Stop ai voucher lavoro, per commercio e turismo «un epilogo paradossale»

voucher lavoro

Voucher addio. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che abroga le norme sui buoni lavoro e sugli appalti oggetto dei referendum convocati per il prossimo 28 maggio e promossi dalla Cgil, che quindi saltano. Il testo ricalca quello approvato dalla Commissione Lavoro della Camera che prevede lo stop immediato dell’acquisto dei buoni, mentre i voucher già acquistati potranno essere usati (o rimborsati) fino al 31 dicembre.

Immediate le reazioni delle categorie imprenditoriali. «I voucher erano l’unico strumento legale, tracciabile, soggetto a copertura Inps e Inail e idoneo a coprire prestazioni saltuarie e occasionali anche nelle imprese – è il commento della Confcommercio -. La scelta della loro cancellazione, che sembra legata più alla volontà di evitare il referendum che ad una valutazione di merito, crea un vuoto, non tenendo conto che quelle prestazioni sono comunque presenti nelle imprese». Secondo la Confederazione la vicenda è giunta «a un epilogo ancor più paradossale, se si considera che nei settori rappresentati da Confcommercio, in particolare nel turismo e nella ristorazione, dove peraltro l’occupazione stabile è cresciuta, i voucher erano uno strumento molto apprezzato soprattutto perché consentivano di operare legalmente e con semplicità». «Si è scelta la strada della cancellazione – prosegue l’associazione – senza che ci siano strumenti alternativi e senza preoccuparsi del vuoto che si crea perché con l’eliminazione dei voucher non possono essere coperte quelle attività occasionali comunque presenti nelle imprese».

Fipe, attraverso le parole del presidente Lino Stoppani, ha ribadito «la totale contrarietà ad una riforma guidata non dal proposito di migliorare questo strumento quanto da principi puramente ideologici e demagogici». «Dietro tali provvedimenti – ha detto – c’è molta strumentalizzazione alla luce di una campagna elettorale di fatto già iniziata, che non tiene conto degli effetti che questa decisione potrebbe avere sulle imprese e sul mercato del lavoro. Riteniamo pertanto che a questo punto affidarsi al referendum sia una scelta migliore rispetto ad una legge concepita frettolosamente e che non tiene conto delle esigenze delle imprese e dei cittadini».

Dello stesso parere sono anche Federalberghi e Fida. Secondo la federazione albergatori: «Sarebbe meglio affidarsi alla volontà popolare. Regolamentare il lavoro accessorio è utile e doveroso per prevenire gli abusi ma, da quel che si apprende, ciò che emerge è una disciplina ingiustamente punitiva e discriminatoria che rischia di consegnare all’economia sommersa la maggior parte delle prestazioni lavorative che oggi sono rese attraverso i buoni lavoro».

Donatella Prampolini Manzini presidente della Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione di Confcommercio-Imprese per l’Italia e vicepresidente Confcommercio afferma che «i dati Inps provano senza alcun dubbio che i voucher non sono utilizzati come sostitutivi di un contratto di lavoro. Le modifiche ai voucher che si sentono in questi giorni non ci trovano assolutamente d’accordo. Tant’è che piuttosto di una modifica fatta in questa maniera, assolutamente demagogica, preferiamo la consultazione referendaria: siamo certi che gli italiani partorirebbero una soluzione meno catastrofica di quella proposta».

«Il provvedimento che porta alla cancellazione dei voucher è assolutamente sbagliato perché rischia di veder gettate al vento le basi di un metodo costruito per tamponare temporaneamente le esigenze del dettaglio moda soprattutto durante picchi di lavoro come, ad esempio, sotto Natale, in occasione delle manifestazioni fieristiche e dei campionari, dei saldi o in caso di temporanea malattia dei dipendenti», evidenzia Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia. «Critichiamo fortemente la scelta dell’abrogazione dei voucher anche perché potrebbe addirittura portare all’incremento del lavoro nero. Inoltre, non riusciamo proprio a comprendere il rumore di uno strumento che rappresenta solamente meno dello 0,4% del monte ore lavorato complessivamente in Italia».




