Stezzano, il paese dei record. Ma in negativo

Alla fine il Comune di Stezzano ce l’ha fatta. Mancava solo l’aumento delI’Imu per vincere il premio del paese bergamasco più esoso.

Con l’ultima manovra sull’imposta sugli immobili, del resto, Stezzano non primeggia solo in Bergamasca ma si sta giocando la leadership anche a livello nazionale. Competere con molti paesi del Sud Italia dove le tasse sono fissate ad aliquota massima perché le pagano solo i non residenti non sarà facile. Stezzano sbaraglierà tutti perché è nella provincia di Bergamo (terra efficiente per antonomasia) e perché il nuovo salasso lo sosterranno i suoi cittadini residenti (e i loro malaugurati inquilini a divenire con l’aumento dei canoni d’affitto).

Dopo la “brillante” amministrazione targata Poma, tra i primi sindaci italiani ad introdurre la tassa di soggiorno giustificando che Stezzano era attrattiva quanto Venezia e Roma capitale (pur senza i marciapiedi per i turisti vedi hotel Mercure di Stezzano), pensavamo di migliorare. La Poma giustificò la tassa di soggiorno come l’alternativa all’aumento dell’Imu e questo la rese meno antipatica agli occhi dei cittadini che morivano dalla voglia di veder pagare da turisti e operatori delle imprese (che lasciano risorse al territorio e creano posti di lavori) l’ennesimo rifacimento di piazza Libertà.

Ora è arrivata la nuova Giunta comunale presieduta dal sindaco Tangorra. Di marciapiedi per i turisti, oppure di navette da e per l’aeroporto che aiuterebbero (e aumenterebbero) i turisti (e la tassa di soggiorno) non se ne parla proprio. Iin compenso si aumenta l’Imu, portandola a livelli record raschiando l’ultimo fondo del barile del ventaglio erariale. L’aumento è al 10 per mille contro il 10,60 per mille di aliquota massima ma, visto l’andazzo, il tempo per sbaragliare anche questo record non mancherà.

Giustificazioni addotte? Il buco di bilancio della precedente amministrazione e l’aliquota allineata a molti altri Comuni. Geniali, perché originali. Secondo il Sindaco la scelta è dolorosa in tempi di pandemia. Eccome, ma sembrano le classiche lacrime di coccodrillo.

Forse bisognerebbe fare una seria analisi dell’efficienza dei servizi, per ridurne i costi e verificare la qualità per migliorarla, giustificando questi pesanti aumenti. Guardando i Comuni che hanno aliquote più basse e non quei pochi (e peggiori) che hanno aliquote più alte. Chiedere, a riprova, a cittadini e imprenditori che queste imposte le dovranno pagare.

Einstein

 




Dehors, in città procedure semplificate per tutto il 2021

Confermati anche gli oltre 200 spazi di somministrazione all’aperto realizzati nel 2020. Tutti gli spazi, inoltre, saranno esentati dal pagamento del nuovo canone unico patrimoniale

Anche per il 2021 Bergamo punta ad arricchire le sue piazze e i suoi giardini di dehors e spazi di somministrazione all’aperto. Il perdurare dell’emergenza sanitaria e delle limitazioni di capienza a cui sono e saranno soggetti anche nei prossimi mesi bar e ristoranti motiva l’Amministrazione comunale a replicare la sperimentazione che nell’estate dello scorso anno portò ad autorizzare oltre 200 tra nuovi dehors e ampliamenti di quelli esistenti, conciliando così sicurezza sanitaria e sostegno alle attività di ristorazione e somministrazione.
Lo scorso anno, il Sindaco Giorgio Gori, aveva, in occasione della riapertura di bar e i ristoranti in città il 18 maggio 2020, firmato un’ordinanza per agevolare l’ampliamento dei dehors esistenti e la creazione di nuovi di spazi di ristorazione e di somministrazione all’aperto. Non solo, il Comune di Bergamo aveva anche previsto l’esenzione della COSAP a partire dai primi di marzo 2020 fino alla fine dell’anno: la gratuità è stata poi prorogata ed è allo stato attuale ancora vigente per effetto dei diversi decreti legge emanati mesi scorsi.

Anche nel 2021 la scelta è di andare in questa direzione e sarà diffusa un’ordinanza che dispone un pacchetto di provvedimenti che vengono incontro agli esercizi commerciali anche in questo 2021. L’ordinanza prevede innanzitutto, in base a quanto disposto dal recente Decreto Sostegni del Governo Draghi, che la procedura semplificata per l’installazione o l’ampliamento di dehors su strade e piazze della città rimanga in vigore fino al prossimo 31 dicembre, con le modalità previste già lo scorso anno.

L’Amministrazione di Bergamo ha poi deciso di prorogare tutti i dehors che sono stati richiesti e previsti lo scorso anno attraverso le procedure semplificate: confermati, quindi, fino al 31 dicembre 2021 gli oltre 200 spazi di somministrazione all’aperto realizzati in città nel 2020.

