Alternanza scuola/lavoro, online il nuovo portale del Registro nazionale

Registro NazionaleIl Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola-Lavoro (RASL) è il punto d’incontro virtuale tra studenti e imprese, professionisti, enti pubblici e privati, disponibili a offrire loro un periodo di apprendistato. È stato istituito nel luglio 2016 ed è gestito dalle Camere di Commercio. È elemento fondamentale di un modello didattico che consente agli studenti di alternare ore di formazione in aula a ore svolte in un contesto lavorativo. La legge 107/2015, nota come “La Buona Scuola”, che punta ad avvicinare la scuola al mondo del lavoro, obbliga infatti gli studenti dell’ultimo triennio delle superiori a un percorso di alternanza scuola/lavoro della durata complessiva di almeno 400 ore per gli istituti tecnici e professionali, e di 200 per i licei. Martedì prossimo, la Camera di Commercio presenterà il portale www.scuolalavoro.registroimprese.it, in particolare le due sezioni, le modalità di adesione per imprese, enti, istituti e studenti e alcuni dati dei soggetti attualmente iscritti al RASL. All’incontro con la stampa, saranno presenti, tra gli altri, i vertici di Bergamo Sviluppo, il dirigente dell’Ufficio Scolastico di Bergamo, i rappresentanti delle imprese e degli Ordini professionali.




La Camera di Commercio: “Attenti a bollettini e telefonate ingannevoli”

Alcune imprese della provincia di Bergamo hanno ricevuto richieste di pagamento, tramite bollettino postale, di presunti “diritti camerali”. La Camera di commercio di Bergamo precisa che questi bollettini non hanno niente a che vedere con il diritto annuale richiesto agli iscritti al Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di commercio, ossia l’archivio ufficiale di tutte le imprese in Italia. Spesso questi bollettini, per grafica e contenuto, possono indurre a pensare che il versamento sia dovuto alla Camera di commercio, ma non è così. L’ente  camerale invia una comunicazione ai soggetti interessati con gli importi e la modalità di calcolo del diritto annuale, che deve essere versato esclusivamente attraverso il modello F24 e non con bollettini di conto corrente postale. Diffidate da richieste di versamento avanzate da organismi privati estranei alla Camera di commercio per l’iscrizione a repertori, elenchi, annuari, ecc. e non esitate a chiedere chiarimenti all’ufficio delle relazioni con il pubblico, tel. 035.4225.269 e-mail urp@bg.camcom.it.




Enti Bilaterali, Betti (Ascom) presidente. «Per il 2017 stanziamo 500mila euro a favore di lavoratori e imprese»

Enrico Betti e Maurizio Regazzoni
Enrico Betti e Maurizio Regazzoni

Cambio al vertice e cariche rinnovate per l’Ente Bilaterale territoriale del Terziario e quello degli Alberghi e dei Pubblici esercizi di Bergamo. L’assemblea riunita ieri nella sede di via Borgo Palazzo 137 in città ha eletto alla presidenza di entrambi gli organismi paritetici, per il quadriennio 2017-2020, Enrico Betti, responsabile dell’area Politiche del Lavoro dell’Ascom. Secondo la prevista alternanza degli incarichi tra rappresentanti del sindacato e dell’impresa, Betti succede a Lorenzo Agazzi (Filcams-Cgil) e sarà affiancato da Maurizio Regazzoni, segretario generale Uiltucs-Uil Bergamo, eletto vicepresidente.

Il nuovo mandato conferma e rafforza la linea degli enti disegnata in questi anni, volta a sostenere i lavoratori e le aziende del commercio, del turismo e dei servizi di fronte a scenari economici e di mercato sempre difficili e in costante evoluzione. I due enti oggi contano complessivamente 5mila aziende aderenti e oltre 20mila lavoratori, un’ampia platea per la quale mettono a disposizione sussidi, agevolazioni, interventi di promozione della formazione, dell’occupazione, facilitazioni per la gestione e lo sviluppo d’impresa.

«Per il 2017 – annuncia Betti – metteremo sul piatto circa 500mila euro per supportare lavoratori e imprese, proseguiremo inoltre nel percorso condiviso con gli enti nazionali per mantenere ed incrementare i sussidi ed i sostegni. Sul piano organizzativo, invece, è stata approvata la scelta di dotarci di un codice etico».

