Ortofrutta/ Bresciani: «La sfida per il nuovo anno è valorizzare l’anima green dei negozi»

Livio Bresciani - foto Mara Moretti InControluce
Livio Bresciani

È stato ancora un anno difficile il 2016 per il comparto alimentare, nonostante le nuove aperture nel settore che registra una crescita a due cifre (+14,81%), con 36 negozi in più in città rispetto allo scorso anno. Anche i negozi di ortofrutta risentono dei consumi al palo: «Il 2016 è stato un altro anno duro per la categoria – commenta Livio Bresciani, presidente del Gruppo Ortofrutta Ascom -. Molti imprenditori hanno puntato, anche per effetto Expo e in chiave turistica, sull’alimentare, ma l’offerta del food sempre più allargata non corrisponde ad un aumento della capacità di spesa, che resta in linea con gli scorsi anni».

Ad oggi il Natale sembra austero: «Sono giorni decisivi per la categoria che sperava di affrontare un Natale più vivace sul fronte dei consumi – continua Bresciani -. Ad oggi, se tutto va bene, ci aspettiamo di chiudere le feste in linea con lo scorso anno, diversamente registreremo un calo seppur abbastanza contenuto». Si spera nei ritardatari, pronti a comporre all’ultimo i classici cesti regalo:«Si gioca tutto nella settimana di Natale, negli ultimi tre giorni dell’Avvento in particolare – spiega -. Nei cesti vinceranno prodotti locali e di stagione, vuoi per una nuova etica di consumo, vuoi per i prezzi più contenuti rispetto a specialità esotiche o “sfizi” fuori stagione, dalle ciliegie alle albicocche. Si venderanno come sempre bene frutta secca e eccellenze italiane, mentre frutti esotici che un tempo erano sinonimo di festa sono entrati ormai a pieno titolo nella borsa della spesa settimanale: mango, papaya e avocado non sono più ricercati come un tempo».

Il comparto ortofrutticolo bergamasco è anche pronto a cogliere nuove sfide per il futuro: «Dobbiamo valorizzare il nostro lavoro e impegno quotidiano sul fronte della sostenibilità. La maggior parte dei nostri punti vendita ha un’anima “green” che però è poco evidente al consumatore, a differenza di altre realtà che hanno investito in marketing, manifesti e proclami. Eppure ogni giorno facciamo acquisti in un mercato ortofrutticolo che a tutti gli effetti è a km zero grazie anche ad importanti realtà agricole locali, gestiamo scarti ed eccedenze da sempre in modo ottimale e abbiamo adottato da tempo la raccolta differenziata. Credo che su questo fronte si giochi una sfida importante per la categoria. I giovani stanno tornando nei piccoli negozi e sono particolarmente attenti e sensibili al tema sia della sostenibilità che del km zero».




Ambulanti, «nessun rinvio delle scadenze per il rinnovo dei posteggi»

mercato san pellegino

Per il momento non ci sarà alcun rinvio delle scadenze per il rinnovo delle concessioni dei posteggi sulle aree di mercato previsto dalla direttiva Bolkestein. Lo chiarisce Confcommercio dopo l’incontro avuto da Fiva Confcommercio e Anva Confesercenti con il presidente dell’Anci, Antonio Decaro.

Secondo quanto riferisce il presidente di Fiva Confcommercio, Giacomo Errico, Decaro «ha chiarito di aver chiesto al Governo solo una proroga tecnica per consentire ai comuni di poter avviare le procedure dei bandi pubblici nei tempi stabiliti dalla vigente normativa e di poter, quindi, assolvere con efficienza e tranquillità agli adempimenti richiesti».

Dunque si tratta di una proroga condizionata all’avvio delle procedure e finalizzata a svolgere il percorso previsto dalle disposizioni dell’Intesa Stato-Regioni. Ovviamente gli stessi comuni, come del resto in gran numero hanno già fatto, possono proseguire nell’espletamento dei bandi.

Ricordiamo che le richieste delle nuove concessioni per i posteggi potranno essere presentate dal 7 gennaio al 7 marzo 2017 e che le graduatorie saranno rese note dall’8 maggio 2017.