Non solo procedura semplificata: tutti gli spazi saranno esentati dal pagamento del nuovo canone unico patrimoniale (che dal 2021 ha sostituito il Canone di Occupazione del Suolo e Aree Pubbliche) almeno per il primo semestre del 2021: lo ha stabilito il Governo, che contestualmente ha stanziato 165milioni di euro per compensare i Comuni della mancata riscossione della tariffa a cui sono soggetti tutti i dehors fino al prossimo 30 giugno.

“Al momento possiamo assicurare la gratuità fino al 30 giugno – sottolinea il Sindaco, Giorgio Gori – , seguiamo con attenzione il percorso di conversione della legge nazionale, che potrebbe ulteriormente prorogare la gratuità dell’occupazione del suolo pubblico, e lavoriamo, in alternativa, per capire di quante risorse il Comune di Bergamo potrà disporre, per decidere eventuali autonome agevolazioni per dehors e spazi di somministrazione all’aperto. L’obiettivo è quello di incoraggiare una “convivialità sicura”, come quella che può avvenire negli spazi aperti, e dare sostegno ai ristoratori e baristi della città, particolarmente penalizzati dalle restrizioni collegate al perdurare della pandemia”.




Imprese del terziario, percorsi di vaccinazione nei presidi già in funzione e non in azienda

Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom: “Riteniamo sia la soluzione più appropriata per ragioni logistiche, costi e rischi conseguenti alla vaccinazione di titolari e addetti”

Per le imprese del terziario, soprattutto quelle di piccole dimensioni, la vaccinazione in azienda è impossibile: sarebbe meglio individuare dei percorsi all’interno dei presidi già in funzione. È questa la posizione di Ascom Confcommercio Bergamo in merito alla campagna vaccinale a seguito delle molte richieste pervenute in sede da parte degli associati. “Sono oltre 20 mila i lavoratori del terziario che quotidianamente e anche in zona rossa sono a contatto diretto con i loro clienti e quindi sono soggetti a rischio – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto tante richieste da parte dei nostri associati, sia della attività più grandi e strutturate sia di quelle piccole e piccolissime”.

Di fatto, per il mondo del terziario, il 17 marzo scorso Confcommercio Lombardia e Federdistribuzione avevano già aderito al protocollo per la partecipazione delle aziende produttive Lombarde alla campagna vaccinale anti Covid-19. Il protocollo prevede che l’attività vaccinale in azienda sia a cura del medico competente e sia oggetto di monitoraggio da parte della ATS, anche al fine di eventuali rimodulazioni, in considerazione dell’evoluzione dello scenario epidemiologico e delle disposizioni nazionali.
“La Regione Lombardia ha stabilito i principi generali e i requisiti per consentire in sicurezza l’estensione della campagna vaccinale anti Covid-19 alle aziende – prosegue Zambonelli -. Per la somministrazione dei vaccini servono infatti spazi ad hoc per gli accessi, ambienti idonei alla somministrazione, aree per la permanenza post vaccinazione e personale preposto. Per questo motivo riteniamo che tale soluzione possa essere idonea solo per un ristretto numero di imprese di grande e grandissima dimensione che sono in grado di investire nella organizzazione della campagna in azienda, assumendosi i costi per la copertura dei rischi che la scelta comporta. Non vale, invece, per le medie, piccole e piccolissime imprese che rappresentano il 98% delle nostre attività”.

Ascom, già dallo scorso mese di febbraio, con tutte le altre organizzazioni datoriali di Bergamo ha aperto un tavolo di confronto con ATS per la creazione di percorsi di vaccinazione delle imprese associate, all’interno dei presidi già in funzione per la campagna di vaccinazione in corso. “Riteniamo che questa soluzione sia la più appropriata, per ragioni logistiche, costi e rischi conseguenti alla vaccinazione di titolari e addetti, anche perché ad oggi non conosciamo i tempi certi della partenza e Regione Lombardia e ATS non hanno comunicato la disponibilità dei vaccini. A quanto ci risulta non è stato emanato neanche il documento della Direzione Generale che dovrebbe fissare le modalità operative per la fornitura dei vaccini ma stimiamo possa avvenire con la conclusione delle vaccinazioni delle fasce più anziane della popolazione e con l’avvio della campagna massiva. Sarà nostra cura tenere sempre aggiornati i nostri associati” conclude il presidente di Ascom Confcommercio Bergamo.




Oggi è la Giornata europea del gelato artigianale: il gusto del 2021 è il “Mantecado” spagnolo

Una crema antica alla vaniglia, variegata con salsa d’arance e decorata con scaglie di cioccolato fondente

Oggi è il “Gelato Day” e si apre ufficialmente la stagione 2021 del gelato artigianale. L’iniziativa della Giornata Europea del Gelato Artigianale, giunta alla nona edizione e finalizzata a promuovere l’arte gelatiera, sarà caratterizzata dal “Mantecado”, gusto dell’anno scelto dalla Spagna e possibile da gustare anche a casa con il servizio di delivery, visto che in Italia, come in molti altri Paesi d’Europa, non sarà possibile recarsi fisicamente in gelateria per l’emergenza sanitaria. La possibilità di delivery sarà garantita anche attraverso una collaborazione con Deliveroo.

