Treviglio, il Distretto prepara nuovi eventi

Enogastronomia e turismo al centro delle prossime iniziative. Positivo il bilancio delle aperture serali dei negozi. Il presidente Ghidotti: «Un esperimento gradito dai consumatori e utile per i negozianti». A ottobre l'ingresso degli esercizi nell'ex Upim

Il Distretto del commercio di Treviglio punta per l'autunno a eventi legati a Expo che valorizzano l'enogastronomia e il turismo. Le nuove iniziative coinvolgono l'associazione “Pianura da scoprire”, che ogni anno organizza il Festival Bike. L'obiettivo è creare pacchetti appetibili per chi viene da fuori. Possono comprendere itinerari da percorrere in bicicletta sfruttando le piste ciclabili della Bassa bergamasca; la possibilità di soggiornare nei paesi a un costo agevolato, grazie a convenzioni con hotel, bed & breakfast o agenzie immobiliari; percorsi culinari basati sulle eccellenze del territorio. “Vogliamo proseguire sulla scia degli eventi estivi per valorizzare Treviglio. Nonostante il tempo sia stato spesso inclemente, i cittadini hanno gradito l'alternativa agli acquisti negli orari consueti – afferma Roberto Ghidotti, presidente del Distretto -. Ora dobbiamo continuare a mantenere viva la città, trovare modalità per renderla interessante anche nei mesi più freddi”.  Il bilancio delle aperture serali dei negozi è stato, infatti, positivo. L'associazione, che riunisce Botteghe del centro, Comune, Pro Loco e Ente Fiera, aveva realizzato un'indagine sulle necessità dei consumatori, in gran parte pendolari verso Milano. Era emersa l'importanza di tenere le attività e i locali aperti almeno fino alle 21. Da qui, l'idea dello shopping al chiaro di luna il mercoledì sera, accompagnato da concerti e manifestazioni. Gli eventi, quest'anno, hanno toccato, oltre alla centrale via Roma, via Sangalli, via Galliari e via Verga. Ci sono state anche le notti bianche in occasione di Sant'Anna e dell'avvio dei saldi. Accanto ai momenti di svago, è stato possibile usufruire dei servizi comunali, con uffici e biblioteca aperti. Allo studio c'è anche la partecipazione al bando regionale per l'attrattività. In palio ci sono 360mila euro. La scadenza è fissata al 30 ottobre. “Si tratta di fondi regionali per iniziative che coinvolgano almeno sette comuni – svela Ghidotti -. Stiamo progettando accordi con i paesi vicini che si svilupperanno nei prossimi mesi. Treviglio possiede una sua centralità, anche grazie a Brebemi, e ha tutte le carte in regola per fare da traino alla Bassa Bergamasca”. Positiva anche l'adesione alle iniziative promosse dal Distretto con un bando che prevede un contributo regionale fino al 50 per cento delle spese sostenute. In 80 hanno aderito a “Vetrine pro”: l’attivazione di spazi promozionali online, integrati nel portale del Distretto www.treviglioincentro.it e pubblicizzati su quotidiani online a diffusione sovralocale. Ogni commerciante può aggiornare le informazioni in tempo reale, inserendo novità e coupon, oltre a avviare un’attività di e-commerce. Il costo del servizio è 140 euro più iva l'anno. Non decolla, invece, il servizio wifi, pensato per potenziare su un più ampio raggio la rete gratuita del Comune. “La promozione delle vetrine sul web ha avuto un ottimo riscontro perché ha un impatto diretto – è l'opinione di Max Vavassori, presidente delle Botteghe del centro -. Il wifi, al contrario, è considerato un servizio dedicato a qualcuno che non sai se diventerà cliente”.
Intanto, sono conclusi i lavori per il complesso che sorgerà dalle ceneri dell'ex Upim. Mancano solo le finiture dei nuovi negozi, ma a provvedere saranno i commercianti. Ogni locale è stato assegnato ( ad eccezione del supermercato, su cui punta molto l'amministrazione). Nel complesso entreranno il “Bar Da Mamy” di Fiammetta Facchetti, che passerà da vicolo del Municipio a uno degli spazi più suggestivi, 324 metri quadri al primo piano che dà sulla piazza. L'attività sarà accanto al ristorante e punterà su happy hour e aperitivi con buffet. C'è poi la gelateria “Ippococcolo” di  Claudio Rossi e Michele Ranzenigo che, dopo dieci anni in via Verga, avranno a disposizione 150 metri quadri al pian terreno con ampie vetrate su piazza Garibaldi. In arrivo anche “Gioielli & co.” di Davide Traversa e Nadia Brentana si appresta a lasciare, invece, via fratelli Galliari. Le attività apriranno in ottobre, quando saranno ultimati i lavori per il rifacimento della piazza.
Il costo complessivo dell'opera, tra i 3 milioni dell’acquisto nel 1993 e i 6 per la ristrutturazione iniziata nel 2011, è lievitato a 9 milioni di euro. Una cifra enorme, ma per difetto: non tiene conto di interessi bancari, manutenzioni al vecchio edificio e progettazioni succedute nel tempo, fattori che costerebbero altri 2,2 milioni. Si stima che ognuno dei 2.200 metri quadrati ricavati  dal cantiere sarà costato tra i 4.100 e i 5.100 euro. Per  sistemarne gli accessi e la piazza, il Comune ha messo in preventivo di spendere un ulteriore mezzo milione di euro.




Le associazioni imprenditoriali: «Stagione difficile, ma reagire è possibile»

La fine della pausa estiva, con la ripresa a pieno regime dell’attività produttiva, è l’occasione per fare il punto su come affrontare al meglio un autunno e un inverno difficili, con la crisi che non accenna a mollare. I presidenti delle principali associazioni di categoria – Confindustria Bergamo, Associazione Commercianti e Artigiani – invitano le imprese a mettere in campo professionalità, idee e innovazione per resistere al cruciale e famigerato settimo anno di crisi. Formazione e internazionalizzazione sono le parole d’ordine per brindare con brio alla fine del 2014 e guardare con un nuovo sguardo al 2015. Non mancano però le critiche allo stop produttivo agostano che sconcerta investitori e clienti all’estero che guardano con sorpresa a quella che considerano un’anomalia tutta italiana.