Gli ambulanti che avessero bisogno di assistenza e accompagnamento nella presentazione delle richieste possono rivolgersi allo “sportello Bolkestein” di Ascom Bergamo dove gli operatori stanno lavorando a pieno ritmo per rispettare i tempi. Il servizio è da prenotare all’Area Accoglienza Soci di Ascom Confcommercio Bergamo al numero 035 4120304.

Nella Bergamasca la nuova normativa interessa 246 mercati, circa 7mila posteggi e oltre 2.400 ambulanti. Una vera e propria rivoluzione che deve trovare pronti da un lato gli ambulanti e dall’altro i Comuni.




Natale, “consumatori molto cauti negli acquisti”

regali-natale.jpgSi prospetta un Natale con un po’ meno regali e con una spesa procapite inferiore rispetto allo scorso anno. Secondo la consueta analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio emerge che ogni famiglia spenderà 1.331 euro da tredicesima, il 3,1% in più rispetto allo scorso anno, non per i regali ma per casa, per viaggi e per rimettere in sesto il bilancio familiare. Per i regali in senso stretto è prevista una spesa pro capite di 164 euro (166,1 nel 2015). «C’è molta cautela nel fare acquisti – afferma Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Con l’effetto della tredicesima le nostre famiglie avranno un po’ più di reddito disponibile, ma lo useranno non tanto per i regali in senso stretto, la cui spesa dovrebbe essere in linea con quella dello scorso anno, quanto piuttosto per le spese per la casa, per gli alimentari e per le vacanze. Il clima di fiducia è in discesa e questo porta le famiglie a risparmiare. Ci sono alcuni settori che vanno meglio di altri, ma in genere la gente è attenta e, per esempio, nel settore dell’abbigliamento sia i negozianti che i consumatori attendono i saldi. Nel solo mese di dicembre abbigliamento calzature hanno avuto una perdita del 12% rispetto allo scorso anno, mentre volano gli acquisti on line, soprattutto da parte dei giovani. I nostri negozi sono diventati per loro solo una vetrina espositiva, dove si vede il prodotto, si prova, si scelgono i colori, ma non si compra».

Da un’analisi di Ascom Confcommercio Bergamo risulta che alcuni settori soffrono più di altri; tra questi il comprato dell’abbigliamento e delle calzature che spera in una ripresa nei giorni antecedenti il Natale e con i saldi invernali. Natale sottotono anche per i negozi di elettrodomestici, non tanto per il calo delle vendite, quanto per la diminuzione del budget che non va oltre i 100 euro. Poco vivaci i consumi nei negozi dei fioristi, dove l’articolo più richiesto è il centrotavola con un budget dai 15 ai 20 euro. Per il settore alimentare è presto fare previsioni, in quanto la corsa ai regali e agli acquisti avviene solitamente pochi giorni prima del Natale. La settimana prossima sarà decisiva, specialmente per comporre i classici cesti. Segnali positivi giungono dalle librerie e cartolerie, che stanno lavorando bene, soprattutto le insegne che organizzano eventi. Tra gli articoli più venduti: i libri e le agende, in particolare in pelle e tascabili. Il budget va dai 25 ai 40 euro, con punte di 100 per le agende fiscali e articoli di maggior pregio. Buono è anche il riscontro nel settore della ristorazione, dove arrivano prenotazioni per il pranzo di Natale e l’effetto aeroporto si fa sentire. Per Natale alcuni ristoranti sono già al completo e grazie agli stranieri crescono le presenze per la Vigilia. Non tramonta neppure la voglia di acquistare e regalare gioielli e orologi, con un attenzione al prezzo. Gli acquisti risultano ponderati e consapevoli, con una crescente attenzione a dettagli e qualità.




Alla ricerca del panettone ideale? A Milano assaggi gratuiti nelle pasticcerie

panettone-milaneseVolete trovare il panettone che più vi piace? Giovedì 15 dicembre è la giornata giusta perché a Milano e provincia si tiene la “Giornata del Panettone artigianale milanese”, che propone assaggi gratis quasi cento pasticcerie e panifici che realizzano il panettone milanese tradizionale.

La possibilità di assaggio si vede dalla vetrina: i pasticceri aderenti espongono infatti la vetrofania per invitare i clienti alla prova del panettone artigianale. Oltre che in città, si assaggia anche a Cinisello, Sesto, Segrete, Legnano, Corsico e altre aree del territorio. Qui l’elenco delle insegne che partecipano.