Il gusto Mantecado, una crema antica alla vaniglia, variegata con salsa d’arance e decorata con scaglie di cioccolato fondente, sarà proposto nella sua ricetta originale o nelle creative varianti dei mastri gelatieri in tutta Italia che aderiscono all’evento. Gelato Day, unica giornata cui il Parlamento europeo abbia mai dedicato a un alimento, prevede anche attività social con il nuovo canale YouTube del Gelato Day, che va ad affiancarsi alle pagine ufficiali della Giornata su Facebook e Instagram. L’iniziativa consentirà di scoprire come si prepara il gelato artigianale.

I numeri del gelato artigianale in Europa

La Giornata Europea del Gelato Artigianale, voluta da Longarone Fiere e Artglace e dedicata, in via esclusiva dal Parlamento europeo, a un alimento riconosciuto patrimonio di tutta la filiera.
Il Gelato, infatti, unisce l’Europa e a dimostrarlo sono in numeri: le vendite di gelato hanno raggiunto i 9,5 miliardi di euro nel 2018, pari al 60% del mercato mondiale, con una crescita del 5 % rispetto al 2017 e un numero di addetti pari a 300.000. Le gelaterie artigianali sono sempre più numerose non solo in Italia (circa 39.000 punti vendita), ma anche nel resto d’Europa. Solo in Germania se ne contano 9.000 (di cui 3.300 gelaterie pure e oltre 4.500 di proprietà di italiani) in cui lavorano più di 20.000 persone, di cui la metà di origine italiana. E non sono da meno Spagna (2.200 gelaterie), Polonia (2.000) e Inghilterra (1.100), seguite da Austria (900), Grecia (680) e Francia (450).
Non solo: se un tempo la stagione andava da marzo ad ottobre, oggi non è più così. Si gusta un ottimo gelato artigianale anche per 10 mesi su 12 e già da febbraio viene reclutato il personale per tutta la stagione. Un bene, dunque, non solo per il palato ma anche per l’economia.

La passione di sempre in un contest virtuale

Numerose sono state le singole iniziative intraprese in questi 8 anni per valorizzare il Gelato Artigianale, spesso con grandi risvolti benefici. La soluzione adottata per il Gelato Day 2021 è quella di organizzare un Video Contest, al quale potranno così partecipare i Gelatieri di tutta Europa: distanti ma uniti. Il contest, alla sua prima edizione, è promosso da Artglace e si svolgerà dal 15 febbraio al 30 giugno 2021. Si rivolge ai gelatieri artigiani che svolgono la propria attività sul territorio europeo con la duplice finalità di promuovere, attraverso video, il gusto dell’anno e la volontà di rimanere uniti, nonostante le difficoltà del momento, per celebrare insieme un evento così importante.

Cosa prevede? La realizzazione di un video, della durata massima di 90 secondi, che abbia come protagonista il Gusto dell’anno, lo spagnolo “Mantecado”, la cui ricetta è scaricabile dal sito www.gelato-day.com. I parametri valutati saranno originalità della presentazione, qualità del video, illustrazione del processo produttivo del gusto “Mantecado”, estetica e decorazione della vaschetta.
Tutti i video che rispetteranno i criteri indicati nel regolamento, verranno pubblicati sulla piattaforma ufficiale del Sigep 2021, una vetrina unica per essere visualizzati e conosciuti da un pubblico di esperti internazionale. Fermo restando che la gara è rivolta a gelatieri artigiani europei, saranno comunque ben accetti e pubblicati i video provenienti da nazioni extra europee.




Distretto del Commercio “Lexena” Nuovi contributi a fondo perduto

Per le imprese nei Comuni di Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo. Risorse per circa 68 mila euro. Le domande entro il 6 aprile 

È stato approvato il Bando per la concessione di contributi a fondo perduto alle micro, piccole e medie imprese (MPMI) del commercio, della ristorazione, del terziario e dell’artigianato nell’ambito del bando regionale “Distretti del commercio per la ricostruzione economica territoriale” situate all’interno del Distretto del Commercio Lexena per i Comuni di Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo. Le risorse stanziate ammontano ad € 68.768,08. Le domande di partecipazione possono essere presentate fino al 6 aprile 2021 (ore 12). Le domande dovranno essere consegnate esclusivamente tramite posta elettronica certificata (da PEC dell’impresa o di soggetto da lei delegata – non serve allegare delega alla istanza di partecipazione) al Comune di Bonate Sopra.

Il Distretto del Commercio “Lexena” è caratterizzato dalla presenza di un tessuto economico variegato, in grado di offrire un mix merceologico eterogeneo all’utenza. Si tratta di negozi di vicinato, che rappresentano una peculiarità del nostro territorio e che si pongono quale reale presidio di socialità e di sicurezza.  In questo contesto, il Distretto ha pensato di mettere a disposizione risorse specifiche per le imprese, con la consapevolezza che questi aiuti possano sostenere la ripresa economica. Le finalità? Mantenere e favorire la crescita del tessuto economico locale e lo sviluppo e il miglioramento qualitativo dei servizi offerti dalle realtà economiche ai residenti e ad eventuali visitatori dell’area; migliorare il posizionamento competitivo delle imprese del territorio, contribuire alla nascita di sinergie tra diversi ambiti dell’economia locale, rigenerare il tessuto urbanistico-economico per mantenere vivo l’aspetto di socialità di piazze e vie, sostenere le imprese nel processo di cambiamento legato alla rivoluzione digitale che ha mutato le abitudini e i comportamenti di acquisto dei consumatori.

