meglio se di vetro così si può controllare la cottura del cibo senza aprirli. Controllate che la fiamma del fornello sia all’interno della pentola così non ci sarà dispersione di calore e spreco inutile di gas. Evitate le fritture (sono grasse e comportano un notevole spreco di olio) e utilizzate extravergine a crudo. Anche le crêpes saranno buonissime se al posto del burro userete l’extravergine.

franco-aliberti-chef-antispreco-2Secondo Aliberti, «si possono stupire gli ospiti anche con ricette semplici e di effetto utilizzando meno forno e andando sulla genuinità del prodotto. Ad esempio, si può fare un semplice riso fatto con del cavolo cappuccio viola che è anche di stagione: si taglia il cavolo, lo si mette nell’estrattore o nella centrifuga e si usa il liquido ottenuto per fare il brodo per il riso, sostituendo quello di gallina che deve cuocere dalla mattina. Allo scarto si aggiunge il 2% di sale, si schiaccia leggermente e si fa riposare un po’: con il tempo fermenta e diventa buonissimo. I nonni l’hanno sempre fatto di conservare sotto sale. Infine, si aggiunge al succo un pizzico di bicarbonato (0,5 grammi per 1 litro di succo) che scalda il succo facendolo diventare blu. Ma si può giocare con i colori. Senza bicarbonato diventa verde, con un po’ di limone diventa rosa». «È un piatto semplice e totalmente naturale ma è colorato e spiazza – dice Aliberti -. Non richiede soffritto solo olio, riso sale e pepe in cottura. L’evaporazione toglie un po’ il sapore del cavolo e il gusto risulta molto delicato».

7.  Porzioni piccole

Non esagerate con le porzioni. Lo sappiamo, va contro la vostra idea del perfetto padrone di casa. Ma, tenete presente che gli invitati potranno servirsi una seconda volta. E se non lo fanno, il cibo in eccesso potrà essere conservato e riutilizzato nei giorni successivi. Ancora meglio, portate in tavola la pietanza e incoraggiate gli ospiti a servirsi da soli. Ciascuno prenderà ciò che preferisce e non sarà costretto a lasciare nel piatto ciò che non gli piace (o a mangiarlo di malavoglia per non offendere la padrona di casa).

8. A tavola niente tovaglie e tovaglioli di carta e bicchieri di plastica

Nella preparazione della tavola evitate o limitate al minimo i prodotti usa e getta: niente piatti e bicchieri di plastica (che per di più sono poco eleganti e quindi inadatti a un pranzo di Natale) e tovaglie e tovaglioli di stoffa.

prranzo-natale19. Usate decorazioni e fragranze “fai da te”

Per le decorazioni della casa e della tavola non occorre spendere troppo: utilizzate bicchieri spaiati come portacandele; zuppiere come centrotavola; candelabri misti con palline natalizie al posto delle candele, barattoli delle olive riempiti di palline di Natale. Anche per profumare la casa si può usare una fragranza casalinga: mettete in una pentola piena d’acqua 2 fette di arancia o limone, aggiungete 10 chiodi di garofano, 1 stecca di cannella, 5 di anice stellato, una manciata di mirtilli rossi e 1 cucchiaino di noce moscata. Fate bollire piano e per tutta la casa si sprigionerà un vapore profumato di fragranza natalizia.

10. Conservate e riutilizzate gli avanzi il giorno dopo

Organizzatevi per conservare in modo efficiente e sicuro gli avanzi. Preparate i contenitori per il frigorifero e il freezer e congelate i cibi non consumati, dividendoli in piccole porzioni (mezzo tacchino ripieno intero ha molte probabilità di restare in freezer fino al momento di passare direttamente nella spazzatura). Cercate di consumare tutti gli alimenti conservati nel congelatore prima delle feste così da avere spazio a disposizione.

Se avanzano grandi quantità di pietanze cercate di utilizzarle per preparare altri piatti. Polpettoni e torte salate sono l’ideale per riciclare gli alimenti che non si è fatto in tempo a consumare. I gambi dei carciofi o degli asparagi possono essere usati per preparare un risotto (tra l’altro sono ricchi di fibre), gli “scarti” di carote, finocchi e spinaci possono essere facilmente utilizzati per ottenere salse sfiziose per i crostini, la scorza del limone per insaporire l’impasto di una crostata, le barbe dei finocchi (apportano vitamine e sali minerali) per aromatizzare l’insalata. Con gli scarti del pesce e della carne si può preparare un brodo da congelare e tirare fuori dal freezer al momento giusto. Pesci come cernia e gallinella cucinati il giorno prima in guazzetto possono essere riutilizzati per un ottimo primo piatto, unendoli a pomodorini freschi e verdure dolci come bieta e spinaci.

