Obiettivo occupazione, intesa fra sindacati e Confindustria Bergamo 

nella foto: Ercole Galizzi

Fare in modo che la mini-ripresa si traduca anche in un recupero di posti di lavoro nel nostro territorio. Si pone questo obiettivo l’accordo siglato da Confindustria Bergamo con Cgil, Cisl  Uil che si focalizza su cinque punti: la promozione della nuova occupazione giovanile, la valorizzazione delle competenze del personale anziano, la formazione continua dei cassintegrati, il lancio di un welfare territoriale, la verifica della regolarità contributiva e retributiva del personale impiegato tramite appalti, per scoraggiare abusi. Dopo l’annuncio fatto all’assemblea di ottobre da parte del presidente di Confindustria Bergamo Ercole Galizzi, arriva dunque questa intesa che si spera potrà produrre risultati concreti. Il protocollo, immediatamente operativo, è stato presentato durante un incontro stampa nella sede di Confindustria Bergamo con il presidente dell'associazione imprenditoriale Ercole Galizzi e il vice presidente Matteo Zanetti e i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Luigi Bresciani, Ferdinando Piccinini e Marco Cicerone ed è la conclusione di un confronto fra le parti svoltosi in questi mesi sulle dinamiche concernenti le flessibilità organizzative e gestionali, la professionalizzazione dei lavoratori, la tutela e la stabilità occupazionale.
La prima iniziativa riguarda la programmazione di interventi a supporto della nuova occupazione giovanile in incremento occupazionale e con prospettiva di stabilizzazione dei rapporti di lavoro, in modo da consentire la tutela dei lavoratori e contemporaneamente le esigenze dei datori di lavoro di flessibilità nei tempi e nei modi di esecuzione delle prestazioni. Le soluzioni verranno declinate nelle singole unità produttive con specifiche modalità e nell’immediato comporteranno una proposta di Confindustria Bergamo sui rapporti di lavoro a tempo determinato. Segue la richiesta di orientare il Piano d’azione provinciale per le politiche attive anche alla valorizzazione del reinserimento al lavoro di personale a fine ciclo lavorativo che, per esperienza o competenza, sia in grado di trasmettere professionalità al personale di nuova assunzione. C’è, inoltre, l’attivazione di una iniziativa di welfare territoriale, realizzata con il supporto dei Centri per l’Impiego della Provincia di Bergamo e finalizzata ad attenuare le situazioni di particolare disagio derivanti da prolungate applicazioni delle integrazioni salariali (è prevista una dote di 500 euro da assegnare secondo particolari criteri). Si aggiunge la programmazione di interventi di formazione continua adeguati alle specifiche esigenze delle imprese e dei lavoratori coinvolti dal ricorso ad ammortizzatori sociali, interessando i principali centri formativi attivi nel territorio che siano disponibili ad implementare la propria offerta di servizi. Infine, la sensibilizzazione delle imprese sui rischi correlati al ricorso a procedure di appalto che dovessero coinvolgere appaltatori/subappaltatori inadeguati, promuovendo la diffusione di specifiche clausole contrattuali di garanzia, per prevenire eventuali irregolarità retributive e contributive ed evitare sia carenze di tutela per i lavoratori sia  responsabilità a carico delle imprese committenti.
L’intesa avrà carattere sperimentale fino alla fine del 2015 e sarà poi riproposta di anno in anno, salvo disdetta, diventando quindi, di fatto, permanente.
Tutti gli interventi saranno oggetto di rendicontazione e monitoraggio periodico, per consentire eventuali adattamenti e comunque verificare il conseguimento di concreti risultati.




