Le città creative Unesco per la Gastronomia prendono per la gola a Parma

Successo per la terza tappa di Tipicamente Uniche, dopo le edizioni Alba 2023 e Bergamo 2022

Si è chiusa con un intenso weekend gastronomico (dal 7 all’8 settembre)  a Parma la terza tappa di Tipicamente uniche, il progetto delle città creative UNESCO per la Gastronomia promosso da Confcommercio Bergamo, Ascom Parma e Associazione commercianti Albesi. Due giorni intensi all’insegna della cultura dei tre territori e delle tipicità che li rendono unici. All’inaugurazione, per Bergamo, erano presenti il presidente di Confcommercio Bergamo, Giovanni Zambonelli, e la sindaca, Elena Carnevali, insieme ai rappresentanti dei consorzi del territorio.  A rappresentare Parma il sindaco Michele Guerra e il presidente di Ascom Parma Vittorio Dall’Aglio; mentre per Alba il sindaco Alberto Gatto e il presidente dell’Associazione Commercianti Albesi  Giuliano Viglione. Parma è la terza tappa del percorso triennale Tipicamente Uniche condiviso dalle tre città UNESCO per la Gastronomia, che ha preso il via a Bergamo nel 2022 – dopo l’accordo sottoscritto dalle tre amministrazioni – in concomitanza con la manifestazione dedicata all’arte casearia Forme 2022, per poi approdare ad Alba in occasione della Fiera internazionale del tartufo bianco nel 2023. «A Parma abbiamo portato il nostro territorio con le sue eccellenze. E’ per noi molto significativo collaborare con due città che hanno una grande tradizione enogastronomica, con le quali possiamo confrontarci e dalle quali imparare. La nostra provincia si è trovata a riscoprire da alcuni anni la sua attrattività turistica, forte del terzo aeroporto d’Italia e di una ristorazione di grande qualità con 11 stellati oltre che di una tradizione enoica apprezzata – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Confcommercio Bergamo -. Abbiamo portato in terra emiliana le nostre eccellenze nei formaggi, nei vini, grazie alla presenza dei consorzi del territorio, con i quali si stanno rafforzando i legami necessari alla valorizzazione e promozione dei nostri prodotti. Senza il loro lavoro e i loro sacrifici niente di questo sarebbe possibile. Credo che Tipicamente uniche, in questi tre anni, abbiamo contribuito a far conoscere la nostra città, i suoi consorzi e i suoi prodotti di eccellenza, tenendo fede allo scopo per cui l’’iniziativa è nata del 2022: collegare tre territori italiani che, a partire dalla loro straordinaria vocazione enogastronomica, siano in grado di imprimere forza e rappresentatività ai sistemi economici sia in senso individuale che unitario nel panorama nazionale». Soddisfazione per l’iniziativa è espressa anche da Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, che ha rilanciato l’idea di continuare l’esperienza di Tipicamente Uniche ripartendo da Bergamo nel 2025. «Ringrazio Confcommercio per l’invito a questa terza edizione di Tipicamente Uniche, manifestazione che sottolinea lo spirito di collaborazione fra le tre città, la creazione di un brand unitario Città creative UNESCO,  l’apertura alla collaborazione con altri territori e città italiane che ne condividano l’impostazione – sottolinea la sindaca di Bergamo -. E’ significativa l’alleanza tra tre comuni, tre territori e tre regioni, un’alleanza virtuosa per promuovere non solo ciò che rende ciascuno di essi unico, ma anche ciò che li unisce, perché se la diversità, quel mix unico di elementi storici, ambientali e culturali non riproducibile altrove, rappresenta una ricchezza italiana, per riuscire a vincere le sfide dei mercati internazionali deve diventare somma e non divisione. Se queste sono le basi è fondamentale che quanto già avviato abbia una continuità per non disperdere questo e per fare in modo che un’alleanza così straordinaria sia sempre più occasione di crescita e di moltiplicazione delle opportunità per tutti. Oggi confermo la nostra volontà e il nostro impegno a questa collaborazione che il prossimo anno potrebbe tornare nella nostra città». Dalla sindaca un ringraziamento anche ai colleghi sindaci di Alba e Parma per «continuare ad essere amici audaci per la promozione dei nostri territori».

Nel fine settimana  Consorzi di Tutela con degustazioni per la presentazione dei prodotti tipici. Il Mercato delle Eccellenze ha ospitato 14 aziende in cui sarà possibile acquistare i prodotti dei tre territori. A rappresentare Bergamo: Consorzio per la tutela dello Strachitunt Val Taleggio, La Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, Consorzio Tutela Olio Extravergine di Oliva Dop Laghi Lombardi per l’olio del Sebino bergamasco, Progetto Forme e The Cheese Valleys – Le Tre Signorie per i formaggi principi delle Orobie, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio del Moscato di Scanzo. Saranno proposti in degustazione anche altri prodotti tipici del territorio grazie alla fornitura di Cà del Botto di Ardesio (salami tipici), Arrigoni Battista Spa di Pagazzano (taleggio Dop), Consorzio Formai de Mut (Formai de Mut  a marchio blu per la produzione d’ alpeggio e a marchio rosso per la produzione di fondovalle). Tra le eccellenze anche i prodotti de Le 5 terre della Val Gandino (Birra Scarlatta, Galette di Mais Spinato, Frollini Melgotto, Spinato Sablè, Baci di Mais Spinato, Frollini, Farina di Mais Spinato di Gandino e pannocchie originali), che si prepara al momento del raccolto con i tradizionali “Giorni del Melgotto”, in programma a Gandino dal 27 settembre al 6 ottobre, con cene, pranzi solidali, momenti culturali e ospiti d’eccezione, come i delegati della rete UNESCO “Pueblos del Maiz” provenienti da Mexico, Texas e Arizona. Ai fornelli per lo cooking show dedicato a Bergamo lo chef  Mario Cornali del ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo. Tipicamente Uniche Parma 2024 vede l’adesione anche di alcune aziende del nostro territorio, presenti nel Mercato delle eccellenze: Le distillerie di Sarnico 1886, la Cooperativa Sant’ Antonio in Val Taleggio di Vedeseta, Azienda Agricola San Gregorio per l’Olio di Predore, Latteria Branzi, La via Lattea di Brignano. La proposta enogastronomica è affiancata a quella turistica: un tour tra le eccellenze culinarie e vinicole delle città creative proposto ai mercati internazionali, realizzato dalle agenzie di incoming Langhe Experience, Brembo Viaggi e Parma Incoming. Infine a Parma la manifestazione coinvolge anche le attività commerciali. “Tipicamente Uniche” vede l’adesione di 50 negozi tra centro storico e La Galleria. Mostrando il braccialetto blu, ricevuto con un acquisto al mercato delle eccellenze o durante un cooking show o una degustazione presso l’Area Istituzionale, i visitatori potranno trovare un assaggio di alcuni prodotti tipici tra cui il Valcalepio Moscato Passito Perseo.