Intanto il vicepresidente Regazzoni ribadisce il valore della bilateralità. «Gli enti proseguiranno nel loro compito di coniugare le esigenze delle parti al di sopra dei ruoli sociali, ricercare sempre nuove opportunità per sviluppare azioni rivolte sia ai lavoratori sia alle imprese». «Con la propria posizione sopra le parti e la loro complessità politica, sociale ed economica – aggiunge il presidente uscente Agazzi – gli enti bilaterali rappresentano un vero e proprio patrimonio per il mondo del lavoro e delle imprese. In questi anni i nostri due organismi provinciali sono stati capaci di crescere e rinnovarsi per interpretare sempre al meglio il proprio ruolo».

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Betti e Regazzoni con il presidente uscente Lorenzo Agazzi

Accanto a Betti e Regazzoni, nel Consiglio direttivo dell’Ente bilaterale territoriale del Terziario sono stati eletti Mario Colleoni (Filcams-Cgil), Alberto Citerio (Fisascat-Cisl), Jacopo Descovich (Ascom – Negozi Pellizzari Srl) e Alessandra Bergamo (Ascom – Mediamarket). L’Assemblea è invece composta da Betti, Regazzoni, Colleoni e Citerio.

Il Comitato esecutivo dell’Ente bilaterale degli Alberghi e dei Pubblici esercizi è completato da Giovanni Zambonelli (Faiat), Giorgio Beltrami (Fipe), Alberto Citerio (Fisascat-Cisl) e Mario Colleoni (Filcams-Cgil). Componenti supplenti sono Mauro Rossi, Giovanni Barghi, Francesca Bassi e Maria Teresa Vavassori. L’Assemblea è costituita da Betti, Regazzoni, Bassi, Barghi, Zambonelli, Luisa Mangiarulo, Beltrami, Colleoni, Aronne Mangili, Citerio, Vavassori e Alessandro Dalle Fusine.

https://www.youtube.com/watch?v=ezzqXGsYcLo




Latte: è ufficiale, via libera all’etichetta Made in Italy

latte italianoStorico via libera all’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari che pone finalmente fine all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato fino ad ora riportato in etichetta. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’annunciare la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017 del decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Un provvedimento – sottolinea Moncalvo – fortemente sostenuto dalla Coldiretti che rappresenta un importante segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario. Il via libera – continua Moncalvo – risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione.

Il provvedimento riguarda – sottolinea la Coldiretti – l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari e prevede l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture:

  1. a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte;
  2. b) “Paese di condizionamento o di trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.

Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate – precisa la Coldiretti – le seguenti diciture: “latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di piu’ Paesi situati al di fuori dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi non UE» per l’operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non UE» per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Per le violazioni si applicano le sanzioni di cui all’art. 4, comma 10, della legge 3/2/2011, n. 4. Il provvedimento è scaturito dalla guerra del latte scatenata lo scorso danno dalla Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla e sta portando ad un sostanziale aumento dei compensi riconosciuti agli allevatori senza oneri per i consumatori. 1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia ma anche pecore e capre possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt che – sottolinea la Coldiretti – è garantita da livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta – continua la Coldiretti – salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale.

Il provvedimento entrerà in vigore pienamente dopo novanta giorni dalla pubblicazione avvenuta il 19 gennaio anche se sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte delle confezioni con il sistema di etichettatura precedente. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma – continua la Coldiretti – l’etichetta resta anonima per circa 1/3 della spesa dai salumi ai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio.  Due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro dalla Cina i cui arrivi sono aumentati del 379% nel 2015 per un totale di 67 milioni di chili, secondo la Coldiretti. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario – continua la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Il prossimo passo – conclude la Coldiretti – è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e già inviato alla Commissione Europea.

 




Amministratori di condominio, l’Anaci: “Professione in crescita”