Elettrodomestici, al timone resta Zucchinali. «Regole su sottocosto e online per non far scomparire i negozi»

È nel segno della continuità il rinnovo delle cariche del Gruppo rivenditori di elettrodomestici e materiale elettrico dell’Ascom di Bergamo, che per il quinquennio 2017-21 ha confermato il presidente Armando Zucchinali e l’intero direttivo uscente, composto dal vicepresidente Mario Campana (Bergamo) e dai consiglieri Giancarlo Busi (Brembilla) e Antonio Campana (Bergamo).

Zucchinali vanta una lunga esperienza imprenditoriale e sindacale. Titolare dal 1971 della Korel di Bergamo, fondatore e presidente della General Service di Agrate, piattaforma di rivenditori che fa parte del gruppo Expert, è alla guida del Gruppo provinciale da vent’anni. È stato inoltre presidente nazionale di categoria in Ancra Confcommercio ed ha fatto parte del Consiglio direttivo dell’Ascom.

Armando zucchinali (1)
Armando Zucchinali

Conosce nel dettaglio la geografia del settore ed i numeri in costante diminuzione non lo stupiscono. Nell’ultimo anno (dati al 31 dicembre) le attività sono calate in tutta la provincia di Bergamo del 5,3%, passando da 320 a 303. La città ha perso il 4,8% (da 82 a 78). Nell’arco di cinque anni, invece, i negozi sono scesi dell’11,4% (nel 2012 erano in totale 342) e del 13,3% a Bergamo (erano 90). «Le chiusure sono all’ordine del giorno – commenta Zucchinali – e non si tratta solo di piccole realtà, ma anche di medie e grandi strutture con insegne conosciute. In un anno o poco più la Bergamasca ha detto addio a circa 10mila metri quadrati di superfici destinate alla vendita di elettrodomestici».

La causa principale è da rintracciare nel sottocosto, modalità promozionale ormai diventata una prassi per catturare clienti. «In questo modo la marginalità si annulla – rileva Zucchinali – ed è impossibile competere sui prezzi. Per contro crescono i costi di gestione, su tutti quello per il personale, e così i negozi tradizionali fanno sempre più fatica a resistere: non c’è più continuità aziendale ed i giovani non aprono più».

Se in passato i maxi sconti riguardavano prevalentemente tv, informatica e fotografia, il cosiddetto “bruno”, «ora anche il “bianco”, ossia lavatrici, frigoriferi, congelatori etc. – evidenzia il presidente – sta subendo un attacco fortissimo, riducendo ulteriormente il nostro campo d’azione. Quanto ai piccoli elettrodomestici, sono ormai prodotti banalizzati, che si comprano al supermercato o al mercato e quando si rompono si buttano».

Ulteriore “follia” del mercato, secondo Zucchinali, sono le offerte che abbinano al primo acquisto un secondo articolo in regalo, «così si annullano le vendite per dieci anni non di uno ma di due prodotti». E poi c’è la crescita dell’on line «che rappresenta ormai più del 20% delle vendite». «È un mondo in cui ognuno fa quello che vuole – dice dell’e-commerce – con prezzi che non trovano giustificazione se non nell’eventuale premio finale da parte dell’industria».

Le carte da giocare per i rivenditori tradizionali non sono molte. «I giovani ormai fanno tutto da sé, su Internet o cercando tra le offerte dei volantini. I negozi riescono ancora a far pesare, anche se relativamente – afferma Zucchinali -, servizi come la consegna, l’installazione e il ritiro dell’usato, mentre ha più possibilità chi effettua riparazioni e piccoli impianti, sconfinando verso l’attività artigianale». «Un cambio di rotta non si intravede a meno che venga introdotta una legislazione ferrea sulle vendite sottocosto e un controllo delle vendite on line. Diversamente la desertificazione proseguirà», conclude.




Ubi Banca, l’economia diventa un gioco e coinvolge gli studenti

Il 16 e il 17 marzo sono due giornate speciali per le scuole di Bergamo, organizzate da Fondazione per l’Educazione finanziaria e al Risparmio e UBI Banca, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo: per la prima volta gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado e i loro insegnanti sono i protagonisti di “Play ECONOMY- L’economia è (anche) un gioco!”. La manifestazione è uno degli esempi di come soggetti pubblici e privati possono lavorare insieme per offrire ai giovani studenti e ai loro insegnanti un’opportunità unica di crescita a costo zero fornendo strumenti concreti per avvicinarsi ai temi dell’economia sostenibile, all’utilizzo consapevole del denaro e alla prevenzione del gioco d’azzardo. Hanno partecipato all’organizzazione delle lezioni Redooc, società specializzata in didattica digitale, il consorzio CONFAO, rete delle scuole per l’apprendimento e l’aggiornamento professionale, Taxi 1729, società di formazione e di comunicazione scientifica e i CPIA, Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti. Giovedì 16 marzo le scuole secondarie di primo grado parteciperanno alla lezione “Impariamo il valore del denaro. Il lavoro, il reddito e il capitale umano”.

