San Valentino, ecco “La cucina di coppia” secondo l’Accademia del Gusto

Anche all’Accademia del Gusto si festeggia San Valentino. Ascom Formazione propone per la sera del 14 febbraio il corso “La cucina di coppia: aspettando San Valentino”, una serata dedicate alle coppie e “diretta” dallo chef Mirko Ronzoni. I temi trattati durante le 3 ore di lezione – dalle 20 alle 23 – saranno: la cucina afrodisiaca, la scelta dei cibi che seducono, gli abbinamenti per ottenere l’effetto desiderato, la mise en place e la realizzazione di tre ricette. «E’ un corso che ha sempre un grande successo – spiega Daniela Nezosi, responsabile di Ascom Formazione -. Ed è il corso di formazione ideale per prendere per la gola il tuo lui o la tua lei. L’esperienza di manipolare il cibo, di partecipare insieme alla sua preparazione può rivelarsi un’attività sorprendentemente stimolante e divertente». Il corso si svolge all’Accademia del Gusto in piazzetta don Gandossi 1 a Osio Sotto.




Milano, un fine settimana per scoprire tutti i gusti del cioccolato

Broccoli_RICETTA VEGANMilano ospita, fino al 12 febbraio, il più importante evento dedicato al cioccolato e alle sue eccellenze. Il Salon du Chocolat ritorna al MiCo Portello con un programma ricco di novità e di personaggi internazionali che hanno reso questo prodotto famoso. 80 gli espositori (contro i 40 della scorsa edizione),  111 gli eventi e, soprattutto, una crescita del 236% dei biglietti venduti. Ernst Knam, Gualtiero Marchesi, Carlo Cracco, Iginio Massari, Davide Oldani, Davide Comaschi, Andrea Besuschio sono solo alcuni dei nomi dei protagonisti che animeranno i palchi della manifestazione, con show cooking, presentazioni di libri e incontri con il pubblico. Tra gli showcooking, una menzione particolare va a “L’albero dell’amore”, un happening artistico, in programma sabato, alle 11. Durante questo intervento, lo Chef Knam realizzerà un vero e proprio quadro con tecniche diverse, tra cui l’applicazione di cioccolato, la spennellatura, lo spruzzo con aerografo e pistola e la tecnica “dripping”, resa nota dall’artista Jackson Pollock. Verranno inoltre applicati degli stencil, realizzati in pasta frolla al cioccolato, che saranno poi distribuiti al pubblico dopo la finalizzazione dell’opera. Alle 19.15 il Salon du Chocolat di Milano presenterà la “Chocolate Gallery” una sfavillante sfilata di abiti in cioccolato firmati dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani (AMPI) realizzati in collaborazione con 12 stilisti internazionali, studenti della NABA-Nuova Accademia di Belle Arti Milano.

Quest’anno al Salon du Chocolat saranno presenti i due paesi principali produttori di cacao, il Perù e il Camerum, con stand informativi e didattici e una selezione dei loro prodotti. Inoltre ci sarà il “Villaggio Bean to Bar”, uno spazio a cura di Fermento Cacao. Il “From Bean to Bar” è il modo di dire nel mondo che racconta come si produce il cioccolato, dal seme di cacao alla trasformazione e lavorazione in tavoletta. All’interno di quest’area saranno presenti i protagonisti delle piantagioni dei diversi paesi produttori che spiegheranno le qualità, l’attenzione e la lavorazione della materia prima che permettono la trasformazione del cacao in cioccolato. Presso l’area ChocoFocus a cura di Compagnia del Cioccolato, Gilberto Mora farà degustare diverse tipologie di cioccolato in percorsi esperienziali suddivisi in 5 incontri al giorno e domenica 12 febbraio sul palco centrale consegnerà il premio Tavoletta d’Oro, gli oscar al cioccolato italiano di qualità.

