In Valle Imagna arriva la scuola superiore. Con l’aiuto degli imprenditori

cena isot
L’incontro di fine anno dell’Isot

Una scuola per ribadire che il territorio può continuare a dare opportunità. È un’iniziativa “forte” quella che si concretizzerà il prossimo anno scolastico grazie anche all’Isot, l’associazione degli imprenditori di Sant’Omobono Terme. In località Cepino, all’istituto Maria Consolatrice, tornerà infatti in Valle Imagna la scuola superiore, che sarà gestita dal Patronato San Vincenzo e permetterà di studiare panificazione e pasticceria. Insieme agli imprenditori, i promotori sono le parrocchie della valle, i Comuni e la Comunità montana Valle Imagna.

«L’abbiamo sostenuta e incoraggiata – afferma il presidente dell’Isot Diego Rodeschini – per offrire ai ragazzi una prospettiva diversa per il loro futuro. Sono un centinaio gli studenti della Valle che frequentano l’istituto alberghiero di San Pellegrino, ora chi, dopo le medie, vorrà proseguire gli studi nel campo della pasticceria e della panificazione potrà farlo più vicino a casa». Nel nuovo percorso formativo gli imprenditori si metteranno in gioco in prima persona curando i laboratori e gli stage. «È un modo per mostrare ai giovani che si può lavorare e portare avanti un’impresa anche qui. Oggi che non ci sono quasi più fornai, chi apre un panificio può farcela, soprattutto se offre prodotti artigianali e di qualità», aggiunge.

La scelta dell’indirizzo non è casuale, il turismo e i prodotti dell’enogastronomia sono stati individuati, infatti, come fattori su cui puntare per lo sviluppo. E in tal senso un secondo punto nel programma dell’associazione per il nuovo anno è una grande festa dell’emigrante in collaborazione con l’Ente Bergamaschi nel mondo, a settembre, in occasione delle celebrazioni al santuario della Cornabusa. «Abbiamo tremila indirizzi di coloro che hanno lasciato la valle per andare a lavorare all’estero, in Svizzera e Francia soprattutto. Sono loro i primi turisti da intercettare – spiega Rodeschini -. Sono molto legati alle proprie origini e tornano sempre volentieri, quindi se sapremo presentare loro proposte interessanti li potremo conquistare. Penso ad esempio alla rete di produttori agricoli Agrimagna e alla possibilità di sviluppare l’e-commerce di formaggi, marmellate, succhi con i nostri conterranei all’estero. Si sa che poter gustare prodotti della propria terra non ha prezzo».

Un altro versante d’azione riguarda la promozione attraverso le fiere. «Parteciperemo ad alcuni appuntamenti alla Fiera di Erba con una formula che ormai ci contraddistingue – annuncia -. Presentando le imprese, ma anche la cultura della Valle Imagna, proponendoci come comunità del lavoro e facendo conoscere il territorio nel suo complesso».

Prosegue poi l’impegno nell’organizzazione di eventi di qualità e sono allo studio anche iniziative legate al duecentenario della morte dell’architetto Giacomo Quarenghi, nato a Rota Imagna.

L’Isot è nata nel 2010 con l’obiettivo di riunire tutte le attività economiche di Sant’Omobono (commercio, costruzioni, falegnameria e torneria in legno le attività principali) e di promuovere iniziative per lo sviluppo delle imprese e del territorio in collaborazione con gli enti pubblici. Rodeschini è il presidente sin dalla fondazione e nel luglio scorso è stato confermato nella carica per i prossimi tre anni. «Oggi gli associati sono un centinaio – racconta -, siamo un po’ calati rispetto agli inizi. È comprensibile, le difficoltà per le imprese sono molte. Abbiamo però deciso di proseguire e addirittura di alzare la portata della sfida. Il sostegno alla nascita della nuova scuola è la testimonianza più chiara della nostra volontà di andare oltre l’evento o la singola iniziativa e dare un solido contributo alla rinascita del territorio».

