Banconote false, per i negozianti un rischio costante 

nella foto: Salvatore Gangone

Ologrammi, fili di sicurezza, scritte in rilievo e disegni visibili in controluce. Questi sono soltanto alcuni dei segni che distinguono una banconota vera da una falsa. Ma il rischio di trovarsi fra le mani dei pezzi di carta travestiti da denaro è sempre in agguato tra i commercianti orobici. Parola del direttore della filiale bergamasca della Banca d’Italia, Salvatore Gangone, che invita i cittadini ad aguzzare la vista e a non farsi ingannare soprattutto dai tagli da 20 e 50 euro, i più contraffatti in Italia: “Nel 2013 – dice – sono stati ritirati dalla circolazione 58.327 esemplari di banconote false da 20 euro e 34.278 da 50 euro che hanno rappresentato rispettivamente il 43,73% e il 25,70% del totale”. Un tema spinoso, quello dei famigerati biglietti falsi, che Gangone affronterà lunedì 14 aprile alle 21 a Torre Boldone in occasione dell’incontro organizzato al ristorante Don Luis dal Lions Club della Valseriana.
Il fenomeno della contraffazione è in aumento?
“I dati sull’andamento del fenomeno sull’intero territorio nazionale negli ultimi anni sono in leggera crescita. Nel corso del 2013, sono stati ritirati dalla circolazione 133.388 esemplari di banconote riconosciute false dal Centro nazionale di analisi della Banca d’Italia, con un incremento del 7,9% circa rispetto all’anno precedente in cui sono stati ritirati dalla circolazione e riconosciuti falsi 123.622 esemplari”.  
Le soluzioni messe in campo per arginare la contraffazione?
“La Banca d’Italia, in qualità di Centro nazionale di analisi delle contraffazioni, intrattiene rapporti continui con le Forze dell’ordine a livello nazionale e internazionale per condividere tutte le informazioni sull’andamento del fenomeno anche in occasione di riunioni periodiche. La collaborazione con le autorità si fonda anche sullo scambio di informazioni circa l’analisi di natura tecnica svolta dalla Banca sulle banconote false. Noi svolgiamo, infatti, un’intensa attività formativa sulle caratteristiche di sicurezza delle banconote nei confronti degli operatori professionali del contante, ovvero banche, uffici postali, società di servizi e grande distribuzione organizzata, Forze dell’ordine e pubblico in genere. In occasione dell’emissione delle banconote della serie Europa è stata condotta una specifica, capillare campagna informativa. A breve verrà avviata analoga campagna in vista dell’introduzione, il 23 settembre di quest’anno, della nuova banconota da 10 euro”. 
Quali attività di controllo vengono svolte su chi gestisce il contante?
“Da due anni svolgiamo un’intensa attività di controllo, in particolare sulle banche e sulle società di servizi. L’obiettivo è verificare il rispetto della normativa della Bce e di quella nazionale emanata con un provvedimento della Banca stessa del 14 febbraio 2012. In particolare dobbiamo testare la capacità di chi gestisce il contante di intercettare le banconote sospette di falsità che vanno poi trasmesse a questo Istituto. Tale attività si svolge sia tramite ispezioni in loco, sia tramite il costante controllo delle segnalazioni che i gestori sono obbligati a trasmettere”.
Quali metodi sono stati messi a disposizione dei commercianti per il controllo delle banconote?
“Le Banche centrali nazionali dell’Eurosistema sottopongono a test le macchine per il trattamento del contante, sia destinate agli operatori professionali, sia per i commercianti. Sul sito della Bce è disponibile, per chiunque sia interessato, l’elenco di tutte le apparecchiature testate con successo e, come tali, in grado di intercettare le banconote euro false”. 
Ma si può riconoscere una banconota falsa?
“Il modo migliore per scoprire un biglietto fasullo è saper individuare le caratteristiche di sicurezza delle banconote legittime. Al fine di favorire il riconoscimento di una banconota sospetta di falsità, l’Eurosistema ha ideato diversi strumenti di formazione per il pubblico e per gli operatori del contante, inclusi quelli commerciali. Sui siti della Bce e della Banca d’Italia sono disponibili le informazioni sulle caratteristiche di sicurezza delle banconote in euro della prima e della seconda serie. La Banca d’Italia ha realizzato uno strumento di e-learning denominato “Conoscenza delle banconote”, accessibile dal suo sito ufficiale a beneficio di tutti gli operatori del contante, inclusi quelli del settore del commercio, che consente di conoscere le caratteristiche di sicurezza delle banconote e di verificare il proprio livello di apprendimento”.
Se uno si ritrova tra le mani banconote sospette di falsità?
“Non bisogna assolutamente cercare di spenderla. La si deve presentare alla Banca d’Italia per verificare la legittimità, oppure agli sportelli di una banca commerciale o di un ufficio postale, o alle Forze dell’ordine”.
Quali sanzioni pecuniarie sono previste per i contraffattori?
“Il codice penale agli articoli 453 e seguenti punisce tutti i comportamenti connessi con la falsificazione delle banconote con una multa da 516 euro a  3.098 euro e la reclusione da tre a 12 anni. Inoltre il provvedimento della Banca d’Italia del 14 febbraio 2012 ha previsto l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 50.000 euro nei confronti dei soggetti obbligati al ritiro delle banconote sospette di falsità, principalmente banche, uffici postali e società di servizi, che non dovessero ritirare le banconote sospette di falsità oppure inviarle alla Banca d’Italia dopo oltre 20 giorni dalla data del ritiro”. 