Per festeggiare San Valentino la Chocolate Academy Milano realizzerà il Giardino dell’Amore; il luogo migliore dove suggellare il proprio sentimento con uno scatto fotografico professionale e gustare un gelato al cioccolato offerto dai grandi gelatai della prima accademia italiana dedicata al cioccolato. Per la prima volta al Salon du Chocolat ci sarà anche uno spazio tutto dedicato al mondo vegan con la partecipazione di Ghita Academy dello chef Simone Salvini, che nasce nel contesto più ampio della Funny Veg Academy, scuola di cucina vegetale. In calendario tre show cooking dedicati alla cucina vegana, a cura di Stefano Broccoli, di Giuseppe Tortorella e dello stesso Simone Salvini. Un focus innovativo è dedicato alla cucina Raw con l’esperta Emanuela Caorsi che dedicherà una ricetta crudista, in cui il valore nutrizionale dei singoli ingredienti, non cucinati ma solo assemblati, viene conservato interamente. L’Associazione Maestro Martino, presieduta da Carlo Cracco metterà alla prova alcuni dei suoi talenti più noti come Paolo Griffa, Lorenzo Lavezzari, Andrea Provenzani. Sabato alle ore 15.00 lo stesso chef Carlo Cracco presenterà al pubblico presente il suo ultimo libro “È nato prima l’uovo o la farina?”, dopo l’incontro, l’autore sarà disponibile a firmare le copie. Il cioccolato è un alimento sano e se consumato in maniera corretta può essere considerato un SuperFood. Per questo motivo è importante spiegarne alle famiglie e ai bambini tutti i segreti.

www.salonduchocolat.it




Bolkestein, a giorni l’emendamento che prolungherà i tempi tecnici

Fiva Bolkestein
Da sinistra Cesare Rossi, Oscar Fusini, Mauro Dolci e Giulio Zamblelli

Per metà settimana prossima dovrebbe essere approvato l’emendamento che prolungherà i tempi tecnici della Bolkestein. Per gli ambulanti il consiglio è di preparare comunque le domande, sarebbe rischioso non farlo».
Sono queste le indicazioni di Fiva Bergamo e Anva Bergamo, le associazioni rappresentanti degli ambulanti bergamaschi. Ne hanno parlato ieri sera, alla Casa del Giovane di Bergamo, nell’incontro “Il complicato caso Bolkestein”, a cui hanno partecipato oltre duecento operatori dei mercati.
L’incontro era finalizzato a fare chiarezza dopo che il decreto Milleproroghe, non ancora convertito in legge, ha allungato i tempi sulle decisioni gettando tutta la categoria nel caos e spaccato i Comuni tra quelli che hanno sospeso i bandi e quelli che hanno deciso di espletare comunque le procedure, riservandosi eventuali correttivi dopo la conversione in legge del decreto.
«La riunione è servita a sciogliere molti dubbi creati in parte da spinte ideologiche di alcuni rappresentanti della categoria, in parte dalla confusione creata dalla proroga – dice il direttore dell’Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini -. La Bolkestein come associazione purtroppo la conosciamo bene. Negli anni è intervenuta nella regolamentazione di altre categorie, ad esempio stabilendo la liberalizzazione delle medie superfici e la soppressione degli agenti di commercio e la liberalizzazione delle medie superfici». «Pensare che gli ambulanti potessero rimanerne immuni era pura utopia – prosegue Fusini -. Da cinque anni abbiamo intrapreso il percorso più corretto, che è la difesa del principio dell’anzianità di servizio e dell’impresa come criteri premianti nell’assegnazione dei posteggi, in un percorso che ha visto coinvolto lo Stato, le Regioni  gli Enti locali. Oggi si attende l’approvazione dell’emendamento che permetta ai Comuni che già hanno promosso il bando di portarli a temine nei tempi stabiliti e agli altri di avere più tempo”.

Fiva_Bolkestein«La preoccupazione della maggior parte degli operatori era di salvaguardare il proprio lavoro, di continuare a lavorare senza problemi – spiega Mauro Dolci, presidente di Fiva Bergamo -. Abbiamo sfatato alcune false certezze e dato più tranquillità agli operatori. Crediamo che le cose si stiano mettendo a posto. Molto probabilmente ci sarà una proroga tecnica a fine anno. Tra martedì e mercoledì l’emendamento dovrebbe passare al Senato e diventare definitivo». Intanto rimangono aperte le querelle con alcuni Comuni di natura interpretativa. «Stiamo dialogando con alcune amministrazioni, esempio Trescore, Ranica e Curno dove si vorrebbe mettere mano alla distribuzione dei banchi».