>> Per saperne di più sul nuovo corso di panetteria e pasticceria




Sui social o nel vestire, in Ascom due corsi per migliorare l’immagine

instagramI social network diventano ogni giorno più strategici per la comunicazione, il marketing e la vendita. Ascom Formazione martedì 17 gennaio mette in campo un corso di un pomeriggio che insegna a usare Instagram, il social che punta sulle immagini e che proprio per questo motivo è tra quelli più di successo e strategici per chi ha un’attività.

Il corso si svolgerà all’Accademia del Gusto dalle ore 15 alle 18.30. Si imparerà a gestire un account Instagram, come essere seguiti da più follower (le persone che decidono di seguire il profilo e tramite questo possono essere aggiornati sulle attività dell’azienda). Il seminario è aperto a aziende e agli appassionati che vogliono essere presenti e farsi conoscere in modo efficace su Instagram.

Per chi desidera migliorare il proprio look e avere un guardaroba perfetto, sabato 4 febbraio Ascom Formazione propone un incontro con Carla Gozzi, la style coach conosciuta al grande pubblico come conduttrice del programma tv  “Ma come ti vesti?”. Il corso si intitola “Trova il tuo stile personale con Carla Gozzi”, si tiene all’Accademia del Gusto di Osio sotto e dura 4 ore (dalle 9.30 alle 13.30). Carla Gozzi metterà a disposizione tutta la sua esperienza nel mondo del fashion. Si potrà così imparare a trovare ed esprimere il proprio stile, conoscere le linee e i colori adatti alla propria fisicità; e ancora, quali sono i capi che non possono mancare nel guardaroba e i grandi classici che regalano un look stiloso.

Per informazioni e iscrizioni: Ascom Formazione tel. 035 4185706/707 – info@ascomformazione.it (www.ascomformazione.it).




Panificatori, messa del vescovo per il patrono

La ricorrenza del Santo Patrono della categoria, Sant’Antonio Abate, è stata ricordata dai panificatori bergamaschi con una Messa celebrata domenica 15 gennaio 2017 dal Vescovo di Bergamo Francesco Beschi nella Chiesa del Monastero di Matris Domini a Bergamo.

Oltre a numerosi panificatori, erano presenti i deputati Elena Carnevali, Antonio Misiani, Giovanni Sanga, il consigliere regionale Mario Barboni, il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini, il segretario Fogalco Antonio Arrigoni, il segretario Flai Cgil Valentino Rottigni, Paola Crippa per l’Ufficio Scolastico di Bergamo, Davide Villa per la Fondazione della Comunità Bergamasca .

Durante la celebrazione sono stati ricordati il past president dell’Associazione Mario Tresoldi, scomparso sabato 14 gennaio, ed i panificatori che sono mancati nell’ultimo anno.




A Bergamo è boom di allevamenti caprini da latte: +28 % negli ultimi 10 anni

caprini apreNegli ultimi 10 anni, nella Bergamasca si è verificato un vero e proprio boom di allevamenti caprini da latte, che sono passati dai 75 del 2006 ai 104 del 2016 (+28%). Il fenomeno è messo in evidenzia da un’analisi di Coldiretti Bergamo su dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica.  Secondo la Coldiretti provinciale il ritorno alla terra dei giovani si concretizza spesso proprio nell’allevamento caprino, che non è più confinato solo nelle aree montane ma è abbastanza diffuso anche in collina e in pianura. Molte aziende si sono dotate di caseificio aziendale per la produzione diretta di formaggi, altre invece consegnano il latte direttamente all’industria. Sono aumentate anche le realtà legate all’agriturismo. L’allevamento di capre da latte un tempo era considerato un comparto minore, di nicchia e  praticato solo in zone marginali, oggi invece rappresenta un tassello di tutto rispetto dell’agricoltura provinciale. Il trend in crescita della provincia di Bergamo è in controtendenza con quanto sta accadendo a livello regionale. Infatti nel 2006 in  Lombardia gli allevamenti di capre da latte erano 1.080, nel 2016 sono invece scesi a 710 ( – 35%).