L’incontro propone un’intervista doppia nella quale due adolescenti esprimono la propria opinione rispetto alla gestione del denaro. Saranno poi illustrati i principali fattori che costituiscono e accrescono il capitale umano e, successivamente, sarà affrontato il tema del ciclo economico della famiglia, della gestione della paghetta e dell’equilibrio tra entrate e uscite. La seconda parte della mattinata vedrà le scuole secondarie di secondo grado impegnate nella lezione “Capire la finanza”: gli studenti saranno coinvolti in un vero e proprio gioco a squadre nel quale troveranno risposte a domande come “Cosa sono il sistema economico e il sistema finanziario? Quali sono i mercati e gli intermediari finanziari? Come calcolare interesse semplice e interesse composto? Il tempo ha un valore finanziario? Quali sono e a cosa servono gli strumenti finanziari? Come investire i propri risparmi?”. Il pomeriggio vedrà i docenti delle scuole secondarie di II grado protagonisti dell’incontro “Educazione finanziaria e alternanza scuola-lavoro: la sfida delle nuove competenze”. L’incontro fornirà un quadro di approfondimento, in vista di un più maturo assetto ordinamentale della materia, agevolando così anche l’elaborazione del Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) e fornendo ai docenti contributi per l’insegnamento dell’educazione economica. In programma inoltre un intervento sul tema dell’Alternanza Scuola Lavoro.

La seconda e ultima giornata della kermesse bergamasca dedicata all’educazione finanziaria si aprirà con il laboratorio didattico Fiabe e Denaro per le scuole primarie: gli studenti più giovani parteciperanno ad un gioco interattivo che li porrà di fronte a un quesito fondamentale: cosa è davvero indispensabile? Seguiranno riflessioni sulle spese ordinarie, straordinarie, necessarie e superflue, sul consumo e sull’importanza del risparmio. Contemporaneamente gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado saranno coinvolti nel nuovo percorso didattico “PAY 2.0 – Il denaro del futuro”. Le modalità di pagamento che usano e useranno sempre di più i millenials sono radicalmente diverse da quelle tradizionali. L’incontro condurrà gli studenti alla scoperta delle nuove forme di moneta e pagamenti elettronici che si troveranno sempre più a gestire, illustrando i processi collegati alla dematerializzazione del denaro e le innovative frontiere digitali del suo uso affinché ne siano consapevoli. Durante la lezione i divulgatori scientifici di Taxi1729 illustreranno ai ragazzi le regole matematiche applicate alle varie forme di scommesse e al gioco d’azzardo, svelandone i lati nascosti, le scarse possibilità di successo e gli alti rischi. Questi sono infatti gli obiettivi di “Fate il nostro gioco”: una lezione-spettacolo che mira a prevenire attraverso l’educazione finanziaria la diffusione tra i giovani di questo pericoloso fenomeno che, nel 2016 è costato agli italiani hanno circa 95 miliardi di euro (+8% rispetto al 2015), ovvero 260 milioni al giorno, 3.012 euro al secondo.

 




Industria 4.0, incontro degli Industriali al “Mascheroni”

“La rivoluzione digitale – Industria 4.0” è il tema dell’incontro organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo e rivolto agli studenti degli Istituti scolastici superiori. L’appuntamento è fissato per mercoledì 22 marzo, dalle 9.30 alle 11.30, all’Auditorium del Liceo Scientifico Mascheroni. La mattinata, che vedrà la partecipazione di oltre 200 studenti delle scuole superiori di città e provincia, accompagnati dai loro insegnanti, è stata pensata per offrire un’occasione di riflessione sull’evoluzione del mondo dell’industria legata all’utilizzo e all’integrazione totale delle tecnologie digitali nei processi produttivi che sta dando vita alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale, con impatti diretti anche nel sistema manifatturiero bergamasco, in particolare in settori come la meccatronica, i nuovi materiali, ICT e Internet delle cose, e più in generale nei modelli gestionali. Questa rapida evoluzione richiede nuove competenze ed è un’occasione per  rafforzare la collaborazione con il mondo delle imprese, grazie anche a progetti innovativi di alternanza scuola-lavoro.