ASCOM – Paolo Malvestiti
«Anche rinnovare il look
può servire a dare una marcia in più al negozio»

Il terziario continua a soffrire e alla depressione dei consumi si è sommato il maltempo estivo che ha messo in ginocchio alberghi e attività nelle località di villeggiatura bergamasche, oltre a non incentivare gli acquisti di capi estivi, nonostante i forti sconti.
“C’è un grande rammarico per la stagione estiva – allarga le braccia Paolo Malvestiti, presidente dell’ Ascom e della Camera di Commercio di Bergamo – . Le aspettative per il turismo, soprattutto nelle nostre valli e al lago, erano alte come ogni anno, ma il maltempo ha cancellato prenotazioni e ha lasciato tanta amarezza tra gli operatori del settore alberghiero e nelle attività nelle località turistiche. La stagione dei saldi è durata pochissimo: dopo i dieci giorni di avvio che sono stati buoni, il maltempo agostano non ha agevolato gli acquisti di capi estivi. I magazzini dei nostri negozi sono ancora pieni di merce estiva e sono ormai arrivati i capi della nuova collezione”.
Con quale spirito si riapre bottega?
“Ora dobbiamo alzare le saracinesche con ottimismo e riprendere le nostre attività con determinazione e professionalità, abbandonando i piagnistei che ci hanno accompagnato in questi anni di crisi. Abbiamo già perso troppi colleghi commercianti, costretti a dire addio alle loro attività non solo dalla crisi ma dalla elevata e insostenibile pressione fiscale. E’ chiaro che l’autunno che ci aspetta non sarà facile, anche perché le riforme che il presidente Renzi sta programmando non faranno altro che creare una maggiore pressione, basti pensare a quella del sistema camerale, un vero punto di riferimento e supporto per le imprese. La Camera di Commercio, attraverso l’azienda speciale Bergamo Sviluppo, opera da sempre a fianco degli imprenditori accompagnandoli in un percorso di crescita professionale. La formazione deve continuare ad avere un ruolo di primo piano. La professionalità e le competenze sono gli assi portanti per rispondere al meglio alle esigenze della clientela e porsi sul mercato in modo competitivo.  Ascom Formazione ad Osio continua a rappresentare un punto di riferimento per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi e per tutti coloro che in questi anni sono riusciti a reinventarsi, a suon di corsi, una professione”. 
I prossimi obiettivi?
“Credo che l’obiettivo principale di qui alla fine dell’anno per ogni impresa sia quello di tenere salda la propria posizione, che rappresenta di per sé un buon risultato in un contesto in cui si registra una debole ripresa solo nelle esportazioni, che non rappresentano di per sé la vocazione delle piccole imprese del terziario. Oltre alle difficoltà congiunturali continua  a pesare la componente psicologica. La mentalità bergamasca, da sempre fondata sul risparmio anche per  prevenire le difficoltà future mettendo fieno in cascina, non accelera certo una ripresa dei consumi”.
Quali strategie bisogna mettere in campo per stimolare i consumi?
“E’ importante rinnovare il look dei nostri negozi, il che non significa quasi mai investire ingenti capitali. Il primo passo è quello della selezione degli articoli che va necessariamente razionalizzata e rimodulata in base alle mutate esigenze della clientela. Cambiare ed evolversi non può che giovare a qualsiasi impresa. Da parte nostra non possiamo che aspettare che qualcosa cambi a livello di sistema, a partire da un alleggerimento della zavorra di imposte e oneri che tarpano le ali in partenza anche all’impresa  migliore”.

CONFINDUSTRIA BERGAMO – Giancarlo Losma
«L’internazionalizzazione
continuerà ad essere centrale»

E’ presto per fare bilanci, ma la piccola industria non molla, specialmente i settori più evoluti o meglio strutturati per il mercato estero, specialmente verso il mercato statunitense che con il dollaro in ascesa può portare un po’ di ossigeno all’export.  “Il clima per il settore è ancora di attesa per il recupero della situazione nazionale ed europea dell’economia- sottolinea Giancarlo Losma, vicepresidente di Confindustria Bergamo e numero uno della Piccola Industria bergamasca oltre che presidente nazionale di Federmacchine -. E’ ancora troppo presto per fare considerazioni e previsioni. Di fatto l’andamento per la piccola industria varia molto da settore a settore: l’edilizia fatica a riprendersi dalla crisi mentre il comparto della meccanica e dei macchinari sembra – con i relativi scongiuri – andare bene. Settembre ed ottobre sono sempre mesi cruciali per il settore impegnato in tutto il mondo nelle grandi fiere internazionali che continuano ad essere occasioni privilegiate per contratti e commesse”.
Qual è lo spirito con cui riaprono i cancelli delle aziende?
“Sono sempre cauto nell’esprimere ottimismo, ma per ogni imprenditore pensare positivo è fondamentale per guidare l’attività nel futuro. E’ purtroppo anche vero che ogni anno si lavora il doppio per ottenere gli stessi risultati. Ogni impresa lavora in un clima sempre più incerto e competitivo, in un mercato locale sempre più debole. Di fatto le aziende organizzate  che hanno fatto dell’internazionalizzazione uno sbocco fondamentale per il proprio business ottengono risultati interessanti. Non mancano comunque dei rallentamenti anche nel contesto internazionale: la Germania, ad esempio, dopo esser stata storicamente la locomotiva d’Europa sta frenando la sua corsa. La risalita del dollaro è una delle poche buone notizie per le imprese per cui gli Stati Uniti restano uno dei mercati migliori per l’export. La categoria che presiedo, Federmacchine, è quella con maggiore vocazione ed esposizione ai mercati internazionali. La fiera di Chicago è un evento atteso, unitamente a quella, tornando in Europa, di Stoccarda”.
Sarà un autunno caldo per il lavoro?
“Siamo tutti sulla stessa barca. Sono passati i tempi delle contrapposizioni ed il clima deve essere quello di collaborazione. Come disse a suo tempo Menenio Agrippa ogni parte del corpo deve fare la sua: senato e popolo romano con la discordia periscono, con la concordia rimangono in salute. Se le braccia (il popolo) si rifiutassero di lavorare, lo stomaco (il senato) non riceverebbe cibo e dove lo stomaco non ricevesse cibo, non lavorerebbe e  senza lavoro tutto il corpo, braccia comprese, deperirebbe per mancanza di nutrimento”.
Quali sono gli obiettivi da qui a fine anno?
“La piccola industria ha minori risorse ma grande spirito di iniziativa. Senza dubbio l’internazionalizzazione continuerà ad essere centrale. Oggi purtroppo non basta avere dei buoni prodotti ma bisogna saperli vendere adottando opportune strategie, anche perché i mercati più interessanti sono lontani non solo geograficamente ma anche culturalmente. Per questo è necessario mettere in campo azioni mirate”.

