“Credito Ora”: liquidità immediata per le imprese della ristorazione e attività storiche

Una ulteriore ingente misura straordinaria di Regione Lombardia finalizzata a prevenire le crisi di liquidità delle micro e piccole imprese dei settori dei servizi di ristorazione e delle attività storiche e di tradizione causata dall’emergenza sanitaria ed economica Covid-19.

“Da 10 mesi le attività di ristorazione e di somministrazione al pubblico si trovano nell’impossibilità di svolgere con regolarità la propria attività per le motivazioni che tutti conosciamo legate all’emergenza sanitaria con conseguenze pesanti anche dal punto di vista finanziario ed economico, oltre che organizzativo – ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia -. Le imprese del settore versano in una situazione molto difficile con una esigenza impellente di liquidità. “Credito ora”, grazie all’ingente intervento della Regione, è un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà immettendo liquidità a favore delle imprese con procedure snelle e veloci affidate operativamente al sistema camerale.” “Questo è un settore già molto provato, messo ancora più in crisi dalle incertezze del governo nazionale. Perciò oltre a Credito Ora, misura di grande importanza per il settore, abbiamo realizzato anche l’avviso 1-ter di Si’ Lombardia”, ha dichiarato Alessandro Mattinzoli, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia. 

Il bando Credito Ora

Il bando “Credito Ora” consiste in contributi per l’abbattimento del tasso di interesse applicato ai finanziamenti di istituti di credito per operazioni di liquidità. E’ inoltre previsto un ulteriore contributo a copertura del costo della garanzia, compresi i costi di istruttoria, per le pratiche presentate tramite i Consorzi garanzia collettiva fidi (Confidi), che si impegnino ad applicare tariffe calmierate sulle operazioni oggetto di agevolazione. I finanziamenti agevolati dal contributo devono essere destinati ad operazioni di liquidità, come specificato dal contratto di finanziamento, per far fronte all’attuale situazione di emergenza.

Alle imprese che presentano domanda per il tramite di un Confidi è riconosciuta altresì una copertura del 50% dei costi di garanzia, compresi i costi di istruttoria, fino ad un valore massimo di € 300,00. Per ottenere la copertura dei costi di garanzia, la domanda deve essere obbligatoriamente presentata da un Confidi. I contributi sul costo della garanzia sono erogati congiuntamente al contributo in abbattimento tassi. L’agevolazione è concessa al lordo della ritenuta di legge del 4% ai sensi dell’art. 28 comma 2 del DPR 600/73.

Ogni impresa può presentare una sola domanda relativa a un solo contratto di finanziamento e tale contratto non deve essere già stato oggetto di agevolazione in conto interessi.

 

Per informazioni
Tel. 0354120262 – info@fogalco.it




Il mondo del terziario non ci sta “Ora basta: lasciate lavorare le nostre imprese”

Ascom Bergamo ha voluto lanciare un messaggio a sostegno delle attività del terziario, dopo l’ennesimo provvedimento restrittivo che danneggia le imprese. Sulla sede dell’Associazione, in via Borgo Palazzo 137, è stato fissato uno striscione di 24 m x 2 m con la scritta:  “Ora Basta, lasciate lavorare le nostre imprese!”, un segnale per dare voce a tutta l’amarezza degli imprenditori bergamaschi.

“Oggi presentiamo questa forma di protesta condivisa da tutte le categorie – sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. I nostri associati sono infatti amareggiati da mesi e questo sentimento è ormai sfociato in rabbia per una serie di provvedimenti senza alcuna logica e che, di fatto, ci stanno impedendo di lavorare. Non si può trattare il mondo dell’imprenditoria, del commercio e della ristorazione in questo modo e non chiediamo sussidi allo Stato ma di poter lavorare nel rispetto della normativa anti-covid”.

“Le nostre imprese sono ormai allo stremo e hanno il pieno diritto di lavorare – aggiunge Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo -. Dobbiamo però invertire la prospettiva per mettere le imprese nelle condizioni di poter lavorare e convivere con la pandemia, con provvedimenti che con i preavvisi giusti possano dettare tempi precisi di apertura e chiusura”.




Non solo lombate: scegliere le carni è una questione di gusto e sostenibilità

Spesso non si fa troppo caso alla scelta dei tagli carnei da mettere sulle nostre tavole. Si sceglie per abitudine, in base ai tagli più conosciuti (di prima categoria) e che tradizionalmente vengono preparati con determinate parti dell’animale. 
«In realtà un poco di conoscenza a riguardo può permettere la scoperta di parti sconosciute ai più, – racconta il macellaio Danilo Cazzamali, una vera istituzione nel mondo delle carni, che ha fortemente stimolato la ricerca della qualità nell’allevamento e la valorizzazione della razza Piemontese e nella lavorazione delle sue carni- con le relative preparazioni». Conoscere l’animale e le caratteristiche dei tagli specifici può portare vantaggi di diverso tipo. «In primis quelli economici, importanti sia nella cucina di casa che, soprattutto, in una cucina professionale: – sostiene ancora Danilo – è possibile ottimizzare al meglio il food cost non solo del piatto specifico, ma più in generale della carta stessa. L’altro vantaggio è legato alla sostenibilità del consumo di carne, alla sua produzione e al suo allevamento». Ormai è risaputo che è necessario porre molta attenzione all’argomento. Consumando tutte le parti, è naturale che il costo ambientale legato all’allevamento e all’accrescimento non si riduca di certo, ma venga ottimizzato in modo migliore. Ecco che quindi non esistono solo lombate, fiorentine e filetti. Molti sono i tagli spesso poco conosciuti, da utilizzare in modo alternativo. 
Oltre al quinto quarto, composto prevalentemente da frattaglie, ci sono parti poco valorizzate che meritano davvero tanto. Uscire un poco dalle convinzioni comuni può anche dare la possibilità di sperimentare e stupire i propri ospiti e la propria famiglia, senza dover necessariamente sostenere grandi spese. Partendo dal presupposto che i muscoli meno soggetti al movimento sono quelli più teneri, è facile capire il motivo per cui tagli come lombate, costate e filetto siano i più teneri in assoluto, mentre i tagli della parte anteriore e posteriore, dediti al maggiore movimento, siano più tenaci e ricchi di tessuto connettivo.  In linea generale, si tende ad utilizzare sempre tagli di prima o massimo seconda categoria, dimenticando e non valorizzando tutto il resto. 