Anche i crostini possono essere “di riciclo”: basterà tagliare a fette il pane avanzato e tostarlo in padella o al forno per qualche minuto.

20-come-organizzare-il-pranzo-di-natale-ba6153ff0f22e454064acf742f1ac721-e1418919218434E in quanto ai dolci: con il pandoro avanzato si può fare un ottimo tiramisù (lo si usa al posto dei biscotti) mentre il panettone avanzato può essere trasformato in muffin per la prima colazione oppure, «tagliato a fettine, tostato nel dessert come biscotti, frullato con uova farina latte e cotto in forno per farne un soffice sufflè». «O ancora – suggerisce Aliberti – se si ha più tempo, lo si può schiacciare con le mani e passare nella macchina della pasta: con la fettina che ne esce si possono creare cannoncini o cannoli farciti con crema. Se invece lo si vuole consumare più avanti nel tempo, oltre la scadenza, si può tagliarlo a fettine e congelarlo».

Persino spumante e moscato possono essere reimpiegati: se ne avanzano a tavola, al momento del dessert si possono usare per fare uno zabaione veloce e buonissimo. «Non preoccupatevi, non impazzirà – garantisce lo chef – basta andare con calma. La ricetta è: due tuorli, 2 cucchiai di zucchero (30 grammi), 1 tazzina abbondante da caffè di spumante o vino porti e cottura a bagnomaria».

Se contenervi nella spesa non rientra proprio nel vostro Dn e malgrado tutti i nostri consigli vi trovate con un menù a dieci portate e pacchi di panettoni, torroni e dolciumi ci sono altri due modi per non sperperare il cibo. Invitare un altro ospite alla vostra tavola, un parente, un amico, una persona bisognosa o in difficoltà e regalare i dolci a chi ne ha bisogno (basta che vi rivolgiate alla vostra parrocchia o agli enti caritatevoli del vostro comune).




Agroalimentare, in forte crescita l’export bergamasco

export-agrolimentra-italianoAgroalimentare “made in Italy nel mondo? Vale 36,7 miliardi di euro all’anno e cresce del 7,4%. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano e Coldiretti, con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le Attività Internazionali. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in internet (http://www.promos-milano.it/Informazione/Note-Settoriali/Export-Agroalimentare-Nel-Mondo.kl).

Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera concentrano la metà del nostro export. Tutte le principali destinazioni sono in crescita, in particolare Stati Uniti (+19,7%) e Regno Unito (+8,6%). Ma i prodotti “made in Italy” raggiungono anche Giappone (al 10° posto), Canada (11°), Australia (16°) e Cina (17°). E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini, acque minerali e olii, la Spagna per pesce fresco, la Grecia e le Filippine per alimenti per animali. In forte crescita Cina per latte, amidi, tè, caffè e vini, Arabia Saudita per frutti e prodotti da forno, Australia per pasta e piatti pronti, Turchia per cioccolato, Ungheria per carne lavorata e conservata, Polonia per pesce conservato, gelati e condimenti, Belgio per acque minerali. Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano su dati Istat, anni 2015 e 2014.

I prodotti “made in Italy” più esportati? I vini raggiungono i 5,4 miliardi di euro, vengono poi pane, pasta e farinacei con 3,6 miliardi ma anche frutta e ortaggi lavorati e conservati con 3,4 miliardi. Gli aumenti più consistenti si registrano per acque minerali (+21,1%), alimenti per animali (+20%), prodotti non lavorati da colture non permanenti tra cui cereali, riso, ortaggi (+15,5%), tè e caffè (+11,2%). I maggiori esportatori italiani: Verona con 2,7 miliardi, Cuneo con 2,5 miliardi e Parma con 1,6 miliardi, Milano è quarta con 1,5 miliardi, il 4,1% del totale. Seguono Bolzano, Salerno e Modena. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita a: Napoli (+24,6%), Firenze (+23,4%) e Bergamo (+22,7%). La Lombardia con 5,6 miliardi di export rappresenta più di un settimo del totale italiano. Oltre a Milano, 4° in Italia, tra le prime 20 ci sono anche Bergamo 12° e Mantova 17°. La Lombardia per peso sul totale nazionale si distingue in prodotti lattiero-caseari dove rappresenta il 36,4% con Mantova 3°, Pavia 4°, Cremona 6°, Brescia 7°, Bergamo 9°, Milano 10° e Lodi 18° e in pesci, crostacei lavorati e conservati, 31% del totale, con Como leader italiana (27,8%, +13,1%) e Brescia 10°. Pavia è invece al primo posto per granaglie, amidi e prodotti amidacei (17,6% nazionale, +3%).

