Contributo a fondo perduto per attività nei centri storici 

Rimane aperto fino al 14 gennaio il bando per il contributo a fondo perduto per le attività economiche e commerciali presenti nei centri storici. Il contributo è destinato alle sole imprese che esercitano attività nella città di Bergamo e nelle zone individuate dall’Amministrazione comunale. Per usufruire del beneficio è necessario che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di giugno 2020 sia inferiore ai due terzi rispetto a quello del mese di giugno 2019. Per chi ha iniziato l’attività a partire dal 1 luglio 2019 il contributo spetta anche in assenza di questa condizione. Per informazioni consulenza@ascombg.it




Sos Lavoro, dalla gestione dell’emergenza al riposizionamento strategico

Il progetto “Sos Lavoro -Supporto, Organizzazione e Sostenibilità” di Ascom Confcommercio Bergamo prevede l’intervento di un team di professionisti qualificati ed esperti dell’area Lavoro e Welfare per assistere le imprese nella definizione e attuazione delle misure necessarie nel breve periodo, oltre a mettere in atto una revisione strategica nel lungo periodo. Attraverso una consulenza personalizzata saranno valutati i punti critici e le priorità operative, definiti gli interventi di ottimizzazione, riorganizzazione, cambiamento organizzativo. “Il progetto nasce per rispondere alle crescenti richieste delle imprese, in un momento di grande difficoltà economica e disorientamento generale – sottolinea Enrico Betti, responsabile Area Lavoro, Welfare e Relazioni sindacali-.E’ necessario coniugare la gestione emergenziale con quella di riposizionamento strategico sul mercato o di miglioramento della situazione organizzativa– Bisogna prepararsi a sostenere l’auspicabile ripresa senza farsi trovare impreparati”. Il ricorso agli ammortizzatori “emergenziali” ha sicuramente contribuito a sostenere imprese e lavoratori nella fase più critica, ma per affrontare al meglio l’immediato futuro in condizioni di sostenibilità, è prioritario che le imprese adottino dei piani e interventi anche operativi, da eventuali procedure sindacali, vertenze e amministrative al ricorso a piattaforme dedicate per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il servizio risponde alla crescente richiesta da parte degli imprenditori, alle prese con una crisi economica senza precedenti, di adottare piani e interventi sul fronte strategico e organizzativo. Le imprese vanno aiutate non solo a gestire gli ammortizzatori sociali e le pratiche conseguenti ma a riposizionarsi come business. È indispensabile cercare di anticipare come ripartirà il mercato dopo le nuove restrizioni, disegnare le esigenze in termini di risorse umane, ripensare alle figure che potranno essere di aiuto non tanto in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi. 

Per informazioni: lavoro@ascombg.it, 0354120306 




Sos Sostenibilità, con Ascom consulenza per contenere i costi, rinviare pagamenti e accedere a fondi e aiuti

Oscar Fusini

Ascom Confcommercio Bergamo lancia un nuovo servizio per rispondere all’esigenza delle imprese di contenere costi fissi, rinviare pagamenti o rimodulare finanziamenti e accedere a fondi e aiuti messi a disposizione. Lo sportello “Sos Sostenibilità” fornisce agli imprenditori la possibilità di trovare in associazione un unico interlocutore di riferimento in grado di rispondere, con il supporto di varie aree di consulenza, alle diverse problematiche immediate e nel breve e medio periodo, facendo fronte alla situazione d’emergenza e creando i presupposti per la ripartenza, con una riorganizzazione sostenibile da un punto di vista economico. Attraverso l’analisi dei principali indicatori del ciclo finanziario e gestionale dell’impresa, lo Sportello svolge un’azione di verifica e di consolidamento dell’equilibrio finanziario aziendale, individuando le migliori soluzioni per ridurre o rinviare nel tempo, le rate di prestiti in corso, rivedere i contratti in essere, abbattere i costi fissi – a partire dalle utilities- e beneficiare delle risorse messe a disposizione da bandi e altre misure di sostegno alle imprese. “L’idea nasce dall’esigenza di garantire alle imprese una consulenza qualificata su più fronti, per riuscire a superare la crisi più pesante mai vissuta dalle imprese dal secondo dopoguerra e limare ogni possibile voce di spesa- spiega Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Sono diverse le voci che vanno ad incidere sui costi fissi e in molti casi è possibile intervenire, apportando un buon risparmio alle imprese. Mai come oggi è indispensabile concentrarsi sui conti economici e i bilanci, dal flusso di cassa ai costi indiretti, dagli affitti al costo dei finanziamenti”. I dati dell’ultimo Osservatorio congiunturale Ascom -Format Research evidenziano la difficoltà per le imprese del terziario: “Gli imprenditori si stanno indebitando più ora che a marzo- continua Oscar Fusini-. La propensione degli imprenditori del terziario agli investimenti è crollata e il 53% di chi li aveva in programma vi ha rinunciato definitivamente. Calano i costi di istruttoria ma aumentano quelli del finanziamento e soprattutto cresce il costo dei servizi bancari. I tempi in molti casi sono troppo lunghi per le esigenze e la sopravvivenza stessa delle imprese”. Se oltre la metà delle domande di finanziamento è stata accolta, secondo la ricerca,  il 18% ha ottenuto meno di quanto richiesto e il 24,8% delle imprese è ancora in attesa di una risposta.

