A Castelli Calepio brindisi con Calici di stelle

www.comune.castellicapelio.bg.it.

Il programma dettagliato, e in continuo aggiornamento, degli eventi Calici di Stelle nelle piazze delle Città del Vino e nelle cantine del Movimento Turismo del Vino è consultabile sui siti www.cittadelvino.it e www.movimentoturismovino.it

Calici di Stelle nasce dall’idea di trasformare il periodo più poetico delle notti d’estate in un’occasione di promozione dell’enoturismo italiano. Per questo le Città del Vino, che riunisce oltre 430 Comuni, e il Movimento Turismo del Vino, hanno unito le loro forze per regalare in tutta Italia con eventi diversi regione per regione una serie di iniziative dal 2 al 12 agosto. Nelle piazze e nelle cantine dalla Val d’Aosta alla Sicilia gli eno-appassionati sono protagonisti del brindisi più atteso dell’estate. Il cuore ideale della manifestazione è nell’incontro tra vino e cultura, declinata in eventi, design e arte.


Città del Vino, associazione dei comuni vitivinicoli italiani, nasce per aiutare i Comuni (con il diretto coinvolgimento di Ci.Vin srl, società di servizi) a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, quelle attività e progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Un esempio concreto è l’impegno per lo sviluppo del turismo del vino, che coniuga qualità dei paesaggi e ambienti ben conservati, qualità del vino e dei prodotti tipici, qualità dell’offerta diffusa nel territorio a opera delle cantine e degli operatori del settore. Il turismo rurale nelle Città del Vino è in crescita costante. Con oltre 2,5 miliardi di euro di giro d’affari e 14 milioni di accessi enoturistici, secondo il XIV Osservatorio sul Turismo del Vino in Italia, a cura di Università di Salerno e Città del Vino, l’enoturismo si pone al centro delle politiche di crescita locale.

L’Associazione Movimento Turismo del Vino è invece un ente non profit e annovera circa 1000 fra le più prestigiose cantine d’Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura di qualità.




Da Lipari arriva Ypsilon dell’imprenditore orobico

Massimo Lentsch, imprenditore bergamasco titolare della CoMark, azienda specializzata in marketing internazionale da quattro anni patron della Bergamo Basket,  ha costruito a Lipari, nelle Eolie, la Tenuta di Castellaro. L’azienda agricola è situata in un’oasi naturalistica e rappresenta un connubio di tradizione e modernità, arte e architettura, storia e tecnologia avveniristica, nel pieno rispetto della natura. Da questa terra vulcanica è nato l’ultimo nuovo blend che prende il nome dalla forma geografica dell’arcipelago: Ypsilon. Come i sette vini già conosciuti in tutto il mondo, anche questo è dedicato alla terra che ha accolto Tenuta di Castellaro.
Si tratta di un vino rosso che bilancia le componenti delle tre bacche rosse più caratteristiche della Sicilia e di Lipari, ovvero il Nerello Mascalese, il Nero d’Avola ed il Corinto Nero, varietà indigena delle Eolie, di cui Tenuta di Castellaro è tra i maggiori produttori d’Italia, dopo la selezione massale condotta alla nascita dell’azienda.
La proprietà di Tenuta di Castellaro si estende per 30 ettari, 20 dei quali vitati ad alberello, pura espressione di rispetto della tradizione, di estetica, di eccellenza e di longevità: la vigna Cosentino, che si trova a Passopisciaro, sul versante nord dell’Etna, dove viene prodotto l’Etna Doc l’Ottava Isola, è costituita in gran parte da vigne centenarie pre-fillossera. Nuovi progetti  sono in fase di realizzazione: la nuova proprietà acquistata a Randazzo, dove verrà prodotto anche un Etna bianco Doc,  e la trasformazione  delle cave di caolino in parco geominerario, sono solo alcuni esempi del prossimo futuro che appartengono alla Tenuta di Castellaro, che continuerà a crescere nel rispetto della soddisfazione  degli ospiti che visitano la Cantina (quasi 3000 solo lo scorso anno) e di tutti gli estimatori dell’ottimo vino .​