Sagre, la scelta di Pedrengo: acquisti nelle aziende del paese

Nella battaglia, spesso accesa, tra promotori e sostenitori delle sagre e chi, invece, ne denuncia gli effetti negativi (su tutti i gestori di bar, ristoranti e pizzerie, ma anche i residenti nelle zone interessate dalle manifestazioni per via del disturbo), si fa largo una terza via, che passa anche da un “accordo morale” per cercare di salvaguardare i diversi interessi in campo.
È quanto sta accadendo a Pedrengo, dove tutti gli organizzatori delle prossime feste estive nell’area attrezzata di via Piave hanno sottoscritto un impegno comune – nel corso della recente riunione fissata dall’Amministrazione per la definizione del calendario – a rivolgersi per le forniture ai negozi e alle attività presenti sul territorio. Un modo, quindi, per far girare l’economia locale e far ricadere anche sulle aziende una parte del movimento generato dalle grandi tavolate all’aperto.
Non ci sono obblighi né ci saranno controlli, naturalmente, perché la concorrenza e la libertà di scelta devono prevalere, «abbiamo però voluto dare una sorta di ufficialità – spiega il sindaco Gabriele Gabbiadini – ad un comportamento già in essere, così da rimarcarne il valore, mettere cioè in evidenza l’importanza di fare scelte consapevoli». Pedrengo, tra l’altro, può contare su realtà produttive e di distribuzione capaci di soddisfare le esigenze di questo tipo di eventi e al resto possono pensare i negozi di vicinato, che, stretti tra le difficoltà della piccola impresa e la congiuntura negativa, possono trovare in questo tipo di forniture una salutare boccata di ossigeno. «Appoggiarsi a partner locali – prosegue il sindaco – è anche funzionale ad una migliore gestione degli aspetti legati alla sicurezza e igiene degli alimenti, soprattutto per i prodotti deperibili come carni, verdure e surgelati». E non è che la zona di acquisto sia delimitata sulle mappe, «l’iniziativa – ribadisce – è semplicemente un invito a tenere conto di ciò che offre il territorio». 
Gabbiadini non nasconde che le sagre creano problemi ai gestori dei locali pubblici, «che hanno dipendenti e assicurano un servizio tutto l’anno, ma che nel periodo estivo rischiano di restare sulla soglia ad aspettare i clienti». «Non si può non tenere conto del tessuto produttivo e del lavoro – afferma -, ma è anche vero che le associazioni che chiedono di organizzare le feste lo fanno per raccogliere fondi per il sostentamento delle proprie attività, che quindi ritornano alla comunità come servizio sociale». Entrambe le parti hanno perciò le proprie buone ragioni e quello che il Comune sta cercando di fare è raggiungere un equilibrio. Già con l’amministrazione precedente nel regolamento di polizia urbana sono stati introdotti dei precisi criteri e limiti per l’organizzazione delle feste in via Piave. Il periodo di svolgimento è compreso tra l’ultimo fine settimana di maggio e il primo di settembre, le manifestazioni non possono durare più di cinque giorni (ad eccezione di quella degli Alpini, legata ad una convenzione che prevede da parte del Gruppo la gestione dell’area, il servizio di allestimento e manutenzione della struttura) e un terzo dei weekend deve restare libero da iniziative. Complessivamente non possono essere superati i 45 giorni di festa totali e sono state fissate anche delle priorità nella valutazione delle richieste in caso di disaccordo, con la precedenza che va, nell’ordine, alle associazioni territoriali di volontariato sociale, a quelle sportive, ai partiti politici e alla storicità degli appuntamenti. Il regolamento definisce anche gli orari per l’utilizzo degli altoparlanti e la diffusione della musica.
«Ma accanto alle regole scritte – fa notare il primo cittadino – ciò che stiamo portando avanti è la sensibilizzazione e la responsabilizzazione degli organizzatori, che in fondo sono le chiavi di volta per rendere efficaci gli interventi. Sulla diffusione della musica, ad esempio, il messaggio è stato recepito e oggi riceviamo solo sporadiche lamentele. Tre anni fa abbiamo anche inserito l’obbligo di adesione delle feste al codice etico sulla somministrazione di alcolici promosso dall’Ambito territoriale di Seriate, accolto sulle prime come un’imposizione, ma ora ampiamente condiviso. Non è che sia così gravoso rispettarlo – fa notare -, si tratta di non servire alcolici ai minori e a chi è in uno stato di evidente alterazione, secondo la legge, e di informare sui rischi dell’alcol, soprattutto per chi si mette alla guida. Ciò che abbiamo chiesto è una presa di coscienza del problema e la disponibilità a condividere un percorso». Anche l’invito a fare acquisti in paese ha lo stesso senso, «vuole far riflettere sulle ricadute che le manifestazioni hanno sul territorio e offrire una strada rispettosa del tessuto produttivo locale». 
A chi si interroga sul fatto che possa essere una mossa elettorale, Gabbiadini (eletto nelle file del Pdl, si ripresenterà da indipendente) risponde che sarebbe stato molto più semplice non intervenire sul tema delle sagre. «Quando si cerca di regolamentare dei fenomeni, inevitabilmente si va incontro a delle critiche – rimarca -, tra chi vorrebbe più libertà (di fare tardi, di avere a disposizione più giornate) e chi chiede più restrizioni. Noi stiamo cercando di garantire i diritti di tutti, con modalità che tengono conto della nostra realtà e il più possibile accettate».   
Per l’estate 2014, intanto, i giochi sono fatti. La stagione – nell’area adiacente il bel parco Frizzoni che ospita anche maestosi Cedri dell’Himalya – si aprirà con la festa dell’Oratorio per chiudersi con quella storica dell’Avis Aido. Nel mezzo ci sarà spazio per la Festa dei Pescatori nella quale si inserisce la manifestazione del Comune per i giovani “Pedrengo Music Festival”, quella degli Alpini, le iniziative delle associazioni Croce Bianca, Terra d’Europa e Omero, e la festa del Pd.




Pubblici esercizi e Tripadvisor, prove tecniche di dialogo

Ci sono dei punti in comune fra TripAdvisor e Fipe-Confcommercio, ma restano però da risolvere i problemi che riguardano l’identificazione del recensore e la sua effettiva presenza nel ristorante. È questo il frutto dell’ultimo incontro in ordine cronologico fra la Federazione italiana dei pubblici esercizi e il gigante dei commenti online generati e gestiti direttamente dai consumatori.
Dopo lo scontro iniziato nell’estate del 2012 fra le due realtà, si è arrivati a riconoscere che esiste effettivamente un mercato delle recensioni false che creano danni ai ristoratori e allo stesso portale. Per questo motivo Fipe e TripAdvisor intendono proseguire il dialogo e cercare di avviare una sinergia proficua e costruttiva.
Il confronto era iniziato a seguito delle lamentele arrivate alla stessa Fipe da parte dei pubblici esercizi che si ritrovavano loro malgrado a leggere commenti alcuni dei quali erano facilmente identificabili come palesemente falsi, perché riferiti magari a un piatto mai esistito nel menu o a una serata in cui il locale era chiuso.
Immediata è scattata la richiesta di Fipe di incontrare TripAdvisor.
Quest’ultimo ha subito riconosciuto in Fipe l’interlocutore ideale e qualificato per instaurare un rapporto di confronto costruttivo e di collaborazione reciproca atto a valorizzare la ristorazione italiana attraverso il web. La società, nell’ammettere l’esistenza di agenzie fittizie di web-reputation, ha rivendicato l’estraneità di rapporti dalle stesse e ha ribadito l’esistenza di filtri con cui individuare situazioni poco attendibili, ma si è mostrata ancora cauta sia sulla possibilità di rinunciare al ricorso all’anonimato da parte degli utenti, sia sulla possibilità di creare un sistema con cui dimostrare che il commento rilasciato sia frutto esclusivamente di un’opinione personale e del servizio effettivamente ricevuto.
«Pur riconoscendo gli enormi sforzi effettuati anche da parte di TripAdvisor – afferma Aldo Cursano, vicepresidente vicario Fipe-Confcommercio – e pur avendo intrapreso un percorso comune, non possiamo ancora dire di aver risolto tutti i problemi delle recensioni.
I ristoratori debbono imparare a non subire il web, come spesso accade, ma a gestirlo meglio. TripAdvisor – prosegue Cursano – garantisce una vetrina globale nel mondo del web, dove la ristorazione può promuoversi e farsi conoscere a un pubblico più vasto di quello che si può raggiungere con i mezzi pubblicitari tradizionali. Anche su questo si fonda la scommessa fra TripAdvisor e Fipe. Nel combattere l’uso distorto della rete, dobbiamo porci assieme l’obiettivo di formare gli utenti e informarli sulle opportunità di creare un dialogo tra ristoratori e clienti e sulla possibilità di gestire la critica, perché, se autentica, diventa una spinta per migliorare l’offerta ed il servizio».