Sempre il 15 dicembre una degustazione di panettone sarà proposta, dalle 14.30 alle 15.30, al Casello Ovest di Porta Venezia, sede dell’Associazione Panificatori di Confcommercio Milano, mentre sabato 17 sarà l’Unione Artigiani ad organizzarla, alle ore 11,30 presso la sede del Sole 24 Ore, in via Monterosa 91.

Ci sono anche dei gadget natalizi: l’albero del panettone tipico da ritagliare e le decorazioni per Natale. Si trovano nelle pasticcerie e si scaricano in internet dal sito: www.mi.camcom.it

Sono invece 150 le pasticcerie che possono fregiarsi del marchio “panettone tipico della tradizione artigianale milanese”, che assicura che si tratta di un prodotto fresco, senza conservanti e artigianale. Il marchio è depositato presso l’Ufficio Brevetti della Camera di commercio di Milano ed è una iniziativa promossa dalla Camera di commercio di Milano, dal Comitato dei Maestri Pasticceri Milanesi, dalle Associazioni dei pasticceri, dei panificatori, degli artigiani e dei consumatori.

Intanto cresce il business del panettone, 2,5 milioni in più rispetto allo scorso anno, +5% e affari per 60 milioni. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su oltre trenta pasticcerie milanesi contattate in questi giorni. Per 9 su 10 va quello tradizionale. Per i pasticceri è il simbolo principale e naturale di Milano (55% moltissimo, 42% molto). Crescono gli stranieri tra la clientela, un cliente su venti, il 5%. Il 32% è favorevole a un panettone in versione estiva per avere un dolce tipico tutto l’anno.i Istat al primo semestre 2016 e 2015.




Agricoltura di nuova generazione, il racconto di cinque imprenditori

ritorno-alla-terra - agricoltura - giovani“Il ritorno alla terra tra riscoperta e innovazione” è il titolo del seminario con tavola rotonda che Bergamo Sviluppo, su proposta del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio, organizza con la collaborazione con Coldiretti e Confagricoltura giovedì 15 dicembre dalle ore 10, nella Sala Consiglio del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni, in via Petrarca 10 a Bergamo.

Grazie agli interventi dei relatori e alle testimonianze di cinque imprenditori di “nuova generazione” si cercherà di far comprendere ai partecipanti i motivi della rinascita che si sta registrando nel settore agricolo, che attira oggi sia giovani sia professionalità che per esigenze o scelte diverse decidono di vivere e lavorare a contatto con la natura, scelta che non può non fare i conti con aspetti quali l’impegno personale, l’incidenza del clima, la necessità di migliorare in modo continuo le proprie competenze, una coscienza ambientale sempre più robusta e un’apertura all’innovazione e alla collaborazione molto più forti che in passato.

Programma

ore 10 – Saluti di apertura

Ida Rocca, Presidente Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile CCIAA Bergamo
Alberto Brivio, Presidente Coldiretti Bergamo
Aldo Marcassoli, Direttore Confagricoltura Bergamo

ore 10.20 – “I produttori e la filiera corta”

Silvia Salvi, ricercatrice osservatorio Cores – Università degli Studi di Bergamo

ore 11 – Tavola rotonda con interventi di alcuni imprenditori

Giulia Serafini e Mirko Roberti – Tropico dei Colli
Marianna Ziliati – BambùBio
Francesco Tassetti – Castel Cerreto società cooperativa agricola
Cornolti Federica – Azienda Agricola Val del Fich
Nicolino Di Giano – Cooperativa Agricola Via del campo

Coordina i lavori il giornalista Maurizio Ferrari.

La partecipazione è gratuita e aperta a imprenditori, aspiranti imprenditori e a tutti gli interessati; iscrizioni online sul sito di Bergamo Sviluppo www.bergamosviluppo.it (sezione news scorrevoli o direttamente dal calendario eventi in homepage).