CONFARTIGIANATO BERGAMO / Angelo Carrara
«Forse è ora di finirla con un Paese
che in estate si ferma per un mese»

Le imprese legate all’edilizia faticano a vedere l’uscita dal tunnel, ma chi ha colto la sfida della green economy e dell’internazionalizzazione guarda al futuro con ottimismo. I prossimi mesi vedranno le imprese artigiane impegnate a mettere in campo nuove strategie e a mettere in discussione modelli consolidati.
“Le nostre imprese riaprono con il solito spirito battagliero che ci contraddistingue, ma che soprattutto ci ha portato ad andare avanti sinora – commenta Angelo Carrara, presidente di Confartigianato Bergamo -. Metteremo in campo tutte le forze e le idee possibili, ma sempre con i piedi per terra, con la consapevolezza che niente più sarà o potrà essere come prima. Chi ha entusiasmo e passione è pronto a cambiare, soprattutto mentalità. Molte imprese riaprono con gli stessi problemi che avevano prima delle vacanze o forse con qualche grattacapo in più.  E’ il momento di puntare sull’innovazione. Le aziende che hanno rivisto la propria organizzazione e che hanno avuto lungimiranza stanno andando avanti. Le difficoltà sono cresciute fino a diventare insostenibili per chi non ha rivisto le proprie decisioni aziendali”.
Le vacanze hanno portato nuove idee?
“Forse se vogliamo aprirci al mondo dovremmo valutare l’ipotesi di rinunciare alle vacanze in blocco o rivedere la pausa estiva. Questa è un’idea. Purtroppo in Italia dall’ultima settimana di luglio alla fine di agosto (a Bergamo fino all’indomani della festa di Sant’Alessandro) è tutto fermo. All’estero è una cosa che sorprende per non dire che lascia di stucco clienti e committenti. Oltralpe è difficile immaginare che un Paese in crisi come l’Italia incroci le braccia per quasi un mese per sollazzarsi tra mari e monti”.
Quali sono le aspettative delle imprese artigiane?
“Si parla tanto ma si fa poco per snellire un fardello burocratico ormai fuori misura. I problemi devono essere affrontati, dall’accesso al credito, con la speranza che i finanziamenti della Bce vadano a buon fine, al rispetto dei termini di pagamento da parte della pubblica amministrazione, una questione vitale per molte imprese. Ogni impresa avrebbe del resto bisogno di vedere una svolta dall’alto . Non sarebbe male avere per un anno un governo muto, che bada solo a lavorare in religioso silenzio e senza la cassa di risonanza dei mass media”.
Quali sono gli obiettivi per i prossimi mesi?
“Il primo appuntamento importante è il 19 settembre, con la conferenza organizzativa. Il tema, cruciale per le nostre aziende, è quello dell’internazionalizzazione nelle imprese familiari. In collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo vogliamo mostrare alle imprese artigiane che muoversi all’estero non solo è possibile ma è fondamentale per allargare i propri orizzonti. A supporto del processo di internazionalizzazione garantiamo ad ogni impresa un servizio di accompagnamento, anche per quelle aziende che si trovano a muovere i primi passi in questa direzione. Un altro tema fondamentale è rappresentato dalla green economy, al centro della Settimana dell’Energia. Per guardare con fiducia ad un mercato in perenne crisi, bisogna prendere ad esempio la lezione americana che segna una crescita di quattro punti percentuali del Pil”. 




Distretti del commercio, in fiera gli “Stati Generali”

Nella foto: Roberto Ghidotti

Ascom e Confesercenti organizzano gli Stati Generali dei Distretti del Commercio bergamaschi, in programma lunedì 22 settembre dalle 9.30 alle 12.30 in Fiera a Bergamo, in Sala Caravaggio. L’incontro rappresenta un’occasione di confronto ed approfondimento sul terziario orobico e sul rapporto ormai imprescindibile tra commercio e turismo, da considerare un unico elemento di sviluppo imprenditoriale e territoriale. L’obiettivo è quello di far interagire le varie realtà del territorio per una conoscenza reciproca e per uno scambio  di esperienze al fine di condividere le diverse iniziative in programma in vista di Expo 2015, anche in relazione ai recenti bandi emanati da Regione Lombardia. L’appuntamento accompagna l’avvio del costituendo Coordinamento dei distretti bergamaschi teso a rafforzare la collaborazione tra le varie realtà del territorio e a promuovere nuove sinergie.  L’invito è esteso ai sindaci, agli assessori al commercio e al turismo dei comuni della provincia, ai membri dei vari comitati o associazioni di distretti e a tutti gli attori del territorio.