La rabbia dei tabaccai: «Il nostro aggio è il più basso d’Europa»

nella foto: Il Consiglio Fit di Bergamo 

Lo scorso 25 febbraio si è concluso il rinnovo delle cariche sociali del Sindacato Provinciale Tabaccai, Fit di Bergamo.
Dopo le riunioni zonali, svoltesi nei mesi scorsi, che hanno portato all’elezione di 42 delegati di zona, si è proceduto all’elezione del Consiglio Direttivo e quindi del presidente provinciale e dei vicepresidenti. Nel corso della riunione, alla presenza del presidente nazionale, Giovanni Risso, del componente il comitato esecutivo Giovanni Catelli e del delegato territoriale di Brescia Alessandro Rossini, i consiglieri, all’unanimità e per acclamazione, hanno rieletto quale presidente provinciale, Luca Mangili. Eletti alla carica di vicepresidenti Isidoro Mariani, Roberto Masnada e
Giovanni Cremaschi.
Il Consiglio Direttivo è altresì composto da: Marco Falconi, Gianbattista Gamba, Nunzio Carrara, Angela Ventura, Giuseppe Chiapparini, Pasquale Tanga, Roberto Togni, Giuseppe Finazzi e Umberto Crespolini. In questi giorni, la categoria è in fermento, con scioperi indetti per chiedere l’aumento dell’aggio. Il presidente Risso sottolinea che “la categoria continuerà ad astenersi dalla vendita del tabacco anche lunedì 17 e lunedì 24 e fino a quando sarà necessario. Fino a quando, cioè, il ministro dell’Economia e delle Finanze non ci riceverà per ascoltare le nostre motivazioni e cominciare a ragionare sulle possibili soluzioni. Indifferibili – sottolinea Risso – se si vuole consentire alla rete di vendita dello Stato di poter continuare ad operare con dignità e professionalità”.
“I tabaccai ricchi? Ma ci facciano il piacere!” rimarca Risso, precisando che “l’aggio dei tabaccai italiani è il più basso d’Europa, appena la metà di quello dei colleghi francesi, che già sono penultimi nella classifica. E lo dico dati alla mano, non certo per sensazionalismo mediatico”.
“La battaglia sull’aggio dei tabacchi, la nostra battaglia, non è il capriccio di un momento – continua il presidente -ma è iniziata da tempo, da quando la redditività delle nostre rivendite è calata a picco. Per questo parlare ora di percentuali non ha senso. Il discorso da fare è ben più ampio”. “Siamo la rete più estesa ed efficiente in Italia. Le tabaccherie sono l’ultimo presidio rimasto tra i negozi di prossimità e la cittadinanza si rivolge con fiducia a noi tabaccai. Tutto, sia detto chiaramente, a vantaggio in primis dello Stato, per il quale siamo i primi collettori d’imposte. Perché dunque – incalza ancora Risso – il nostro lavoro non deve essere adeguatamente retribuito? Perché, a quelli che già gravano sulla nostra amministrazione, dobbiamo aggiungere anche il costo di una tale capillarità? Lo Stato ricava gran vantaggio dalla diffusione sul territorio della tabaccherie. Bene, è giunta l’ora che il Governo ne tenga conto, anche perché sui costi in continuo aumento nessuno sconto ci è riconosciuto. Abbiamo iniziato a trattare alcuni mesi fa ma nulla è successo. Vogliamo delle risposte” – conclude Risso.