Le spese ammissibili e le tempistiche

Sono ammissibili le spese effettivamente sostenute dall’impresa beneficiaria, ritenute pertinenti e direttamente imputabili al progetto e i cui giustificativi di spesa decorrano a partire dalla data di 5 maggio 2020 e fino al 30 giugno 2021. L’aiuto è concesso come agevolazione a fondo perduto, a fronte di un budget di spesa liberamente composto da spese in conto capitale e spese di parte corrente. L’agevolazione viene erogata da parte del Comune di Bonate Sopra.
L’aiuto potrà essere compreso tra il 40% e il 50% della spesa ammissibile totale (formata questa ultima da spese in conto capitale e in parte corrente) al netto dell’IVA e in ogni caso non superiore all’importo delle spese in conto capitale e fino ad esaurimento dei fondi. La cifra massima di contributo erogabile ammonta ad € 10.000.
Le spese per gli investimenti ammessi ai sensi del presente bando dovranno realizzarsi entro e non oltre il 30 giugno 2021 data ultima entro la quale tutte le fatture dovranno essere emesse ed interamente pagate con modalità che ne assicurino la tracciabilità.

Come aderire

Il link per scaricare la documentazione del bando e il modulo domanda da compilare e inviare con Pec è il seguente:
http://www.comune.bonatesopra.bg.it/upload/bonatesopra_ecm10/moduli/bandolexena_77_1637.pdf




Visite su appuntamento e grandi spazi: ipotesi riapertura dei negozi di mobili in zona rossa

Per FederlegnoArredo-Federmobili ci sono buone probabilità che i negozi possano riaprire garantendo la sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid

“La risposta del sottosegretario alla Salute, Pieropaolo Sileri, all’interpellanza presentata dall’onorevole Lupi in merito alla chiusura ingiustificata dei negozi di arredamento nelle zone rosse va indubbiamente nella giusta direzione e ci auguriamo che, quanto prima, il Governo riveda la decisione, proprio come auspicato dallo stesso sottosegretario. Il suo personale impegno affinché si ponga rimedio a una scelta priva di ragionevole fondamento è per l’intero settore un segnale importante di cui riconosciamo il grande valore”. Lo dichiarano in una nota congiunta, il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin e quello di Federmobili, Mauro Mamoli.

“Più volte avevamo evidenziato la stortura che consente di tenere aperte anche in zona rossa, attività come i concessionari d’auto, a differenze dei negozi di arredamento, nonostante le ampie metrature e la possibilità di recarvisi su appuntamento li rendano luoghi estremamente sicuri. Quanto sottolineato in Aula dall’on. Lupi – spiega la nota – non fa che evidenziare la necessità di lasciare operativa l’intera filiera di un settore che contribuisce in maniera importante al Pil del Paese”. “Ci auguriamo – concludono – che le parole spese in Aula dal sottosegretario Sileri possano trovare quanto prima attuazione, ponendo fine a un’assurdità. Il nostro appello è che il Governo risponda positivamente alla sollecitazione di un suo stesso rappresentante, che si è fatto portavoce di un’istanza avanzata già da diversi mesi dalle nostre Federazioni”.

Istanza che rispecchia il peso della filiera che conta 311 mila addetti e 73 mila aziende e un macrosistema del legno-arredo, dell’arredamento e dell’illuminazione che produce 20,6 miliardi di fatturato ed esporta in 200 Paesi. “Il settore del legno-arredo – spiegano FederlegnoArredo e Federmobili – è riuscito, grazie alla ritrovata centralità della casa e a misure importanti come il Bonus Mobili, a contenere le perdite dovute alla pandemia e crediamo sia davvero poco lungimirante e inspiegabile interrompere questo trend, impedendo all’ultimo anello della filiera, i rivenditori di mobili appunto, di proseguire la loro attività. Ma non si tratta solo di un’esigenza legittima delle imprese che rappresentiamo, ma di dare il giusto valore ai beni venduti dai nostri associati, divenuti ormai beni essenziali. Mai come ora la casa è stata il centro della vita di ognuno di noi. Consentire di rivedere il layout degli spazi, integrare o modificare gli arredi delle case per rispondere, in primis, alle esigenze della didattica a distanza e allo svolgimento del lavoro agile, come pure ad altre necessità, crediamo sia un modo non solo per fare il bene delle nostre imprese e non gravare sui conti dello Stato, ma soprattutto per soddisfare le necessità dei cittadini. Chiediamo pertanto che nelle zone rosse ai negozi di mobili sia permessa l’apertura al pubblico almeno nella forma di accesso su appuntamento, garantendo la totale sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid”.