Il programma – I saluti di  Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio e dell’Ascom di Bergamo e Giorgio Ambrosioni, presidente di Confesercenti Bergamo, inaugureranno gli Stati Generali dei Distretti del Commercio e e daranno il via ai lavori. Luca Zanderighi, docente di Marketing all’ Università Statale di Milano che ha accompagnato i distretti bergamaschi sin dalla loro costituzione, interverrà sul tema “I distretti del commercio verso una nuova sfida”. Il sindaco Giorgio Gori  farà il punto su “Bergamo, capoluogo dell’attrattività come volano di  sviluppo dell’intera provincia”, illustrando le potenzialità del territorio. Roberto Ghidotti, funzionario Ascom e referente dei distretti, e Filippo Caselli  vicedirettore di Confesercenti interverranno sul ruolo delle associazioni di categoria come strumento di sviluppo del territorio, attraverso “L’esperienza dei distretti”.  Al focus seguirà un dibattito tra i partecipanti ai distretti e i rappresentanti delle amministrazioni coinvolti nelle iniziative. Le conclusioni saranno affidate a Mauro Parolini, assessore regionale al Commercio Turismo e Terziario, che illustrerà le opportunità di crescita che Expo 2015 porta con sé per le imprese del terziario.

Il dato – Nella provincia di Bergamo si contano 28 distretti, di cui 22 finanziati dalla Regione Lombardia, attraverso quattro bandi consecutivi, per un totale di 120 comuni coinvolti e più di 10 mila attività imprenditoriali.  Dodici sono i distretti bergamaschi certificati con il marchio di qualità Tocema Europe: Bergamo, Treviglio, Val Gandino, Area di Zingonia, Asta del Serio, Dal Sebino all’Oglio, Fontium et Mercatorum, Honio, La porta della Val Brembana, Ville e Torri dell’Isola, Morus Alba.




Supporto alle imprese, a Zanica apre lo Sportello di Ascom e Confartigianato

Ascom rafforza la sua presenza sul territorio  inaugurando uno sportello di accompagnamento alle imprese nel Comune di Zanica. La stretta collaborazione tra l’amministrazione comunale, l’Ascom e Confartigianato Bergamo – formalizzata con un protocollo d’intesa siglato nei giorni scorsi – garantisce alle oltre 300 attività del terziario e dell’artigianato del territorio un’assistenza su misura. “Con questo Sportello – spiega Oscar Fusini, vicedirettore dell’Ascom – la nostra associazione accoglie la richiesta di consulenza e affiancamento da parte del Comune a favore delle imprese del territorio. L’iniziativa, avviata in via sperimentale per un anno, rappresenta un importante banco di prova per eventuali iniziative da intraprendere anche in altri comuni della provincia”. Un segnale forte ed un punto di partenza per pianificare in modo efficace politiche di marketing territoriale ed extraterritoriale: “Grazie allo sforzo delle associazioni che si impegnano a fornire una consulenza mirata  contiamo di poter soddisfare le richieste di informazioni e supporto di cui le imprese del terziario e dell’artigianato hanno bisogno – spiega l’assessore alle Attività produttive Luca D’Angelo -. L’obiettivo è quello di gettare le basi per la creazione di un gruppo di lavoro in grado di valorizzare e dare nuovo slancio al tessuto economico di Zanica. Vogliamo scongiurare lo spopolamento del centro storico, stretto anche dalla concorrenza di due grandi centri commerciali, e garantire alle imprese aiuti concreti”. L’idea nasce dall’esigenza di dare risposte concrete e garantire un supporto alle imprese del territorio in un momento di grande difficoltà in cui gli scenari di mercato e riferimento cambiano di continuo: “Le associazioni, cui va il mio ringraziamento – continua l’assessore -, hanno dato la loro disponibilità e garantito la presenza di funzionari per fornire informazioni alle attività già esistenti e accompagnare nella delicata fase di avvio, seguendo ogni fase di start-up, gli aspiranti imprenditori”.
Innovazione, formazione e accesso al credito sono tra i temi più sentiti dalle piccole e medie imprese ed avranno una particolare attenzione nello “Sportello Spazio Imprese” inaugurato lunedì presso la villa comunale di Zanica. “Una particolare attenzione sarà prestata anche ai bandi regionali e nazionali, cui è dedicata anche una sezione apposita sul nostro sito internet – continua D’Angelo – . Per le attività è difficile affrontare da sole l’iter burocratico per partecipare ed ottenere finanziamenti tramite bandi e grazie ad una consulenza professionale possono intercettare risorse pubbliche”.  Allo sportello si potrà accedere gratuitamente previo appuntamento allo 035.4245821. 