Brebemi, la Bcc di Treviglio dà una mano alle imprese 

nella foto: Gianfranco Bonacina

La priorità assoluta per Gianfranco Bonacina, presidente della Cassa Rurale di Treviglio, 50 filiali e 22mila soci, è favorire lo sviluppo e il benessere del territorio. In questo periodo, significa agevolare l'occupazione e gli insediamenti produttivi. A questo puntano i nuovi strumenti di credito alle imprese che la banca ha deciso di mettere in campo.
Presidente, qual è la sua strategia per rilanciare il territorio della Bassa?
“La Cassa Rurale sta pensando di agevolare gli imprenditori che investiranno nell’area con l’apertura della Brebemi: abbassando i tassi, che sono già agevolati, per chi insedierà un'attività e alla condizione che assumi almeno una persona. Se a essere assunti saranno due o più lavoratori, il tasso potrà scendere ancora. Un intervento che si affianca alla tradizionale attività di credito alle imprese. Attualmente, per l'anno in corso, è disponibile un plafond di 60 milioni di euro,  inferiore solo di 10 milioni rispetto al 2013. Vogliamo dare un segnale di apertura, dimostrare  che ciò che si dice sulle banche non è sempre vero”.
Quali sono le condizioni per ottenere le nuove agevolazioni?
“Essere nostri soci, non necessariamente di Treviglio, ma rientrare nella nostra area di competenza che abbraccia più province. Gli interlocutori sono le piccole-medie imprese e gli artigiani. L'importo massimo concesso sarà di 500mila euro per ciascuna attività. Alle spalle deve già esserci una buona liquidità. Il nostro intento  è spingere a investire, ad andare oltre, avere più coraggio”.
Investimenti e finanziamenti portano con sé anche il rischio di infiltrazioni malavitose.
“Lo sappiamo bene, per questo ci sarà un controllo severo sulle persone. La loro fedina penale sarà passata al setaccio, a partire dal bisnonno in giù. In questo, saremo inflessibili”.
A proposito di criminalità, qual è la sua opinione sul taglio imminente del Commissariato di Treviglio, deciso dal Ministero degli Interni?
“Non sono assolutamente d'accordo. Come dimostrano recenti operazioni, gli agenti sono necessari. Mi stupisce questa decisione, tanto più che era stato chiesto un potenziamento del commissariato. Una zona come la nostra, attraversata da Brebemi, alta velocità, passante ferroviario, vicina a Milano, dove ci sono i grandi traffici, è cruciale e appetibile per la criminalità organizzata. Abbiamo bisogno di un presidio forte, la gente deve sentirsi sicura, deve essere messa in condizione di poter denunciare. Ma se il posto di polizia viene smantellato, tutti, cittadini e imprenditori, subiranno un danno e saremo esposti a più pericoli”.
La Cassa Rurale ha dovuto affrontare il primo rosso in bilancio da 120 anni. I dati, al 30 novembre scorso, hanno previsto una perdita di 12,8 milioni. Soci  e  clienti sono preoccupati?
“No, e neppure io. L'andamento negativo è stato causato principalmente da due motivi: il salvataggio  della Bcc di Offanengo avviato nel 2011 e l'imposizione di aumentare l'accantonamento per il fondo rischi sui mutui. In base al crollo del mercato immobiliare, ciò che una volta valeva 100, oggi vale 80.  Tutte le banche hanno sofferto la crisi, questo vale per i grandi gruppi con perdite che ammontano a miliardi di euro. Come per i piccoli. Cosa dovevamo fare: lasciare al loro destino aziende in crisi e persone in difficoltà? Le abbiamo sostenute. In ogni caso, chiuderemo il primo trimestre di quest’anno in attivo e anche l'anno”. 
Per le famiglie quali altre iniziative sono in programma? 
“La Cassa Rurale mette a disposizione delle giovani coppie 24 nuovi appartamenti, dalle varie metrature, in un condominio nella nuova zona residenziale del Bollone, un'area verde tra via San Zeno e via Brignano: dopo dieci anni gli appartamenti potranno essere riscattati a un prezzo contenuto”.
Lei guarda al futuro con ottimismo?
“La crisi è stata lunga, ma ci stiamo riprendendo. Anche se non è facile, soprattutto per chi ha perso il lavoro, suggerisco di non fermarsi, né scoraggiarsi, ma avere la  forza di rimboccarsi le maniche e ripartire”.




Terziario in cerca di ripresa. Mosler: «Il nodo sono le restrizioni Ue»

nella foto: il presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio Paolo Malvestiti, l’economista statunitense Warren Mosler e il presidente di Federmoda Italia Renato Borghi 

L’austerità strozza il giro dei consumi, che è lo scopo stesso dell’economia, ed è stata creata a tavolino con il trattato di Maastricht che ha punito l’Italia per essere un Paese di buoni risparmiatori. «È la politica restrittiva dell'Unione Europea che causa problemi, non l’euro e il sistema monetario di per sé. L'Ue ha deciso che gli Stati membri non avrebbero dovuto ricevere aiuto dalla Bce per liberare le forze dei mercati e fargli "disciplinare" le nazioni dell’Unione – sostiene a gran voce Warren Mosler, fondatore di spicco della scuola economica Modern Money Theory o Mosler Economic -. Questo errore ha fatto sì che i tassi d'interesse andassero alle stelle e ha aggravato la crisi finanziaria. La crisi dei tassi d'interesse terminò nel 2012 quando la Bce dichiarò che avrebbe fatto tutto il necessario per prevenire il default degli stati membri. Questo ha permesso all'Italia di finanziarsi a dei tassi d'interesse più bassi, ma non ha risolto i problemi dell'economia reale.
Al contrario, nuovi tagli alla spesa e le nuove tasse hanno incrementato ulteriormente la disoccupazione. E questa è tutta e solo politica». Come lo è la soluzione: «La Bce non può rimanere senza euro. Lo scorso anno sono stati spesi 1.000 miliardi di euro in liquidità bancaria. E da dove sono venuti questi soldi? Si è trattato di un semplice inserimento dei dati». Né più né meno del tabellone di punteggi di uno stadio o di un foglio di calcolo di Excel. Non resta altro che cambiare le regole del gioco.

Da settima potenza mondiale e prima produzione industriale in Europa siamo stati declassati nel girone degli Stati con squilibri macroeconomici eccessivi, come ha ribadito il commissario europeo Olii Rehn. Come vede l’Italia, Paese che conosce molto bene, dagli Stati Uniti?
«Mi sembra che vada molto male. Le regole dell’Unione Europea hanno punito l’Italia per essere un buon risparmiatore. Il deficit del Governo corrisponde al risparmio del settore privato. Il deficit al 3% limita la crescita dei risparmi privati di cui l’Italia ha bisogno».

È davvero tutta colpa dell’euro e delle politiche di Bruxelles? I parametri di Maastricht creano povertà e disoccupazione?
«Assolutamente sì. L’austerità ci riporta al trattato di Maastricht, nel 1997. È come aver davanti un incidente ferroviario al rallentatore, già previsto venti anni fa. Non è naturale non avere deficit ed il veto è stato istituito per avere la certezza che ci sarebbe stata l’austerità, con l’annesso disastro sociale ed economico. Il limite al 3% è troppo basso. Bisogna smantellare le restrizioni, cosa che hanno detto che avrebbero fatto verbalmente, ma lo devono mettere per iscritto. Una combinazione di tasse più basse e l’aumento della spesa pubblica è la direzione giusta. Solo in questo mondo i risparmi possono incrementare».

Come se ne esce?
«Bisogna chiedere all'Unione Europea di allentare i limiti al deficit pubblico. L'ideale sarebbe passare dal 3% all’8,5%. Nessuno Stato ha mai chiesto di allargare il deficit perché ha sempre guardato positivamente solo a deficit bassi. È questo il grande problema e il grande errore. La mia idea è condivisa, ma mi sono sentito di recente dire da un illustre economista tedesco che ormai la politica è andata troppo oltre in questa direzione per tornare indietro. E questa è la peggiore risposta che mi potessero dare».