 




Una bergamasca a Londra / L’italia fuori dall’Ue? In Inghilterra l’ipotesi guadagna terreno

LondraDopo la Brexit e l’elezione di Donald Trump, abbiamo capito che è meglio ignorare i sondaggisti e affidarsi paradossalmente alla legge di Murphy: se le cose possono andare male, allora andranno male. Si, sono negativa e pessimista. E spero davvero di sbagliarmi. Intanto voto per posta, ma mi preparo ad un altro risultato deludente sul fronte elettorale. L’Europa guarda all’Italia e si aspetta un’altra ondata di cattive notizie. E non mi riferisco al fatto che la vittoria del no possa spodestare Matteo Renzi dallo scranno da primo ministro. Mi riferisco invece al timore, molto più esteso, che l’Italia venga travolta da un’ondata populista e si avvii verso l’uscita dall’Unione Europea. A volte chi guarda le cose da lontano le vede con più chiarezza. Da Londra, questa possibilità spaventa ma guadagna anche terreno. Quel che è singolare è che le cause di questo pronostico nefasto non hanno molto a che fare con il referendum. E se vi state chiedendo se le cose qui a Londra siano peggiorate dopo la Brexit, la risposta è semplice ed è affermativa.

Ma veniamo all’Italia. Dall’entrata in circolazione dell’euro, la produttività italiana è scesa del 5 per cento, mentre in Francia, Germania e Inghilterra è salita del dieci per cento. Dopo la crisi dell’eurozona, iniziata nel 2010 e proseguita fino alla fine del 2012, le misure di austerità e controllo imposte dalla cancelliera Angela Merkel – che guarda caso non gode di grande popolarità in Italia e nei paesi europei con economie deboli – hanno scatenato un’ondata di populismo in tutta Europa, con la brutta faccia di Nigel Farage in Inghilterra, quella più fotogenica di Marie Le Pen in Francia, e con ben tre facce in Italia: il Movimento Cinque Stelle, la Lega Nord e pure Forza Italia, che da quando Berlusconi è stato mandato a casa nel 2011, ha manifestato un forte sentimento anti Merkel ed anti euro. Sappiamo poi che in democrazia l’opposizione, prima o poi, va al potere. E se Renzi perde il referendum si potrebbe dimettere, aprendo il varco ad un altro momento di instabilità politica ed economica. Perché mai gli investitori stranieri dovrebbero investire in Italia? Qui dove sono io, dove si pensava che la Brexit non sarebbe mai accaduta, invece ci siamo svegliati il 24 giugno sotto choc, e non si sa ancora a che cosa andiamo incontro. Non stupirebbe quindi vedere uno o più Paesi lasciare l’eurozona. E se fossi uno scommettitore, punterei i miei soldi sull’Italia. Non lo sono, e mi limito a riporre le mie speranze su attese ragionevoli.

 

 




I Comitati di quartiere in campo. “Ecco una proposta per rilanciare il centro di Bergamo”

Teatro DonizettiIl prossimo anno, in occasione dei lavori di riqualificazione del Teatro Donizetti, l’assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, che attualmente è ospitato in un’ala del teatro, dovrà trovare una nuova collocazione transitoria. Una prospettiva che ha spinto il Coordinamento dei Comitati e Associazione di quartiere di Bergamo a scendere in campo con una nota per affrontare con decisione il problema del declino del centro cittadino. “Abbiamo letto sui giornali – scrive il Comitato – che l’ipotesi è quella di spostarlo nei locali del vicino Municipio Vecchio, attualmente usati dall’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti che occupa questa sede dal 1959, svolgendo un’intensa attività culturale che comprende da una parte la conservazione di un ricco patrimonio librario e di opere artistiche, carte geografiche e medaglie e dall’altra l’attivazione di un fitto calendario di iniziative di promozione e approfondimento culturale aperte al pubblico, sempre numeroso, di cittadini interessati. La storica istituzione verrebbe spostata in Città Alta, in parte nello spazio sopra il Fontanone (sua sede originaria, che ospiterebbe gli uffici perdendo quindi l’attuale vocazione espositiva) e in parte in locali dell’edificio in via Arena, sede del museo donizettiano”. “Davanti a questa ipotesi – prosegue la nota – sorgono alcune domande. Non è davvero possibile trovare un altro spazio dove ospitare l’assessorato alla Cultura, evitando di spostare altrove una delle poche attività che dimostrano di essere capaci di attirare flussi positivi nel nostro centro sempre più disabitato? E ancora: come pensiamo che possano vivere piazza Cavour e le vie limitrofe durante il periodo – che durerà almeno un paio di anni – durante il quale saranno circondate da un cantiere e da edifici completamente disabitati a partire dalle prime ore pomeridiane? Il problema della rivitalizzazione del Centro di Bergamo – sottolinea ancora il Comitato – continua ad essere di grande attualità, trascinando con sé la questione della sicurezza che, ciclicamente, riemerge in seguito ai fatti di cronaca che tristemente, anche recentissimamente, accadono. E’ un problema complesso, che senz’altro non può essere risolto soltanto con azioni di ordine pubblico, perché deriva in gran parte dagli usi e dalle funzioni degli spazi urbani: di certo, la presenza di una grande quantità di uffici (soprattutto quelli dislocati nei piani terra degli stabili) che chiudono nel pomeriggio e rimangono poi disabitati, è molto negativa per la sicurezza della città”.