 

Classificazione dei tagli di carne di manzo

In base alle caratteristiche, esistono tagli di prima, seconda e terza categoria. La classificazione non riguarda necessariamente il modo in cui vengono poi utilizzate, infatti tra i tagli di prima categoria ci sono i pregiati filetto, controfiletto, lo scamone, la noce, la fesa e la sotto fesa, il girello di coscia e gli altri che comunemente si utilizzano per preparare bistecche, ma anche arrosti: carni tenere e in genere magre. Poi ci sono i tagli di seconda e terza scelta, in genere provenienti dall’anteriore (i tagli della coscia sono più pregiati) e dalla pancia, come il cappello del prete, il reale, la pancia (o biancostato), il diaframma, ma anche il muscolo di spalla, il petto, il fesone di spalla, il geretto (in genere conosciuto come ossobuco) o la bavetta. Tutti tagli che di norma sono utilizzati per i bolliti, per stufati, brasati oppure tritati e ridotti ad hamburger, polpette o macinata per sugo. Questi tagli hanno anche un prezzo inferiore rispetto ai pregiati, con caratteristiche uniche che, se ben cucinate e trattate, danno grandi soddisfazioni.

 

Per le lunghe cotture: tagli perfetti, ma poco utilizzati

Ecco che pensando di assecondare familiari o ospiti, spesso si scelgono carni pregiate anche per le preparazioni che prevedono una medio-lunga cottura, come arrosti, spezzatini o brasati. Spesso le carni vengono cotte meno, con il risultato di proporre un piatto eccessivamente asciutto, magro e poco saporito. Questa è purtroppo ciò che succede spesso, troppo spesso. Ma Danilo Cazzamali consiglia un’altra soluzione: «per preparare brasati, ma anche gustosi spezzatini come il gulash, l’ideale è quello di scegliere tagli di seconda o terza scelta ricchi di tessuto connettivo e grasso di marezzatura. Dal costo inferiore, ma dalla tenerezza e bontà infinita». Unica prerogativa, il tempo: si devono cuocere lentamente e con tanta pazienza. «Per un brasato è perfetto il cappello del prete, ma anche il muscolo, la gallinella o il fesone di spalla oppure il reale sezionato nelle sue aree. Per preparare un gulash perfetto invece è consigliato l’utilizzo del geretto disossato o del muscolo: dopo qualche ora di cottura proporrete un piatto indimenticabile. Oppure, perché non utilizzare la punta di petto (in Italia destinata al bollito) per un perfetto arrosto al forno?» consiglia il macellaio. Nella tradizione del barbecue americano è utilizzata per il famoso brisket, una lunga cottura a bassa temperatura del pezzo intero, che permette lo scioglimento del poco connettivo e grasso, per un risultato da leccarsi i baffi. Anche la coda, cotta lentamente è perfetta per essere mangiata tal quale o come base per dei sughi da far girare la testa.

 

La bistecca che non ti aspetti

Sono ancora molti quelli che pensano che una buona bistecca al sangue a si possa preparare esclusivamente con i tagli pregiati e teneri come la lombata (fiorentine e costate) o i filetti. Vero che questi tagli, se ben cotti e frollati, sanno regalare grandi emozioni gustative. Ma ci sono anche altri tagli che non godono di successo nella Penisola, ma che potrebbero sostituire di diritto i più conosciuti. Ad esempio, il diaframma di manzo, considerato di terza scelta, è il pezzo ideale per gli amanti della carne rossa al sangue. Basta scottarlo sulla griglia da entrambi i lati e servirlo come una tagliata, magari accompagnata da una buona sala chimichurri, una goduria. E’ conosciuta anche come skirt steak. E ancora, il codone di manzo, famoso in sud America per la picanha cotta sulla famosa spada. Ebbene, è possibile utilizzare questo taglio sia intero che a fette spesse avendo cura di cuocere bene lo strato di grasso che lo ricopre in superficie: un concentrato di sapore e succulenza. E ancora, sempre da oltre oceano, l’Asado, preparato con il biancostato, che si utilizza comunemente per la preparazione dei brodi. Invece di tagliare i pezzi parallelamente all’osso, si tagliano fette perpendicolarmente alle ossa. Pochi minuti sulla brace ed è perfetto per essere gustato. Oppure, la flank steak preparata con la bavetta, un taglio poco pregiato, ma tra i più gustosi e saporiti del manzo. Infine, la flat iron steak, preparata con il cappello del prete, privato della grande striscia di tessuto connettivo e cotto al sangue. In questo caso, il consiglio è quello di fare un  reverse searing prima della cottura sulla brace, che consiste nel mettere in forno il taglio intero a bassissima temperatura, fino a quando raggiunge i 50°C interni. A questo punto, lo si griglia bene da entrambi i lati e lo si serve a tagliata: rosa e tenero, dall’aroma “ferroso”: una bistecca perfetta per chi soffre di anemia.

 

La tartare: non solo filetto di manzo

Il presupposto è uno: cosa si cerca quando si sceglie una tartare? La consistenza? Il colore? Il gusto? In relazione all’obiettivo, Danilo ci svela alcuni segreti per preparare una tartare perfetta, in relazione alle aspettative. «Per quanto riguarda la consistenza, dipende sì dal taglio utilizzato, ma anche dalla dimensione del cubetto: più il cubetto è piccolo e più la consistenza del taglio originale viene meno, più il cubetto è grande e più si esalta la tenerezza o la croccantezza del taglio scelto». Tralasciando i tagli più conosciuti come filetto o controfiletto, per tartare croccanti meglio scegliere la bavetta, la punta di codone o il fusello di spalla; mentre per tartare morbide il fesone di spalla, la sottofesa o la fesa. E poi, il colore: «per aver un bel colore rosso, il muscolo utilizzato deve aver lavorato quindi deve essere stato utilizzato durante la vita dell’animale. Il filetto serve per far alzare l’animale su due zampe e…. non mi sembra di aver visto tanti bovini in giro eretti sulle zampe posteriori». Per tartare più rosse quindi, meglio scegliere la bavetta, la punta di codone oppure la parte esterna della sottofesa. Mentre per tartare più chiare, la parte interna della sottofesa, il magatello o il cuore di fesa. Quanto al sapore, tutto dipende soprattutto da cosa ha mangiato l’animale. Ogni tipo di alimentazione dona sfumature diverse alle carni. Per gusti più intensi, meglio scegliere il fesone di spalla, il fusello o il fiocco di punta, mentre per sapori più delicati, la parte interna della sottofesa, il magatello o il cuore di fesa.