Agnelli: «Con l’Expo alle porte rilanciamo la ricchezza del nostro territorio»

nella foto: Baldassare Agnelli 

Rilanciare il sistema produttivo orobico partendo anche dall’enogastronomia, rilanciando le tradizioni e i manufatti artigianali. Per Baldassare Agnelli, presidente dell’omonima azienda produttrice di pentole professionali, il riferimento culinario è d’obbligo quando si parla di economia. Già, perché la sua ditta di Lallio fornisce strumenti di lavoro ai migliori ristoranti italiani e stranieri, nonché a svariati show televisivi, da Masterchef alle seguitissime trasmissioni di Benedetta Parodi. E in vista dell’Expo 2015, il cui tema sarà proprio l’alimentazione declinata in tutte le sue molteplici sfaccettature, la ricetta di Agnelli è chiara: “Dobbiamo puntare sulla ricchezza del territorio e sulla cultura del made in Italy. Ma quello vero, simbolo della nostra qualità all’estero, e non quello fatto dai cinesi. Ormai le ditte che confezionano i loro manufatti in maniera artigianale, come si faceva una volta, sono poche. Molti prodotti hanno solo il design italiano ma poi, per risparmiare, vengono fabbricati altrove e così perdono la loro specificità. Pensiamo alla pizza. La vogliono fare tutti, ma diciamoci la verità: fa schifo in tutto il mondo. Quella originale è un’altra cosa. E’ evidente che dipende molto dagli ingredienti che uno ci mette”.
Detto questo, quali sono allora, cosa servirebbe al territorio bergamasco?
“Le faccio un esempio. Mi è capitato, di recente, di recarmi in Toscana col mio rappresentante locale in un paesino antico e me lo ha decantato come il più bello del mondo. Lo ha valorizzato e promosso. Noi bergamaschi, invece, troppo spesso quando portiamo qualcuno a far visita a Città alta non siamo, a mio parere, altrettanto capaci di esaltarla nel modo giusto. È un atteggiamento che non riguarda solo il cittadino, ma a volte anche chi dovrebbe fare promozione”.
Un giudizio un po’ severo…
“Beh, sentir dire che Bergamo è solo polenta e osei non è forse un po’ limitante? Al contrario, ci sono tante ricette antiche della tradizione che le nostre trattorie tipiche dovrebbero riscoprire. Ho conosciuto tanti cuochi famosi, da Marchesi a Vissani, e tutti dicono di trarre ispirazione dalle ricette della mamma, ma sinceramente ci credo poco. La vera pasta fatta in casa la sanno fare le nonnine bolognesi e sarebbe bello se ogni tanto venissero a Bergamo con il loro mattarello a insegnarci come si fa. A sua volta, una bergamasca potrebbe andare a Bologna a far conoscere la ricetta originale dei casoncelli. Questi sono i veri scambi di cultura gastronomica che possono arricchire il nostro territorio”. 
Il tema dell’Expo 2015 sarà proprio l’alimentazione. Come si sta preparando a questo evento?
“Certamente sarò lieto di dare il mio contributo. E infatti in collaborazione con Slow food ho realizzato un libro in inglese e in italiano che verrà presentato proprio in occasione dell’Expo”. 
Crede che l’Expo porterà ripercussioni positive sul nostro territorio a lungo termine? 
“Dicono che sarà un esposizione importante che coinvolgerà tanti imprenditori, ma di chiaro, per ora, c’è ancora poco. Io comunque ci credo. Speriamo non rimanga solo un evento politico relegato alle solite quattro grosse aziende che abbiamo in Italia. Staremo a vedere…”.
I postumi della crisi, purtroppo, si respirano ancora ma per il prossimo futuro vede margini di miglioramento? 
“Le porto l’esempio del nostro Gruppo. Dal 1907 a oggi, la nostra azienda di crisi ne ha viste parecchie. Mio nonno ha vissuto la prima già nel 1915, nel periodo della Prima guerra mondiale, quando ha dovuto chiudere i battenti per poi ripartire. Nel 1929 c’è stata la grande crisi che ha coinvolto le banche, a seguire la Seconda guerra mondiale e poi ancora, negli anni ’70, c’è stato il crollo dell’alluminio, messo da parte dalle famiglie in favore dell’acciaio e quindi, soprattutto per noi, è stato un periodo difficile. La crisi che stiamo vivendo oggi è forse quella più pesante anche perché ci siamo ancora tutti dentro fino al collo. Nonostante questo, noi abbiamo continuato a investire a testa alta nel nostro prodotto seppur di nicchia. E questo è quel che bisogna fare. Investire e innovare”.
La scuola forma ancora in maniera troppo teorica e prepara poco gli studenti al mondo del lavoro?
“Oggi vince ancora la teoria. Nella scuola alberghiera, per esempio, nei testi si parla dei tipi di cottura, di forme e materiali diversi da utilizzare. Poi, però, a causa degli alti costi gli studenti si devono adattare a cucinare sempre con le stesse pentole. Quindi il ragazzo nelle cucine scolastiche non riesce a sperimentare tutto quello che si impara sui libri”.
Cosa si può fare?
“Aiutare le scuole. Noi, nel nostro piccolo, una mano la diamo. All’interno del nostro stabilimento alcuni anni fa abbiamo inaugurato la Saps, un’associazione no-profit attrezzata con cucina. I ragazzi dell’istituto alberghiero vengono da noi a imparare non solo le ricette, ma anche il giusto utilizzo dello strumento e del materiale di cottura”. 
E cosa ne pensa dell’opportunità di fare tirocini in azienda?
“I tirocini sono utili ma con tutte le leggi per la messa in sicurezza che ci sono attualmente, diventa un percorso a ostacoli improponibile. Una volta era tutto più semplice. Oggi prendere uno stagista inesperto può diventare pericoloso. Un esterno dev’essere registrato, deve indossare il casco, le scarpe giuste, stare attento ai muletti. Personalmente preferisco accogliere gli studenti per fare una giornata in azienda, anche di poche ore, per renderli consapevoli di come si lavora e di come funziona una fabbrica. Nell’occasione forniamo dati teorici, facciamo conoscere i nostri  macchinari e poi si passa alla parte pratica in cucina”.
Quanto è importante l’internazionalizzazione?
“L’estero è una realtà importante a cui tutti devono puntare. Il problema è riuscire a imporsi in Paesi che hanno una cultura così diversa dalla nostra. Per rimanere al settore gastronomico, per esempio, non è semplice perché la cucina italiana non è certamente paragonabile a quella straniera. Anche gli ingredienti che si usano per cucinare sono diversi: l’olio extravergine d’oliva o la vera mozzarella di Bufala non si trovano ovunque. Nel nostro caso, generiamo all’estero solo il 14% del nostro fatturato. Di recente abbiamo anche aperto uno show room a New York sulla 5th avenue. Poi continuiamo a sponsorizzare anche Masterchef Italia ma sarà l’ultimo anno. Abbiamo sfruttato il momento ma smetteremo presto perché il nostro target non è la tv in cui si fa lo show, ma quella in cui si fa davvero cucina in modo professionale”.