Il convegno verrà aperto dall’intervento di Cristina Bombassei, vicepresidente di Confindustria Bergamo con Delega all’Education, su “La quarta rivoluzione industriale” e dal saluto di Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico di Bergamo. Seguiranno le video interviste agli studenti sul significato di Industria 4.0. Sono previsti poi un approfondimento di Gianluigi Viscardi, vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega all’Innovazione e presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente, su “Il piano nazionale e le tecnologie abilitanti” e un focus su “Il lavoro del futuro” con Massimo Longhi, responsabile Studi Territorio Competitività Internazionalizzazione di Confindustria Bergamo. Sarà poi dato spazio alle testimonianze aziendali di Silvia Moretti, responsabile marketing di Cascina Italia Gruppo Moretti, e di Matteo Vavassori, Kaizen Promotion Officer Interseals. Chiuderà la mattinata Clelia Valle, vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, che approfondirà il tema “Quali competenze per i giovani 4.0?”.

 

 




Concessionari d’auto, Marco Fassi è il nuovo presidente del Gruppo Ascom

Marco Fassi
Marco Fassi

Cambio alla guida dei Concessionari Auto dell’Ascom di Bergamo: Marco Fassi è il nuovo presidente del Gruppo. Il titolare di Az Veicoli, concessionaria Opel, 50 anni, succede a Mirco Moioli, presidente dal 2012, e resterà in carica fino al 2021. Il consiglio direttivo vede la conferma di Mirco Moioli, presidente uscente, del Gruppo Bresciani Auto di Bergamo, di Paolo Ghinzani di Auto Ghinzani di Calusco, di Silvana Messina del Gruppo Emmeciauto di Gazzaniga e di Marcello Quadri di Quadri Automobili di Romano di Lombardia. Entrano a far parte del consiglio Maurizio Doneda di Iperauto di Bergamo, Giorgio Arrigoni di Sarco a Curno e Paolo Albergoni, prossimo ad aprire una concessionaria a San paolo d’Argon.

Dopo anni difficili, interessati anche da ristrutturazioni aziendali, le concessionarie iniziano finalmente a vedere segnali di ripresa: «Il mercato si sta finalmente muovendo – commenta il neo-presidente -. Il 2016 è stato un anno senza dubbio positivo e il 2017 sembra essere partito col piede giusto». Le criticità comunque persistono: «Le case madri chiedono obiettivi spesso impossibili, così ogni mese si chiude con trattative se non con veri e propri bracci di ferro e inevitabili autoimmatricolazioni, che vanno poi ad alimentare il mercato del chilometro zero» continua Fassi.

L’accesso al credito è sempre più un percorso ad ostacoli: «Il 10 per cento dei finanziamenti richiesti vengono bocciati e non sempre si tratta di clienti a rischio insolvenza. Per un titolare di partita Iva o per chi avvia un’attività risulta davvero difficile anche solo acquistare un veicolo commerciale». In questi anni, di contro, è cambiato – e in meglio – il lavoro in concessionaria: «C’è minore affluenza nei saloni, ma chi arriva in concessionaria è spesso pronto a concludere l’acquisto – continua Fassi -. Un tempo si facevano mille preventivi, ora sono decisamente più mirati e finalizzati alla vendita. I clienti arrivano in salone molto più informati e con idee molto chiare per l’acquisto». Per quanto riguarda il suo mandato, Marco Fassi intende intensificare il confronto con i colleghi associati: «Mai come in questi anni è importante riunirsi per affrontare problematiche comuni e mettere in campo iniziative condivise. Mi piacerebbe organizzare una manifestazione legata all’esposizione auto, come la fiera che un tempo animava tutto il Sentierone. Da anni manca un vero e proprio evento che veda la partecipazione di tutte le concessionarie”. L’interesse per le auto è sempre alto e dare vita ad un’esposizione non può che fare bene a tutto il comparto. Quanto alla categoria, l’obiettivo del neo-presidente è di allargare la base associativa per guardare al futuro con maggiore forza e coesione».