 

I tagli poveri da utilizzare 

per brasati: muscolo, gallinella, musone di spalla, fesone, reale 

per Gulash: geretto disossato, muscolo, 

per arrosti: punta di petto, 

per bisteche: diaframma di manzo, codone di manzo, bavetta 

per asado: biancostato 

per tartare: bavetta, punta di codone, fusello di spalla, fesone di spalla, sottofesa, fesa




Conte: “Sgomento per la crisi, ora si volta pagina”. Appello ai “volenterosi che hanno a cuore il destino dell’Italia” live video

Rilancia l’alleanza di governo aprendola ai “volenterosi” che hanno “a cuore il destino dell’Italia”. Rompe definitivamente con Renzi, perché questa crisi aperta in piena pandemia è “senza un plausibile fondamento”, ma lo strappo del leader di Italia viva è “incancellabile”, quindi adesso “si volta pagina”. Promette una legge elettorale proporzionale e rinuncia alla delega ai servizi. Tutto questo in poco meno di un’ora. Giuseppe Conte comincia a parlare nell’Aula della Camera alle 12.13 e finisce alle 13.08, intervallato da 14 applausi e 4 momenti di protesta delle opposizioni, di cui però il premier riconosce il contributo costruttivo nei momenti più critici. Al momento la seduta è stata sospesa per consentire la sanificazione dell’Aula e riprenderà alle 17.15 con le dichiarazioni di voto. Il voto di fiducia è previsto questa sera, intorno alle 20.




Nel discorso del premier il no definitivo a Renzi e la mossa sulla legge elettorale

Il discorso di Conte, in attesa del voto di fiducia di oggi alla Camera e domani al Senato, chiarisce alcuni punti chiave della sua strategia per uscire dalla crisi. Il primo: nessuna ricucitura con Matteo Renzi, che pure non nomina: “Quel che è successo è incancellabile”. Il presidente del Consiglio non prende in considerazione un riavvicinamento: “È venuta meno la fiducia”. Conte ha anche annunciato che cederà la delega all’intelligence, una delle richieste avanzate da Renzi: soddisfarla pur senza ambizioni di ripresa del dialogo con Renzi ha un chiaro significato, provare a dimostrare la pretestuosità della crisi aperta da Iv. Confermato dunque che Conte punterà alla sostituzione di Renzi. Con chi?

L’identikit disegnato in aula parla di “forze politiche volenterose” e “persone disponibili”, l’appello è rivolto a chi voglia perseguire una linea europeista contro “le logiche sovraniste”. In questo passaggio echeggia la strategia suggerita in particolare da Goffredo Bettini, secondo i bene informati l’autore del discorso di Conte: la collocazione europeista come chiave per allargare, in prospettiva per parlare soprattutto a Forza Italia o almeno a una parte. Conte cita “popolari, liberali e socialisti”, confermando anche che l’obiettivo è la costruzione di una nuova gamba della maggioranza, obiettivo che non appare ancora a portata di mano. Altro passaggio cruciale: l’impegno in direzione di una legge elettorale proporzionale. La chiede il Pd, terrorizzato dall’idea di tornare al voto con l’attuale sistema che sfavorisce il centrosinistra. Dovrebbe essere gradita pure a Forza Italia, che senza una riforma che cancelli il meccanismo delle coalizioni elettorali sarebbe costretta a correre alle prossime elezioni sotto la guida della destra sovranista di Salvini e Meloni. Poco, forse, per sperare che Forza Italia possa entrare in maggioranza, ma abbastanza per sperare che tenga una condotta non del tutto ostile in aula nelle prossime settimane.

Meno significativo l’elenco dei presunti successi di governo e dei punti di programma, sui quali Conte si è limitato a un elenco di obiettivi già indicati, riservandosi però di formalizzare un piano d’azione portando a conclusione l’opera dei tavoli di programma che si era arenata prima della crisi. Ci sarà un “patto di legislatura”, come chiede il Pd. È chiaro che il voto in Senato, che realisticamente Conte supererà senza raggiungere la maggioranza assoluta, è solo un passaggio che non basterà ad archiviare la crisi. Saranno decisive le mosse e i movimenti dei giorni seguenti per capire se davvero il presidente del Consiglio ha la forza, oltre che per proseguire, anche per sperare di arrivare a fine legislatura.

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1 ora fa
forzatoro02
L’augurio e l’auspicio degli italiani ONESTI, è che questa crisi che nessuno comprende, finisca il prima possibile. Il felpato e la sorellina di nero vestita chiedono le elezioni anticipate in piena pandemia, per mandare definitivamente il paese a gambe all’aria. Non passa giorno se non leggiamo di leghisti e destrossi vari finire in galera, dal VERCELLESE alla CALABRIA è tutto uno stillicidio di personaggi che disonorano il nostro paese, e i due di cui sopra vogliono fare le pulci al governo del paese. Cose da matti. Invece di vivere bellamente sulle nostre spalle i due individui meglio farebbero se si trovassero un lavoro vero.
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1 ora fa
utente13858
Sicuramente Renzi e Conte non si amano ma credo che Renzi lo abbia sgamato sui suoi progetti futuri. Un gruppo di 300 donne e uomini che riportassero a lui con 6 superesperti per gestire 200 miliardi sarebbe stato uno straordinario trampolino di lancio per le future imprese politiche del premier compreso il lancio del suo partito. Questo gli avrebbe creato, con la narrazione di Casalino, un consenso straordinario
RispondiCondividi2 risponde146

1 ora fa
Andrea Ronchi
legge proporzionale?? magari pura?? ma chi lo ha autorizzato?? basta con sto proporzionale….ci ha già fatti finire nel pantano !
che si scelga un maggioritario di collegio o proporzionale con premio x chi arriva primo
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42 minuti fa
gabriverdi
Per chi non abbia ancora capito, una bella legge proporzionale che consenta di istituzionalizzare in saecula saeculorum trasformismi, alleanze contro natura e responsabili/costruttori vari
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21 minuti fa
eccomiiiii
Cappellini parla della legge proporzionale;

– Dovrebbe essere gradita pure a Forza Italia, che senza una riforma che cancelli il meccanismo delle coalizioni elettorali sarebbe costretta a correre alle prossime elezioni sotto la guida della destra sovranista di Salvini e Meloni-

Ma non è quello che serva al Paese.
Se non si vuole continuare ad avere governi il cui programma non sia mai stato presentato a noi elettori, serve proprio il sistema delle Coalizioni. Ma NON come l’attuale, che prevede l’accordo anche sull’imponderabile, pena la caduta del governo.
Bensì coalizioni, fatte Prima del voto e solo sui punti sui quali ci sia veramente intesa. Tutto il resto deve essere lasciato nella disponibilità di qualsiasi altra maggioranza parlamentare, senza che ciò si ripercuota sul governo.
Ovviamente se ci fosse un partito che avesse il 50%+1 potrebbe governare da solo. Ma dubito ci sarà.