Info: Bergamo Sviluppo – Azienda Speciale della CCIAA di Bergamo, tel. 035/3888011 – referente iniziativa: Silvia Campana – campana@bg.camcom.it




Proprietà intellettuale, seminario gratuito al Point di Dalmine

proprie_industr.jpgGiovedì 15 dicembre, alle ore 14.30, al Point – Polo per l’Innovazione Tecnologica di Dalmine (via Pasubio 5/ang. via Einstein) è in programma il seminario “Enforcement e assistenza legale in Proprietà Intellettuale: strumenti disponibili in Italia e in Europa”. L’incontro è promosso nell’ambito del progetto “Tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale a supporto dell’innovazione e della competitività delle MPMI bergamasche”, iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con le organizzazioni di categoria locali, con il supporto tecnico-scientifico sia dell’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio, sia del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Bergamo.

L’apertura dei mercati e le dinamiche della concorrenza impongono e suggeriscono alle imprese di proteggere i propri prodotti e servizi attraverso gli strumenti di Proprietà Intellettuale. Tale tutela, quando concessa, deve essere distintiva e non riproducibile, ovvero esclusiva, sottratta cioè all’imitazione di chiunque.

Per favorire la conoscenza delle procedure di tutela che le imprese possono utilizzare, anche al di fuori dei confini nazionali, è stato pensato questo momento di approfondimento, rivolto a tutte le micro, piccole e medie imprese locali, ma aperto anche a tutti gli interessati, che permetterà di ottenere informazioni per tutelare nel modo più efficace il proprio patrimonio di Proprietà Intellettuale. Gli argomenti saranno affrontati con un taglio operativo e accompagnati da esempi e casi concreti.

ARGOMENTI TRATTATI

  • la competenza esclusiva dei Tribunali delle imprese a giudicare in relazione a brevetti, marchi e disegni o modelli;
  • le principali misure di enforcement, in sede cautelare e di merito e le particolarità del giudizio cautelare e del giudizio di merito;
  • la tutela penale e le opposizioni amministrative in materia di marchi, di brevetti e di disegni o modelli;
  • la procedura di sorveglianza doganale;
  • altre misure specifiche (diritto di informazione, descrizione, sequestro, risarcimento dei danni).

La partecipazione al seminario è gratuita; iscrizioni possibili al sito www.bergamosviluppo.it, (calendario eventi o news scorrevoli in homepage)

Info Bergamo Sviluppo, tel. 035/3888011 – referente iniziativa: Giancarlo Merisio – email: merisio@bg.camcom.it




Sacbo, ok all’acquisto delle azioni della Provincia

orioL’assemblea degli azionisti Sacbo ha approvato la proposta di acquisto delle azioni Sacbo poste in vendita dalla Provincia (detentrice di una quota pari al 13.20%), corrispondenti al 3% del capitale sociale per un valore di 6.804.000 euro, pari a 106.312 azioni al prezzo di 64 euro cadauna. L’operazione di acquisto di azioni proprie da parte di Sacbo lascia intatto il capitale sociale di 17 milioni ed è stata resa possibile dalla disponibilità di riserve economiche, tali da garantire la solidità finanziaria societaria e fare fronte ai fabbisogni a sostegno dei programmi pluriennali. L’assemblea ha proceduto alla nomina a consigliere di amministrazione di Roberto Callieri, in sostituzione del dimissionario Renato Guerini, e di un sindaco effettivo nella persona di Marco Spadacini al posto del dimissionario Fabio Bombardieri che assume la carica di sindaco supplente.