“La riscossa del comparto sul nostro territorio  – spiega Lucia Morali allevatrice di capre di San Giovanni Bianco e vice presidente di Assonapa (Associazione Nazionale  Pastorizia) –  è dovuta oltre che alla necessità di individuare nuovi ambiti produttivi anche alla capacità degli imprenditori di intercettare le nuove tendenze alimentari. Oggi il consumatore riserva un’attenzione particolare al latte e ai formaggi caprini, che sono facilmente digeribili e meglio tollerati dalle persone allergiche alle proteine del latte vaccino. Questo ha permesso agli allevamenti di avere più spazio di mercato e quindi di migliorare la propria redditività. Per la tutela e la valorizzazione delle nostre produzioni possiamo ora contare  anche sul recente decreto che ha introdotto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte, mettendoci al riparo dalla concorrenza sleale di che sfrutta impropriamente il valore del made in Italy”. Nella Bergamasca la crescita dell’allevamento caprino si è incrociata con la radicata tradizione casearia e da questo incontro è nata una gamma di prodotti ampia e variegata, che comprende sia quelli a coagulazione acida, come i caprini freschi e le croste fiorite, sia quelli a coagulazione presamica, come gli stracchini e le formagelle. I formaggi caprini si prestano anche ad essere arricchiti con spezie ed erbe aromatiche. Negli ultimi tempi stanno incontrando il favore dei consumatori anche lo yogurt e il gelato realizzati con latte di capra.

“Ho avviato la mia azienda nel 2012 – racconta Federica Cornolti di Ponteranica – mentre stavo frequentando l’università. Pur non essendo figlia di agricoltori ho sempre avuto una grande passione per questa attività. Ho però capito che questa era la mia strada durante il tirocinio richiesto dal mio corso di studi e che ho fatto proprio in un allevamento di capre. E nata così la mia avventura imprenditoriale. Con la stalla ho costruito anche il caseificio e oggi ho 40 capi di razza Saanen in lattazione e faccio la vendita diretta dei formaggi che produco. E’ un lavoro molto impegnativo e i problemi non mancano, ma mi appassiona e mi dà anche soddisfazioni”. Francesca Belloli di Calcio ha invece iniziato la sua scommessa nel 2007 con 20 capre da latte razza Saanen. “Ho adottato la politica dei piccoli passi però mi sono da subito appassionata a questo mondo. Pian piano ho implementato i capi e così sono arrivata ad avere un allevamento ben strutturato. Ho chiuso il 2016 con 180 capi in lattazione, il mio obiettivo per il 2017 è di arrivare a 230 capi. Il latte che mungo non lo trasformo direttamente ma lo conferisco a un caseificio. Sono abbastanza soddisfatta perché c’è una buona richiesta di questo prodotto”.

 

 




Riscaldamento, il freddo di questi giorni costa a Bergamo 8 milioni in più

freddo casa calorifero
Poco più di due gradi sotto la temperatura media dello scorso anno (2,3 per l’esattezza) stanno costando 8 milioni di euro in più ai bergamaschi per il riscaldamento rispetto alle prime due settimane del 2016.

La nostra provincia è la seconda in Lombardia per spesa da gelo. Il freddo intenso nelle prime due settimane di gennaio costa ai lombardi 74 milioni in più di riscaldamento rispetto allo scorso anno, secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat e meteo (periodo 1 – 12 gennaio 2017 e 2016 considerando un impatto omogeneo sul territorio). In regione sono circa 3 i gradi in meno rispetto alle temperature medie di gennaio 2016. Si tratta di 32 milioni in più di spesa su Milano, Monza e Lodi che hanno avuto una differenza di oltre 2 gradi in meno, 9 milioni per Brescia (-5,8 gradi), 8 milioni per Bergamo (-2,3), 7 milioni per Varese (-2,8), 4 milioni per Como (-2,8), 3 milioni per Mantova, Cremona e Lecco.