Nuovi tesserati Anaci Bergamo 2016È una professione in crescita quella dell’amministratore di condominio: il 2016 ha infatti portato ad Anaci Bergamo 24 nuovi amministratori associati, facendo salire a quota 270 gli iscritti all’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari di riferimento in Italia e nella nostra provincia. Numeri che consolidano la crescita di Anaci Bergamo che in meno di dieci anni ha visto la sua base associativa aumentare di oltre il 68%: «Nel 2008 eravamo in 160, tre anni dopo siamo saliti a 218 e quest’anno abbiamo raggiunto i 270 iscritti tra liberi professionisti e società – ha sottolineato il presidente Agostino Manzoni in occasione dell’assemblea annuale di giovedì 22 dicembre, a cui è seguita la consegna del distintivo e gagliardetto ai 24 nuovi associati e la tradizionale cena per gli auguri -. Siamo soddisfatti della crescita continua della nostra associazione, da sempre in prima linea nel promuovere e sostenere la crescita professionale dell’amministratore definendone un ruolo chiave nel settore immobiliare». Crescita che va di pari passo con la formazione: anche nel 2016, infatti, Anaci ha proseguito la sua intensa attività formativa con il corso di avviamento alla professione e i tre corsi di aggiornamento aperti a tutti gli amministratori condominiali, anche se non iscritti ad associazioni, e obbligatori ai sensi del DM 140/2014». Corsi che saranno replicati anche nel corso del 2017 come conferma Manzoni: «Tutte le iniziative di formazione si svolgeranno sempre nella nostra nuova sede in via Vincenzo Bellini 43 dove siamo organizzati per preparare e fornire sostegno a chi vuole avviarsi alla professione e il necessario aggiornamento a chi già pratica. Dal sito web bergamo.anacilombardia.com è inoltre possibile accedere ai servizi offerti e ricevere informazioni e supporto in merito all’evoluzione delle normative».

 

 




Domani l’inaugurazione dell’Alberghiero all’Istituto Galli. Sarà intitolato a Vittorio Cerea

Guido GalliNovità in vista per l’Istituto “Guido Galli” di Bergamo. Domani sono infatti in programma due eventi importanti alla scuola di via Gavazzeni: alla mattina si terrà l’inaugurazione della nuova ala dell’edificio (che sarà intitolata allo chef bergamasco Vittorio Cerea), attesa da anni e finalmente terminata, con la presenza delle autorità cittadine e provinciali; al pomeriggio il secondo “Open Day” rivolto alle famiglie e agli studenti della terza media, nel corso del quale si illustreranno i profili professionali presenti nell’Istituto e in particolare la novità del prossimo anno, e cioè l’apertura dell’Istituto Alberghiero  per i “Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera”. La nascita di un Istituto Alberghiero anche in città era una richiesta molto sentita da tempo: la collocazione degli altri istituti di questo tipo rendeva la scelta di questo indirizzo molto scomoda per molte famiglie e studenti della città e di altre zone della provincia, con ripercussioni negative anche sul sistema dei trasporti pubblici. E dall’altro lato l’evoluzione del settore turistico e dell’enogastronomia della nostra provincia prevede un aumento considerevole degli sbocchi professionali, cui deve necessariamente rispondere una crescita dell’offerta formativa.

“Abbiamo avuto non poche difficoltà e abbiamo dovuto affrontare non pochi ostacoli per ottenere per il Galli l’Istituto Alberghiero – dice il dirigente scolastico Leonardo Russo – ma alla fine il nostro sogno è stato coronato. Abbiamo già contatti con le imprese del settore e ci stiamo muovendo per un alberghiero di eccellenza, e il grande successo del primo Open Day del 17 Dicembre, l’ottimo riscontro che sta avendo tra famiglie e studenti ci fa sperare in un grande successo”. Prospettive di successo che verranno consolidate con il secondo Open Day di domani, dalle 15 alle 18, quando, come già successo il 17 dicembre 2016, la presentazione del nuovo indirizzo vedrà la presenza di “testimonial” del mondo della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera, come i fratelli Chicco e Bobo Cerea del tristellato Da Vittorio, il direttore di hotel e resort  Emanuele Nasti, la chef Francesca Marsetti, nota anche per le sue apparizioni televisive. “In ogni caso abbiamo previsto la possibilità – dice ancora Russo – per studenti e famiglie delle medie interessati al nostro istituto, di visitarci anche in altri momenti, prima della conclusione del periodo delle iscrizioni che, ricordiamo, avvengono fino al 6 febbraio”. “L’anno prossimo partiremo con le classi prime. Dalla terza gli studenti sceglieranno una delle specializzazioni previste e tutte presenti al Galli: servizi enogastronomici (e cioè cucina) con l’opzione pasticceria, sala e bar, accoglienza turistica”. L’ultimazione della nuova ala dell’edificio del Galli, con 12 nuove aule e quattro spazi destinati ai laboratori di cucina, sala, bar e pasticceria, ha reso possibile la nascita dell’alberghiero della città di Bergamo, e appunto il 21 gennaio, oltre al secondo Open Day, si terrà l’inaugurazione della nuova ala.