Benzinai, riforma in stallo. Slitta il Ddl, ma resta ferma la protesta della categoria

Renato Mora: “Ci auspichiamo una revisione della riforma che mette a rischio tutta la rete”Slitta la riforma della rete di distribuzione dei carburanti che mira all’ammodernamento della rete. Il disegno di legge- DDL Carburanti- era pronto e atteso all’esame del consiglio dei ministri dopo oltre un anno di confronto con gli operatori del settore (attraverso le tre sigle sindacali Figisc-Anisa Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica) e le rappresentanze delle compagnie e dei retisti privati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy-Mimit. La necessità di ulteriori approfondimenti congela la riforma. Un primo importante risultato della categoria dei benzinai contro quella che senza mezze misure è stata definita “la più incauta e peggiore riforma della storia”.  Il DDL mira a qualificare i punti vendita, ma presenta diverse criticità per la categoria, a partire dalla precarizzazione dei contratti della rete, con concessioni quinquennali che però possono essere disdettati con 90 giorni di preavviso, mettendo a rischio il lavoro di imprese e famiglie.  “Grazie all’intervento tempestivo e congiunto dei sindacati si è posto un primo stop all’approvazione del decreto legge, che ci auspichiamo possa essere rivisto e riconsiderato perché rischia di distruggere la rete esistente- commenta Renato Mora, presidente del Gruppo Gestori e Distributori Carburanti Confcommercio Bergamo-.  Una categoria che merita maggiore considerazione, anche solo per il fatto che riscuote tasse per lo Stato, rischiando sulla strada tutti i giorni con il suo lavoro. E invece il Governo sembra poco interessato a salvaguardare l’ultimo anello della catena petrolifera, a favore delle big companies del petrolio”. Molti gli aspetti controversi della riforma per la categoria dei benzinai: “La scomparsa della dicitura “contratti di appalto” non cambia la sostanza, che va nella direzione di una precarietà delle concessioni,  con contratti solo virtualmente di 5 anni, che possono durare 3 mesi, con la possibilità di disdetta con 90 giorni di preavviso- continua Mora- La norma prevede inoltre lo stralcio dell’obbligo di pubblicizzare il differenziale tra il prezzo self e servito, normativa a tutela dei consumatori, visto che contrariamente a quanto si pensi il guadagno del lavoro del benzinaio è appannaggio quasi totalmente esclusivo delle compagnie petrolifere, per cui si stima un valore di 1 miliardo di euro. Una schizofrenia incomprensibile dei cartelli, dall’obbligo medio del prezzo medio regionale esteso (con pesanti sanzioni per i benzinai in caso di omissione) alla cancellazione dell’unica informazione utile per i clienti”. La categoria non sta a guardare, né si accontenta di questo primo slittamento della riforma. In un comunicato congiunto le tre sigle sindacali- Figisc e Anisa Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica- annunciano: “Non resta altra strada che la contrapposizione dura al DDL con i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione e relative convergenze. Appena assegnato al ramo del Parlamento individuato, le Federazioni di rappresentanza dei Gestori fisseranno iniziative sindacali e tempi e modalità per un’azione decisa di chiusura di tutti gli impianti stradali e autostradali, con manifestazioni nel territorio”.

 




Tipicamente Uniche fa tappa a Parma

Degustazioni e show cooking alla scoperta di Alba, Bergamo e Parma. Bergamo rappresentata da consorzi e associazione di tutela,  aziende e  produttori

Parma ospita Bergamo e Alba, con cui condivide il progetto delle città creative Unesco per la Gastronomia, per un weekend all’insegna della cultura dei tre territori e delle tipicità che li rendono unici. Due giorni intensi tra eventi e degustazioni  per assaggiare i territori e scoprire, attraverso pacchetti turistici condivisi, la bellezza autentica e la ricchezza delle tre città, nell’ambito di una strategia turistica comune in grado di accrescere l’incoming.
Nell’esclusiva cornice del Trottatoio della Pilotta in Piazzale della Pace a Parma, il 7 e l’ 8 settembre, le tre città, attraverso i consorzi e i produttori,  presenteranno i prodotti Dop e Igp dei  territori. Bergamo sarà rappresentata da  consorzi e associazioni di tutela, aziende e produttori. Sono presenti:  Consorzio per la tutela dello Strachitunt Val Taleggio (strachìtunt), La Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, Consorzio Tutela Olio Extravergine di Oliva Dop Laghi Lombardi (olio del Sebino bergamasco), Progetto Forme e The Cheese Valleys – Le Tre Signorie (formaggi principi delle Orobie), Consorzio Tutela Valcalepio,  Consorzio del Moscato di Scanzo. Tipicamente Uniche Parma 2024 vede l’adesione di alcune aziende del nostro territorio, presenti nel Mercato delle eccellenze: Le distillerie di Sarnico 1886, la Cooperativa Sant’ Antonio in Val Taleggio di Vedeseta, Azienda Agricola San Gregorio per l’Olio di Predore, Latteria Branzi, La via Lattea di Brignano. Saranno proposti in degustazione anche altri prodotti tipici del territorio- dai salumi ai formaggi, ai biscotti tipici con mais antichi- grazie alla fornitura di Cà del Botto di Ardesio  (salami tipici), Arrigoni Battista Spa di Pagazzano (taleggio Dop),  Consorzio Formai de Mut (Formai de Mut  a marchio blu per la produzione d’ alpeggio e a marchio rosso per la produzione di fondovalle),  Le 5 terre della Val Gandino (Birra Scarlatta, Galette di Mais Spinato, Frollini Melgotto, Spinato Sablè, Baci di Mais Spinato, Frollini, Farina di Mais Spinato di Gandino e pannocchie originali).  La Comunità del Mais Spinato si prepara al momento del raccolto con i tradizionali “Giorni del Melgotto”, in programma a Gandino dal 27 settembre al 6 ottobre, con cene e pranzi solidali e momenti culturali. Ospiti in Bergamasca per l’occasione i delegati della rete Unesco “Pueblos del Maiz” provenienti da Merida (Mexico), San Antonio (Texas) e Tucson (Arizona). Gandino e la città di Bergamo saranno pure teatro dal 27 al 29 settembre dello World Plogging Championship, il campionato mondiale di running con raccolta rifiuti.

Parma è la  terza tappa del percorso  triennale “Tipicamente Uniche” condiviso dalle tre città Unesco per la Gastronomia, che ha preso il via a Bergamo nel 2022 in concomitanza con la manifestazione dedicata all’arte casearia Forme 2022, per poi approdare ad Alba in occasione della Fiera internazionale del tartufo bianco nel 2023.  La proposta enogastronomica, affiancata a quella turistica,  rappresenta  un’occasione per scoprire le bellezze delle tre città creative Unesco per la Gastronomia.  Un percorso nato nel 2021, dalla volontà delle tre Amministrazioni Comunali  di Alba, Bergamo e Parma, insignite del titolo di Città Creative Unesco per la Gastronomia,  di condividere politiche di valorizzazione dei territori. Un impegno che ha portato alla costituzione con le tre rispettive associazioni Confcommercio di un protocollo d’intesa per promuovere le rispettive unicità enogastronomiche e agroalimentari e affermare la crescita del Distretto come entità turistica unitaria, forte delle proprie ricchezze non solo culinarie ma anche culturali. Valore aggiunto della promozione congiunta è la realizzazione di un tour- proposto ai mercati turistici di riferimento delle singole realtà-  tra le eccellenze culinarie e vinicole delle città creative,  realizzato dalle agenzie di incoming Langhe Experience, Brembo Viaggi e Parma Incoming.

La nostra terza tappa della manifestazione Tipicamente uniche quest’anno si svolgerà a Parma nell’ambito del “Settembre gastronomico”, la kermesse che celebra la cultura del cibo nella città che per prima in Italia è stata riconosciuta Città Creativa Unesco per la Gastronomia- sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo-. Il nostro evento si svolgerà inoltre in un punto centralissimo della città: il Trottatoio della Pilotta, luogo inedito per questo tipo di manifestazioni ma che Ascom Parma ha fortemente voluto sia per la sua bellezza che per il suo significato, come porta d’ingresso alla città. Tipicamente uniche ci ha permesso di rafforzare i legami con le città di Alba e Parma in vista di altre future collaborazioni che hanno come scopo quello di promuovere il territorio e i suoi prodotti. E per noi, anche quest’anno, sarà una grande occasione perché saremo accanto a due città che hanno fatto dell’enogastronomia la loro bandiera”. Un bilancio più che positivo per la promozione della città: “Credo che con Tipicamente uniche in questi tre anni, abbiamo contribuito a far conoscere la nostra città, i suoi consorzi e i suoi prodotti di eccellenza- aggiunge Zambonelli-. Abbiamo tenuto fede allo scopo per cui l’iniziativa è nata nel 2022:  collegare con iniziative ed eventi  i tre territori italiani che, a partire dalla loro straordinaria vocazione enogastronomica, possono imprimere forza e rappresentatività ai sistemi economici sia in senso individuale che unitario nel panorama nazionale”.

Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, pone l’accento sul valore della manifestazione: “Sono lieta di rappresentare Bergamo alla terza edizione di “Tipicamente uniche” a Parma, dopo le tappe degli scorsi anni a Bergamo e Alba, manifestazione che sottolinea lo spirito di collaborazione fra le tre città, la creazione del un brand unitario Città creative Unesco pur nella diversità, l’apertura alla collaborazione con altri territori e città italiane che ne condividano l’impostazione. A unire Parma, Alba e Bergamo sono non solo il buon cibo e le eccellenze agroalimentari, ma anche un unicum: l’intesa che ha istituito nel 2021 il Distretto delle città creative UNESCO per la gastronomia. Il turismo enogastronomico è un attrattore turistico costantemente in crescita. Il turista vuole capire cosa si cela dietro un prodotto, vuole conoscere la storia delle persone che producono quel prodotto, vuole capirne la lavorazione. Non si limita ad assaggiarlo. Per questo Alba, Bergamo e Parma devono promuoversi anche a livello internazionale come un tour dell’eccellenza di sapori, di paesaggi, di relazioni. È necessario che le nostre rispettive agenzie di promozione  turistica lavorino sempre più insieme per promuovere i nostri territori come circuiti slow e alternativi alle destinazioni nazionali ormai in overbooking”.

Il programma
Sabato 7 settembre alle 10.30 i sindaci delle tre città Creative Unesco per la Gastronomia (Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, Michele Guerra, sindaco di Parma, Alberto  Gatto, sindaco di Alba)  e i presidenti delle tre associazioni Ascom Confcommercio (Giovanni Zambonelli– Confcommercio Bergamo, Vittorio Dall’Aglio- Ascom Parma, Giuliano Viglione– Associazione commercianti albesi Aca) inaugurano il Mercato delle Eccellenze e lo spazio istituzionale dedicato alla rassegna nel Trottaio della Pilotta, porta della città di Parma. Entrambe le giornate- sabato fino alle ore 23 e domenica fino alle ore 20- saranno caratterizzate dall’alternarsi dei Consorzi di Tutela che accompagneranno con una degustazione la presentazione dei prodotti tipici . Il Mercato delle Eccellenze ospiterà 14 aziende in cui sarà possibile acquistare i prodotti tipici dei tre territori.

La manifestazione coinvolge anche le attività commerciali. “Tipicamente Uniche” vede l’adesione di 50 negozi di Parma, tra centro storico e La Galleria.  Mostrando il braccialetto blu, ricevuto con un acquisto al mercato delle eccellenze o durante un cooking show o una degustazione presso l’Area Istituzionale, i visitatori potranno trovare un assaggio di alcuni prodotti tipici come i Galletti Sebaste del Piemonte, friabili torroncini alla nocciola, accompagnati da un calice a scelta tra il prezioso Valcalepio Moscato Passito Perseo o il dolce Moscato d’Asti Grasso Fratelli o il Moscato dolce IGP Emilia Lamoretti o la Malvasia Spumante Brut Ca’Nova.

Tutti gli eventi sono gratuiti e aperti al pubblico, fino ad esaurimento posti disponibili, previa registrazione sul sito dedicato www.cittacreativeperlagastronomia.it/tipicamenteunicheparma/

Tipicamente Uniche 2024 è realizzato da Ascom Parma in collaborazione con Confcommercio Imprese per l’Italia, con l’Associazione Commercianti Albesi e Confcommercio Bergamo, il patrocinio del Comune di Parma, il contributo di Camera di Commercio dell’Emilia e Gruppo Zatti.  L’evento conta sul supporto degli sponsor tecnici: Affettatrici B.M&L, Apcoa e Gespar, Bia Home & Garden, il Gruppo Panificatori di Ascom, l’Istituto Magnaghi Solari di Salsomaggiore Terme, Metronotte, Parma Alimentare e Parma Quality Restaurants.




Fiera di Sant’Alessandro, dal 6 all’8 settembre si accendono i riflettori sull’agricoltura

135 realtà rappresentate, convegni e iniziative collaterali nella fiera di riferimento del settore