Occhio ai tre ministri del Pd pronti a scaricare Renzi

Il nuovo governo Gentiloni
Il nuovo governo Gentiloni

Chissà se c’è ancora qualcuno, anche tra i suoi accesissimi tifosi, che s’azzarda a dire che Matteo Renzi è un innovatore. Quel che s’è visto in questi giorni, prima durante e dopo la nascita del governo Gentiloni, fa giustizia di tanti imbonimenti che ci sono stati ammanniti nei tre anni di dominio del superbo ragazzotto di Rignano sull’Arno. Ed ora, come si conviene nella patria dei voltagabbana, anche agli autorevoli osservatori e agli accigliati direttori di giornali è chiaro ciò che chiunque non fosse obnubilato da faziosità o da interessi poteva tranquillamente vedere anche in passato. Nel volgere di un week end, Renzi ha gettato la maschera. Altro che lasciare la politica e dedicarsi alle sfide alla play station con il figlio (poveretto, ritrovarsi con un padre che non sa perdere…). Mentre il presidente della Repubblica convocava al Quirinale le delegazioni dei partiti, lui da Palazzo Chigi teneva le sue privatissime consultazioni per decidere chi era degno di succedergli. Uno sfregio alle istituzioni normale per chi, al suo debutto da premier, pronunciò il suo primo discorso con le mani in tasca. Ma questo è niente. Impalmato Gentiloni, uno dei pochi volti presentabili del renzismo non ortodosso da Giglio magico, ecco la necessità di salvare la ghirba (e la poltrona, e lo stipendio, visto che altrimenti è difficile campare) a due fedelissimi. A lei, la Maria Elena Boschi che a sua volta aveva garantito al limone che in caso di sconfitta al referendum sarebbe tornata a Laterina. E a lui, il Luca Lotti che porta lo straordinario appellativo di “lampadina”, un nome e una garanzia di brillantezza e lucidità. Un vero esempio di rottamazione, la parola d’ordine data in pasto ai gonzi che credevano che bastasse eliminare qualche avversario scomodo per cambiare il corso e la storia della politica nazionale.

E poi, ecco la formazione del governo, con due ministeri in più rispetto a prima (ma non si dovevano tagliare le poltrone?), con l’incredibile promozione di uno dei più scarsi gestori del Viminale a ministro degli Esteri, ma soprattutto con la conferma del 90% degli uscenti. Di colpo siamo precipitati indietro di qualche decennio quando andavano di moda i governi fotocopia tipo il Fanfani Ter o l’Andreotti quater. Eh, quando si dice l’innovazione, il cambiamento, l’Italia che esce dal tunnel…
Di tutto questo, per onestà va detto che si può salvare la figura del neo presidente del Consiglio. Che non è un fenomeno né uno statista in fasce, ma ha il merito di essere portatore di uno stile sobrio, non conflittuale. Gentiloni è quanto di più lontano ci sia dalle sbruffonerie, dalla strafottenza, dall’arroganza di chi l’ha preceduto. Non è poco, specie in tempi in cui bisogna avere la capacità di abbassare i torni e provare a trovare soluzioni il più possibile condivise ai tanti problemi non risolti (altro che mancette distribuite qui e là) del Paese. Il compito del suo governo è di portarci alle elezioni, non aspettiamoci molto di più.

Resta da osservare, semmai, lo stato penoso in cui versa il Partito democratico. Dove molti vorrebbe liberarsi di Renzi, uomo di indubbie capacità ma vittima anzitutto del suo carattere debordante, solo che non hanno ancora trovato il modo e il coraggio di farlo.
Non guardate alla minoranza interna, quella conta poco più di zero. Abbaia alla luna ed è utile ai giornali, ma nella sostanza incide pochissimo. Vanno tenuti d’occhio, piuttosto, tre personaggi, guardacaso tre ministri uscenti e riconfermati: il paleodemocristiano Dario Franceschini, l’Amleto Andrea Orlando e il giovane vecchio Maurizio Martina. Fossero veri leader sarebbero usciti dall’esecutivo per giocarsi la battaglia in campo aperto. Da capicorrente ancien regime preferiscono rimanere accucciati nei loro ministeri in attesa che il Giovin Signore di Rignano prosegua nella sua strategia autodistruttiva. In attesa del giorno in cui, per via delle “mutate condizioni politiche”, faranno il salto della quaglia e saluteranno con la manina il loro vecchio sodale. Renzi è sicuramente un gran combattente e darà battaglia con tutte le sue forze. Se saprà fare un bagno di umiltà (?) potrebbe anche riconquistare la scena con più credibilità. Ma dovessimo scommettere, vizio a cui non ci siamo mai abbandonati, propenderemmo per il primo scenario. Perché questo, non dimentichiamocelo mai, è il Paese del “tutto cambia perché nulla cambi”.




Gioiellieri / Riva: «Torna la voglia di acquistare preziosi»

Nel 2016 la percentuale dei consumatori che regalerà gioielli e bijoux a Natale risulta leggermente superiore rispetto al 2015, come evidenzia la recente indagine condotta da Federpreziosi- Confcommercio in vista del Natale.