Il Coordinamento dei Comitati di Quartiere, con la guida di Italia Nostra e insieme a Legambiente, negli ultimi mesi ha offerto alla città un percorso denso di ragionamenti su questi temi con il progetto “Visioni Possibili” (https://vimeo. com/161344941) all’interno del quale si evidenzia la proposta di partire proprio dal patrimonio di immobili pubblici presente in quantità cospicua nel centro cittadino, per attivare un processo virtuoso di rivitalizzazione, attuando “una radicale riorganizzazione degli spazi pubblico/amministrativi, finalizzata al miglioramento dei servizi erogati, alla riduzione dei costi conseguenti agli sprechi e alla liberazione di spazi da restituire ad usi vivi e socialmente utili. “La domanda che continua a rimanere aperta – evidenzia il Comitato – e che riproponiamo all’Amministrazione è: si può pensare a un utilizzo più efficace ed efficiente degli immobili che già appartengono alla collettività e che attualmente sono polverizzati e dispersi in molte sedi staccate, restituendo almeno i piani terra ad attività vive e di utilità sociale, con l’obiettivo di riportare in centro fasce di popolazione e di attività espulse dai prezzi del libero mercato immobiliare? E’ un progetto difficile, ma necessario: richiede la collaborazione tra enti diversi (Comune, Provincia, Camera di Commercio.), richiede di ragionare con una visione di insieme e non frammentaria. Siamo convinti che senza questo progetto si perda una grande opportunità per governare nell’interesse pubblico il nostro centro, la sua qualità e la sua sicurezza. Il momento della necessità di traslocare gli uffici dell’assessorato è un’occasione per intraprendere questa strada o negarla. Auspichiamo che l’Amministrazione voglia imboccarla senza incertezze”.

 

 




Bergamo, assegnate le benemerenze. Quattro le medaglie d’oro

pala Frizzoni -pg 1Il Comune di Bergamo ha assegnato le Benemerenze 2016. Quattro le medaglie d’oro assegnate: a don Gianni Chiesa, al TTB, all’architetto Gambirasio e al vigile del fuoco Marco Cavagna

 

LE MEDAGLIE D’ORO

 

Marco Cavagna

Marco Cavagna, caposquadra della squadra Usar (Urban search & rescue) dei Vigili del Fuoco di Bergamo, intervenuta a l’Aquila a seguito del terremoto del 6 aprile 2009. Alla tragedia generale se ne aggiunge un’altra: Marco Cavagna ha un malore dopo essersi calato in un cunicolo dentro una palazzina crollata. Nonostante i soccorsi e le cure non ce la farà. La sua squadra, assieme alle altre dei vigili, decide di restare, per Marco e per completare quello che erano stati chiamati a fare. Un impegno che viene premiato col salvataggio di una ragazza, Eleonora, rimasta miracolosamente salva dopo tutte quelle ore sotto le macerie.

Don Gianni Chiesa

Gianni Chiesa ex prete operaio, sindacalista e segretario generale della Fim CISL negli anni 70, oltre che fondatore di Casa Amica – oggi Fondazione per l’housing sociale – di cui è stato Direttore fino al 2014 e poi Presidente. Prete operaio e vicino agli ultimi, si è molto distinto per il suo impegno nel sociale, volto a costruire opere di solidarietà e attenzione agli emarginati.