Nel solco tracciato lungo dodici secoli di storia, da venerdì 6 a domenica 8 settembre 2024 alla Fiera di Bergamo torna l’attesa Fiera di Sant’Alessandro (FdSA), rassegna regionale organizzata da Bergamo Fiera Nuova in collaborazione con Promoberg dedicata al settore Primario, tra agricoltura, macchinari e tecnologie, zootecnia, equitazione e prodotti tipici. La Fiera riaccende i riflettori su un settore fondamentale per l’economia, il lavoro e l’ambiente del nostro Paese e territorio, così come per la tutela, la sicurezza e l’alta qualità dei prodotti made in Italy e in Bergamo che imbandiscono le tavole di mezzo mondo. La rassegna è storicamente tra le più attese del settore e richiama ogni anno in città centinaia di imprese espositrici in rappresentanza della maggioranza delle regioni italiane, e migliaia di operatori e appassionati provenienti da tutta la Lombardia e in parte anche delle regioni limitrofe. Rafforzato ulteriormente il format della rassegna, che abbina alla ricca area espositiva, un nutrito calendario di eventi collaterali, tra cui diversi convegni e tavole rotonde con al centro alcune delle tematiche più discusse del settore. La FdSA consente di fare il punto della situazione per una filiera che – da sempre alle prese con le variazioni delle condizioni meteo – negli ultimi anni ha dovuto sempre di più fare i conti con il tema del cambiamento climatico, tra improvvisi nubifragi, grandinate e periodi di caldo torrido e siccità. A ciò si sono aggiunte periodiche problematiche di tipo sanitario per gli animali, come la peste suina e, notizia dei giorni scorsi, la Blue Tongue (lingua blu), malattia infettiva (non contagiosa per gli esseri umani) dei ruminanti, in particolare bovini e ovi-caprini, che ha indotto gli organi competenti regionali a bloccarne la movimentazione e la partecipazione a mostre e fiere in diverse province della Lombardia, inclusa quella di Bergamo. Sono 175 le imprese presenti (il dato ‘paga’, come detto, l’impossibilità della partecipazione degli allevatori e commercianti di bovini e ovicaprini, in totale 15 realtà) in rappresentanza di 14 regioni italiane; 4 le imprese straniere (Austria, Croazia e Francia). Le realtà lombarde sono 135, con il tradizionale primato delle aziende targate Bergamo, ben 97. Restando in Lombardia, sono 10 le provincie rappresentate; dopo quella di casa, seguono le province di Brescia (14 espositori), Lecco (6), Milano (4), Como e Cremona (3 a testa), Monza Brianza, Sondrio, Lodi e Varese (due espositori a testa). Dopo la Lombardia, è il Veneto la regione più rappresentata, con 10 espositori; seguita dalla Puglia (6), dal Trentino-Alto Adige (4), dal Piemonte e dalla Toscana (3 espositori). Seguono poi, Campania ed Emila Romagna (2), Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Sardegna, Sicilia e Umbria (un espositore). Il pubblico può quindi percorrere, in un’unica grande e comoda location facilmente raggiungibile con ogni mezzo, un giro d’Italia (con alcune puntate all’estero) tra le tante eccellenze Made in Italy del mondo rurale. Le categorie merceologiche in esposizione sono una ventina, tra le quali svetta anche quest’anno il settore “Prodotti tipici e agro-alimentari” (il 42% delle imprese totali), seguito dai settori “Macchine agricole e attrezzature” (circa il 20%), “Equitazione e artigianato” e “Risparmio energetico ed energie rinnovabili” (entrambe oltre il 5%) a conferma del grande interesse del settore Primario verso i temi green. Attorno al 4% (cadauno) i settori “Abbigliamento tecnico” e “Prodotti per la casa”. Percentuali minori, ma sempre molto rappresentative, per i settori “Battesimo della sella e attività ludiche” (per coinvolgere i più piccoli); “Foraggi”, “Veicoli commerciali e automotive”, “Equidi” e, sempre in tema green, “Florovivaismo e riqualificazione del vere”. Come da tradizione, si conferma molto significativa la partecipazione di Enti, Istituzioni, Comunità montane e associazioni di categoria. La Fiera di Sant’Alessandro mette in vetrina (in tutto il padiglione B e in area esterna) anche centinaia di macchinari (compresi quelli da campo aperto) e attrezzature varie, molto ricercate dagli operatori professionali (soprattutto) ma anche da un numero crescente di privati, interessati prevalentemente al giardinaggio e all’orticoltura
La fiera ultramillenaria nata per onorare il santo patrono di Bergamo, rimane e si rafforza più che mai nel ruolo di consolidato evento di riferimento per gli operatori professionali, che in Fiera trovano tutto il meglio e le ultime novità del settore, per  proficui scambi commerciali da concretizzarsi anche nel medio/lungo periodo; la manifestazione consente nel contempo agli stessi di fare il punto della situazione e individuare i migliori sviluppi futuri di un settore alle prese con i cambiamenti climatici e con le nuove dinamiche di un mercato sempre più dinamico e globalizzato. Ma la rassegna è anche un’occasione imperdibile per il grande pubblico, che può confrontarsi direttamente con gli attori della filiera rurale e toccare con mano i risultati del duro lavoro sui campi e nelle aziende agricole e zootecniche. Uno dei grandi meriti della FdSA sta nell’abbinare alle antiche tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, il volto più moderno e innovativo del pianeta rurale, quello che vede avanzare sempre di più l’hi-tech, ma anche le nuove generazioni e l’imprenditoria al femminile. La Fiera di Sant’Alessandro ha ottenuto anche quest’anno il patrocinio della Provincia di Bergamo e dalla Camera di Commercio di Bergamo. A sostegno degli organizzatori, sono scesi in campo anche: Intesa Sanpaolo e Banco BPM Credito Bergamasco (main sponsor), Gewiss (main partner), DeniCar (mobility partner); European Conference of Arab Horse Organizations e Federazione italiana Turismo equestre, Trec Ante e Anica (supporter). Fondamentale, inoltre, la collaborazione con diverse realtà del territorio del settore, tra cui citiamo Coldiretti, Confagricoltura, Camera di Commercio, Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo. Giovanni Zambonelli, vicepresidente Camera di commercio, ha introdotto la manifestazione presentata alla stampa il 4 settembre: “Stiamo parlando di una fiera che fa parte della storia di Bergamo e che ha il merito di coinvolgere operatori e famiglie. Il settore primario a Bergamo vuol dire oltre 5mila imprese, è un patrimonio importante di storia, tradizioni e competenze. Per la prima volta, dopo l’acquisizione nei mesi scorsi delle quote di Bergamo Fiera Nuova detenute dai privati, la Camera di Commercio partecipa alla FdSA nel ruolo di socio di maggioranza all’interno di una compagine totalmente pubblica (insieme a Comune e Provincia di Bergamo), il che ci porta a credere e impegnarci ancora di più nella manifestazione”. Giuseppe Epinati, amministratore unico di Bergamo Fiera Nuova, Spa proprietaria dell’immobile ha posto l’accento sulle sfide future: “Con la Fiera di Sant’Alessandro torna in via Lunga l’evento per eccellenza di Bergamo dedicato al settore Primario e storicamente legato ai festeggiamenti del santo patrono della nostra città. Il nostro polo fieristico è un’eccellenza del territorio, dotato di tutte le più innovative tecnologie e posizionato strategicamente sullo scacchiere della mobilità, con il plus del confinante aeroporto internazionale di Orio al Serio che collega la nostra città con oltre 140 destinazioni in tutta Europa, Medio Oriente e Nord Africa. La Fiera di Bergamo è un patrimonio fondamentale per l’economia, lo sviluppo e la promozione del nostro territorio in Italia e nel mondo, in chiave economica e turistica. Lungo l’arco dell’anno abbiamo continuato ad operare per garantire la massima sicurezza a tutti gli utenti della Fiera (imprese, fornitori e pubblico) e assicurare il rispetto delle normative, costantemente monitorate e gestite con tutte le competenze necessarie. Per citare solo gli ultimi interventi sulla struttura, dopo l’aggiornamento e l’implementazione dell’impianto di evacuazione effettuato lo scorso anno, si è aggiunto il revamping fotovoltaico in corso di ultimazione (entro fine settembre), con il quale abbiamo sostituito il vecchio impianto fotovoltaico oramai obsoleto con uno di ultima generazione, in linea con la produzione di energia pulita e sostenibile richiamata dall’Agenda 2030 dell’Onu. Ora il principale obiettivo riguarda l’ampliamento degli spazi espositivi, con il raddoppio dei padiglioni, (passando dagli attuali due a quattro). Il progetto strategico commissionato a PwC Italia dimostra che tale intervento è indispensabile e imprescindibile. Sono in corso interlocuzioni e confronti con Regione Lombardia per definire al meglio la procedura da seguire in tema di Accordo di programma (integrazione dell’attuale oppure nuovo AdP). Determinante e lungimirante in tal senso è stato l’acquisto da parte della Camera di Commercio di Bergamo delle compartecipazioni dei privati: ora, tutte le quote societarie di Bergamo Fiera Nuova sono in mano pubblica (Camera di Commercio, Comune di Bergamo e Provincia di Bergamo), e ciò favorirà l’accesso ai finanziamenti pubblici. Poi c’è il capitolo del nuovo collegamento ferroviario con l’aeroporto di Orio, per il quale abbiamo chiesto una fermata nei pressi della Fiera. Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) ha detto che tecnicamente è possibile, ma restano incerti i tempi. Chiaro che il nostro impegno sarà massimo, è una infrastruttura troppo importante per la Fiera e per tutto il territorio”. Luciano Patelli, presidente di Promoberg, Srl che gestisce da sempre il polo fieristico e congressuale di via Lunga, ha sottolineato il valore della manifestazione e del calendario fieristico, nonostante il limite imposto dall’emergenza Blue tongue: “La Fiera di Sant’Alessandro segna da ben dodici secoli la storia del nostro territorio e per questo sentiamo forte la responsabilità di allestire al meglio la manifestazione. Sin dalla chiusura dell’ultima edizione, ci siamo subito messi al lavoro per portare in fiera tutti i protagonisti del settore primario, con gli espositori, gli enti e le varie associazioni che arrivano da tutta Italia, con forti ricadute positive per la promozione del nostro territorio anche in chiave turistica e culturale. Quest’anno, a pochi giorni dall’apertura della manifestazione, è entrata a gamba tesa l’emergenza che ha bloccato bovini e ovicaprini. Vista la tradizione e la storia del settore per il nostro territorio, ci spiace tantissimo, sia per le imprese coinvolte che per il pubblico; ma la rassegna offre tantissimo altro ancora, su oltre 40mila metri quadrati di superficie. Sono certo che anche questa edizione sarà produttiva per gli operatori e soddisferà e saprà emozionare il tanto pubblico atteso. Il preventivato raddoppio degli spazi espositivi e la possibile realizzazione di una fermata ferroviaria davanti alla fiera, sono due notizie che, se realizzate, sarebbero straordinarie per la nostra attività: per diverse fiere, anche in prospettiva futura, abbiamo bisogno di più spazio, così come l’avere un collegamento ferroviario diretto ci consentirebbe di agevolare moltissimo le imprese e gli utenti delle nostre manifestazioni. La nostra operatività sta crescendo molto, sia in termini di espositori che di pubblico. Siamo passati dalla ventina di fiere dello scorso anno alle 28 in programma quest’anno, e vogliamo continuare a crescere”. Davide Lenarduzzi e Carlo Conte si sono soffermati sulle tante caratteristiche vincenti della manifestazione. “Se si fa rete – osserva l’ad Lenarduzzi -, Bergamo non è seconda a nessuno: la FdSA un esempio perfetto in tal senso. Non parliamo solo di spazi e iniziative (pur significative) ma soprattutto di passione, competenze, iniziative, innovazioni, tradizioni ed emozioni che fanno crescere e fare la differenza, per un territorio che è tra i più importanti a livello non solo nazionale”. Carlo Conte: “Mi occupo della FdSA da 20 anni, è stata la prima fiera che ho seguito arrivato a Bergamo, è parte di me. È un punto di riferimento per il settore, grazie a sinergie e collaborazioni di altissimo profilo, che chiamano in causa imprese, istituzioni, associazioni. Ogni anno il primo settore è alle prese con emergenze varie, è accaduto anche questa volta; ma anche quest’anno, forse più che mai, l’unione ha fatto la forza, la fiera non deluderà le aspettative”. Gabriele Borella, Presidente Coldiretti Bergamo ha aggiunto: “Pur in un contesto molto complicato, portiamo in fiera oltre 20 imprese e due convegni dedicati a temi di grande attualità. Il nostro impegno è massimo per sostenere e promuovere le nostre imprese”.  Enzo Ferrazzoli, direttore Confagricoltura Bergamo: “Apprezziamo e condividiamo i grandi sforzi compiuti per allestire al meglio una fiera che rappresenta un punto di riferimento per il settore. Così come facciamo con le nostre imprese, non mancherà il nostro sostegno alla manifestazione”.

Convegni e tavole rotonde 

Ad aprire il programma convegnistico e formativo, quale anticipazione delle tre giornate, la tavola rotonda organizzata da Coldiretti, con il contributo della Camera di Commercio di Bergamo e Unaproa (Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio)  in programma mercoledì 4 settembre alle ore 18 presso la sala Caravaggio del Centro Congressi in Fiera Bergamo sul tema “La IV gamma tra fake news e prospettive future”, ricordando come la gamma in questione ha nella Bergamasca una delle protagoniste assolute. Citiamo poi: la tavola rotonda organizzata sempre da Coldiretti (con il contributo della Camera di Commercio di Bergamo, Associazione BergamoScienza e associazione Aletheia) in programma venerdì 6 settembre alle ore 11 presso la sala Caravaggio del Centro Congressi Fiera Bergamo, con tema “Nutrire il futuro, la forza della dieta mediterranea”; il convegno organizzato dall’Associazione italiana coltivatori (Aic) e l’associazione agrituristica Penisola Verde sul tema “Agricoltura e turismo”, che getta uno sguardo sul futuro degli agriturismi, in programma venerdì 6 settembre alle ore 16 presso la sala Colleoni del Centro Congressi in Fiera Bergamo. Inoltre, i due incontri organizzati da Ats Bergamo in Sala Caravaggio dedicati ad altrettanti temi di grande attualità e importanza: “Conoscere le zecche, un problema sanitario in un contesto ambientale in evoluzione” in programma venerdì 6 settembre alle ore 14:00 e “Verde sicuro, la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori addetti alla manutenzione del verde”, incontro promosso in collaborazione con le associazioni datoriali del settore agricolo (Coldiretti, Confagricoltura e Confai) in agenda sabato 7 settembre alle ore 9:00 (chiusura prevista alle ore 13:30).

Orari: venerdì e sabato, 9:00 – 21:00; domenica 9 – 19.

Info e ticket: www.fieradisantalessandro.it.

 




Sbarazzo and the City, dal 6 all’8 settembre occasioni da non perdere

Al via la decima edizione di Sbarazzo and the City, appuntamento di grande successo per il commercio cittadinoVenerdì 6 e sabato 7 settembre lo Sbarazzo torna con occasioni imperdibili nei quasi 100 negozi aderenti del centro cittadino e dei borghi del Distretto. Domenica 8 settembre doppio appuntamento nei negozi e tra i gazebo che, per la prima volta, verranno allestiti dalle ore 10 alle ore 19 in Piazza Matteotti, a due passi dalle vie commerciali centrali; circa 50 delle attività aderenti saranno infatti presenti all’aperto con la consueta eccellenza del commercio di vicinato cittadino, con prodotti per tutti i gusti e per tutte le tasche. Prezzi sbarrati & Cuori rubati quindi per la X edizione di questo appuntamento imperdibile, per la cui comunicazione e direzione artistica l’Associazione BergamoInCentro ha scelto di affidarsi a una nuova agenzia creativa che ha dato una veste inedita alla parola “Sbarazzo” e allo sviluppo grafico-pubblicitario, per mettere evidenza l’unicità di un evento durante il quale si vedono prezzi scontati come non mai durante gli altri giorni dell’anno. Con un divertente gioco di parole, il concept parte infatti proprio da quello che il cliente prova quando vede i cartellini dello Sbarazzo (i prezzi sbar-rati): la sensazione di trovarsi davanti a un’occasione unica, per cui ciò che lo guida all’acquisto è un vero e proprio colpo di fulmine (i cuori rubati) per un’offerta che non può lasciarsi scappare. Complici la nuova location e il concept rinnovato, i commercianti di tutte le categorie merceologiche del centro e dei borghi del DUC hanno accolto con grande entusiasmo la possibilità di partecipare allo Sbarazzo che chiude i saldi estivi. Un’occasione anche per i cittadini di Bergamo, che dopo nove edizioni di successo lo riconoscono ormai come appuntamento fisso e imperdibile, e interessante attrattiva per nuovi clienti e turisti, che arrivano da fuori Bergamo per visitare la città e i suoi negozi proprio durante le giornate dello Sbarazzo per approfittare di questa particolare opportunità di shopping. Le stesse influencer locali che sono state ingaggiate per la promozione sui loro canali social accolgono sempre con grande entusiasmo la possibilità di supportare questo evento a cui loro stesse partecipano in prima persona. “Lo sbarazzo è un appuntamento molto atteso dai bergamaschi, un’occasione speciale per chi è alla ricerca dell’ultimo affare della stagione. È un modo di vivere la città riscoprendo i negozi di vicinato e ritornando alla quotidianità di settembre con uno shopping che abbraccia la sostenibilità. Acquistare abiti, scarpe di fine serie non è solo l’opportunità per trovare qualcosa di bello a buon prezzo, ma è anche un gesto concreto per promuovere la sostenibilità e contribuire alla circolarità dell’economia. Per i commercianti, è un’occasione per ridurre gli sprechi, valorizzando le scorte di prodotti che altrimenti potrebbero rimanere inutilizzate. Per gli acquirenti, una maniera di risparmiare, soddisfare una necessità o concedersi uno sfizio senza spendere troppo. Ringrazio quindi l’associazione promotrice Bergamoincentro e il DUC, distretto Urbano del Commercio per l’entusiasmo e la creatività con cui portano avanti questa bella iniziativa.” La sindaca Elena Carnevali sottolinea l’importanza della manifestazione: “Il commercio rappresenta per la nostra città una risorsa importante non solo da un punto di vista economico ma anche dal punto di vista del ruolo di presidio del territorio e delle relazioni sociali. Nel 2023 complessivamente il ‘sistema commercio’ si è confermato solido nonostante i cambiamenti delle modalità di acquisto dei consumatori grazie all’impegno dell’amministrazione nel rendere la città più accogliente con le opere di riqualificazione, e nel sostenere il settore con interventi specifici, ma soprattutto in virtù del lavoro delle associazioni di categoria e del DUC sempre attenti a creare iniziative in grado di attrarre e coinvolgere i cittadini nella vita della città, in centro come nei quartieri, e in molti momenti dell’anno, dal Natale all’estate. Lo Sbarazzo, alla sua decima edizione, entra a pieno titolo tra quest’ultime offrendo alla città l’opportunità di animarsi con uno shopping diffuso – 85 le realtà aderenti anche nei borghi – conveniente, sostenibile, virtuoso che auguro a tutti riscuota un grande successo.” Sergio Gandi, assessore al commercio aggiunge:“Lo Sbarazzo torna dopo la pausa estiva come evento ormai consueto e più che mai atteso dai bergamaschi, che conoscono bene la qualità della manifestazione, ma anche dai turisti che raggiungono Bergamo approfittando dello Sbarazzo per visitare la città. Interessante la partecipazione dei borghi del DUC, che si aggiungono alle attività del centro per arricchire la manifestazione, ampliandone il perimetro e le categorie merceologiche. Innovativa la disposizione in Piazza Matteotti sul Sentierone, per dare nuovo slancio a uno degli eventi più importanti per il commercio di Bergamo, ormai consolidato, e realizzato grazie all’intenso lavoro dell’Associazione BergamoVive dei commercianti del centro.” Nicola Viscardi, presidente DUC , invita a cogliere le occasioni proposte dai commercianti: “Lo Sbarazzo è giunto alla sua decima edizione; l’intuizione del direttivo della nostra associazione dei commercianti del Centro di Bergamo si è rilevata vincente ed è stata sviluppata in questi anni aggiungendo agli iniziali tradizionali gazebo sul Sentierone anche la possibilità di sbarazzare con prezzi super ribassati davanti al proprio negozio durante tutti i 3 giorni. Il numero dei negozi di Bergamo che aderiscono allo Sbarazzo è sempre alto segno che i risultati ci sono. Voglio ringraziare le nostre commercianti che dedicano tanto del loro tempo ad organizzare questo evento che porta vantaggio a tutto il commercio della città di Bergamo” ha aggiunto. Marco Recalcati, presidente associazione BergamoInCentro.