Renzi ha annunciato di voler ritrattare, dopo aver portato sul tavolo a Bruxelles le Riforme, i parametri di Maastricht, vecchi vent'anni. È possibile che si stia andando nella giusta direzione?
«Non ho visto nella lista delle priorità del nuovo governo l'aumento del deficit. Se la trattativa include la possibilità di innalzare il tetto del deficit allora credo che ci siano delle buone speranze, diversamente non vedo ancora grandi possibilità all'orizzonte».

L’Italia può davvero abbandonare l’Eurozona? 
«Qualora non sia possibile ottenere un innalzamento del tetto del deficit, restano altre due opzioni: la prima è soffrire per sempre, l’altra è quella di adottare la lira e ottenere il deficit necessario per incrementare la spesa pubblica e far ripartire l’economia. Il ritorno alla lira o a qualsiasi altra moneta, fiorino, ducato, purché coniata in Italia consente di incrementare la spesa pubblica senza dover chiedere a nessuno il permesso. In uno Stato naturale non esistono problemi di solvibilità. Ma se si sceglierà la lira e si continuerà a perseguire il pareggio di bilancio come obiettivo, non si otterrà ugualmente alcun risultato».

Tornare alla lira non comporta dei rischi?
«Se i leader vogliono continuare a mantenere il pareggio di bilancio il cambiamento non porta alcun miglioramento. Il secondo timore è tecnico: io non consiglierei di convertire in lire i depositi bancari esistenti, ma di mantenerli in euro, in questo modo non ci sarà una corsa all'accumulo di lire ma si spenderanno euro per ottenere lire».

Qual è oggi la priorità per rilanciare imprese e lavoro, con un tasso disoccupazione elevatissimo? Si parla di liberalizzare contratti di lavoro in entrata e in uscita, tagliare la burocrazia… Solo negli ultimi giorni si è tornato a parlare di crescita e occupazione. Quale può essere la “exit strategy”?
«Bisogna partire dal presupposto che, in generale, alla imprese non piace assumere chi è disoccupato, specialmente dopo due o tre anni di assenza dal mercato del lavoro, anche se si è molto qualificati e competenze. Una soluzione per favorire il reinserimento lavorativo può essere rappresentata dall'impiego di transizione. Questo tipo di impiego facilita la transizione dalla disoccupazione all'impiego nel settore privato, come è stato dimostrato laddove è stata messa in atto. La Banca Centrale Europea potrebbe finanziare un posto di lavoro di transizione per tutti coloro che siano a disposizione per quel lavoro con una retribuzione salariale minima stabilita».

I consumi in Italia sono scesi dal 2007 al 2013 dell’11%. Nel 2013 i consumi delle famiglie sono calati di 21,6 miliardi di euro rispetto al 2012. Allarma il crollo della spesa alimentare che ammonta, sempre nel 2013, a -3,6 miliardi di euro. Quali soluzioni intravede perché l’economia torni a girare?
«Se il governo continua a sottrarre ricchezza ai cittadini e a ridurre la spesa pubblica non vedo soluzioni. Non è una sorpresa che il dato relativo ai consumi sia così disastroso».

Moltissime piccole imprese chiudono, le grandi imprese passano in mano straniera. Si dice spesso alle aziende italiane di aprirsi a nuovi mercati. La corsa all’export è un’opportunità oppure porta solo altri a far godere dei nostri sacrifici?
«Le esportazioni sono un beneficio solo se usate per compensare le importazioni. L’Italia può esportare una Ferrari in Germania ed utilizzare il guadagno dell’esportazione per acquistare tre Mercedes, ma il massimo guadagno sarebbe importare direttamente cinque Mercedes. Quello che conta sono i termini reali di scambio. Non bisogna avere un surplus commerciale nel proprio Paese. Le esportazioni devono essere il prezzo delle importazioni».

La tassazione è ai limiti della sopportazione, le imposte locali sono aumentate del 130% negli ultimi 20 anni. La pressione fiscale sembra non avere limiti, a danno di occupazione e consumi. La spesa pubblica italiana per ridurre la povertà è inferiore ad altri Paesi, come la Svezia, ma anche la Francia e la Germania. Lo Stato incassa troppo e spende troppo poco?
«Non ha alcun senso portare via denaro alla gente. Alzare le tasse e allo stesso tempo diminuire la spesa pubblica è un suicidio. Se aumentano le tasse il potere d’acquisto precipita e se diminuisce la spesa pubblica la gente ha allo stesso modo meno soldi perché si erodono i risparmi privati. Il risultato è che non ci sono  abbastanza soldi da spendere e i consumi crollano inesorabilmente. Tutto a questo punto deve essere tagliato: salute, educazione, sicurezza. Possiamo compararlo ad un parrucchiere che a forza di accorciare, da una chioma sempre più corta si trova a non avere più capelli da tagliare. Non ha senso e ogni economista non può che essere d’accordo su questo».

Una scelta particolarmente invisa è stata l’aumento dell’Iva al 22%. Cosa pensa di questa imposta?
«L 'Iva è una tassa che colpisce tutti, anche le persone che hanno i redditi più bassi e questo non può che essere rilevante e degno di considerazione politica. Il mio lavoro è soprattutto quello di indicare e fornire delle opzioni politiche. Se ci si pensa con attenzione non è auspicabile avere una tassa sulle transazioni. Se vogliamo che le persone possano acquistare e vendere prodotti liberamente non bisogna introdurre restrizioni sugli scambi: se l'Iva è troppo elevata si scoraggiano i consumi e se c'è una tassazione del reddito troppo elevata anche questa scoraggia il buon andamento delle transazioni. L'Iva ha dei costi di attuazione elevati e richiede un impiego di migliaia di persone che si occupano dei controlli, persone che potrebbero invece essere impiegate in altro modo a servizio della comunità». 