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39 minuti fa
Filippo Maio
scusate:”lavorino per il bene dell’Italia”
RispondiCondividi10

41 minuti fa
Filippo Maio
Ho ascoltato per intero(sto seguendo la diretta tv) il deputato Scalfarotti, che conoscevo solo di nome. Il suo intervento mi ha emozionato, e quello che mi aspetto di sentire da chi ama il proprio paese, sia di destra, di centro o di sinistra. E poi mi chiedo perché ci troviamo in questa situazione. Speriamo che tutti lavorino il bene dell’Italia…
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1 ora fa
secondolivia
Si facciamo i gamberi , torniamo al proporzionale che sommato al bicameralismo ha portato allo sfascio l’Italia
Siamo pagliacci , e poi ci meravigliamo di cio che pensano di noi gli europei d’oltralpe !
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1 ora fa
utente12711
Utente 13858, la domanda da farsi è se sia un bene o un male per noi italiani, non se sia un trampolino per Conte.
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23 minuti fa
robertobonetti
Speriamo di tornare al proporzionale per davvero.
Il maggioritario viola il principio di rappresentanza e, se e’ maggioritario per coalizione, costringe anche ad alleanze elettorali puramente opportunistiche.
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Francia, arriva in Parlamento la contestata legge contro il “separatismo”

PARIGI – Ha scatenato l’ira del presidente turco Erdogan ma anche le perplessità della stampa americana. La controversa legge francese contro il “separatismo” arriva in Parlamento con una prima novità: non si chiama più così. Il nuovo nome tenta di essere più consensuale: “Disegno di legge che rafforza i principi repubblicani”. Il concetto però è sempre lo stesso: impedire le derive dell’islamismo nella République e l’apparizione di un progetto di contro-società. La riforma è stata varata a dicembre dal governo nel giorno dell’anniversario della promulgazione della legge sulla laicità del 1905. Il ministro Gérald Darmanin ha citato uno dei padri della separazione tra Stato e Chiesa, Aristide Briand: “È un testo per pacificare gli animi e ridare forza alla République”.

Anche se il governo insiste sul fatto che non è nel mirino una religione ma derive individuali, è evidente che molte misure puntano a combattere il radicalismo islamico. La legge permette di sciogliere più rapidamente associazioni o di chiudere moschee che non rispettano i valori repubblicani, di arginare il fenomeno di scuole coraniche, di mettere al bando i certificati di verginità o di espellere gli stranieri che praticano la poligamia. Sull’onda dell’attentato contro Samuel Paty, avvenuto a ottobre, sono state inserite misure contro chi mette in pericolo lavoratori dello Stato attraverso la diffusione di dati privati com’era successo all’insegnante. Vengono inasprite le norme contro chi vuole imporre una visione religiosa nei servizi pubblici. Vale nel mondo della scuola ma anche negli ospedali dove alcuni uomini rifiutano ad esempio che le loro mogli siano esaminate da ginecologi maschi.

Sulla nuova legge sarà battaglia: l’opposizione ha già presentato 1700 emendamenti sui 51 articoli. Per la destra il governo è stato troppo timido contro l’islamismo, mentre la sinistra teme una stigmatizzazione dei musulmani e critica la mancanza di misure di aiuto sociale. Timori ripresi dai media americani in un Paese dove il rapporto alla religione è molto diverso.

Il rischio, spiegano alcune associazioni, è che la laicità venga usata come pretesto per discriminare chi è religioso, e in particolare i musulmani. Un equivoco secondo Emmanuel Macron che ha mandato una lettera al Financial Times e chiamato il New York Times per spiegare cosa sia la “neutralità” dello Stato rispetto ai culti. “Il nostro obiettivo – ha spiegato il leader – è combattere contro quei gruppi e quelle associazioni che, in nome di un’ideologia, vogliono separarsi dalla Repubblica”.

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Usa, Biden pronto a regolarizzare 11 milioni di migranti. L’obiettivo: legalità contro repressione

Il piano è ambizioso: legalizzare 11 milioni di clandestini che già vivono negli Stati Uniti. L’immigrazione era stato uno dei cavalli di battaglia di Donald Trump e lo sarà anche per Joe Biden, ma a parti completamente rovesciate nel programma, negli aiuti, nella filosofia su come affrontare il delicato problema. Il nuovo presidente ha deciso di affrontare di petto la questione immigrati fin dal primo giorno dopo l’insediamento alla Casa Bianca, in quello che vuole essere allo stesso tempo una grande riforma e un atto simbolico di rottura totale con il recente passato ‘trumpiano’: legalità contro repressione, apertura contro muri.

Alle nuove carovane di migliaia di migranti in arrivo dall’America Centrale che bussano alle porte degli Stati Uniti, la nuova Casa Bianca ha lanciato un messaggio chiaro (“non venite ora”), perché gli afflussi al confine meridionale con il Messico rischiano di diventare ingestibili. Con la promessa di ridefinire rapidamente le procedure per l’idoneità all’asilo politico e al ricongiungimento familiare e per varare altrettanto rapidamente un nuovo percorso di immigrazione legale.

Il pacchetto legislativo che Biden ha intenzione di inviare al Congresso prevede due percorsi paralleli per ottenere la cittadinanza americana. Uno più breve, che riguarda circa un milione di persone che oggi hanno uno status di ‘protezione temporanea’, come i cosiddetti Dreamers (gli immigrati clandestini arrivati negli Stati Uniti da bambini e che da anni vivono, studiano e lavorano negli Usa) o i ‘lavoratori essenziali’ (operatori sanitari, camionisti, impiegati dei supermercati), il cui lavoro in tempi di pandemia è ancora più rilevante. Un secondo, più lungo, che interessa almeno dieci milioni di clandestini, concentrati soprattutto nelle grandi metropoli e in alcuni Stati del sud come Florida e Texas.