La Bolkestein (direttiva 2006/123/CE) è nata nel 2006 per disciplinare la concorrenza nel mercato interno ed è stata  recepita nel 2010 dal Governo italiano, che ha rinviato a un’intesa, in Conferenza unificata, i criteri per il rilascio e il rinnovo delle concessioni di commercio su aree pubbliche. L’intesa del 2012 ha definito i criteri, salvaguardando la professionalità d’impresa e quella maturata sul posteggio in concessione, prorogando le concessioni, secondo una diversa scansione di tempi, al 7 maggio e al 4 luglio 2017. Tutte le Regioni (ad eccezione di Molise, Basilicata e Sardegna) hanno adottato i relativi atti di recepimento, insieme a una modulistica a beneficio dei Comuni, che, a loro volta hanno elaborato e pubblicato i bandi. In questo iter, a fine 2016, è intervenuto il decreto legislativo 244 (Milleproroghe), il cui articolo 6 comma 8 ha stabilito una proroga delle concessioni al 31 dicembre 2018, non specificando nulla sui bandi già avviati, molti dei quali in pieno corso di espletamento. In bergamasca sono coinvolti 246 mercati per un totale di circa 7 mila posteggi

 




Go.In’, l’alta formazione che fa più competitive le pmi

internazionalizzazione goin - bergamo sviluppoImprenditori, manager e dipendenti di micro, piccole e medie imprese bergamasche possono imparare a rendere le proprie aziende più competitive con il corso di Alta Formazione “Imprenditorialità e innovazione per l’internazionalizzazione delle MPMI” (Go.In’ – Go International Be Innovative).

L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, è cofinanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata dall’azienda speciale Bergamo Sviluppo in partenariato con il sistema associativo territoriale e con il supporto tecnico dell’Università degli Studi di Bergamo (in particolare i Centri di Ateneo SdM– School of Management e CYFE –Center for Young and Family Enterprise).

Obiettivo del corso, è fornire strumenti efficaci per riuscire ad affrontare meglio le decisioni strategiche e organizzative necessarie, ad esempio, ad operare in ambito internazionale, rafforzando al contempo competenze imprenditoriali del partecipante e capacità innovativa dell’impresa.

Le lezioni si terranno a Dalmine (sedi di Bergamo Sviluppo al Point-Polo per l’Innovazione Tecnologica e della facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo) il venerdì pomeriggio e il sabato mattina, nel periodo marzo–inizio novembre 2017, per un totale di 120 ore.

Tra i temi affrontati: internazionalizzazione, imprenditorialità e cambiamento; comunicazione interculturale in ambito imprenditoriale; strategie imprenditoriali e globalizzazione; comunicazione interculturale e linguaggi; mercati internazionali e strategie d’ingresso; disruptive innovation; obiettivi economici e non economici; marketing strategico e marketing imprenditoriale; il business model canvas e il business plan; strategie di export; marketing operativo.

La metodologia didattica prevede l’alternanza tra momenti di docenza frontale, seminari tematici, testimonianze imprenditoriali e lavori interattivi di gruppo per stimolare nei partecipanti l’apertura all’innovazione e la disponibilità a mettersi in gioco.

Le imprese interessate a partecipare devono presentare domanda di adesione entro il 24 febbraio (qui tutte le informazioni). Successivamente il candidato identificato dall’azienda sarà invitato ad un colloquio conoscitivo. È prevista piccola quota di finanziamento a carico delle imprese partecipanti (300 euro + Iva 22%).

Il corso ha già consentito, con successo, la formazione di 166 partecipanti.




Ascom, al via le assemblee dei Gruppi di categoria

Paolo Malvestiti
Paolo Malvestiti

Prende il via lunedì 13 febbraio l’iter per il rinnovo dei Consigli delle categorie merceologiche di Ascom Bergamo Confcommercio, in vista della Assemblea elettiva del prossimo 8 maggio. Per un mese e mezzo, fino al 20 marzo, in Associazione si susseguiranno gli incontri con gli imprenditori del terziario per eleggere i presidenti e i consiglieri delle 28 categorie merceologiche. Tra le novità di questa tornata elettorale c’è l’accorpamento di alcuni gruppi e la nascita di nuovi. La categoria degli Articoli sportivi entrerà a far parte di quella dell’Abbigliamento – calzature, in quanto entrambe fanno riferimento a FederModaItalia. I Mercanti d’arte si uniranno al Gruppo dei commercianti di preziosi. Nasceranno due nuovi gruppi: Grossisti non alimentari – forniture industriali e una categoria che riunirà tutti gli imprenditori che esulano dai settori tradizionali. Rinnovati i consigli dei 28 gruppi, il 4 aprile si riunirà il Consiglio Generale delle categorie che stabilirà la lista dei candidati al Consiglio Direttivo per il prossimo quinquennio; in calendario l’8 maggio l’assemblea elettiva e il 15 maggio il nuovo Consiglio direttivo eleggerà il presidente dell’Associazione.