Bar e ristoranti, contributi troppo bassi. La Fipe: “Una fragile stampella”

E per i bar poco cambia: ecco le simulazioni dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio all’indomani dell’approvazione del Dl Sostegni

Con il decreto Sostegni il ristorante tipo che nel 2019 fatturava 550mila euro e che nel 2020, a causa degli oltre 160 giorni di chiusura imposti dalle misure di contenimento della pandemia da Covid, ha perso il 30% del proprio fatturato, 165mila euro, beneficerà di un contributo una tantum di 5.500 euro. Poco cambia per un bar tipo. Chi nel 2019 fatturava 150mila euro e ne ha persi 25mila a causa delle restrizioni, avrà diritto a un bonus di 1.875 euro, il 4,7% della perdita media annuale. Sono queste le simulazioni prodotte dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, all’indomani dell’approvazione del Dl Sostegni.

“Il decreto Sostegni era certamente necessario, ma è evidente quanto non possa essere considerato sufficiente. Da settimane si parlava di aiuti perequativi, selettivi, adeguati e tempestivi e questi aggettivi non descrivono le misure proposte – ha dichiarato il presidente della Federazione, Lino Enrico Stoppani -. Innanzitutto, la coperta del sostegno a famiglie e imprese è evidentemente troppo corta per la platea che si propone di aiutare: settori come la ristorazione sono stati messi letteralmente in ginocchio dalla gestione dell’emergenza e i limiti imposti sulla perdita di fatturato o sui massimali erogabili hanno effetti perversi sul sostegno alla parte più sana della nostra economia. Bastano due esempi: ci si lamenta del nanismo delle imprese italiane e poi si mette un limite di 10 milioni di fatturato per accedere ai sostegni; e ancora si dichiara che i contributi sono calcolati sulla perdita di fatturato annuo, ma in realtà si indennizza una sola mensilità media. C’è la spiacevole sensazione di voler aggirare il problema. Il punto è che bisogna uscire immediatamente dall’ottica di breve periodo e mettere in piedi un piano di ripartenza che garantisca il diritto al lavoro e non sottoscriva semplicemente il dovere di stare chiusi. Serve un progetto che dia una prospettiva di futuro reale alle imprese e non solo un sostegno temporaneo, che appare oggi una fragile stampella”.




Sospensione bollo auto, Fnaarc suona la sveglia alla Lombardia

La Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio chiede chiarezza alla Regione sulle tempistiche di attuazione del provvedimento che in Bergamasca interessi 3 mila professionisti

Fnaarc, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio, chiede all’assessore a Bilancio e Finanza di Regione Lombardia, Davide Carlo Caparini, l’esenzione del pagamento del bollo auto per la categoria degli agenti, come previsto dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale lombardo il 1° dicembre 2020 con i contributi alle imprese e alle partite Iva.
Con l’emergenza Covid, gli agenti e rappresentanti di commercio, oltre 36.600 in Lombardia e poco meno di 3 mila in Bergamasca, sono tra le categorie maggiormente penalizzate nello svolgimento della propria attività. L’aumento dei costi legati alla mobilità, i ricavi in discesa e i sostegni governativi finora inadeguati, mettono a rischio il lavoro di tanti agenti. L’auto – prosegue la Federazione – è come l’ufficio per un agente di commercio: uno strumento di lavoro fondamentale.

Con la mozione approvata dal Consiglio Regionale si impegna la Giunta e l’assessore competente a sospendere il bollo auto per tutte quelle attività dove l’utilizzo dell’autoveicolo risulta essenziale per lo svolgimento della propria attività, quindi anche gli agenti e rappresentanti di commercio. Fnaarc chiede perciò chiarezza a Regione Lombardia sulle tempistiche di attuazione del provvedimento: su quando la sospensione del bollo auto sarà riconosciuta anche agli agenti e rappresentanti di commercio. Ad oggi, infatti, rileva Fnaarc, la sospensione è stata concessa solamente a taxi, ncc e bus turistici.

“Il provvedimento è già stato approvato e la Regione deve solo darne seguito – conferma Fabio Fracassi, presidente del Gruppo Agenti di Ascom Confcommercio Bergamo -. Chiediamo quindi che venga mantenuta la promessa così come già avvenuto per taxi, ncc e bus turistici. Per la nostra categoria l’automobile è un mezzo essenziale, anche e soprattutto in un periodo come questo dove le restrizioni anti-Covid sono un vero e proprio freno all’attività. Il nostro è un mondo molto variegato che va dal piccolo imprenditore con il furgone che vende surgelati all’attività che gestisce decine di persone. I settori che hanno retto il contraccolpo sono però pochissimi, mentre chi lavora nel tessile, nell’abbigliamento, nella ristorazione e nel turismo è in sofferenza da diversi mesi e un piccolo sostegno come la sospensione del bollo auto può dare sollievo a migliaia di professionisti”.




Decreto Sostegni, Zambonelli: “Si poteva fare di più Risorse insufficienti per le imprese meno strutturate”

Varato il provvedimento da 32 miliardi, 11 dei quali per i ristori che arriveranno entro aprile a tre milioni di pmi

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Sostegni, che distribuisce i 32 miliardi di extradeficit autorizzati dal Parlamento in cinque macro-capitoli (vedi il dettaglio nella scheda allegata):

  • aiuti alle attività produttive
  • sanità e vaccini
  • enti locali
  • finanziamenti a scuola, cultura e filiere
  • pacchetto lavoro.