Quest’ultimo percorso richiama altre leggi sull’immigrazione, ad iniziare da quella voluta da George W. Bush, che venne bocciata dal partito repubblicano che controllava il Congresso, solo in parte ripresa durante la presidenza di Barack Obama. Biden intende ampliarla con un significativo cambiamento: non legando più l’allargamento dell’immigrazione alla politiche di sicurezza lungo i confini. Ron Klain, capo dello staff della nuova Casa Bianca, nel promemoria che ha mandato a tutti i componenti della prossima amministrazione ha scritto che la nuova legge “restituirà l’umanità al nostro sistema di immigrazione”.

Con le nuove direttive gli immigrati clandestini avranno diritto alla residenza legale permanente (la ‘green card’) dopo aver vissuto cinque anni negli Stati Uniti e alla cittadinanza americana dopo altri tre anni. Non sarà facile per Biden farla passare al Congresso. Nonostante adesso i democratici abbiano la maggioranza sia alla Camera dei Rappresentanti che al Senato, il disegno di legge vedrà probabilmente una forte opposizione e una grande pressione delle lobby anti-immigrazione. E non è escluso che qualche deputato o senatore democratico, negli Stati di confine dove il problema è più sentito, si schieri (con un occhio alle elezioni di Mid Term del 2022) insieme ai repubblicani per far fallire il progetto di riforma.

Per accelerare l’iter legislativo Biden (e soprattutto la vice-presidente Kamala Harris, che è la vera anima della riforma sull’immigrazione) hanno previsto di varare nei primi giorni di lavoro della nuova amministrazione una serie di ordini esecutivi che, combinati con una serie di progetti di leggi già in approvazione (o approvati) alla Camera, segnino l’avvio di un processo che cambierà in modo definitivo le regole dell’immigrazione. Dando la cittadinanza a milioni di americani che vivono, lavorano, pagano le tasse negli Usa e non sono tali solo per questioni giuridiche. E che in futuro potrebbero diventare 11 milioni di nuovi elettori.

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Perché il giuramento di Biden sarà diverso dal solito

NEW YORK. Alle 12 in punto di mercoledì 20 gennaio Joe Biden diventerà il 46° presidente degli Stati Uniti. Quella di mercoledì sarà la 59ª cerimonia dell’Inauguration Day. Per motivi di sicurezza e sanitari sarà un evento molto diverso dal passato. Rispetto a quattro anni non fa ci sarà il grande pubblico e una vera parata d’onore lungo Pennsylvania Avenue. Niente pranzo al Congresso, ma solo un sobrio scambio di doni tra presidente, vice e membri di Capitol Hill. Saranno diversi anche i toni del primo discorso ufficiale. Biden lancerà un messaggio di unità all’America, spiegando come intende combattere la pandemia e ricomporre le divisioni del Paese. Nel 2017 Trump, con il discorso più breve dai tempi di Jimmy Carter nel ’77, ricalcò i toni populisti e nazionalisti dei suoi comizi, evocando più volte lo slogan “America First” e ribadendo la sfiducia nella democrazia. Come il repubblicano Richard Nixon, che nel ’74 non presenziò al giuramento di Gerald Ford, così Trump non parteciperà all’insediamento del suo successore. A ottobre, secondo i media americani, The Donald aveva provato alla Casa Bianca il discorso di inaugurazione del suo secondo mandato. Vediamo che cosa prevede il programma della cerimonia di insediamento e le differenze con il passato.

Il tema

Quest’anno sarà “America United”. E’ il messaggio che ispirerà tutta la cerimonia e, come ha spiegato la commissione per l’inaugurazione presidenziale, “riflette l’inizio di un nuovo viaggio a livello nazionale che riporterà lo spirito americano, unendo il Paese e creando un percorso per un futuro più luminoso”.

I precedenti

Con Donald Trump, quattro anni fa, il tema fu “Make America Great Again”. Trump anticipò la prima frase in un’intervista a Fox News. “Ringrazio tutti, tutti i presidenti”. Nel 2009, Barack Obama lanciò “A New Birth of Freedom”, nel 2013 “Faith in America’s Future”.

La sicurezza
La commissione organizzatrice sostiene che la “massima priorità sarà la sicurezza dei cittadini mentre verranno celebrate le tradizioni americane”. i circa mille partecipanti ammessi alla cerimonia dovranno indossare la mascherina e rispettare il distanziamento sociale di sicurezza. Tra soldati della Guardia nazionale, agenti di polizia e agenti federali, saranno in 25 mila a presidiare l’area federale a Washington. Il National Mall e i Memorial Parks sono stati chiusi per motivi di sicurezza. Dal 15 gennaio tutti i parcheggi nella zona tra Casa Bianca e Capitol Hill, sede del Congresso, e teatro dell’assalto dei manifestanti il 6 gennaio, sono chiusi. Chiuse fino al 21 gennaio l’accesso ai ponti della zona e tredici stazioni della metropolitana. Saranno chiuse al pubblico Constitution Avenue da Rock Creek Parkway alla 17th Street NorthWest, dalla H Street alla 15th Street, Pennsylvania Avenue dalla 15th Street NorthWest alla 3rd Strett SoutWest.

A due gruppi di cento manifestanti sono state destinate due aree: la Navy Memorial Plaza e il John Marshall Park, entrambi lungo Pennsylvania Avenue. I partecipanti saranno perquisiti accuratamente e tenuti sempre sotto sorveglianza.

Precedenti
Nel 2017 furono impiegati più di 11 mila uomini delle forze armate e dei reparti della Guardia nazionale, a cui si aggiunsero polizie e agenzie federali.

Il pubblico

In passato i rappresentanti del Congresso avevano a disposizione 200 mila biglietti da destinare ai propri elettori di riferimento. Quest’anno, per motivi di sicurezza e sanitari, sono stati solo un migliaio i tagliandi disponibili.

Precedenti

Nel 2009 per il giuramento di Obama furono circa due milione le persone che assistettero alla cerimonia. Nel 2017, Trump disse che alla sua cerimonia aveva partecipato la “folla più vasta della storia”, ma da un riscontro fotografico venne quantificata in circa 600- 700 mila il numero dei partecipanti.