Da nuovo Statuto, la durata delle cariche sarà di 5 anni e il limite di età dei candidati di 75 anni; il nuovo direttivo passerà da 11 a 13 membri più tre cooptati e il presidente non potrà essere eletto per più di due mandati consecutivi. «Dopo l’approvazione dello Statuto iniziamo il percorso per l’elezione dei vertici dell’Associazione che tiene conto delle novità introdotte – spiega Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo Confcommercio -. Sono alcuni mesi di lavoro che porteranno alla nascita del nuovo direttivo. In questo nuovo percorso ci piacerebbe che ci fosse un ampio coinvolgimento di donne e di giovani». Le prime assemblee saranno lunedì 13 febbraio: alle 15.30 si riuniranno gli imprenditori che fanno riferimento ai “Servizi alle Imprese” e alle 17 i Dettaglianti di ortofrutta. Ascom Bergamo Confcommercio conta oltre 7 mila associati così suddivisi: 40% non alimentari, 30% pubblici esercizi, 15% alimentari e 15% servizi.




“Bergamo jazz”, in gara le vetrine più belle e originali

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Un’immagine della precedente edizione del concorso

L’Ascom Confcommercio Bergamo, in collaborazione con Bergamo Jazz, ha indetto il concorso “Jazz in Vetrina”, in concomitanza con l’evento musicale che si svolgerà nel prossimo mese di marzo e destinato agli esercizi commerciali. La partecipazione al concorso è libera e gratuita e l’adesione dovrà pervenire entro martedì 28 febbraio inviando la richiesta di partecipazione a jazzinvetrina@gmail.com. Nella mail va indicata la ragione sociale dell’esercizio, l’indirizzo, il nome e i contatti del referente. Gli organizzatori a loro volta forniranno a tutti i partecipanti al concorso il seguente materiale: locandina, depliant, t-shirt, shopper e una foto storica di Bergamo Jazz. I negozi potranno creare la propria vetrina sul tema di Bergamo Jazz secondo la loro libera interpretazione e fantasia. L’allestimento va ultimato entro il 14 marzo 2017 e dovrà rimanere in bella mostra fino al 26 marzo. Una o più immagini dell’allestimento dovranno essere inviate entro il 19 marzo all’indirizzo mail jazzinvetrina@gmail.com. Foto che saranno pubblicate anche sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram di Bergamo Jazz.

Le 5 vetrine più belle verranno decretate tramite votazione. Il voto sarà composto per il 50% dal parere di una giuria composta dagli organizzatori del concorso e per il restante 50% dal numero dei like ottenuti dai profili Facebook e Instagram di Bergamo Jazz. Tutte le foto ricevute all’indirizzo jazzinvetrina@gmail.com saranno inserite all’interno di una cartella dedicata al concorso con relativa didascalia. Si terrà conto dei like pervenuti entro la mezzanotte del 19/03/2017 e successivamente verrà stilata la classifica, pubblicata sul sito www.ascombg.it e sulla pagina Facebook/profilo Instagram di Bergamo Jazz. I 5 vincitori verranno premiati con 2 biglietti di ingresso al concerto inaugurale di Bergamo Jazz, in programma al Teatro Sociale giovedì 23 marzo, alle 21, e una targa a ricordo dell’iniziativa offerta da Ascom Confcommercio Bergamo.

La premiazione sarà effettuata mercoledì 22 marzo, alle 17.30, presso la sala Riccardi del Teatro Donizetti. “Jazz in Vetrina – annota il referente per l’Ascom, Giorgio Lazzari -, mira a favorire la creazione di una maggiore atmosfera di festa e di coinvolgimento non solo dei partecipanti alla manifestazione, ma anche dei cittadini”.