La Cooperativa di Garanzia Fogalco, impegnata sin dalle primissime fasi della consulenza dello Sportello Sos Sostenibilità, è a disposizione per facilitare l’accesso al credito delle imprese e migliorare le condizioni e i costi bancari, valutare l’opportunità di moratorie e sospensioni rate, oltre a fotografare la situazione finanziaria dell’impresa in base all’analisi di bilancio e a illustrare eventuali opportunità legate a bandi e contributi. 

Per dare  un taglio alle bollette e abbattere costi fissi delle imprese del terziario, dalle realtà più piccole a quelle strutturate, con la garanzia di energia verde, proveniente da fonti rinnovabili, basta un’analisi accurata e un check-up energetico, a cura, nell’ambito del progetto “Sos”, dell’Area Gestionale. La consulenza consente di valutare come e dove risparmiare sulle forniture, a partire dalle accise agevolate di cui alcune attività possono beneficiare ma che non sempre trovano corretta applicazione in fattura, con un risparmio che sfiora il 30% in bolletta. Rivedere i contratti di fornitura è un’opportunità ma anche una necessità visto l’obbligo di passaggio al libero mercato dal 1°gennaio del 2022. 

Grazie al check-up finanziario ed energetico, unito ad un’analisi su misura dell’area fiscale e una valutazione della possibile  rinegoziazione dei canoni di locazione  a cura dell’area Ata-Ascom, gli imprenditori possono avere un quadro completo e fedele della loro attività e mettere a punto opportune strategie per garantire la continuità d’impresa e creare i presupposti ideali per stare sul mercato e competere, guardando oltre la crisi e il blackout finanziario attuale. 

Per richiedere una prima consulenza e valutare le aree di intervento, gli imprenditori possono rivolgersi allo Sportello Sos Ascom Confcommercio Bergamo: sportellosos@ascombg.it 




Camera di commercio: rallenta il percorso digitale delle imprese, investimenti al palo

Il sistema camerale lombardo, nell’ambito delle iniziative legate ai Punti Impresa Digitale, ha avviato nel 2017 il monitoraggio dei livelli di conoscenza e di utilizzo degli strumenti e delle tecnologie di Impresa 4.0 tra le imprese. Con la rilevazione compiuta nel terzo trimestre del 2020 c’è la possibilità di confrontare i risultati sull’arco di quattro anni.

La rilevazione del 2020 mostra come il livello di conoscenza delle tematiche 4.0 da parte delle imprese bergamasche continui a crescere, anche se per quanto riguarda l’effettivo utilizzo delle tecnologie abilitanti si nota una lieve battuta d’arresto: la percentuale di conoscenza per le imprese industriali, che si confermano quelle più mature nella transizione digitale, sale all’82%, ma calano lievemente le quote relative alle imprese che stanno valutando una futura adozione delle tecnologie 4.0 e a quelle che le hanno già implementate. Questo rallentamento può essere dovuto ai notevoli sforzi compiuti negli anni precedenti, che avevano visto una crescita sostenuta anche grazie agli incentivi del Piano Nazionale Impresa 4.0, ma anche alle difficoltà di investire in uno scenario di estrema incertezza come quello attuale.

Gli altri settori mostrano percentuali di conoscenza e utilizzo molto inferiori rispetto al comparto industriale, complice una dimensione media minore: i risultati del 2020 fotografano una crescita della conoscenza di queste tematiche, confermando sostanzialmente i livelli registrati nel 2019 per quello che riguarda invece l’effettiva implementazione.

Considerando congiuntamente le risposte delle imprese appartenenti a tutti i settori, le imprese che dichiarano di non conoscere i temi di Impresa 4.0 sono il 29%, 8 punti in meno rispetto all’anno precedente. Di contro, la percentuale di imprese che hanno implementato le tecnologie abilitanti al proprio interno scende dal 19% al 16%.

Il confronto con i risultati emersi a livello lombardo evidenzia che le percentuali bergamasche sono in linea con la media regionale dei diversi settori. Semmai si può riscontrare nell’implementazione un leggero vantaggio per l’artigianato e un lieve ritardo sul terziario. Sulla conoscenza, invece, i valori sempre uguali o superiori ai corrispettivi lombardi.

 Alle imprese che hanno implementato soluzioni 4.0 o che stanno valutando di farlo, in gran parte appartenenti al settore industriale, è stato chiesto quali sono le tecnologie abilitanti di particolare interesse. Le risposte confermano la centralità della manifattura avanzata legata alla robotica, mentre al secondo posto si posiziona ancora l’integrazione verticale e orizzontale, sebbene con una percentuale in calo rispetto agli ultimi anni, a pari merito con il cloud, in crescita rispetto al 2019. Seguono big data & analytics, simulazione, cybersecurity e IoT, mentre più marginali risultano la manifattura additiva e la realtà aumentata.

È stato poi chiesto alle imprese in quali altre soluzioni tecnologiche hanno investito o hanno intenzione di investire a breve termine: si tratta di tecnologie non espressamente previste nel Piano di Industria 4.0 ma che ne sono “propedeutiche” e prevedono comunque l’introduzione di soluzioni digitali. Grande interesse riscuotono tutte quelle tecnologie legate alla gestione dei processi aziendali e alla tracciatura dei prodotti (ERP, MES, PLM, SCM, CRM, RFID barcode), indicate dal 70% dei rispondenti, ma risultano in crescita rispetto allo scorso anno anche i sistemi di pagamento tramite dispositivi portatili e internet e le soluzioni fintech e, soprattutto, i sistemi di commercio elettronico e le app, probabilmente anche come risposta alle misure di contenimento del virus che hanno spesso bloccato i canali commerciali tradizionali.

Supporto finanziario e formazione del personale sono i due servizi che vengono indicati come prioritari dalle imprese per favorire la trasformazione in senso digitale. Il primo è indicato soprattutto dalle imprese di minori dimensioni, mentre l’importanza attribuita alla qualificazione del capitale umano risulta crescente all’aumentare della dimensione d’impresa. Al terzo posto si colloca invece la consulenza specialistica, che viene segnalata soprattutto dalle medie imprese, seguita dal miglioramento delle infrastrutture.

In tema di formazione si è anche indagato su quante imprese abbiano partecipato, nell’ultimo anno, a eventi informativi o seminari per sviluppare le competenze digitali: la quota nel 2020 risulta in linea con il dato dell’anno precedente e con la media regionale. L’industria è ancora una volta il settore con i risultati più elevati, sebbene in calo rispetto al 2019, seguito dai servizi, che mostrano invece un miglioramento; inferiore la partecipazione per commercio al dettaglio e artigianato.

I temi trattati in questi eventi e seminari hanno riguardato prevalentemente l’introduzione alle tecnologie 4.0, le loro applicazioni settoriali e le agevolazioni fiscali, ma con percentuali in netto calo rispetto al 2019. In diminuzione anche l’interesse verso gli obblighi normativi sulla digitalizzazione: PEC, firma digitale e fatturazione elettronica nella maggior parte dei casi dovrebbero ormai essere stati recepiti dalle imprese. Cresce invece in misura intensa il bisogno di formazione sui temi del web marketing e dell’e-commerce, probabile spia della necessità da parte delle imprese di trovare nuovi canali di contatto con i propri clienti in seguito al duro impatto delle misure di contenimento della pandemia.

Per quasi la metà delle imprese intervistate il risultato dell’introduzione delle tecnologie digitali in senso lato, quindi non solo di quelle strettamente 4.0, è stato soprattutto un aumento di efficacia e di efficienza, seguito dalla riduzione degli sprechi e dall’aumento della qualità. Le percentuali risultano più elevate per le imprese industriali, dove le tecnologie digitali risultano maggiormente diffuse, sebbene anche in questo settore una su tre dichiari di non averne introdotta nessuna; tale percentuale sale fino a due su tre nelle imprese artigiane, il settore che sembra in posizione meno avanzata lungo il percorso di trasformazione digitale.

Un aspetto fondamentale di questa transizione è la valorizzazione delle informazioni prodotte nello svolgimento della propria attività, la cui importanza non è ancora del tutto compresa dalle imprese: quasi un terzo del campione complessivo dichiara infatti di non avere nessuno strumento di preparazione e diffusione dei dati, in linea con i dati del 2019. Tale percentuale sale nell’artigianato, sebbene il dato risulti in miglioramento rispetto all’anno precedente, mentre nell’industria assume il valore più contenuto. Tra le imprese che producono reportistica prevale ancora la preparazione “manuale” rispetto ai sistemi di business intelligence, tranne nel commercio al dettaglio dove l’utilizzo di tecnologie automatizzate per l’elaborazione dei dati risulta più diffuso rispetto alla reportistica tradizionale. L’elevato grado di maturità delle imprese del commercio in fatto di analisi ed elaborazione delle informazioni, almeno di quelle che realizzano queste attività, emerge anche dalle percentuali di utilizzo dei big data e degli algoritmi di intelligenza artificiale, che risultano superiori agli altri settori; il ruolo della grande distribuzione risulta naturalmente trainante in questo ambito.

Quest’anno è stato inoltre indagato il giudizio delle imprese sulla digitalizzazione dei processi per l’attivazione dello smart working, modalità di lavoro che molte imprese hanno dovuto implementare per poter proseguire l’attività rispettando le misure di contenimento dell’epidemia. Le imprese che hanno dichiarato di non utilizzare il lavoro agile sono il 44% del totale, con punte del 66% nell’artigianato e del 56% nel commercio al dettaglio. Il 22% delle imprese esprime invece una valutazione “buona” o “eccellente” sull’implementazione di questa modalità, a fronte di un 25% che la reputa solo “sufficiente”, indice del fatto che il lavoro agile è stato nella maggior parte dei casi una scelta obbligata ma non ancora pienamente accolta e valorizzata dalle imprese. Il giudizio “tiepido” delle imprese si spiega probabilmente con la difficolta di introdurre non solo le tecnologie necessarie per consentire il lavoro da remoto, ma anche il cambiamento organizzativo e di mentalità che consenta davvero un guadagno di efficienza e una maggiore soddisfazione dei lavoratori. A livello settoriale si riscontrano valutazioni più elevate nei servizi, mentre le imprese artigiane, oltre ad essere meno propense all’utilizzo, si dimostrano anche più critiche nei giudizi.

Le nuove tecnologie digitali e la connettività diffusa” – commenta il presidente Carlo Mazzoleni – “hanno pervaso negli ultimi anni i sistemi economici internazionali, nazionali e locali, influenzando i modelli produttivi e organizzativi delle imprese. Si tratta di una trasformazione che impatta su tutte le strutture funzionali e che richiederà uno sforzo di adattamento da parte del nostro Paese per recuperare il ritardo accumulato rispetto agli altri Stati europei. Il clima di incertezza di quest’anno non ha certamente giocato a favore degli investimenti delle imprese, tuttavia la Camera di commercio prosegue con convinzione nelle sue attività di sostegno diretto e di accompagnamento nel processo di adeguamento digitale già in atto da alcuni anni”. 

 Secondo l’indice Desi, elaborato annualmente dalla Commissione Europea analizzando cinque macro aree (connettività, competenze digitali, uso di Internet da parte dei singoli, integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese e servizi pubblici digitali), l’Italia risulta in buona posizione solo in termini di connettività, grazie all’avanzamento delle attività per il lancio del 5G. È in ritardo sul piano della digitalizzazione delle imprese e, soprattutto, dell’utilizzo di Internet e delle competenze digitali. Ciò fa sì che il livello complessivo di digitalizzazione dell’Italia è, per il quarto anno di seguito, il quartultimo in Europa prima di Romania, Grecia e Bulgaria. 

Nell’ambito della trasformazione in senso digitale della società, e delle imprese in particolare, una spiccata enfasi è stata posta negli ultimi anni sul tema di Impresa 4.0 e delle tecnologie abilitanti che favoriscono quella che è stata definita una possibile “quarta rivoluzione industriale”, tanto da spingere il Governo italiano, sulla scorta di quanto fatto anche da altre nazioni europee, ad adottare un piano nazionale per incentivare gli investimenti in tal senso.




Tornano i banchi non alimentari nei mercati rionali e comunali

Mauro Dolci

Tornano da oggi i banchi non alimentari nei mercati rionali e comunali, con il passaggio in zona arancione della Lombardia. Sono 1500 le attività di commercio su area pubblica bergamasche che possono riprendere la loro attività dopo quattro settimane di stop. Si va così a completare l’offerta commerciale degli appuntamenti settimanali dei mercati, prima limitati alle sole attività alimentari. Si parte già da oggi con il mercato principale di Via Spino in città e, a seguire, in tutti i quartieri cittadini e in tutti i comuni della provincia.

Un passo importante per un graduale ritorno alla normalità e la salvaguardia degli acquisti natalizi nelle bancarelle specializzate in abbigliamento, calzature, accessori e regalistica. “È una notizia attesa dal settore, gravemente provato dai continui stop alle attività, nonostante gli sforzi e gli investimenti per garantire la sicurezza di tutti- commenta Mauro Dolci, presidente provinciale  Fiva- Federazione italiana venditori ambulanti su area pubblica, aderente ad Ascom-. Ci auguriamo di potere continuare a lavorare, sempre nel rispetto delle norme. La notizia della ripresa dei mercati nella completezza della loro offerta arriva alla vigilia dell’inizio del mese più importante per il commercio e per le famiglie per gli acquisti legati alle festività. Ora mi auguro che possano presto riprendere l’attività anche i mercati coperti e quelli legati a fiere e feste, questi ultimi fermi da febbraio”.




Torna la Campagna di Natale del Centro Missionario

Torma anche quest’anno la Campagna di Natale del Centro Missionario Diocesano, giunta alla diciassettesima edizione: un lavoro di rete che si è intensificato sempre più nel corso degli anni e che ha permesso di raggiungere e coinvolgere innumerevoli realtà commerciali, istituzionali, famiglie, bambini e ragazzi, giovani, persone anziane.

La Campagna di Natale ha dato a tutti la gioia di sostenere, in sedici anni, 52 progetti missionari che hanno raggiunto ogni angolo di mondo. Più di 1 milione e 200mila euro sono stati destinati a questi progetti.

La nuova Campagna, la diciassettesima, dal titolo “Avvoltidalle stelle…come il bimbo nella culla”, compartecipata da Ascom Confcommercio Bergamo e Web Solidale, prende il via, come tradizione a fine novembre. “Certamente è un tempo un po’ particolare e molto faticoso, ma nonostante questo, la nostra convinzione è che non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai poveri più poveri, perché è anche così che la Chiesa vive la sua identità di Chiesa in uscita verso le periferie fisiche ed esistenziali di ogni uomo- commenta Don Massimo Rizzi, direttore del Centro Missionario Diocesano-. Questa campagna, come tutte quelle degli anni scorsi, si prefigge l’obiettivo di sostenere alcuni progetti legati alla fragilità in terre lontane e vicine a noi, attraverso alcune iniziative specifiche”.

Al cuore dell’iniziativa, il desiderio di creare percorsi di sensibilizzazione e partecipazione ad alcuni progetti che necessitano di un particolare sostegno e in favore dei quali vengono orientate tutte le varie iniziative che vanno a costellare l’intera campagna. “Nel Natale ci viene donato colui che è vita del mondo: siamo così aiutati a dare spazio alla vita, a porci in suo ascolto, a colorare di speranza l’orizzonte che porta ancora tratti della morte e della sofferenza” continua don Rizzi.

Effetà: a Betlemme, ascolta la vita

La Scuola “Effetà Paolo VI” di Betlemme è una scuola specializzata per la rieducazione audiofonetica di bambini audiolesi che abitano nei territori palestinesi. La scuola, intitolata a Paolo VI è sorta a Betlemme, proprio per volere di papa Montini durante la sua visita in Terra Santa nel 1964; in quella occasione il Papa constatò la presenza di molti bambini non udenti privi di assistenza ed espresse il desiderio che fosse realizzata un’opera educativa per la loro riabilitazione. Nel corsodegli anni la scuola si è specializzata anche nell’ambito medico.
Nelle scorse settimane, attraverso l’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi, è giunta dalle Suore Dorotee la richiesta del rifacimento del riscaldamento dell’intera struttura. Abbiamo accolto la loro richiesta perché siamo certi che garantire a questi ragazzi la possibilità di un ambiente sereno e caldo, favorisce il raggiungimento degli obiettivi dell’istituto. I ragazzi, giunti al termine del ciclo di studi, saranno capaci di affrontare con autonomia la loro vita, costruendo il loro futuro in modo sereno.
Il progetto è compartecipato/condiviso/realizzato insieme con l’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi Filippine, dai casa alla vita Tibagan San Pedro, è uno dei quartieri più periferici e più poveri della metropoli di Manila; in questo quartiere le Suore Orsoline di Somasca sono presenti da 34 anni.
Tra loro una suora bergamasca, suor Vera Ravasio che, insieme alle sue consorelle, attraverso la loro presenza e la loro opera, si impegnano quotidianamente a migliorare le condizioni di vita delle migliaia di poveri, attraverso l’educazione e la formazione delle giovani generazioni e l’assistenza agli anziani e alle famiglie più bisognose. L’appello di suor Vera e delle sue consorelle riguarda l’urgenza di ricostruire unità abitative completamente distrutte da un incendio avvenuto nel mese di ottobre 2019. Sono bastate due ore per ridurre in cenere 162 case addossate l’una all’altra: una piccola fiammella accesa per gioco da due bambini, ha causato in brevissimo tempo, un enorme disastro. Il progetto è compartecipato/condiviso/realizzato in comunione con l’istituto delle Suore Orsoline di Somasca

Associazione Paolo Belli – Casa del Sole, dona speranza alla vita

L’Associazione Paolo Belli è nata l’11 febbraio 1992: essa porta il nome di un ragazzo, Paolo Belli, che a 24 anni è stato strappato alla vita dalla leucemia. L’associazione nasce da una parte con l’intento di non dimenticare Paolo e tutte le persone che hanno contratto la leucemia e dall’altra con il desiderio di accompagnare la famiglia e l’ammalato nel percorso della malattia anche attraverso piccoli e utili gesti quotidiani. Le disposizioni sanitarie e governative per il contenimento del contagio da Covid 19, hanno obbligato a limitare il numero e la differenziazione di iniziative. Testimonial dell’iniziativa: “Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” …sarà uno svota tasche in cuoio ad accompagnare l’intera campagna e a porre un segno concreto di cura: a sera lo svuota tasche accoglie la nostra giornata, la fatica, le gioie di una quotidianità fatta di lavoro, di incontri, di relazioni. Insieme allo svuota tasche le bustine per una tisana calda e una
piccola candela. Sono piccoli segni per un grande impegno. Il costo del kit è di 10,00 euro. Chiediamo a tutti di farsi portavoce di questa possibilità di acquisto, presso parenti e amici: raccogliendo le adesioni, faremo in modo di raggiungere tutti con il kit (prenotazioni allo 0354598480; cmd@diocesi.bergamo.it). Un
ringraziamento particolare alla Fondazione I.S.B. che arricchirà alcuni kit di biscotti prodotti durante i laboratori di pasticceria. Il progetto, condiviso con l’Associazione, si prefigge di offrire un contributo economico per l’acquisto di questo mezzo di trasporto, nonché di sostenere l’accoglienza presso la struttura di ragazzi bisognosi cure presso l’ospedale Papa Giovanni. Anche così ci si prende cura della vita fragile e debilitata che chiede sostegno e protezione.

Concorso artistico per le scuole di ogni ordine e grado

In collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale e l’Ufficio Diocesano scuola (in modo particolare il settore dell’IRC), è stato indetto un concorso per le scuole. La realizzazione di fantasiose “opere d’arte” diventeranno fotografie che, a loro volta, saranno trasformate in cartoline solidali. Il termine ultimo per iscrizioni il 30 novembre. Al seguente link il modulo di iscrizione:https://forms.gle/orYbhdDuAySWvW4c7

Cartolina solidale collegata al concorso scolastico

Anche i singoli, le parrocchie, gli oratori vi possono partecipare inviando all’indirizzo mail: centromissionario@gmail.com, i loro elaborati. Si tratta della possibilità di invio delle cartoline solidali attraverso il sito www.websolidale.org. Per ogni cartolina inviata e ricevuta, alla campagna viene devoluto un euro. A chi riceve e a chi invia non costa nulla. Obiettivo è il raggiungimento di 25.000 cartoline spedite.




Ascom, appello ad Attilio Fontana per istituzione zona gialla

Giovanni Zambonelli

Ascom Confcommercio Bergamo  e Confesercenti Bergamo hanno scritto questa mattina al Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, chiedendo di farsi promotore con il Ministro della Salute Roberto Speranza per l’assegnazione al territorio di Bergamo  della zona gialla. I due presidenti, Giovanni Zambonelli per Ascom e Antonio Terzi per Confesercenti, scrivono:  “Sono passate tre settimane dalla nostra precedente missiva nella quale le scriventi Associazioni Le chiedevano di farsi promotore con il Ministro della Salute  Roberto Speranza per l’assegnazione al territorio di Bergamo dell’area “gialla”,  che consentirebbe l’apertura delle attività del commercio e della ristorazione nel rispetto della legge. Queste tre settimane sono state terribili per le ripercussioni economiche sulle imprese del terziario bergamasco, già provate da mesi di difficoltà. I dati sulla situazione epidemiologica della nostra provincia sono stati oggetto della Ricerca, presentata dalla Provincia di Bergamo, e realizzata dall’Università degli Studi di Bergamo che evidenzia la sussistenza delle condizioni che giustificano la nostra richiesta”. 

La lettera è stata inviata per conoscenza agli Assessori Claudia Terzi e Lara Magoni e al Presidente della Camera di Commercio di Bergamo. 




Federmotorizzazione: “Servono incentivi o sgravi contributivi per l’acquisto di auto usate”

Loreno Epis

Il mercato dell’Auto ha segnato nel mese di settembre 2020 una crescita del +9,54% sulle immatricolazioni rispetto allo stesso mese del 2019, un segnale positivo per gli operatori del settore che da marzo stanno annaspando in una delle più gravi crisi economiche del dopoguerra, alimentato finalmente da iniziative di sostegno mirate ma purtroppo di breve durata.
Il mese di ottobre, che aveva alimentato rosee aspettative, ha ben presto spento gli entusiasmi registrando nuovamente un lieve segno negativo sull’andamento del mercato(0,2%), con un totale di 1.123.194 immatricolazioni nei primi 10 mesi rispetto al 1.625.500 del 2019 (-34% rispetto ai volumi dell’anno precedente: circa 500.000 immatricolazioni perse).
Questo calo è dato essenzialmente dall’esaurimento degli incentivi per le auto nuove, con sconti per le auto a basso impatto ambientale (pochi a dire il vero), stanziati dal Governo per il rilancio dell’Automotive. A dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che in questo momento di difficoltà e incertezza l’unica leva per rianimare il settore auto è quello delle agevolazioni fiscali e degli incentivi.
Federmotorizzazione Confcommercio già in aprile aveva avviato, al pari delle altre Associazioni di categoria, interlocuzioni con le istituzioni al fine di, dati alla mano, proporre soluzioni che potessero aiutare il settore e facilitare o promuovere l’acquisto da parte dei privati e delle aziende. Oggi la Federazione del settore automotive spalleggia una proposta di Aniasa interessante, già avanzata: chiedere lo stanziamento di incentivi per l’acquisto di vetture usate, purché con motore elettrico, ibrido o endotermico in classe di emissione Euro 6, dunque le più moderne. Per rendere economicamente sostenibile la proposta, se non fosse possibile concedere una somma da sottrarre al prezzo d’acquisto come avviene con gli incentivi per le nuove auto, l’alternativa può essere quella di erogare un bonus tramite credito d’imposta o mediante esenzione dal pagamento dell’Imposta provinciale di trascrizione e del bollo auto nel caso di acquisti di queste tipologie di vetture.
La proposta, che sarà portata sui tavoli dei Ministeri competenti, è stata avanzata da Loreno Epis, consigliere di Federmotorizzazione e presidente del Gruppo Autosalonisti Ascom Confcommercio Bergamo: “L’Italia ha il parco auto circolante tra i più vecchi d’Europa che va assolutamente svecchiato. Il settore dell’usato ha numeri molto importanti, superiori di gran lunga a quelli del nuovo, poiché una vettura usata può essere oggetto di compravendita più volte durante la propria vita funzionale e costituisce un ramo del mondo automotive che sorregge in misura importante il mercato degli operatori- commenta-. L’acquisto di vetture nuove a basso impatto ha un costo importante e sempre meno, di questi tempi, alla portata di una vasta platea di utenti”. Per questo motivo rivolgersi al mercato dell’usato può essere una valida soluzione che merita quindi finalmente attenzione anche per i benefici che può portare all’ambiente. “Anche il secondo lockdown ha comunque mostrato che, nonostante le restrizioni agli spostamenti, il livello di pm10 resta comunque elevato- continua Epis-. Svecchiare il parco auto è comunque prioritario per ottimizzare risorse e consumi”. Incentivare il comparto dell’usato agevolerebbe la sostituzione dei mezzi, eliminando quelli più obsoleti: “I rivenditori ufficiali e gli autosaloni assicurano la totale sicurezza sul prodotto che si acquista, caratteristiche che non sono garantite dalle vendite tra privati- ricorda Epis- . Gli operatori mettono in campo una funzione di selezione e valutazione dei possibili canali di vendita (in base allo stato d’uso del veicolo), procedendo a manutenzioni anche straordinarie prima di metterlo in vendita e rilasciando garanzia. L’attesa da parte del comparto dell’usato è la formulazione se non di incentivi ad hoc, di bonus credito d’imposta per gli autosaloni e di esenzione pagamento bollo o Ipt per chi acquista”. 




Partite Iva, da Confcommercio Professioni Bergamo tutte le misure e gli aiuti a disposizione

Matteo Mongelli

Sono giorni molto difficili anche per il mondo dei liberi professionisti non ordinistici. Nei giorni scorsi è andato in scena il Convegno Nazionale di Confcommercio Professioni dove è stato presentato il report dei numeri del settore.  Sono oltre 1 milione e 400 mila i liberi professionisti in Italia, pari al 6,2% degli occupati complessivi e in crescita del 24,2% tra il 2008 il 2018. Tra questi, a crescere di più, del 71,6% nello stesso periodo, sono i professionisti non ordinistici, circa 390 mila persone che operano per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,2%) e che si dimostrano il segmento più dinamico dell’occupazione.  Aumenta di oltre il 30% in dieci anni il reddito complessivo generato dalle professioni non ordinistiche, pari a 6,5 miliardi di euro, ma diminuisce del 22,6% il reddito medio pro capite sceso a 16mila e 600 euro. Tra i professionisti non iscritti ad albi o ordini rientrano guide turistiche, amministratori di condominio, formatori e figure emergenti delle nuove professioni, come designer, professionisti Ict, consulenti e formatori di management, wellness coach, wedding planner. Più della metà della categoria svolge attività scientifiche e tecniche ad elevata specializzazione. Tuttavia, a registrare i più forti incrementi tra il 2008 e il 2018 sono le attività complementari dei servizi alla persona, dall’istruzione (+195%) all’assistenza sociale (+123%) e al tempo libero (+93%). L’analisi dei numeri indica il come i liberi professionisti da qualche anno stiano diventando un vero e proprio zoccolo duro del mondo del lavoro. In questo momento di stallo del sistema economico occorre resistere e raccogliere quel bacino di competenze che saranno utili nel momento della ripartenza del mercato. “Per questo, attraverso la creazione di Confcommercio Professioni Bergamo- commenta il neopresidente Matteo Mongelli- abbiamo cercato di coinvolgere più professionisti possibili per mettere a disposizione diversi aiuti per dare un aiuto concreto per questo periodo di resilienza”. 

Ecco qui di seguito un riepilogo delle misure a disposizione dei professionisti, anche attraverso Ascom e la cooperativa Fogalco. 

Bando Rinascimento

Il Comune di Bergamo, insieme a Cesvi ed Intesa San Paolo ha esteso il Bando Rinascimento anche ai liberi professionisti non ordinistici. Un riconoscimento che ci fa molto piacere e un’unione di intenti che ci vedrà anche partecipi nel Webinar di presentazione del Bando al quale parteciperemo nella diffusione. E’ previsto un contributo a fondo perduto e un contributo chiamato finanziamento di impatto con tassi agevolati vicini allo 0,4%. Verranno finanziati e sostenuti progetti di digitalizzazione, ecosostenibilità, partnerariati e sicurezza. Fogalco sarà al fianco di tutti quei professionisti, residenti o aventi attività all’interno del Comune di Bergamo, che intendono partecipare al bando con un supporto nello studiare il progetto e presentarlo al Comitato che esaminerà le pratiche. Per scoprire nei dettagli il bando Anguissola, il 26 novembre il Comune, con Intesa San Paolo e Cesvi hanno organizzato un workshop di approfondimento. 

Finanziamento professioni

Insieme a Fogalco Confcommercio Professioni Bergamo ha messo a punto una misura di finanziamento ad hoc con tassi variabili tra il 2% e il 4% per cercare di supportare i professionisti. La forza del libero professionista è quella di programmare e fornire servizi a clienti per sviluppare un piano di impresa. La liquidità in questo momento è necessaria per la resilienza e l’acquisizione delle competenze necessarie per la futura ripartenza

Incontro e rappresentanza

“Sembrano parole scontate e già sentite più volte ma incontro e rappresentanza non sono mai stati così utili ed efficaci come in questo periodo- sottolinea Matteo Mongelli-. Il mondo delle libere professioni ha diverse sfaccettature. Dal grafico all’organizzatore di eventi, dal consulente al personal trainer. Stiamo organizzando i professionisti in sottogruppi per cercare di dedicare supporto e rappresentanza mirati ad ogni tipologia di categoria. Il gruppo dei professionisti del mondo dello sport è ormai ai nastri di partenza e altri gruppi si stanno sviluppando per formare veri e propri team di rappresentanza”. 




Ristori, via libera a calzature e accessori, ingiustamente esclusi

Renato Borghi

Federazione Moda Italia-Confcommercio esprime soddisfazione per l’accoglimento da parte del Consiglio dei Ministri delle richieste avanzate dalla categoria, approvando l’integrazione, con il codice Ateco 47.72.10 “Commercio al dettaglio di calzature e accessori”, dell’allegato 2 del decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149. I negozi di calzature che hanno subito restrizioni nelle zone rosse e che erano stati esclusi ingiustamente dal Decreto Ristori bis potranno così accedere al contributo a fondo perduto e alle altre misure come, ad esempio, il credito d’imposta del 60% dell’affitto per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Resta ancora escluso il Codice Ateco 47.71.30 “Commercio al dettaglio di biancheria personale, maglieria, camicie”.

“Un doveroso segnale di attenzione al settore moda, che vive di stagionalità e, già in forte sofferenza, subisce restrizioni nel momento più importante dell’anno, così commenta il presidente di FederazioneModaItalia-Confcommercio, Renato Borghi, le novità del Decreto Legge “Ristori ter”.

Al governo – prosegue Borghi – chiediamo di indennizzare anche i negozi di camicie e maglierie che, pur essendo chiusi, inspiegabilmente non rientrano ancora tra i beneficiari delle misure. Vogliamo poter esercitare il nostro diritto di fare impresa e di lavorare. Servono, però, ristori congrui e a geometrie variabili anche nelle aree arancioni e gialle, altrimenti si correrà il rischio di perdere per sempre una parte importante di un tessuto d’imprese che s’intreccia, come trama e ordito, nel futuro delle nostre città. I nostri negozi, infatti, fanno vivere le comunità, illuminando animi e strade, offrendo sicurezza, decoro, cordialità e relazioni sociali”.

Federazione Moda Italia informa inoltra che il Consiglio dei Ministri ha accolto le richieste della nostra Organizzazione, approvando l’integrazione con il codice Ateco 47.72.10 “Commercio al dettaglio di calzature e accessori” dell’allegato 2 del decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149.

Il nuovo Decreto-legge che introduce misure finanziarie urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 ha infatti previsto un contributo a fondo perduto del 200% rispetto a quello del mese di maggio 2020 e misure a sostegno delle aziende che sono state sospese nella zona rossa come, ad esempio, il credito d’imposta cedibile al proprietario dell’immobile locato pari al 60% dell’affitto per ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre.  Il provvedimento prevede, tra l’altro, l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto “Ristori bis” (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta. Per il Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi: “Si tratta di un risultato importante per la categoria, con particolare riferimento a chi è stato ingiustamente escluso dal Decreto Ristori bis (DL 149/2020), frutto anche della serrata interlocuzione con il governo da parte del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.