In Italia le differenti aree geografiche – Nord e Sud – hanno trattamenti molto diversi da parte dello Stato. A pagare il conto sono soprattutto le aree che permettono di pagare i conti delle altre Regioni. In questo momento è giusto continuare ad aiutare il Sud e le altre zone disagiate, oppure bisogna favorire le regioni-guida, anche esse in difficoltà, in modo che riparta l’economia?
«Le tasse del Nord non aiutano il Sud e viceversa. È solo un giro di soldi nel medesimo contenitore, l’Italia, lontana dalla ripresa con la tassazione insostenibile di oggi. L’unica soluzione per raggiungere l’equità sociale e tasse e prezzi più bassi per tutti è quella di incrementare la spesa pubblica. Per premiare la produttività e l’efficienza di un’area rispetto all’altra si può modificare la spesa pubblica e bilanciare le tasse in ogni area geografica».

Quali nazioni hanno applicato la Sua teoria?
«Nessuna, il mondo purtroppo va, a mio avviso, nel modo sbagliato. La Cina stava seguendo una politica di questo tipo, incrementando il deficit, salvo poi invertire la rotta. Il risultato è stato che la crescita si è ridotta e interrotta. Anche gli Stati Uniti stavano seguendo questa via, salvo poi negli ultimi anni tagliare la spesa e alzare le tasse, con gravi effetti sull’economia. È un errore: hanno continuato a vedere nel deficit un problema e la retorica dell’“abbassare il deficit pubblico” non ha fatto che avvalorare una tesi fasulla».

Invece ci hanno sempre detto che le tasse aumentavano per ridurre il debito pubblico.
«Nel mondo di oggi bisogna fare questo e l’Unione Europea si assicura che ciò venga fatto. Il debito degli stati membri oggi è reale. L’Italia quando aveva la lira non ha mai avuto alcun tipo di problema nel gestire il deficit pubblico. Gli interessi salgono e scendono perché sono le Banche Centrale a deciderlo e non hanno a che vedere con il mercato e con l’economia reale. È una scelta politica. L’Unione Europea ha creato un muro tra le banche e i governi per aiutare i mercati nella riduzione del deficit. I mercati possono imporre agli Stati in ogni momento la bancarotta, diversamente da quanto accade nel sistema monetario naturale».

Per quale ragione in Italia è tanto difficile tagliare le spese della politica? La responsabilità va ricercata nella mancata volontà della classe politica o – per incapacità o mancanza di volontà – nei burocrati che scrivono le leggi?
«Gli sprechi vanno sempre eliminati, in modo che queste risorse possano essere rimesse nell’economia. Con una maggior efficienza di gestione si può arrivare ad abbassare le tasse. Ma questo non è sufficiente, serve incrementare il deficit italiano. Visto che ai politici italiani piace  tanto spendere e spandere, non resta che aumentare la spesa pubblica per far tornare a girare l’economia. Con la disoccupazione al 12,6%, i tagli alle tasse efficaci per far ripartire l’economia dovrebbero arrivare a 100 miliardi di euro (dieci volte tanto quello che si annuncia di voler fare, ndr.)”. 




Creattiva, nuovo record di visitatori. E aumentiano le presenze straniere

Bergamo Creattiva incassa un nuovo successo. L’edizione primaverile della manifestazione firmata dalla Promoberg dedicata al pianeta delle arti manuali, dopo il record di espositori (235), ha conquistato infatti anche quello dei visitatori: 41mila le persone giunte alla Fiera di Bergamo, contro le 38mila di un anno fa.
«Creattiva rappresenta una delle risposte più belle ed efficaci alla nostra mission – sottolinea Stefano Cristini, direttore dell’Ente Fiera Promoberg -, perché, oltre a sostenere le imprese, consente di sviluppare e promuovere il nostro territorio. Il fatto che oltre la metà degli espositori proviene da fuori regione, e che sono in costante aumento anche gli arrivi da fuori regione e dall’estero dei visitatori, porta ad avere delle positive ricadute locali. Ora si tratta di continuare ad individuare un numero sempre maggiore di espositori ad alto contenuto specialistico e innovativo, sia a livello nazionale che internazionale, per innalzare ulteriormente il livello qualitativo della manifestazione».
Da parte del pubblico è stato confermato il forte apprezzamento verso il format della kermesse, che abbina alla ricca parte espositiva un altrettanto fitto calendario di corsi, laboratori e dimostrazioni, per un totale di 1.400 appuntamenti in quattro giorni.
Commenti molto positivi hanno ricevuto anche le ultime novità: un nuovo portale per acquistare a prezzi scontati, un concorso artistico dedicato alle donne in occasione dell’8 di marzo, tutorial sul canale Youtube, una nuova area dedicata al ricamo, e una parete di “veline” con le dediche lasciate dal pubblico.
L’apportare sempre qualcosa di nuovo, anticipatore spesso di nuove tendenze, è una caratteristica tipica di Bergamo Creattiva, in grado di “catturare” sempre più appassionati e operatori professionali. Non è quindi un caso che dal debutto avvenuto nell’ottobre del 2008, la manifestazione votata alla massima creatività ha registrato un trend in costante crescita in tutte le voci, in particolare per quanto concerne la superficie espositiva e il numero di presenze d’imprese e pubblico.
«Con un format davvero unico – spiega Carlo Conte, responsabile per Promoberg della manifestazione -, Creattiva si è fatta conoscere rapidamente in tutta Italia, conquistando in poco tempo anche l'attenzione di imprese e visitatori stranieri. Quest’anno gli espositori oltre confine sono stati 22, sette in più rispetto ad un anno fa, in rappresentanza di nove paesi europei. In aumento anche il pubblico estero, che spesso raggiunge Bergamo tramite i voli low cost di base all'aeroporto di Orio».
L’ennesimo successo di Creattiva è il miglior prologo per il prossimo evento fieristico di Promoberg: dal 20 al 24 marzo alla Fiera di Bergamo sarà di scena Lilliput, il villaggio creativo/educativo dedicato all'infanzia. Come da tradizione, le prime due giornate saranno riservate alle scuole, mentre il week end sarà aperto a tutti, famiglie in testa.
Info: http://www.promoberg.it




Val Brembana, riaperto il bando efficienza energetica per commercio, turismo e artigianato

La Val Brembana punta sull’efficienza energetica, dal risparmio alla riduzione dell’impatto ambientale. Sono prorogati al 31 marzo i termini per partecipare al bando della Comunità Montana, che aveva stanziato nei mesi scorsi 400mila euro complessivi, per il sostegno agli investimenti alimentato da Contributo regionale ai sensi del Progetto 10/9 ex PISL Montagna. Sono ancora a disposizione 71.132,77 euro, di cui 25mila euro per il settore commercio e 26.132,77 euro per il settore turismo.