Ci si può consolare considerando che le belle giornate e le temperature quasi primaverili dei giorni attorno a Natale abbiano, al contrario, fatto risparmiare sulla bolletta.

Quanto alle imprese operanti nel settore riscaldamento, anche in questo caso la nostra provincia occupa il secondo gradino del podio regionale, questa volta dopo Milano, leader nazionale per concentrazione di aziende nel comparto, e il quarto posto in Italia.

Sfiorano quota 14.000 le imprese lombarde attive nel settore degli impianti di riscaldamento, secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese 2015 e 2016. Si occupano in primo luogo dell’installazione (12.776 sedi d’impresa attive), poi del commercio all’ingrosso (649) e della fabbricazione dei condizionatori d’aria (399), rappresentando circa il 20% del totale nazionale. Milano è capofila della classifica nazionale del settore con circa 4mila imprese, poi Roma (3.833) e Torino (3.293). Tra i primi dieci territori in Italia, tre sono lombardi: dopo Milano che è prima, vengono infatti Bergamo, quarta con 1.847 imprese, e Brescia sesta con 1.749.

Per il riscaldamento, secondo un’elaborazione della Camera di commercio su dati Istat sui consumi energetici delle famiglie, prevale l’uso per i lombardi di un impianto centralizzato (29,4% contro il 15,7% nazionale), rispetto a quello portatile/fisso (8,9% contro 18,5%) e poco più basso anche l’uso dell’impianto autonomo (61,6% contro 65,8%). Più alto l’uso invernale degli apparecchi (9,01 ore di accensione contro 7,54). Più diffuso il metano (87% contro 70,9%) rispetto alle biomasse (7,2% contro 14,5%).




Far conoscere le produzioni locali, a Bergamo finanziati otto progetti

Val Taleggio

I prodotti del territorio diventano sempre più protagonisti della promozione e dello sviluppo locale. E Bergamo è in prima fila. Alla nostra provincia va infatti circa un quarto delle risorse messe complessivamente a disposizione dal bando della Regione Lombardia per la diffusione della conoscenza delle filiere agroalimentari e zootecniche, la cui graduatoria è stata pubblicata sul Burl (serie ordinaria n. 2) del 9 gennaio 2017.

Dei due milioni di euro assegnati ai soggetti pubblici destinatari dell’iniziativa, 528mila arrivano infatti in terra di Bergamo (l’altra provincia a fare la parte del leone è Brescia con 566mila euro). Sosterranno otto progetti. Quello predisposto dal Comune di Taleggio, in particolare, si è guadagnato il primo posto della classifica regionale, con il punteggio di 87,5. Si intitola “La transumanza sulla strada dello stracchino e della pietra”, prevede un costo complessivo di 245mila euro e ha ottenuto un contributo regionale di 100mila, la soglia massima concessa.

L’en plein di contributi (100mila per un progetto del valore totale di 165mila) è stato raggiunto anche dal Comune di Treviglio con l’Agrimuseo Orizzontale, un’iniziativa che vuole evidenziare lo stretto legame tra la storia trevigliese e la presenza dei suoli agricoli, in un ideale percorso culturale che porta il visitatore dal cuore del centro storico (ovvero dal Museo Verticale) alle periferie in cui viene ancora praticata l’agricoltura.

Fondi (40.950 su un totale di 80mila) arrivano anche in città per “Bergamo-hub urbano dell’agricoltura biodiversa”.