Si tratta di fatto della prima manovra economica del governo Draghi, alla quale ne seguirà un’altra a stretto giro di posta grazie a un nuovo scostamento di bilancio che il Parlamento dovrà approvare. “Questo intervento è un primo passo, ce ne sarà un secondo assolutamente necessario”, ha infatti assicurato il premier spiegando che l’entità del deficit aggiuntivo sarà definita in base all’evoluzione della pandemia.

Zambonelli: “Si poteva fare di più”

“Bene ma non benissimo perché le risorse dedicate ai ristori potevano e dovevano essere rafforzate”. Così Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confommercio Bergamo, commenta il Decreto Sostegni approvato dal Consiglio dei Ministri che con uno stanziamento di circa 32 miliardi di euro introduce misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19.

I ristori sono giudicati però insufficienti dal sistema Confcommercio come conferma Zambonelli: “I beneficiari dei ristori sono solo le imprese che hanno perso più del 30% del fatturato. Una misura consona a quelle realtà più strutturate che avevano già compensato le loro perdite di fatturato con gli ammortizzatori sociali ma che esclude le piccole e medie imprese, lasciate quindi sole a fronteggiare la crisi. Inoltre, il provvedimento non ha certo l’efficacia che ci aspettavamo. L’importo del contributo a fondo perduto potrà andare dall’1,7% del calo annuo del fatturato nel caso dei soggetti più grandi al 5% per i più piccoli: cifre decisamente inferiori alle aspettative e che non garantiscono al mondo del commercio di poter ripartire come si deve”.

Tra le note positive del Decreto Sostegni spicca “l’eliminazione dei codici Ateco che ha lasciato senza nulla intere categorie, così come il superamento della logica del confronto anno su anno che di fatto aveva escluso le start-up – conclude Zambonelli -. Positivo l’esonero del canone Rai per strutture ricettive e pubblici esercizi così come la conferma dell’esonero fino al 30 giugno del pagamento del canone unico (ex Tosap e Cosap) per tavoli all’aperto e ambulanti”.

 

Fisco, stralciate le cartelle fino a 5mila euro

Sul fronte fiscale restano sospesi fino al 30 aprile i versamenti delle cartelle in pagamento e gli avvisi esecutivi ed è stato prorogato di 12 mesi il termine per le notifiche e di 24 mesi quello della prescrizione. Ci sarà più tempo anche per saldare le rate della Rottamazione ter e del saldo e stralcio. Inoltre l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei cittadini la dichiarazione precompilata il 10 maggio, anziché il 30 aprile, con lo slittamento dei termini delle certificazioni uniche a fine marzo. Arriva anche la sanatoria per le partite Iva che hanno subito una perdita del 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019.

Aiuti alle imprese, quando e quanto

Pilastro del provvedimento sono i nuovi ristori che prevedono l’addio ai codici Ateco. Sono disponibili 11 miliardi di euro a favore di circa tre milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, con un fatturato fino a 10 milioni di euro e che abbiano registrato perdite di almeno il 30% de fatturato medio mensile 2020 rispetto a quello del 2019. Le fasce di contributo sono cinque, con percentuali che vanno dal 60 al 20%, in base alla dimensione dei ricavi 2019:

  • 60% per le imprese fino a 100mila euro
  • 50% tra 100mila e 400mila euro
  • 40% tra 400mila e 1 milione
  • 30% tra 1 e 5 milioni
  • 20% tra 5 e 10 milioni.

L’indennizzo arriverà con bonifico o sotto forma di credito d’imposta e andrà da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 euro per gli altri soggetti) a un massimo di 150.000 (in media sarà di 3.700 euro). Per il turismo le risorse ammontano a 1,7 miliardi ( 700 milioni per la montagna, 900 per i lavoratori stagionali gli autonomi del turismo e i termali, 100 per le fiere). Al settore va inoltre una parte del maxi fondo da 200 milioni per le imprese del wedding e della ristorazione nei centri storici, oltre a una parte dei 10 miliardi del fondo perduto. Quanto ai tempi, Draghi ha specificato: “i pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile”.

Lavoro, per le pmi blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre

Sul fronte lavoro proseguirà fino al 30 giugno il blocco dei licenziamenti per le imprese che dispongono della cassa integrazione ordinaria, mentre per le piccole imprese senza strumenti ordinari il blocco sarà fino al 31 ottobre. Doppio binario anche per la proroga della cassa integrazione: per le aziende che hanno la cig ordinaria sarà estesa di 13 settimane, utilizzabili entro la fine di giugno. Per le piccole e medie imprese, le imprese artigiane e quelle sprovviste di Cigo le settimane di cassa integrazione in deroga Covid gratuita potranno essere utilizzare tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021. È stato rifinanziato per 1 miliardo, inoltre, il reddito di cittadinanza mentre sarà rinnovato per tre mensilità (marzo, aprile e maggio) il reddito d’emergenza per le famiglie in difficoltà (per quelle in affitto si alza la soglia di reddito).