Lo Sbarazzo è accompagnato dall’attività social di 10 influencer bergamasche

 

Aderiscono all’iniziativa:  Americancashmere (Piazza Matteotti 26); Alessandra Venturi (Via Silvio Spaventa 29); Alla Città Di Babilonia (Via Sant’ Orsola 3);  And Camicie (Porta Nuova 11); Arte in maglia (Via Guglielmo Longo 8); Artificio (Via Quarenghi 3/B); Atelier Mitzi Arte E Moda (Via Quarenghi 11/A); B-Lab Basketball Store (Via Lenzi 8);  Bernè (Via Borfuro 12/F); Biancoperla (Via Borgo Santa Caterina 72); Biografie -Cashmere uomo e donna (Via Sant’Orsola 11); Boggi (Via XX Settembre 62); Borc Outlet (Via Sant’Orsola 22); Brivio Gioielli (Via Bartolomeo Colleoni 19/A); Carmen (Via XX Settembre 103); Casa Della Renna (Via Tasso 26); Cashmere Company  (Via Ghislanzoni 10); Città del Sole (Via XX Settembre 2); Clayeux ( Via Paglia 10/A); Coin ( Via Zambonate 11); Comunque Noi (Via Contrada 3 passi 1/E); Dannyru Vintage (Via Sant’Alessandro 12); Dannyru Vintage Bg Alta  (Via Gombito 12/F); Discacciati (Via XX Settembre 32); Eccetera Eccetera (Via Borgo Palazzo 71/F); Erre Esse (Via Sant’Alessandro 5); Fratelli Astulfoni (Via Zambonate 105); Floris (Via Tiraboschi 65/67); Franco Calzature (Via Sant’Orsola 2); Fusion Pilates (Via Monte Grappa 3); Gemma abbigliamento (Via Borgo Santa Caterina 42/B); Hibou Interiors Store (Via Garibaldi 14/E); Ilamalù (Via Sant’Orsola 19/B); KI Concept (Via Sant’Orsola 11/B); Landi Love (Via XX Settembre 10); Landi Sport (Via XX Settembre 10); Laura Natali Abb. Donna (Via Monte Grappa 5); La Lu Bazar (Via XX Settembre 70/B); Le Amiche (Via Sant’Alessandro 24); Le Fate (Via Borfuro 4/A); Legami (Via Rezzara 4); Libraccio (Via XX Settembre 93); Limon Concept Store  (Via Sentierone 46); Linea Daria (Via Sant’Orsola 27/A); Linea 29 (Via Borgo Santa Caterina 29/B); Mab 26 (Via Spaventa 62); Main Street Clothing  (Via Fratelli Bronzetti 3); Mandarina Duck ( Viale Papa Giovanni 40); Marella (Via XX Settembre 33); Mariatricò Cashmere (Via San Giovanni 14); Marilù Concept Store (Via Borfuro 5); Martino Midali (Via Sant’Alessandro 6); M’Gibi (Via Borfuro 5/B);  MM Calzature (Via Tasso 73); Mr White (Piazza Pontida 15/A); Nespoli Funghi (Via Spaventa 76); O I Boutique (Via Sant’Orsola 19/C); Ottica Cattozzo (Via XX Settembre 50); Ottica Marziali e Farneti (Via Zambonate 75/77);  Ottica Piazza Pontida (Via Rezzara 10); Perpetua (Via Borfuro 3);  Pi- Greco ( Via Sant’Orsola 31); Pirola Calzature (Via Don Luigi Palazzolo 45);  Piuomeno ( Via Don Luigi Palazzolo 16/B);  Quartiere Latino (Piazza Pontida 42); Robirò (Via Sant’Orsola 19/E); Rock’n Rose (Via Sant’Orsola 8); Rose & Rose (Via Broseta 59/C); Sa-Ro’ (Via Borgo Santa Caterina 54); Santini Cycling ( Via Zanica 14);  Scalcinati (Via Matteotti 23); Scrigno Kids (Via Sentierone 48); Serighelli Dal 1880 Gioielli (Via Sant’ Orsola 23/A); Siebaneck (Via XXIV Maggio 8/A); Soulmate (Via Garibaldi 12/D); Spin Off (Via Sant’Alessandro 52); Ta Maison Boutique (Via Torquato Tasso 85); Tezenis (Via XX Settembre 66); Thanny (Via Quarenghi 4); Tiffany e Club 88 (Viale Papa Giovanni XXIII 90);  Timbri Poloni (Via Teodoro Frizzoni 4); Tip Tap Calzature (Via Pignolo 37); Verde Salvia Home (Via Broseta 8); Wall Street English (Via Brigata Lupi 69; Wooden (Via S. Bernardino 22/B).

 

www.bergamoincentro.it/lo-sbarazzo-settembre-2024/




Immobili, quando ambiente e cultura aumentano il valore intrinseco

Qual è il valore reale di un edificio? Serve una visione, tra rigenerazione, sostenibilità e arteDa circa dieci anni sono il direttore de “Il listino dei prezzi degli immobili della provincia di Bergamo”, del quale, a breve, uscirà la trentesima edizione. Grazie al lavoro degli agenti immobiliari della Fimaa con i contributi di ANCE Bergamo, APPE Confedilizia, Adiconsum Collegio dei geometri e Consiglio notariale di Bergamo riusciamo a fotografare i prezzi degli immobili nei diversi paesi e zone. Ci siamo sempre e solo concentrati sulla stima del valore di mercato di un immobile che accanto al costo di costruzione hanno rappresentato i due elementi cardine per la valutazione della sostenibilità del settore delle costruzioni. Per praticità e necessità abbiamo trascurato il difficile compito di individuare i fattori che compongono il valore reale dell’opera. Cioè il valore intrinseco, quello che esprime la qualità e il pregio percepito dagli investitori che non sempre equivale al valore di mercato, poiché a volte un bene può essere sopravvalutato o sottovalutato. L’elemento che arricchisce il valore intrinseco di un bene viene inizialmente percepito solo da una minoranza di persone e come tale difficilmente viene recepito dal valore di mercato. Eppure -essendo una somma di plus-  dovrebbe avere maggiore appeal rispetto al valore di mercato che spesso non lo rispecchia né in positivo nè in negativo. Il fattore sicurezza così come viene percepito è un valore o disvalore intrinseco molto importante tanto che in alcune aree del centro di Bergamo i prezzi di mercato restano alti ma nessuno compra per timore della zona.