IL GRUPPO / Oltre un secolo di storia segnato dall’alluminio

Fino a due secoli fa l’alluminio era considerato un metallo prezioso, con un valore addirittura più alto di quello dell’oro. E quando nel 1907 la fabbrica Baldassare Agnelli iniziò a forgiare i primi prodotti con quel materiale, portò una ventata di aria fresca tra le strade polverose e le verdi campagne della Bergamo di inizio Novecento. È una lunga e appassionante storia quella che Paolo e Baldassare Agnelli hanno raccontato all’Ateneo di Scienze lettere ed arti nell’ambito degli incontri dedicati agli imprenditori bergamaschi che hanno “attraversato” la Prima guerra mondiale. Sorta in via Fantoni, a ridosso di Borgo Palazzo, con una vocazione artigianale, oggi l’azienda è una realtà industriale con sede a Lallio. Gli Agnelli all’inizio sperimentarono anche l’argento purissimo 925, ottimo conduttore di calore, per produrre una linea particolare di casseruole. Ma è stata la pentola d’oro, realizzata con il supporto degli orafi di Valenza Po, a riscuotere, in epoche più recenti, il plauso di numerosi chef stellati. Alcuni degli antichi attrezzi in alluminio e le macchine per la lavorazione utilizzate in passato sono oggi visibili nel museo aziendale allestito all’interno della fabbrica. Forti di un campionario di oltre 2mila articoli, che oggi copre tutte le necessità della moderna ristorazione, gli Agnelli hanno fondato anche la Saps, una scuola di aggiornamento sulle tecniche di cottura fra le più frequentate dai cuochi e dagli studenti della scuola alberghiera.