Confcommercio: “I ristori siano più adeguati, più inclusivi, più tempestivi”

Bisogna “rafforzare decisamente” le risorse destinate ai ristori per imprese e partite Iva, anche al di là di quanto previsto dal decreto. Questa, in sostanza, la posizione di Confcommercio, che sottolinea che gli 11 miliardi previsti vanno divisi tra circa tre milioni di soggetti e che “le imprese si trovano a fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi di euro”. I ristori, insomma, devono essere “più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi”.

La posizione della Confederazione è esattamente la stessa per le misure circa turismo, montagna e cultura, mentre le misure per i trasporti “non dovrebbero riguardare il solo trasporto pubblico locale, fornendo invece un sostegno efficace all’intero sistema dell’accessibilità”. Continuano a essere poi “urgentissimi gli interventi in materia di moratorie creditizie e di sostegno della liquidità delle imprese”.

Per il capitolo lavoro, Piazza Belli apprezza le proroghe della Cassa Covid (“ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche per tutti i periodi antecedenti al primo aprile”) e delle deroghe per i contratti a termine sino a fine anno, nonché il finanziamento ulteriore del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti istituito nella legge di Bilancio. Infine, parlando delle misure fiscali Confcommercio sottolinea di essere “in attesa della riforma della riscossione”.

Sangalli: “il decreto ha ancora forti limiti”

Il decreto sostegni ha ancora forti limiti. I parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti. Le speranze sono appese ai vaccini, ma intanto le imprese non hanno più riserve per andare avanti. È  vitale “fare tutto ciò che è necessario”, come ha detto il presidente Draghi per salvare l’Unione europea, ma farlo in chiave italiana.

Federalberghi: “Ci rincuora l’esonero del canone rai per hotel e pubblici esercizi”

Infine, strutture ricettive e pubblici esercizi non pagheranno il canone Rai per il 2021: una norma molto apprezzata da Federalberghi. Il presidente, Bernabò Bocca, sottolinea infatti che si tratta di “una misura che Federalberghi chiedeva da mesi e che era contenuta anche nella petizione approvata dall’assemblea generale il 26 gennaio”. “E’ un piccolo ma importante segnale di attenzione verso imprese che sono state duramente colpite dall’emergenza epidemiologica da Covid 19 – ha sottolineato Bocca – e che nel 2020 hanno versato il canone nella misura intera, pagando per un servizio che non è stato utilizzato o è stato utilizzato solo in minima parte”.

 




Ascom, Aspan e Fai sostengono il Bosco della Memoria Zambonelli: “Un luogo in cui potersi ritrovare”

Il sostegno al progetto coinvolgerà tutti gli associati e i negozi sono invitati a esporre la locandina dedicata. Donazioni anche online dal sito della Fondazione della Comunità Bergamasca 

Ascom, Aspan e Fai Bergamo insieme per il Bosco della Memoria, il progetto promosso dall’Associazione dei Comuni virtuosi e dal Comune di Bergamo per ricordare le vittime del Covid-19: nei giorni scorsi le tre associazioni hanno presentato la propria campagna di raccolta fondi a sostegno del progetto inaugurato il 18 marzo al Parco della Trucca alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il sostegno al Bosco della Memoria coinvolgerà tutti gli associati Ascom, Fai e Aspan e i fondi raccolti tramite la Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus saranno destinati a nuove piantumazioni di alberi e arbusti. L’obiettivo del progetto, che ha già raccolto oltre 125 mila euro con la prima campagna di crowfunding del Comune, è infatti quello di posare entro l’autunno 850 piante: un obiettivo che va di pari passo con la volontà di Ascom di condividere con la comunità bergamasca l’impegno, il coraggio, la dedizione e il sacrificio di tutti gli imprenditori del terziario.

I fondi andranno ad alimentare il Bosco della Memoria attraverso la piantumazione di alcuni alberi/arbusti e, nello specifico, Ascom vuole condividere con tutta la comunità bergamasca l’impegno, il coraggio, la dedizione e il sacrificio degli imprenditori del terziario bergamaschi come afferma Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo: “Abbiamo deciso di aderire al Bosco della Memoria perché sia per la sua collocazione che per lo spirito con cui è nato ci sembra il luogo ideale in cui possono essere espressi i sentimenti che desideriamo condividere con tutta la comunità bergamasca. Sceglieremo alcune piante che per noi diventeranno simbolo di quello che i nostri commercianti hanno vissuto nell’ultimo anno: impegno, coraggio, dedizione e sacrificio, rappresentando così sia coloro che hanno affrontato la pandemia nei mesi più duri svolgendo quotidianamente il loro servizio, sia coloro che sono stati costretti alla chiusura delle loro attività. Desideriamo che diventi per noi il luogo simbolo della nostra terra, segnata pesantemente dalla pandemia; un luogo in cui potersi ritrovare e fare memoria di quanto abbiamo vissuto”.