 




Confcooperative, anche Martina e Malvestiti al convegno sull’economia cooperativa

Giuseppe Guerini
Giuseppe Guerini

Fari accesi sull’impresa cooperativa e sull’economia sociale come modelli di sviluppo sostenibile al convegno «Imprese cooperative tra presente e futuro. Una risorsa per il territorio, creazione di valore e nuovi servizi per il suo sviluppo» in programma sabato 18 marzo al Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni di Bergamo, dalle 9.30 alle 13, e che vedrà tra i saluti iniziali anche quello del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e del presidente della Camera di Commercio di Bergamo, Paolo Malvestiti. Una giornata che sarà l’occasione per fare il punto sull’economia cooperativa in Bergamasca sulla base dei dati e dei modelli di analisi frutto della doppia ricerca realizzata da Confcooperative Bergamo e CSA Coesi in collaborazione con Euricse (Eurpean Research Institute on Cooperative and Social Enterprises) e Università di Bergamo attraverso il Cesc (Centro sulle Dinamiche Economiche, Sociali e della Cooperazione).

«Per la prima volta Bergamo può contare su un’analisi delle caratteristiche delle imprese cooperative fondata su una documentata e solida base di dati e su modelli scientifici di analisi accurati – spiega il presidente di Confcooperative Bergamo, Giuseppe Guerini -. Abbiamo voluto realizzare questa ricerca per dotare i dirigenti, gli amministratori delle cooperative, i portatori di interesse e gli interlocutori del territorio di uno strumento di conoscenza e analisi utile ad indirizzare le attività di rappresentanza e affinare il governo delle cooperative che operano in provincia».

Nella prima parte della ricerca, curata da Euricse, sono infatti analizzati i dati di tutte le cooperative della nostra provincia e non solo di quelle aderenti a Confcooperative. Nella seconda parte, curata dall’Università di Bergamo, l’analisi si concentra sulle cooperative sociali. Il seminario sarà anche l’occasione per presentare alla cittadinanza il Centro Servizi Aziendali Coesi, nato dall’unificazione tra Coesi Servizi e CSA Bergamo avvenuta nell’agosto 2016, che rappresenta la struttura di riferimento di Confcooperative Bergamo per l’assistenza e la consulenza alle cooperative e alle realtà del terzo settore, segmento che rappresenta la quota maggioritaria delle imprese aderenti a Confcooperative Bergamo.




Borghi (Confcommercio): “Col Black Friday opportunità in più e maggiore trasparenza”

Renato Borghi
Renato Borghi

Renato Borghi, presidente di FederModaMilano e Federazione Moda Italia nonché vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia), commenta positivamente l’approvazione, ieri, da parte del Consiglio Regionale Lombardo, della norma (contenuta nelle modifiche al “Testo unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere”) che prevede il divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi. Norma che dà così il via libera alla possibilità, per i commercianti, di praticare promozioni, iniziative e sconti per il Black Friday l’ultimo venerdì del mese di novembre. «Il Black Friday – rileva Borghi – è una festa ‘importata’ che, un po’ come avvenuto per Halloween, si è sempre più radicalizzata anche in Italia. Con questa modifica di legge, proposta dall’Assessore regionale allo Sviluppo Economico Mauro Parolini, ed approvata oggi dal Consiglio regionale, i commercianti lombardi del settore moda potranno cogliere quest’opportunità alla stregua di tutte le altre regioni”.

“Ora – afferma Borghi – c’è più trasparenza. La norma precedente vietava le vendite promozionali dal 25 novembre e, per il Black Friday, metteva i dettaglianti moda in difficoltà rispetto a catene e grandi gruppi che, con un rischio basso di sanzioni non efficaci come deterrente, tappezzavano siti e vetrine di sconti. Auspichiamo ora controlli più stringenti da parte delle istituzioni locali contro chi continuerà a fare sconti nei periodi non consentiti. Ma soprattutto servono sanzioni proporzionate alla superficie del punto vendita”.