Giuseppe Gambirasio

Giuseppe Gambirasio (1930 – 2016) è stato un noto architetto bergamasco. Laureato a Venezia presso lo IAUV, dopo essere stato assistente dei più importanti architetti del tempo diviene professore di progettazione architettonica, prorettore e membro del CdA del Corso di Laurea. Ha svolto un’enorme attività pubblica di progettazione urbanistica: è  stato  Coordinatore per la salvaguardia di Venezia,  Consulente del  Governo per la ricostruzione del post-terremoto di Napoli del 1980, membro della  Commissione Regionale per il recupero dei Centri Storici, per i piani paesistici  di iniziativa regionale, è stato estensore di molti Piani Regolatori  Generali e Comunali e Provinciali (Bergamo e Ragusa), piani di impatto  ambientale di grande opere pubbliche, tra cui l’aeroporto di Orio al  Serio. Numerosissime sono le sue opere, in  molte città italiane, di recupero di aree dismesse,  di nuove opere ed  edifici, pubblici e privati:  a Venezia, a Milano, Ferrara, Pordenone,  Trieste, Verona, Lodi, Spotorno. Ma è nella sua città natale, Bergamo, e nella sua provincia che “si possono  ritrovare i “pezzi” più pregiati della sua collezione- come recita il “Giornale  dell’Architettura”- che egli compie in collaborazione anche con altri architetti  bergamaschi (Giorgio Zenoni, Baran Ciagà, Walter Barbero);: il “calibrato e  rigoroso Convento francescano di S.Antonio, a Valtesse, l’innovativo e più  controverso complesso funzionale del Triangolo, il quartiere residenziale di  edilizia convenzionata di Via Carducci  (il celebre “poler”), il nuovo  edificio ex Duse alla Rotonda dei Mille, la Stazione Autolinee, l’Urban Center,  il Monumento all’Alpino.  In Provincia, tra gli altri, il restauro di Villa  Zanchi a Stezzano, il serbatoio pensile d’acqua di Osio Sotto a forma di un  gigantesco capitello ionico, il Municipio di Albino, il Santuario della  Cornabusa a S.Omobono, per tacere delle numerose scuole pubbliche e complessi  edilizi cooperativi, in Città e in Provincia. Questa intensissima attività di docente universitario, urbanista e  architetto è stata accompagnata anche da un forte e costante impegno politico,  non solo ideale,  ma anche di pratica  politica e amministrativa concreta ventennale: è stato Consigliere Comunale della nostra Città per  il  PCI dal 1964 al 1979 e Consigliere Provinciale dal 1980 al 1985.

TTB – Teatro Tascabile di Bergamo

Fondato nel 1973 da Renzo Vescovi, svolge la sua attività di teatro-laboratorio sviluppando la ricerca intorno al teatro in spazi aperti, al teatro-danza orientale, alla pedagogia e alla drammaturgia dell’attore. Si caratterizza come gruppo-festival capace di riempire da solo una settimana di teatro con spettacoli diversi per genere e sapore. In oltre 40 anni di attività ha realizzato o prodotto 117 spettacoli presentati in Italia e in 39 paesi esteri di 4 continenti, oltre a tenere conferenze, laboratori e spettacoli-dimostrazione sulle tecniche praticate dal gruppo. L’originalità dell’azione, la continuità di percorso, le attività di formazione e il fertile intreccio con altri enti e associazioni fanno del TTB un attore culturale di grande qualità e attrattività per Bergamo.

 

LE BENEMERENZE CIVICHE

 

Gina Spinelli

Nata a Verdello nel 1938 si trasferisce a Bergamo a metà degli anni ’40 dove all’età di 14 anni viene assunta nel negozio di pelletteria della Galleria Fanzago di cui diventerà proprietaria giovanissima. Con la forte personalità e l’inesauribile energia che la contraddistinguono è stata, grazie anche alla sua importante presenza sul territorio, un punto di riferimento per i commercianti che si sono via via succeduti nella zona. Da sempre impegnata nelle attività parrocchiali, nel 2005 ha risposto con entusiasmo all’invito dell’allora parroco delle Grazie don Gianni Carzaniga a rivolgere lo sguardo ad una zona della parrocchia fino ad allora considerata quasi estranea, quella di Piazzale degli Alpini e delle Autolinee. E’ stata questa l’occasione per l’incontro con don Fausto Resmini e con le sue molteplici iniziative a favore della parte più disagiata della società tra cui la mensa “Posto Caldo” per i senzatetto, la Comunità per i minori di Sorisole e l’attività dell’Associazione IN STRADA rivolta ai senza dimora. Per queste cause si è e si sta prodigando donando tempo, pazienza, coinvolgendo persone e organizzando iniziative per supportare anche economicamente l’opera di don Fausto. Tra le altre la Cena della Solidarietà da lei organizzata.

Famiglia Agnelli

La famiglia Agnelli è una delle più vecchie famiglie di imprenditori bergamaschi e la prima azienda del gruppo, la Baldassarre Agnelli spa, data la sua fondazione nel 1907. Una filosofia di gruppo improntata alla ricerca e all’innovazione, che ha saputo nel tempo acquisire una solida posizione di primato nel settore delle pentole professionali tanto che oggi, quando si parla di pentole, la “Pentola Agnelli” è sinonimo della migliore produzione all’insegna della qualità. L’azienda Baldassare Agnelli, promuovendo lo studio dei materiali e delle forme degli strumenti di cottura, valorizza l’alta cucina italiana, sottolineando quanto sia importante unire il giusto strumento ad ogni tipo di ricetta per esaltarne le qualità. Anche i numeri testimoniano il successo del gruppo Agnelli: 500 dipendenti e una presenza capillare sul territorio che va da Bergamo alla Valchiavenna, da Rosignano (in provincia di Livorno) a Sassari passando per Milano. Ma il processo di espansione è andato ben oltre le Alpi, con l’apertura di Agnelli Poland a Katowice.