Anche negozi e chef in campo per la mostra su Palma il Vecchio

Bergamo: terra di Palma. Una destinazione da far perdere la testa! Si presenta così la grande mostra dedicata a Palma il Vecchio che Bergamo ospiterà da marzo a giugno 2015 nell’ambito delle manifestazioni promosse in occasione di Expo 2015. Si tratta di una prima nazionale, che vedrà in esposizione una quarantina di dipinti di Jacopo Negretti, pittore bergamasco di fine ‘400, detto il Palma da Giorgio Vasari.
Lunedì scorso l’evento, che ha il compito di richiamare una gran numero di appassionati d’arte italiani e stranieri nella nostra città, è stato presentato nella Sala Traini del Credito Bergamasco agli operatori del commercio e dell’ospitalità dal professor Giovanni Villa, curatore della mostra, e Giulia Fortunato, della società ComunicaMente, che produce interamente l’evento.
Le opere del pittore bergamasco, nato a Serina nel 1480, e divenuto uno dei più grandi maestri della pittura veneta del Rinascimento, accanto a Tiziano e all’amico-rivale Lotto, giungeranno da 21 musei stranieri: Austria, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Russia, Spagna, Ungheria, Usa; e da alcune città italiane tra cui Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Rovigo, Venezia.
Sarà un evento di una grande portata che coinvolgerà l’intero territorio bergamasco nei suoi molteplici aspetti attraverso un modello già sperimentato con successo anche in altri contesti.
“Vogliamo creare una mostra per la città e un città per la mostra – ha spiegato Giulia Fortunato -. Sarà una prima mondiale arricchita da una serie di eventi che valorizzeranno  il territorio e le sue realtà presenti”.
Tutti saranno coinvolti in questo grande manifestazione che farà conoscere Bergamo soprattutto nel Nord Europa – dove sono più attenti a scoprire città bellissime ma poco conosciute – e nelle città di provenienza dei quadri.
“Nessuno sarà escluso – ha continuato Fortunato -. Intorno alla mostra saranno coinvolte molteplici realtà culturali, economiche e sociali, ciascuna partecipando attivamente alla costruzione di un modello e concorrendo al suo successo in un grande momento di coralità per la promozione del territorio. Abbiamo già iniziato un percorso di coinvolgimento dell’Università e dei suoi studenti che collaboreranno alla realizzazione del progetto con proposte, idee innovative di spin off e start up. Abbiamo coinvolto il territorio e le sue valli, dove ancora oggi si ritrovano tutti gli elementi naturali espressi nella pittura di Palma il Vecchio, con itinerari tematici su natura e montagna, sport, enogastronomia. E oggi chiamiamo in gioco anche gli imprenditori del commercio e dell’ospitalità con iniziative e proposte che valorizzeranno la loro impresa, i loro prodotti e la loro offerta”.
L’obiettivo è di travalicare il momento espositivo attraverso azioni di valorizzazione e tutela, riscoperta di luoghi straordinari per l’offerta culturale fatta di arte, storia, paesaggio, enogastronomia, artigianato. Tra gli esempi presentati: Acqua per Palma, un circuito di promozione dell’acqua potabile dalle numerose fontane, alcune monumentali e recentemente restaurate; Palma Chef, un concorso tra rinomati chef per la realizzazione di un piatto Il Palma prendendo le mosse da quanto fu fatto da Cipriani nel 1948 che inventò il famoso cocktail Bellini per l’inaugurazione della mostra su Giovanni Bellini a Palazzo Ducale o dall’Harrys Bar che inventò per la mostra dedicata a Carpaccio del 1950, il noto piatto freddo di carne da consumare velocemente prima di recarsi all’esposizione; oppure Pane del Palma, che coinvolgerà l’abilità e la fantasia dei panificatori bergamaschi.
Un progetto specifico e più articolato sarà rivolto agli esercizi commerciali che potranno diventare “Negozi amici di Palma”, botteghe in cui raccontare la Bergamo di oggi attraverso gli occhi, i sapori, i profumi, i colori di Palma il Vecchio. “Sono stato catturato e affascinato da come una mostra possa mettere in rete tante realtà diverse e insieme raccontare al mondo un territorio – ha affermato in chiusura dell’incontro Luigi Trigona, nella sue vesti di presidente di Turismo Bergamo e di direttore dell’ Ascom -. Sono sicuro che la vivacità e la capacità imprenditoriale dei bergamaschi sapranno sfruttare questa occasione, anche perché il processo di ammodernamento del sistema imprenditoriale ha fatto negli ultimi anni grandi passi in avanti. La mostra su Palma il Vecchio saprà inoltre valorizzare i tanti giacimenti culturali ed enogastronomici di cui la provincia è ricca”.
Nei prossimi giorni sul sito www.ilpalma.it sarà possibile trovare tutto il materiale presentato durante l’incontro, tra cui la scheda di adesione al progetto “Negozio amico di Palma”.
La mostra è promossa dalla Fondazione Credito Bergamasco e Università degli Studi di Bergamo con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia, Comune, e con il supporto di Sacbo, Credito Bergamasco, Camera di Commercio, Ente Fiera Promoberg.