“La nostra adesione al Bosco della Memoria è per ricordare e condividere con i bergamaschi i momenti difficili che purtroppo stiamo ancora vivendo e il costante impegno che i panificatori hanno dedicato e dedicano alla comunità – ribadisce Massimo Ferrandi, presidente Aspan -. È infatti nel nostro dna essere solidali e questa iniziativa benefica vuole essere un omaggio al lavoro di tutti i colleghi scomparsi in questi mesi e a tutti i commercianti che hanno corso dei rischi rimanendo aperti durante i primi mesi di lockdown, quando pure le mascherine erano difficili da reperire”.

“Una poetessa americana ha scritto che chi pianta un albero pianta una speranza e credo che mai come oggi ce ne sia bisogno – afferma Giuseppe Cristinelli, presidente Fai Bergamo -. Una speranza da piantare simbolicamente nel Bosco della Memoria e che non vedrà mai sfiorire il ricordo di chi ci ha lasciato, primo fra tutti il nostro indimenticabile presidente onorario Duilio Balducchi, vittima del virus insieme, purtroppo, ad altri componenti della “famiglia Fai”. Ma è anche una speranza da coltivare concretamente ogni giorno, come tantissimi autotrasportatori hanno fatto fin dall’inizio della pandemia assicurando la consegna di cibo, carburanti, medicinali, ossigeno”.

https://www.facebook.com/confcommerciobg/videos/272396374378080

 

 

“Come Fondazione della Comunità Bergamasca siamo orgogliosi di poter contribuire a questo progetto – sottolinea Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus -. Ascom e Aspan hanno istituito due fondi presso la nostra Fondazione, nel 2007 e nel 2003, entrambi con l’obiettivo di raccogliere fondi per realizzare progetti di solidarietà sociale, per esprimere l’attenzione da parte degli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi alla nostra comunità. Su questa strada, che da tanti anni percorriamo insieme, si innesta anche l’iniziativa del Bosco della memoria: donando alla Fondazione ciascuno potrà dare il proprio personale contributo alla costruzione del Bosco e fare un gesto concreto in cui poterci sentire ancora vicini e uniti. La Fondazione si impegna a raddoppiare le donazioni raccolte fino a un massimo di 10.000 euro. Sul nostro sito potrete trovare le indicazioni e le modalità per effettuare la donazione”.

“Il progetto del Bosco della Memoria non è una iniziativa comunale fine a se stessa perché abbiamo visto in essa la possibilità di coinvolgere tutti i cittadini di Bergamo – sottolinea Marzia Marchesi, assessore al Verde pubblico del Comune di Bergamo -. Ora possiamo contare anche sulla preziosa partecipazione di Ascom e Aspan che danno un valore aggiunto al progetto dedicato a tutti i bergamaschi. Il Bosco della Memoria non è del Comune ma appartiene a tutti noi e il rilancio della raccolta fondi di Ascom e Aspan va proprio in questa direzione”.

“Questo è un modo per creare legami e mantenerli nel tempo – aggiunge Marco Boschini, coordinatore dell’Associazione Comuni Virtuosi -. Il Bosco sarà un luogo della memoria ma anche del ricordo, della speranza e l’idea è quella di promuovere in loco iniziative culturali, ricreative, sportive e attività didattiche con il coinvolgimento delle scuole. Ora sappiamo di poter contare su tante realtà anche trasversali tra loro e questo fa ben sperare per il progetto che è già sulla buona strada. A oggi sono stati raccolti 90 mila euro e l’obiettivo è arrivare a 200 mila”.

Come effettuare le donazioni

Le donazioni si potranno effettuare tramite bonifico o direttamente online dal sito della Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus. L’iban è il seguente: IT27S 03069 09606 100000124923 (Banca Intesa Sanpaolo). Nella causale occorre indicare prima Ascom/Aspan e poi Bosco della memoria (a volte viene ridotto il numero di caratteri visibili e quindi se si mette prima Ascom e Aspan si è sicuri di sapere a quale fondo imputare la donazione).

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, inoltre, Ascom predisporrà una locandina per tutti gli associati interessati a sostenere il progetto contenente l’iban per le donazioni.

Le altre iniziative per la prima Giornata della memoria delle vittime del Covid

Durante la conferenza stampa per la presentazione del progetto, a cui hanno partecipato anche Luca Bonicelli e Livio Bresciani, rispettivamente presidente Gruppo gastronomi-salumieri e Gruppo Fruttivendoli, sono state presentate anche le iniziative del mondo del commercio in occasione della prima Giornata della memoria delle vittime del Covid del 18 marzo: dalla consegna delle targhe commemorative alle famiglie del presidente di Ascom-50&Più (Franco Pulcini) e di due consulenti (Giuseppe Rosignoli e l’avv, Giancarlo Lodetti) scomparsi nel 2020, alla targa di ringraziamento che sarà consegnata alle attività alimentari che si sono distinte durante i lockdown e che non hanno mai chiuso, a conferma del ruolo chiave dei negozi di vicinato.
Tra città e provincia sono infatti più di 8 mila le attività che sono rimaste sempre aperte nell’ultimo anno, di cui circa 2,5 mila esercizi alimentari, ortofrutta, macelleria, panificatori e ambulanti. Escludendo l’ingrosso, si tratta del 46% del totale degli esercizi in provincia di Bergamo.