Costantino Rocca

Il bergamasco Costantino Rocca è il più famoso campione italiano di golf al mondo. Nato a Bergamo il 4 dicembre 1956, nel 1981 all’età di 24 anni è diventato professionista. Nel 1993 ha vinto il suo primo Open del Tour Europeo, l’Open di Lione. Nel 1996 si è aggiudicato il Volvo PGA Championship sul percorso di Wenthworth, l’anno successivo si è aggiudicato il Canon European Master e nel 1999 il West of Ireland Golf Classic. Dal 2007 all’età di 50 anni la carriera di Costantino continua nel Seniors Tour europeo, vincendo da subito il terzo torneo della stagione, l’AIB Irish Senior Open e terminando con la vittoria nel Bahrain del The Kingdom of Bahrain Trophy-Senior Tour Championship. Il 26 marzo 2012 è stato eletto Presidente della PGA italiana. Nel gennaio 2015 ha creato la Rocca Golf Ambition srl con il sogno di avvicinare sempre più persone a questo sport e con il progetto di realizzare una sua Academy dove coltivare e far crescere giovani talenti.

Giovanni “Mimmo” Boninelli

Giovanni Boninelli (1951-2016), conosciuto da tutti come Mimmo, intellettuale di rilievo, non soltanto locale, ha dedicato la sua vita alla ricerca con dedizione, entusiasmo e grande generosità. Nel corso della sua lunga attività di studio appassionato e attento di questioni sociali, storiche, antropologiche si è occupato di tradizioni popolari, di lotte operaie in ambito bergamasco, di migrazioni. E’ stato ricercatore musicale, cantore, compositore, didatta e custode del patrimonio musicale popolare. In virtù della profonda conoscenza derivata dagli studi di ambito locale, dal 2009 al 2011, su incarico del Comune di Bergamo, operò presso la Fondazione Bergamo nella Storia dove ha coordinato e seguito le attività di ricerca  del progetto Bergamo e il Novecento; ha partecipato alla stesura delle linee guida e della bozza progettuale per le attività programmate per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia (2011); è stato membro del comitato scientifico promotore e ideatore della mostra “La corte e l’identità. Bergamo negli anni del Risorgimento” (2011) curando la sezione Linguaggi dell’Espressività e contribuendo alla realizzazione delle sezioni Economia e lavoro e Chiesa, devozione e Stato unitario. Ha inoltre partecipato alle attività legate al periodo espositivo quali iniziative, dibattiti etc. Tra questi vanno menzionati in particolare gli incontri di carattere divulgativo, che ha tenuto in numerosi comuni tra città e provincia nell’ambito delle iniziative legate al Risorgimento. Per la Fondazione ha anche curato l’acquisizione dell’archivio e della biblioteca di Carlo Leidi.

Giuseppe Daldossi

Giusepe Daldossi ha dedicato la sua vita all’amore per gli altri e alla sensibilizzazione verso la causa della Distrofia muscolare. Colpito personalmente dal dramma della malattia che colpisce entrambi figli, nel 1968 fonda la sezione di Bergamo dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare e con la sua lambretta inizia a girare tutta la Provincia bergamasca in visita alle famiglie dei ragazzi miodistrofici. Oggi, Presidente onorario della sezione di Bergamo della UILDM, dopo diversi mandati alla presidenza e massima dedizione alla concretizzazione degli obiettivi dell’inclusione sociale delle persone con disabilità, è tuttora presente con la sua persona in maniera costante e discreta, promuovendo l’impegno dei volontari che negli anni hanno collaborato nella vita della Sezione.

Mario Guido Salvi

Mario Guido Salvi è dal 2007 Coordinatore per Bergamo dell’AIP Associazione Italiana Parkinsoniani. L’Associazione è formata da pazienti parkinsoniani, famigliari, amici e volontari. E’ un ente morale che ha lo scopo di promuovere informazione su tutti gli aspetti della malattia di Parkinson, rivolta ai pazienti, alle loro famiglie ed ai sanitari coinvolti sul territorio nazionale, nonché alle istituzioni preposte a decisioni di politica sanitaria.