Gli ospiti d’obbligo

i giudici della Corte Suprema, i membri del Congresso, gli ufficiali militari, gli ex presidenti, altri dignitari.

I protagonisti della cerimonia

Amanda Gorman, 22 anni, poetessa afroamericana, leggerà un brano.

Alle 11,30 Lady Gaga canterà l’inno americano “The Star spangled banner”, mentre Jennifer Lopez darà vita a un’esibizione musicale con coreografie. L’invocazione di rito sarà pronunciata dal reverendo Leo J. O’Donovan, ex presidente di Georgetown University, mentre il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà alla bandiera e agli Stati Uniti, sarà letto da Andrea Hall, prima donna afroamericana nominata tenente dei vigili del fuoco. La benedizione verrà impartita dal reverendo Silvester Beaman della chiesa metodista episcopale di Wilmington, Delaware, e confessore da oltre trent’anni di Biden.

Precedenti

Con la giovane poetessa Gorman continuerà la tradizione dei presidenti democratici che hanno sempre chiamato poeti, come Robert Frost che, all’inagurazione di John F. Kennedy, nel ’61, ebbe il compito di leggere “The Gift Outright”, ma poi recitò i versi a memoria per il riverbero del sole sulla neve che gli aveva oscurato la vista attraverso gli occhiali. Nel ’93, per Bill Clinton, Maya Angelou lesse “On the Pulse of Morning”. Nel 2013 Richard Blanco lesse “One Today” per il secondo mandato di Obama. Alla cerimonia di Trump non furono previsti poeti.

Tra i musicisti, Aretha Franklyn e il violoncellista Yo-Yo Ma si esibirono nel 2009 per il primo Inauguration Day di Obama. Beyoncé cantò l’inno al secondo mandato di Obama. Con George W. Bush si esibì, alla vigilia, Ricky Martin. Con Trump spazio alle star televisive come Jackie Evancho, 17 anni, la cantante che si era piazzata al secondo posto nell’edizione di “America’s Got Talent” 2010. Ospiti anche la corale dlla Missouri State University, and il The Mormon Tabarnacle Choir e le ballerine del The Radio Rockettes.

Il rito

L’arrivo: Biden non raggiungerà Washington in treno da Wilmington, Delaware, come era previsto all’inizio. La decisione è stata presa per motivi di sicurezza. Come tradizone il futuro presidente dormirà con la moglie alla Blair House, una residenza dell’800 vicino alla Casa Bianca.

Ore 12 (18 in Italia) comincia l’era Biden: Il democratico giurerà dal palco allestito nell’ala ovest del Campidoglio, o Capitol Hill, assieme alla vicepresidente Kamala Harris, che avrà giurato cinque minuti prima, intorno alle 11,54-11,55. La tradizione impone che tocchi al presidente della Corte Suprema pronunciare la formula inserita nella sezione 1 della Costituzione americana, all’articolo 2, e il presidente deve ripetere il testo. Al termine, una batteria di obici del 3° reggimento fanteria dell’esercito renderà omaggio al presidente con 21 colpi a salve, mentre la banda d’onore eseguirà le note dell’inno “Hail to the Chief”, “Saluto al comandante”.

Dove: fino all’insediamento di Jimmy Carter, nel ’77, il giuramento veniva fatto nel portico est di Capitol Hill. Dal 1981 con Ronald Reagan si è utilizzato il lato ovest. Nell’85 la cerimonia venne svolta al chiuso a causa delle condizioni atmosferiche: dopo la nevicata che aveva coperto Washington, la temperatura era scesa a -14. Venne annullata anche la parata.

Il testo del giuramento: Il presidente eletto leggerà il testo del giuramento che dice: “Io, Joseph Robinette Biden Jr, giuro solennemente di adempiere con fedeltà all’ufficio di presidente degli Stati Uniti, e di preservare, proteggere e difendere la Costituzione al meglio delle mie capacità. Dunque che Dio mi aiuti”. Biden giurerà su una bibbia appartenuta alla sua famiglia, di origine irlandese, fin dalla fine dell’800.

I precedenti

Dal 1798 al 1933 il presidente americano giurava il 4 marzo, ma poi nel ’33 venne fatta una modifica al ventesimo emendamento che spostò la data al 20 gennaio. Obama commise errori nel leggere la formula in entrambi i giuramenti del suo doppio mandato. Lui e Trump hanno qualcosa in comune: hanno utilizzato entrambi la Bibbia appartenuta a Abramo Lincoln.

La curiosità

La formula “so help me God”, “Che Dio mi aiuti” sarebbe stata aggiunta da George Washington e non è compresa ufficialmente nel testo. Ogni presidente decide se usarla o no, ma è considerata ormai prassi normale.

Il discorso

il nuovo presidente farà il discorso inaugurale in cui parlerà del suo piano per sconfiggere la pandemia, ricostruire il Paese, unificarlo e sanare le tensioni sociali.

Precedente

Quello di Trump, nel 2017, durò circa 16 minuti e fu formato da 1433 parole. Fu il discorso più breve di un presidente dai tempi di Jimmy Carter, nel ’77. I toni toccarono il nazionalismo e la sfiducia nella democrazia, in cui le parole “America first” risuonarono più volte. I giornali lo definirono un discorso che ricalcava i toni utilizzati nei comizi in tutta la campagna.

La curiosità: è di George Washington il record per il discorso più breve, 135 parole in tutto, ma facevano parte del suo secondo mandato. Il discorso più lungo è stato fatto da William Harrison, nel 1841: usò 8.495 parole. Morirà appena un mese dopo di polmonite e tifo.

L’omaggio ai Caduti

Finita la cerimonia, il presidente Biden e la vice Harris, assieme ai rispettivi coniugi, la First Lady Jill Biden e il Second Gentleman Doug Emhoff, passeranno in rassegna le truppe, nell’ala est di Capitol Hill, a simboleggiare la transizione pacifica di potere da un Commander in Chief a un altro. A seguire, i quattro visiteranno il cimitero monumentale di Arlington dedicato ai Caduti, e saranno raggiunti da tre ex coppie presidenziali: Barack e Michelle Obama, George W. e Laura Bush, Bill e Hillary Clinton.

La parata: ore 15 (le 21 in Italia)

I Biden verranno scortati alla Casa Bianca. Qui ci sarà la “Parade Across America”, lungo tutta Pensylvania Avenue, che conduce dal Campidoglio alla Casa Bianca, residenza del presidente. La parata (senza pubblico causa Covid) sarà trasmessa in tv. Sono previsti spettacoli in tutto il Paese.