 




Bergamo rock, stasera in centro dodici band on the road

Tornano domani sera, venerdì 27 Luglio, le “Notti in Centro”, le proposte che i commercianti del centro, Distretto Urbano del Commercio e Comune di Bergamo hanno previsto per animare il centro cittadino nell’estate 2018. Il sesto appuntamento sarà con Bergamo è Rock, iniziativa alla sua seconda edizione, dalle 20 di Venerdì fino a mezzanotte, il centro di Bergamo – completamente pedonale, compresa via Tiraboschi, si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto, grazie all’evento appoggiato dall’Associazione BergamoInCentro, dallo stesso DUC Bergamo e che vede nel commerciante Stefano Ghilardi, grande appassionato di musica rock, l’anima e ideatore della serata. 

Dodici band di musica rock, internazionale e italiano, provenienti da Bergamo, Brescia, Milano e altri centri lombardi, sono state selezionate tra le oltre ottanta che si sono candidate i primi di Luglio: tra tutte quelle che si sono candidate sono stati scelti solo gruppi in grado di garantire un buon livello musicale, oltre ad uno spettro ampio di stili e generi tra loro diversi, spaziando tra la musica italiana e la scena internazionale; tra questi si segnala IRA GREEN, la sorprendente vocalist che ha partecipato con successo, nel 2015, alla trasmissione THE VOICE of ITALY di RAI1 e che si esibirà con il suo gruppo in Piazza Matteotti, contemporaneamente agli altri gruppi che si esibiranno ognuno nei principali punti del centro cittadino, da Piazza Dante fino a Piazza Pontida. 

Il pubblico potrà scoprire le varie band, diverse tra loro per numero di elementi (dal duo di chitarre acustico al gruppo di 5/6 elementi voce, chitarre, basso e batteria) e genere musicale, passando in rassegna i grandi classici del rock anni ‘60 ‘70 ‘80 internazionale, il rock più duro e i grandi nomi del rock italiano.

Le band si esibiranno anche grazie alla collaborazione degli esercenti del centro che hanno aderito e contribuito alla riuscita dell’evento.

La partecipazione è  libera e gratuita.

Queste l’elenco delle dodici band letteralmente “on the road”: 

IRA GREEN – Rock & Hard rock classics (4 elementi)
WORKIN MOJO – Rock classics (5 elementi)
CRUSHEDCANS – Ska – Punk – Rocksteady (6 elementi)
ORADARIA ROCK BAND – Rock ‘80 (5 elementi)
BLACK LIMOUSINE – British rock classics (6 elementi)
JOE & ANDREA – cover Bruce Springsteen (2 elementi)
ASTRATTO – Rock italiano (4 elementi)
PILLBOX – Pop, Rock & Blues acoustics (2 elementi)
SLIPPERY ZONE – Rock & Hard rock ‘70 ’80 (5 elementi)
THE ELEMENTS – Rock hits ‘70 ’80 (5 elementi)
TUESDAY FLY – Slow Rock, Pop & Soul (5 elementi)
ON THE RUN – Rock & Hard rock ‘70 ’80 (5 elementi)

Tra gli eventi privati, nella terrazza del Ristorante Ezio Gritti  le note degli anni ’70 – ’80 risuoneranno con l’esibizione live firmata Pillbox, il “duo tascabile” di Luigi Folino e Paolo Negri, il tutto accompagnato da un menu speciale dedicato agli anni ’70 e ’80 con piatti rivisitati in chiave moderna. 