Dotazione finanziaria, intensità e regime di aiuto
La dotazione finanziaria complessiva del bando è pari a 71.132,77 euro di cui:
· 25.000 per il settore commercio (codice G – codice N)
· 20.000 per il settore artigianale (iscritti all’Albo Artigiani con i codici C, F, H e S)
· 26.132,77 per il settore turismo (codice I – codice R)
Una quota del 33% degli importi di cui sopra sarà riservata alle imprese ubicate nei comuni superiori ai 1.000 abitanti (classe di comuni B e C). La Comunità Montana si riserva la facoltà di effettuare compensazioni tra le tre graduatorie destinate ai settori commercio, turismo e artigianato in caso di parziale utilizzo delle risorse messe a disposizione per ciascun settore.

Decorrenza degli investimenti
Sono ammessi a contributo gli investimenti da realizzare o realizzati a partire dal primo ottobre 2012 (data fattura).

Costi ammissibili
Sono ammesse a contributo le spese per gli interventi elencati, purché finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale, al risparmio e all’efficienza energetica di strutture, locali ed attrezzature per un importo minimo complessivo di 3.000 euro:
a) innovazione delle strutture con specifico riferimento alla sostituzione di attrezzature in uso ad elevato assorbimento energetico con altre a tecnologie ecocompatibili. Qualora le apparecchiature elettriche siano soggette a classificazione di efficienza energetica, la classe minima di riferimento deve essere la "A" o equivalente;
b) innovazione delle modalità di organizzazione e informatizzazione dell’attività commerciale/artigianale/turistica (software e tecnologie digitali per marketing, max 10% investimento);
c) acquisizione di attrezzature per la sicurezza e la prevenzione dei rischi connessi a fenomeni criminosi;
d) qualificazione e ammodernamento di spazi di vendita e acquisizione di attrezzature destinate alla vendita/servizi;
e) costi relativi ad opere edili, strettamente connesse e dimensionate, anche dal punto di vista funzionale, agli interventi ammissibili di cui alle lettere precedenti (max 30% investimento).
Non sono ammissibili spese per: lavori realizzati in economia, acquisto di attrezzature usate, acquisto di mezzi di trasporto, acquisto e installazione di pannelli fotovoltaici; acquisto di immobili; acquisto di minuterie; acquisto di computer e stampanti non strettamente correlate al progetto complessivo; opere non strettamente inerenti i locali in cui viene svolta l’attività; opere murarie non strettamente correlate agli interventi ammissibili.
I costi sono da intendersi al netto di Iva.

Tempi e modalità di realizzazione dei progetti
Il programma di investimento deve essere ultimato e rendicontato entro il 31 ottobre 2014. Eventuali varianti al progetto ammesso ad aiuto finanziario devono essere preventivamente approvate dalla Comunità Montana. Il mancato rispetto di tale procedura implica la revoca del contributo concesso. Qualora, a fronte di variazioni in corso d’opera, la spesa complessiva del progetto risulti inferiore a quella inizialmente ammessa, la Comunità Montana procede alla rideterminazione proporzionale del contributo assegnato, fatta salva la verifica della conformità dell’intervento realizzato, del contenuto e dei risultati conseguiti, fermo restando il limite minimo di investimento di 3.000 euro. In nessun caso le varianti daranno luogo ad un incremento dell’importo del contributo approvato.

Presentazione della domanda
La domanda, sottoscritta dal titolare o legale rappresentante dell’azienda, deve essere presentata, su apposito modulo, disponibile presso l’ufficio segreteria della Comunità o scaricabile dal sito istituzionale dell’Ente www.vallebrembana.bg.it. Alla domanda, compilata su apposita modulistica, va allegata la seguente documentazione: fotocopia del documento di riconoscimento del richiedente; preventivi ovvero eventuali copie fatture, con riportata la classe energetica ovvero una dichiarazione rilasciata dal fornitore da cui emerga che l’investimento comporta un risparmio energetico. La domanda va recapitata esclusivamente a mezzo di consegna manuale all’ufficio protocollo della Comunità Montana a Piazza Brembana in via Don A. Tondini, 16, a partire dal 17.02.2014 e fino al 31.03.2014.

Criteri per la formazione della graduatoria dei beneficiari
La graduatoria dei beneficiari sarà approvata con delibera di Giunta Esecutiva, entro il 30.04.2014, sulla base dei seguenti criteri:
*Classe di Comune sede dell’unità operativa
A – Imprese ubicate in comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti: 25 punti
B – Imprese ubicate in frazioni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti dei comuni superiori a 1.000: 20 punti
C – Imprese ubicate in comuni/frazioni con popolazione superiore a 1.000 abitanti: 10 punti
*Unica attività
Unica impresa nello specifico settore nel territorio del Comune inferiore a 1.000 ab. o in una frazione: 15 punti
Imprese senza dipendenti a tempo indeterminato
Imprese individuali, famigliari e società di persone con massimo 3 soci, tutte senza dipendenti: 3 punti
*Incentivi per l’imprenditorialità femminile e giovanile
Titolare o maggioranza dei soci donne e/o giovani: 3 punti
Nuove imprese
Imprese iscritte al Registro Imprese successivamente al 01.01.13: 3 punti
*Fatturato annuo
Imprese con fatturato annuo (anno precedente al bando o presunto con riserva di verifica per nuove attività) fino a 30.000 euro: 15 punti;
tra 30.000 e 130.000 euro: da 12 a 3 punti (il punteggio va calcolato a scalare di un punto ogni 10.000 euro);
oltre i 130.000 euro: 2 punti.
Le imprese potranno presentare domanda solamente per un unico progetto di investimento. A parità di punteggio, nelle graduatorie generali per categoria, si applicheranno progressivamente i seguenti criteri di priorità:
1. Progetti presentati da imprese ubicate in comuni/frazioni fino a 1.000 ab.;
2. Età del titolare: la precedenza sarà attribuita al più giovane. Per le società, il riferimento sarà la media dell’età dell’intera compagine sociale;
3. Progetti presentati da imprese con volume d’affari fino a 30.000 euro;
4. L’ordine di presentazione al protocollo della CMVB.