Alessandro Riva
Alessandro Riva

A mettere sotto l’albero regali preziosi è il 10,8% contro il 7,8% del 2015. Una tendenza positiva, dopo anni di grande difficoltà, confermata anche a livello provinciale da Alessandro Riva, presidente del Gruppo Commercianti di Preziosi dell’Ascom di Bergamo. «Il 2016 ha registrato maggior interesse e vivacità rispetto allo scorso anno, anche se la ripresa sembra ancora lontana – afferma -. È stato comunque un anno difficile e purtroppo la crisi non ha risparmiato insegne storiche, con chiusure eccellenti sia in città che in provincia. La voglia di acquistare e regalare preziosi non tramonta nonostante la crisi, anche se si sta sempre, e comprensibilmente, più attenti a come spendere i propri soldi».

Il gioiello continua ad essere il regalo per antonomasia da scartare sotto l’albero. «Negli ultimi anni abbiamo sofferto molto la concorrenza dei gioielli “firmati” e di moda, ma sono sempre più i clienti che non cedono alle tendenze del momento e preferiscono la qualità artigianale agli status symbol e ad oggetti omologati – continua Riva -. Gli acquisti sono più ponderati e consapevoli, con una crescente attenzione a dettagli e qualità. Tornano ad essere ricercati gioielli antichi e particolari, che fanno stupire sempre».

Quanto agli articoli più venduti, secondo l’indagine Confcommercio, bracciali, orecchini e ciondoli hanno la meglio; non tramonta però il classico collier e c’è chi sceglie di regalare un anello di fidanzamento per rendere indimenticabili le feste. I diamanti continuano ad essere un bene rifugio durante la crisi: «E c’è anche chi li acquista per investimento e decide comunque di montarli per la moglie, tenendosi nel cassetto la certificazione della pietra preziosa – precisa Riva -. Senza dubbio per la categoria le certificazioni di diamanti rappresentano una nicchia se non in crescita comunque stabile e consolidata, perché è alla professionalità dei nostri gioiellieri che si affidano risparmi come investimento».

Office Concept, Gold bar and coinsCome gli altri comparti del commercio, anche i gioiellieri soffrono la concorrenza del web: «Il rapporto con la clientela è diverso da prima. Internet ha allargato la platea di clienti ed ormai è la prima vetrina per chi sceglie di fare acquisti, oltre che il punto di riferimento per i prezzi – rileva il gioielliere -. Da una parte abbiamo una clientela più informata su prodotti e più attenta, di contro si cerca sempre di spuntare qualche sconto, nonostante i prezzi imposti».

A livello nazionale, come mostra l’indagine Confcommercio-Federpreziosi, la gioielleria tradizionale è il luogo privilegiato per gli acquisti per il 74,6% degli intervistati, cui segue la gioielleria in un centro commerciale, il 53,7% (la somma delle percentuali è diversa da 100 perché nel questionario erano ammesse risposte multiple). Cresce il mercato on-line: ha dichiarato di acquistare su siti di e-commerce il 30,7% degli intervistati, sui negozi online di un marchio noto il 23,3% del campione, mentre il 17,9% fa acquisti con un click, ma solo dal sito web di una gioielleria tradizionale.




Una triste Santa Lucia per noi che abbiamo perso la fiducia

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La coda per consegnare le letterina a Santa Lucia

Quando ero giovane, e ribelle come tutti i giovani, cercavo di imitare i miti eroici che avevo imparato ad amare a scuola, tra gli amici, nelle prime esperienze politiche: Jűnger, Aragorn, Codreanu, Leonida. Disprezzavo i deboli, gli inetti, coloro che mi sembrava evitassero le sfide, limitandosi ad esistere, senza mai vivere veramente. Non comprendevo, semplicemente non ero in grado di comprendere, le ragioni di quelle debolezze, di quelle inettitudini. E’ stato solo crescendo, cominciando a conoscere, un po’ alla volta, il bruciore acre della sconfitta e l’implacabile insulto che il tempo fa al nostro corpo, beffandoci con il suo lasciarci l’anima dei vent’anni, che ho iniziato a capire. E, se, una volta, la solitudine mi sembrava la bellezza d’acciaio dell’alpinista sulla vetta più alta, oggi la solitudine mi fa sinceramente ribrezzo: anzi, mi fa paura. Perché ho finalmente compreso che la nostra comune fragilità deriva da un lutto immedicato: da un distacco mai voluto. La mia generazione è una generazione di orfani: uomini incompiuti, a metà fra una tradizione che si è sgretolata ed una rivoluzione che non si è mai realizzata. Avanguardia del niente.