 

 




Negozi, tutto quello che c’è da sapere per stare sul web. E avere successo

L’e-commerce continua a crescere senza sosta – oltre 26 volte nell’abbigliamento dal 2005 al 2015 secondo i recenti dati Confcommercio – mettendo in allarme il commercio tradizionale, nessuna categoria esclusa. Applicazioni come Amazon Price check o RedLaser con una foto dell’articolo o del codice a barre restituiscono proposte di prezzo o cercano addirittura il prodotto nei negozi vicino. Manichini-robot virtuali cercano di compensare l’impossibilità di indossare i capi attraverso l’etere e le immagini del prodotto sempre più dettagliate, tra zoom e diverse prove di colori e fogge, provano a far bucare lo schermo di pc e smartphone a merce di ogni sorta.

Fabio Fulvio
Fabio Fulvio

Di fronte alla crescente concorrenza del web, i negozi tradizionali tremano, eppure la vendita on-line può rappresentare un’opportunità per le piccole imprese. Ne è convinto Fabio Fulvio, responsabile del settore Politiche per lo Sviluppo della Confcommercio che da anni monitora l’impatto dell’e-commerce sul commercio tradizionale. Non mancano dati incoraggianti: chi ha imparato a vendere on-line e a coinvolgere e promuovere attraverso i social la propria attività ha visto crescere il proprio business e ha allargato lo sguardo dalla propria vetrina, magari di un piccolo paese in provincia, al mondo.

I saldi sono superati dall’e-commerce che propone shopping d’occasione tutto l’anno?

«Il prezzo non è la sola molla per gli acquisti sul web. Da analisi e interviste emerge che le motivazioni per comprare on-line sono solo in parte economiche. Il maggiore assortimento, la sensazione di fare un acquisto più consapevole, forte di recensioni positive e analisi comparative, e, non ultima, la comodità di acquistare a qualsiasi ora anche dal cellulare sono alcuni tra i principali plus evidenziati da chi opta per l’e-commerce. Di contro, esistono altrettante resistenze nell’acquisto via web: la mancanza di relazione, la scarsa fiducia nei mezzi di pagamento e l’incertezza sul bene acquistato, oltre che su eventuali procedure di reso».

Quali consigli per le imprese che vogliono sbarcare sul web?

slide 1«Anche se una presenza internet è irrinunciabile per qualsiasi attività, non è detto che si debba fare e-commerce per forza, ma per resistere alla concorrenza del web bisogna mettere in campo professionalità e capacità di analisi. Ci sono due strade per stare sul mercato: continuare ad essere venditori tradizionali e migliorare il punto vendita e l’esperienza d’acquisto oppure integrare web e negozio tradizionale. La maggior parte dei negozianti – diciamo 9 su 10 –  non sa quante persone entrano nel loro negozio. E non è proprio ammessa l’approssimazione se si vuol giocare la partita con concorrenti che sul web hanno a disposizione analisi sofisticate che profilano la clientela in tempo reale. Non basta vedere crescere i “like” sulla propria pagina Facebook, ma bisogna valutare in modo preciso l’impatto del social sulle performance del negozio. Solo un negozio su 5 sa valutare i margini per prodotto, l’abc per chi vuole fare promozioni e rivedere l’assortimento della propria attività, perché molti hanno prodotti che non si pagano il posto sullo scaffale e vanno “sfrattati”».

Per avere tutte queste informazioni le piccole attività, in un momento di crisi, devono fare investimenti importanti?

«No. Bastano davvero piccoli accorgimenti per analizzare con precisione il proprio business, migliorare le vendite ed essere davvero competitivi sul mercato. Investire un centinaio di euro in una cellula fotoelettrica per analizzare il passaggio in negozio è una piccola spesa che può portare a grandi risultati e dare molte più informazioni utili per incrementare le proprie entrate. Perché guardare solo quanto resta nel cassetto la sera non stimola certo il proprio business né rende più competitivi».

I social salvano i piccoli negozi, visto che la concorrenza in questo campo si gioca tutta sulla relazione?