Info:

Ascom Confcommercio Bergamo

Giorgio Lazzari Tel. 035 4120202

giorgio.lazzari@ascombg.it

 

 




Olio extravergine d’oliva, ecco gli errori più comuni a tavola

olio oliva - genericaSe un tempo era il vino a dover essere studiato da enologi e giudicato dai sommelier in base alle caratteristiche organolettiche, oggi è l’olio extra vergine di oliva a richiedere un’accurata selezione, per esaltare tutte le sue proprietà. Ma gli italiani lo conoscono veramente? Ben il 78% degli abitanti del Bel paese ammette di non saper abbinare l’olio extra vergine di oliva al cibo. “L’oro verde del Mediterraneo” ha un ruolo definito nella cultura culinaria italiana, ma accade che soprattutto a casa, non venga utilizzato nel modo giusto. Come sostiene l’ANAPOO – Associazione Nazionale Assaggiatori Professionisti Olio di Oliva – per ogni tipologia di alimenti corrispondono determinati oli che ne esaltano la qualità. Dalla Sicilia, alla Puglia fino all’Umbria, l’Italia rappresenta da sempre uno dei massimi produttori d’olio extra vergine di oliva. Secondo la mitologia, fu Atena a piantare il primo ulivo sulla Terra, albero che per millenni avrebbe dato con i suoi frutti un succo adatto alla preparazione di cibi, alla cura del corpo e alla guarigione delle malattie. Ma quali sono gli errori più comuni che fanno gli italiani con questo prodotto? Utilizzare sempre lo stesso tipo di olio (82%) e pensare che l’olio amaro sia di cattiva qualità (76%). È quanto emerge da uno studio condotto da Casa Coricelli, l’osservatorio sulle tendenze nel mondo dell’olio, condotto mediante la metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 2500 italiani e su panel di 80 esperti tra cui chef e assaggiatori professionisti d’olio, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate al settore per capire che rapporto hanno gli italiani con l’olio.

“Nella cultura culinaria italiana l’olio extra vergine di oliva è molto importante, perché esalta i sapori e completa tutti i nostri piatti – afferma Marina Solinas, assaggiatrice professionista di una delle più importanti organizzazioni di settore. Può essere utilizzato sia in cottura, perché non copre i sapori, ma soprattutto a crudo, perché esalta le verdure come l’insalata, ma anche la zuppa di legumi, la carne e il pesce grigliati. L’utilizzo a crudo alla fine di una cottura serve per esaltare il piatto ed è importantissimo utilizzare l’olio giusto. In cottura non deve mai essere utilizzato ad altissime temperature, per non raggiungere il punto di fumo. È una regola generale. Lo studio e la cultura dell’olio extra vergine di oliva sono molto importanti e non devono essere trascurati. Dagli Stati Uniti al Canada fino a Cile, Taiwan e Giappone ogni anno le Organizzazioni finalizzate alla formazione di assaggiatori ricevono tantissime persone che arrivano da tutto il mondo per studiare le caratteristiche di questo prodotto. Possiamo dire che la cultura dell’olio è diventata internazionale”.

Ma gli italiani conoscono effettivamente l’olio di oliva? Il 78% gli italiani non sa distinguere tra le varie tipologie di olio extra vergine di oliva disponibili sul mercato. Se non fosse per l’etichetta, che molti non guardano, le differenze che caratterizzano un olio rispetto all’altro non verrebbero percepite da quasi nessuno. Ben il 65% pensa che l’olio extra vergine venga ottenuto da una semplice spremitura, mentre la maggior parte subisce dei processi attenti e accurati non solo di filtrazione, ma soprattutto di combinazione tra varie tipologie di extra vergine al fine di creare la “ricetta” scelta.  Infine il 48% degli italiani non conosce l’effetto negativo della luce e del calore sull’olio. Per questo molte volte lo tengono a breve distanza dal piano cottura, rovinando in parte il prodotto.

Ma quali sono i principali errori che commettono? L’errore più comune è quello di utilizzare sempre lo stesso tipo d’olio (82%). In cottura per saltare le patate, a crudo sull’insalata, sulla carne rossa o sul pollame, utilizzare l’olio sbagliato rischia di rovinare un prodotto di qualità se usato in cottura, e rischia di essere sprecato se leggero e abbinato a gusti forti. Un altro grave errore degli italiani è pensare che un olio amaro sia cattivo (76%), perché ritenuto sgradevole al palato. Al contrario l’olio extra vergine amaro è indice di qualità e personalità. Pensare che l’olio extra vergine di oliva non faccia bene, perché troppo grasso (65%) è un altro degli errori più comuni. L’olio infatti è un grasso allo stato puro, per cui non esistono oli leggeri e oli pesanti nel senso calorico del termine: ogni olio sviluppa 900Kcal per 100gr di prodotto. Ma l’olio di oliva, rispetto ad un olio di semi ad esempio, oltre ad essere nutriente, è salutare e naturale. viene spremuto meccanicamente e quando esce dal percorso estrattivo è “vivo”, è praticamente un succo di frutta. Il suo effetto sul nostro corpo è totalmente benefico.