I 32 progetti finanziati il Lombardia

Provincia di Bergamo

  • “La transumanza sulla strada dello stracchino e della pietra” (Comune di Taleggio, 100.000 euro)
  • “Valorizzazione del sistema di produzione e lavorazione del mais di montagna” (Comune di Cusio, 47.110 euro)
  • “La valle dei cinque campi” (Comune di Corna Imagna, 52.340 euro)
  • “Progetto per la promozione delle tradizioni agroalimentari del territorio di Camerata Cornello e della Val Brembana” (Comune di Camerata Cornello, 73.440 euro);
  • “Bergamo-Hub Urbano dell’agricoltura biodiversa” (Comune di Bergamo, 40.950 euro)
  • “Terra di mercanti, tra agricoltura, cultura e sapori” (Comune di Averara, 69.118 euro)
  • “Valorizzazione del territorio di Gorno e del prodotto tipico formaggio di monte” (Comune di Gorno, 45.500 euro)
  • “Agrimuseo orizzontale’ (Comune di Treviglio, 100.000 euro)

Provincia di Brescia

  • “Il banco dei sapori” (Comunità montana della Valle Camonica, 72.000 euro)
  • “La valorizzazione e promozione della tradizione agricola locale d’eccellenza legata alla filiera dell’olio biologico d’oliva di Tignale” (Comune di Tignale, 100.000 euro)
  • “Agricultura in Valle Trompia: la filiera agroalimentare del formaggio tra vita rurale e realtà virtuale” (Comune di Lodrino, 90.000 euro)
  • “Qualificazione dell’antico mulino di Bienno” (Comune di Bienno, 68.600 euro)
  • “Limoni, pesce, olio: la tradizione storica di Limone sul Garda” (Comune di Limone sul Garda, 69.550 euro)
  • “Sentieri del gusto e delle tradizioni” (Comune di Magasa, 63.000 euro)
  • “Allestimento della sede museale del forno fusorio” (Comune di Tavernole sul Mella, 44.000 euro)
  • “Franciacorta in bianco” (Comune di Castegnato, 60.200 euro)

Provincia di Lecco

  • “Valsassina: la valle dei formaggi” (Comune di Cremeno, 86.250 euro)

Provincia di Lodi

  • “Micro-circuito dei piccoli musei della cultura rurale” (Comune di Lodi, 62.586 euro)
  • “Navighiamolo” (Unione dei Comuni Oltre Adda Lodigiano, 39.795 euro)

Provincia di Mantova

  • “Delizie, luoghi e persone: la via del riso Vialone Nano” (Unione dei Comuni di San Giorgio e Bigarello, 66.595 euro)
  • “Attrezzature rurali di comunità” (Consorzio Oltrepò Mantovano, 65.000 euro)
  • “A tavola nel chiostro” (Comune di San Benedetto Po, 25.000 euro)

Provincia di Milano

  • “Comunicare con l’agricoltura-musa e le cascine del sud ovest milanese” (Comune di Zibido San Giacomo, 46.400 euro)
  • “Paesaggio di marcita, dalla terra al latte” (Consorzio Parco lombardo del Ticino, 46.230 euro)
  • “Olona Green Way” (Comune di San Vittore Olona 91.493 euro)
  • “Ruralità e alimentazione: i colori del territorio lombardo” (Comune di Morimondo, 56.535 euro)

Provincia di Pavia

  • “Agri… cultura-tra sapere e sapori” (Comune di Broni, 98.000 euro)
  • “La cultura si coltiva” (Sistema bibliotecario Oltrepò/Comune di Voghera, 25.000 euro)

Provincia di Sondrio

  • “Le Deco di Piuro e i suoi musei” (Comune di Piuro, 57.200 euro)
  • “Polo delle biodiversità della provincia di Sondrio” (Comunità montana Valtellina di Morbegno, 70.000 euro)
  • “Progetto strada del vino e dei sapori di Valtellina 2017” (Provincia di Sondrio, 46.550 euro).