«I social aiutano a fare bene e meglio cose che alcuni negozianti già fanno, ma non risolvono certo i problemi di attività gestite in modo più approssimativo. Sono ad esempio uno strumento molto agile per creare ed intercettare community, per fidelizzare la clientela e allargare il business a chi condivide gli stessi interessi e passioni. Io, ad esempio, sono un sub e non mi limito ad acquistare attrezzatura varia nel mio negozio di fiducia, dato che organizza immersioni ed eventi, mi ci posso rivolgere per nuovi brevetti e per una serie di consigli tecnici. Basta organizzare un gruppo chat via whatsapp, un post sulla gita organizzata all’Argentario, per supportare lo sforzo profuso per trasformarsi da venditore di beni a qualcosa in più, a un punto di riferimento per gli appassionati, oltre che a recuperare redditività. I social estendono la conoscenza della clientela, che ogni negoziante ha il vantaggio, a differenza di una big company del web, di coltivare da vicino e magari da anni. E questo patrimonio di conoscenze non sarà mai sostituibile da un software».

L’integrazione tra negozio tradizionale e web è alla portata anche delle imprese più piccole?

«Anche i piccoli negozi – a patto che abbiano lavorato già per migliorare il punto vendita e conoscano in modo approfondito e analitico il proprio business – possono integrare con successo on-line e off-line. Confcommercio ha siglato un accordo nazionale con eBay che offre alle imprese associate una vetrina on-line Premium gratis per sei mesi (con un risparmio di 3o euro mensili) e, sul fronte dei social, con Facebook ha formato in dodici tappe nazionali 10mila imprese. A L’Aquila – dove eBay ha fatto anche un ulteriore sforzo per solidarietà ai negozianti che han perso tutto con il terremoto – molte attività hanno recuperato clienti e fatturato e sono riuscite a vendere anche all’estero. I social – a patto di usarli in modo mirato – offrono modi innovativi di coinvolgere la clientela e portarla nel proprio negozio; i costi per iniziative pubblicitarie e per altre forme di marketing sono davvero ancora bassi e i risultati di campagne molto mirate non tardano ad arrivare».

L’e-commerce può quindi essere un’opportunità per le insegne indipendenti?

slide 2«È sia una minaccia che un’opportunità. È una modalità di acquisto nuova ed in costante crescita che erode senza dubbio lo shopping tradizionale, ma può essere una risorsa importante a patto che la si sappia sfruttare al meglio. Sono molti i negozi tradizionali che vendono più di prima e che inviano pacchi dall’altra parte del mondo, raggiungendo destinazioni impensabili per una piccola attività del territorio, magari di un piccolo paese in provincia. I negozi tradizionali, se ci si crea una nicchia di mercato, difficilmente saranno attaccabili dalla concorrenza on-line. Molti si chiedono se tra 10 anni i negozi resisteranno alle nuove tendenze nei consumi e noi ne siamo convinti, ma anche gli stessi colossi del web lo sono. Credo che l’on-line resterà un canale alternativo e complementare, certo in costante crescita, ma che non potrà mai sostituire il piacere dell’acquisto in negozio».

Molti commercianti lamentano di dedicare attenzioni e tempo a clienti che poi si copiano il codice dell’articolo e lo acquistano on-line, facilitati da comparazioni prezzi, con tanto di geolocalizzazione. I negozi non rischiano di fare da show-room agli e-shopper?

il negozio nell'era di internet - bussole confcommerci«Il “Topo” (try off-line, purchase on-line, ovvero prova in negozio, compra su internet) è un fenomeno negativo ed è il motivo che mi ha spinto a dedicare una pubblicazione della Collana Le Bussole Confcommercio all’e-commerce (“Il negozio nell’era di internet”). La titolare di un negozio di ottica mi aveva chiesto come fare a risolvere il problema del cliente che entra in negozio, prova i vari modelli di occhiali da sole, si prende nota del codice e del prezzo e poi con una scusa rimanda l’acquisto perché molto probabilmente andrà a comprarli on-line. Per questo ho scelto di interpretare la delusione, l’amarezza e la sana indignazione di chi gestisce un negozio con passione, nonostante le sempre maggiori difficoltà, di fronte a questo comportamento».

Come possono difendersi i negozianti?