“Cavaliere dello Champagne”, i francesi premiano il sommelier Oscar Mazzoleni

Oscar Mazzoleni
Oscar Mazzoleni

Nei giorni scorsi, a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, si è tenuta la solenne cerimonia del Grand Chapitre de Florence dell’Ordre des Coteaux de Champagne, nel corso della quale Oscar Mazzoleni, titolare dell’enobistro Al Carroponte di via De Amicis, a Bergamo, e maître sommelier, è stato investito Chevalier de Champagne. L’Ordres des Coteaux, che dal 1656 si pone come obiettivo la promozione delle peculiarità degli champagne, attribuisce il cavalierato esclusivamente a figure eminenti del settore, selezionandole in Francia e nei chapitres europei, tra cui Firenze. Oggi nel mondo intero l’ordine conta quattromila membri, di cui un ristretto numero in Italia. Tra questi, stelle di prima grandezza del panorama enologico italiano, tra i quali Annie Feolde (Enoteca Pinchiorri a Firenze, uno degli otto ristoranti italiani che possono fregiarsi delle tre stelle Michelin), Matteo Zappile (Chef Sommelier e dai primi di Ottobre anche Restaurant Manager del ristorante 2 stelle Michelin Il Pagliaccio di Roma, premiato Sommelier dell’Anno per I Ristoranti d’Italia 2017 de Le Guide L’Espresso) e Federico Graziani (miglior sommelier d’Italia 2008, oggi titolare di Profumo di Vulcano e partner di Feudi di San Gregorio e della maison Boizel).

Il cavalierato è stato conferito a Mazzoleni dal Commandeur Antoine Roland-Billecart, che ha tenuto a ricordare ai presenti alla cerimonia le importanti esperienze del maître sommelier bergamasco: “Ha lavorato con alcuni tra i più importanti chef d’Italia, come Enrico Bartolini, con grande passione ha aperto nel 2014 il suo locale; ha una grande conoscenza dello champagne sul campo”. Il Commandeur ha infine sottolineato come la carta dei vini di Al Carroponte di Bergamo sia una delle più ricche e interessanti sul mercato, a testimonianza del grande lavoro di ricerca di Mazzoleni e dell’entusiasmo che ancora oggi, dopo vent’anni di carriera, non manca mai.

 




Caffè, Bar e pasticcerie, confermato Beltrami. “Sempre più decisiva la formazione sulla gestione d’impresa”

Il Gruppo Bar Caffe' e Pasticcerie con il direttore Ascom Oscar Fusini, Enrico Betti, responsabile Area Sindacale e Lavoro e Pietro Bresciani, segretario del Gruppo
Il Gruppo Bar Caffe’ e Pasticcerie con il direttore Ascom Oscar Fusini, Enrico Betti, responsabile Area Sindacale e Lavoro e Pietro Bresciani, segretario del Gruppo

Il consiglio direttivo del Gruppo Bar Caffè e Pasticcerie ha rinnovato per acclamazione la fiducia a Giorgio Beltrami, presidente della categoria dal 2009. Beltrami, titolare del “Bar Centrale” di Lovere guiderà il Gruppo fino al 2021. Lo affiancheranno con il ruolo di vicepresidenti Francesco Pappi del “Canadian Pub di Via Sant’Orsola” a  Bergamo e Vincenza Carissimi del “Bar Commercio” di Osio Sotto. Confermati nel direttivo Raffaella Andreini dell’ “Half Crown Pub” di Antegnate, Gabriele Aresi del “3o e lode Cafe'” di Bergamo e Elena Stroppa del “Gino’s Bar” di Bergamo. Entrano nel direttivo Guglielmo Pontiggia del “Sweet Soul Cafe” di Bergamo e Luca Rebuzzi del “Reef Cafè” di Bergamo.

Giorgio Beltrami con i vicepresidenti Francesco Pappi e Vincenza Carissimi
Giorgio Beltrami con i vicepresidenti Francesco Pappi e Vincenza Carissimi

La categoria guarda con preoccupazione e sta incrociando in questi giorni le dita in vista del referendum abrogativo dei voucher in programma il 28 maggio: «I voucher devono tornare ad essere applicati nei comparti contraddistinti come il nostro, oltre al settore agricolo, da picchi di lavoro – afferma il presidente -. Sono uno strumento da difendere e non da abrogare, pur con le necessarie limitazioni e con un ritorno alla loro applicazione nei settori per cui vennero creati». Con la crisi molte attività stanno giocando al ribasso dei prezzi per cercare di accaparrarsi nuovi clienti, ma scendere sotto certe soglie porta inevitabilmente alla chiusura:« La gestione economica è l’abc di ogni attività imprenditoriale eppure molti non sanno fare i conti giusti. Accade così che ci sia chi applica prezzi stracciati e fuori dal mercato e non si accorge che più colazioni serve e più perde, così come chi non accantona per spese e tasse il denaro che ogni sera si trova nel cassetto». Per migliorare la gestione d’impresa, Beltrami ricorda il nuovo servizio messo in campo dall’Associazione: «Con la liberalizzazione delle licenze siamo diventati una categoria fragile e per stare sul mercato non basta saper fare un cocktail o servire un buon cappuccino. La gestione dell’attività è fondamentale e anche laddove è corretta e portata avanti con impegno e dedizione esistono comunque dei margini di miglioramento e ulteriore crescita».