Nicola Viscardi: “Il distretto? Per fare sistema bisogna costruire relazioni e fare comunità”

Nicola Viscardi è il nuovo presidente del Distretto Urbano del Commercio di Bergamo. Già alla guida dei commercianti dell’Associazione di via Botteghe di Borgo Palazzo, commerciante alla terza generazione all’Ottica Skandia, negozio storico del Borgo, con l’entusiasmo dei suoi 27 anni illustra a grandi linee il programma del suo mandato. Non senza ringraziare chi lo ha preceduto: “Le associazioni di rappresentanza dei commercianti e la Camera di Commercio, in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale, hanno svolto in questi anni un grande lavoro, a partire all’allargamento del perimetro del distretto ai borghi”. Quanto al suo programma: “Credo molto nell’ascolto delle istanze dei commercianti che presidiano e vivono ogni singola via e nella collaborazione e nel coordinamento tra le singole associazioni di quartieri e vie- precisa-. Per questo da subito mi sono attivato per predisporre diversi incontri sul territorio”. Il distretto urbano del commercio di Bergamo conta 1600 commercianti tra il centro storico e i borghi: è su questa base che deve costruire la propria attrattività: “Bergamo ha ancora tante potenzialità di crescita, soprattutto in termini di attrattività, ma per raggiungere l’obiettivo, i singoli devono mostrare la loro capacità nel costruire relazioni e nell’essere comunità. Perchè creare connessione non basta. Per fare sistema servono relazioni”. Il principio da seguire è quello che guida le altre reti d’impresa: “Tutti possono trarre vantaggi dal sistema- continua Viscardi- a partire dallo sfruttamento di economie di scale”. Il distretto del commercio punta ad avere un ruolo sempre più importante nella riqualifica e rigenerazione urbana, in collaborazione con l’amministrazione comunale: “Il Comune in questi anni ha accolto diverse proposte dai commercianti del distretto, a partire dalla variante 10, che dà anche alle medie e grandi superfici la possibilità di aprire in centro città, fino al progetto di Via Tiraboschi”. Quanto agli eventi, non è mai troppo presto per iniziare a pensare ad un Natale davvero in grande: “Resta il momento clou per il commercio ed è bene iniziare a trovare subito un’intesa che riesca a mettere d’accordo oltre mille esercenti”.




Tari, Bergamo una provincia virtuosa ma le criticità non mancano

La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che la caratterizzano, per le imprese del nostro territorio.

I dati presentati oggi a Roma da Confcommercio Imprese per l’Italia in occasione dell’avvio del portale www.osservatoriotasselocali.it  confermano la continua crescita della Tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese, nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti e i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni e nella stessa provincia. 

In particolare si evidenzia come le categorie del settore alimentare e ristorativo siano le più sofferenti.

Il 62% dei Comuni capoluogo di provincia registra una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni (Fonte: www.opencivitas.it, sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle varie amministrazioni locali).

Bergamo si colloca in una posizione buona con riferimento allo scostamento tra spesa storica e fabbisogno standard. In base ai dati dello studio, è una città virtuosa e tra le più efficienti in Lombardia e in Italia; ciò abbassa il carico della TARI su residenti e imprese

Applicando il criterio dei costi standard la città, con la popolazione di quasi 120.000 abitanti, ha una spesa complessiva storica di oltre 16 milioni (16.371.529) a fronte di un fabbisogno stimato di quasi 20 milioni (19.988.377).

Ha quindi una differenza positiva del 18,53%, si posiziona al secondo posto in Lombardia dopo Brescia (-28,42%; ultima Sondrio con una spesa effettiva molto alta + 55,98%).

Il valore Tari pro capite per Bergamo è di 77,64 euro, contro i 111,57 della media lombarda e i 134,29 della media nazionale.

Anche le aliquote medie Tari per metro quadrato per lo smaltimento dei rifiuti, per le diverse tipologie di attività economiche, vedono valori a Bergamo inferiori sia alla media lombarda che a quella nazionale per ogni categoria.