I precedenti

Quattro anni fa Trump e Melania sfilarono davanti a ottomila persone. Nel ’77 il presidente democratico, Jimmy Carter, decise di fare il percorso interamente a piedi. La parata lungo Pennsylvania Avenue venne inaugurata da Thomas Jefferson, nel 1805.

Come seguire la cerimonia sul web e le piattaforme social: L’intera cerimonia sarà visibile sui canali televisivi internazionali, YouTube, Facebook, Twitter e Twitch, Amazon Prime Video, Microsoft Bing, e sul sito httips://bideninaugural.org/watch.

Lo show in tv in Usa
Alle 8,30 di sera (le 2,30 in Italia) condotto dall’attore premio Oscar Tom Hanks, andrà in onda su molti network, da Abc a Cbs, Cnn, Nb, Msnbc, Pbs, compresi i canali conservatori Fox e NewsNow, in prima serata un programma di novanta minuti, “Celebrating America”, che presenterà i messaggi e i passaggi più importanti del presidente Biden e della vicepresidente Harris. Previste le partecipazioni in remoto di Bruce Springsteen, Ant Clemons, Jon Bon Jovi, i Foo Fighters, Eva Longoria, John Legend, Kerry Washington, Demi Lovato e Justin Timberlake. Tra gli ospiti personaggi dello sport come l’icona del basket Nba Kareem Abdul-Jabbar, e Kim Ng, diventata il 13 novembre 2020 la prima donna general manager del baseball professionistico maschile, i Miami Marlins.

Cosa non ci sarà
Oltre all’assenza di pubblico e la parata virtuale, è stato annullato il pranzo d’onore al Campidoglio con i membri del Congresso, che si teneva dal 1953 dopo la cerimonia di insediamento. Nel 2017 al pranzo in onore di Trump e del suo vice, Mike Pence, vennero servite portate di aragosta, gamberi, agnello grigliato con patate gratin, soufflé di cioccolato e gelato alla vaniglia. Stavolta l’incontro sarà limitato a uno scambio di doni tra presidente, vice e membri del Congresso.

Cosa farà Donald Trump

Il presidente uscente lascerà Washington prima che cominci la cerimonia di insediamento. In passato era successo altre volte: John Adams non andò all’insediamento del successore, Thomas Jefferson, nel 1801, così come John Quincy Adams a quello di Andrew Jakson nel 1829, e Andrew Johnson a quello di Ulysses Grant, nel 1869. Richard Nixon, che si era dimesso dopo lo scandalo Watergate, nell’agosto del ’74 non presenziò al giuramento del suo vice, Gerald Ford. Trump, unico presidente della storia americana a finire due volte sotto impeachment, dovrebbe partire in aereo dalla base Andrews diretto in Florida, dove starà con tutta la famiglia, compresi i figli maggiori Donald Jr, Ivanka e Eric. Il presidente uscente ha chiesto che venisse organizzata una cerimonia per il suo congedo, con tappeto rosso, banda militare e i 21 colpi sparati a salve in segno di saluto. A ottobre, hanno raccontato i media americani, aveva provato anche il discorso di investitura per il secondo mandato.

Argomenti
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Un mese nel segno di Primo Levi

Considerate se questo è un uomo. Una frase che è un’intimazione e una domanda rivolta direttamente a te, accompagnata da uno sguardo che fissa negli occhi e non dà tregua. Alla fine bisogna rispondere, e la risposta che dai dice chi sei. Una frase che è un verso di una delle più importanti poesie del Novecento italiano. Si trova all’inizio di un classico della letteratura mondiale e ne ispira il titolo: ” Se questo è un uomo”, l’esordio narrativo di Primo Levi. Pubblicato nel 1947 dalla casa editrice De Silva, per volontà del suo direttore Franco Antonicelli, verrà riproposto da Einaudi nel 1958. Da allora comincia la fortuna del libro e dell’autore.

La poesia che introduce il racconto “nato -come spiega lo stesso Levi- fin dai giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi”, comincia così: “Voi che vivete sicuri/ Nelle vostre tiepide case,/ Voi che trovate tornando a sera/ Il cibo caldo e visi amici:/ Considerate se questo è un uomo/ Che lavora nel fango/ Che non conosce pace/ Che lotta per mezzo pane/ Che muore per un sì o per un no./ Considerate se questa è una donna,/ Senza capelli e senza nome/ Senza più forza di ricordare/ Vuoti gli occhi e freddo il grembo/ Come una rana d’inverno”.

Formidabile. Fondamentale. Da ricordare. Da scolpire nel nostro cuore, da ripetere ai nostri figli, come chiede Levi. Nel nome del ricordo e di Primo Levi, il Circolo dei Lettori, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, organizza online sul profilo facebook e sul sito “Io so cosa vuol dire non tornare”: non un Giorno della Memoria, ma un mese intero dedicato alla memoria attraverso la voce di un testimone di Auschwitz.

Da giovedì fino a martedì 16 febbraio. Iniziativa utile dalla giusta ambizione: cercare di contribuire a non far più accadere l’orrore. Una serie di incontri e lezioni. Nove appuntamenti fra letteratura e scienza, più una mostra fotografica, tre podcast e un gruppo di lettura dedicato al rapporto di Levi con Torino. Si comincia dopodomani alle 21. Con la poesia. Titolo della serata, ” Annunciazione. Dodici poesie intorno ad Auschwitz” a cura di Domenico Scarpa, consulente editoriale del Centro studi Primo Levi. Si va alla scoperta dei versi di Levi, con Scarpa che spiega e racconta e Valter Malosti che legge dodici poesie.

La più famosa, quella di “Se questo è un uomo”, non c’è. Uno se la tiene cara e la ripete per conto suo. Qui ne scopre altre, molto meno conosciute. Fra tutte, colpisce ” Il primo Atlante”, che è un giro del mondo, un volo colorato pieno di bizzarrie e invenzioni, con un bellissimo finale.