Formazione graduatorie
Saranno stilate tre distinte graduatorie, una per ogni settore di cui all’art. 2. All’interno di ogni graduatoria di settore saranno individuate due distinte graduatorie, una per attività ubicate in comuni di classe A e l’altra per attività ubicate in frazioni e comuni di classe B e C. Le graduatorie distingueranno tra istanze finanziate (fino alla disponibilità del budget ex art. 2) e istanze ammissibili a finanziamento che potranno essere finanziate con eventuali economie. In questo caso la Comunità Montana si riserva la facoltà di effettuare compensazioni tra le varie graduatorie.

Erogazione del contributo
La liquidazione del contributo sarà effettuata in un’unica soluzione a conclusione dei lavori, entro 60 giorni dalla presentazione (al protocollo della Comunità Montana) da parte delle imprese beneficiarie della seguente documentazione: attestazione di fine lavori con riepilogo delle spese sostenute; originali delle fatture relative alle spese sostenute, debitamente quietanzate; dichiarazione in merito al rispetto del Reg. “De Minimis”; eventuale altra documentazione ritenuta necessaria dal responsabile del procedimento.
Eventuali varianti al progetto ammesso ad aiuto finanziario devono essere preventivamente approvate dalla Comunità Montana. Il mancato rispetto di tale procedura implica la revoca del contributo concesso.

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere allo Sportello del Credito della Cooperativa Fogalco in via Borgo Palazzo 137 a Bergamo, tel. 035 4120321 (responsabile del servizio Matteo Milesi)




Benzinai, sospeso lo sciopero dei gestori a marchio Eni 

A poco meno di due ore dall’inizio dello sciopero annunciato dai gestori di carburante a marchio Eni/Agip arriva la notizia dello stop alla mobilitazione generale. Le Organizzazioni di categoria hanno deciso di procedere alla sospensione dello sciopero dei gestori a seguito delle rassicurazioni del Ministero dello Sviluppo Economico. Il Ministero ha infatti annunciato che «l'azienda petrolifera ha assicurato la propria disponibilità a riprendere il negoziato interrotto, mediante una riunione da concordare direttamente tra le parti e da tenere a breve, entro il prossimo 10 marzo» . Con la riapertura del tavolo di contrattazione teso a rinnovare le intese economico-normative per i gestori a marchio Eni/ Agip, ormai scadute da più di due anni, si ricompongono le condizioni essenziali per tentare di individuare risposte condivise ai fortissimi elementi di criticità che investono le piccole imprese di gestione. «Prendiamo atto della decisione intrapresa a livello nazionale- commenta Giuseppe Milazzo, presidente del Gruppo Distributori Carburanti Ascom -. Siamo in attesa che le nostre istanze vengano accolte e che si ponga fine ad una politica commerciale disastrosa per le piccole imprese di gestione. Vogliamo far sentire la nostra voce per avere un prezzo più giusto e veder garantita la libertà di continuare ad essere impresa, battendoci contro il ricorso selvaggio ai self service, il degrado della rete e l’espulsione dei gestori e dei loro dipendenti dal settore».




“Seilatv”, Bergamo ha un nuovo canale televisivo 

Dall’esperienza maturata negli ultimi due anni, la Web Channel “on demand” Seilatv.tv si amplia e sbarca in chiaro sulle televisioni di tutta Lombardia. E’ visibile da pochi giorni sul canale 216 del digitale terrestre. Il progetto è partito da un’idea di Paolo Cernuschi e Silvio Marini, da molti anni impegnati professionalmente con le loro aziende nel mondo della produzione televisiva e che hanno messo a disposizioni i propri studi di produzione, regie mobili e operatori video, mezzi tecnici all’avanguardia e attrezzatura ad alta definizione qualitativa.
Dagli studi partiranno oltre 20 trasmissioni, prodotte interamente in proprio, con tematiche sportive, istituzionali, culturali, scientifiche, economiche e naturalmente di attualità, che, nonostante la diffusione regionale, parleranno principalmente del territorio bergamasco. Ha inaugurato lo sbarco sul digitale terrestre, “Lo Scomodo Buc”, programma settimanale in diretta sull’Atalanta condotto da Marco Bucarelli.
Un lunedì sportivo che proseguirà poi con “Base Sport”, presentato da Paolo Taddeo, e “Golf Television”, l’appuntamento con tutti gli appassionati di golf a cura di Maurizio e Marco Bucarelli che da settembre sul canale web Seilatv.tv sta ottenendo un grande successo a livello nazionale. Di Atalanta si parlerà anche alla vigilia del weekend quando Maurizio Bucarelli presenterà “Venerdì Nerazzurro”, un’anteprima e molti approfondimenti dedicati alla partita di campionato della squadra bergamasca.
Tra gli altri appuntamenti spiccano “Il ballo della vita” con il monsignor Giulio Della Vite, segretario generale di Curia della Diocesi di Bergamo; “La vita è bella”, storie vere da raccontare proposte da Francesca Grassi; “Un libro da leggere” con i suggerimenti di Giuseppe Berné e “Sentirsi bene” con al centro il tema della medicina con gli ospiti di Francesca Manenti. E poi ancora attualità con “Senti chi parl@” condotto da Riccardo Cattani.