“Passeggiar Gustando” fa tappa a Treviglio

Passeggiar Gustando, la festa del commercio di vicinato che porta in piazza i sapori tipici e la professionalità dei dettaglianti alimentari, si trasferisce a Treviglio. Dopo otto edizioni sul Sentierone di Bergamo, Ascom e Aspan portano l’evento nella capitale della Bassa domenica 5 ottobre, dalle 10 alle 18 lungo via Matteotti (nella piazzetta che interseca via XXV aprile).
Le finalità della manifestazione restano immutate ossia la promozione dei negozi tradizionali, del loro ruolo di servizio all’interno dei centri urbani, della professionalità e dell’esperienza dei commercianti e della loro capacità di valorizzare i prodotti del territorio, con in più il supporto ad un’iniziativa benefica.
Durante la giornata, oltre cinquanta tra dettaglianti alimentari dell’Ascom (gastronomi e salumieri, macellai, fruttivendoli), Pia Unione San Lucio aderente all’Ascom e panificatori dell’Aspan saranno impegnati nel preparare assaggi e degustazioni per il pubblico. Basterà dotarsi all’inizio del percorso degli appositi gettoni (il contributo minimo è di 5 euro per tre degustazioni con acqua e pane offerti) per “acquistare” le proposte che piacciono di più. Il ricavato andrà quest’anno al Comitato “Due Ambulanze per la Croce rossa”, promotore di una raccolta fondi per rimpiazzare due mezzi arrivati a fine carriera del Comitato di Treviglio e Geradadda.
Il ristorante en plein air si snoderà attraverso stand tematici, curati dalle diverse categorie in divisa ufficiale. Gastronomi e salumieri offriranno primi e secondi piatti caldi, oltre a salumi e formaggi, i macellai cucineranno la carne alla griglia, mentre i fruttivendoli si occuperanno di verdura e frutta. Per il pane ed i prodotti da forno lo stand di riferimento sarà quello dei panificatori Aspan, per acqua e vino del territorio, proposti grazie alla collaborazione con il Consorzio Tutela Valcalepio, la distribuzione sarà gestita dalla Pia Unione San Lucio. Non poteva mancare l’omaggio ad una specialità locale come la Turta de Treì, che avrà uno stand proprio.
«Con l’approdo a Treviglio – afferma il presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti – abbiamo voluto condividere la bella e consolidata esperienza di Passeggiar Gustando con il territorio. La manifestazione si mette a disposizione di un progetto benefico della zona e attinge alla competenza dei commercianti locali evidenziando e rafforzando il legame tra i piccoli negozi e la vita della città. In campo ci sono infatti gli alimentaristi, dagli imprenditori dei settori più tradizionali della spesa quotidiana, custodi di un prezioso patrimonio di relazioni che vogliamo valorizzare».
Per rimarcare il carattere della festa la degustazione sarà accompagnata da numerosi spettacoli per tutta la famiglia. Attraverso il distretto Urbano del Commercio si propone inoltre la partecipazione dei commercianti locali e l’apertura domenicale dei negozi del centro cittadino.




Badanti e baby sitter condivise, così il condomino ritrova la serenità

«Negli anni Cinquanta si andava all’assemblea di condominio con il vestito delle grandi occasioni e si esponeva il tricolore. Oggi invece ci si va controvoglia e in alcuni casi si arriva anche alle mani. Una volta se piangeva un bambino la notte tutti si preoccupavano all’indomani di chiedere ai genitori se tutto andava bene. Ora ci si lamenta e ci si scrive mail infuocate», sottolinea Alberto Zanni, presidente di Confabitare, l’associazione per la proprietà immobiliare, che da due anni sta promuovendo formule innovative per riportare buone relazioni tra vicini di casa, pronte ad essere prese a modello in tutta Italia. Esperienze riportate nel corso della nuova manifestazione organizzata dalla Promoberg in Fiera, Condomino Expo, in un workshop dal titolo che suona quasi come una missione “Vivere e sopravvivere in condominio”.
Se il condominio è per molti il paradigma dell’intolleranza diffusa, la crisi lancia la sfida, se non la necessità, di riscoprire la buona convivenza. Da contenitore di malumori inespressi e agglomerato di solitudini, la “palazzina” sta diventando un laboratorio sociale, un luogo in cui sperimentare piccole comunità modello. «Si può creare coesione in modo semplice tra vicini che non si salutano nemmeno sul pianerottolo – spiega Zanni -. La prima iniziativa che abbiamo promosso è stata quella del Gruppo di Acquisto Solidale condominiale: è bastato condividere la spesa alimentare per creare buone relazioni, oltre al vantaggio di un risparmio fino al 50%. Ogni settimana, a turni, ogni condomino si fa carico di ritirare gli ordini e fare la spesa e il risultato è che sul pianerottolo ci si scambiano ricette e si organizzano anche feste condominiali». Il secondo passo è stata l’introduzione, in via sperimentale a Bologna, della badante e dell’infermiere di condominio: «La badante condivisa non costa più di 400 euro a nucleo familiare e i costi indiretti, come i contributi previdenziali, vengono spalmati sulla base delle ore di attività. Ognuno paga per le ore di servizio necessarie, ma ha al contempo la certezza di avere nello stesso condominio una persona a cui rivolgersi in caso di bisogno. L’infermiere di condominio garantisce tariffe agevolate al bisogno, oltre a servizi importanti come il prelievo del sangue a casa, che risparmia soprattutto agli anziani viaggi per cliniche e ospedali a digiuno». Il successo della figura professionale condivisa riguarda anche la tata: «La baby sitter bada ai bambini del palazzo che, riuniti in gruppo, fanno amicizia e giocano in cortile, coinvolgendo magari anche quelli del palazzo vicino. Se un tempo darsi appuntamento sotto casa era scontato, oggi tra tv e computer anche i bimbi tendono a starsene tra quattro mura». Convivenza e relazioni si costruiscono e “ristrutturano” mattone dopo mattone: «Bastano piccole e grandi idee, dalla spesa alla badante in comune, per rivoluzionare il nostro modo di porsi agli altri. Non manca infine una nuova concezione degli spazi tesa a stimolare la socializzazione: se fino a poco tempo fa le aree comuni erano ridotte all’osso, ora tornano sale condominiali per riunioni e feste e, nelle costruzioni più attente, sale giochi, biblioteche e lavanderie».