Giovani, trovare lavoro è un gioco di squadra. Ecco il Job Club

Anche cercare un lavoro è un lavoro. Occorrono perciò tempo, organizzazione e strategie se si vuole sperare di avere qualche risultato. Meglio ancora se non si è da soli, ma si condivide il percorso con qualche “collega” ugualmente impegnato nella ricerca di un’occupazione. È così che nasce il Job Club, un gruppo di persone che decidono di fare squadra, incontrandosi periodicamente per scambiarsi informazioni, esperienze, contatti, ma anche farsi coraggio a vicenda, acquistare fiducia vedendo i successi degli altri, non perdere la speranza se si è incassato un no. Il modello, nato in Gran Bretagna per far fronte alla disoccupazione esplosa negli anni Ottanta, è oggi presente in vari Paesi e anche in Italia qualcosa si sta muovendo. A Bergamo, ad esempio, lo Spazio Informagiovani del Comune ha lanciato il suo primo Job Club. L’iniziativa, concordemente con il target del servizio, è rivolta ai giovani, nello specifico quelli dai 19 ai 25 anni, residenti in uno dei sei comuni dell’Ambito n. 1 (Bergamo, Gorle, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole, Torre Boldone) che abbiano avuto almeno un’esperienza lavorativa, anche di stage curriculare. Si è aperta l’8 aprile con un primo incontro di presentazione e raccolta delle adesioni e, una volta formato il gruppo, proseguirà con altri quattro appuntamenti di due ore nella sede in via del Polaresco, fino al 13 maggio. Il progetto fa parte della azioni previste dal Piano territoriale di Regione Lombardia Giovani e Lavoro “Job in”, di cui il Comune di Bergamo è ente capofila e che vede coinvolti 23 partner, tra amministrazioni comunali dell’Ambito territoriale, altre istituzioni quali Provincia, Ufficio scolastico territoriale, Università degli studi di Bergamo, associazioni di categoria, compresa l’Ascom, Camera di Commercio-Bergamo Sviluppo, enti accreditati e del terzo settore.
Gli incontri sono coordinati da un’operatrice dello Spazio Informagiovani e da una consulente per l’orientamento. «Il concetto alla base del Job Club è quello dell’auto-mutuo aiuto – spiegano dal servizio – e il valore aggiunto rispetto alla consulenza individuale, che conserva comunque il suo senso perché consente di mettere a fuoco il percorso e le esigenze personali, è lo scambio che si viene a creare». In primis di informazioni. Può essere che chi sta spulciando gli annunci per sé ne trovi uno che può fare al caso di un “compagno di club” e passi la segnalazione, mettendo in circolo le opportunità. Le statistiche, del resto, confermano che in Italia è proprio il passaparola il canale attraverso il quale si trova prevalentemente lavoro anche per via della struttura del tessuto imprenditoriale, formato soprattutto da realtà di piccole dimensioni.
«Se decidere di entrare nel Club può richiedere uno sforzo in più dal punto di vista psicologico, ossia confrontarsi con persone che non si conoscono, il vantaggio è che poi scatta la solidarietà, ci si scoraggia meno sapendo di non essere gli unici a vivere una certa situazione, si mantiene una visione più positiva vedendo chi ce l’ha fatta, si può prendere esempio dagli approcci e dagli atteggiamenti dei compagni», evidenziano ancora da Informagiovani. Ma al Job Club si viene guidati anche nell’acquisizione di un vero e proprio metodo per cercare (e trovare) lavoro, preziose “dritte” su come preparare bene un curriculum, leggere gli annunci, utilizzare i diversi canali e strumenti a disposizione per presentare la propria candidatura, sostenere un colloquio.
«Molti pensano ancora che per trovare lavoro basti spedire il proprio curriculum e stare ad aspettare – rilevano gli operatori -. È una visione legata al passato, quando non si finivano nemmeno gli studi e già si aveva il posto assicurato. Oggi non è più così, le aziende hanno alzato le richieste sulle competenze e bisogna essere in grado di convincerle ad assumere proprio noi. Per fare questo un passaggio fondamentale, spesso ignorato, è fare un’analisi su se stessi, capire cosa si è disposti a mettere in gioco. Se si chiede ad un’impresa di fidarsi di noi occorre sapere bene prima cosa possiamo offrire». E poi c’è tutta una serie di accorgimenti pratici da non sottovalutare. Ad esempio selezionare i destinatari a cui far prevenire la propria candidatura, ottimizzare i tempi per la consegna dei curriculum, tenere traccia delle proprie azioni e monitorarle in modo che se si viene contattati non si caschi dalla nuvole e si sappia subito a quale realtà e posizione si fa riferimento. Su questi aspetti gli operatori del Job Club assegneranno ai ragazzi anche dei “compiti a casa”, così da verificare e sviluppare la loro capacità organizzativa. Ci si confronterà anche su come arrivare preparati ad un colloquio, per affrontare al meglio un momento importante anche dal punto di vista emotivo.
La partecipazione al Job Club è gratuita. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere alla sede dello Spazio Informagiovani o contattare il servizio tramite e-mail (informagiovani@comune.bg.it)




Fruttivendoli in festa a Brusaporto. A Orio al Serio la Pasqua  dell’Alimentarista

Fruttivendoli in festa a Brusaporto
Quella in programma domenica 13 aprile sarà la 17esima edizione della Festa di Primavera, la giornata promossa dal gruppo Fruttivendoli dell’Ascom come momento di incontro per la categoria all’insegna della convivialità e dello spirito di gruppo. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con Bergamo Mercati, è al Relais La Cantalupa – Da Vittorio di Brusaporto, dove il programma si aprirà alle 11.45 con la celebrazione della Santa Messa. Seguiranno l’aperitivo e il pranzo. Il pomeriggio sarà allietato dall’intrattenimento musicale della band “Alta Moda”. Appuntamento consolidato e sentito, la Festa riunisce i dettaglianti ortofrutticoli bergamaschi, familiari e collaboratori attorno ad una tavola imbandita, ma è anche un’occasione di confronto e approfondimento sulle tematiche e le problematiche che interessano il settore. La partecipazioni dei rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni d’impresa accanto al presidente provinciale, e nazionale, della categoria Livio Bresciani, permettono infatti di anno in anno di mettere a fuoco le criticità ma anche di sviluppare idee, progetti e collaborazioni. La quota di partecipazione è di 50 euro a persona, grazie al contributo dell’Agenzia di Bergamo di UniCredit Leasing Spa. È necessaria la prenotazione ai seguenti contatti: Segreteria del gruppo tel. 035 4120203, Livio Bresciani tel. 035 214200; Roberto Busca tel. 035 258517, Ezio Sangalli tel. 0363 51093, Barbara Ravelli – bar interno al mercato ortofrutticolo.

A Orio al Serio la Pasqua dell’Alimentarista
Come sempre organizzata la domenica delle Palme – e quindi il prossimo 13 aprile – la Pasqua dell’Alimentarista è l’iniziativa della Pia Unione San Lucio per lo scambio degli auguri in vista della Festività. Meta di quest’anno è il ristorante Il Giardinetto, nel centro storico di Orio al Serio, appositamente messo a disposizione dai titolari per il ritrovo. Un’opportunità che permette di celebrare direttamente negli spazi del locale la Santa Messa e di sedersi poi a tavola per una cena in compagnia tra colleghi. La funzione, in programma alle 19, sarà officiata da Don Tarcisio Ferrari, assistente spirituale della San Lucio. Seguirà il menù concordato per la serata. L’appuntamento rientra tra quelli fissi del calendario annuale della storica associazione tra i commercianti del dettaglio alimentare che fa capo all’Ascom e che si dedica alla promozione di iniziative legate a religiosità, cultura e solidarietà. I posti sono limitati, è perciò consigliato prenotarsi al più presto. Per farlo si possono contattare la segreteria (tel. 035 4120200), il presidente Pierantonio Chiari (tel. 035 242982), Giuseppe Oberti (tel. 388 3936338) o Lino Ronchi (tel. 0363 44536).