AEGEE Bergamo

AEGEE è la più grande associazione interdisciplinare studentesca europea. Fondata nel 1985 a Parigi, AEGEE è cresciuta negli anni fino a formare ad oggi una rete di 13000 persone, presenti in più di 200 città in 40 nazioni di tutta Europa. Con l’organizzazione di AGORA 2016, AEGEE Bergamo ha portato in città mille giovani provenienti da tutta Europa e ha promosso giornate di dibattito sui valori fondanti dell’unione Europea.

ABIO – Associazione per il bambino in Ospedale

L’ABIO nel corso dei suoi 20 anni di attività ha dimostrato di essere un aiuto fondamentale per sostenere i bambini durante il periodo di degenza in ospedale, offrendo inoltre aiuto e supporto anche ai loro genitori. L’Associazione è costituita da oltre 90 volontari che ogni giorno intervengono presso l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII nei reparti di chirurgia pediatrica, chirurgie specialistiche pediatriche, cardiochirurgia pediatrica e delle cardiopatie congenite, terapia intensiva pediatrica.

Volontari Associazione Paolo Belli

L’Associazione Paolo Belli nel corso dei 25 anni di attività in tutto il territorio bergamasco ha dimostrato di essere attore centrale della lotta alla leucemia, dell’assistenza agli ammalati e alle loro famiglie. Per non dimenticare l’amico Paolo Belli prematuramente scomparso, l’Associazione Paolo Belli grazie alla collaborazione volontaria e gratuita dei suoi iscritti opera con sempre maggiore incisività alla ricerca di contributi da destinarsi alla solidarietà, all’informazione, al sostegno alla ricerca scientifica e alla cura. Nel solo anno 2016 nelle due case di ospitalità presenti sul territorio sono state offerte 170 ospitalità e nel corso della lunga storia della Paolo Belli sono state donate agli ammalati  e alle loro famiglie oltre 10.000 giornate di ospitalità.

Cooperativa Impresa Sociale Ruah

La Cooperativa Impresa Sociale Ruah, con i suoi 25 anni di attività e grazie al supporto dei numerosi volontari, ha dimostrato di essere un attore centrale e affidabile delle politiche di welfare cittadino, soprattutto per il suo impegno rivolto alle politiche di accoglienza e di coesione sociale. Nel corso del solo anno 2015 sono stati ospitati nelle strutture di accoglienza 307 persone provenienti da 36 Stati. Hanno partecipato alle attività della scuola di italiano 1366 studenti di 73 nazionalità diverse. Sono stati accolti 1525 richiedenti asilo e rifugiati provenienti da 23 stati. La cooperativa  rappresenta inoltre una leva per lo sviluppo economico e lavorativo del territorio bergamasco. Nel corso del 2015 i diversi ambiti di intervento hanno richiesto un numero sempre maggiore di risorse umane da impiegare, portando a 163 il totale dei lavoratori assunti con contratti di lavoro subordinato (di questi 105 italiani e 58 di nazionalità straniera). Nel corso del 2015 la cooperativa ha inoltre promosso, in collaborazione con il Comune di Bergamo, l’inserimento lavorativo di 27 cittadini in situazione di grave marginalità sociale e disagio offrendo loro un’opportunità lavorativa in un ambiente attento ai loro bisogni.

 

 




Federalberghi all’attacco dell’abusivismo: registro e tracciabilità fiscale

bernabo bocca presidente Federalberghi
Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca

Federalberghi va all’attacco delle forme di accoglienza “non imprenditoriali” non tassate. «Non c’è bisogno di introdurre nuove tasse, ma di far sì che tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura e rispettino le regole poste a tutela dei consumatori, dei lavoratori, della sicurezza pubblica e del mercato». È questa la posizione del presidente Bernabò Bocca dopo la notizia dei giorni scorsi di un’eventuale tassa per chi affitta stanze o appartamenti su Airbnb o su altre piattaforme di home sharing.

La cosiddetta “norma AirBnb” proponeva dal primo gennaio 2017 una cedolare secca del 21% per il canone delle locazioni di breve periodo, compresi bed&breakfast e affittacamere. Non è stata però inserita nella legge di Stabilità, alimentando un acceso dibattito.

«Il dibattito che in questi giorni si sta sviluppando in merito alla cosiddetta “tassa Airbnb” – ha detto Bocca – rischia di distrarre l’attenzione dal bubbone che affligge il mercato turistico italiano, inquinato da centinaia di migliaia di alloggi che operano in completo spregio alla legislazione fiscale e alle altre norme che disciplinano lo svolgimento delle attività ricettive, danneggiando tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. Basti considerare che, secondo le stime dell’ultimo Rapporto sul turismo, il numero effettivo delle presenze turistiche potrebbe essere di oltre un miliardo all’anno, quasi il triplo di quelle rilevate dall’Istat». La speranza del presidente di Federalberghi è «che si faccia strada la proposta di istituire presso l’Agenzia delle Entrate un registro di coloro che svolgono attività ricettiva in forma non imprenditoriale, prevedendo che i portali debbano comunicare al fisco gli estremi di ogni transazione al fine di assicurare che anche i furbetti dell’appartamentino paghino le imposte, applicando le stesse regole previste per i contribuenti onesti che adempiono al proprio dovere quotidianamente».