Solidarietà, la sfida vinta di due ex commercianti 

Nella foto: la consegna delle chiavi delle due nuove ambulanze al presidente della Cri di Treviglio e Gerradadda Massimo Gatti

«È l’anima del commerciante, concreta e abituata a darsi da fare, che ci ha fatto vincere una sfida più grande di noi». Ne sono convinti Giovanni Enrico Bresciani e Lino Ronchi, negozianti trevigliesi in pensione che poco più di un anno fa si sono lanciati nell’impresa di regalare due nuove ambulanze alla Croce Rossa di Treviglio e Geradadda, indispensabili per garantire la continuità dei servizi, visto che i vecchi mezzi in dotazione, alla scadenza della revisione, non sarebbero più stati idonei.
L’obiettivo – 73mila euro, da raccogliere partendo da zero e per di più in fretta – era tosto, di quelli che intimoriscono, ma la convinzione del piccolo comitato creato dai due per portare avanti il progetto ha avuto la meglio e oggi il traguardo è lì, a portata di mano. All’appello mancano infatti circa 12mila euro e in soccorso si è mossa anche l’Ascom di Bergamo che domenica 5 ottobre porterà nel cuore di Treviglio Passeggiar Gustando, l’ormai classico appuntamento d’autunno che coniuga il lavoro dei commercianti con i sapori tipici e la solidarietà. 
Nel frattempo entrambe le ambulanze sono già state consegnate ai volontari (la prima a febbraio, la seconda a fine luglio) e operative. A firmare l’ordine di acquisto sono stati infatti gli stessi Bresciani e Ronchi, pronti a versare di tasca propria quanto eventualmente le donazioni non arriveranno a coprire, pur di vedere realizzato il loro sogno solidale. Un lungo impegno nelle associazioni di categoria e a favore del territorio li ha, del resto, allenati a mettersi in gioco. Bresciani, 84 anni portati con una vitalità da fare invidia alle nuove generazioni, ha fatto il macellaio nel centro storico per 54 anni ed ha partecipato attivamente alla vita dell’Ascom di Bergamo, di cui il padre è stato uno dei fondatori. Prima vice e poi presidente del gruppo Macellai, ha rappresentato la categoria per 13 anni, fino al 2000, partecipando anche come consigliere alle attività della Federazione nazionale. È stato inoltre un componente del Consiglio direttivo dell’Ascom e, sempre sul versante commerciale, all’inizio degli anni Ottanta ha dato vita a Treviglio alla Cooperativa Botteghe del Centro, da cui discende l’attuale Associazione. Ne è stato presidente per 15 anni, dando il via, tra l’altro, alla tradizione delle luminarie natalizie. Per più di un decennio è stato invece alla guida della Pro Loco, di cui oggi è presidente onorario. In questo ambito ha promosso manifestazioni che oggi fanno stabilmente parte del calendario cittadino, a cominciare da “Miracol si grida”, la rievocazione del miracolo della Madonna delle Lacrime che il 28 febbraio 1522 salvò la città dalle truppe francesi: «Il fatto storico era lì da quasi 500 anni e nessuno aveva pensato di costruirci attorno un evento che facesse da richiamo per Treviglio», annota en passant Bresciani. E poi ancora la Sagra di Sant’Anna e la festa di San Silvestro al Palafacchetti.
A più di vent’anni di distanza, l’instancabile commerciante ricorda con dovizia di particolari (67 signore in gara, un milione di lire in palio) anche il concorso con il quale le Botteghe hanno donato a Treviglio un suo dolce tipico, la Turta de Treì, entrata stabilmente nel novero delle specialità orobiche. «Proprio la festa annuale che dedichiamo alla torta ha fatto scattare, nel giugno del 2013, la molla della raccolta fondi per le ambulanze – sottolinea -. L’evento ha un fine benefico e nell’occasione si era scelto devolvere il ricavato alla Croce Rossa di Treviglio. È così che sono venuto a conoscenza dell’urgenza di sostituire i mezzi. Lì per lì mi era parsa un’impresa fuori portata, ma dopo qualche giorno mi sono detto “perché non provarci?”».
L’appoggio di un altro commerciante con il pallino delle attività sociali e socializzanti ha fatto il resto. Classe 1945, Lino Ronchi ha anche lui passato la vita in negozio, portando avanti con i due fratelli la salumeria del padre e insieme l’impegno associativo nel gruppo Gastronomi e Salumieri dell’Ascom (di cui è ancora oggi colonna per la logistica delle manifestazioni), oltre che in 50 & Più Fenacom e nella Caritas trevigliese. Deciso a conservare la memoria del commercio della sua città, travolto, come in tutti i centri storici, dall’avanzare delle nuove forme di distribuzione, ha cominciato una monumentale raccolta di fotografie e testimonianze delle vecchie botteghe, che presto dovrebbe diventare un libro. «Ho conosciuto Bresciani nel corso di queste mie ricerche – afferma – e ci ho messo poco a decidere di affiancarlo in questa nuova sfida». Laura Crippa, volontaria della Cri nonché nipote di Bresciani, e il giornalista Roberto Fabbrucci completano l’organico dello snello comitato “Due ambulanze per la Croce Rossa”, caratterizzato da un approccio operativo pratico e diretto. «Non abbiano preparato lettere, belle presentazioni o discorsi formali – raccontano Bresciani e Ronchi –, siamo invece andati ad incontrare personalmente tutti quanti pensavamo potessero avere a cuore il problema e darci una mano. I 23 sindaci dei Comuni interessati dal servizio della Cri li abbiamo contattati tutti. Qualcuno ha contribuito, altri no, qualcun altro non ci ha ricevuto, ma abbiamo voluto sempre metterci la faccia per primi». «È stato impegnativo, di tempo e fatica ne sono serviti – rileva Bresciani -, ma non è stato difficile perché conosciamo un po’ tutti. La lunga esperienza tra eventi ed iniziative mi ha insegnato che se si mettono in campo progetti corposi e ci si crede veramente il successo arriva, ma è fondamentale saper trovare le risorse, perché altrimenti anche le idee più straordinarie sono destinate a rimanere sulla carta». «Come commercianti – aggiunge a questo proposito Ronchi – siamo sempre stati abituati ad essere intraprendenti perché lo “stipendio” andava guadagnato ogni mese e credo che questo atteggiamento ci sia stato di grande aiuto in questa raccolta fondi».
In effetti i due non si sono lasciati scappare occasione per centrare il loro obiettivo, dal coinvolgimento di banche, istituzioni e aziende alle manifestazioni, come la degustazione organizzata a dicembre per l’addio all’attività del macellaio Silvio Rozzoni (che ha fruttato più di 2mila euro, ma anche una bella bronchite) o il raduno a marzo dei Cavalieri d’Italia, di cui fa parte anche Bresciani. «Abbiano raccolto contributi grandi e piccoli – sottolineano -, anche di singoli cittadini che non hanno voluto far mancare il proprio aiuto secondo le proprie possibilità: tanti gesti di solidarietà che ci hanno fatto grande piacere e che vorremmo ricordare uno ad uno». Soddisfazione che si aggiunge a quella di vedere in opera le due nuove ambulanze, «di ultima generazione – dicono orgogliosi e ormai esperti del settore visto che hanno valutato e visto personalmente i vari modelli -. Sono attrezzate non solo per il trasporto ma anche per il primo intervento, spesso fondamentale per salvare una vita». Il Comitato Cri di Treviglio e Geradadda, presieduto da Massimo Gatti, assicura il servizio di soccorso su un’area di circa 150mila abitanti con otto unità operative e 450 volontari.