“Il buon risultato della nostra città è dovuto ad un mix di più elementi – afferma il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini –, tra cui una maggiore responsabilità dei cittadini e dei nostri imprenditori, che sono più performanti nel riciclo, l’efficienza dell’impresa che effettua la raccolta e il lavoro fatto delle amministrazioni che negli ultimi anni si sono succedute che hanno garantito di fatto un’imposizione più bassa”.

Esistono però delle criticità che derivano dall’applicazione della legge, come rileva il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini: “Alcune categorie sono eccessivamente penalizzate rispetto ad altre, per effetto innanzitutto degli spazi su cui si sviluppano che non sono necessariamente correlati alla quantità di rifiuti prodotti”. 

Hotel senza ristorante interno e fioristi sono alcune tra le categorie penalizzate: “Nel comune di Bergamo gli alberghi senza ristorante si vedono applicare un coefficiente fisso di € 2,11 e variabile di 0,90 euro al metro quadrato che risulta essere molto più alto di talune produzioni artigianali (aliquota fissa 2,17 euro al metro quadrato e variabile 0,89 euro al metro quadrato). Oppure i fioristi con un’ aliquota fissa di 8,28 euro e 4.57 euro variabile al metro quadrato, equiparato alle pizzerie al taglio, attività che per loro natura producono inevitabilmente più rifiuti”. 

Un’altra problematica con cui ogni giorno si scontrano le imprese è la differente applicazione di comune in comune della tariffa. “Ci sono casi- aggiunge il direttore Ascom Confcommercio- in cui a parità di rifiuti prodotti e con la stessa categoria merceologica, le imprese pagano molto di più di concorrenti posizionati a poche centinaia di metri, ma in altro territorio comunale”. Ciò comporta anche che imprese con più punti vendita si vedano applicati costi diversi a seconda del comune e dell’efficienza del sistema di raccolta.

“Sono sempre di più i nostri imprenditori che ci interpellano per verificare la modalità di calcolo delle aliquote definite dalle singole amministrazioni comunali e la loro corretta applicazione”afferma Andrea Comotti, responsabile Area Gestionale di Ascom Confcommercio Bergamo.

Per Ascom Confcommercio Bergamo è necessaria quindi l’introduzione di un metodo che rispetti il principio europeo “chi inquina paga”, così che paghi di più chi produce più rifiuti e l’equiparazione almeno dell’aliquota fissa tra i vari comuni della provincia.




All’orto botanico di Astino laboratori e prodotti bio con Mi ristoro nell’orto

California Bakery a ottobre sbarca in Città Alta al posto del Caffè della Funicolare

“La legge non consente una selezione dei locali basata sul concetto di tradizione”. E’ questa la risposta del sindaco Giorgio Gori all’interpellanza presentata su California Bakery, l’attività che subentrerà il prossimo autunno al Caffè della Funicolare, in piazza della Scarpe a Bergamo Alta. Nell’interpellanza Andrea Tremaglia (Fratelli d’Italia) chiedeva come mai “Atb proprietaria dei locali, ha rifiutato la proposta di un altro gestore interessato a parità di condizioni d’offerta, con una proposta di ristorazione più tradizionale”. Secondo il Comune “Il regolamento sul commercio per le zone di particolare rilevanza storico artistica […] non consente – né potrebbe, date le normative vigenti – di attuare una selezione delle tipologie basata sul concetto di tradizione. L’unica selezione possibile è basata sui codici Ateco, e da questo punto di vista l’attività subentrante – svolta dalla società “CB Italy srl” – seppure caratterizzata da una denominazione in lingua inglese, non presenta significative differenze rispetto alla precedente (e tutt’ora funzionante) attività di bar/pasticceria; né rileva il fatto che sia parte di un progetto che può oggi contare in altre città italiane su altri otto punti vendita. Si tratta peraltro di un’impresa italiana, nata dall’iniziativa di imprenditore messinese, caratterizzata dall’uso di ingredienti di qualità, il più possibile tratti dalla produzione agricola del territorio (come dichiarato alla stampa dallo stesso imprenditore). Il sindaco ricorda che il subentro è stato deliberato da ATB durante il CDA del 4 luglio 2016 e confermato il 31 gennaio 2018, insieme a un incremento del canone e chiarisce che “Nessun altra proposta è pervenuta formalmente ad Atb. Il nuovo canone è superiore del 15 per cento rispetto all’attuale, ed è stato determinato con valutazione peritale.”