Elettrodomestici / «A Bergamo persi 10mila metri quadri di attività»

Zucchinali
Armando Zucchinali, presidente del Gruppo Elettrodomestici Ascom

Il 2016 è stato un anno da dimenticare per i negozi di elettrodomestici. Armando Zucchinali, presidente della categoria Ascom, tira le somme dell’anno appena concluso. «Tra Bergamo e provincia – afferma – abbiamo perso 10mila metri quadri di attività, con chiusure eccellenti di insegne storiche come Trony (ex Cordani) in città e saracinesche abbassate nei centri commerciali, da Orio al Serio a Mapello. Questi sono gli esiti devastanti di un mercato in cui i margini operativi sono sempre più ridotti, mentre i costi gestionali continuano ad aumentare. Nonostante tutto i consumi tengono, ma specialmente nel comparto del “bruno”- dalla telefonia alla tv ai computer – i margini sono veramente risicati. Questo ha portato alla chiusura di molti negozi specializzati in telefonia».

Anche il web sottrae clienti e il mercato si assottiglia ulteriormente: «La concorrenza delle vendite on-line si fa sempre più sentire, con sottocosto senza regole. All’estero il mercato del web è più regolamentato – evidenzia – e non esistono come in Italia offerte totalmente fuori dai prezzi di mercato. È impossibile per un negozio proporre condizioni simili».

La crisi affonda l’intero comparto, dalle piccole insegne ai grandi gruppi: «Se i piccoli negozi continuano a soffrire e si ritagliano una nicchia con servizi e riparazioni, la crisi pesa sempre più nella grande distribuzione, che si trova ad amministrare enormi costi di gestione tra orari continuati e aperture domenicali. È tutta una guerra a suon di volantini e sottocosto che non porta da nessuna parte».

Quanto ai consumi, la voglia di hi-tech non tramonta ma cala il budget destinato agli acquisti: «Un fattore che si somma alla progressiva riduzione dei margini delle attività, che si trovano a lavorare sotto il limite della sostenibilità», fa notare Zucchinali. Cresce chi compra a rate, approfittando del costo del denaro vantaggioso, ma aumentano anche i finanziamenti rifiutati per rischio insolvenza:«Moltissime pratiche non vengono accettate, quasi il 60 per cento – continua -. Se aumenta il costo del denaro, come prevedono gli economisti, nel primo trimestre del nuovo anno, credo che sarà un vero e proprio disastro». E Natale non ha risollevato le sorti di un anno difficile: «Nella maggior parte dei casi il budget per i regali non ha superato i 100 euro», conclude.




Turismo e attrattività, le indicazioni di Confcommercio Lombardia in Regione

Si è tenuta ieri l’audizione presso la IV Commissione “Attività Produttive e Occupazione” del Consiglio regionale sulla “Proposta di Piano Regionale per il Turismo e l’Attrattività”. Confcommercio Lombardia ha partecipato e presentato un documento con le osservazioni (integrate con contributi di Fiavet e Federalberghi) sul provvedimento, che sarà trattato con voto finale del Consiglio, verso metà febbraio. Un momento utile per fare il quadro sulla situazione e sui cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni, ma soprattutto per ribadire gli obiettivi e le linee di sviluppo considerate imprescindibili per i prossimi anni. In particolare, Confcommercio Lombardia nel corso dell’audizione ha sottolineato l’esigenza di:

– contrastare l’abusivismo (attuazione osservatorio regionale turismo e monitoraggio strutture online per controlli)

– destagionalizzare i flussi e programmare i grandi eventi

– sviluppare le aggregazioni (reti, club di prodotto, distretti)

– potenziare “e015” e open data

– sostenere la formazione all’accoglienza e all’enogastronomia,

– spingere verso una maggiore integrazione tra turismo, cultura e creatività

– puntare su infrastrutture e accessibilità.