« Sono un uomo che crede poco alla poesia e tuttavia la pratica » confessava una trentina di anni or sono Levi. E aggiungeva: « Ho l’impressione che la poesia in generale stia diventando uno strumento portentoso di contatto umano » . Sin da giovane ha scritto versi per dare forma al suo sentire. E subito dopo Auschwitz, il primo modo di esprimersi, di mettere parole sulla carta, è stato in poesia. Al filosofo Theodor Adorno, secondo il quale dopo Auschwitz non si poteva più fare poesia, ribatteva che proprio nel 1945-1946 la poesia gli sembrò più idonea della prosa a esprimere ciò che gli pesava dentro. E precisava: ” Dicendo poesia, non penso a niente di lirico”.

Con la poesia, frutto di una lettura morale della realtà, Levi gioca, riflette, racconta di animali e di piante. Le prime ventitré le stampa in trecento copie nel 1970, battute a macchina, senza titolo, con la copertina in cartoncino. Nel 1975, con l’editore milanese Vanni Scheiwiller, All’insegna del pesce d’oro, ne escono ventisette con il titolo “L’osteria di Brema”. Infine, nel 1984 Garzanti pubblica ” Ad ora incerta” (ristampato nel 2019), che recupera le precedenti. Sono sessantatré in tutto, più dieci traduzioni, la maggior parte da Heinrich Heine.

Dopo la poesia, il ciclo prosegue con la prosa. Martedì prossimo Elena Loewenthal e Alain Elkann ricordano un altro sopravvissuto alla Shoah, lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld, autore di “L’immortale Bartfuss” in uscita da Guanda. Il 26 gennaio viene presentato “Auschwitz, città tranquilla”, dieci testi narrativi e due poesie di Levi pubblicato da Einaudi. Gli appuntamenti di gennaio si chiudono giovedì 28 con Fabrizio Gifuni che, in dialogo con Ernesto Ferrero, racconta e legge ” I sommersi e i salvati”, l’ultimo lavoro di Levi, un saggio che è un ragionamento sui luoghi e i modi dell’orrore, del genocidio, dell’olocausto. Un altro seme che fa germogliare memoria.




Emergenza Covid-19: le nuove regole in vigore fino al 15 gennaio

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto legge 5 gennaio 2021 n. 1 che dispone le nuove restrizioni in vigore dal 7 al 15 gennaio. Fino al 10 gennaio le misure saranno uguali per tutto il territorio nazionale, poi dall’11 gennaio si tornerà alla divisione per colori, ma con nuovi parametri e che riportano in area arancione Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia dell’Istituto superiore di sanità, ha firmato in serata una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 10 gennaio fino a venerdì 15 gennaio, data in cui scadrà il Dpcm. 

Fino al 15 gennaio, quindi, bar e ristoranti saranno chiusi (consentita la consegna a domicilio e l’asporto fino alle ore 22.00), le scuole superiori proseguiranno con la didattica a distanza e sarà vietato uscire dal proprio Comune, ad eccezione degli spostamenti da quelli con popolazione fino a 5mila abitanti per un raggio di 30 chilometri dai confini. A far scattare la zona arancione per le 5 regioni sono state le modifiche introdotte con il decreto del 5 gennaio, che hanno abbassato la soglia dell’Rt che determina il posizionamento nelle fasce: con Rt superiore a 1,25 anche nel valore minimo e rischio moderato si passa in zona rossa, con Rt ad 1 si va in arancione.

 

Nuovo Dpcm in arrivo

Nel nuovo Dpcm con le misure antipandemiche è prevista, secondo quanto apprende l’Ansa, la conferma delle attuali misure mentre si stanno valutando nuove restrizioni, anche se al momento non sembrerebbero essere già state definite le nuove misure. Tradotto: prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 luglio, mondiali di sci a Cortina a porte chiuse, niente riapertura degli impianti sciistici. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico ribadiscono la loro contrarietà all’allentamento delle misure restrittive e, anzi, invitano il governo in vista del nuovo Dpcm che entrerà in vigore dopo il 15 gennaio a mantenere i provvedimenti emergenziali per altri sei mesi.

L’impianto del nuovo provvedimento è comunque definito: verranno confermati il divieto di spostamento tra le regioni, anche quelle gialle, il coprifuoco dalle 22 alle 5, l’apertura dei ristoranti fino alle 18 nelle zone gialle, la regola che consente una volta al giorno a massimo due persone di andare a trovare parenti e amici. Con il Dpcm sarà poi introdotto il divieto di vendita d’asporto per i bar a partire dalle 18 (anche se nelle ultime ore si sa strada l’ipotesi di vietare solo la vendita di bevande) per evitare gli assembramenti e, soprattutto, l’intervento sugli indici di rischio, per facilitare l’ingresso in zona arancione delle regioni a rischio alto. Una misura che si accompagna all’abbassamento della soglia dell’Rt: con 1 si va automaticamente in zona arancione, con 1,25 in zona rossa. Modifiche che porteranno mezza Italia in arancione e una parte in rosso: ad oggi sono 12 tra regioni e province autonome in questa situazione, con Lombardia e Emilia Romagna nelle prime posizioni.

Fino al 15 gennaio

Fino al 15 gennaio 2021, nelle regioni in cui si applicano le misure di cui all’articolo 3 del Dpcm 3 dicembre (cd zona rossa), è altresì consentito lo spostamento, in ambito comunale, una sola volta al giorno, tra le ore 5:00 e le ore 22:00, verso una sola abitazione privata, nel limite di due persone, ulteriori rispetto a quelle già conviventi in tale abitazione, e ad esclusione dei minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale, e alle persone disabili o non autosufficienti che con queste convivono. Per i comuni con popolazione non superiore a 5000 abitanti lo spostamento è consentito anche per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

Vediamo nel dettaglio cosa cambia per il mondo della ristorazione e del commercio al dettaglio.

 

BAR E RISTORANTI

MISURE ZONA GIALLA “RAFFORZATA” (7-8 GENNAIO)

  • Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00.
  • Dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.
  • Nessuna restrizione per la ristorazione con consegna a domicilio.
  • Ristorazione con asporto consentita fino alle ore 22.00 con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

MISURE ZONE ARANCIONI (9-15 GENNAIO)

  • Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie).
  • Nessuna restrizione per la ristorazione con consegna a domicilio.
  • Ristorazione con asporto consentita fino alle ore 22.00.

 

 

ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO

MISURE ZONA GIALLA “RAFFORZATA “ (7-8 GENNAIO)

  • Negozi aperti

MISURE ZONE ARANCIONI (9-15 GENNAIO)

  • Nei giorni festivi e prefestivi sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole.