Optika, dopo lo sbarco in Cina mette radici anche negli USA

nella foto: Pietro Oliveri

Optika è un'azienda leader nel mondo nella produzione e distribuzione di microscopi ottici e strumentazione scientifica per laboratori di chimica, fisica e biologia nelle scuole, oltre che nell'industria, nell'ambito della ricerca e negli ospedali. La società, fondata da Gregorio Oliveri nel 1971, è oggi amministrata dal figlio Pietro insieme alla moglie Simona Grossi. Il boom è avvenuto nei primi Anni Novanta con lo sviluppo della miscroscopica. La produzione e distribuzione avviene a Ponteranica, dove sono impiegati un centinaio di dipendenti.
Sue succursali europee per distribuzione e assistenza tecnica si trovano a Mataro, in Spagna, e a Budapest, in Ungheria, ciascuna con 10 dipendenti. A Long Island, negli Stati Uniti, ha appena aperto una sede commerciale con una dozzina di addetti, centro che si aggiunge a quello già attivo a Shanghai, in Cina. Il fatturato si aggira sui 15 milioni di euro (solo la centrale italiana), a cui si aggiungono i 5 prodotti dalle quattro succursali.
Oliveri, la sua impresa è l'ennesima conferma dell'importanza dei mercati esteri…
“La globalizzazione è una grande opportunità per tutti. Permette di sopravvivere e crescere, espandendo i propri mercati. Oggi ce la fa chi si dà da fare nell'export. Il lato negativo è la conseguente invasione dei prodotti cinesi che hanno stracciato i prezzi”.
Nel caso di Optika, che peso hanno le esportazioni?
“Coprono il 90 per cento del fatturato attuale. All'inizio ci rivolgevamo al solo mercato italiano. Il microscopio allora era un prodotto di nicchia, oggi è un oggetto di consumo dal prezzo molto più basso rispetto al passato. Fino agli Anni Novanta il mercato interno era buono, c'erano ingenti investimenti del governo nei settori della ricerca, della scienza e negli ospedali. Poi, dopo l'inchiesta Mani pulite, c'è stato il blocco dei finanziamenti. Si salvano alcune regioni del Sud, come Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, che hanno ricevuto ingenti fondi comunitari. Il premier Matteo Renzi ha promesso che entro dicembre destinerà 900 milioni di euro per modernizzare le scuole in tutta Italia. Vedremo”.
Dunque, si intravede uno spiraglio.
“Me lo auguro. Da quarant'anni abbiamo a che fare con il mondo scolastico. In Germania, Francia, Svezia e Inghilterra, per citare alcuni esempi, si punta molto sulla formazione che permette di far progredire un Paese. Da noi, al contrario, c'è troppo immobilismo. A mio parere, nella scuola andrebbe limitata l'influenza dei sindacati e dei genitori, eliminati i concorsi e introdotte sponsorizzazioni private. I presidi devono avere libertà di assumere e licenziare e il loro operato deve essere valutato da commissioni ministeriali. Mia cognata, 40 anni, biologa, è precaria al Gaslini di Genova. Il suo stipendio è pagato da Telethon. Un'elemosina raccolta in tv. Questo dimostra quanto poco conti la salute dei nostri figli”.   
Qual è la situazione dei pagamenti?
“Gli enti pubblici, come gli ospedali, faticano a pagare. Altro che  60 giorni, la norma è un anno e mezzo ed è capitato anche quasi il doppio”.
Anche se la crisi economica non ha toccato il suo comparto, come vede il mercato in generale?
“Il settore scientifico e della microscopica è in crescita. Un dato positivo per le pochissime aziende produttrici in Europa. I Paesi con maggiori disponibilità e che richiedono nuove tecnologie? Sono quelli mediorientali.
E l'Italia?
"Anche se l'Istat segnala un miglioramento nel nostro Paese, per me non va bene e peggiorerà perché non esistono risorse, manca il mercato”.
E come lo si può sviluppare?
“I consumi ripartono solo se la gente ha soldi da spendere, dunque se ha un lavoro e magari ben retribuito. Il lavoro, ciò che porta benessere, lo creano le aziende che devono essere considerate un bene da preservare, come accade in Germania, Giappone e Stati Uniti. Non come un limone da spremere, come in Italia, per mantenere le forme parassitarie dello Stato e del parastato”.
Come si possono evitare gli sprechi?
“Nel modo più semplice: evitandoli come fa una normale famiglia.
Eppoi, sprechi è una parola troppo buona. Io dico evitare di rubare, è più chiaro. Nell'apparato statale quando c'è una spesa superflua, è sempre per il tornaconto di qualcuno. Non è uno spreco, è furto di denaro pubblico”.
Un buon manager, quale dote deve possedere?
“La capacità di scegliere validi collaboratori. Se non si delega non si cresce”.
L'imprenditoria resta un mestiere prettamente maschile. Come può far carriera una donna?
“Il nostro caso è in controtendenza. Io e mia moglie, Simona Grossi, siamo soci, con pari poteri e obblighi. O meglio, a me tocca la parte commerciale, a lei la gestione finanziaria. Un po' come succede nelle case”.
Imprenditore di successo si nasce o si diventa?
“Non si impara a scuola a gestire un'azienda, anche se alcune lauree possono affinare le capacità. E' indispensabile avere lungimiranza e capacità di valutare i rischi. E poi tanto buon senso".




Allattare al seno, anche l’Ascom promuove i Baby Pit Stop

nella foto: Claudia Marrone, prima a sinistra, alla presentazione del progetto 

La sala per l’allattamento pronta a fare da modello cittadino è stata inaugurata dall’Asl nella sede di via Galliccioli, arredata grazie al contributo dell’azienda bergamasca Foppapedretti e resa più accogliente e rilassante da colori pastello alle pareti, una comoda poltrona e un morbido cuscino a ciambella per l’allattamento.
Bastano piccoli accorgimenti per accogliere mamme e bambini ed entrare a far parte del circuito Baby Pit Stop. Piccole aree ed ambienti a misura di bimbo possono essere creati oltre che all’interno di strutture materno infantili (ospedali, consultori, nidi) anche in spazi pubblici commerciali e non (bar, ristoranti, negozi, farmacie, supermercati e via dicendo), che per la loro distribuzione territoriale possono costituire un’importante rete di sostegno alla donna che allatta e che si trova fuori casa col proprio figlio. «L’allattamento al seno richiede una “catena calda” di sostegno, entrando a far parte, oltre che nella nostra cultura e società, nelle nostre attività – spiega Claudia Marrone, presidente del Gruppo Terziario Donna dell’Ascom -. Per creare un Baby Pit Stop basta poco: una comoda sedia o poltroncina e un fasciatoio o un tavolo o altra superficie per il cambio del bambino, che non richiedono grandi spazi o investimenti. Chi può contare su ambienti più grandi può dedicare anche un’area al gioco dei più piccoli, andando a caratterizzare ulteriormente la propria attività rendendola davvero a prova di bambino. In ogni Baby Pit Stop saranno presenti anche opuscoli informativi dell’Unicef e materiale utile ad ogni mamma. Ci aspettiamo un buon numero di adesioni ed un’attenzione particolare da parte delle mamme imprenditrici».
Per entrare a far parte del circuito Baby Pit Stop le imprese associate all’Ascom devono fare pervenire la loro adesione compilando l’apposita scheda di iscrizione (scaricabile anche dal sito associativo www.ascombg.it) ed inviandola entro il 31 ottobre via mail o fax (soci@ascombg.it; fax 035 249848). Per maggiori informazioni, tel. 035 4120304.

Allattare un bambino è un gesto semplice e naturale che le mamme dovrebbero poter fare ovunque, anche se a volte in città risulta difficile. Non esistono orari, né un numero definito di poppate nell’arco della giornata ed è impossibile per ogni donna prevedere dove e quando il bambino chiederà di nutrirsi. Il progetto Baby Pit Stop (BPS), che prende il nome dal cambio gomme e pieno di benzina che viene effettuato in tempi rapidissimi durante le gare automobilistiche di Formula Uno, consente alle mamme sempre di corsa di contare su punti di appoggio e luoghi pensati per “fare il pieno di latte e il cambio di pannolino”.
Il progetto vede impegnata in prima fila l’Asl di Bergamo con l’inaugurazione nella sua sede di via Galliccioli di una sala “a prova di neonato” in occasione della settimana mondiale dell’allattamento materno, evento celebrato con la mostra fotografica ospitata nell’atrio “Noi allattiamo!”, che immortala in scatti commoventi un fondamentale momento di contatto tra madre e figlio. Tutte le mamme di Bergamo o di passaggio, oltre ovviamente alle dipendenti dell’azienda sanitaria, possono perciò da oggi contare su uno spazio attrezzato con sedia, fascia allattamento, fasciatoio, mastosuttore e frigorifero per garantire l’estrazione del latte con il massimo comfort a chi deve conciliare poppate e orari di ufficio. La sala è l’archetipo degli altri spazi che nasceranno in città, che vede Bergamo aderire al progetto Unicef “Comunità amica dei bambini” e al Workplace Health Promotion – Whp, promosso dalla Regione. Grazie all’impegno del Gruppo Terziario Donna dell’Ascom saranno messi a disposizione nuovi angoli e ambienti accoglienti – oltre che riservati – con cui negozi e imprese daranno il benvenuto ad ogni madre che allatta il suo bambino.
«Non potevamo non fare noi come Asl un primo passo concreto per incentivare un fondamentale gesto di salute in una provincia che ha particolare bisogno di essere sensibilizzata su questo tema, dato che Bergamo è il territorio in cui si allatta meno in Lombardia – ha spiegato Mara Azzi, direttrice dell’Asl di Bergamo -. L’allattamento è una forma di prevenzione fondamentale per la salute fisica e psichica e non può essere interrotta dal ritorno al lavoro, tra i principali motivi che portano ad abbandonare un gesto che, come raccomandano Unicef e Organizzazione Mondiale della Sanità, andrebbe prolungato ben oltre i primi mesi di vita dei bambini».
L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bergamo Maria Carolina Marchesi ha sottolineato l’importanza del progetto: «Le immagini della mostra celebrano la gioia dell’allattamento, regalando attraverso immagini scattate nei consultori presenti nel territorio la grande emozione e serenità di questo insostituibile momento che lega madre e figlio – ha affermato -. L’obiettivo ambizioso è quello di dare vita ad una Comunità Amica dei bambini, come dal progetto Unicef, mostrando una particolare attenzione e cura al rapporto madre e figlio e ad uno dei momenti più particolari che ogni donna vive». Per creare ambienti adatti non servono grandi spazi né investimenti: «Bastano una sedia, un tavolo o un fasciatoio – ha ribadito Anna Pagnini, presidente del Comitato provinciale Bergamo dell’Unicef – per concedere alle mamme il comfort e la privacy necessari per nutrire i loro figli. Ci impegneremo personalmente a visitare i Baby Pit Stop, oltre che a continuare a incentivare l’allattamento. Se esistesse un farmaco facilmente trasportabile e sempre disponibile faremmo tutti la coda in farmacia: il latte materno è questo e molto di più e va promosso».
Vedere una donna allattare in pubblico è ancora un tabù, come del resto riportano spesso i media, con casi in cui le madri vengono allontanate dai luoghi in cui stavano allattando i propri bambini. «L’allattamento deve essere accolto nella comunità come pratica naturale oltre che salutare – ha evidenziato Maria Enrica Bettinelli, responsabile Pediatri di famiglia e progetti per la salute materno infantile dell’Asl di Milano, oltre che responsabile dell’iniziativa Comunità Amica dei Bambini per l’allattamento materno di Unicef Italia -. Purtroppo nella nostra società il seno viene rappresentato dalla pubblicità per il suo richiamo erotico e non come prima risorsa di salute per le sue generazioni. Il percorso che porta a diventare Comunità amica dei bambini ci avvicina alle realtà più evolute del Nord Europa e contribuisce ad accogliere nella quotidianità il gesto più naturale del mondo». L’assessore regionale all’Ambiente Claudia Maria Terzi, portando i saluti dell’assessore alla Salute Mario Mantovani, ha invocato una moltiplicazione dei Baby Pit Stop in Bergamasca: «La scelta di allattare o meno è per molti versi obbligata dalla difficoltà di conciliare i tempi di lavoro, oltre che dall’assenza di spazi idonei. I Baby Pit Stop sono fondamentali luoghi di supporto alle mamme e, perché no, anche per i papà, oltre che un ulteriore sostegno che si affianca a quello portato avanti dai consultori nel territorio». Allattare è una pratica sostenibile e che tutela l’ambiente, come ha ricordato il coordinatore ostetrico ginecologico dei consultori Asl Fiorenza Cartellà: «Oltre che dare ai neonati più garanzie di salute e benessere, allattare al seno fa risparmiare carta, vetro ed energia. Bisogna creare e diffondere una maggiore cultura dell’allattamento a partire dagli ospedali, dalla prima poppata che accompagna i primi momenti di vita di ogni neonato».




Passeggiar Gustando, il gran cuore di Treviglio

Oltre 3.500 assaggi serviti e 6.100 euro raccolti a favore del “Comitato Due Ambulanze per la Croce Rossa”. Sono questi i numeri della nona edizione di Passeggiar Gustando, la manifestazione promossa a Treviglio dai dettaglianti alimentari dell’Ascom – gastronomi, salumieri, macellai e fruttivendoli -, dalla Pia Unione San Lucio e dai panificatori dell’Aspan, con la collaborazione della Scuola di Panetteria e Pasticceria Abf Treviglio. Ad inaugurare i 27 stand, all’opera per offrire ai bergamaschi i prodotti tipici del territorio, il presidente dell’Ascom (e della Camera di Commercio) Paolo Malvestiti, il vicedirettore Oscar Fusini, il sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni, il presidente della Croce Rossa Massimo Gatti, il presidente della Coldiretti Alberto Brivio, il direttore dell’Abf Silvano Baretti e Roberto Ghidotti, presidente del Distretto del Commercio di Treviglio. Al taglio del nastro, alle 11.30 dopo i discorsi di rito, sono state consegnate alla cittadinanza due ambulanze di ultima generazione con tanto di suono della sirena, acquistate grazie all’impegno del presidente Giovanni Enrico Bresciani, affiancato da Lino Ronchi, Laura Crippa e Roberto Fabrucci. La manifestazione è stata salutata anche dalla visita del vicario episcopale monsignor Francesco Carnevali e di monsignor Giovanni Buga decano di Treviglio.
I presidenti e i rappresentanti di categoria Mauro Rocchi (gastronomi e salumieri), Ettore Coffetti (macellai), Livio Bresciani (fruttivendoli), Massimo Ferrandi (Aspan) e Pierantonio Chiari (Pia Unione San Lucio) hanno unito le forze per servire con una squadra di insostituibili collaboratori risotto e farro alla loanghina e taleggio, orzotto, polenta taragna, formaggi, salumi, salamelle, tagliata di manzo, uva e frutta, frittelle di mele (grazie all’impegno di Rosita e Tina Mazzadi), pane Garibalda, torta di Sant’Alessandro e Turta de Treì (offerta dal Caffè Milano) ed altri prodotti da forno artigianali preparati dai ragazzi dell’Abf di Treviglio. Ad accompagnare i piatti i vini Valcalepio Doc (rosso e bianco) e acqua e bevande Fonti Bracca.
Consistente la lista della spesa per servire gli assaggi: 30 chili tra riso e orzo, 20 chili di farina per la polenta taragna, 2.000 panini, 60 chili di salamelle e 10 di tagliata, 450 chili di frutta (300 solo di uva), 200 pizzette e focaccine, 300 pasticcini, 20 filoni di Garibalda, 4 teglie di Torta di Sant’Alessandro e quasi 500 porzioni di Turta de Treì, andata letteralmente a ruba.
Musica e spettacoli hanno accompagnato il lavoro degli alimentaristi: dalle 11 alle 13,30 si sono esibiti i Ka Da Bra, mentre dalle 15 alle 18 un duetto di pop italiano e jazz ha intrattenuto i passanti nel centro. 




Negozi e Internet, «rivoluzione inarrestabile»

Un’ampia maggioranza di consumatori (76%) e di imprenditori (66%) ritiene che i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente, trasformando, a differenza dell’online, in un’esperienza di acquisto quel comportamento che fino a ieri era considerato soltanto un semplice gesto. È il dato che emerge dall’indagine realizzata dalla Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche per presentare la nuova guida della collana Le Bussole dedicata a “I negozi nell’era di Internet”. Un tema cruciale secondo la federazione per orientare «i tanti commercianti che ogni giorno alzano la saracinesca in un contesto sempre più competitivo e i giovani che vogliono cimentarsi in questa professione». La strada è tracciata. «Si andrà più verso Internet, e-commerce, mobile, social, e non meno, anche in Italia – afferma la guida -. Internet è una rivoluzione inarrestabile. Restare fuori non è più un’opzione possibile per nessun tipo di attività commerciale, men che meno per un piccolo negozio. Questo non significa necessariamente vendere online, almeno non subito, ma significa essere presenti e giocare la propria partita anche sul web, seguendo regole e consuetudini proprie del nuovo mezzo». Internet e il digitale – se correttamente utilizzati – rappresentano, dunque, strumenti di vantaggio competitivo (e anche di riduzione dei costi) in grado di “arricchire” il negozio fisico, rafforzandone gli elementi chiave e rendendolo più visibile, efficiente, competitivo. I negozi fisici, del resto, hanno alcune caratteristiche distintive che nessun player online potrà mai copiare: il fatto di essere lì, sulla strada, gestiti da persone in carne ed ossa che vivono nella stessa comunità, sullo stesso territorio del cliente. Ecco intanto la fotografia scattata dalla ricerca.

Prezzi e possibilità
di confronto premiano l’on line

Il 55,6% dei consumatori dichiara di aver fatto almeno una volta un’esperienza di acquisto on line. Di questi, oltre la metà (il 51,2%) ha acquistato su siti di e-commerce specializzati, il 21,4% su siti dove si possono comprare o vendere un bene/servizio sia nuovo che usato, il 18,3% su siti di grandi catene commerciali che hanno anche negozi fisici tradizionali, il 9,1% su siti dedicati ai gruppi d’acquisto che consentono, tramite i coupon, di acquistare beni e servizi a prezzi scontati.
Le ragioni dell’acquisto on line sono legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete (65,8%), alla possibilità di confrontare i prezzi (50,5%), all’ampia scelta dei prodotti (47,8%). Altri fattori importanti, ma considerati secondari rispetto ai primi, sono la possibilità di acquistare quando e da dove si vuole. Prima di acquistare on line ci si informa soprattutto visitando il sito ufficiale del produttore o leggendo recensioni sui siti specializzati.

I “contro”? Non poter provare il prodotto
né interagire con il venditore

Tra i consumatori che non hanno mai acquistato on line (44,4%), tre su cinque motivano questa scelta in prevalenza con l’impossibilità di provare il prodotto desiderato o la scarsa fiducia nei siti on line. Altre ragioni importanti riguardano l’impossibilità di interagire con una persona fisica (venditore, commesso); l’assenza di una connessione ad Internet; l’impossibilità, una volta effettuato l’acquisto, di portare subito via il prodotto; il timore di lasciare i dati della propria carta di credito; il timore che il prodotto arrivi danneggiato o comunque non conforme alla descrizione presente sul sito, l’idea che possa risultare complicato restituire il prodotto in caso di insoddisfazione.

Forte il ruolo della rete come
guida agli acquisti

In ogni caso il web ha oggi un impatto largo, profondo ed esteso sui comportamenti dei consumatori. Infatti, anche per chi non acquista su Internet, la rete ha assunto un fondamentale ruolo di “guida degli acquisti” che si intendono compiere. Il 54,9% dei consumatori dichiara di aver cercato un prodotto su internet prima dell’acquisto in un negozio tradizionale.
Per quanto riguarda le tipologie di consumatori, l’acquirente tradizionale è soprattutto donna, di età superiore ai 45 anni, coniugata o convivente, residente in comuni superiori ai 40mila abitanti; l’heavy e-shopper è principalmente uomo, sotto i 45 anni, non coniugato e residente in famiglia, residente in comuni con meno di 40mila abitanti.
Le motivazioni per comprare in un negozio fisico cambiano molto tra acquirenti tradizionali (che non hanno mai comprato online, per i quali la fiducia nel venditore e la fedeltà nei confronti di un negozio sono ancora valori importanti, insieme alla verifica dell’oggetto da acquistare e alla relazione con una persona fisica) e gli heavy e-shoppers (coloro che hanno comprato 5 o più beni online negli ultimi 12 mesi, che danno molto valore alla verifica dell’oggetto da acquistare e alla possibilità di averlo subito).

Imprese commerciali,
ancora scarso l’uso dei social network

Passando ad analizzare il rapporto tra commercianti e Internet, il 40,6% delle imprese dichiara di avere un sito web, percentuale che è molto più elevata per le imprese con oltre i cinque addetti (75%). Il 73,7% delle imprese che hanno un sito web dichiara di utilizzarlo esclusivamente come vetrina, mentre il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico, collegato per altro all’attività di vendita del negozio fisico.
Soltanto il 19,3% delle imprese utilizzano i social network per la propria attività aziendale. Tale percentuale sale al 33,3% per le imprese con oltre cinque addetti.
Bassa anche la percentuale delle imprese che partecipano ad iniziative di vendita tramite siti di e-commerce specializzati (15,6%), aggregatori (13%), couponing (5,5%). 




Sci, la rivincita delle piccole stazioni

In un mercato sciistico saturo come quello alpino la concorrenza aumenta e le piccole stazioni si trovano a competere con i grandi comprensori che moltiplicano i servizi per attrarre nuovi clienti. Le piccole località, grazie al web e alla comunicazione, possono però inventarsi nuove stagioni e valorizzare la loro dimensione più autentica. Sulle Alpi, dalla Francia a Livigno fino ai nostri Piani di Bobbio-Valtorta (che molti davano per morti dieci anni fa), non mancano esempi virtuosi. E, per una volta, Svizzera e Trentino non sono da prendere a modello, come mostrano alcuni casi presentati in occasione del Forum Alpinum di Darfo Boario Terme, in occasione del workshop “Piccoli comprensori sciistici: come essere competitivi in un mercato maturo”, moderato dal professore Andrea Macchiavelli, direttore del CeSTIT (Centro Studi per il Turismo e l’Interpretazione del Territorio) dell’Università di Bergamo.

Valtorta – Piani di Bobbio
Bus dal centro di Milano e ski-pass on line, così si conquistano i turisti di giornata
Il comprensorio diffuso dei Piani di Bobbio-Valtorta è la terza stazione sciistica lombarda nonostante la sua capacità ricettiva rasenti lo zero. «Non abbiamo neanche un posto letto, non raggiungiamo alte quote eppure grazie al turismo di giornata e di prossimità registriamo record di presenze, soprattutto nel fine settimana – spiega Massimo Fossati, ad di Itb (Imprese Turistiche Barzesi) Valsassina e presidente Anef Lombardia -. La nostra posizione ci consente di rivolgerci ad un bacino enorme di visitatori come quello lombardo: 10 milioni di persone che possono raggiungere le nostre montagne in poco tempo». In questi anni il comprensorio diffuso Piani di Bobbio- Valtorta ha lanciato un servizio navetta da Piazza Castello nei fine settimana con lo slogan “La neve più vicina a Milano siamo noi!”: «Abbiamo portato sulle nostre piste con pacchetti vantaggiosi e orari comodi, come il rientro a Milano alle 17, oltre 3mila persone lo scorso anno – continua Fossati -. Lavoriamo molto sulla comunicazione in tempo reale del meteo e delle condizioni delle piste, fattori fondamentali per il turista di passaggio. Nonostante le Prealpi siano sempre a rischio per lo stato della neve, in quattro giorni grazie all’investimento in impianti di innevamento siamo in grado di imbiancare la maggior parte del comprensorio. Grazie a Facebook e ai social network siamo in costante contatto con i nostri clienti». Oltre alle rassicurazioni su meteo e neve, il fattore tempo per chi si muove in giornata è fondamentale: «Diamo la possibilità di acquistare ski-pass on-line e di ricaricare le tessere già in possesso, così si evitano code in biglietteria».
Il comprensorio diffuso è a misura di famiglia, cliente-target dei Piani di Bobbio-Valtorta, le cui esigenze hanno ridisegnato impianti e piste: «Tutti si lamentano della scarsità di piste nere, ma in realtà la maggior parte opta per le rosse. Il nostro obiettivo è quello di fare sciare famiglie e bambini senza rischi. Ai Piani di Artavaggio abbiamo sostituito skilift con tappeti che garantiscono anche a chi non abbia mai preso gli impianti di raggiungere la quota. Grazie a questa scelta il sabato e la domenica contiamo su una media di 1.200 presenze. L’area dei Piani di Ernia, vicina al Lago di Lecco, è stata convertita per la sua posizione in un paradiso per gli amanti delle ciaspole. L’integrazione con il lago può rappresentare un atout vincente anche in futuro». Il record di presenze giornaliere rende il comprensorio particolarmente appetibile per le aziende che ruotano attorno allo sci, dall’abbigliamento alle attrezzature: «Realizziamo moltissimi eventi e iniziative promozionali con le più importanti aziende di sci attratte dal forte passaggio che registriamo ogni week-end». E con le loro piste adatte anche ai neofiti i Piani di Bobbio sono diventati il comprensorio di riferimento degli sciatori cinesi, provenienti in gran parte da Milano. «Le presenze a stagione si aggirano attorno alle 5mila unità, con punte di 400 sciatori cinesi a giornata. La nostra stazione ha conquistato anche questa particolare clientela poco avvezza alla neve e con scarsa dimestichezza con sci e scarponi, che si affida ad agenzie cinesi per l’organizzazione delle trasferte. Il cinese è un ottimo cliente: noleggia attrezzature da capo a piedi e non si fa mancare nulla, dal pranzo al ristorante all’assistenza del maestro di sci».

France Montagnes
Valorizzate autenticità e proposte di nicchia
Non esistono solo Chamonix e Courchevel: «Le piccole stazioni sciistiche hanno un ruolo fondamentale perché è proprio qui che si impara a sciare e ci si appassiona o si abbandona presto questo sport, che in Francia si pratica più che in tutto il resto d’Europa, con 53,5 milioni di sciatori siamo secondi solo agli Stati Uniti. La montagna crea economia: 150mila posti di lavoro non delocalizzabili», spiega Jean Marc Silva, direttore di France Montagnes, associazione nata quattro anni fa che raccoglie 350 stazioni sciistiche francesi dall’arco alpino alla Corsica. Fare sistema crea vantaggi per tutti: «La necessità di una promozione turistica forte si fece sentire alla fine del 1989: quell’anno non c’era neve e i comprensori decisero di creare l’agenzia di promozione Pam. Nel 2001 i comprensori fecero un ulteriore passo avanti, siglando un “patto assicurativo”: le stazioni sciistiche che avevano neve in abbondanza aiutano quelle alle prese con cattive condizioni metereologiche». Le piccole località francesi mostrano grandi strategie di marketing, grazie soprattutto al web: «Internet consente a tutti, anche alle località piccole, di esistere e di creare emozioni, eventi, specializzarsi in sport di nicchia, oltre che valorizzare le proprie bellezze paesaggistiche e la loro dimensione più autentica. Non bisogna più comunicare i chilometri di piste, ma la qualità della neve». Con lo slogan “Sainte Foy, J’y crois” e una forte campagna di promozione il piccolo comune della Savoia resiste alla concorrenza delle vicine e più famose Tignes e Val d’Isere: «Ha scelto di restare piccola e di innalzare la qualità del comprensorio sciistico, creando ad esempio molti fuori pista sicuri. Ha fatto della sua dimensione autentica e immersa nella natura una destinazione per una clientela d’alta gamma e prevalentemente straniera, con oltre il 60% di villeggianti dal Regno Unito». Autrans, tra le prime stazioni francesi per gli appassionati di sci di fondo è riuscita ad attrarre un maggior numero di visitatori grazie alla scelta del comprensorio diffuso, esteso all’Altopiano Vercors, alla creazione di eventi e a percorsi per altre attività nordiche. Sainte Pierre de Chartreuse ha invece puntato sulla corsa in montagna, tanto da diventare la prima in Europa per il trail e tra le prime 15 nel mondo.

Mottolino (Livigno)
Divertimento e adrenalina riportano i giovani in quota
Livigno, nel cuore delle Alpi, lontano da grandi centri e autostrade, resta una delle località più apprezzate, in grado di contare un milione di presenze in media ad ogni stagione invernale. In quest’area, dal versante opposto ai grandi alberghi e alle vetrine del centro, il comprensorio di Mottolino è riuscito a diventare, grazie ad un’abile operazione di marketing, una delle destinazioni irrinunciabili per i giovani e gli appassionati di free-style provenienti da ogni angolo del mondo. «Abbiamo creato uno dei principali snow park d’Europa che d’estate si trasforma in un’area per i biker più spericolati – spiega Marco Rocca, amministratore delegato di Mottolino Spa Livigno, mentre scorrono le immagini adrenaliniche del grande castello costruito per essere sfidato da free-styler con acrobazie ed evoluzioni in quota -. Dal 1999 ospitiamo eventi internazionali e non mancano manifestazioni culturali, come l’Ice Party con grandi concerti in quota. Ogni anno nel nostro comprensorio lo Sporting Spirit Ski Team promuove l’attività sciistica con attrezzature speciali per disabili e persone con problemi motori che possono conquistare la neve sugli sci». L’obiettivo di riportare i giovani in montagna con lo slogan Mottolino Fun Mountain si può dire più che mai riuscito: «Dal 1999 ad oggi abbiamo visto crescere le presenze del 20%, con un incremento del 75% degli stranieri, e, nonostante la crisi, negli ultimi quattro anni registriamo un + 10% sulle nostre piste. Il turismo estivo, specialmente legato alle mountain bike, ma anche alle famiglie con il Larix Park, un parco avventura in legno, inizia a farsi avanti. Le presenze fino agli anni scorsi erano davvero risibili, ma grazie alla comunicazione e al marketing siamo riusciti ad inventare una nuova estate per il Mottolino».

Svizzera non sempre felix
«In Ticino un futuro ancora tutto da scrivere»
La Svizzera – per quanto riguarda il cantone italiano del Ticino – non è per una volta da prendere ad esempio nella gestione delle micro-stazioni sciistiche. L’unico modello da seguire in quest’area è Monte Tamaro: «Ha smantellato gli impianti invernali ed è diventata una meta estiva in grado di intercettare molti turisti, attratti anche dalla Chiesa Santa Maria degli Angeli progettata da Mario Botta, oltre che da eventi, percorsi e parchi», spiega Charles Barras, vice direttore Ticino Turismo. Per le altre stazioni, in costante perdita, il futuro è invece tutto da scrivere: «È da diversi anni che si stanno facendo analisi e che Governo e Parlamento discutono progetti. Due studi economici sono giunti alla stessa conclusione: le stazioni lavorano in perdita e i “buchi” pesano sull’intera regione. È difficile pensare ad uno sviluppo delle stazioni: sono in concorrenza tra loro, fanno fatica data la bassa altitudine ad avere neve anche a Natale e hanno un’offerta per il turista davvero limitata». Risanare la situazione richiede un investimento di 56 milioni di franchi, smantellare gli impianti ne costa 11,5 milioni e concentrare gli interventi solo su una stazione 44,5 milioni. «Si è optato per salvare una stazione, ma in questi anni il Parlamento ha allargato ad altre località l’intervento, mentre il Governo invitava a concentrare risorse. In questo continuo braccio di ferro si è arrivati persino a pensare di obbligare le scuole a trascorrere le settimane bianche in Ticino… Il risultato è che non si è deciso nulla e le stazioni continuano a perdere denaro».




Il ricordo / Addio a Calegari, una vita al servizio dell’Associazione

Si è spento lo scorso 28 settembre a Gorle il comm. Italo Calegari, per tanti anni alla guida dell’Associazione Artigiani di Bergamo, oltre che presidente della Cooperativa artigiana di garanzia, vicepresidente del Consorzio fidi – Confiab e titolare di diverse cariche regionali e nazionali.
Laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, Calegari dal 1969 era imprenditore artigiano, titolare con i fratelli di un’azienda specializzata nella produzione ed installazione di impianti di riscaldamento e condizionamento a Grassobbio. La sua carriera nell’Associazione Artigiani era iniziata con l’iscrizione nel 1964, quindi nel 1988 era stato eletto componente del consiglio direttivo, nel 1994 componente di giunta, tesoriere e vicepresidente e nel dicembre 1994 era divenuto presidente, carica che gli venne confermata per le tre tornate elettorali successive. Nell’ambito dell’Associazione Artigiani si era sempre occupato dei problemi del credito e la sua gestione attenta ed oculata ha consentito all’Associazione di mantenere la propria solidità economica a fronte di investimenti importanti, quale la costruzione nel 2007 della nuova e moderna palazzina adibita a sale riunioni nella sede centrale di Bergamo. La famiglia artigiana, il presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara, la giunta esecutiva, il consiglio direttivo, il direttore Stefano Maroni e tutta l’organizzazione, e il Confiab con il presidente Angelo Ondei, il consiglio direttivo, il direttore Antonella Bardoni e tutto il personale, si stringono attorno alla moglie Terry e ai figli Marco e Valentina, ricordandolo quale esempio di onestà, lungimiranza, impegno e iniziativa a favore del comparto artigiano bergamasco.




Disabili e sport, il sostegno dei Giovani Imprenditori dell’Ascom

Il Gruppo Giovani Imprenditori Ascom sostiene l’inclusione di persone con disabilità attraverso lo sport, grazie a due progetti che godono del patrocinio del Comune, portati avanti dall’Unione Sportiva Villaggio degli Sposi e dell’Unione Sportiva Olimpia ASD. Si tratta del progetto “Senzacca” dedicato a judo e cicloturismo in tandem, promosso dal gruppo territoriale “Non solo parole” del Villaggio degli Sposi, e della creazione di una squadra di calcio che partecipi ad un campionato del Csi, portato avanti dalla polisportiva Olimpia di Sant’Anna in Borgo Palazzo. Giovedì scorso in Comune si è svolta la cerimonia di consegna del ricavato della serata della solidarietà che sfiora i 4 mila euro. “Nel decimo anno di fondazione del Gruppo Giovani Ascom – ha dichiarato il presidente Luca Bonicelli – abbiamo voluto rilanciare  il valore della solidarietà, dell’amicizia e l’importanza del fare squadra”. Loredana Poli, assessore all’Istruzione, Università, Formazione e Sport Comune di Bergamo, ha sottolineato “il valore sociale della continuità dei progetti che creano importanti occasioni di integrazione sociale”. Angelo Gotti referente dell’area disabilità dell’assessorato ai Servizi Sociali ha salutato con favore “l’ennesima dimostrazione di vicinanza tra mondo imprenditoriale e sociale, dalla progettazione al sostegno economico”.
I progetti permettono di abbattere pregiudizi e ostacoli per favorire il pieno inserimento attraverso lo sport di persone affette da disabilità. “Negli ultimi tre anni abbiamo promosso l’integrazione all’oratorio di Sant’Anna organizzando partite di calcio – sottolineano Piergiorgio Fornoni e Francesco Conca dell’Olimpia ASD -. Ora l’obiettivo è di creare nel 2015 una vera e propria squadra di calcio a 5”. Basta aggiungere una terza ruota al tandem per regalare l’emozione di un giro in bicicletta: “Il progetto di cicloturismo per disabili sta avendo ottimi risultati, come la creazione di manifestazioni che creino gruppo e voglia di condividere percorsi e ciclabili” spiega Giambattista Natali dell’Unione Sportiva Villaggio degli Sposi.




Franchising, forte crescita per la ristorazione

Dai dati del Rapporto Assofranchising Italia 2013 emerge un quadro decisamente positivo per la ristorazione in franchising, che comprende le seguenti categorie merceologiche: ristorazione fast food, ristorazione a tema, pizzerie, piadinerie, caffetterie e bar, birrerie, enoteche e pub, gelaterie, yogurterie, chioschi, pasticcerie. In termini assoluti il settore si conferma tra quelli trainanti con un fatturato di chiusura 2013 in crescita del 5,1% rispetto al 2012, 2.919 punti vendita, in leggero aumento (+0,2%), e un numero di addetti occupati che nel 2013 ha segnato un +8,4%, raggiungendo quota 27.812. In aumento significativo anche i franchisor, le case madri, che si sono affacciate sul mercato della ristorazione. Sono infatti 145, in aumento del 9% rispetto alla precedente rilevazione. Tra le diverse categorie analizzate si mantengono stabili le gelateria, yogurterie, pasticcerie e chioschi, mentre risaltano i risultati di pizzerie, caffetterie e ristorazione rapida, che complessivamente sono aumentate dell’ 1,7% per quanto riguarda i punti vendita, del 4,3% per il fatturato e del 7,7% per numero di addetti occupati, con l’ingresso di 9 nuovi player all’interno delle categorie.
“Il 2014 si concluderà con un bilancio senz’altro positivo – commenta Antonio Milani, ad del gruppo La Piadineria e consigliere Assofranchising -. La nostra rete ha infatti superato gli 80 punti vendita e il trend di crescita è lento ma sempre costante, visto che abbiamo in programma diverse nuove aperture anche per il prossimo semestre. A differenza degli anni passati constatiamo che il cliente si è fatto sempre più attento (alla spesa innanzitutto) oltre che informato ed evoluto, con maggiori aspettative e richieste rispetto alla qualità del prodotto”. A fronte degli ultimi dati della ristorazione, il segretario generale e vicepresidente di Assofranchising Italo Bussoli ha dichiarato: “La ristorazione in franchising continua a confermarsi uno dei settori più positivi e storicamente solidi di tutto il panorama Franchising italiano. Allo stesso tempo continua ad essere uno dei più vivaci per nascita di nuovi format e reti di franchisor”.




Passeggiar Gustando, i commercianti apparecchiano il centro di Treviglio

Passeggiar Gustando di Ascom e Aspan arriva nella Bassa domenica 5 ottobre. Dettaglianti alimentari al lavoro con piatti e prodotti della tradizione. Il ricavato in beneficenza 

Risotto alla löanghina e taleggio, orzotto alle verdure, polenta taragna, le diverse varietà di formaggi e salumi. E ancora salamelle, salsiccia e tagliata con carne locale, uva e macedonia, insalate, pane Garibalda, pane con farina del territorio, Turta de Treì, prodotti da forno artigianali e vini del Consorzio Valcalepio. Sarà come sempre un trionfo di sapori all’insegna della tipicità bergamasca la nuova edizione di Passeggiar Gustando, con uno speciale accento, quest’anno, sulle specialità e la professionalità dei commercianti di Treviglio. La manifestazione promossa dall’Ascom e dall’Aspan si sposta infatti nel capoluogo della Bassa – domenica 5 ottobre, dalle 10 alle 18 in via Matteotti (piazzetta che interseca via XXV aprile) – rinnovando l’obiettivo di promuovere i negozi tradizionali, il loro ruolo di servizio all’interno dei centri urbani e la loro capacità di valorizzare i prodotti del territorio. Protagonisti sono i dettaglianti alimentari: salumieri, gastronomi, macellai, fruttivendoli e panettieri, ossia gli imprenditori dei settori più tradizionali della spesa quotidiana, che saranno al lavoro per l’intera giornata nel preparare assaggi e degustazioni per il pubblico.
Alla compagine “storica” impegnata nell’evento sono chiamati ad unirsi gli alimentaristi trevigliesi che potranno così incontrare i propri clienti e la popolazione in un contesto di festa. L’invito a partecipare è esteso a tutti i negozi del centro che, rimanendo aperti, potranno amplificare l’effetto della manifestazione. Il legame con il territorio è inoltre ribadito dai destinatari della raccolta benefica legata all’iniziativa. Il ricavato andrà infatti al progetto “Due Ambulanze per la Croce rossa”, degli instancabili Giovanni Enrico Bresciani e Lino Ronchi, commercianti in pensione che hanno vinto la sfida di comprare due nuovi mezzi al Comitato Cri di Treviglio e Geradadda e sono alla ricerca degli ultimi fondi. Coinvolte sono anche le giovani leve della cucina e della ristorazione, con la collaborazione della sede di Treviglio dell’Abf Azienda bergamasca formazione, che ha attivato corsi di panificazione e pasticceria, preparazione pasti e servizi di sala e bar. Trevigliese è, infine, la ciliegina sulla torta – o meglio la torta stessa – con la presenza dello stand dedicato alla Turta de Treì, il dolce tipico nato da un concorso tra le massaie promosso dall’Associazione le Botteghe, realizzato con pasta frolla e una farcitura alle mandorle.
Per accedere alle degustazioni basterà dotarsi all’inizio del percorso degli appositi gettoni (il contributo minimo è di 5 euro per tre degustazioni con acqua e pane offerti) per “acquistare” le proposte che piacciono di più e comporre il proprio personalissimo menù per una veloce sosta aperitivo, l’intero pranzo, uno spuntino o una merenda in un contesto originale. Per rimarcare il carattere della festa, la degustazione sarà accompagnata da numerosi spettacoli per tutta la famiglia. 




Festa dei Nonni, 37 gelaterie omaggiano centri anziani e case di riposo 

Sono 37 le gelaterie artigianali che per la Festa dei Nonni del 2 ottobre hanno scelto di fare un dolce regalo agli ospiti delle case di riposo e dei centri anziani della propria zona regalando una fornitura di gelato. L’iniziativa rientra nella campagna “Gelateria di Fiducia” del Comitato Gelatieri dell’Ascom di Bergamo, che ogni anno promuove la qualità artigianale e offre ai consumatori alcuni appuntamenti golosi. La Festa dei Nonni chiude idealmente la stagione e rappresenta per gli esercenti un’occasione per rafforzare i rapporti con il territorio e per gli ospiti delle strutture un momento di festa con un alimento che non solo è goloso ma è anche consigliato dai dietologi perché in grado di fornire nutrienti e liquidi di cui le persone anziane spesso hanno bisogno.

Queste le gelaterie coinvolte:
Il Dolce Freddo (Albano Sant’Alessandro), Franca (Albino), Fiordipanna (Almenno San Bartolomeo), Il Vero Gusto (Antegnate), Rosa (Arcene), Bogni (Arcene), Artigel (Azzano San Paolo), Cherubino (Bergamo), Pasticceria San Francesco (Bergamo), Lekka Lekka (Bergamo), La Gabbia (Capriate San Gervasio), Alpino (Casirate d’Adda), Caffè del Cioccolato (Chiuduno), Selz (Clusone), Da Claudio (Clusone), Brina (Cologno al Serio), Gelatissimo (Darfo Boario Terme), Oasi (Fara Gera d’Adda), Bar Centrale (Lovere), Pirata (Lurano), Melograno (Madone), Bar Commercio (Osio Sotto), Taverna del Caio (Ponteranica), Mento (Roncola), Arlecchina (San Paolo d’Argon), Pezzotta (Costa di Mezzate), La Gelateria (San Pellegrino Terme), Mary’s (Selvino), Centopercento Gusto (Stezzano – Due Torri), Rubis (Torre Boldone), Centopercento Gusto (Treviglio – Pellicano), Pasticceria Riva (Treviglio), Gelatiamo (Treviolo), La Crem (Vertova), L’Oasi (Villongo), La Voglia Matta (Zanica), Il Gioppino (Zanica).