Giorgio Beltrami
Giorgio Beltrami

Tra gli obiettivi del mandato, Beltrami intende rafforzare la partecipazione del Gruppo: «Solo facendo associazione  e confrontandosi con i colleghi si cresce – ha ribadito con decisione -. Partecipare a incontri e condividere la propria esperienza e visione d’impresa rappresentano valori indiscutibili e consentono di fare davvero sistema». Solo grazie all’associazionismo si sono ottenuti risultati importanti, a partire dalla nuova regolamentazione delle sagre: «Non sarà la legge perfetta che avremmo voluto vedere promulgare, ma anche se non tutte le nostre istanze, avanzate attraverso Fipe, sono state raccolte, rappresenta un indiscutibile risultato portato avanti da anni di battaglie anche dalla nostra categoria. Mettere un limite al dilagare continuo di sagre ed eventi senza regole, rappresenta un primo passo importante. E in questo senso Ascom avrà il ruolo importante di presidiare il territorio». La formazione, infine, continua a rappresentare la migliore arma delle imprese per restare sul mercato: «La crisi più grave è quella delle idee e della professionalità: solo con un aggiornamento costante si può continuare a competere – continua Beltrami -. Fare un mestiere da vent’anni non è un buon motivo per non frequentare un corso di aggiornamento che allarga sempre e comunque il proprio orizzonte culturale».




Commercio, Fusini (Ascom): “Sulle nuove regole per Città Alta si rischiano ricorsi”

Citta Alta Amadeo“Porre un limite alla somministrazione di alimenti e bevande, alla vendita di cibo da asporto e al consumo esterno ai locali può andar bene, più complicato mi sembra invece l’idea di mettere dei paletti alle categorie merceologiche, vietare i cibi precotti e imporre l’utilizzo di una quota di prodotti locali, cosiddetti a chilometro zero». E’ il commento a caldo del direttore dell’Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini, al termine dell’incontro di ieri col sindaco di Bergamo Giorgio Gori e Roberto Amaddeo (consigliere con delega a Città Alta). Entrambi hanno presentato alle Associazioni di categoria il piano per tutelare il patrimonio culturale di Città Alta e dei borghi storici con nuove regole al commercio. Una scelta necessaria, secondo Palazzo Frizzoni, per porre un limite al proliferare di attività commerciali destinate ai turisti, che in questi anni hanno via via tolto spazi vitali ai negozi di vicinato e di tradizione, più utili ai residenti.

Il timore espresso dalle Associazioni di categorie, tuttavia, è quello che imponendo troppi vincoli, in assenza di riferimenti normativi mirati, si finisca per favorire una pioggia di ricorsi, come peraltro accaduto a Firenze, dove il regolamento è stato rivisto più volte. Il confronto tra Comune e commerciati su questo terreno è avviato, alla ricerca di una soluzione condivisibile. «Le finalità illustrate dall’Amministrazione comunale – commenta Roberto Ghidotti, presidente del Distretto urbano del commercio – sono condivisibili, dobbiamo però trovare le modalità corrette per trovare un punto d’incontro, considerando anche che i paletti per Città Alta saranno più stringenti di quelli per i borghi. Nel prossimo incontro, alla fine del mese, faremo le nostre controproposte».

Nel corso dell’incontro, Gori ha ribadito che l’obiettivo è quello di tutelare  l’integrità del centro storico, che è sempre più turistico, ma essendo anche residenziale deve mantenere le sue funzioni. Di qui la scelta di ispirare la bozza alle regole adottate nel centro storico di Firenze. Tutti d’accordo, invece, sulla necessità di stabilire vincoli per ristrutturazioni, arredi e insegne.