Ma quali sono i trucchi per conservare perfettamente l’olio extra vergine di oliva? Per il 78% degli esperti l’aspetto più importante è il contenitore, che deve essere in vetro scuro. Nella conservazione dell’olio d’oliva il problema principale è l’irrancidimento, dovuto alle reazioni di degradazione ossidativa.  Per questo motivo si sono affermate le bottiglie in vetro scuro, perché capaci di schermare in parte gli effetti negativi della luce. Al secondo posto, per mantenere inalterata la qualità del prodotto, è fondamentale tenerlo alla larga da fonti di luce (75%), perché accelera le reazioni di degradazione ossidativa e allo stesso tempo da fonti di calore (72%). L’olio extra vergine d’oliva va conservato in luoghi freschi e asciutti, in ambienti con escursioni termiche non eccessive (con temperatura compresa tra i 15 e i 20°C). In questa situazione la qualità del prodotto resta integra.

I consigli degli esperti

Olio extra vergine di oliva fruttato leggero, dolce

E’ un olio equilibrato, come ad esempio l’olio ligure, fruttato, ma dolce. Si può abbinare a qualsiasi tipo di pesce dal sapore delicato.

Olio extra vergine di oliva fruttato medio

Se andiamo sulla carne bianca andiamo su un medio fruttato, non qualcosa di troppo amaro, però utilizziamo un olio a metà di questa scala. Si può usare anche sul pesce, ma magari più saporito come salmone, cernia, oppure del formaggio come le caciotte. Può essere legato anche ai dolci, come la cioccolata fondente.

Olio extra vergine di oliva fruttato intenso, amaro

Se saliamo ancora con il fruttato possiamo pensare ad una zuppa di legumi o a della carne rossa grigliata. La fiorentina si abbina perfettamente con un olio pugliese. Se utilizziamo un tipico olio ligure il suo sapore si spegne: sarebbe uno spreco. Se invece utilizziamo un olio più fruttato e più amaro, che non è mai da considerarsi un difetto, anzi è molto più salubre, allora va bene sulle carni rosse.

Olio extra vergine di oliva fruttato aromatico

Ideale per i primi piatti: si tratta di un olio particolare, tipo l’olio siciliano, con un fruttato aromatico e mediamente tendente all’amaro. Quello più dolce sarebbe sprecato perché non si sentirebbe. Se ci sono le verdure nel piatto serve qualcosa di più aromatico, con più profumo che possa valorizzarle.

 




Sarnico, sabato e domenica torna lo Sbarazzo

sbarazzoPer gli appassionati di shopping, sabato 11 e domenica 12 febbraio a Sarnico torna lo “Sbarazzo”, il mercatino itinerante dei commercianti promosso da Sarnicom. Dalla mattina alle 10 sino alla sera alle 20, sulle piazze e nelle vie del centro storico, i negozianti in vista della chiusura dei saldi, proporranno super­sconti sui capi in saldo, mettendo in mostra la merce anche con banchetti all’esterno su strada offrendo un outlet a cielo aperto e in riva al lago.
All’iniziativa, che viene proposta ormai da qualche anno nel doppio appuntamento del fine saldi invernali e del fine saldi estivi. partecipano i principali esercizi commerciali della cittadina.