«Con la personalizzazione, il consiglio giusto e il servizio. Avere di fronte un cliente che pensa di acquistare on line può essere anche una chance e una sfida da giocarsi al meglio. Di fronte alla personalizzazione, all’idea che quel paio di occhiali sono stati adattati perfettamente a me, con la distanza focale giusta, che quella bicicletta è proprio perfetta per il passo della mia gamba, che la camicia avrà le mie cifre ricamate, che le scarpe da ginnastica sono state scelte in base a come appoggio il piede e via dicendo, credo che alla fine opterà per l’acquisto in negozio, tanto più se il punto vendita mi garantisce assistenza e consulenza in garanzia, riparazioni e quant’altro. La personalizzazione vince sempre, come mostrano alcune nuove aperture eccellenti nel mondo: è il caso di Bite Beauty Lip Lab che a New York crea un rossetto ideale e su misura in base all’incarnato del viso in migliaia di tonalità e con diverse caratteristiche.

C’è poi anche il fenomeno inverso ed altrettanto diffuso del “Ropo” (research on-line, purchase off-line, ovvero cerca sul web, acquista in negozio). Si ha di fronte una clientela sempre più preparata, che sa tutto di quel prodotto perché ne ha ponderato l’acquisto e ne ha letto decine di recensioni, ma decide di comprare nel negozio tradizionale. In questo caso il personale deve essere più che preparato: non è ammissibile che il cliente ne sappia quasi più di chi sta dietro il bancone».

Il web si sta attrezzando con strumenti ultra sofisticati, dai manichini virtuali con diverse tipologie di corporatura a formule che consentono la prova e restituzione gratuita dei prodotti. Come rendere l’esperienza fisica di acquisto irrinunciabile?

slide 3«Chi vende on-line sta cercando in tutti i modi di ridurre la distanza fisica  attraverso chat ed altri strumenti che mostrano il prodotto al meglio. Però non siamo robot e le motivazioni che stanno dietro ad un acquisto non sono certo tutte dettate dalla razionalità. Mettendo in campo creatività e lavorando su allestimenti, posizionamento della merce e visual merchandising si possono incrementare di molto le vendite. Tra i punti di forza del negozio c’è la capacità di suscitare emozioni e di coinvolgere attraverso stimoli sensoriali. Il visual merchandising può invitare i clienti a frequentare i negozi per un’esperienza sensoriale. Il paradosso è che in molti casi il visual merchandising è più curato sul web che nei negozi. E non basta fare delle belle vetrine, ma curare l’esposizione interna, orientare le scelte in uno spazio circoscritto e rendere più chiaro l’allestimento. Non servono grandi investimenti ma tanta creatività: basta un sapiente mix di dimensioni, colori e dettagli, giocando con spazi, volumi, altezze. Gli interventi di miglioramento visivo nei negozi hanno un impatto immediato oltre che sulla piacevolezza dell’esperienza del cliente anche sulle vendite, con incrementi che spesso superano il 30%».

Il web invoglia ad acquistare di più di quanto si vorrebbe suggerendo proposte di total look e rendendo evidenti altri prodotti che potrebbero interessare o che chi ha acquistato prima di noi ha selezionato oltre ai nostri nel carrello virtuale. Uno stimolo in più per il commercio per cercare di incrementare lo scontrino medio?

«Stimolare gli acquisti è l’abc del commercio e rappresenta la forza dei negozi che hanno successo oggi e che lo avranno sempre anche domani. Non significa cercare di rifilare tutto e subito ad un cliente, ma è un lavoro che si porta avanti con passione e calma, ma soprattutto con la conoscenza e annotandosi gli acquisti fatti. Non servono necessariamente software, basta un foglio Excel, ma anche un semplice pezzo di carta. Solo così si possono proporre alla clientela acquisti aggiuntivi, abbinamenti e spese complementari, incrementando lo scontrino medio. Il bravo venditore anticipa gli acquisti futuri dei clienti, magari ricordandosi, per esempio, di un’imminente cerimonia, vacanza o evento e così riesce a vendere assieme ad un paio di pantaloni anche il completo perfetto per la laurea del figlio e via dicendo. Gli heavy spender si rivolgono ad un personal shopper per gli acquisti, i negozianti possono essere i migliori consulenti d’immagine per i loro clienti».

I distretti del commercio possono rappresentare un’occasione per creare piattaforme di vendita indipendenti?