L’efficienza energetica    

Il tema di come si sia affermata la sostenibilità nel mondo delle costruzioni evidenzia il concetto di valore intrinseco. Il consumare meno energia ha più di 50 anni ed è partito all’indomani degli shock petroliferi di inizio anni Settanta. Eppure l’efficienza energetica degli immobili era vent’anni fa un concetto ancora sconosciuto a tutti. Il coefficiente di valutazione della classe energetica ha fatto il suo ingresso nella pubblicazione nel 2011 (classe A 1,15 e classe B 1,05), presto poi ridimensionato nel 2013 per opportunità di mercato (classe A 1,10 classe B 1,00) mentre oggi, nel 2024 per il suo impatto sulle bollette  (classe A4 1,15 e classe G 0,75) incide in positivo e in negativo quasi più della presenza dell’ascensore per i piani alti dei palazzi. La classe energetica – che oggi è la bussola per l’acquisto di casa- vent’anni fa costituiva un valore intrinseco importante non ancora recepito dal mercato. Molto è cambiato, soprattutto negli ultimi anni. Un sistema mondiale che impone obblighi agli Stati, una pandemia e una gravissima crisi energetica hanno ormai mosso la sensibilità anche dei refrattari.

Nuovi valori intrinseci

I valori cambiano nel tempo adeguandosi alla coscienza collettiva, ai gusti e a volte anche alle mode. Allo stesso tempo un valore può declinarsi in altre forme. Per esempio la sostenibilità non è più una voce composta solo da quanta energia si consuma per riscaldare e raffrescare o di Co2 risparmiata, ma nella sua valutazione entrano in gioco  il suolo consumato, il verde e gli alberi, da restituire alla comunità. Spesso poi il processo di rigenerazione  ha portato al riutilizzo materiale che fino ad oggi è stato oggetto di scarto. Per questo è visionario e innovativo per il legame tra ambiente e cultura il progetto RE RE RE Lab, promosso dall’ impresa Taramelli con Vacuum Atelier all’interno del progetto Aedificante, con il contributo della Fondazione Architetti. Il laboratorio è ospitato negli spazi della Fondazione Legler all’interno dell’iconico opificio di Brembate Sopra. Il progetto mira ad aumentare il valore intrinseco di una rigenerazione urbana che restituisce non solo da un punto di vista ambientale ma anche culturale. Semplicemente creando un laboratorio che nobilita scarti di cantieri come prodotti di design. Questo piano non contribuisce solo ad aumentare la consapevolezza dell’impatto ambitale nel cantiere, attraverso il riuso dei materiali di scarto ma anche ad educare le persone al bello e alla cultura. I concetti sono racchiusi nel contenitore ESG e quindi attuali e congiunti.

Ambiente e cultura negli ESG

Nel 2024 è prevista l’attuazione delle direttive sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Csrd) e a partire da primavera del 2025  l’estensione ad una platea sempre più ampia del bilancio di sostenibilità. Si tratta di un intervento normativo molto impattante sull’organizzazione delle società italiane, in quanto prevede obblighi di dare informazioni sull’impatto dell’impresa sulla questione della sostenibilità che non solo rappresenta oggi un elemento discriminante per l’accesso al credito ma sarà sempre di più un fattore strategico dell’employer branding. Con molta velocità il processo si estenderà alla catena di valore dei fornitori e appaltatori, con una diffusione a pioggia delle buone pratiche. Certamente l’accelerazione sulla centralità dei fattori ambientali sarà potente, ma qualcosa si muoverà positivamente anche per la cultura nell’ambito della restituzione di benessere ai lavoratori e alle comunità locali.

Valori e cultura

Esiste un pensiero prevalente secondo cui le case storiche esprimono arte mentre quelle moderne solo efficienza e funzionalità. E anche che la casa sull’albero è natura,  mentre una casa moderna è catrame e cemento. Forse i concetti sono in parte veri ma non esprimono valori di ordine assoluto perché, in futuro, si costruiranno case belle, efficienti, inserite nell’ambiente con elementi di design, con spazi di apprendimento ed altro ancora.   La nostra società non necessita solo di spazi per vivere nella natura ma anche  di luoghi e contenitori dove si possa vivere di cultura. Il processo, come tutti quelli che hanno modificato il gusto e l’essenza dell’abitare, è lungo e complesso e investe competenze che all’apparenza sono molto distanti tra loro eppure potrebbero contaminarsi e poi fondersi in un qualcosa ancora più bello di quanto abbiamo potuto vedere. Il senso della bellezza cambia nel tempo e impatta in maniera diversa.

Le nuove declinazioni di beni e servizi culturali

A metà luglio Impresa Cultura Italia ha presentato per il quinto anno l’Osservatorio sulla spesa e sui comportamenti di consumi di beni e servizi culturali in Italia, a Milano al museo MEET Digital Cultural Center.  Non esiste cultura alta, bassa e media ma cultura è tutto ciò che trasmette stimoli ed energia nuova. La pandemia e il blocco che ha generato ha accelerato un processo di cambiamento delle abitudini di consumo.  Sicuramente la digitalizzazione e la fruizione on demand hanno cambiato l’approccio di quasi tutti, anche solo nella prenotazione stessa della visita al museo. I gusti e le preferenze cambiano e devono essere la proposta o l’offerta culturale a incontrare i cambiamenti nelle persone. Se da una parte si perde il senso di comunità della fruizione della cultura e purtroppo anche dall’altra. La cultura non è solo linfa vitale di una comunità ma offerta qualificante di un territorio. Bergamo negli ultimi anni ne è stata un grande esempio. L’offerta culturale cresce come driver di vitalità per le città e si conferma un importante attrattore turistico. Il regalo culturale è tornato ad essere un plus, un segnale positivo, soprattutto per i giovani.

Ambiente e cultura sempre più vicini

Proprio per questo e spinto dai giovani, fortissimo è anche in questo ambito l’ambiente, sempre trasversale. Non lo dice la ricerca perché siamo solo all’inizio di un percorso ma ci sarà sempre più ricerca di sostenibilità ambientale anche nella cultura. La “Gioconda” del prossimo secolo non sarà un quadro bellissimo olio su tela ma un’opera realizzata con materiali di recupero, realizzata senza emissioni di CO2 e senza elementi inquinanti. Fruibile, da tutti anche in digitale e che coinvolgerà attraverso un’esperienza diretta.




Fabio Tacchella: “L’essenza oltre la sorpresa” 

A tu per tu con lo chef, scrittore e video blogger ed esperto nelle nuove tecnologie di cottura e lavorazione degli alimentiChi non ricorda il gusto e la tenerezza dello spezzatino o del brasato cucinato dalla nonna? A tavola, soprattutto nelle ricorrenze speciali, si era così in tanti che la cucina di casa ‘apriva’ uno, forse anche due giorni prima di ritrovarsi con le gambe sotto il tavolo. Ore di cottura, sul fuoco e poi sulla stufa spenta, a ‘riposare’, perché «tanto domani è ancora più buono». Non lo sapevano, le nostre nonne, ma utilizzavano già all’epoca una tecnica che in tempi molto più recenti è stata riscoperta come uno dei sistemi oggi considerati tra più ‘innovativi’, vale a dire la cottura a bassa temperatura. In cucina c’è sempre più voglia di sperimentare e così capita che, non conoscendo bene la storia, gli esperimenti si facciano anche con modalità utilizzate da decenni e che con il passare del tempo si erano perse. L’innovazione in cucina, però, non è fatta solo di riscoperte inconsapevoli del passato, ma anche di tanto studio e di tecnologia, un binomio indissolubile anche tra i fornelli.
Fabio Tacchella è chef, gastronomo, scrittore e video blogger, nonché esperto nelle nuove tecnologie di cottura e lavorazione degli alimenti.

Anche lei ha notato un desiderio crescente di sperimentare in cucina? 

C’è senz’altro una maggiore attenzione nel ricercare un perfezionamento delle tecniche da parte sia dei privati che dei ristoratori. Ciò è dovuto anche alle tante trasmissioni televisive che parlano di cucina. Tuttavia, le persone che hanno questo hobby conoscono poco i sistemi di cottura. Le tecniche sono importanti, ma bisogna conoscerle bene e saperle applicare in maniera corretta e intelligente. Questo vale sia per gli appassionati che, a maggior ragione, per i professionisti.