 

 




Commercialisti, al via il nuovo Consiglio

Commercialisti2017Il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo ha dato avvio ai lavori con la presidenza di Simona Bonomelli, in carica dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2020, e con i nuovi consiglieri dell’Ordine: Andrea Berizzi, Giorgio Berta, Aldo Cattaneo, Andrea Cortinovis, Francesco Fassi, Roberto Mazzoleni, Mario Papalia, Paolo Attilio Rossi, Paolo Saita, Simone Santicoli e Renato Tassetti. Tesoriere del Consiglio Alessandro Testa, segretario Riccardo Trezzi e vicepresidente Alberto Carrara, past president dell’Ordine. Nel corso della seduta sono state istituite  le commissioni di studio. «Abbiamo scelto di concentrarci su temi che più sono cari ai cittadini e alle imprese – sottolinea la presidente Simona Bonomelli – perché il nostro compito è essere al loro fianco ogni giorno nelle sfide continue e sempre più pressanti che il mercato impone. Come professionisti comprendiamo perfettamente quali siano le preoccupazioni delle imprese e siamo certi che, uniti, potremo dare il nostro contributo. Infatti, ci proponiamo di rendere ancora  più forte il nostro supporto in relazione ai nuovi adempimenti introdotti dal Governo nel corso degli ultimi anni e con la legge di stabilità, che palesemente comportano l’aumento delle problematiche sia per le imprese sia per i privati. Contestualmente rivolgeremo il nostro sguardo attento al futuro, proiettando la nostra consulenza verso nuovi temi emergenti, quale la finanza d’impresa, l’internazionalizzazione, le problematiche del lavoro, nonché l’antiriciclaggio e la crisi da sovraindebitamento. A tali aspetti, di estrema attualità, abbiamo deciso di dedicare apposite commissioni di studio”.

 




Commercio, «negozi e web non sono più in competizione»

e commerce

L’Italia è il Paese con il più alto tasso su scala globale di acquirenti online che scelgono di comprare prodotti oltreconfine (79% contro un dato medio a livello globale pari  a 57% , media Europa 65%). In Europa il nostro Paese si posiziona davanti a Germania (73%), Spagna (63%), Francia (59%), UK (52%). Come metodo di pagamento, oltre la metà degli italiani si affida a PayPall (55% mentre la media globale è dal 43% e quella Europa del 56%).

È quanto emerge dalla Global Survey “Connected Commerce” di Nielsen realizzata su un campione di 13.000 individui in 24 Paesi, con l’obiettivo di studiare motivi e modalità di approccio all’e-commerce nel mondo.

«Online e offline – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – non possono più essere considerati due canali di vendita distinti, né il primo può essere concepito come in competizione con il secondo, piuttosto come un’opportunità di creare maggiore valore in un contesto di “non-zero sum game”. Spesso il consumatore sceglie nello store fisico il prodotto e perfeziona l’acquisto online oppure, al contrario, cerca in Rete ciò che poi acquisterà in negozio. Occorre pensare – ha sottolineato Fantasia – soprattutto da parte dei distributori, in termini di approccio integrato allo shopping indipendentemente dal fatto che l’acquisto venga fatto in una delle due modalità. Oggi ci troviamo di fronte a un consumatore che si sposta dal canale fisico a quello virtuale con estrema facilità. È la tradizionale nozione di shopping experience che deve essere ridefinita. Le grandi catene della distribuzione devono passare da una visione di marketing lineare a un modello che genera valore in un contesto media e di canale sempre più frammentato. In altri termini non è più possibile affidarsi solo a messaggi di vendita accattivante, occorre fornire all’acquirente strumenti che possano facilitargli il processo d’acquisto, in termini di canale, metodi di pagamento, possibilità di raffronto dei prezzi sul mercato e disponibilità di applicazioni mobile».

Fra gli italiani fruitori del web, il 12% ha l’obiettivo esclusivo di acquisire informazioni sul prodotto, mentre il restante 88% anche quello di fare acquisti, dato inferiore alla media Ue (95%), trainata da Francia (96%), Spagna (96%) e Gran Bretagna (99%).

COSA SI ACQUISTA ONLINE

In tema di tipologie di prodotto acquistate online, in Italia si riscontra la seguente classifica: viaggi (49%), libri/musica (48%), moda, vestiti, borse ecc. (43%), IT & Mobile/smartphone, tablet, ecc. (33%), biglietti concerti/eventi sportivi (32%), elettronica di consumo (32%), prodotti per la cura della persona/cosmetici, dentifrici, ecc. (25%), videogame (18%), cibo per animali (14%), arredamento (12%), prodotti per la casa (10%), alcolici (9%), medicinali (8%), alimentari in confezione (8%), cibo da asporto (6%), prodotti per l’infanzia (6%), cibi freschi (2%). Quest’ultimo dato è largamente inferiore a quello della media europea (14%).

hotel booking on line ritD’altra parte sono diverse le attività che gli italiani svolgono online a prescindere dalla categoria merceologica che intendono acquistare: il 47% ricerca informazioni relative al prodotto, il 41% controlla e confronta i prezzi, il 33% intende individuare sconti, promozioni e coupon. Sul versante dell’advertising online si registra che il 6% degli italiani dice di aver cliccato su una pubblicità online, il 5% afferma di averne aperta una ricevuta via email, il 4% di avere lasciato like, commenti o tweet sulla pagina di un prodotto o store.