«I distretti del commercio, così come la concentrazione in alcune vie di medesime attività in apparente concorrenza tra loro, possono incentivare lo shopping. C’è ancora chi teme la concorrenza del dirimpettaio in una via ricca di ristoranti ed invece accade il contrario: succede che si lavora di più tutti perché la via diventa una meta per chi vuole uscire a cena. Basta guardare al successo delle vie della moda, in grado di attrarre sempre per lo shopping. I distretti hanno organizzato con successo forme di fidelizzazione della clientela per gli acquisti, ma quanto alla creazione di piattaforme indipendenti per l’e-commerce sono un po’ scettico. Meglio optare per piattaforme note, se non arcinote, nonostante chiedano contratti e commissioni più o meno elevate. Raggiungere la diffusione dei colossi del web e la tecnologia delle big company è troppo difficile per chi inizia una rincorsa quasi impossibile da zero».

 




Mantova, scoprire i piatti tipici in otto weekend

RISOALLAPILOTA
Il riso alla pilota

Prende il via sabato 21 gennaio, al Palazzetto dello Sport di Mantova (via Melchiorre Gioia 3 – area Polivalente), la quinta edizione del “Festival della cucina mantovana”, ampia rassegna dei gusti e delle tradizioni locali.

Per otto settimane (con una pausa dal 20 febbraio al 10 marzo) tutti i week end – sabato a cena e domenica a pranzo e cena – Associazioni gastronomiche del territorio mantovano si cimenteranno nella preparazione di primi piatti tipici della zona che rappresentano. Alle specialità si affiancano secondi (stinco, costine, stracotto, luccio in salsa, polenta e funghi, grana e mostarda, spalla, formaggi e molto altro ancora), dolci e vini tipici mantovani accuratamente selezionati dall’organizzazione.

Inoltre, in uno spazio allestito ad hoc, saranno in esposizione eccellenze gastronomiche delle Associazioni ospitate e si potranno avere informazioni sui prodotti, le specialità, le tradizioni e le feste.

Al Festival non mancano gonfiabili e baby dance (tutti i sabati alle ore 20), mentre gli adulti, sempre il sabato, dalle 22.30, possono, gratuitamente, recarsi nella sala “Gusto” e ascoltare i grandi DJ Afro, funky e disco che si alterneranno alla consolle. Passeranno infatti per il Festival: Baldelli, Mozart, Rubens, Lodola, Ebreo e Spranga. Tutte le domeniche inoltre a pranzo e a cena sono in programma eventi, animazioni e balli. Tra le iniziative collaterali un torneo di calcetto, un concorso di disegno per i più piccoli, esibizioni di associazioni sportive mantovane, balli di gruppo, animazione e musica.

Il sabato la manifestazione apre alle 19, la domenica a pranzo alle ore 11.30 (con il cocktail di benvenuto) e alle 19 la sera. L’ingresso e il parcheggio sono gratuiti.

IL PROGRAMMA

SABATO 21 E DOMENICA 22 GENNAIO
RISOTTI DI RISAIA – Associazione ASC di Castelbelforte

Risotti di ogni tipo: saltarei, pesciolino, pesce gatto, rane e ovviamente riso alla Pilota. Un incontro per mettere insieme diversi gusti e sapori.

SABATO 28 E DOMENICA 29 GENNAIO
FUJADI E BIGUI CON LI SARDELI – Associazione Nuova Unione sportiva di Villanova De Bellis

Un incontro per gustare un tipico piatto di pasta preparata secondo i canoni della tradizione popolare. Si potrà degustare, oltre a fujadi e bigui, un ottimo riso alla pilota.

SABATO 4 E DOMENICA 5 FEBBRAIO

I tortelli amari di Castelgoffredo
I tortelli amari di Castel Goffredo

TORTELLO AMARO E CAPUNSEL – Pro Loco Castel Goffredo e Confraternita del Capunsel Solferino

Spazio ai due piatti riconosciti a livello Europeo come prodotto tipico dell’Alto Mantovano. I capunsei sono cucinati con una piccola percentuale di amaretto come nella tradizione dei Gonzaga.

SABATO 11 E DOMENICA 12 FEBBRAIO
MACARUN COL STRACOT E RISO COI SALTAREI – Comitato Manifestazioni Barbassolo

I macarun col stracot: una particolarità culinaria che si propone di mantenere la tipicità e la tradizione della cucina di Barbassolo, quella delle vecchie osterie. Sarà inoltre servito riso con saltarei e riso alla pilota.