Tutti pazzi per il barbecue

Sulla griglia domina ovviamente la carne, anche se gli stili vegan e salutisti degli ultimi anni stanno aprendo nuovi orizzonti anche alle verdure, al pane per le bruschette, ai formaggi e al pesce. Ma se pensate che sia sufficiente una griglia, un po’ di carbonella e qualche spiedino per dar vita a un party perfetto, siete fuori strada. Il barbecue è una cosa seria. Non si parla di una semplice grigliata ma di cotture lunghe a bassa temperatura per esaltare le caratteristiche della carne, di sonde professionali, di grossi tagli che cuociono per svariate ore e con risultati eccellenti. A dirlo è il grill master-pitmaster Massimo Pitasi di BBQ events che il 16 maggio ha tenuto un corso all’Accademia del gusto di Osio Sopra per svelare tutti i trucchi per un perfetto party rovente all’aperto: “Se volete sapere quanto tempo ci vuole per preparare un bel pranzetto, allora fareste meglio a dimenticarvi l’orologio – spiega. – Esiste un’enorme differenza tra barbecue e grigliata. Il primo viene identificato come cottura a basse temperature per un tempo prolungato. Il secondo invece è totalmente l’opposto: cottura ad alte temperature in un tempo brevissimo che è volgarmente la classica grigliata che noi italiani siamo abituati a utilizzare. Con il barbecue, insomma, dovete armarvi di molta pazienza. Si va dalle 2 alle 12 ore su carbonella. Le ribs, per esempio, cominciano ad essere pronte a circa 70 gradi, ma per capire quando toglierle dal foil, bisogna sondare la carne con un termometro”.

 

La tecnica di cottura, l’aroma del combustibile utilizzato e ovviamente la convivialità dell’attesa e della preparazione sono gli ingredienti che rendono speciale un barbecue party. Sul grill si può preparare davvero di tutto, dall’antipasto al dolce: fagioli stufati al bacon, risotto, verdure grigliate come asparagi, patate, carciofi e persino la pizza. Basta avere un po’ di inventiva e stare attenti ad alcune piccole regole. “Una melanzana sul grill potrebbe assumere le sembianze di una poltiglia informe dalla crosta bruciata – avverte Pitasi – E allora perché non trasformarla in uno sfizioso finger food? Basta frullarla con un filo d’olio, qualche foglia di mentuccia, caprino e un pomodorino scottato. Con l’aiuto di un sac à poche mettete la crema in piccoli bicchieri e l’antipasto è pronto”.

Serata di storia e cucina al castello di Solza

Sabato 28 luglio il Castello di Solza ospita una serata enogastronomica. Nella cornice del maniero luogo natale del condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, Promoisola insieme alla Pro loco del paese propongono una cena dedicata alle prelibatezze a km zero con intrattenimento musicale. È richiesta la conferma di partecipazione fino ad esaurimento posti entro martedì 24 luglio  Per prenotare contattare i seguenti referenti: Biblioteca 035 4948138 – Presidente Pro Loco Solza 349 3647246

 




Tutela del lavoro e web tax, ma serve un cambio di passo

Sarebbe stato impossibile, solo dieci anni fa, pensare come direttore di Ascom di partecipare ad un convegno con CGIL e di trovarsi d’accordo quasi su tutto, per di più in un’arena, come un’ex fabbrica, per antonomasia luogo di relazione industriali conflittuali come. Invece è quello che è avvenuto sabato 14 luglio nello spazio “Fabric” recuperato dallo stabilimento dismesso ex Reggiani, dove CGIL ha organizzato il convegno “The new order: tecnologia e inclusione nel terziario”. Temi molto caldi e non solo per il clima rovente di metà luglio.