L’approccio di cuochi e ristoratori a queste tematiche è sempre corretto? 

Solo in parte. Oggi, per esempio, si parla tanto della cottura sottovuoto a bassa temperatura. È importante, ma solo se si conoscono le tecniche per utilizzarla, altrimenti si rischia di creare più danno. Questo metodo, peraltro, non è nuovo: fu ideato anni fa dallo chef francese George Pralus (nel 1974 per il ristorante Troisgros di Roanne, ndr) per migliorare e ottimizzare la conservazione del foie gras. Dopo quell’esperimento, Pralus lo ha utilizzato con tante altre preparazioni. Non solo: l’esercito americano, per esempio, lo usava per portare le carni ai soldati al fronte. Ma veniva utilizzato solo con determinati tagli di carne. Oggi vedo filetti di manzo o di pesce cotti a bassa temperatura, ma non ha senso.

Perché? 

La cottura a bassa temperatura è efficace per le carni un po’ più coriacee, ovvero la parte anteriore degli animali, i muscoli o la pancia. Sono i pezzi di carne più duri e nervosi. La cottura a bassa temperatura mantiene la carne a 72, 75 gradi dopo aver raggiunto una temperatura di 60 gradi al cuore. In questo modo si accelera il processo di decomposizione in maniera controllata, innescando un enzima che trasforma la cartilagine e la parte muscolare in collagene, rendendo la carne più tenera. A volte, però, si tende ad abusare di questa tecnica, con cotture lunghissime e così la carne non risulta più tenera come dovrebbe.

Quali sono gli accorgimenti che è importante prendere? 

Tutto ciò che viene cotto a bassa temperatura va sanificato: prima di inserire il cibo nella busta la parte esterna dev’essere trattata, perché potrebbe essere stata aggredita dalla carica batterica. La sanificazione può avvenire con una marinatura in salamoia oppure con una sostanza acida, come limone o aceto, o ancora in forno a 250 gradi per cinque minuti, o in acqua bollente per un minuto. In questo modo si riesce ad eliminare la carica batterica che eventualmente si è depositata in superficie. Cuocere un alimento a bassa temperatura senza sanificarlo vuol dire favorire lo sviluppo della carica batterica che, in quelle condizioni, trova umidità e proteine. Se poi ci troviamo in presenza di batteri anaerobici, si crea loro l’ambiente ideale per proliferare. Così però si rischia di intossicare le persone. Questo è il motivo per cui, ad esempio, non si devono cuocere a bassa temperatura le carni ripiene, perché nel ripieno c’è l’aria.

E i filetti? 

Se messo sottovuoto, un filetto di pesce subisce uno schiacciamento tale per cui, al taglio, non si sfalda più come dovrebbe, ma rimane compatto e si sfilaccia. Lo stesso avviene con il filetto di manzo. Sono alimenti che perdono quella masticabilità di cui invece hanno bisogno. Generalmente nei ristoranti il filetto cotto a bassa temperatura viene poi raffreddato, abbattuto e messo in frigorifero. Quando arriva il cliente, si prende dalla busta e lo si mette in padella o sulla griglia per riportarlo a temperatura e servirlo. Così però non si fa altro che servire riscaldato un prodotto che ha bisogno di pochi minuti per cuocere, buttando via del tempo inutilmente.

Questi sono errori che fanno i ristoratori? 

Purtroppo sì. Li fanno per avere una linea pronta, ma esistono anche altri sistemi per cuocere un filetto a bassa temperatura, come l’oliocottura. Tante tecniche sono emerse negli ultimi anni, ma non dimentichiamo che la cottura a bassa temperatura si è sempre praticata, magari inconsciamente. Basti pensare al brasato o allo spezzatino che si lasciavano andare sulla stufa anche a fuoco spento facendo raffreddare le carni che, in quel modo, si intenerivano. Ed erano più buone il giorno dopo.

Un po’ come le lasagne

Cosa c’entrano le lasagne?.

Anche le lasagne sono più buone il giorno dopo

Sì, ma in quel caso è diverso, gli ingredienti hanno il tempo di amalgamarsi e di stabilizzarsi, per quello sono più buone. E mi raccomando, mai mischiare il ragù con la besciamella.

Ah no? 

No. Consistenza e gusto cambiano.

Ci insegni. 

Bisogna imburrare la teglia, stendere un primo strato di besciamella, poi la lasagna, un altro strato di besciamella, il ragù, la lasagna e poi ancora la besciamella, il ragù e così via. Vedrà che il sapore è diverso.

C’è una tecnica da utilizzare in cucina, alla portata di tutti, che può fare anche bene alla salute? 

Ce n’è una semplicissima: usare il sale liquido al posto di quello semolato. E si può preparare facilmente anche a casa. Si prendono 600 ml d’acqua e 400 grammi di sale e si mettono a bollire. Ad ebollizione il sale si scioglie e satura l’acqua. A quel punto si ha il 37,2% di sale nell’acqua e quel composto si può utilizzare per insaporire le insalate oppure i carpacci, la maionese o alimenti grassi.

Qual è il vantaggio per la salute?

 Innanzitutto il sale si diluisce più velocemente perché è già liquido e non ha bisogno di trovare altra acqua per sciogliersi, dopodiché le nostre papille lo percepiscono molto di più, quindi, alla fine, ci si ritrova a salare di meno.

Abbiamo parlato solo di cottura a bassa temperatura. 

Ce ne sono altre, innovative, di cui si parla poco, come quelle agli ultrasuoni e agli infrarossi, oppure la cottura al microonde che è molto poco sfruttata, ma che invece mantiene i prodotti molto più salutari e con più vitamine.

La sola idea che in un ristorante sia presente un forno a microonde fa inorridire tanti clienti. 

Perché si pensa che il ristoratore lo utilizzi per riscaldare il cibo. In genere il microonde è utilizzato proprio per riscaldare, soprattutto a casa, ma usarlo per cucinare, come dicevo, può essere molto vantaggioso. Non solo: se ci avanza una cipolla e la mettiamo in frigo, già dopo qualche ora l’odore cambia, diventa “stanco”; se la tritiamo e la passiamo qualche secondo al microonde nell’olio, si conserva per giorni senza che il sapore si alteri. E la possiamo usare per fare il risotto, un sugo o altre preparazioni. Solo il microonde riesce a fare questo.

Cosa serve, invece, per la cottura ad ultrasuoni? 

Ci vuole uno strumento adatto e per permettere alle molecole di sfrigolare, riscaldandosi piano. Si possono utilizzare tutti gli alimenti, purché in busta o in acqua, ma è una tecnica che ha bisogno ancora di essere perfezionata. Oggi è poco utile perché ancora tanto dispendiosa.

C’è un suggerimento che si sente di dare ai ristoratori? 

La tecnologia è importantissima e, soprattutto, non ci fa ridurre il personale, che è già poco. Può permettere però al personale che abbiamo di lavorare e di rendere meglio, cucinando in modo più sano e producendo di più. Però la tecnologia bisogna conoscerla a fondo. Oggi ci sono tante aziende che stanno sfornando prodotti molto interessanti, ma gli operatori non li sanno usare.

Insomma, serve più formazione professionale.

Sì. Serve conoscenza e chi utilizza la tecnologia deve essere in grado anche di saperla spiegare. È dunque necessario informarsi su cosa si sta facendo. Perché una cucina colorata e ben impiattata è bella, ma deve soprattutto nutrire correttamente.

Ecco, non abbiamo parlato di cucina molecolare e sferificazione dei liquidi, altre pratiche molto trendy. Certe tecniche vanno bene per fare sensazione, sotto però devono esserci un concetto e una buona preparazione. Stupire in cucina va bene, ma quando scoppia la bolla bisogna trovare qualcosa nel piatto. E che sia buono.