Due fratelli lanciano la ristorazione itinerante

nella foto: Andrea e Matteo Gavazzeni

I Progetti Territoriali aiutano anche a fare riaffiorare antiche tradizioni di famiglia. E’ accaduto ad Andrea Angelo Gavazzeni, trentenne perito informatico di Chiuduno che, dopo aver lavorato come dipendente di una società del settore edile fino ad agosto, ha deciso di aprire un’attività nel settore alimentare e della ristorazione. Un progetto condiviso con il fratello Matteo, perito elettronico, che studia ingegneria edile, e maturato durante il corso di otto ore tenutosi a Sant’Omobono Terme.
“Si è trattato di un corso molto completo, sia per quanto concerne le informazioni legate alla tipologia di società sia alla redazione del business plan. Di seguito abbiamo potuto fruire di ore di assistenza da parte di un consulente messoci a disposizione da Bergamo Sviluppo, che ci ha seguiti per mettere a fuoco l’analisi e la fattibilità della nostra idea di impresa. Grazie a queste ore abbiamo scelto di operare nel settore della ristorazione itinerante attraverso una snc. Inseguiamo l’idea dello “Street Food”. La nostra famiglia possedeva una vecchia osteria. Viste le difficoltà nel settore edile e la perdurante congiuntura economica negativa, abbiamo deciso di tornare alle origini”.
I fratelli Gavazzeni puntano sui prodotti tipici, dop e doc, e sullo slow food da portare in giro per l’Italia e l’Europa. Non vendita, ma arte della somministrazione. Non potranno avere a disposizione una dispensa come quella di un ristorante, ma intendono proporre prodotti italiani di alta qualità. La gastronomia viaggiante porterà con sé anche formaggi bergamaschi tipici come Caprino, Agrì, Branzi, e salumi come il Cà del Botto.
“Proporremo prodotti certificati e a marchio slow food. Gli abbinamenti sono innumerevoli e tali da stuzzicare ogni palato. Impegnativo lo studio della ricerca dei prodotti, così come il mezzo di lavoro viaggiante, ovvero l’autonegozio, che verrà studiato in modo particolare. Non il solito camioncino in stile mercato, ma una soluzione originale che abbiamo scoperto all’estero e intendiamo adottare. Questo ci aiuterà a distinguerci. La denominazione? Ci stiamo lavorando”.
L’intenzione è avere una programmazione mensile, puntando a creare una fidelizzazione della clientela. Un posizionamento geografico strategico, che prende in considerazione anche eventi come sagre e manifestazioni di settore. A partire dai primi mesi del 2015, i fratelli Gavazzeni si sposteranno nelle aree del nord Italia per poi salire verso le regioni frontaliere, in Austria, Francia e Baviera.
“Grazie a esperti validi e risposte puntuali ottenute tramite Bergamo Sviluppo, stiamo a poco a poco definendo la nostra idea. Questi servizi, offerti gratuitamente dall’ente camerale, sono davvero fondamentali per chiunque voglia avviare un’impresa”- chiosa Andrea Angelo.  




Tiatiò Onlus, cena solidale per supportare la “Paolo Belli” 

Appuntamento il 20 settembre all'oratorio di Borgo Santa Caterina. In carta piatti d'altri tempi come rognone, cervella fritte, nervetti alla cipolla e stinco al barolo

Sta diventando un'abitudine, per la Parrocchia di Santa Caterina, borgo più vivace della città, la cena solidale organizzata da Tiatiò, Onlus fondata in memoria di Gianluca Scarpellini. L'evento, in programma negli spazi dell’oratorio il prossimo 20 settembre, a partire dalle 19.45 (la cucina chiuderà alle 23) ha nobili finalità, dal momento che il ricavato sarà destinato alla ricerca contro il cancro che la Associazione Paolo Belli conduce da anni nella nostra città.
La differenza tra questa e altre sagre – sottolineano gli organizzatori  – è nella sostanza, perché l'obbiettivo non è proporre piatti poveri per pochi soldi, intento nobilissimo intendiamoci, ma recuperare piatti dispersi della tradizione bergamasca e proporli rinnovati a un prezzo ragionevole.
Il presupposto è quindi la materia prima della massima qualità disponibile sul mercato, offerta ad un prezzo accettabile così da provocare una spesa quale irrinunciabile pretesto per condividere i nobili fini di Tiatiò Onlus, godendo assieme dei piaceri della gola. Ed allora si potranno gustare, per citare alcune proposte, il rognone che già l'anno scorso ha deliziato i palati andando esaurito in brevissimo tempo, così come le frittelle di cervella, entrambi rivisitati in nuova veste, preparati con materie prime della Macelleria Cazzamali.
Niente trippa quest'anno, ma nervetti proposti con una nuance mai proposta prima, e che non sarà possibile provare successivamente, perché il cuciniere cucina jazz, come suo dire, non ripete i propri piatti.
Ci saranno anche pietanze che sono punto fermo nel ricordo dell'infanzia, ovvero i cannelloni soffici come burro, che non mangiate magari da decenni, ed un rivoluzionario stinco.
E siccome la boca l'è mia straca se la sa mia de aca, l'orologio dei formaggi di capra e vacca vi incanterà la gola, prima che un caffè dell'Art vi avvicini ad una grappa come mai l'avete bevuta.
E mentre berrete un vino fresco e leggero senza troppe pretese, o sceglierete un bicchiere del migliore Piemonte, potrete seguire la lectio magistralis di Franco Cazzamali, il quale vi sedurrà con le tartare di quinto quarto, ventricolo, cuore, fegato, eseguite avanti a voi.
Nel contempo, potrete informarvi sulle nuove specie di caffè raccolte, importate e torrefatte dai ricercatori di Art Caffè. Un ricordo della serata, se lo vorrete, potrete averlo a giusto prezzo, per quando proverete a rifare i piatti assaggiati, riuscendo certamente a superarli con la vostra abilità, per il plauso della brigata di cucina più volenterosa che ci sia.