I miei genitori, i miei nonni, avevano, per quanto vivessero in un universo semplificato e catechizzato dall’alto, delle granitiche certezze, che riassumerò, per dire in breve, nella formula nota: “Dio, Patria e Famiglia”. Per mio nonno, uomo del 1890, veniva certamente prima la Patria, finché, lui, socialista umanitario, sodale di Turati e della Kuliscioff, non scoprì Dio, che, negli ultimi anni della sua lunga vita, non divenne la sua priorità. Per mio padre, uomo onesto fino allo scrupolo ed in perenne contrasto con un’adolescenza piena di angoscia, che non voleva terminare, il perno di tutto fu la Famiglia, intesa come tributaria del suo lavoro indefesso e dei suoi sacrifici, più che come nido o luogo di affetti espliciti. Mia madre non fa testo: avrebbe dovuto monacarsi e, forse, solo il desiderio di maternità le ha impedito di farlo. Non conosco altre persone che abbiano letto tre volte tutti e sette i volumi della Recherche: lei è una che mette in fuga i Testimoni di Geova a colpi di citazioni bibliche. Loro, tutti loro, i miei agnati, erano ben sicuri di qualcosa: che fosse la Patria del Carso e dell’Isonzo, la Famiglia delle pubblicità dei dadi oppure il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, loro non erano orfani in questo mondo. Noi, sì. Noi tutti sì, maledizione.

Pur senza pretendere di cancellare nulla, abbiamo, un poco alla volta, sgretolato quelle pietose illusioni che ci rendevano meno estraneo l’universo: abbiamo cominciato a ridere delle bandiere e degli inni e siamo finiti ad adorare il mito del mondialismo. Abbiamo messo in soffitta superstizioni e riti e, oggi, viviamo le feste natalizie, che dovrebbero, comunque, essere feste religiose, come una gigantesca ordalia pagana: come un rito celebrato di fronte agli altari della più maialesca materialità. Abbiamo distrutto la famiglia tradizionale e siamo giunti a negare, come una tradizione malsana, perfino, la nostra umanità e il nostro sesso. Non abbiamo più niente, non sappiamo più niente. Ci dicono che così, nudi bruchi, neonati senza alcun cordone ombelicale, siamo enormemente più liberi: sarà anche così, per quanto a me non paia. Ma la vera domanda è, semmai: siamo più felici? Mi viene in mente la riuscitissima immagine di Alessandro Magno, giunto al termine del mondo, che Pascoli descrive in un noto poema conviviale: il vincitore di tutto, ora che non è rimasto più niente da conquistare, è disarmato, immobilizzato. E si domanda se non sarebbe stato meglio limitarsi a sognarle, tutte le sue vittorie: per avere più destino davanti.

Così siamo noi: oberati di immagini, di luci, di parole, che non fanno altro che darci il senso desolante dell’inutilità di tutto questo agitarsi, di questa velocità, di questa fretta di andare in nessun posto, di non arrivare mai. Così, in questa Santa Lucia tanto diversa dai tredici dicembre della mia infanzia, mi sento anch’io come Alessandro, giunto all’Oceano: non perché rivivano in me i miti della mia adolescenza, ma perché, semmai, il mito si è fatto realtà, ed ha perso tutta la sua valenza magica. Il mythos ha dovuto accettare le leggi del logos, e nessuno ci potrà restituire la gioia di credere per pura fede. Anzi, mi verrebbe da dire che quest’epoca di imbecilli in cattedra, di disonesti in pulpito, di egoisti in pubblico, ci ha reso del tutto increduli: incapaci di fidarci della gente, delle idee, delle cose. E questo, forse, è il dramma più grande di questa mia generazione orfana, questa doomed generation senza guerre e senza pace: l’aver perso la fiducia. Nel futuro come nelle parole: la fiducia negli uomini. Una volta, però, per chi perdeva la fiducia nei propri simili, esisteva un rifugio sicuro, dove consolarsi l’anima: la fiducia in Dio. E si chiamava fede. Ma quella, purtroppo, è come il coraggio: se non ce l’hai non te la puoi dare. E non c’è Santa Lucia che tenga.