Expo, Confartigianatato Bergamo apre uno sportello per le imprese

L’Expo di Milano, ormai alle porte, non sarà solo un meeting internazionale in cui Paesi del mondo e istituzioni potranno confrontarsi sui temi dell’alimentazione e della sostenibilità. L’evento, in programma dal primo maggio al 31 ottobre 2015, creerà infatti un indotto anche per le piccole e medie imprese del territorio, le quali potranno trovare nuove occasioni di business e di sviluppo. Ma come prepararsi a cogliere tutte le opportunità offerte da questa grande esposizione, riuscendo a giocare un ruolo attivo dalla fase preparatoria fino a quella post-evento?
È per rispondere a questa esigenza che Confartigianato Bergamo ha deciso di lanciare un nuovo sevizio informativo gratuito a supporto delle imprese associate: “Info Point Expo 2015”.
Aperto nell’ufficio Internazionalizzazione dell’Organizzazione di via Torretta, lo sportello aiuterà infatti le imprese a muoversi fra le proposte formative e informative, le attività e le iniziative che l’Associazione metterà in campo in sintonia con altre Organizzazioni ed enti nazionali ed internazionali, fra le quali spiccano missioni e incontri d’affari con le delegazioni estere.
Le imprese artigiane che intendono fornire beni e servizi alle varie iniziative targate Expo potranno inoltre consultare e registrarsi al catalogo ufficiale fornitori dei Paesi partecipanti e al catalogo fornitori “Bergamo for Expo 2015”, quest’ultimo riservato agli operatori economici della provincia di Bergamo. A questo proposito sul sito dell’Associazione, www.artigianibg.com, è stato anche creato un apposito banner dove, accanto alle informazioni su convegni, seminari e corsi, è possibile accedere ai siti ufficiali dei due cataloghi.
«Siamo convinti che Expo 2015, con i suoi 20 milioni di visitatori previsti – sottolinea il presidente Angelo Carrara – rappresenti un’opportunità unica e irrinunciabile per la nostra economia locale e quindi per le nostre imprese, che avranno la possibilità di crescere, allargare i propri orizzonti e trovare nuove opportunità di business, facendosi conoscere ad una platea vastissima. Per questo abbiamo voluto creare al nostro interno un vero e proprio “progetto Expo”, che vede il suo fulcro nello sportello informativo, già pienamente operativo, e che si svilupperà in una serie di iniziative in grado di accompagnare gli artigiani in questo “cammino” pluriennale».
Il progetto, infatti, non si limiterà all’attuale fase preparatoria e ai sei mesi di durata dell’esposizione ma, soprattutto, cercherà di guardare agli anni successivi, quando il nostro territorio potrà registrare un ritorno in termini commerciali, turistici ed economici. «Per questo – aggiunge Carrara – è necessario essere pronti sotto diversi profili che cercheremo di sviluppare con eventi seminariali e formativi: dalla preparazione culturale a quella linguistica, passando per le nuove tecnologie di comunicazione e il marketing. Sono tutti elementi imprescindibili per farsi conoscere e operare in un contesto sempre più globale e internazionale. Molte iniziative, come pure i servizi di supporto all’internazionalizzazione e alla competitività sono già stati messi in campo ma adesso vogliamo ulteriormente potenziarli e promuoverli».
Tra questi, per esempio, c’è il servizio di consulenza per la realizzazione di siti internet e per le traduzioni, con l’obiettivo di andare incontro a quelle aziende che non masticano ancora perfettamente il mondo del web oppure dispongono di un sito internet ma nell’unica versione in lingua italiana.
Lo sportello “Info Point Expo 2015” è aperto da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18. Per contatti chiamare il numero: 035 274285; e-mail: euroservice@artigianibg.com




Gli ambulanti portano in centro la primavera. Nel fine settimana bancarelle sul Sentierone  

Dopo il successo delle bancarelle che hanno tentato con dolci e frittelle le migliaia di bergamaschi che hanno visto sfilare i carri di mezza Quaresima e non hanno voluto perdersi il tradizionale rogo della Vecchia organizzato dal Ducato di Piazza Pontida, nelle vie del centro fiorisce la primavera. Dal 4 al 6 aprile il Sentierone ospita la “Festa di primavera”, appuntamento promosso dalla Comap, la cooperativa costituita dalle due associazioni provinciali dei venditori su area pubblica tra cui Fiva Ascom. Per tutto il fine settimana, venerdì incluso, dalle 8.30 alle 21, la passeggiata cittadina sarà accompagnata da colori e profumi primaverili portati ed esposti da una cinquantina di bancarelle. Gli ambulanti proporranno prodotti tipici, articoli d’artigianato, profumi, fiori, piante e una vasta gamma di prodotti per la casa e la persona, ideali per dare un tocco di novità con il cambio di stagione. Ad allietare lo shopping non mancheranno momenti di intrattenimento per adulti e bambini e l’occasione unica di vedere gli artigiani all’opera, pronti a mostrare gesti e saperi antichi ormai quasi dimenticati. «Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con una manifestazione attesa che scandisce l’avvicendarsi delle stagioni, organizzata da oltre dieci anni in centro – spiega il presidente di Fiva Mauro Dolci -. Con la Fiera di Sant'Alessandro, la Festa d'Autunno e la Fiera di Santa Lucia, la Festa di Primavera è una delle vetrine più importanti per la categoria. L'appuntamento vuole rappresentare anche quest’anno un momento di festa per tutti, ma anche l'opportunità per far conoscere la realtà del mercato a chi non frequenta abitualmente gli appuntamenti settimanali, di presentare le nostre proposte e il nostro lavoro quotidiano». 