Cooperative agricole, annata difficile. Gusmini: «Expo occasione da sfruttare»

nella foto: Ernestino Gusmini

Tra crisi e maltempo, la stagione non è stata certo delle migliori. Il coordinatore di Fedagri Bergamo: «Chiesta un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari»

È un 2014 di luci e ombre per le cooperative agricole bergamasche: se da un lato l’avvicinarsi di Expo 2015 e le misure della nuova Pac (Politica agricola europea) aprono nuovi scenari di sviluppo e rilancio del settore, in questi ultimi mesi la crisi tra Russia e Ucraina e il maltempo estivo hanno frenato l’entusiasmo tra gli operatori del settore. «La crisi della frutta estiva, che già soffre di quotazioni all’origine ai minimi storici, da qualche settimana deve fare i conti con l’embargo della Russia, importante mercato di sbocco dove il blocco delle importazioni di prodotti ortofrutticoli colpisce anche altri prodotti agroalimentari – ha sottolineato il coordinatore di Fedagri Bergamo, Ernestino Gusmini -. La Commissione europea deve far sentire la sua voce tenendo conto anche delle ripercussioni che la crisi comporta. La situazione è diventata talmente pesante da mettere a rischio la vita delle imprese e cooperative agricole, centinaia di migliaia di posti di lavoro e la coesione sociale di molte regioni».
In quest’ottica, le risorse messe a disposizione dalla Commissione per il settore ortofrutticolo, circa 125 milioni di euro, costituiscono uno stanziamento insufficiente per far fronte alle difficoltà del settore che vede esclusi dalle misure prodotti quali meloni, angurie, cipolle e agrumi. Ma non solo: «Anche le modalità sono sbagliate – continua Gusmini – perché sono tali da causare una vera e propria corsa al sostegno (i primi produttori a fare domanda ricevono il contributo), con il rischio poi di lasciare senza risorse produzioni autunnali e invernali per cui la crisi è già ora prevedibile, quali mele, pere e kiwi, che sono tra l’altro le prime voci in volumi dell’export ortofrutticolo verso la Russia».
A questo si aggiungo gli effetti della crisi che si fanno sempre più evidenti e a luglio i produttori ortofrutticoli delle aziende e cooperative delle organizzazioni che fanno capo ad Agrinsieme sono scesi in piazza per far sentire la loro voce e ribadire le qualità del prodotto «made in Italy» e l’importanza del settore ortofrutticolo, che con oltre 12 miliardi di euro incide per circa un quarto sul valore complessivo realizzato dal settore primario, rappresentando la prima voce dell’export agroalimentare con una quota pari al 22%. «A peggiore la situazione ci è mancato pure il il maltempo con le abbondanti piogge che hanno compromesso i raccolti e le strutture delle imprese agricole – spiega Gusmini -. Ad eccezione del mais e del foraggero, infatti, tutto il comparto ortofrutticolo è in ginocchio e quelle colture, come il melone, a pieno campo e sensibili allÂ’umidità e agli sbalzi di temperatura hanno subito danni enormi».
Dall’Expo alla Pac – Un’occasione importante per rilanciare l’agroalimentare bergamasco è rappresentata dall’Expo il cui slogan «Nutrire il pianeta» strizza l’occhio al mondo agricolo: «Il 60% della produzione agroalimentare regionale arriva dal mondo cooperativo che deve cogliere questa occasione per far conoscere la produzione locale e promuovere la tipicità agroalimentare nel segno della qualità e della trasparenza – afferma Gusmini, che ha anche un occhio di riguardo sulla Pac 2014-2020 -. Oltre al budget delle risorse a disposizione siamo preoccupati sulla loro modalità di distribuzione – afferma -.  Come Fedagri abbiamo chiesto un’urgente definizione del nuovo regime degli aiuti comunitari perché allo stato attuale c’è troppa incertezza: centinaia di aziende agricole attendono che siano risolte delle questioni fondamentali, come la definizione degli effettivi beneficiari degli aiuti e le modalità di erogazione dei contributi. Chiediamo una Pac in cui gli aiuti vadano agli agricoltori orientati al mercato, che producono ricchezza, salvaguardano il paesaggio e il territorio e che riservano attenzione ai giovani».
E proprio le nuove generazioni rappresentano quella marcia in più per le aziende agricole, tanto che lo stesso ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina ha annunciato che il ministero metterà in campo un pacchetto di dieci azioni a favore dei giovani e del ricambio generazionale. Ricambio che non sembra però preoccupare i cooperatori: «I giovani stanno manifestando sempre più interesse per l’agricoltura e la conferma arriva dalle richieste di stage nelle imprese cooperative da parte degli studenti degli istituti tecnici agrari del territorio, soprattutto da Treviglio – conferma Gusmini -. Il legame scuola/lavoro consente infatti agli studenti di applicare sul campo gli studi scolastici e di avvicinarsi alle aziende e a noi imprenditori dà la certezza di poter contare, un domani, su personale qualificato e giovane».