Il simposio, aperto e ben concluso da Mario Colleoni segretario Generale Filcams CGIL, ha visto la partecipazione di Antonella Protopapa, segretario generale CGIL Lombardia e della sociologa Ida Regalia.

Da loro è emerso che nella fase di profonda transizione come quella attuale serve un cambio di paradigma nel sistema della formazione scolastica, della formazione continua in azienda per evitare che tanti giovani ma anche lavoratori in attività rischino di restare tagliati fuori dalla spinta digitale, che mette in difficoltà soprattutto i segmenti più deboli.

Su un punto si è già tutti d’accordo e i dati forniti dall’Osservatorio del digitale del Politecnico di Milano confermano questa convinzione. C’è ancora poca consapevolezza, tanto nelle imprese tanto nei lavoratori, del profondo cambiamento che sta intervenendo in questa quarta rivoluzione industriale. E le risorse messe in campo da tutti, fino a questo momento, sono insufficienti per garantire una transizione che possa includere tutti o buona parte dei lavoratori.

A questo tema che costituisce il più grande problema oggi si legano tutti gli altri.

Come quello storico della difesa del riposo domenicale, che accomuna i piccoli imprenditori con i lavoratori dipendenti, che vede le posizioni della rappresentanza delle imprese come Confcommercio e il sindacato alleati nel favorire una riforma della legge “Monti” a favore di un certo numero di festività rischia di essere “una vittoria di Pirro”, rispetto al tema di come conciliare i rapporti tra commercio reale e commercio elettronico.

In altri termini è impensabile raggiungere il risultato sperato di tutela delle piccole imprese e dei lavoratori senza preoccuparsi di quanto sta accadendo. Il commercio elettronico vale in questo momento al 5% del volume d’affari in Italia, un po’ meno nel commercio alimentare, secondo i dati dell’università Statale di Milano, ma è destinato a posizionarsi tra la quota attuale e quella significativa raggiunta in altri paesi continentali e americani. L’impatto si farà sentire.

Se nell’industria la minaccia imminente sono i robot che sostituiscono manodopera nel terziario è la concentrazione delle vendite nelle mani di pochi grandissimi player, che schiacciano tutti gli altri.

Il riequilibrio di forza con tutti gli altri imprenditori può avvenire solo applicando la progressività fiscale prevista dalla costituzione secondo modalità diverse da quelle attuali. Introduciamo una web tax adeguata e cerchiamo di farla pagare.

Sul fronte invece della tutela del lavoro adeguiamo i poli logistici che si riferiscono alla vendita al dettaglio alle stesse regole della distribuzione. Regole uguali per tutti. Se poi i poli si posizioneranno all’estero fermiamo almeno le consegne, magari tutti i fine settimana.

Insomma cerchiamo una soluzione. Nessuno può più (far) lavorare 24 ore su 24 7 giorni su 7 o almeno fissiamo un limite minimo di giornate di chiusura totale (24 ore) per tutti. Fermiamo per alcune festività il commercio e fermiamo anche i poli logistici dell’e commerce, equiparandoli ai canali tradizionali di vendita al dettaglio. Posso ordinare quando voglio ma l’ordine sarà evaso alla riapertura del polo. Questo in piena analogia con quanto regione Lombardia si appresta a deliberare. I poli logistici valgono come quelli commerciali. Se di grande dimensione movimentano milioni di mezzi e come tale vanno autorizzati con conferenza di servizi come i centri commerciali e non senza alcuna regola.
Anche perché a fronte dei 300 tanto osannati nuovi posti di lavoro – che ci auguriamo siano stabili e tutelati-  ne moriranno almeno 3.000 che noi definiamo “buoni” per condizioni di lavoro e retribuzione.

Su questo penso che saranno in molti d’accordo, non solo Ascom Confcommercio e CGIL.