Let’s Sinergy, riflettori puntati sulla comunicazione social 

nella foto: Il presidente del Gruppo Giovani Ascom, Luca Bonicelli

Il 10 aprile l’incontro promosso dal Coordinamento Giovani e curato dall’Ascom. Bonicelli: «Importante conoscere i nuovi strumenti e aprirsi al mondo»

Sinergia, internazionalizzazione, nuove tecnologie. Sono i temi attorno ai quali si sta muovendo il “Coordinamento Bergamo Giovani”, nato poco più di un anno fa dalla collaborazione dei Gruppi Giovani di Ance, Ascom, Confartigianato Bergamo e Confindustria Bergamo. Con lo slogan “Let’s Sinergy” il tavolo di lavoro ha dato vita ad un progetto di formazione continua strutturato in una serie di momenti di confronto e approfondimento per promuovere la crescita imprenditoriale e personale degli under 40. Una nuova tappa di questo percorso sarà giovedì 10 aprile all’Urban Center di viale Papa Giovanni a Bergamo, alle 19.45, per un incontro dedicato alla comunicazione innovativa e al ruolo dei social network. Si tratta del quarto dei cinque appuntamenti previsti dal ciclo “International”, focalizzati perciò sull’approccio e le opportunità offerte dall’estero.
Le iniziative sono curate a rotazione da ciascun Gruppo e, nella circostanza, saranno i Giovani Ascom a fare gli onori di casa. Si parlerà, in particolare, dei social media, di come questi strumenti stiano cambiando non solo il modo di comunicare ma anche le strategie aziendali e di come possono essere utilizzati per il business locale e internazionale. Fondamentale anche l’attività di Seo – Search Engine Optimization, saranno perciò approfondite le nuove dinamiche delle ricerche online e come posizionarsi nei motori di ricerca per farsi trovare anche da mercati esteri e valorizzare così il proprio brand e il Made in Italy. Le relazioni saranno curate da Valentina Trevaini, membro di giunta e coordinatrice del gruppo di lavoro Formazione e Comunicazione di Confartigianato Bergamo, e da Alessandro La Ciura, entrambi giovani imprenditori del settore informatico.
«Il tema dell’internazionalizzazione – riflette il presidente del Gruppo Giovani Ascom Luca Bonicelli -, potrebbe sembrare distante per molte attività commerciali, più propense a dedicarsi al servizio di vicinato. In realtà è uno stimolo fortissimo, se non in termini operativi, di certo culturali. Vuol dire aprirsi e fare attenzione a ciò che accade intorno a noi, cogliere le esigenze, le novità, le soluzioni che nascono in tutto il mondo. Per altri settori, come la ricettività, è invece interessante lo sviluppo dell’incoming e per tutti resta l’importanza di saper utilizzare la rete e la comunicazione digitale per rafforzare il contatto diretto con la clientela, vicina o meno». Bonicelli sottolinea anche il valore della collaborazione tra i giovani dei diversi settori economici. «Le differenze tra i comparti ci sono ed è inutile negarlo – ammette -, ma questa collaborazione dimostra che c’è anche il coraggio di parlarsi, capirsi, condividere idee e impegno per qualcosa di costruttivo. La verità è che l’individualismo non porta risultati, l’invito ai giovani è perciò quello dimettere il naso al di fuori della propria attività, essere curiosi, non temere di entrare in un campo che si crede fuori dalle proprie competenze o interessi. Si potranno così trovare più informazioni, supporto, collaborazioni e nuove opportunità». 