 

 

 




Barcella Elettroforniture si espande. Acquisita la bresciana “Zani Ranzenigo”

Guido Barcella
Guido Barcella

Barcella Elettroforniture, società di distribuzione di materiale elettrico con sede ad Azzano San Paolo, ha acquistato l’intero pacchetto azionario della Zani Ranzenigo & C. spA, realtà di vendita di materiale elettrico e prodotti per l’illuminazione per la provincia di Brescia, dove l’azienda bergamasca è già presente con due filiali. Con la firma dell’operazione, Barcella Elettroforniture acquisisce una realtà che porta il fatturato 2016 a oltre 130 milioni, consolidando ulteriormente la propria presenza sul mercato. I punti vendita Zani Ranzenigo di Collebeato, Rovato, Breno, Montichiari e Salò, forti di una storia lunga mezzo secolo e di un’elevata specializzazione nell’illuminotecnica con brand di alta gamma, manterranno il proprio nome e il proprio management, aprendo la strada a proficue sinergie con la rete attuale. “Il nostro intento – dichiara Guido Barcella, amministratore unico di Barcella Elettroforniture – è quello di massimizzare le risorse a disposizione, acquisendo non solo una clientela consolidata in un mercato dalle elevate potenzialità, ma soprattutto un know-how di valore da mettere in circolo all’interno del nostro gruppo. Siamo convinti infatti che la forza del network derivi anche da una condivisione di conoscenze, competenze e best practices che rappresentano il vero capitale aziendale”.

Elettroforniture Barcella

Dalle 22 filiali di inizio 2016 viene in questo modo a crearsi un gruppo di 30 punti vendita, destinati ad aumentare ancora nel corso dell’anno. È il risultato della strategia di sviluppo intrapresa, che ha saputo garantire a Barcella Elettroforniture il presidio del territorio e la copertura di Lombardia, Veneto ed Emilia. Investimenti continui, capacità di cogliere in anticipo le opportunità che il settore presenta, oltre a qualità dell’offerta ed efficienza logistica, sono gli asset che assicurano competitività e bilanci sempre in positivo. Con la recente acquisizione della Zani Ranzenigo & C. SpA, che si colloca proprio in quest’ottica, l’azienda conferma la propria mission, sempre più orientata a settori d’avanguardia come quelli della domotica e dell’efficientamento energetico, con una scelta che dà nuovo slancio alla divisione lighting.

 




Olio d’oliva, quattro incontri per conoscerlo e degustarlo

OLIO OLIVAQuattro incontri, di giovedì, per saperne di più sull’olio di oliva e imparare a degustarlo. Li organizza la Comunità montana dei laghi bergamaschi dal 19 gennaio al 9 febbraio nell’ambito dei “Laboratori del saper coltivare”.

Le serate, tenute Marco Antonucci – assaggiatore professionista, iscritto nell’elenco nazionale dei tecnici ed esperti in oli extravergini e vergini d’oliva del Mipaf con qualifica di capopanel internazionale nonché coordinatore dell’International Oil Expert Association – hanno carattere tecnico/pratico. Oltre ad approfondire i principali aspetti produttivi, passeranno in rassegna diversi tipi di oli, valutandone pregi e difetti, dando poi spazio a suggerimenti per eliminare errori di produzione.

Gli appuntamenti si tengono nelle sedie della Comunità montana di Lovere, Casazza e Villongo. Sono aperti a tutti e l’entrata è libera.

Il calendario

Giovedì 19 gennaio – ore 20.30

Lovere, via del Cantiere 4

“L’olio del frantoio è sempre extravergine?”

Giovedì 26 gennaio – ore 20.30

Casazza, via Don Zinetti 1

“L’olio del frantoio è sempre extravergine?”

Giovedì 2 febbraio – ore 20.30

Villongo, via Roma 35

“L’olio del frantoio è sempre extravergine?”

Giovedì 9 febbraio – ore 20.30

Villongo, via Roma 35

“La resa, le piante, i costi, i frantoi, i contenitori, gli errori… Parliamone”