SABATO 18 E DOMENICA 19 FEBBRAIO
RISO ALLA VILLIMPENTESE E AGNOLI – Comitato Manifestazioni Villimpentesi e Polisportiva Borgo Virgilio

“La Festa del Risotto” a Villimpenta è una delle manifestazioni più popolari della zona, un’occasione per rivivere e tramandare un’antica tradizione. Oltre al risotto, l’associazione Borgo Virgilio ripropone gli agnoli, uno dei capisaldi della cucina mantovana, conditi con burro fuso e con pomodoro e salsiccia.

SABATO 11 E DOMENICA 12 MARZO
TORTELLI DI ZUCCA ALLA CESOLANA E RISOTTO LAMBRUSCO E SALSICCIA – Avis Cesole e Vere Terre

L’Avis di Cesole propone i tortelli di zucca alla Cesolana con solo salsiccia di suino e pomodoro, rigorosamente De.Co (Denominazione Comunale d’Origine). Mentre Terre Vere cucinerà un ottimo risotto lambrusco e salsiccia.

SABATO 18 E DOMENICA 19 MARZO
Riso alla pilota De. Co. e Risotto di zucca e salsiccia – Pro Loco Castel d’Ario e Vere Terre

La Pro Loco di Castel d’Ario proporrà un riso alla pilota rigorosamente De. Co. Terre Vere proporrà il risotto zucca e salsiccia simbolo della tradizione del territorio. La zucca infatti è il simbolo di Vere Terre.

SABATO 25 E DOMENICA 26 MARZO
Gran galà del Riso

Nell’ultimo fine settimana grande sfida dei risotti con il Gran Galà del riso in cui verrà decretato il miglior risotto della quinta edizione del “Festival della cucina Mantovana”.

Il Festival è organizzato da Palamantova e ha il patrocinio del Comune di Mantova.




Canone Rai, nuove regole con doppia scadenza il 31 gennaio

rai canone

Per il secondo anno consecutivo, il canone Rai è stato abbassato: quest’anno si dovranno pagare 90 euro. La somma verrà addebitata sulla bolletta elettrica in dieci rate nell’arco dell’anno.
«Dal 2016 vale la presunzione che in un’abitazione di residenza si trovi anche un apparecchio televisivo. Chi non detiene alcun apparecchio, lo deve comunicare all’Agenzia delle Entrate entro il 31 gennaio 2017, avverte Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo.
I moduli si trovano sul sito www.canone.rai.it. Questa dichiarazione va rinnovata ogni anno. Se una famiglia possiede un televisore, ma nessun contratto elettrico di tipo “domestico residenziale” (questa informazione si trova sulla bolletta, di solito nella parte superiore della prima pagina, dove sono riepilogate le caratteristiche della fornitura), deve pagare il canone tramite modello F24. È possibile effettuare il versamento in banca o in posta. Anche per questa incombenza il termine è fissato al 31 gennaio 2017. Anche i fac-simile si trovano sul sito».

L’associazione consumatori della Cisl ricorda che, da qualche anno, i cittadini ultra 75enni con un reddito inferiore a 6.713 euro possono chiedere l’esenzione dal pagamento del canone. Nel caso in cui questa dichiarazione sia stata già presentata, e i requisiti permangono, la dichiarazione non va presentata nuovamente. I moduli si trovano su www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/Esonero75.aspx

 




Look perfetto, Carla Gozzi in cattedra con Ascom Formazione

 

carla gozzi 2Per chi desidera migliorare il proprio look e avere un guardaroba perfetto, c’è un’occasione da non perdere.

Sabato 4 febbraio Ascom Formazione propone un incontro con Carla Gozzi, la style coach conosciuta al grande pubblico come conduttrice del programma tv  “Ma come ti vesti?”. Il corso si intitola “Trova il tuo stile personale con Carla Gozzi”, si tiene nelle sede di Osio Sotto  (piazzetta Don Gandossi 1) e dura 4 ore (dalle 9.30 alle 13.30). Carla Gozzi metterà a disposizione tutta la sua esperienza nel mondo del fashion. Si potrà così imparare a trovare ed esprimere il proprio stile, conoscere le linee e i colori adatti alla propria fisicità; e ancora, quali sono i capi che non possono mancare nel guardaroba e i grandi classici che regalano un look sempre curato ed adatto alle occasioni.

Per informazioni e iscrizioni: Ascom Formazione tel. 035 4185706/707 – info@ascomformazione.it (www.ascomformazione.it).