Negozi “green”, a Bergamo 18 pionieri

Alcune hanno già insito nel dna il carattere “green”, come il servizio di consegne in bicicletta o i negozi di abiti usati. Altre sono attività più tradizionali che hanno scelto di mettere in atto piccoli o grandi accorgimenti per migliorare il proprio impatto ambientale. Tutte sono i primi testimonial del progetto “Sono Sosteniblie”, iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio e realizzata dalla sua azienda speciale Bergamo Sviluppo, in collaborazione con le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato, tra cui l’Ascom, il Comune di Bergamo e il Centro di Etica Ambientale della Diocesi. Il percorso, varato lo scorso anno, ha portato all’assegnazione del marchio di qualità a 18 negozi della città ed è già pronto al bis, coinvolgendo, questa volta, l’intera provincia. L’obiettivo è dare visibilità alle attività che adottano azioni e modelli di comportamento improntati ai principi della sostenibilità ambientale e supportare quelle interessate a farlo, ma anche stimolare aziende e cittadini alla buone prassi. Destinatari sono gli esercizi di vicinato (negozi/attività di servizi con superficie fino a 250 mq), i pubblici esercizi e le attività artigianali alimentari con vendita al pubblico. Si comincia con una serie di incontri sul territorio per la presentazione del bando e la raccolta delle adesioni. Dopo l’apertura a Bergamo del primo aprile, sono in programma serate (l’inizio è alle 20.30) a Treviglio (giovedì 3 aprile, nella sede della Bcc), Albino (martedì 8 aprile, nella sede della Comunità Montana Valle Seriana) e Piazza Brembana (giovedì 10 aprile, sede della Comunità Montana Valle Brembana). Le imprese ammesse al progetto saranno al massimo una cinquantina. Per queste è previsto, nel periodo maggio-giugno, un percorso formativo articolato in tre incontri per un totale di 12 ore su temi legati alla sostenibilità, l’efficienza energetica e il marketing ambientale. La frequenza di almeno due dei tre  incontri è obbligatoria per beneficiare dei servizi di consulenza e per poi fare domanda di concessione del marchio. Saranno messe complessivamente a disposizione 600 ore su versanti come risparmio energetico e fonti rinnovabili, quantificazione degli investimenti e ricerca di fonti di finanziamento dedicate, marketing e promozione ambientale, pianificazione degli acquisti e logistica a basso impatto ambientale. A fine anno saranno raccolte le azioni sostenibili messe in atto dai partecipanti, che saranno valutate da un’apposita commissione. Il marchio “Sono Sostenibile” ha durata annuale e sarà consegnato alle aziende nel corso di un evento finale. Per le imprese con sede a Bergamo c’è anche un vantaggio in più. Il Comune, come ha annunciato l’assessore all’Ambiente Massimo Bandera, intende riconoscere un contributo del 20% sulla Tari in conformità con le premesse che hanno dato avvio al progetto. Nell’inverno 2011-12 l’amministrazione si trovava infatti a dover decidere se “punire” con una sanzione i negozi che tenevano aperte le porte provocando dispersione del calore, ma grazie al confronto con le associazioni di categoria si è scelto di cambiare prospettiva e premiare le insegne virtuose.
Il bando e la scheda di adesione ai focus group sono disponibili sul sito www.bergamosviluppo.it. Il bando resterà aperto fino al 30 aprile 2014 (per informazioni tel. 035 3888011 – email: raso@bg.camcom.it)




Bar, aggiornato il listino delle consumazioni

Dopo quattro anni dall’ultima revisione, arriva il nuovo “Cartello prezzi dei bar” per la città e la provincia. Il listino, redatto dall’Ascom, è a colori, elegante, ben visibile e riporta le voci delle varie consumazioni con gli spazi dove l’esercente può indicare il prezzo praticato al pubblico. L’elenco è stato aggiornato anche per rispondere ai nuovi trend di consumo: «Abbiamo scelto di inserire quest’anno anche il caffè d’orzo, quello al ginseng e il caffè marocchino, sempre più richiesti nei nostri locali», sottolinea Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e Pasticcerie Ascom. Lo stampato può essere ritirato già in questi giorni all’ufficio soci dell’Associazione di via Borgo Palazzo 137 e delle sedi periferiche di Albino, Calusco d’Adda, Clusone, Lovere, Osio Sotto, Romano di Lombardia, Sarnico, Trescore Balneario e Zogno. Rispetto ad anni fa quando il prezzo delle consumazioni al banco era fissato per tutti, negli ultimi anni la politica dei prezzi dei pubblici esercizi è andata differenziandosi così come gli standard dell’offerta dei locali. «Il costante aumento del costo delle materie prime e la pressione fiscale hanno ridotto ulteriormente i nostri utili – continua il presidente di categoria -. Da quattro anni manteniamo i prezzi con grosse difficoltà perché i costi di gestione siano lievitati. Storicamente il prezzo del caffè è sempre andato a braccetto con quello del quotidiano, ma è già da anni che lo manteniamo decisamente al di sotto, visto che i giornali ormai sono arrivati ad 1,30 euro. La politica di attenzione al cliente e ai prezzi per sostenere i consumi ci accompagna sin dall’introduzione dell’euro – ricorda -, quando il caffè è passato dalle vecchie 1.700 lire ad 80-88 centesimi per almeno altri cinque anni, salvo arrivare a 90 centesimi nel 2007 e ad 1 euro nel 2010».
Il caffè, che rappresenta la consumazione di gran lunga più richiesta, vede il suo prezzo oscillare anche a seconda della componente servizio che rappresenta la voce più rilevante dei costi sostenuti dall’esercente. «Oggi è il servizio l’elemento che contraddistingue l’offerta del bar – spiega Beltrami -. La somministrazione di alimenti e bevande non è infatti una vendita ma una prestazione. Una materia prima di ottima qualità e un personale qualificato meritano e giustificano anche prezzi superiori». Stretti tra spese sempre più alte la tentazione per molti pubblici esercizi è quella di tagliare i costi ma «si tratta di un grave errore – avverte -. In questo momento di difficoltà la qualità del servizio è fondamentale, rappresenta la differenza tra chi resiste e chi non ce la fa. Se si crolla ora, se si abbassa la qualità del servizio, poi sarà difficile far tornare il locale in auge».
Per confrontarsi sulle problematiche della categoria il Gruppo Bar Ascom ha organizzato una serie di incontri sul territorio. Il primo appuntamento per gli esercenti dell’Alto Sebino è fissato il 14 aprile alle 15.30 nella Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini di Lovere in piazza Garibaldi, 5.