Ampliando lo sguardo a livello globale, la serie dei prodotti maggiormente acquistati online è così declinabile: moda (55%), libri/musica (50%), viaggi (49%), biglietti per eventi (43%), IT & Mobile (40%), elettronica di consumo (37%), bellezza e cura della persona (35%), videogame (30%), cibo da asporto (21%), medicinali (19%), prodotti per la casa (18%), alimentari in confezione (17%), prodotti per l’infanzia (14%), pet food (13%), alcolici (11%), cibi freschi (11%).

METODI DI PAGAMENTO

e-commerce.jpgDal momento che il contesto competitivo è in fase di trasformazione, questo si ripercuote anche sulle modalità di pagamento. A livello globale, il 53% degli intervistati ha dichiarato di usare la carta di credito ma, nello stesso tempo, ben il 43% ha usato sistemi digitali come PayPal, il 39% le carte prepagate o il bancomat, il 38% il bonifico, il 36% il contrassegno.

Per quanto riguarda l’Italia, oltre a PayPal – prima modalità con il 55% – i principali strumenti di pagamento sono: carta prepagata (51%, dato controcorrente rispetto a quello degli altri Paesi europei, come Francia al 5%, Gran Bretagna all’8%, e Spagna al 13%), carta di credito (42%), gift card rilasciata dal singolo negozio (27%) e contrassegno (25%).

PERCHÉ SI SCEGLIE LO SHOPPING ONLINE

Nello stesso tempo, lo studio condotto da Nielsen ha sondato le motivazioni che spingono il consumatore italiano a utilizzare il canale online per l’acquisto di prodotti: ricercare l’affare migliore (42%), trovare prodotti non disponibili negli store (39%), ricercare prodotti online prima dell’acquisto in negozio (39%), visitare il maggior numero possibile di siti per intercettare l’offerta al prezzo più basso (39%), guadagnare tempo (38%), cercare opinioni online per prendere decisioni (36%), accedere a punti vendita non localizzati nella zona di residenza (34%), non portare borse pesanti (30%).

Queste, invece, le motivazioni rilevate a livello globale: accorciare i tempi della spesa (53%), sondare le opinioni in Rete per prendere decisioni (50%), reperire ciò che non è disponibile negli store (49%), la migliore offerta (49%), accedere a store non presenti sul territorio (47%), intercettare online il prezzo più basso (47%), trovare maggiore assortimento (41%).

GLI OSTACOLI

e-commercePer la stessa categoria di prodotti vengono messe a fuoco anche le barriere allo shopping online in Italia: volere esaminare i prodotti di persona (56%), essere preoccupati perché la spedizione dei prodotti può avvenire quando non si è in casa (45%), perché i prodotti potrebbero non essere rispondenti a quelli ordinati online (40%), per la freschezza del prodotto in base alla data di scadenza (39%), per la qualità del prodotto (38%). Il 44% dei consumatori italiani non acquista prodotti alimentari online se questo implica un pagamento per la spedizione.

Per quanto riguarda la moda, il 30% dei nostri connazionali afferma di acquistare in store a causa dell’eccessiva lunghezza dei tempi di spedizione e per le spese online, mentre il 64% dichiara di acquistare online un cellulare solo se il prezzo è inferiore rispetto a quello praticato nello store.

IL VISSUTO

In merito al vissuto che accompagna le esperienze d’acquisto dei consumatori globali nello shopping online, Nielsen rileva le seguenti posizioni: il 60% dichiara di verificare in fase preventiva all’acquisto se il sito è certificato dal punto di vista della sicurezza (stessa percentuale in Italia); il 57% dubita sul fatto di consegnare ai siti i propri dati personali (Italia 43%); il 54% non si fida a mandare in Rete le informazioni relative alla propria carta di credito (Italia 48%).