Bergamo, nei quartieri al via la raccolta differenziata dell’olio esausto alimentare

Il Comune di Bergamo partecipa anche nel 2016 alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti: il tema è sempre al centro delle strategie messe in atto dall’Amministrazione comunale e Bergamo è recentemente stata premiata a livello nazionale per i risultati legati alla raccolta differenziata, con una percentuale che sfiora il 70%. Obiettivi importanti, realizzati grazie alla collaborazione di tutti i cittadini oltre al grande lavoro svolto da Aprica, società che si occupa del ritiro e dello smaltimento dei rifiuti per il Comune di Bergamo. In occasione della Settimana Europea, Palafrizzoni invita tutti i cittadini ad acquistare prodotti d’uso quotidiano senza imballaggio, riducendo così i rifiuti derivanti dal confezionamento “usa e getta”: un’iniziativa intrapresa con molti dei principali supermercati e operatori della grande distribuzione della città. Una sinergia già avviata con i tavoli di concertazione in merito al tema dello “Spreco Alimentare”, come previsto dalla Legge, al fine di devolvere l’invenduto in scadenza alle persone bisognose.

“In riferimento al tema centrale di quest’anno “Riduzione dei rifiuti da imballaggio” – sottolinea l’Assessore all’Ambiente Leyla Ciagà -, stiamo sensibilizzando lo sconfezionamento dei prodotti scaduti od invendibili, separando in modo corretto le varie frazioni, affinché ci sia il giusto conferimento finale del prodotto e degli imballaggi riciclabili. Altro tema affrontato è la “Vendita dei prodotti alimentari sfusi”, senza imballo: in questo modo si riducono i rifiuti e quindi materiali e risorse energetiche, con la conseguente diminuzione dell’inquinamento e del degrado ambientale e  risparmio di risorse. Un’altra novità sul tema: il Comune di Bergamo, ha deciso di avviare la “Raccolta differenziata dell’olio esausto alimentare”. L’attività sarà gestita dalla Cooperativa Ruah, con il posizionamento in ogni Quartiere della Città di almeno un contenitore in un luogo pubblico facilmente accessibile, ma custodito, in cui i Cittadini potranno conferire l’olio vegetale usato direttamente in bottiglie di plastica. Una volta pieno, il contenitore verrà sostituito con uno vuoto ed avviato ad un impianto che si occuperà del recupero dell’olio e del relativo imballaggio.

 

 




Un esercito di “portoghesi”, in sei giorni fermate sul treno 4mila persone senza biglietto

Trenord_nuovi treni“In soli 6 giorni, cioè da martedì 15 a domenica 20 novembre, sono 4mila le persone fermate e controllate sui treni delle linee Milano-Bergamo e Bergamo-Treviglio”. Lo fa sapere l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Sorte, commentando i dati dopo la prima settimana di sperimentazione del progetto Tratta Sicura. Da martedì scorso e fino al prossimo 15 dicembre, infatti, il 75 per cento dei 104 treni quotidiani della Milano-Bergamo e Bergamo-Treviglio saranno presidiati da 20 guardie giurate armate che vanno ad affiancarsi alle squadre anti evasione di Trenord e agli uomini delle Polfer. “Di queste 4mila persone fermate – ha spiegato Sorte – 2.611 sono state fatte scendere dai treni, mentre le altre 1.400 hanno regolarizzato a bordo la propria posizione e quindi proseguito il proprio viaggio. Sono numeri impressionanti, i “portoghesi” sono il 3,5 per cento di coloro che quotidianamente si muovono su queste due direttrici. E ancora, il 70/75 per cento dei fermati sono immigrati. “Questa operazione – continua Sorte – sta dando risultati che vanno molto aldilà delle aspettative. Ringrazio dunque molto la Polfer che sta dando una grande mano non solo alle guardie armate giurate, ma anche alle squadra antievasione che stanno facendo un lavoro davvero encomiabile. Spero che questo progetto – conclude Sorte -possa essere esteso a tutte le altre tratte della Lombardia. Non nego però una certa soddisfazione per gli importanti risultati ottenuti dopo solo una settimana. In molti mi hanno scritto in questi giorni per dirmi che finalmente vedono i controlli sui treni. Non è infatti giusto viaggiare senza biglietto, come non è accettabile viaggiare con la paura come compagna di viaggio. Credo che con questo progetto stiamo dando un segnale veramente concreto”.